Comitato d Ambito per il ciclo dei rifiuti (L.R. 1/2014) 30 Novembre 2017

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1 Indirizzi per la chiusura della pianificazione d area provinciale, metropolitana e d ambito regionale per il ciclo dei rifiuti (ripresi e sviluppati nella proposta Piano d Ambito Regionale) Premessa 1 Assetto impiantistico metropolitano e d ambito 2 Indirizzo del Comitato d Ambito 3 Discarica di servizio per la Provincia della Spezia 4 Indicazioni circa scenario CSS e limitazioni graduali allo smaltimento in discarica 5 Indirizzi circa modalità chiusura percorso di VAS e pianificazione 5 Disposizioni per la gestione dei rifiuti solidi urbani della Liguria nel periodo transitorio 6 Premessa Ai sensi della L.r. 1/2014 e ss.mm. ed ii. le Province e la Città Metropolitana provvedono alla strutturazione ed organizzazione dei servizi relativi alla raccolta e al trasporto dei rifiuti, alla raccolta differenziata e all utilizzo delle infrastrutture al servizio della raccolta differenziata, definendo i bacini di affidamento, nonché alla gestione dei rifiuti residuali indifferenziati ed al loro smaltimento, tramite specifici Piani d area provinciale e metropolitano. I piani d area in corso di approvazione definiscono l assetto impiantistico necessario a soddisfare i fabbisogni di trattamento individuati, conformemente agli scenari ed agli indirizzi del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti Il completamento del percorso di pianificazione è dato dal Piano d ambito regionale per il ciclo dei rifiuti, da approvarsi entro 6 mesi dalla definitiva approvazione dei piani d area, il quale recepisce e coordina le scelte del Piano metropolitano e dei Piani d area, definendo, in base alle previsioni del Piano regionale di gestione dei rifiuti, le integrazioni funzionali fra le quattro aree, motivate da esigenze tecniche e di efficienza dei servizi. Il continuo e fruttuoso confronto tra Regione, Province e Città Metropolitana, che trova sede specifica in particolare nel Comitato d Ambito e nella relativa Segreteria tecnica, ha consentito un approccio complessivo volto a costruire un quadro coerente e sostenibile in vista dell elaborazione del Piano d Ambito regionale. Il lavoro svolto ha evidenziato, tuttavia, la necessità di affrontare alcuni specifici aspetti, di rilevante significatività anche alla luce delle valutazioni ambientali strategiche ancora in corso, che non hanno ancora trovato una chiara e condivisa puntualizzazione. In particolare occorre: rendere i piani d area provinciale e metropolitano pienamente coerenti agli indirizzi del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti (PGR 2015) e agli aspetti già definiti nelle precedenti Deliberazioni del Comitato d Ambito regionale, con particolare riferimento a quanto indicato nel punto d) della Deliberazione n. 6 del 27 luglio u.s.; pervenire ad una integrazione funzionale tra le varie aree regionali, che possa quindi essere recepita nei piani d area provinciale e metropolitano; Indirizzi per la chiusura della pianificazione ciclo rifiuti Pag. 1

2 valorizzare il percorso unitario di VAS, che, tra le altre cose, aveva l obiettivo di cominciare a comporre fin dalle preventiva fasi di elaborazione dei piani d area, un piano d ambito regionale coerente, coordinato e ambientalmente sostenibile, che, recependo i contenuti dei piani stessi, non dovesse essere nuovamente soggetto ad una valutazione ambientale strategica complessiva, demandando poi alla valutazione di impatto ambientale ove prevista le analisi puntuali sui potenziali impatti locali degli impianti definitivamente individuati come tipologia e localizzazione. definire gli indirizzi per la gestione del periodo transitorio che intercorre fra il completamento dei processi di pianificazione e la operatività dell assetto impiantistico previsto. Assetto impiantistico metropolitano e d ambito I contenuti di impiantistica del Piano d Ambito che riguardano l area metropolitana, come determinati dai presenti indirizzi, costituiscono intesa preliminare fra Regione e Città metropolitana, ai sensi del comma 3 dell art. 15 della L.R. 1/2014. Il Piano metropolitano conferma a regime l impostazione basata sullo scenario definito nel Piano regionale di gestione dei Rifiuti, prevedendo nel complesso il seguente assetto impiantistico: Per il rifiuto residuo (RUR): POLO DI SCARPINO CON TMB/CSS E DISCARICA DI SERVIZIO con capacità di trattamento intera produzione del territorio metropolitano IMPIANTO DI trattamento E DISCARICA DI RIO MARSIGLIA (autorizzato al momento fino a t/anno) INVIO AD IMPIANTO DI SALICETI (SP) DELLA PRODUZIONE DEL TIGULLIO (circa t/anno) Per la FORSU: Impianto DIGESTIONE ANAEROBICA per Genovesato; Impianto ANAEROBICO (o in alternativa AEROBICO) per Tigullio. Tuttavia il Piano stesso, anche alla luce dei paralleli percorsi autorizzativi in atto, non arriva a definire con adeguata chiarezza: dimensionamento ottimale dell impianto TMB/CSS di Scarpino, alla luce delle capacità residue degli altri impianti del territorio genovese e ligure; localizzazione (tra le opzioni Scarpino e Campi) e dimensionamento opportuno dell impianto di digestione anaerobica a servizio dell area genovese; localizzazione definitiva (che si può ad oggi desumere individuata nell area di Isolona d Orero), dimensionamento (che dipende anche dalle scelte di cui al punto precedente) e tecnologia dell impianto di trattamento della frazione organica da differenziata previsto a regime per i comuni del levante ligure. Considerato come tali elementi costituiscano imprescindibile elemento di analisi per la valutazione ambientale strategica in corso e fondamentale riferimento per i processi autorizzativi in corso, si fornisce in questa sede un indirizzo rivolto alla loro definizione, che dovrà essere oggetto di integrazione del Piano metropolitano. Indirizzi per la chiusura della pianificazione ciclo rifiuti Pag. 2

3 Indirizzo del Comitato d Ambito Purchè trovi attuazione un consolidato progetto mirato al raggiungimento del 65% di RD ed agli obiettivi di riduzione indicati dal Piano regionale 2015 nel territorio Città Metropolitana, ed in particolare nel Comune di Genova, risulta praticabile una sinergia di sistema d ambito che preveda: utilizzo in fase a regime dell impianto Cdr/Css di Saliceti ed impianto TMB/CSS Boscaccio ad integrazione del fabbisogno della Città Metropolitana di Genova per la quota necessaria al netto della capacità dell impianto da realizzarsi al servizio dell area metropolitana e del fabbisogno soddisfatto da Rio Marsiglia, ove l applicazione di tale misura in regime transitorio abbia confermato il rispetto degli indicatori prestazionali definiti nella fase transitoria; tale misura dovrà produrre un vincolo in sede di autorizzazione degli impianti citati per un periodo almeno decennale. utilizzo nuovo invaso della discarica Scarpino (Scarpino 3) ove autorizzata ed operativa, al servizio dell ambito regionale per la ricezione di: scarti non recuperabili prodotti da Impianto CDR/CSS Saliceti (con limite fino al 45% rispetto al rifiuto dei territori genovese e spezzino avviato a bocca d impianto); intera quantità del rifiuto proveniente dal territorio metropolitano genovese a valle del trattamento effettuato presso impianto Tmb Boscaccio ( con limite del 45% rispetto al rifiuto di Ge avviato a bocca d impianto). L assetto organizzativo indicato permetterà le conseguenti prospettive e decisioni di seguito riportate. Dimensionamento della progettazione e realizzazione impianto Tmb Ge su scala inferiore ( /- 10% t/anno rispetto a previsione fabbisogno all anno 2020 di t). Conseguente logistica che permetta la realizzazione dell impianto di biodigestione a Scarpino per il trattamento della Forsu (e scelta definitiva localizzazione in tale sede) da t /anno. Individuazione di una ulteriore localizzazione, attualmente desumibile a Isolona d Orero, per un eventuale secondo impianto di biodigestione per il trattamento della Forsu prodotta dai Comuni del levante genovese con taglia conseguente (ca t/anno). Tale impianto sarà confermato solo qualora sussista un reale fabbisogno residuo in seguito alla concretizzazione delle altre scelte impiantistiche. Occorre in ogni caso precisare, per l aspetto in questione, come il regime giuridico previsto dal D. Lgs. 152/2006 per la gestione dei rifiuti derivanti da raccolta differenziata, con la sostanziale liberalizzazione dei movimenti sul territorio nazionale, rende comunque praticabili sia iniziative private rivolte alla realizzazione e gestione di impianti per la gestione della frazione organica differenziata, così come forme di integrazione impiantistica definite in accordo fra operatori del settore. Sotto questo profilo la possibilità di una sinergia fra i fabbisogni della provincia di La Spezia e quelli del levante della Città Metropolitana potrebbe trovare applicazione in un quadro di verificata sostenibilità ambientale ed ottimizzazione economica dei costi gestionali. Il ruolo che le eventuali infrastrutture idonee al trattamento delle frazioni in questione potranno svolgere, in relazione al generale obiettivo di pianificazione degli impianti commisurati al fabbisogno di produzione dei rifiuti delle rispettive aree, in un contesto governato dalla disciplina dell evidenza pubblica degli eventuali affidamenti, non può essere trascurato, pur esulando dalle competenze specifiche della pianificazione regionale e dalla portata dispositiva del presente documento. Assorbimento delle necessità di smaltimento per lo scarto derivante dalla produzione dei Comuni della provincia di La Spezia, indipendentemente da un impianto di discarica dedicato (vedasi successivo paragrafo dedicato). Indirizzi per la chiusura della pianificazione ciclo rifiuti Pag. 3

4 Discarica di servizio per la Provincia della Spezia Coerentemente agli indirizzi del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti e delle indicazioni di cui alla Deliberazione n.6/2017 del Comitato d Ambito, la dotazione impiantistica di ciascuna Provincia ligure deve prevedere una discarica di servizio per lo smaltimento delle frazioni residuali del trattamento, non recuperabili in termini di materia ed energia. Il Piano d area spezzino, pur confermando a regime l impostazione basata sullo scenario definito nel Piano regionale di gestione dei Rifiuti, prevedendo: per il rifiuto residuo (RUR): per la FORSU: Revamping impianto di Saliceti con produzione CSS, in grado di soddisfare fabbisogno provinciale ed accogliere produzione Comuni Tigullio, con ulteriore capacità residua; Revamping impianto Boscalino con realizzazione Digestore Anaerobico; non individua la necessità di una discarica di servizio entro il territorio provinciale, avendo individuato soluzioni esterne di ampia durata in merito. Indirizzo del Comitato d Ambito Deve essere ribadita la necessità di individuazione dell impianto di smaltimento di servizio previsto dal Piano regionale, ove collocare, nel rispetto del principio dell autosufficienza d ambito, la frazione organica stabilizzata FOS) prodotta dall impianto di Saliceti e non altrimenti recuperabile, valutata nell ordine del 26,5% del totale del quantitativo a bocca d impianto, oltre ad eventuali altri residui non recuperabili, fino ad un massimo del 45% del rifiuto indifferenziato in ingresso all impianto. Tuttavia, l assetto sopra indicato derivante dall utilizzo degli impianti esistenti in ottica di ambito regionale per un periodo almeno decennale, prefigura l assorbimento delle necessità di smaltimento per lo scarto derivante dalla produzione dei Comuni della provincia di La Spezia, indipendentemente da un impianto di discarica dedicato, e permette di posticipare il sopra richiamato adempimento circa l individuazione della discarica dedicata in provincia di La Spezia. A tal fine dovranno comunque essere completate all interno del Piano provinciale le valutazioni circa l applicazione dei criteri localizzativi sul territorio provinciale. Indirizzi per la chiusura della pianificazione ciclo rifiuti Pag. 4

5 Indicazioni circa scenario CSS e limitazioni graduali allo smaltimento in discarica Come già richiesto dagli uffici regionali in sede di VAS, i piani provinciali dovranno tutti contenere degli schemi di flusso nei quali esplicitare, a fronte dei quantitativi di rifiuto indifferenziato in ingresso a regime, tipologia e quantità delle frazioni trattate in uscita. Al fine di minimizzare il ricorso alla discarica il Piano regionale di Gestione dei Rifiuti 2015 individua, quale opzione prioritaria, cui i piani d area e metropolitana devono conformarsi, la produzione di CSS. Altre opzioni, ad esempio volte ad un recupero spinto di materia, pur auspicabili, non garantiscono al momento, in assenza di filiere di recupero in grado di assorbire i materiali recuperati, comunque in percentuali limitate sul RUR totale, e stante l attuale quadro normativo, analoghi risultati potenziali in tema di riduzione della quota a discarica. Considerate comunque le flessibilità degli impianti di trattamento meccanico biologico ipotizzati, auspicabili soluzioni innovative volte al recupero di materia potranno essere assentite, posto che siano esplicitati vincoli al collocamento in discarica del materiale recuperato e che venga dimostrata l efficacia, in termini ambientali ed economici, della soluzione individuata. Al fine di orientare l assetto impiantistico, coerentemente alla gerarchia dei rifiuti, alla minimizzazione del ricorso alla discarica, anche alla luce dei sempre più ambiziosi obiettivi in merito contenuti nella proposta di nuova direttiva sui rifiuti presentata dalla Commissione europea il 2 luglio 2014, e già emendata dal Parlamento europeo nell ambito di un pacchetto di misure finalizzate a promuovere l economia circolare, la quale prevede che a decorrere dal 1º gennaio 2025 gli Stati membri non ammettano nelle discariche per rifiuti non pericolosi una quantità annua di rifiuti superiore al 25% del totale dei rifiuti urbani prodotti nell anno precedente (con ipotesi 5% al 2030), si ritiene opportuno, come primo obiettivo coerente al PGR 2015, indicare nel 45% del rifiuto indifferenziato in ingresso agli impianti la quota massima smaltibile in discarica dopo trattamento a regime, riservandosi di ridurre tale limite sulla base dell evoluzione della raccolta differenziata e della normativa (anche in merito alla valorizzazione energetica) dei prossimi anni. A tale obiettivo non concorrono gli scarti di operazioni di selezione/trattamento di rifiuti provenienti da raccolte differenziate (es. organico e verde) e da eventuali fanghi provenienti da impianti di depurazione. Indirizzi circa modalità chiusura percorso di VAS e pianificazione Sulla base degli esiti della VAS ed in piena coerenza con gli indirizzi del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti 2015 e del Comitato d Ambito, Città Metropolitana di Genova e le Province di Imperia e Savona e La Spezia provvederanno a revisionare il piano, approvandolo definitivamente, dopo verifica di ottemperanza da parte dell Autorità Competente alle eventuali prescrizioni VAS, con dichiarazione di sintesi e piano di monitoraggio. I piani d area e metropolitano (in questo caso anche ai fini dell intesa con Regione sui contenuti di impiantistica di cui al citato comma 3 dell art. 15 della L.R. 1/2014), dovranno essere preliminarmente sottoposti al Comitato d Ambito entro un termine di 30 giorni dal parere motivato VAS. La definitiva approvazione degli stessi dovrà avvenire entro un termine di ulteriori 15 giorni. Successivamente sarà conseguentemente e rapidamente approvato il Piano d Ambito regionale, che sintetizzerà, recepirà e coordinerà le scelte del piano metropolitano e dei piani d area in un disegno complessivo coerente ed integrato, per il quale sarà verificata non assoggettabilità a VAS. Una prima proposta il Piano d Ambito regionale è sottoposta al Comitato d Ambito contestualmente al presente documento. La stessa sarà integrata, modificata e consolidata alla luce del percorso dei Piani d area e metropolitano e quindi nuovamente sottoposta a Province e Città Metropolitana preventivamente alla successiva discussione ed approvazione definitiva in sede di Comitato d Ambito. Indirizzi per la chiusura della pianificazione ciclo rifiuti Pag. 5

6 Disposizioni per la gestione dei rifiuti solidi urbani della Liguria nel periodo transitorio Alcuni indirizzi in materia sono già stati forniti dal Comitato d Ambito per il ciclo dei rifiuti con le Deliberazioni n.3 del e n. 6 del che hanno approvato l utilizzo tendenzialmente biennale, fino a saturazione, degli impianti regionali (Boscaccio e Saliceti), al netto dei quantitativi provenienti dai bacini savonesi e spezzino, fino alla realizzazione degli impianti TMB per il territorio genovese, al fine di assicurare soluzioni per l assorbimento del fabbisogno nella fase emergenziale che interessa il territorio della Città Metropolitana. Le conseguenti determinazioni per la gestione del transitorio sono state assunte da Regione nell ambito dei provvedimenti per la gestione del periodo emergenziale sul territorio della Città Metropolitana, con la DGR n del recante Disposizioni per l emergenza rifiuti in Liguria a valere per il primo semestre 2017,e la DGR n. 489 del Disposizioni per l emergenza rifiuti in Liguria a valere per il secondo semestre 2017, che individuano le capacità di assorbimento del rur prodotto da Comuni della Città Metropolitana degli impianti liguri operativi a La Spezia (Saliceti) e Savona (Boscaccio e Ramognina). Alla luce del progressivo mutamento dei risultati gestionali nelle raccolte comunali, che evidenzia un crescente incremento delle frazioni differenziate a scapito delle quote di rifiuto residuo, e tenuto conto della dimensione territoriale della Liguria quale ambito unico per la gestione dei rifiuti, si ritiene sussistano le motivazioni per sviluppare ulteriormente le operazioni sinergiche fra le infrastrutture impiantistiche definendo le seguenti determinazioni. Nel periodo transitorio, fino alla realizzazione degli impianti previsti dalla pianificazione ( ), gli impianti di: Boscaccio (Tmb e discarica) Ramognina (Tmb e discarica) Saliceti (Tmb per produzione Cdr/Css) Rio Marsiglia (Tmb e discarica) utilizzeranno la disponibilità residua autorizzata prioritariamente al fine dell assorbimento del fabbisogno di trattamento e smaltimento del rur (rifiuto urbano residuo) dei bacini di riferimento ed in secondo ordine di priorità per l eventuale fabbisogno non soddisfatto in ambito regionale, nel rispetto dei principi di economicità e di prossimità. Eventuali quote di rifiuti speciali ammesse al conferimento presso i citati impianti in base ai vigenti provvedimenti autorizzativi potranno essere confermate solo compatibilmente con l ottemperanza prioritaria delle due condizioni indicate relative al rur. L utilizzo per quota del rur genovese degli impianti di trattamento funzionalmente collegati alle discariche del Boscaccio e Ramognina, nella citata prospettiva di ambito regionale, può giustificare, permanendo il rispetto di tutte le condizioni e prescrizioni dettate dalla normativa in materia di discariche (D. Lgs, n.36/2003), la destinazione a smaltimento dei rifiuti ivi trattati, al netto delle frazioni recuperate e delle perdite di processo, in una percentuale comunque non superiore all 80% del rifiuto conferito dal territorio metropolitano, presso l invaso di Scarpino 3, lotto 1, ove autorizzato ed operativo. Indirizzi per la chiusura della pianificazione ciclo rifiuti Pag. 6

7 Nella citata prospettiva di ambito regionale, per quanto riguarda l impianto di produzione CDR/CSS di Saliceti, può essere assentita, nel rispetto di tutte le condizioni e prescrizioni dettate dalla normativa in materia di discariche (D. Lgs, n.36/2003), la destinazione a smaltimento dei rifiuti non recuperabili derivanti dal trattamento presso tale impianto, in una percentuale non superiore al 50% del rifiuto complessivamente conferito all impianto dai territori spezzino e metropolitano, presso il medesimo l invaso di Scarpino 3, lotto 1, ove autorizzato ed operativo. Il monitoraggio degli esiti di tale fase transitoria verrà valutato ai fini della conferma dell assetto impiantistico a regime, che dovrà essere orientato alla massimizzazione del recupero di materia ed energia, con più stringenti obiettivi per quanto riguarda la minimizzazione delle quantità smaltite in discarica. Gli impianti di Saliceti e Boscaccio saranno utilizzati per il soddisfacimento del fabbisogno di trattamento e smaltimento di parte dei RUR prodotti nel territorio della Città Metropolitana fatta salva la verifica della sostenibilità economica una volta definiti i corrispettivi per le attività di trattamento e smaltimento. In Allegato si riporta un documento articolato per singole aree provinciali con le previsioni di dettaglio circa capacità residue e fabbisogni da soddisfare nella fase transitoria con le relative soluzioni individuate. Indirizzi per la chiusura della pianificazione ciclo rifiuti Pag. 7

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