LO SPORT PER TUTTI COME POSSIBILE STRATEGIA DI INCLUSIONE SOCIALE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "LO SPORT PER TUTTI COME POSSIBILE STRATEGIA DI INCLUSIONE SOCIALE"

Transcript

1 LO SPORT PER TUTTI COME POSSIBILE STRATEGIA DI INCLUSIONE SOCIALE Indagine condotta sulla Provincia di Torino Novembre 2003 A cura del Prof. Nicola Porro

2 Presentazione E' con riconoscenza e con soddisfazione che, in qualità di direttore del progetto di ricerca, presento questo rapporto conclusivo. Si tratta di un lavoro collettivo, dedicato a un analisi non convenzionale del sistema sportivo territoriale come possibile protagonista di politiche di inclusione. L'indagine, commissionata dalla Provincia di Torino, è stata realizzata da un gruppo di ricerca afferente all'università di Cassino. La nostra riconoscenza va quindi all'amministrazione provinciale, e in particolare agli assessori competenti, dott.ssa Silvana Accossato e dott.ssa Maria Pia Brunato, che hanno voluto raccogliere l'idea di una rilevazione empirica sul fenomeno, la prima del genere prodotta nel nostro Paese, e permetterne la realizzazione attraverso un'indagine condotta sul campo, in stretto contatto con dirigenti, esperti e operatori del settore. La gratitudine del gruppo di lavoro si estende perciò, e non si tratta di un riconoscimento protocollare, ai diversi protagonisti dello sport sociale torinese che hanno messo il loro tempo, la loro pazienza e la loro sensibilità culturale a disposizione dei nostri ricercatori. Se questo lavoro si dimostrerà capace, come speriamo, di produrre esiti scientifici e magari di ispirare qualche possibile traduzione operativa, lo si dovrà principalmente alla loro collaborazione. Mentre solo nostra sarà, come è giusto, la responsabilità di un'inadeguata o imprecisa recezione degli input che hanno inteso trasmetterci. La soddisfazione che voglio esprimere riguarda invece l'approccio metodologico che con questa ricerca abbiamo cercato di inaugurare. Certo non spetta a noi giudicare la qualità del prodotto finale, ma mi sia consentito evidenziare il tratto innovativo del lavoro condotto. Esso è consistito principalmente nel tentativo di integrare e far interagire due diverse tradizioni di analisi. Da un lato, si è fatto ricorso agli strumenti della classica sociologia qualitativa - interviste focalizzate, focus group di valutazione, analisi della cosiddetta letteratura grigia -, cercando di sottrarre la rilevazione al puro assemblaggio dei pur necessari dati statistico-descrittivi. L'idea guida è quella, su cui si è fondata l'emancipazione della sociologia del Novecento dalle discipline strumentali come la statistica e la demografia, che "i dati non parlano da sé". I fatti emergenti dall'analisi descrittiva dei fenomeni, al contrario, vanno sistematicamente interrogati, attingendo a quella fonte primaria che è rappresentata dagli osservatori privilegiati. Dall'altro, si è provato ad applicare al fenomeno sportivo diffuso i metodi propri di quel filone di studi - ispirato alla scienza politica - che va sotto il nome di policy analyis. Con l'obiettivo di individuare, al crocevia fra spontanea espansione della cultura della pratica e dinamiche di riforma della Pubblica Amministrazione, un concreto punto di riferimento per possibili politiche di settore. Sforzandoci di tenere insieme l'interpretazione dei processi e la ricostruzione delle logiche di governo amministrativo - in una stagione di radicali trasformazioni del sistema gestionale pubblico - abbiamo così voluto sperimentare una metodologia assolutamente inedita in Italia. 2

3 Il tentativo, niente affatto accessorio, di sollecitare una riflessione sul tema del governo della complessità e dei suoi strumenti operativi, va del resto molto al di là della specifica tematica sportiva. Ai ricercatori non compete interferire nelle opzioni dei decisori pubblici, del resto sempre più condizionate da costrittivi vincoli di bilancio. Stimolare una riflessione prospettica, segnalare esperienze e possibili percorsi per l'innovazione - consapevoli di non poter fornire altro che ipotesi di lavoro da sottoporre alle impietose verifiche delle compatibilità amministrative - è la sola ambizione della nostra indagine. Rinnovando a nome dell'intero staff di ricerca il ringraziamento e l'apprezzamento per il contributo di tutti gli osservatori privilegiati che abbiamo avuto il piacere di avvicinare, mi sia permesso conclusivamente ringraziare quanti hanno concorso, ciascuno per la propria parte, a realizzare il progetto. Le colleghe professoresse Gabriella Arena e Silvana Casmirri hanno concretamete sostenuto, per conto del mio Dipartimento universitario, il progetto loro sottoposto e le sue traduzioni operative, mettendo a disposizione il prezioso supporto amministrativo della responsabile del settore, dott.ssa Filomena Valente, nonché una indispensabile integrazione finanziaria al nostro budget. La professoressa Giovanna Gianturco, dell'università di Roma La Sapienza, ha curato la strumentazione metodologica dell'indagine qualitativa e la realizzazione di non poche interviste focalizzate. A lei si deve anche la nota metodologica che presentiamo a corredo del lavoro. Le dottoresse Rosanna d'iorio, Paola Pappalardo e Dascia Sagoni, con i dottori Eros Cosentino e Luigi Pietroluongo e con il supporto tecnico-scientifico del Cirsel (Centro Internazionale per le Ricerche sullo Sport E il Loisir), hanno concretamente realizzato buona parte del lavoro di raccolta dei materiali empirici e di elaborazione delle informazioni, nonché la presentazione grafica dei testi. Un sincero ringraziamento, infine, al personale della Provincia di Torino che ha fattivamente facilitato il nostro lavoro e accompagnato con simpatia e disponibilità il nostro tentativo di "immersione" nel contesto locale. Cassino novembre 2003 Nicola Porro 3

4 4

5 Premessa Pensare o ripensare le strategie d intervento dei poteri locali in materia di inclusione sociale appare concettualmente difficile senza preventivamente affrontare la necessità di una ridefinizione del contesto di riferimento. In altre parole: possiamo ancora fare riferimento a nozioni come quelle di città metropolitana, di ente intermedio, di ambito subregionale e tutte le altre che hanno di volta in volta aggiornato il lessico amministrativo della politica? E possiamo ancora sforzarci di analizzare il rapporto fra istituzioni e cittadinanza al di fuori delle trasformazioni intervenute sul terreno della legislazione territoriale? Trasformazioni, va ricordato, che hanno interessato la stessa legge fondamentale dello Stato, con la modifica del titolo V della Carta costituzionale. L attenzione allo sport come nuovo, potenziale diritto di cittadinanza va d altronde intesa come una concreta e innovativa strategia dell inclusione. La quale si rivolge, appunto, a nuovi cittadini della pratica fisico-motoria, cioè a soggetti individuali e collettivi (anziani, immigrati, disabili, giovani a rischio e tutte quelle aree di popolazione esposte al pericolo della marginalità) non appartenenti al classico sistema della prestazione agonistica. Lo sport, cioè, può diventare, come spiega Silvana Accossato, assessore al turismo e allo sport della Provincia di Torino: elemento di socialità e aggregazione delle diverse fasce di età e anche dei territori; delle comunità, dei quartieri, attorno a polisportive, piuttosto che all aperto. Possono nascere aggregazione sociale, interessi condivisi, volontà di partecipazione dei cittadini alla gestione che ovviamente, sono l elemento di miglioramento. I due aspetti della questione - la ridefinizione del contesto e delle strategie di azione dei poteri locali, da un lato, e la sperimentazione dello sport come strategia di inclusione sociale, dall altro - appaiono necessariamente connessi e meritevoli di una preliminare riflessione. Si tratta, insomma, di inserire a pieno titolo lo sport nella cornice delle politiche sociali e di definire più precisamente quale tipo di politiche sociali, orientate all inclusione, possano rientrare nelle competenze e nel raggio d azione dei poteri amministrativi locali. Tenendo d occhio quella complessa dinamica sociologica che interessa non solo la dimensione burocratico e funzionale del problema, ma anche il silenzioso ridisegno dei suoi confini culturali e sociali. Le conclusioni della ricerca che qui proponiamo non hanno, come è ovvio, la pretesa di fornire risposte esaustive e perentorie a questioni tanto delicate e persino controverse, sia sotto il profilo della teoria sociale sia dall angolo visuale della politica istituzionale. L ambizione è piuttosto quella di individuare, circoscrivere ed esplicitare, sulla base delle informazioni e delle testimonianze raccolte con complementari metodi di indagine sociologica, le domande che i poteri locali, nella loro autonoma responsabilità, potrebbero trovarsi di fronte in un breve volgere di tempo. Domande che richiedono strategie di risposta, flessibilità di analisi e costante attenzione ai mutamenti. È questo il possibile contributo che è lecito attendersi dal 5

6 lavoro di ricercatori che non hanno, e non possono avere, la pretesa di sostituire le loro indicazioni alle legittime e sovrane ragioni delle responsabilità politiche. Lo scopo dell indagine è piuttosto quello di fornire stimoli e strumenti scientificamente adeguati all autonoma elaborazione delle strategie politiche degli attori istituzionali. Si tratta ora, perciò, di elencare le questioni cruciali sulle quali soffermeremo la nostra attenzione. 1. Entro quale contesto territoriale di riferimento una strategia pubblica di inclusione attraverso lo sport può trovare senso e prospettiva? Le tradizionali unità amministrative (circoscrizioni, comuni, province, regioni ecc.) coincidono con gli spazi sociali entro i quali possono dispiegarsi efficaci esperienze di attività? 2. A quale configurazione socio-politica è possibile e utile assegnare la pratica sportiva non identificata nella tradizionale attività agonistica di tipo federale (discipline di prestazione assoluta, orientate al primato del risultato tecnico e a un target di potenziali atleti ), o comunque non riducibile ad essa? 3. Quale rete di attori organizzativi istituzioni, sistema dell associazionismo, circuiti informali di varia natura, media sono coinvolti in una politica di settore che aspiri a farsi sistema? Possiamo parlarne come di un terreno privilegiato di sperimentazione del Welfare Mix? 4. In una logica di regolazione a rete, quali dinamiche di governo partecipato (Governance) potrebbero e/o dovrebbero sostituire le tradizionali strategie di pura erogazione di benefici finanziari e strumentali (concessione di impianti, contributi ecc.), che rientrano nella categoria di Government? E quali competenze, risorse e poteri d intervento sono oggi a disposizione degli amministratori chiamati a cimentarsi con la sfida del federalismo? Possiamo descrivere l azione amministrativa rivolta allo sport come espressione di un nuovo approccio, orientato al risultato più che alle procedure, cioè come una delle possibili politiche di seconda generazione? 1. La dimensione sociale dei sistemi urbani e lo sport. Alcuni fra i più acuti analisti dei fenomeni urbani hanno da tempo richiamato l attenzione sulla rottura di quella che Magnier e Russo (2002) chiamano la filiera delle istituzioni di governo territoriali. Nella logica della politica e dell amministrazione europee di matrice ottocentesca, sopravvissuta pur fra molti e non irrilevanti assestamenti sino all ultimo ventennio del XX secolo, le istituzioni sovranazionali, lo Stato Nazione, le regioni (o le entità subnazionali loro corrispondenti), le province (o le entità subregionali loro corrispondenti) e le città si collocavano lungo una sequenza strutturale, che configurava di fatto una gerarchia politico-funzionale. Gerarchia non rigorosamente modellata sullo schema della piramide. Il vero vertice politico era infatti rappresentato dallo Stato Nazione, monopolista nella sfera legislativa e detentore non solo dei poteri materiali (la moneta, il fisco, la forza militare), ma anche delle risorse simboliche capaci di legittimare l azione dei governi locali. Allo stesso tempo, però, sistema di relazioni 6

7 strutturate e interdipendenti, capace di plasmare la stessa percezione dell autorità da parte dei cittadini. Con il tempo, e con un accelerazione crescente a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, quel paradigma si è incrinato sin quasi a spezzarsi. Importanti, al di là degli slogan, sono stati gli effetti del processo di globalizzazione, a cominciare dalla rivoluzione che ha investito il rapporto spazio-tempo con lo sviluppo e la diffusione di massa delle tecnologie della comunicazione. Conseguenze altrettanto rilevanti ha avuto lo stress organizzativo che ha colpito tutti i sistemi a elevata (e crescente) complessità in rapporto al diversificarsi e moltiplicarsi delle domande sociali. Il combinato disposto di simili dinamiche ha rapidamente destabilizzato quel profilo di ruoli, gerarchie e responsabilità che aveva seguito e caratterizzato, in Europa occidentale, l avvento e il consolidamento dello Stato Nazione. Sopravvivendo vittoriosamente a due guerre mondiali, a impetuosi processi di democratizzazione, a trasformazioni significative dei valori e degli stili di vita a livello di massa. A quelle che, con altre parole, sono state definite le diverse e successive ondate della modernizzazione novecentesca. Scrivevano in proposito Ceri e Rossi (1987) alla fine degli anni Ottanta: le industrie e le attività produttive non hanno più bisogno di concentrarsi in determinati luoghi: hanno soltanto bisogno di essere collegate, ma a ciò provvedono le vie di comunicazione e, in misura crescente, le reti informatiche. Anche il potere politico, pur rimanendo localizzato in istituzioni che hanno sede nelle capitali e nelle altre città, pur traendo da questa localizzazione parte del suo residuo significato simbolico, non riveste più un carattere specificamente urbano. I mezzi di comunicazione di massa hanno sostituito il rapporto diretto tra la classe politica e il resto della popolazione, l intervista televisiva ha preso il posto del comizio o dell adunata; mentre l informatica provvede alla raccolta e alla trasmissione dei dati necessari al funzionamento dell apparato amministrativo. La città sta così cessando di essere il luogo del potere non già perché si sia trasferito altrove, ma perché il potere non richiede più un centro fisico in cui insediarsi e da cui espandersi (pp ). A questa rappresentazione del declino della funzione delle città quella che Leonardo Benevolo ha descritto, da urbanista, come entropia della metropoli (la città che non serve più a economizzare tempo concentrando entro uno spazio topograficamente delimitato i gangli delle attività economiche e del potere politico o spirituale, come la chiesa, il municipio e il mercato, bensì a disperderlo, causa la congestione e il collasso indotti dal traffico e dalla pressione antropica) si accompagna la tendenza al traboccamento demografico. Nascono costellazioni urbane e semiurbane nell hinterland, si smarrisce la distinzione città-campagna, le aree rurali non urbanizzate sono fagocitate dall espansione di strutture metropolitane che, a loro volta, riproducono la campagna in forme artificiali. Trasformazioni che interessano da vicino, le une come le altre, le opportunità di pratica sportiva e fisicomotoria. Così come interessano la qualità della vita in senso lato, originando domande inedite di mobilità alternativa (le piste ciclabili), di pratica salutistica (i percorsi vita) o di animazione sociale (le domeniche ecologiche in tutte le loro possibili varianti con il loro contorno di eventi sportivi e parasportivi in ambiente urbano). 7

8 Al gruppo di ricerca che ha condotto questa indagine pare più corretto ed euristicamente convincente assumere, in luogo di definizioni più tradizionali ma meno dotate di potenziale descrittivo (come città o provincia metropolitana), la nozione di sistema urbano in quanto contesto di riferimento analitico. Ciò soprattutto in rapporto a quella dimensione culturale e sociale, evidenziata dalla ricerca, che riguarda lo sport come espressione insieme di antichi bisogni di identità ed espressività (compreso il municipalismo delle tifoserie dei giochi di squadra più popolari) e di nuove esigenze, connesse alla diffusione massiccia della pratica e alle domande di senso individuali e collettive che ad essa si indirizza. Parlare di sistemi urbani, a diversi livelli di interconnessione funzionale con la filiera istituzionale dei poteri (la regione, la provincia, il comune, le circoscrizioni) e a differenti livelli di complessità, consente di meglio cogliere e rappresentare i mutamenti intervenuti in quelle aree del più ampio sistema sociale che la sociologia classica, edificata sul modello ordinatore dello Stato Nazione, impietosamente e sbrigativamente liquidava come Periferia. Al punto che proprio sull opposizione Centro-Periferia la Scienza politica degli anni Settanta aveva costruito una delle principali chiavi interpretative della nazionalizzazione (Rokkan, 1970). Oggi è esattamente il nuovo protagonismo di variegati attori sociali urbani a rendere non più fungibile quel modello. La Periferia si è fatta Centro, rivendicando e spesso ottenendo poteri un tempo monopolizzati dallo Stato Nazione. Nello stesso tempo, però, lo Stato si è fatto Periferia nel contesto di più strutturate e inedite autorità sovranazionali. Se il governo della moneta e il controllo del fisco e della leva militare identificavano simbolicamente i poteri del vecchio Stato Nazione, l Europa della moneta unica, dei vincoli di Maastricht e degli eserciti professionali, cioè un continente in via di integrazione, può davvero definirsi - secondo la felice formula coniata da Jürgen Habermas (1998) - una costellazione postnazionale. Ma nelle trasformazioni che sono intervenute nella sfera politica e istituzionale hanno giocato un ruolo decisivo i mutamenti del costume e della cultura. Nessuna Governance è in grado di sostituirsi efficacemente alle vecchie strutture di Government se la sua concreta strutturazione formale e operativa non intercetta bisogni diffusi e domande di rappresentanza. Se non si misura con il nuovo protagonismo di attori collettivi, i quali non sono necessariamente modellati sui classici paradigmi dell azione istituzionale urbana. I cittadini che fanno sport e che, con diverse motivazioni, attitudini e disponibilità, danno vita a esperienze non solo di pratica, ma di aggregazione sociale (formale o informale), appartengono a questa tipologia di attori. Si devono a loro la proliferazione delle società, la consistente espansione e con essa la prevedibile istituzionalizzazione dell offerta veicolata dalle reti associative, l indubbia rilevanza che lo sport ha acquistato nell agenda politica dei poteri locali, in Italia come in altri Paesi. In un contesto caratterizzato dal declino del ruolo ordinativo del sistema federale di prestazione, dal tracollo finanziario dei concorsi pronostici alla crisi di rappresentatività del Coni. Quelle che si sono modificate, in sostanza, sono le tradizionali modalità di offerta della pratica sportiva italiana. Le turbolenze che hanno interessato le serie maggiori del calcio professionistico alla vigilia dei 8

9 campionati 2002/03 e 2003/04, al di là delle specifiche (e in sé poco edificanti) vicende che hanno evidenziato, costituiscono anche la dimostrazione del collasso di un ormai anacronistico sistema di organizzazione e gestione del grande sport. I cui effetti critici si riverberano sul sistema sportivo tout court, compreso appunto l ambito della pratica amatoriale e dilettantistica. Analizzare il caso torinese alla luce del sistema sportivo urbano significa perciò impegnarsi a far interagire attori e processi, così come ci sono consegnati (1) dalle testimonianze degli opinion leader locali, (2) dall autoriflessione degli attori coinvolti, stimolata attraverso il ricorso ai focus group e (3) dall esame della storia politico-amministrativa, la cosiddetta letteratura grigia che dovrebbe fare da sfondo a ogni indagine di questo genere. Per certi aspetti, ricostruire la storia e le pratiche dello sport locale in un contesto urbano così ricco di cronache e di memorie e insieme così esposto a dinamiche di trasformazioni, significa anche individuare un potenziale punto di osservazione per indagare le più complessive dinamiche socioculturali. Il caso di Torino, ad esempio, è stato a lungo indagato dalle scienze sociali e dagli studi demografici come un caso di declino urbano, così come le ricerche degli anni Settanta e, più tardi, l importante riflessione di Cheshire e Hay (1989) ce lo hanno descritto. Secondo questo approccio, esiste in Europa occidentale una fascia di città di più antica industrializzazione che da Torino e Genova, procedendo verso nord, comprende la Francia nord-orientale, le regioni tedesche della Saar e della Ruhr e l Inghilterra settentrionale, per spingersi sino a Glascow e Belfast. È quella che viene chiamata la striscia del malessere demografico, per quel crescente declino della natalità che, da circa trent anni a questa parte, si accompagna alla contrazione del settore manifatturiero, non compensata dallo sviluppo del settore terziario. Torino e la sua provincia rappresentano però anche un caso che non è del tutto assimilabile a quello della maggior parte dei sistemi urbani sopra elencati. Perché a Torino è attiva, malgrado il declino demografico e il crescente ridimensionamento del settore manifatturiero, una dinamica che andrebbe più propriamente definita di conurbazione. Un sistema, cioè, in cui l agglomerazione urbana possiede leggibili gerarchie interne, come dimostra il fatto che il centro capoluogo conservi un forte potere direzionale anche nella sofferta transizione a un economia di servizi. La città di Torino, in tal senso, assolve virtualmente un ruolo strategico di collegamento e di collaborazione nell ambito della filiera istituzionale dei poteri territoriali. Un importante banco di prova è rappresentato, in tal senso, proprio dalla preparazione di un evento sportivo di prima grandezza e che interessa l ambito provinciale: le Olimpiadi invernali del Afferma Patrizia Alfano, presidente provinciale UISP Torino: Torino, come dire, ha questa caratteristica di città di riferimento di tutta la regione non solo della provincia, è come una regione che ha un unica grande città e tanti paesi. Torino però è anche un grande punto di riferimento sia dal punto di vista lavorativo sia delle università; [ ] ogni 9

10 mattina arrivano migliaia e migliaia di pendolari che la sera se ne ritornano. Le attività produttive sono concentrate prevalentemente nella città, quindi tutto quello che noi riusciamo a produrre a Torino a livello di progetti di visibilità d immagine ha una ricaduta sulla provincia. Lo dimostra il fatto che in provincia ci siano dei comitati che lavorano capillarmente sul territorio. Se Torino non è più (se mai lo è stata) riducibile al puro paradigma della one company town, l area provinciale si configura come un unità spaziale urbana gerarchizzata, ma anche potenzialmente aperta alla sperimentazione di un sistema reticolare. Ciò smentendo, almeno in parte, la tipologia dei sistemi urbani che - sulla base di un modello matematico elaborato nel 1991 dal Governo olandese (Ministero dell Ambiente) collocava Torino nella terza fascia delle metropoli europee. Quella denominata delle eurocittà, il cui ruolo sulla scena internazionale sarebbe limitato ad alcune peculiari funzioni. (1) La diffusione sociale dello sport negli ultimi venti-trent anni e i mutamenti culturali che l hanno caratterizzata rispetto al vecchio paradigma, centrato sul primato dell agonismo tradizionale, concorrono a disegnare il profilo di una relazione sociologicamente significativa fra metropoli e hinterland. Una relazione che presenta, però, caratteri problematici ancora in parte da approfondire. L analisi delle politiche locali è uno strumento prezioso per ricostruire le dinamiche di mutamento che sono intervenute nel tempo in questo peculiare rapporto fra centro metropolitano e contesto urbanizzato a perimetro provinciale. Le politiche locali - non necessariamente e non esclusivamente quelle a sostegno della pratica sportiva - disegnano infatti il profilo e le gerarchie dell attenzione che le istituzioni amministrative hanno, o non hanno, conferito al fenomeno nell arco temporale che va, grosso modo, dalla metà degli anni Settanta a oggi. I soggetti organizzati che hanno cercato di interpretare e sviluppare strategie più o meno orientate alle nuove culture dello sport e della corporeità - dal circuito profit all associazionismo di sport per tutti, sino alle strutture tradizionali afferenti alle istituzioni militari, religiose, aziendali o universitarie costituiscono attori niente affatto secondari delle trasformazioni sociali proprie dei nuovi sistemi urbani. È un aspetto che viene ormai sottolineato non solo dagli studiosi del fenomeno sportivo, ma dagli stessi ricercatori interessati ad aggiornare le categorie di analisi e le tipologie descrittive dei sistemi territoriali. Sotto il profilo politologico, si tratta di un interazione fra mutamento socioculturale, politiche istituzionali e azione di soggetti specializzati che rinvia alla categoria di Welfare Mix. Cioè a quel fenomeno di progressiva strutturazione a rete di un sistema di relazioni politiche, sociali e istituzionali sempre più complesso, in cui le politiche pubbliche sviluppate a raggio locale divengono il prodotto a responsabilità e gestione condivisa di attori diversi. Riservando ai poteri amministrativi la funzione nevralgica, ordinamentale e di indirizzo, delle politiche, ma declinandola sempre più come il prodotto di una costante e flessibile azione di mediazione culturale. 10

11 2. Le nuove tipologie della pratica. Lo sport è una politica di seconda generazione? Prima di rapportarci alle indicazioni che emergono dagli allegati di ricerca, occorre forse richiamare qualche dato complessivo sulla pratica sportiva e l attività fisicomotoria in Italia. A evitare una lunga e complicata dissertazione sui controversi criteri e le metodologie di rilevazione della pratica sportiva diffusa, faremo riferimento soltanto ai dati più recenti e alla sola fonte ufficiale giudicata in qualche modo supra partes. Sono i dati ricavabili dall indagine I cittadini e il tempo libero, realizzata dall Istat nel dicembre 2000 (report on line, febbraio 2003) intervistando un campione rappresentativo di famiglie italiane, pari alla ragguardevole cifra di ventimila unità. L interesse di tale indagine ai nostri fini consiste nel fatto che l Istat ha deliberatamente escluso tutti i soggetti in qualche modo professionali - non solo gli atleti dello sport spettacolo, ma anche docenti e allenatori, tecnici e manager -, per concentrarsi esclusivamente sulla popolazione di età superiore ai tre anni e sulle eventuali modalità di esercizio-fruizione dell attività sportiva e fisico-motoria. In senso generale, possiamo perciò considerare lo spaccato che l Istat ci consegna come un primo, importante tentativo, di disegnare il perimetro sociale dello sport per tutti italiano. Gli intervistati che dichiaravano di praticare qualche attività erano invitati ad autocollocarsi entro una delle due tipologie di pratica proposte: quella dei praticanti con continuità e quella dei praticanti saltuari. È interessante sottolineare le implicazioni del metodo della autoclassificazione. Infatti, non fornendo alcun riferimento descrittivo ai concetti di continuità e saltuarietà, si è prodotta una radiografia implicita del significato che ciascun intervistato attribuisce alla propria idea di sport. Significato sociologico e psicologico che non necessariamente coincide con una definizione procedurale e formale, la quale è invece essenziale per una rappresentazione statistico-descrittiva. Oppure, viceversa, per monitorare le esigenze dello sport di prestazione ad alto contenuto tecnico in una prospettiva puramente empirico-strumentale. Solo successivamente si chiedeva, infatti, quanti allenamenti a settimana venissero sostenuti, se l intervistato prendesse abitualmente parte a competizioni di varia natura, se fosse affiliato a qualche società e altre informazioni utili come indicatori di partecipazione strutturata. L ipotesi di lavoro che qui si vorrebbe avanzare è che, in qualche modo, i dati percettivi - o meglio: autopercettivi - posseggano anche in questo caso una forte valenza ottativa. Registrino, cioè, non solo le soggettive rappresentazioni degli intervistati, ma anche l aspirazione dei cittadini non atleti ad attribuire senso e valore all impiego del tempo libero. E, con esso, al rapporto con il corpo, alla prassi della prevenzione sanitaria, alla ricerca del benessere e del relax, alla sperimentazione di forme originali di socialità. A tutto quello, insomma, che compone l universo variegato delle domande collettive e delle aspettative individuali che allo sport per tutti si rivolgono nelle cosiddette società affluenti. 11

12 Ciò pone sicuramente ai poteri locali, soggetto-oggetto delle strategie di conversione del Welfare, una sollecitazione a pensare le politiche per lo sport come vere e proprie politiche di seconda generazione. Formula di derivazione politologica con cui si indicano strategie orientate al risultato e frutto di una sistematica concertazione fra soggetti differenziati, come appunto nella filosofia del Welfare Mix cui sopra si è fatto cenno. Per questo ci pare importante il taglio conferito dall Istat alla sua rilevazione. Indirettamente, essa ci disegna il panorama - insieme reale e virtuale - dello sport dell inclusione (lo sport dei cittadini), differenziandolo concettualmente dallo sport della selezione. Quello, cioè, che si fonda sulla valorizzazione del talento naturale, sull ottimizzazione ai fini del risultato delle risorse piscofisiche dell atleta, sul primato delle esperienze di rendimento tecnicamente verificabile. Strategie connesse all agonismo di livello, che non solo esprime e intercetta i bisogni individuali degli atleti, e con essi formidabili ed estese passioni popolari, ma che contiene una rispettabile valenza pedagogica. Esperienza, però, che non sembra più possedere alcuna significativa connessione con l esperienza dello sport di prestazione relativa, che abbiamo convenzionalmente identificato come sport dell inclusione. Ai ricercatori dell Istat l universo sociale del Paese appare grosso modo diviso in tre aree di dimensioni comparabili. Il 30,1% della popolazione italiana censita ai fini della ricerca ( cittadini) si considera praticante, in forma continuativa o saltuaria. I continuativi da soli rappresentano il 20,3% dell intero universo e i saltuari il 9,8%. Poco meno di un terzo del totale - per la precisione il 31,3%, pari a quasi italiani -, pur non considerandosi praticanti sportivi in senso proprio, dichiarano di partecipare di una qualche forma di cultura del movimento. È il popolo di chi, quando può, preferisce una sana camminata all uso dell automobile. Il popolo dei ciclisti domenicali, degli appassionati delle settimane bianche o delle escursioni velistiche. Il popolo delle famiglie che praticano equitazione di campagna, dei subacquei o dei meno ambiziosi cercatori di funghi. I sedentari irriducibili, vale a dire quanti per scelta o per necessità (età avanzata, forme di invalidità o altro) dichiarano di non praticare alcuna modalità di sport e alcuna forma di attività fisica, sono il 38.6% della popolazione. Corrispondente a cittadini. Una cifra elevata, anzi fra le più elevate in Europa occidentale, ma pur sempre una minoranza rispetto all universo degli attivi, che si avvicina ormai a rappresentare i due terzi della popolazione italiana. Va anche considerato che i picchi più alti di inattività si registrano, come prevedibile, fra i bambini di età compresa fra i tre e i cinque anni e fra gli ultrasessantacinquenni. Dato, quest ultimo, che possiede un incidenza significativa in presenza del continuo aumento dell età media. Interessante è la scomposizione dei dati per genere. I maschi continuano a prevalere fra gli sportivi in senso stretto. Circa il 37.8% della popolazione maschile complessiva dichiara di praticare continuativamente o saltuariamente uno o più sport. 12

La shared mobility, nuova frontiera della mobilità urbana: le prospettive per l area metropolitana di Roma

La shared mobility, nuova frontiera della mobilità urbana: le prospettive per l area metropolitana di Roma La shared mobility, nuova frontiera della mobilità urbana: le prospettive per l area metropolitana di Roma OBIETTIVI Da qualche anno a questa parte, le soluzioni di trasporto condivise stanno conoscendo

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

GLI OBIETTIVI, I CONTENUTI E LE ATTIVITÀ DEL PERCORSO FORMATIVO

GLI OBIETTIVI, I CONTENUTI E LE ATTIVITÀ DEL PERCORSO FORMATIVO DAL LAVORO AL PENSIONAMENTO 1 GLI OBIETTIVI, I CONTENUTI E LE ATTIVITÀ DEL PERCORSO FORMATIVO Chiara Cassurino, Genova Modulo 1 Il Percorso formativo dal lavoro al pensionamento : a chi si rivolge e perché?

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Dall evidenza all azione. Politiche di governance per una scuola sana

Dall evidenza all azione. Politiche di governance per una scuola sana Dall evidenza all azione Politiche di governance per una scuola sana Un mandato impegnativo Risulta ormai evidente che per conciliare e soddisfare i bisogni di salute nel contesto scolastico, gli orientamenti

Dettagli

PREFAZIONE Questo volume sintetizza l esperienza decennale del Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant Anna nell ambito della formazione manageriale e, coerentemente con le logiche

Dettagli

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo SCHEDA di 3 II Fattore di Valutazione: Comportamenti professionali e organizzativi e competenze Anno Settore Servizio Dipendente Categoria Profilo professionale Responsabilità assegnate DECLARATORIA DELLA

Dettagli

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Le organizzazioni di volontariato ritengono essenziale la legalità e la trasparenza in tutta la loro attività e particolarmente nella raccolta e nell uso corretto

Dettagli

03. Il Modello Gestionale per Processi

03. Il Modello Gestionale per Processi 03. Il Modello Gestionale per Processi Gli aspetti strutturali (vale a dire l organigramma e la descrizione delle funzioni, ruoli e responsabilità) da soli non bastano per gestire la performance; l organigramma

Dettagli

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 (art. 14 comma 5 - d.lgs 150/2009) sintesi dati Generali, per Area e tipologia di dipendente Le Amministrazioni pubbliche, nella prospettiva di

Dettagli

La mediazione sociale di comunità

La mediazione sociale di comunità La mediazione sociale di comunità Percorso di formazione destinato agli operatori e alle operatrici del numero verde contro la tratta della Provincia di Milano Elvio Raffaello Martini Agosto 2008 MartiniAssociati

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente

Dettagli

PROGETTO SCUOLA 150 anni Grande Italia

PROGETTO SCUOLA 150 anni Grande Italia PROGETTO SCUOLA 150 anni Grande Italia Nel mondo ci sono 150 milioni di Italici: sono i cittadini italiani d origine, gli immigrati di prima e seconda generazione, i nuovi e vecchi emigrati e i loro discendenti,

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici Legge Regionale 28 aprile 2009, n. 15 Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici ( B.U. REGIONE BASILICATA N.22 del 2 maggio 2009 Articolo 1 Finalità 1. La presente legge, in

Dettagli

È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale

È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale Cos è un piano urbanistico? È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale È uno strumento prima di

Dettagli

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori.

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori. I Servizi Educativi del Comune di Trieste rappresentano una tradizione storica, un patrimonio di tradizione culturale di cui la città e le famiglie vanno orgogliose. Un patrimonio storico che negli anni

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

Piano delle Performance

Piano delle Performance Comune di Pavullo nel Frignano Provincia di Modena Bilancio di Previsione 2011 Bilancio Pluriennale 2011 / 2013 Piano delle Performance *** Documento sulla compatibilità del sistema di programmazione,

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it Bandi 2015 ARTE E CULTURA Protagonismo culturale dei cittadini BENESSERE COMUNITÀ www.fondazionecariplo.it BANDI 2015 1 Bando senza scadenza Protagonismo culturale dei cittadini Il problema La partecipazione

Dettagli

Indice. pagina 2 di 10

Indice. pagina 2 di 10 LEZIONE PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA DOTT.SSA ROSAMARIA D AMORE Indice PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA---------------------------------------------------------------------------------------- 3 LA STRUTTURA

Dettagli

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di

Dettagli

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. Gestione e sviluppo richiedono oggi comportamenti diversi

Dettagli

I modelli di qualità come spinta allo sviluppo

I modelli di qualità come spinta allo sviluppo I modelli di qualità come spinta allo sviluppo Paolo Citti Ordinario Università degli studi di Firenze Presidente Accademia Italiana del Sei Sigma 2005 1 Si legge oggi sui giornali che l azienda Italia

Dettagli

La ricerca empirica in educazione

La ricerca empirica in educazione La ricerca empirica in educazione Alberto Fornasari Docente di Pedagogia Sperimentale Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione Il ricercatore ha il compito di trovare relazioni

Dettagli

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accogliere e trattenere i volontari in associazione Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accoglienza Ogni volontario dovrebbe fin dal primo incontro con l associazione, potersi sentire accolto e a proprio

Dettagli

Volontariato. Sulle delibera della regione Marche che trasferisce al Centro servizi volontariato risorse per sostenere progetti delle associazioni

Volontariato. Sulle delibera della regione Marche che trasferisce al Centro servizi volontariato risorse per sostenere progetti delle associazioni Fabio Ragaini, Gruppo Solidarietà Volontariato. Sulle delibera della regione Marche che trasferisce al Centro servizi volontariato risorse per sostenere progetti delle associazioni Quale valutazione dare

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

STORE MANAGER.. LE COMPETENZE CARATTERISTICHE E I BISOGNI DI FORMAZIONE

STORE MANAGER.. LE COMPETENZE CARATTERISTICHE E I BISOGNI DI FORMAZIONE STORE MANAGER.. LE COMPETENZE CARATTERISTICHE E I BISOGNI DI FORMAZIONE 1 Indice 1. Premessa 2. Obiettivo 3. Le competenze del profilo ideale Competenze 3.1. Età ed esperienza 3.2. Le reali competenze

Dettagli

PROGETTO TAVOLO GIOVANI

PROGETTO TAVOLO GIOVANI PROGETTO TAVOLO GIOVANI Costituzione di un Tavolo di coordinamento con le associazioni di giovani di Cinisello Balsamo e le organizzazioni sociali che compongono il mondo delle realtà giovanili locali

Dettagli

Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali

Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali La gestione dei rischi operativi e degli altri rischi Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali Mario Seghelini 26 giugno 2012 - Milano

Dettagli

A QUALI PROBLEMI FUNZIONALI RISPONDE, NEL SUO INSIEME, IL RIPETUTAMENTE DESCRITTO SISTEMA DEI SERVIZI ALLA PERSONA E ALLA COMUNITA?

A QUALI PROBLEMI FUNZIONALI RISPONDE, NEL SUO INSIEME, IL RIPETUTAMENTE DESCRITTO SISTEMA DEI SERVIZI ALLA PERSONA E ALLA COMUNITA? ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 1 Paolo Ferrario, Dispensa didattica n.

Dettagli

Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore. Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore

Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore. Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore Roberto Felici, Giorgio Gobbi, Raffaella Pico Servizio Studi di Struttura

Dettagli

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo L utopia dell educazione L educazione è un mezzo prezioso e indispensabile che

Dettagli

SCELTA DELL APPROCCIO. A corredo delle linee guida per l autovalutazione e il miglioramento

SCELTA DELL APPROCCIO. A corredo delle linee guida per l autovalutazione e il miglioramento SCELTA DELL APPROCCIO A corredo delle linee guida per l autovalutazione e il miglioramento 1 SCELTA DELL APPROCCIO l approccio all autovalutazione diffusa può essere normale o semplificato, a seconda delle

Dettagli

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE A.S. Dott.ssa Carmen Prizzon Il progetto Operazione complessa unica e di durata limitata rivolta a produrre un risultato specifico attraverso

Dettagli

I Gas palestre di democrazia

I Gas palestre di democrazia I Gas palestre di democrazia Alcune riflessioni a partire da una ricerca sull associazionismo in Lombardia Francesca Forno Università degli Studi di Bergamo Gruppo di Studio e di conricerca Cittadinanza

Dettagli

schede di approfondimento.

schede di approfondimento. I macro temi segnalati nella mappa sono trattati nella presentazione e fruibili attraverso schede di approfondimento. 2 è l insieme delle attività volte a smaltirli, riducendo lo spreco(inparticolaredirisorsenaturaliedienergia)elimitandoipericoliperlasalutee

Dettagli

La Scuola di Volontariato. Il tema: gratuità e felicità. Metodologia didattica

La Scuola di Volontariato. Il tema: gratuità e felicità. Metodologia didattica La Scuola di Volontariato La Scuola di Volontariato è promossa dal Coge Emilia Romagna e dal Coordinamento Centri di Servizio per il Volontariato Emilia Romagna con l intento di stimolare riflessioni sugli

Dettagli

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Riprendiamo l analisi interrotta nel corso della precedente lezione b) struttura dialogica del fatto educativo Per rispondere a criteri ermenutici, l

Dettagli

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Rel. sig. Giancarlo Cavallin Volontarinsieme Coordinamento delle Associazioni di volontariato della provincia di Treviso. Gruppo Salute, ospedale

Dettagli

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle Trento, 23 gennaio 2012 La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle La popolazione residente in provincia di Trento

Dettagli

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni.

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni. La situazione occupazionale dei giovani in provincia di Piacenza Premessa Una categoria di soggetti particolarmente debole nel mercato del lavoro è rappresentata, di norma, dai lavoratori di età più giovane

Dettagli

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE CONCETTO: L ORGANIZZAZIONE SI PONE COME OBIETTIVO LO STUDIO DELLE COMPOSIZIONI PIU CONVENIENTI DELLE FORZE PERSONALI, MATERIALI E IMMATERIALI OPERANTI NEL SISTEMA AZIENDALE.

Dettagli

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA L attuale contesto economico, sempre più caratterizzato da una concorrenza di tipo internazionale e da mercati globali, spesso

Dettagli

I sistemi di accumulo di energia elettrica nel residenziale. Roma, 17 settembre 2013

I sistemi di accumulo di energia elettrica nel residenziale. Roma, 17 settembre 2013 I sistemi di accumulo di energia elettrica nel residenziale Roma, 17 settembre 2013 Intervento di Claudio Andrea Gemme, Presidente ANIE Confindustria Signore e Signori, buongiorno. Grazie a tutti voi per

Dettagli

AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE

AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE Milano, 19 dicembre 2012 1 Premessa L agenda digitale italiana, con le prime misure

Dettagli

1. Oggetto e struttura del disegno di legge

1. Oggetto e struttura del disegno di legge Delega al Governo per l attuazione dell articolo 117, secondo comma, lettera p) della Costituzione, per l istituzione delle Città metropolitane e per l ordinamento di Roma Capitale della Repubblica. Disposizioni

Dettagli

Modalità e requisiti per la definizione delle forme di partecipazione e rappresentanza nei tavoli di programmazione partecipata inerenti il Piano di

Modalità e requisiti per la definizione delle forme di partecipazione e rappresentanza nei tavoli di programmazione partecipata inerenti il Piano di Modalità e requisiti per la definizione delle forme di partecipazione e rappresentanza nei tavoli di programmazione partecipata inerenti il Piano di Zona delle Politiche sociali dell Ambito territoriale

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

La carriera universitaria e l inserimento nel mondo del lavoro dei laureati in Ingegneria dei Materiali

La carriera universitaria e l inserimento nel mondo del lavoro dei laureati in Ingegneria dei Materiali La carriera universitaria e l inserimento nel mondo del lavoro dei laureati in Ingegneria dei Materiali Studenti che hanno conseguito la laurea specialistica nell anno solare 2009 Questa indagine statistica

Dettagli

Progetto ORIENTA. www.calabriaorienta.it. Comitato Tecnico di monitoraggio. 20 luglio 2012

Progetto ORIENTA. www.calabriaorienta.it. Comitato Tecnico di monitoraggio. 20 luglio 2012 Progetto ORIENTA www.calabriaorienta.it Comitato Tecnico di monitoraggio 20 luglio 2012 progetto Orienta, Comitato Tecnico di monitoraggio, sda al 20.07.12 - pag. 1/5 IL CONTESTO PROGETTUALE "L orientamento

Dettagli

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione. ISO 9001 Con la sigla ISO 9001 si intende lo standard di riferimento internazionalmente riconosciuto per la Gestione della Qualità, che rappresenta quindi un precetto universale applicabile all interno

Dettagli

e dal quale emerga chiaramente:

e dal quale emerga chiaramente: LINEE GUIDA PER LA CONCESIONE DI CONTRIBUTI PER LE ATTIVITA SPORTIVE Art. 1: PRINCIPI Il Comune di Fabriano intende valorizzare la socializzazione attraverso lo sport e sostenere la crescita dei luoghi

Dettagli

I libri di testo. Carlo Tarsitani

I libri di testo. Carlo Tarsitani I libri di testo Carlo Tarsitani Premessa Per accedere ai contenuti del sapere scientifico, ai vari livelli di istruzione, si usa comunemente anche un libro di testo. A partire dalla scuola primaria, tutti

Dettagli

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

7.2 Indagine di Customer Satisfaction 7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 795 clienti TIEMME SpA (errore di campionamento +/ 2%) rappresentativo della popolazione obiettivo,

Dettagli

COMUNE DI SOLBIATE ARNO

COMUNE DI SOLBIATE ARNO SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 14.11.2013 1 GLI ELEMENTI DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE Oggetto della valutazione:obiettivi

Dettagli

Il successo degli studenti del liceo Cornaro all Università di Padova nell anno accademico 2010-11

Il successo degli studenti del liceo Cornaro all Università di Padova nell anno accademico 2010-11 Il successo degli studenti del liceo Cornaro all Università di Padova nell anno accademico 2010-11 Materiali per l autovalutazione e la rendicontazione sociale Settembre 2011 Il successo degli studenti

Dettagli

Milano, 9 novembre 2013. Vincenzo Saturni

Milano, 9 novembre 2013. Vincenzo Saturni Milano, 9 novembre 2013 Vincenzo Saturni 1 La carta etica: perché e per chi? Avis opera da 86 anni per diffondere una cultura solidale tra i cittadini su tutto il territorio nazionale. E sin dal momento

Dettagli

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato Premessa Corso-concorso ordinario L età dei vincitori La presenza femminile Corso-concorso riservato L età dei vincitori La presenza femminile Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

Dettagli

PROGETTO DI RICERCA. Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN

PROGETTO DI RICERCA. Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN PROGETTO DI RICERCA Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN MATERIA DI MEDIAZIONE. Ambito: Mediazione civile e commerciale delle controversie. Proponenti: Prof.

Dettagli

in collaborazione con PROGETTO

in collaborazione con PROGETTO in collaborazione con PROGETTO Edizione 2015-2016 Introduzione La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (di seguito abbreviata in Fondazione), persona giuridica privata senza fini di lucro con piena autonomia

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

Il mercato del credito

Il mercato del credito Il mercato del credito 1 Gli sportelli bancari In riferimento alla distribuzione del numero di istituti bancari per sede amministrativa e del numero di sportelli per localizzazione geografica, i dati statistici

Dettagli

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (Argomento n. 3 all ordine del giorno)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (Argomento n. 3 all ordine del giorno) 1 Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (Argomento n. 3 all ordine del giorno) Passiamo alla trattazione della: ITR/1037/QT, in data 19 novembre 2010, a firma dei Consiglieri Spreafico, Pizzul,

Dettagli

PROGRAMMA DI SCIENZE UMANE - OPZIONE ECONOMICO SOCIALE MONOENNIO CLASSE QUINTA

PROGRAMMA DI SCIENZE UMANE - OPZIONE ECONOMICO SOCIALE MONOENNIO CLASSE QUINTA PROGRAMMA DI SCIENZE UMANE - OPZIONE ECONOMICO SOCIALE MONOENNIO CLASSE QUINTA LINEE GENERALI E COMPETENZE Al termine del percorso liceale lo studente si orienta con i linguaggi propri della cultura nelle

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

Nascita, caratteristiche ed evoluzione dei sistemi di welfare. Prof. Carlo Borzaga

Nascita, caratteristiche ed evoluzione dei sistemi di welfare. Prof. Carlo Borzaga Nascita, caratteristiche ed evoluzione dei sistemi di welfare Prof. Carlo Borzaga Sommario! alcune definizioni! perché servono politiche di welfare! i principali ambiti di intervento e i modelli di welfare!

Dettagli

Terzo settore. risorsa economica e sociale del VCO

Terzo settore. risorsa economica e sociale del VCO risorsa economica e sociale del VCO TERZO SETTORE: risorsa economica e sociale per il territorio Il censimento 2011, a 10 anni di distanza dal precedente, ci restituisce informazioni che mettono in luce

Dettagli

ALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001

ALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001 ALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001 METODOLOGIA PERMANENTE PER LA VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI E DEI RISULTATI DEI DIPENDENTI GENERALMENTE CONSIDERATI CUI NON SIANO STATI CONFERITI

Dettagli

QUESTIONARIO PER LA RILEVAZIONE DELLE OPINIONI DEI GENITORI DEI BAMBINI CHE HANNO PARTECIPATO AL CENTRO ESTIVO A. ANALISI DI SFONDO: STRUTTURA FAMILIARE a) Da quante persone è composta la sua famiglia?

Dettagli

Ufficio studi IL LAVORO NEL TURISMO

Ufficio studi IL LAVORO NEL TURISMO Ufficio studi I dati più recenti indicano in oltre 1,4 milioni il numero degli occupati nelle imprese del turismo. Il 68% sono dipendenti. Per conto dell EBNT (Ente Bilaterale Nazionale del Turismo) Fipe,

Dettagli

L esperienza dell Università di Bologna

L esperienza dell Università di Bologna PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E Capacità Istituzionale Obiettivo specifico 5.1 Performance PA Linea 2 WEBINAR Ciclo delle Performance nelle Università: La programmazione della formazione e il

Dettagli

Indagine conoscitiva 2012 domanda-offerta di trasporto per cittadini disabili

Indagine conoscitiva 2012 domanda-offerta di trasporto per cittadini disabili Assessorato alle Politiche dei Disabili Con la collaborazione di Ambito distrettuale di Trieste, Ambito distrettuale di Muggia, Ambito distrettuale di Duino - Aurisina, Azienda per i Servizi Sanitari n.

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI SIENA - Nucleo di valutazione di Ateneo

UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI SIENA - Nucleo di valutazione di Ateneo Questa parte del rapporto del Nucleo di valutazione analizza alcuni indicatori bibliometrici calcolati a partire dai dati contenuti nel database Scopus (interrogato nel periodo ottobre-dicembre 2009).

Dettagli

MODALITA DI RAPPORTO DELLA TERZO SETTORE OPPORTUNITA

MODALITA DI RAPPORTO DELLA TERZO SETTORE OPPORTUNITA Maria Maimone Direttore Politiche Sociali Comune di Genova MODALITA DI RAPPORTO DELLA CIVICA AMMINISTRAZIONE CON IL TERZO SETTORE REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI E

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

Ruolo e attività del punto nuova impresa

Ruolo e attività del punto nuova impresa SISTEMA DOTALE E CULTURA D IMPRESA: UNA RETE DI SERVIZI PER IL TERRITORIO MANTOVANO a cura di Alessandra Ligabue PROMOIMPRESA Ruolo e attività del punto nuova impresa PromoImpresa, in qualità di Azienda

Dettagli

L AP come elemento qualificante della mission didattica degli Atenei

L AP come elemento qualificante della mission didattica degli Atenei L AP come elemento qualificante della mission didattica degli Atenei Convegno Nazionale RUIAP Riconoscimento degli apprendimenti e certificazione delle competenze: sfide per l Università e per il Paese

Dettagli

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

7.2 Indagine di Customer Satisfaction 7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 373 clienti di Tiemme Spa sede operativa di Piombino (errore di campionamento +/- 2%) rappresentativo

Dettagli

5 La popolazione disabile

5 La popolazione disabile 5 La popolazione disabile Problematiche inerenti alle fonti dei dati sulla disabilità L Osservatorio per le politiche sociali dell Amministrazione Provinciale ha intrapreso un complesso lavoro di censimento

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 36 del 04.05.2006 Indice ART. 1 - OBIETTIVI...2 ART. 2 - FUNZIONI DELLA CONSULTA...2

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

Convegno. Aree industriali e politiche di piano. Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione sostenibile. Roma 30 gennaio 2014 ore 14,00

Convegno. Aree industriali e politiche di piano. Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione sostenibile. Roma 30 gennaio 2014 ore 14,00 Roma 30 gennaio 2014 ore 14,00 Università Roma Tre, Dipartimento di Architettura Via della Madonna dei Monti, 40 Convegno Aree industriali e politiche di Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione

Dettagli

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 REGOLAMENTO CENTRO ON LINE STORIA E CULTURA DELL INDUSTRIA: IL NORD OVEST DAL 1850 ARTICOLO 1 Obiettivi e finalità

Dettagli

Necessità della formazione efficace delle figure professionali nel campo della sicurezza negli ambienti di lavoro

Necessità della formazione efficace delle figure professionali nel campo della sicurezza negli ambienti di lavoro Necessità della formazione efficace delle figure professionali nel campo della sicurezza negli ambienti di lavoro Mario ALVINO Formazione efficace : perché? è una misura di sicurezza, infatti svolge una

Dettagli

Criteri di selezione del collettivo e definizioni

Criteri di selezione del collettivo e definizioni Appendice A Criteri di selezione del collettivo e definizioni Introduzione L indagine sull integrazione sociale delle persone con disabilità è stata realizzata nell ambito del progetto Sistema di Informazione

Dettagli

SCHEDA DI PROGETTO. Regione..

SCHEDA DI PROGETTO. Regione.. Ministero Pubblica Istruzione Titolo sintetico del progetto: I CARE Imparare Comunicare Agire in una Rete Educativa Piano Nazionale di formazione e ricerca SCHEDA DI PROGETTO Regione.. Scuola Capofila

Dettagli

GIORNATA DEL VOLONTARIATO. Torino 7 aprile 2013. regionale a tutti i volontari piemontesi che hanno accolto l invito a

GIORNATA DEL VOLONTARIATO. Torino 7 aprile 2013. regionale a tutti i volontari piemontesi che hanno accolto l invito a GIORNATA DEL VOLONTARIATO Torino 7 aprile 2013 Desidero porgere un caloroso saluto a nome dell intera Assemblea regionale a tutti i volontari piemontesi che hanno accolto l invito a partecipare a questa

Dettagli

Igiene urbana. Indagine sulla soddisfazione degli utenti Confronto tra Torino, Milano, Bologna e Roma. Anno 2011. a cura di Mirko Dancelli

Igiene urbana. Indagine sulla soddisfazione degli utenti Confronto tra Torino, Milano, Bologna e Roma. Anno 2011. a cura di Mirko Dancelli Igiene urbana Indagine sulla soddisfazione degli utenti Confronto tra Torino, Milano, Bologna e Roma Anno 2011 a cura di Mirko Dancelli Osservatorio del Nord Ovest - Università degli Studi di Torino SOMMARIO

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari L Amministrazione di Sostegno. Il Ruolo del Servizio Sociale. Parto dall esperienza del Servizio Sociale dei 4 Ambiti Distrettuali (S. Vito, Pordenone, Cividale e Tarcento), soffermandomi in particolare

Dettagli

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con Determinazione del Direttore Generale n. 244 del 20/07/2010 L importanza di un sistema operativo di valutazione comune e riconoscibile

Dettagli