La gestione della coesistenza tra colture GM, convenzionali e biologiche
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- Elisa Fontana
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1 Gestione del territorio e dell ambiente Lezione La gestione della coesistenza tra colture GM, convenzionali e biologiche Dott. Simone Gorelli Dott.ssa Elena Balducci
2 Normativa sugli OGM La coesistenza tra colture GM, biologiche integrate e convenzionali ha alla base della sua regolamentazione la Direttiva CE 18/2001. Più specificatamente, all art. 22 è previsto che gli OGM autorizzati in conformità alla direttiva devono poter circolare liberamente all interno dell Unione Europea. Contemporaneamente, l art. 26bis stabilisce che gli Stati Membri possono adottare tutte le misure opportune per evitare la presenza involontaria di OGM in altri prodotti. Da qui la possibilità di introdurre norme specifiche nazionali per regolare la coesistenza, intesa come una serie di misure volte a mantenere la presenza di contaminazione involontaria al di sotto delle soglie di tolleranza stabilite dalla normativa.
3 Normativa sugli OGM Nel 2003 la Commissione Europea ha prodotto una Raccomandazione (2003/556/CE), redatta in forma di linee guida (con lo scopo di chiarire alcuni concetti legati all articolo 26 bis della Direttiva CE 18/2001) definendo una serie di principi e aspetti da considerare nella definizione della regolamentazione da parte degli Stati Membri. Essa definisce, inoltre, il concetto di coesistenza, con queste parole: Ogni forma di coltivazione, sia questa convenzionale, biologica o che faccia uso di OGM, non può essere esclusa dall Unione Europea, che nella sostanza sta a significare che devono essere garantite le condizioni per cui ciascun metodo di coltivazione possa poter essere adottato e praticato.
4 Normativa europea sugli OGM Raccomandazione della Commissione agli Stati Membri del 23 luglio 2003 Linee guida per lo sviluppo di normative nazionali sulla coesistenza enza di colture OGM e colture tradizionali Coesistenza Possibilità per gli agricoltori di praticare una scelta tra colture GM, produzione convenzionale e biologica, nel rispetto degli obblighi regolamentari in materia di etichettatura o standard di purezza. La Commissione UE nella riunione del 5 marzo 2003 si è espressa a favore della soluzione che lascia agli Stati membri il compito di elaborare ed attuare misure di gestione relative alla coesistenza. Fonti di commistione accidentale - Dispersione del polline a distanze + o - grandi - Mescolanza di colture durante la raccolta o nelle operazioni successive - Trasferimento di sementi dal raccolto al magazzino, ecc - Piante spontanee (dovute alle sementi che rimangono nel terreno) - Impurezza delle sementi
5 Normativa sugli OGM Rendere praticabile ciascuna forma di coltivazione, significa riuscire a creare i presupposti per i quali, affiancando appezzamenti coltivati con il metodo convenzionale, biologico o OGM, non ci siano ripercussioni negative sulla gestione della pratica agricola e sull ambiente. Questo aspetto risulta estremamente complesso, infatti, l introduzione di colture GM nel territorio della Regione Toscana, e più in generale a livello nazionale, potrebbe avere forti ripercussioni ambientali legate, in particolar modo, alla possibilità di impatto sugli ecosistemi e agro-ecosistemi, in relazione al rischio di inquinamento genetico e di interazione con le catene trofiche. I potenziali effetti connessi a questi aspetti potrebbero determinare l incremento della resistenza ad erbicidi, insetticidi ed antibiotici, la riduzione della biodiversità, l inquinamento dei prodotti derivanti da agricoltura biologica e convenzionale.
6 Normativa sugli OGM A fronte di questi rischi, è necessaria una normativa che sia in grado di regolare la gestione della coesistenza. In Italia, il tema è regolamentato dalla Legge 28 Gennaio 2005 n. 5 che, in attuazione della Raccomandazione della Commissione 2003/556/CE, definisce il quadro normativo minimo per la coesistenza tra le colture transgeniche e quelle convenzionali e biologiche, al fine di non compromettere la biodiversità dell ambiente naturale, di garantire la libertà di iniziativa economica, il diritto di scelta dei consumatori e la qualità e tipicità della produzione agro-alimentare italiana. La legge demanda alle Regioni ed alle Province Autonome il compito di adottare un Piano di Coesistenza contenente le regole tecniche, le condizioni e le modalità per realizzare la coesistenza.
7 Carta delle Regioni Firenze, 4 febbraio 2005 Impegno delle REGIONI a: Promuovere Piani specifici regionali Proporre sanzioni per chi inquina e tassazione per costi della coesistenza Effettuare la ricerca su OGM in massima sicurezza Utilizzare sementi OGM free Stipulare accordi internazionali di prodotti OGM free Tutelare la biodiversità con iscrizione di varietà e razze ai cataloghi di conservazione, non brevettabili Rilasciare nuove autorizzazioni OGM anche in considerazione degli effetti positivi per i consumatori Rafforzare la Rete delle Regioni e delle Autorità locali d Europa
8 CHARTER OF THE REGIONS AND LOCAL AUTHORITIES OF EUROPE ON THE SUBJECT OF COEXISTENCE OF GENETICALLY MODIFIED CROPS WITH TRADITIONAL AND ORGANIC FARMING CHARTE DES REGIONS ET DES AUTORITES LOCALES D EUROPE SUR LA COEXISTENCE ENTRE LES OGM ET LES CULTURES TRADITIONNELLES ET BIOLOGIQUES Regione Marche Provincia Autonoma di Bolzano/Südtirol Regione Lazio Regione Sardegna Regione Emilia-Romagna Regione Umbria Regione Abruzzo Burgenland Kärnten Midi Pyrénées Principato de Asturias ENAE Drama- Kavala-Xanthi Schleswig-Holstein Mazovia Tyrol Franche-Comté Regione Molise Regione Piemonte Wien Isole Baleari
9 Normativa sugli OGM Più recentemente, la Legge 28 Gennaio 2005 n. 5 è stata oggetto di ricorso da parte dalla Regione Marche per presunta incostituzionalità. La Corte Costituzionale, con sentenza n. 116 del 2006, ha parzialmente accolto il ricorso rendendo incostituzionale gran parte della Legge, mantenendone pochi articoli. Questo intervento ha nei fatti creato un vuoto normativo, dato che è stato mantenuto in vigore il principio della libertà di scelta dell imprenditore ed il principio di coesistenza, venendo però a mancare le parti operative legate alle regole tecniche di coesistenza.
10 Normativa sugli OGM La sentenza ha riconosciuto pienamente la competenza a disciplinare la coesistenza alle Regioni e le Province Autonome, che a seguito di questo hanno istituito un gruppo di lavoro tecnico interregionale sugli OGM al quale è stato assegnato il mandato di fare proposte per armonizzare la materia tra le amministrazioni. Sulla base di questo mandato, il gruppo di lavoro ha predisposto le Linee guida per le normative regionali di coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificate approvate dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome il 18 ottobre del 2007 e deve essere approvato dalla Conferenza Stato-Regioni.
11 Normativa sugli OGM Il gruppo di lavoro tecnico interregionale sugli OGM ha prodotto, inoltre, una bozza di disegno di legge nazionale sulla coesistenza con l obiettivo di superare la difficoltà di ogni singola Regione di notificare alla Commissione Europea proprie norme regionali e di coinvolgere i Ministeri competenti su funzioni di carattere nazionale (norme penali, fiscali e sanzionatorie). Parallelamente e in conformità a questo, la Regione Toscana sta sviluppando anche una propria legge regionale, a cui seguirà il Regolamento attuativo e, infine, il Piano di Coesistenza regionale.
12 Linee guida per la coesistenza Le linee guida predisposte dal gruppo di lavoro prevedono una serie di misure di precauzione a carattere aziendale riguardanti tutte le fasi della filiera (produzione, trasporto, magazzinaggio, trasformazione, condizionamento, conservazione del prodotto, commercializzazione) e territoriale (es. definizione di aree di esclusione) da attuare in regime di coesistenza nel caso in cui un imprenditore agricolo decida di coltivare OGM. Le linee guida prevedono, inoltre, delle misure di coesistenza specifiche per coltura (file di coltura non GM prescritte, distanze minime di separazione, ecc.); al momento, il mais rappresenta l unica coltura GM autorizzata alla coltivazione in UE che potrebbe effettivamente interessare il panorama regionale.
13 Linee guida per la coesistenza Misure generali da seguire da parte di chi coltiva OGM Conservazione delle sementi: in locali separati, in imballi integri ed etichettati, trasportati con mezzi chiusi, per evitare commistioni con altre sementi. Gestione delle attrezzature e dei macchinari: a seguito di semina e raccolta, accurata pulizia dei macchinari, identificabili tramite registri; in caso di impiego condiviso devono essere stagionalmente dedicati alla coltivazione di piante GM. Operazioni post-raccolta: tutte le operazioni post-raccolta (trasporto, conservazione, lavorazione, ecc.) devono essere eseguite in regime di separazione fisica. Coltivazione varietà GM diverse sessualmente compatibili: la Regione o Provincia Autonoma può decidere di adottare le distanze di separazione delle schede tecniche.
14 Linee guida per la coesistenza Misure generali da seguire da parte di chi coltiva OGM Intrusione fauna selvatica: comunicazione alla Regione o Provincia Autonoma di eventuali danni da animali selvatici con asportazione della produzione. Prelievo residui post-raccolta: è vietato l asporto di materiale derivante dalla produzione GM da personale non autorizzato e il responsabile deve dotarsi degli accorgimenti necessari per evitare questi atti. Misure di tutela aree chiuse per produzione sementi: le colture GM sessualmente compatibili con quelle coltivate nelle aree chiuse devono rispettare le distanze indicate nelle schede tecniche.
15 Linee guida per la coesistenza Scheda tecnica Mais File di mais non-gm prescritte: almeno 10 file di ampiezza non inferiore a 10 metri della stessa classe FAO da seminare attorno al campo di mais GM Distanze minime di separazione: metri per garantire lo zero tecnico di contaminazione (< 0.01); metri per garantire contaminazione inferiore a 0,9%, o centocinquanta metri con almeno 15 file di mais tradizionale della stessa classe FAO non inferiore ad un ampiezza di 10 metri.
16 Linee guida per la coesistenza Scheda tecnica Mais Zone con particolari caratteristiche climatiche: in queste zone le Regioni o Province Autonome possono decidere di aumentare le distanze di un coefficiente di sicurezza pari a 3; ridotto a 2 nel caso esistano particolari accorgimenti (es. barriere frangivento). Misure per la coltivazione di varietà resistenti a insetti fitofagi: come previsto dallo stesso disciplinare di coltivazione della Monsanto, è previsto di riservare almeno il 20% dell appezzamento a mais convenzionale come area rifugio per gli insetti non target. Misure per la coltivazione di varietà resistenti a erbicidi: chi coltiva queste varietà deve trasmettere all Autorità regionale competente copia del registro dei trattamenti effettuati evidenziando quelli effettuati sugli appezzamenti interessati
17 Linee guida per la coesistenza Scheda tecnica Colza Non è autorizzata la coltivazione del colza GM per i seguenti motivi di ordine scientifico legati alla biologia della coltura: Dispersione nello spazio: trasmissione del polline tramite vento e insetti che possono arrivare a fecondare piante poste a km di distanza. Dispersione nel tempo: perdita di semi in campo prima e dopo la raccolta fino al 10% (perdita normale del 2-5% corrisponde a semi/mq). Buona parte rimane vitale per 5-10 anni determinando la nascita delle piante GM (volunteer) negli anni successivi. Incroci con piante coltivate (es. piante del genere Brassica) e spontanee (wild relatives) sessualmente compatibili: probabilità di flusso genico interspecifico; possibilità, a seguito dell incrocio con wild relatives o volunteer, di costituzione di popolazioni di piante infestanti invasive difficili da combattere.
18 Linee guida per la coesistenza Scheda tecnica Soia File di soia non-gm prescritte: almeno 10 file di ampiezza non inferiore a 5 metri della stessa classe FAO da seminare attorno al campo di soia GM. Distanza minima di separazione: metri per garantire lo zero tecnico di contaminazione (< 0.01); può essere ridotta a cento metri se sono seminate almeno 10 file di ampiezza non inferiore a 5 metri della stessa classe FAO commercializzate come GM.
19 Simulazione della coesistenza a livello regionale Studio condotto da ARSIA Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l Innovazione del settore Agro-forestale nel Obiettivo dello studio: giungere alla stima della superficie potenzialmente interessabile da mais GM a livello regionale, nell ipotesi dell attivazione del regime di coesistenza, e di valutare le aree a maggior rischio di contaminazione, in modo da poter localizzare efficacemente gli interventi di monitoraggio e controllo. La predisposizione del Piano di Coesistenza Regionale rende necessaria un analisi dettagliata del contesto territoriale di riferimento al fine di: Stimare la superficie potenzialmente interessabile da OGM nell ipotesi dell attivazione del regime di coesistenza; Valutare le aree a maggior rischio di contaminazione,, in modo da localizzare efficacemente gli interventi di controllo e monitoraggio; Nel rispetto delle Linee Guida approvate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
20 Simulazione della coesistenza a livello regionale Metodologia di analisi: A questo scopo sono state sviluppate delle SIMULAZIONI a livello regionale, provinciale e comunale, elaborate mediante strumenti GIS - Geographical Information System, secondo i seguenti STEP: 1.Realizzazione della Carta dei vincoli della Coesistenza; 2.Realizzazione della Carta delle superfici coltivabili a mais (coltura di riferimento); 3.Realizzazione della Carta delle superfici potenzialmente coltivabili a mais GM.
21 Simulazione della coesistenza a livello regionale Ipotesi di partenza: 1.Come aree potenzialmente interessabili dalla coltura del mais sono stati considerati i SEMINATIVI nella loro integrità,, nell ottica di prendere in esame lo scenario più critico; 2.Come aree potenzialmente interessabili da mais GM sono stati considerati i SEMINATIVI IRRIGABILI, nell ipotesi che per la coltivazione di OGM debba essere possibile effettuare almeno delle le irrigazioni di soccorso; 3.Dai seminativi sono state ESCLUSE LE COLTURE ORTIVE, nell ipotesi che queste aree rappresentino comprensori non facilmente convertibili ad altri usi.
22 Simulazione della coesistenza a livello regionale Carta dei Vincoli della Coesistenza: La Carta dei Vincoli individua le aree in cui, per motivazioni di vario genere, risulta interdetta la coltivazione di OGM.. Le zone a vincolo sono classificabili nelle seguenti categorie: Parchi e Aree protette nazionali e regionali, Siti di importanza regionale, Zone umide di importanza internazionale; Istituti faunistici; Rete idrica; Boschi; Viabilità; Centri urbani; Particelle coltivate a seminativo biologico e integrato. Tutti i dati cartografici sono stati forniti dalla Regione Toscana
23 1. Carta dei vincoli della Coesistenza Aree protette nazionali Parchi Nazionali Riserve Naturali dello Stato Aree protette regionali Parchi Regionali Parchi Provinciali Riserve Naturali Provinciali Aree Naturali Protette di Interesse Locale (ANPIL) Siti di importanza regionale SIR Zone umide di importanza internazionale Zone Ramsar (da Convenzione di Ramsar 1971)
24 1. Carta dei vincoli della Coesistenza Gli Istituti faunistici (L.R. 3/94) sono stati selezionati, escludendo quattro tipologie che non mostravano attinenza al caso trattato, e comprendendo: Zp- Zone di protezione Oasi- Oasi faunistiche Zrc- Zone di ripopolamento e cattura Zrv Zone di rispetto venatorio Afv Aziende faunistiche venatorie Cps Centri di produzione di selvaggina pubblici e privati Ac Aree contigue tra parchi
25 1. Carta dei vincoli della Coesistenza
26 1. Carta dei vincoli della Coesistenza La Viabilità comprende: strade statali, regionali, provinciali, comunali, vicinali, raccordi e autostrade, ferrovie.
27 1. Carta dei vincoli della Coesistenza I dati relativi alle particelle coltivate a seminativo biologico e integrato si riferiscono all anno anno 2008 e sono state fornite da ARTEA Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura
28 1. Carta dei vincoli della Coesistenza Nel complesso i VINCOLI considerati sono i seguenti: Parchi e aree protette; Istituti faunistici; Rete idrica; Boschi; Viabilità e centri urbani; Seminativi biologici e integrati.
29 2. Carta delle superfici coltivabili a mais La Carta è stata ottenuta dall elaborazione dei dati ARTEA al l 2008; La carta visualizza la localizzazione delle superfici a seminativo convenzionale (depurato dalle superfici a biologico e integrato), che rappresentano tutte le aree ipoteticamente coltivabili a mais GM in assenza di vincoli.
30 2. Carta delle superfici coltivabili a mais
31 3. Carta delle superfici potenzialmente coltivabili a mais GM Questa elaborazione consente di individuare e quantificare le superfici effettivamente interessabili dalla coltivazione di mais GM a livello regionale, con la possibilità di focalizzare l attenzione l sui comprensori più a rischio (province, comuni, ecc.). Questa rappresentazione è stata realizzata dalla sovrapposizione della Carta dei vincoli con la Carta delle superfici coltivabili a mais, in maniera da giungere all individuazione delle aree maggiormente vocate alla coltivazione di mais GM.
32 3. Carta delle superfici potenzialmente coltivabili a mais GM
33 Distribuzione delle superfici a livello provinciale Superfici (ha) potenzialmente coltivabili mais GM e realmente coltivate a mais (rosso) (medie ISTAT '07-'08) AR FI GR LI LU MS PI PT PO SI Le superfici potenzialmente coltivabili a mais GM si concentrano no prevalente nelle Province di: Grosseto ( ha), Arezzo ( ha), Livorno ( ha), Firenze ( ha), Siena (8.010 ha); L incidenza percentuale di mais realmente coltivato in queste Province è in realtà molto bassa (Grosseto 1,4%, Arezzo 4,2%, Livorno 4,5%).
34 Simulazioni a livello comunale SCELTA DEI COMUNI DI RIFERIMENTO 1. MARCIANO DELLA CHIANA è localizzato in Val di Chiana, una delle aree maidicole della Regione Toscana di maggior rilievo; vi è localizzato il Centro di Sperimentazione OGM dell ARSIA; la superficie media aziendale rispecchia quella regionale (7-10 ha); 2. GROSSETO è localizzato nella Provincia più potenzialmente coltivabile a mais GM ( ha); sono presenti aziende maidicole di grandi dimensioni (> 100 ha), utile per verificare la possibilità di insediamento di distretti GM.
35 Simulazione nel Comune di Marciano della Chiana (AR) Le simulazioni a livello di singola realtà comunale rappresentano utili strumenti anche in fase di attivazione del Piano di Coesistenza per analizzare in tempo reale la localizzazione degli appezzamenti. Superficie a seminativo ha, di cui a mais 102 ha (dati ARTEA da DUA 2007)
36 Simulazione nel Comune di Marciano della Chiana (AR) Simulando un area buffer di m attorno alle superfici a vincolo,, la superficie disponibile per la coltivazione di mais GM risulta azzerata ed anche simulando un buffer di 300 m, la superficie disponibile risulta estremamente ridotta, determinando una mancanza di convenienza alla coltivazione di mais GM, a cui si aggiunge la necessità di applicazione delle distanze di sicurezza anche a livello aziendale.
37 Suddivisione degli appezzamenti per proprietario ed effetti della distanza di sicurezza 10 ha 18 8 ha ha 50 ha ha ha In situazioni di grandi appezzamenti che agevolano la coltivazione di OGM adottando la distanza di sicurezza si ha una contrazione media delle superfici del 60%, che aumenta al diminuire delle dimensioni dell appezzamento e in funzione della morfologia più o meno frastagliata.
38 Simulazione nel Comune di Grosseto (GR) Situazione relativa al Comune di Grosseto, è possibile notare che la maggior parte della superficie comunale risulta occupata da aree a vincolo. Superficie a seminativo ha, di cui a mais 263 ha (dati ARTEA da DUA 2007)
39 Simulazione nel Comune di Grosseto (GR) Un area buffer di m attorno alle aree a vincolo non rende possibile la coltivazione di mais GM, comprendendo tutti i potenziali appezzamenti coltivabili a mais GM.
40 Simulazione Azienda 1 Grosseto (GR) Anche un area buffer di 300 m attorno alle aree a vincolo non rende conveniente la coltivazione di mais GM. Nello specifico, è stata evidenziata la situazione di un azienda di grandi dimensioni rispetto alla media aziendale regionale (superficie a seminativo di 117 ha) dove risulta evidente la totale occupazione degli appezzamenti da parte di aree a vincolo (parchi e aree protette, istituti faunistici) o dall area area buffer di 300 m.
41 Simulazione Azienda 2 Grosseto (GR) Applicando la distanza di sicurezza più cautelativa di 1 km dai vincoli, non rimarrebbe spazio per la coltivazione di mais GM ed anche applicando ando un area buffer di 300 m, rimangono disponibili alla coltivazione 62 ha corrispondenti c al 41% della superficie totale aziendale,, che a loro volta, confinando con appezzamenti a seminativo dovranno applicare la distanza di sicurezza a livello aziendale nel caso venga coltivato mais convenzionale non-gm dalle aziende confinanti; ; in questo caso, la superficie disponibile per la coltivazione di mais GM si azzera completamente, come per la prima azienda analizzata.
42 Considerazioni conclusive (1) La simulazione della coesistenza in Toscana mediante strumenti GIS ha permesso di analizzare la localizzazione delle aree più potenzialmente a rischio di introduzione di mais GM, consentendo di giungere al dettaglio di livello comunale e aziendale; La Provincia più potenzialmente a rischio è risultata essere quella di Grosseto seguita da Arezzo e Livorno, che rappresentano anche le province a più bassa percentuale di incidenza di mais realmente coltivato; A A livello comunale, sia in situazioni con media della superficie aziendale analoga a quella regionale (caso Marciano della Chiana) che con medie aziendali più elevate (caso Grosseto), il regime di coesistenza non risulta attuabile; Anche in situazioni di grandi appezzamenti che agevolano la coltivazione di OGM, adottando la distanza di sicurezza si verifica ica una forte contrazione delle superfici, rendendo antieconomico l investimento; l Dalle simulazioni a livello aziendale è stato possibile verificare l assenza della possibilità di insediamento di distretti GM anche nel caso di aziende di grandi dimensioni (> 100 ha).
43 Considerazioni conclusive (2) In aggiunta, occorre considerare anche i seguenti aspetti a livello llo regionale: - la mancanza di associazioni di maiscoltori; - il costo del seme di mais GM superiore a quello convenzionale; - il comprovato aumento delle infestanti a seguito della coltivazione ione di mais GM; - che la coltivazione di OGM presuppone il pagamento di una tariffa fa e tutta una serie di adempimenti (autorizzazione alla coltivazione, patentino, tenuta dei registri aziendali, ecc.); - la presenza di molte superfici vincolate,, dove non è possibile coltivare OGM; - che la superficie media aziendale regionale è molto bassa (7-8 8 ha) e poco si presta a questo tipo di applicazioni; - che la superficie regionale investita annualmente a mais è piuttosto contenuta (negli ultimi 10 anni in media ha, valore max ha nel 2003).
44 Grazie per l attenzione! l
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