Obiettivi. Seper cos è una ustione. Saper riconoscere la gravità. Conoscere le tipologie di ustioni e saperle classificare
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- Agnese Villa
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1 LE USTIONI
2 Obiettivi Seper cos è una ustione Saper riconoscere la gravità Conoscere le tipologie di ustioni e saperle classificare Sapere come comportarsi in presenza di un paziente ustionato
3 CHE COS E UNA USTIONE L USTIONE è una LESIONE LOCALE della pelle ed eventualmente degli strati sottostanti causata da vari agenti FISICI e/o CHIMICI, CORRENTE ELETTRICA RADIAZIONI
4 TIPOLOGIE DI USTIONI
5 CLASSIFICAZIONE DELLE USTIONI La gravità di un ustione dipende da due elementi: profondità estensione
6 CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA PROFONDITA Vengono distinte in 3 GRADI a seconda degli strati della pelle interessati
7 USTIONE DI PRIMO GRADO Superficiale Si ha arrossamento cutaneo (eritema es. eritema solare) Tipo di dolore: Vivo e particolarmente sensibile al tatto. Prognosi: guarisce facilmente
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9 USTIONE DI SECONDO GRADO Interessa più strati profondi della pelle Spesso presenza di bolle e vescicole dette FLITTENE, in cui è trasudato liquido plasmatico. Tipo di Dolore: Molto Intenso. Rischio Infettivo: Elevato!
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11 USTIONI DI TERZO GRADO Necrosi della pelle. A seconda dell agente che l ha causata, avremo: - CARBONIZZAZIONE (Calore Secco) - MACERAZIONE (Calore Umido) - CAUSTICAZIONE Tipo di Dolore: Assente. L ustione coinvolge generalmente le terminazioni nervose creando un danno ed interrompendo la sensibilità dolorifica. Le cicatrici possono interferire con l attività funzionale (se per es. colpiscono un arto).
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13 CLASSIFICAZIONE IN BASE ALL ESTENSIONE REGOLA DEL NOVE O DI WALLACE Adulto: Testa e collo: 9% Tronco: ant. 18% - post. 18% Arti superiori: 9% ciacuno Arti inferiori: 18% ciascuno Genitali: 1% Bambino - variazioni: Testa:18% Arti inferiori: 14% ciascuno
14 COSA FARE USTIONI NON GRAVI lunghezza di una moneta da 2 Si Possono essere curate in casa Raffreddare con acqua fredda Sfilare orologi, anelli, bracciali nelle parti colpite No Non bucare mai le flittene Non strappare via parti di vestiario rimaste attaccate alla pelle ustionata Se si rompono le flittene lasciarle nella loro sede, disinfettarle come una normale ferita e coprirle con garza sterile
15 COSA FARE USTIONI GRAVI Allontanare la fonte di calore Valutare i parametri vitali Valutare la gravità dell ustione (grado-estensione) Raffreddare la parte ustionata con soluzione fisiologica Proteggere l ustione con teli sterili Proteggere dall ipotermia Fare attenzione allo stato di shock Non utilizzare ghiaccio, disinfettanti o unguenti di nessun tipo ospedalizzare
16 IL PERICOLO DI MORTE E DATO DA: Notevole perdita di liquidi che può portare a SHOCK Blocco renale per aumento lavoro del rene nell eliminazione delle sostanze di rifiuto Morte per anuria!! Il rischio infettivo aumenta in modo esponenziale
17 USTIONE ELETTRICA Si accompagna spesso a complicanze generali legate all'attraversamento del corpo da parte della corrente elettrica. Alcuni organi, ed in particolare il cuore, possono essere danneggiati da questo passaggio
18 COSA FARE AUTOPROTEZIONE!! Prima di tutto assicurarsi che la corrente elettrica sia interrotta AUTOPROTEZIONE!! Mai toccarlo. Se non si è riusciti a staccare la corrente allontanare la vittima con un bastone
19 COSA FARE Se incosciente e respira: pls Se funzioni vitali assenti: RICORDA LA SEQUENZA ABC DEL BLS PUO RISULTARE DIFFICOLTOSA PER LA GESTIONE DELLE VIE AEREE A CAUSA DELLA POSSIBILE CONTRAZIONE DEI MUSCOLI Eseguire immediatamente la sequenza BLS
20 USTIONI CHIMICHE Dette anche CAUSTICAZIONI sono lesioni cutanee da sostanze caustiche che provocano la morte dei tessuti (acido cloridrico, nitrico, solforico, ecc; soda caustica, calce viva, ammoniaca; nitrato d argento; trementina, benzolo, ecc).
21 CONSEGUENZE DELL USTIONE CHIMICA La gravità della lesione dipende dalla concentrazione della sostanza e dal tempo di permanenza sui tessuti La zona ustionata presenta rossore e flittene a forte concentrazione si forma un escara (placca di tessuto)
22 COSA FARE Lavare con grosse quantità di acqua sulla zona lesa per togliere meccanicamente la sostanza senza darle il tempo di reagire con l acqua stessa (se l agente chimico è secco spazzolarlo) Mentre si sciacqua sfilare o togliere gli indumenti contaminati. AUTOPROTEZIONE: ATTENZIONE A NON CONTAMINARSI.
23 DOMANDE
24 SHOCK
25 OBIETTIVI DELLA LEZIONE Definire il significato di shock; Classificare i vari tipi di shock; Saper trattare lo shock.
26 DEFINIZIONE Lo Shock è un grave stato patologico caratterizzato da una generale riduzione della perfusione sanguigna Si manifesta sempre con una caduta della pressione sanguigna che avviene in tempi più o meno brevi
27 CAUSE E CLASSIFICAZIONE DI SHOCK 1. Diminuzione del volume di liquidi 1.1 shock ipovolemico 2. Aumento del diametro dei vasi 2.1 shock neurogeno 2.2 shock anafilattico 2.3 shock settico 3. Diminuzione della capacità contrattile del cuore 3.1 shock cardiogeno
28 SEGNI E SINTOMI DELLO SHOCK PALLORE CUTANEO E CIANOSI ALLE ESTREMITA POLSO DEBOLE E FREQUENTE RESPIRAZIONE RAPIDA E SUPERFICIALE SUDORAZIONE FREDDA SENSAZIONE DI FREDDO E BRIVIDI SETE INTENSA NAUSEA, VOMITO E VERTIGINI STATO DI AGITAZIONE O APATIA OGNUNO DI QUESTI SEGNI E SINTOMI CI DEVE FAR PENSARE ALLO STATO DI SHOCK
29 1.1 SHOCK IPOVOLEMICO diminuzione del volume dei liquidi circolanti causato da: Emorragie imponenti Ustioni gravi ed estese Disidratazione (vomito,diarrea, poliuria..)
30 2.1 SHOCK NEUROGENO Causato dalla disfunzione del sistema nervoso che porta ad una vasodilatazione incontrollata Eventi scatenanti: - Traumi cranici o spinali - Avvelenamento da farmaci, droghe o sostanze tossiche
31 2.2 SHOCK ANAFILATTICO E una reazione allergica grave che può scatenarsi entro pochi secondi o dopo diverse ore dall esposizione all allergene Compaiono inoltre: Arrossamento generalizzato - Orticaria - Comparsa di bolle - Edema diffuso e severo prurito L edema può interessare anche mucose, laringe, trachea e l albero bronchiale: RISCHIO DI OSTRUZIONE VIE AEREE (edema della glottide)
32 2.3 SHOCK SETTICO Lo shock settico è dovuto a malattie debilitanti: il processo ha origine con una setticemia (infezione generalizzata) ed è causato dalle tossine prodotte dai batteri. Compare inoltre: - Febbre La setticemia può persistere per un tempo variabile prima che si instauri lo stato di shock
33 3.1 SHOCK CARDIOGENO L alterazione della funzione cardiaca può portare ad uno shock cardiogeno CAUSE di origine cardiaca - Insufficienza del muscolo cardiaco: (IMA) - Aritmie gravi CAUSA extra cardiaca - PNX iperteso - Tamponamento cardiaco
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35 FASI DELLO SHOCK LO SHOCK PROGREDISCE ATTRAVERSO UNA SERIE DI STADI: SHOCK COMPENSATO SHOCK PROGRESSIVO SHOCK IRREVERSIBILE
36 SHOCK COMPENSATO L organismo mette in atto una serie di meccanismi per compensare la ridotta perfusione tissutale. Segni e sintomi: Aumento della F.C. con polso rapido e filiforme Aumento della F.R. Cute pallida con estremità ghiacciate Leggera alterazione dello stato di coscienza N.B. fa eccezione in questa fase lo shock neurogeno caratterizzato da cute rosea e calda, e lo shock settico caratterizzato da cute rossa e calda
37 SHOCK PROGRESSIVO I meccanismi di compenso non sono più in grado di far giungere agli organi nobili ossigeno e sostanze nutritive e di eliminare le sostanze di scarto Segni e sintomi: Ipotensione Tachicardia, polso rapido e quasi impercettibile Respirazione rapida e superficiale Cute fredda e sudata tendente al cianotico Alterazione dello stato di coscienza, dalla sonnolenza ad un iniziale stato di incoscienza
38 SHOCK IRREVERSIBILE -Il danno agli organi nobili è talmente grave che il rischio di morte è molto alto Segni e sintomi: - Grave ipotensione - Bradicardia - Respiro agonico - Cute grigia, marezzata, cerea, umida - Stato della coscienza deteriorato fino al coma.
39 VALUTAZIONE E DI FONDAMENTALE IMPORTANZA CHE IL SOCCORRITORE SAPPIA RICONOSCERE E SOSPETTARE L INSTAURARSI DELLO STATO DI SHOCK GIA NELLE SUE PRIME MANIFESTAZIONI
40 VALUTAZIONE Durante la valutazione dell infortunato si dovrà quindi prestare attenzione a: ALTERAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA VENTILAZIONE COLORAZIONE CUTANEA TEMPERATURA CUTANEA RIEMPIMENTO CAPILLARE PRESSIONE SANGUIGNA
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42 TRATTAMENTO PRECOCE DELLO SHOCK A B C adeguato Rimozione delle cause che hanno portato allo shock Somministrazione di Ossigeno ad alti flussi (12 L/min) Posizionamento dell infortunato (anti shock dove possibile) Tranquillizzare l infortunato Mantenimento temperatura corporea Richiesta precoce del mezzo di Soccorso avanzato Valutazione continua dei parametri vitali
43 E ancora La pressione sanguigna non diminuisce finché il paziente non è profondamente ipovolemico Gli indicatori di shock più sensibili sono l aumento del tempo di riempimento capillare, l aumento della frequenza cardiaca e respiratoria. Quando la pressione inizia a diminuire è già presente una situazione estremamente critica
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45 Sistema Nervoso e sue patologie OBIETTIVI: CONOSCERE IL SISTEMA NERVOSO RICONOSCERE LE PRINCIPALI PATOLOGIE EFFETTUARE CORRETTAMENTE LE MANOVRE DI PRIMO SOCCORSO
46 La cellula nervosa: E costituito da un corpo centrale contenente il nucleo e da prolungamenti che costituiscono le fibre nervose I dendriti ricevono le informazioni L assone invia le informazioni dal neurone verso un altro neurone o verso un altra destinazione (es.muscolo) il Neurone I collegamenti tra i vari neuroni avvengono attraverso sinapsi.
47 Fibre nervose SENSITIVE: PORTANO L INFORMAZIONE DALLA PERIFERIA VERSO IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE MOTORIE: PORTANO ORDINI/ISTRUZIONI DAI CENTRI DI CONTROLLO VERSO LA PERIFERIA
48 IL SISTEMA NERVOSO Sistema nervoso centrale: controlla tutte le funzioni di base dell organismo e reagisce alle modificazioni esterne Sistema nervoso periferico: fornisce una rete complessa di fibre nervose sensitive e motorie che collegano il S.N.C. al resto del corpo 53
49 IL SISTEMA NERVOSO Sistema nervoso vegetativo decorre parallelo al midollo spinale intevenendo nel controllo delle ghiandole esocrine, dei vasi sanguigni, dei visceri,e dei genitali esterni 54 V.d.S. CRI San Bonifacio
50 SISTEMA NERVOSO CENTRALE (SNC): ENCEFALO E MIDOLLO SPINALE ENCEFALO E MIDOLLO SPINALE SONO COPERTI DA 3 MENINGI CON FUNZIONE PROTETTIVA
51 LE MENINGI
52 CERVELLO E la Centrale del sistema nervoso della vita di relazione, sede delle attività superiori: pensiero, volontà, coscienza, memoria Nel cervello sono presenti il 90% dei neuroni di tutto l organismo, i corpi cellulari di questi si trovano nella corteccia cerebrale.
53 SISTEMA NERVOSO CENTRALE CERVELLETTO Funzione di regolazione del tono muscolare e coordinamento dei movimenti Contribuisce al mantenimento di postura, equilibrio e dell orientamento nello spazio BULBO (MIDOLLO ALLUNGATO) Collega cervello e cervelletto al midollo spinale Sede dei centri vitali che regolano funzioni importanti per la vita, quali il respiro la frequenza cardiaca, e la pressione - Centri di controllo di attività riflesse come tosse, starnuto, vomito
54 SISTEMA NERVOSO PERIFERICO Da origine ai nervi spinali. Nella parte posteriore arrivano le fibre di senso e nella parte anteriore escono fibre di moto, queste inizialmente separate si uniscono all esterno del midollo spinale dando origine a nervi misti.
55 SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO Rallentamento e accelerazione della frequenza cardiaca Aumento o diminuzione della forza delle contrazioni cardiache Controllo della respirazione Vasocostrizione e vasodilatazione Controllo dell apparato digerente e urogenitale Dilatazione o costrizione delle pupille Controllo degli annessi cutanei (muscoli erettori dei peli e ghiandole cutanee
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57 La perdita di coscienza E una condizione di incapacità del soggetto di rispondere a stimoli ed a far fronte a stimoli endogeni, condizione che si concretizza in una alterazione della coscienza e delle funzioni della vita vegetativa. 62
58 63 IN OGNI CASO
59 ICTUS TIA (attacco ischemico transitorio) Deficit della vascolarizzazione che determina una mancanza di O2 delle cellule coinvolte in una zona del tessuto cerebrale. 64 Le cause che innescano eventi acuti cerebrali sono riconducibile a una lesione vascolare che può essere di origine ostruttiva (embolo) 85% dei casi, o di tipo emorragico 15% dei casi. V.d.S. CRI San Bonifacio
60 TIA (attacco ischemico transitorio) TIA: è una temporanea disfunzione cerebrale di origine vascolare (mancanza momentanea di ossigeno) a rapida insorgenza e risoluzione. Dura alcune ore. 65 V.d.S. CRI San Bonifacio
61 ICTUS 66 Grave alterazione di origine vascolare causa di morte o deficit permanente. Il danno è irreversibile!! Le cause possono essere di tipo embolico o emorragico Fattori di rischio: Età, familiarità, fumo, ipertensione, aterosclerosi, diabete, ipercolesterolemia
62 ICTUS embolico-emorragico
63 SEGNI E SINTOMI Segni e sintomi che rileviamo su una persona colpita da accidente cerebrovascolare dipendono dalla zona cerebrale colpita!! 68 Confusione Cefalea Emiparesi Anisocoria Polso rapido e pieno Dispnea Nausea Vomito, convulsioni, coma
64 A.B.C. COSA FARE? Controllo dei parametri vitali Porre in posizione semiseduta Prevenire l ipotermia Somministrare ossigeno ad alti flussi (se disponibile) 69
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66 EPILESSIA E una affezione cerebrale che si manifesta con convulsioni improvvise caratterizzate dall instaurarsi di movimenti involontari spesso con perdita di coscienza. 71
67 EPILESSIA Le crisi sono causate da una scarica improvvisa di un gruppo di neuroni Nel 60-70% dei casi l eziologia è ignota. Nel 30% dei casi può essere dovuta a traumi cranici, ipossia severa, neoplasie, ictus, malattie infettive, abuso di stupefacenti, convulsioni febbrili. 72
68 EPILESSIA La crisi si manifesta come crisi di grande male che si suddivide in tre fasi: FASE TONICA FASE CLONICA 73 FASE DI RILASSAMENTO
69 EPILESSIA Fase tonica: improvvisa perdita di coscienza, caduta a terra, rigidità possibile morsicatura della lingua, possibile apnea Fase clonica: contrazioni muscolari violente, rilassamento degli sfinteri, schiuma alla bocca Fase di rilassamento:la muscolatura si rilassa il paziente giace a terra in uno stato di coma 74
70 COSA FARE? Avvicinarsi al paziente appena possibile Non tentare di bloccare le crisi convulsive Non mettere le dita nella bocca del paziente Fare attenzione che cadendo il paziente non si ferisca Monitorare i parametri vitali Somministrare ossigeno 75
71 76 V.d.S. CRI San Bonifacio
72 La persona con Intossicazione Acuta
73 OBIETTIVI Identificare e classificare i diversi tipi di intossicazione Effettuare una valutazione del paziente in base al tipo di intossicazione Saper mettere in atto tutte le misure necessarie per far fronte ad una possibile intossicazione acuta
74 Intossicazione Stato patologico dell organismo causato dall azione di una sostanza esogena o endogena, tossica per natura o dosaggio
75 Autoprotezione
76 Valutazione ambientale Quali sostanze coinvolte? Ricercare: Medicinali; Recipienti; Vomito;
77 Vie di penetrazione Inalazione Gas, esalazioni sostanze tossiche, etc... Ingestione Alimenti velenosi o contaminati, farmaci, caustici, droghe, alcool, etc... Iniezione Farmaci, droghe, morsi/punture di animali velenosi, etc... Assorbimento cutaneo Antiparassitari.
78 Tipi di intossicazioni A seconda della sostanza in causa: Intossicazione da prodotti chimici o farmaci; Intossicazioni alimentari; Intossicazioni da morsi e punture di animali.
79 Segni e Sintomi I segni e sintomi che si manifestano differiscono profondamente a seconda delle sostanze che vengono assunte e solo alcuni si manifestano in tempi rapidi
80 Segni e Sintomi Coscienza Disturbi del comportamento Pupille Sudorazione Salivazione Macchie Sonnolenza, sopore, torpore, perdita di, coscienza, convulsioni,coma. Depressione, euforia. Miosi - Midriasi, lacrimazione abbondante. Profusa. Salivazione eccessiva, schiuma dalla bocca. Attorno alla bocca del paziente
81 Segni e Sintomi Dolore Odori Respirazione - Polso Pressione Arteriosa Alla bocca; alla gola; difficoltà di deglutizione; lesioni osservabili; dolore toracico e addominale. Alito; corpo; vestiti; luogo del soccorso. Dispnea, bradipnea, tachipnea, apnea. Bradicardia, tachicardia. Ipertensione o ipotensione. Nausea, Vomito, Diarrea Cefalea, Vertigini Dolore Addominale
82 Trattamento Generale Ogni tipo di intossicazione vedremo essere caratterizzata da sintomi più o meno specifici; vi sono delle azioni comuni di primo soccorso che devono essere conosciute da un buon soccorritore!
83 Trattamento Generale Autoprotezione / Valutazione visiva della scena, dell ambiente, del paziente e della dinamica; Valutazione del paziente ( ABCDE ); Praticare BLS (BLSD) se necessario; Recuperare contenitore o sostanza e comunicare alla C.O.118: Situazione della persona; Situazione ambientale; Informazioni raccolte; Sostanza coinvolta.
84 Trattamento Generale Non somministrare bevande (latte, caffè, acqua!!!) o antidoti!!! Non procurare il vomito; Monitoraggio parametri vitali; Tranquillizzare il paziente; Trasportare con urgenza in PS.
85 INTOSSICAZIONE DA INGESTIONE
86 Intossicazione da Ingestione Caustici; Alcool etilico; Farmaci; Distillati del petrolio; Alimenti velenosi o contaminati.
87 1) Caustici (ingestione) Bruciore intenso (bocca gola); Difficoltà a deglutire e respirare; Dolore violento torace e vomito (anche ematico); Shock
88 Caustici - Trattamento Togliere i vestiti se impregnati; Somministrare O2; Coprire per limitare la dispersione termica; Ospedalizzare con urgenza.
89 2) Alcool etilico Droga psico-attiva più antica e diffusa. Origina dipendenza psicologica e fisica esercitando effetti sull organismo diversi a seconda della dose giornaliera.
90 Alcool etilico Dose Dose di Alcool >30 g/die: Intossicazione cronica: alcolismo. Intossicazione Acuta: Stato di ebbrezza: tasso alcolemico <0,8 g/l; Stato di ubriachezza: tasso alcolemico >0,8 fino a 3 g/l.
91 Alcool etilico- effetti: Alterazioni del sonno e della memoria Esofagiti e gastriti croniche Aumentata incidenza di pancreatite Epatiti Malformazioni fetali Neuropatia periferica
92 Alcool etilico sintomi Intossicazione Acuta: Odore di alcool nell alito; Nausea, vomito; Andatura ondeggiante e incerta; Parlata confusa e non coerente; Tachicardia; Alterazione della coscienza (euforia, confusione mentale, sonnolenza e nei casi più gravi >3 g/l stato comatoso con depressione respiratoria).
93 Alcool etilico Trattamento BLS Coprire per limitare la dispersione termica; Controllare gli episodi di vomito; Ospedalizzare con urgenza.
94 3) Farmaci I più soggetti a intossicazione acuta sono i Farmaci Ipnotici Sedativi: determinano un inibizione totale delle attività del cervello. Benzodiazepine; Barbiturici. La tossicità delle Benzodiazepine e dei Barbiturici è potenziata dall ingestione contemporanea di alcool etilico.
95 Farmaci Benzodiazepine Utilizzate nella cura dell ansia e dell insonnia (Valium, Tavor, EN, Lexotan, etc).
96 Farmaci Benzodiazepine intossicazione acuta: Debolezza; Scoordinazione movimenti e parola; Bradicardia; Ipotensione; Confusione mentale, sonnolenza, fino a stato comatoso; Depressione respiratoria: diminuzione della frequenza respiratoria fino ad arresto respiratorio.
97 Farmaci Barbiturici Utilizzati nella terapia dell epilessia. (Gardenale, Luminale, etc).
98 Farmaci Trattamento Trattamento Generale; Somministrare O2; Coprire per limitare la dispersione termica; Controllare gli episodi di vomito; Ospedalizzare con urgenza. Per le BZD esiste un antidoto specifico
99 4) Alimentari Batteriche Condizione patologica conseguente all ingestione di alimenti contaminati da batteri e/o loro tossine. Cause: Errata conservazione dei cibi; Mancato rispetto norme igieniche.
100 Alimentari Batteriche Salmonellosi minori Tossinfezione Stafilococcica Cibi più in causa: carne, pollame, latticini, uova e loro derivati; alla base vi è una cattiva conservazione. Incubazione di 12-36h. Sintomi: Nausea, vomito, diarrea, febbre, dolori addominali, mal di testa, malessere generale. Cibi più in causa: creme all uovo, latticini, carni triturate, polpettoni, maionese; alla base vi è una cattiva conservazione. Incubazione di 2-8h. Sintomi: Nausea, vomito, diarrea, febbre, dolori addominali, mal di testa, malessere generale.
101 Alimentari Batteriche Botulismo Cibi più in causa: conserve di casa e cibi commerciali (pesce in scatola, insaccati, etc); alla base vi è una cattiva conservazione. Incubazione di 24-48h. Sintomi: Nausea, vomito, diarrea, sintomi oculari, sintomi orofaringei, sintomi generali.
102 Alimentari Batteriche Trattamento: Trattamento Generale (ABC); Controllare gli episodi di vomito; Ospedalizzare con urgenza.
103 Alimentari NON Batteriche Condizione patologica conseguente all ingestione di alimenti velenosi per natura.
104 Alimentari NON Batteriche I sintomi variano molto in base al tipo di fungo e si manifestano da pochi minuti dopo l ingestione fino anche a giorni dopo. Se vengono riferiti sintomi quali: dolore addominale, nausea, vomito, diarrea secchezza della bocca, etc. e alla valutazione secondaria del paziente viene riferita l assunzione di funghi, sospettare sempre una intossicazione da quest ultimi.
105 Segni e sintomi da ingestione di amanita Fase di latenza: 6-24 ore Fase gastroenterica: vomito, diarrea, dolori addominali Fase di remissione: in seconda terza giornata si ha un miglioramento apparente Fase epato-renale: insufficienza epatica, ipoglicemia, insufficienza renale, shock
106 Alimentari NON Batteriche Trattamento: BLS Ospedalizzare con urgenza.
107 5) Intossicazione da Inalazione Monossido di carbonio;
108 Monossido di Carbonio (CO) Gas inodore, incolore, non irritante derivante da processi di cattiva combustione.
109 Monossido di Carbonio (CO) Le cause più comuni sono: Impianto di riscaldamento difettosi o con una cattiva ventilazione; Gas di scarico di automobili; Incendi; Stufette domestiche; Scarichi industriali.
110 Monossido di Carbonio Il pericolo maggiore (con maggior numero di morti constatati) è la notte in quanto lo stato di sopore che porta al coma si instaura durante il sonno, di conseguenza la persona non se ne rende conto.
111 Monossido di Carbonio Azione Si lega tenacemente con l emoglobina (carbossiemoglobina) riducendo il trasporto di ossigeno; Danneggia la funzione metabolica delle cellule.
112 Monossido di Carbonio- sintomi In generale: Cefalea; Nausea e Vomito; Perdita progressiva di coscienza: dalla sonnolenza al coma; Difficoltà respiratoria, con assenza di cianosi e comparsa di colorito rosso vivo (più tardivo).
113 Monossido di Carbonio - Trattamento
114 Monossido di Carbonio - Trattamento Non indugiare in ambiente saturi (o sospetti saturi) di gas, allontanarsi alla comparsa dei primi sintomi, trattenere il respiro in ambiente inquinato se per breve tempo; aprire tutte le porte e le finestre per aerare. Scena non sicura: attendere arrivo VVF
115 Monossido di Carbonio - Trattamento Trattamento Generale; Somministrare O2 ad alti flussi; Coprire per limitare la dispersione termica; Controllare gli episodi di vomito; Ospedalizzare con urgenza.
116 6) Intossicazione da Inoculazione Morsi e punture animali velenosi
117 Morsi e punture animali velenosi Avvelenamento da: Morso di serpente; Puntura di imenotteri Morso di Aracnidi.
118 Morso di vipera- sintomi Morso; Dolore; Tumefazione imponente ed estesa; Necrosi del tessuto; Chiazzatura emorragica. L assenza di effetti locali dopo 4h dal sospetto morso esclude l avvelenamento da morso di vipera.
119 Morso di vipera- sintomi Compaiono dopo circa 1 h: Mal di testa; Nausea e vomito; Dolori addominali; Tachicardia; Febbre; Alterazione progressiva della coscienza; Alterazioni della respirazione.
120 Morso di vipera Il primo soccorso consiste da un lato nel prevenire la diffusione del veleno nell organismo e dall altro di sostenere le eventuali funzioni vitali compromesse
121 MORSO DI VIPERA-Trattamento Trattamento Generale; Somministrare Ossigeno; Liberare da oggetti costrittivi (stivali, cinture, etc); Lavare con NaCl (fisiologica) la zona del morso; Coprire con garze sterili la zona del morso; Immobilizzare la parte morsicata; Coprire per limitare la dispersione termica; Ospedalizzare con urgenza se possibile con la zona morsicata più in basso del corpo.
122 Imenotteri - Tipi In Italia: Vespa; Calabrone; Ape
123 Imenotteri - Effetti Le punture di imenotteri producono una reazione locale e talvolta (nei casi più gravi) una reazione generalizzata (sistemica).
124 Imenotteri Reazioni Locali Rilievo cutaneo ( 1 cm); Colorito rosso (locale); Molto pruriginoso e dolente (specie al tatto); Successivamente: Tumefazione dura più o meno vasta che permane anche fino ad una settimana.
125 Imenotteri Reazioni Generalizzate 2) Anafilassi (causata anche da una sola puntura): Eruzione cutanea pruriginosa (orticaria); Edema della glottide; Asma bronchiale; Abbassamento della pressione arteriosa fino allo shock anafilattico ed alla morte.
126 Imenotteri Trattamento Trattamento Generale: Rimuovere l aculeo dell ape con pinzette senza schiacciare il sacco velenifero; Disinfettare la zona di cute punta; Impacchi con ghiaccio, aceto o ammoniaca; Trasportare con urgenza in PS. Somministrare Ossigeno;
127 7) Intossicazione da insetticidi Queste sostanze vengono assorbite attraverso la cute, i polmoni e il tratto gastrointestinale Il tempo che va dall esposizione ai primi sintomi va dai pochi minuti alle 2 ore Nausea, vomito, crampi addominali, incontinenza urinaria, salivazione, aumento delle secrezioni bronchiali, miosi, ipotensione, convulsioni coma. Rimuovere i vestiti, somministrare Ossigeno
128 INTOSSICAZIONE DA INSETTICIDI- COSA FARE? Autoprotezione Richiedere l intervento dei Vigili del Fuoco nel caso ci siano rischi ambientali Raccogliere tutte le informazioni possibili riguardanti la sostanza con cui il paziente è venuto a contatto (se ha assunto farmaci portare le eventuali confezioni al medico)
129 INTOSSICAZIONE DA INSETTICIDI- COSA FARE? Non fare vomitare il paziente Non dare da bere assolutamente niente Somministrare ossigeno Controllare le funzioni vitali B.L.S. Ospedalizzare
130 LE DROGHE
131 Droghe Sostanze che agiscono sulla cosiddetta via del piacere del SNC; utilizzate a scopo voluttuario esponendo la persona a dipendenza (fisica e/o psicologica).
132 DROGHE- la dipendenza Dipendenza psichica: è la voglia, il desiderio di assumere una nuova dose, se la sostanza manca si produce una sensazione di malessere e disagio psicologico Dipendenza fisica: è rappresentata da una serie di segni e sintomi di malessere fisico che compaiono quando l assunzione della sostanza viene interrotta: l organismo è condizionato da quella droga, privato di essa sta male
133 DROGHE- la tolleranza E un adattamento dell organismo agli effetti di una sostanza. Per ottenere gli stessi effetti prodotti dalle prime somministrazioni è necessario aumentare la dose con il passare del tempo
134 DROGHE- intossicazione Intossicazione Acuta: alterazioni spiacevoli dell organismo conseguenti all assunzione della sostanza estranea a dosaggio eccessivo (ABUSO), può essere fatale
135 DROGHE- astinenza Sindrome da astinenza: alterazioni spiacevoli dell organismo conseguenti a brusca sospensione della sostanza verso cui l organismo ha sviluppato dipendenza fisica.
136 SINTOMI DA ASTINENZA DA DROGA Midriasi (pupille dilatate) Agitazione, irrequietezza, tachicardia, insonnia Aumento delle secrezioni: sudorazione, lacrimazione, rinorrea Diarrea Nausea e vomito Crampi, dolori ossei Eventuali mestruazioni improvvise
137 Droghe Amfetamine- Ecstasy Sostanza ad azione anoressizzante e anti-fatica. Danno dipendenza psicologica e agiscono sul SNC come la Cocaina ma hanno una durata più lunga L abuso a scopo voluttuario, principalmente per ingestione o e.v. espone ad intossicazione acuta.
138 Droghe Amfetamine- Ecstasy SINTONI: sopressione del senso di fatica allucinazioni visive e uditive stimolazione del SNC secchezza delle fauci riduzione dell'appetito aumento del respiro dilatazione della pupille aumento della pressione cardiaca tachicardia intensa incoordinazione dei movimenti fibrillazione ventricolare arresto cardiaco
139 Droghe Cocaina Sostanza ad azione anestetica locale non più usata in medicina per la capacità di creare dipendenza e per la sua tossicità.
140 Droghe Cocaina Effetti fluizione rapida delle idee capacità di ragionamento e logica accentuate tono dell'umore esaltato sensazione di stanchezza annullata allucinazioni ansietà angoscia convulsione disturbi respiratori polmonari, circolatori e cerebrali paralisi dei centri bulbari della respirazione morte per fibrillazione ventricolare
141 Droghe Cannabinoidi Sostanze psicoattive presenti nei derivati della Cannabis Sativa. Danno dipendenza psicologica, vengono soprattutto fumate.
142 Droghe Cannabinoidi Effetti rilassamento mentale stato di euforia diminuiscono le inibizioni stato di benessere fuoriuscita dalla realtà allucinazioni illusioni distorsione spazio-temporale sudorazione arrossamento delle congiuntive effetto antiemetico
143 Droghe Oppiacei Utilizzati in medicina nel trattamento del dolore (morfina, codeina,metadone e derivati). L abuso a scopo voluttuario, in particolare di Eroina, principalmente per via e.v. espone ad OVERDOSE.
144 Droghe Oppiacei
145 Droghe Oppiacei Effetti stato euforico seguito da condizione di serenità sovrapposizione tra realtà e fantasia aumento della creatività tranquilllità mutamento della personalità miosi
146 Droghe Oppiacei depressione respiratoria sudorazione fredda convulsioni nausea vomito coma
147 Droghe LSD Effetti alterazioni della sfera emotivo-ideativa alterazioni delle immagini delirio suicidio tachicardia nausea
148 Droghe LSD Effetti salivazione midriasi ansia ipertermia crisi convulsive perdita di coscienza aberrazioni cromosomiche
149 Droghe - Trattamento Trattamento Generale: Controllare gli episodi di vomito; Coprire per limitare la dispersione termica; Ospedalizzare con urgenza Somministrare Ossigeno;
150 IL FUMO DI SIGARETTA In Italia circa decessi l anno sono attribuibili al fumo di sigarette.(tabacco or Health.Global status Report WHO, 1997) Circa il 40% dei fumatori morirà prematuramente per non essere stato in grado di smettere. La nicotina da dipendenza. La sindrome da astinenza si manifesta entro poche ore dopo l assunzione dell ultima sigaretta, con: umore disforico o depresso, rabbia, ansia, difficoltà di concentrazione aumento del peso e dell appetito
151 IL FUMO DI SIGARETTA-effetti Il fumo è responsabile di: 90% delle malattie respiratorie ostruttive (BPCO) 50% degli aneurismi aortici 30% delle malattie coronariche 90% delle malattie periferiche vascolari (insufficienza venosa) Aumento dell incidenza di cancro al polmone, cavo orale, esofago, pancreas, rene, vescica Gravi complicazioni durante la gravidanza (distacco di placenta, rischio di aborto)
152 Fumo di sigarettatrattamento
153 Emergenze metaboliche il soggetto con crisi ipo-iperglicemica
154 IL PANCREAS
155 IL PANCREAS Funzione esocrina supporto alla digestione Funzione endocrina produzione di due ormoni: insulina e glucagone I due ormoni, in condizioni normali, mantengono il giusto equilibrio della quantità di glucosio nel sangue.
156 GLI ORMONI PANCREATICI Insulina Ormone prodotto dal pancreas che consente alle cellule di poter utilizzare gli zuccheri presenti nel sangue: il glucosio
157 IL GLUCOSIO Il glucosio nel sangue aumenta con I pasti Stress ed emozioni Determinati farmaci e malattie Il glucosio nel sangue diminuisce con Il digiuno Farmaci e malattie. Un giusto equilibrio di glucosio è fondamentale per tutto l organismo in particolare per il tessuto nervoso.
158 IL DIABETE E un gruppo di patologie che alterano il metabolismo del glucosio e la sua quantità nel sangue (glicemia). L organismo produce meno insulina, o le cellule non sono in grado di utilizzarla correttamente. La glicemia si considera: normale <110 mg/dl alterata mg/dl diabete >126 mg/dl Esistono vari tipi di diabete, ciascuna con caratteristiche particolari, di cui due sono le principali forme.
159 DIABETE DI TIPO 1 Tipico dell età giovanile (insorgenza media sotto i 20 anni). Patologia autoimmune: deficit del sistema immunitario che attacca le cellule pancreatiche produttrici di insulina. Si verifica una drastica riduzione (80 90%) o una mancanza totale di insulina nel sangue. Solitamente prescritte iniezioni sottocutanee di insulina.
160 IL DIABETE DI TIPO 2 Tipico dell età adulta e terza età. Patologia di carattere genetico, probabile la trasmissione ereditaria. Cause spesso incerte, a rischio i soggetti obesi. Mancanza di ricettori di glucosio nella cellula, insulina scarsa.
161 COMPLICANZE CRONICHE Retinopatia diabetica, danni ai capillari della retina Nefropatia diabetica, riduzione della funzione renale Malattie cardiovascolari, in particolare l arteriosclerosi Neuropatia diabetica, turbe del sistema nervoso Piede diabetico, ulcerazione della cute del piede e conseguente infezione e/o gangrena
162 SEGNI E SINTOMI DEL DIABETE Incremento della produzione di urine (poliuria) Urine dolci per il contenuto di glucosio (glicosuria) Sete intensa (polidipsia) Fame intensa (polifagia) Stanchezza (astenia) Prurito Infezioni della cute I sintomi sono molto marcati nel diabete di tipo 1 e più sfumati nel tipo 2.
163 CRISI IPERGLICEMICA Segni e sintomi: Aumento della diuresi Sete intensa Nausea, vomito, dolore addominale Disturbi della coscienza Stanchezza Midriasi
164 CRISI IPERGLICEMICA COSA FARE: Controllo delle funzioni vitali Mantenere la pervietà delle vie aeree Posizionamento in P.L.S. anche se cosciente Ospedalizzare
165 CRISI IPOGLICEMICA CAUSE: SALTO DI UN PASTO SOVRADOSAGGIO INSULINICO INTENSO ESERCIZIO FISICO ASSUNZIONE DI BEVANDE ALCOLICHE
166 CRISI IPOGLICEMICA SEGNI E SINTOMI Volto pallido e sudato Crisi di riso o di pianto Stanchezza Comportamento anomalo,difficoltà motorie Palpitazioni Parlare confuso e comportamento anomalo, sguardo fisso, aspetto di una persona ubriaca Pulsazioni veloci Esordio rapido
167 CRISI IPOGLICEMICA COSA FARE: PAZIENTE COSCIENTE Somministrazione immediata di carboidrati semplici ( 100 ml. di succo di frutta o 5-15 mg. di zucchero ) Se dopo minuti non si evidenziano miglioramenti ripetere la somministrazione in egual misura
168 CRISI IPOGLICEMICA COSA FARE: PAZIENTE INCOSCIENTE Controllo delle funzioni vitali Somministrazione di ossigeno ad alti flussi Posizionamento in P.L.S. Somministrazione di zucchero sotto la lingua Ospedalizzare con urgenza
169 CONCLUSIONI Nelle emergenze metaboliche e le crisi ipo/iper-glicemiche è importante valutare i segni e i sintomi per avere un chiaro indirizzo su come intervenire nel modo più mirato possibile nelle diverse patologie. Ospedalizzare rapidamente
170 BIBLIOGRAFIA Il primo soccorso -Massimo Tessitori com.prov di Udine Ascolta aiuta agisci - dott. Giorgio Di Domenico Isp.to Reg.del Piemonte
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