Prot. n /A32b Silvi, 02/09/2015 IL DIRIGENTE SCOLASTICO
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1 ISTITUTO COMPRENSIVO G. PASCOLI via Carducci, n Silvi (Te) Tel. 085 / Fax 085 / C.F e mail: teic83700d@istruzione.it posta certificata: teic83700d@pec.istruzione.it Anno Scolastico 2015/2016 Prot. n /A32b Silvi, 02/09/2015 OGGETTO: DIRETTIVA SULLA ORGANIZZAZIONE E PROGETTAZIONE DIDATTICA IL DIRIGENTE SCOLASTICO 1 Al personale Docente di ogni ordine e grado dell Istituto Comprensivo G. Pascoli LORO SEDI Visto l art. 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165 commi 1.2.3; Visti gli art. 3,4,5 e 6 e3p d.p.r. 16 aprile 1994, n.297; Visto l art. 7 del Decreto Leg. vo 16 APRILE 1994 N. 297; Visto il D.P.R. 20 MARZO 2009, N. 89, recante Revisione dell assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della Scuola dell Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione ai sensi dell art. 64, comma 4, del Decreto Legge 25 GIUGNO 2008, N. 112, convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 AGOSTO 2009, N. 133; Visti gli artt del CCNL Comparto Scuola; Tenuto conto degli interventi educativo didattici posti in essere nei precedenti anni scolastici; Esaminato il Piano dell Offerta Formativa dell istituto per l anno scolastico 2015/2016; EMANA Il seguente atto di indirizzo contenente le linee guida per l organizzazione e la progettazione didattica al fine di garantire una unitarietà nella realizzazione di quanto previsto nel POF, per garantire il diritto allo studio e il successo formativo di tutti gli alunni, la valorizzazione della professionalità docente e la realizzazione di quanto previsto dalla normativa vigente relativa agli ordinamenti Dalle Linee Guida Certificazioni di competenza «La certificazione delle competenze, che accompagna il documento di valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli alunni, rappresenta un atto educativo legato ad un processo di lunga durata e aggiunge informazioni utili in senso qualitativo in quanto descrive i risultati del processo formativo, quinquennale e triennale, anche in vista della ulteriore certificazione delle competenze al termine dell obbligo di istruzione del secondo ciclo. Tale operazione, pertanto, piuttosto che come semplice trasposizione degli esiti degli apprendimenti disciplinari, va intesa come valutazione complessiva in ordine alla capacità degli allievi di utilizzare i saperi acquisiti per affrontare compiti e problemi, complessi e nuovi, reali o simulati. Con l atto della certificazione si vuole richiamare l attenzione sul nuovo costrutto della competenza, che impone alla scuola di ripensare il proprio modo di procedere, suggerendo di utilizzare gli apprendimenti acquisiti nell ambito delle singole discipline all interno di un più globale processo di crescita individuale. I singoli contenuti di apprendimento rimangono i mattoni con cui si costruisce la competenza personale. Non ci si può quindi accontentare di accumulare conoscenze, ma occorre trovare il modo di stabilire relazioni tra esse e con il mondo al fine di elaborare soluzioni ai problemi che la vita reale pone quotidianamente. Progettare l attività didattica in funzione delle competenze e della loro certificazione richiede una professionalità docente rinnovata e attenta alle domande, anche e soprattutto implicite, che possono venire dagli alunni.
2 Se intesa in questa prospettiva di complessivo rinnovamento didattico, la certificazione delle competenze potrà costituire un occasione importante per realizzare l autonomia» [ ] Pertanto la progettazione didattica d Istituto e di ciascun cdc e docente non può prescindere da questa nuova impostazione della valutazione per competenze e della conseguente certificazione. Perché non siano atti burocratici e privi di senso orientativo e descrittivo, di ciascun alunno è opportuno riconsiderare e rimodulare l azione didattica. Per questo ad inizio anno scolastico il presente atto di indirizzo vuole essere una pista di lavoro su cui il Collegio dei Docenti, nella sua organizzazione per Dipartimenti, è chiamato a riflettere e prendere le dovute e adeguate deliberazioni. [ ] «In tale prospettiva si richiama anzitutto ciò che le Indicazioni affermano in modo specifico in materia di certificazione delle competenze. La scuola finalizza il curricolo alla maturazione delle competenze previste nel profilo dello studente al termine del primo ciclo, fondamentali per la crescita personale e per la partecipazione sociale, e che saranno oggetto di certificazione. Sulla base dei traguardi fissati a livello nazionale, spetta all autonomia didattica delle comunità professionali progettare percorsi per la promozione, la rilevazione e la valutazione delle competenze. Particolare attenzione sarà posta a come ciascuno studente mobilita e orchestra le proprie risorse conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni per affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente propone, in relazione alle proprie potenzialità e attitudini. Solo a seguito di una regolare osservazione, documentazione e valutazione delle competenze è possibile la loro certificazione, al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, attraverso i modelli che verranno adottati a livello nazionale. Le certificazioni nel primo ciclo descrivono e attestano la padronanza delle competenze progressivamente acquisite, sostenendo e orientando gli studenti verso la scuola del secondo ciclo» 1. Dall ampia citazione riportata si desume chiaramente che: la maturazione delle competenze costituisce la finalità essenziale di tutto il curricolo; le competenze da certificare sono quelle contenute nel Profilo dello studente; le competenze devono essere promosse, rilevate e valutate in base ai traguardi di sviluppo disciplinari e trasversali riportati nelle Indicazioni; le competenze sono un costrutto complesso che si compone di conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni, potenzialità e attitudini personali; le competenze devono essere oggetto di osservazione, documentazione e valutazione; solo al termine di tale processo si può giungere alla certificazione delle competenze, che nel corso del primo ciclo va fatta due volte, al termine della scuola primaria e al termine della scuola secondaria di primo grado Sicché «lo studente è posto al centro dell azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato» (p. 9)» «Gli insegnanti sono invitati a superare barriere disciplinari o settoriali e ad aprirsi con curiosità e fiducia alle suggestioni e agli stimoli della cultura contemporanea, imparando essi per primi a lavorare insieme, costituendo una comunità professionale unita dalla finalità educativa della scuola. 1 Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo d istruzione, in Annali della Pubblica Istruzione, LXXXVIII, Numero speciale 2012, pp Nelle successive citazioni del documento si riporta direttamente nel testo, tra parentesi, il rinvio alla pagina di questa edizione. 2
3 Elemento qualificante delle vigenti Indicazioni è il Profilo dello studente che si articola esplicitamente nelle competenze che l alunno deve aver maturato al termine del primo ciclo di istruzione. Dal momento che «il conseguimento delle competenze delineate nel profilo costituisce l obiettivo generale del sistema educativo e formativo italiano» (p. 15), le medesime competenze dovranno essere oggetto della certificazione richiesta al termine della scuola primaria e al termine del primo ciclo. Il riferimento al profilo è dunque il modo per rendere tangibile la dichiarata centralità dello studente. «Un attenta lettura del Profilo consente di ricondurre facilmente le competenze ivi descritte alle competenze chiave per l apprendimento permanente individuate dalla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006.» [ ] «Spostare l attenzione sulle competenze non significa in alcun modo trascurare il ruolo determinante che tutti i più tradizionali risultati di apprendimento, oggi identificati principalmente nelle conoscenze e nelle abilità, svolgono in funzione di esse. Non è infatti pensabile che si possano formare delle competenze in assenza di un solido bagaglio di contenuti e di saperi disciplinari. La competenza costituisce il livello di uso consapevole e appropriato di tutti gli oggetti di apprendimento, ai quali si applica con effetti elaborativi, metacognitivi e motivazionali. La certificazione delle competenze, oltre a presupporre una corretta e diffusa cultura della valutazione, richiede un azione didattica incisiva e specifica. Ciò vuol dire adeguare le tre operazioni che sostanziano l insegnamento: progettazione, attività didattica in classe, valutazione. La progettazione deve partire dai traguardi per lo sviluppo delle competenze, dichiarati «prescrittivi» dalle Indicazioni, e dagli obiettivi di apprendimento previsti per ciascuna disciplina. L azione didattica non può limitarsi ad una prospettiva limitatamente disciplinare; i contenuti, proprio per abituare gli alunni a risolvere situazioni problematiche complesse e inedite, devono essere caratterizzati da maggiore trasversalità ed essere soggetti ad un azione di ristrutturazione continua da parte dei ragazzi, facendo ricorso anche a modalità di apprendimento cooperativo e laboratoriale, capaci di trasformare la classe in una piccola comunità di apprendimento. Infine, per giungere alla certificazione delle competenze bisogna prima di tutto valutarle. Per valutare le competenze, però, non si possono utilizzare gli strumenti comunemente usati per la rilevazione delle conoscenze: se l oggetto da valutare è complesso, altrettanto complesso dovrà essere il processo di valutazione, che non si può esaurire in un momento circoscritto e isolato, ma deve prolungarsi nel tempo attraverso una sistematica osservazione degli alunni di fronte alle diverse situazioni che gli si presentano. Ai fini dello sviluppo delle competenze, la modalità più efficace è quella che vede l apprendimento situato e distribuito, collocato cioè in un contesto il più possibile reale e ripartito tra più elementi e fattori di comunicazione (materiali cartacei, virtuali, compagni, insegnante, contesti esterni e interni alla scuola, ecc.). Si rende, pertanto, necessario ripensare il modo di fare scuola, integrando la didattica dei contenuti e dei saperi riferiti ai nuclei fondanti delle discipline con modalità interattive e costruttive di apprendimento. Fondando il proprio insegnamento su esperienze significative che mettono in gioco contenuti e procedure che consentano di imparare facendo, i docenti rendono l alunno protagonista del processo di acquisizione delle competenze. Una padronanza delle competenze di base richiede la riscoperta dei nuclei fondanti delle discipline e del loro valore formativo, attraverso scelte orientate al potenziamento della motivazione e dell interesse degli alunni» [ ] «Ai sensi del Regolamento della valutazione (DPR n. 122/09) gli insegnanti sono chiamati a valutare gli apprendimenti, in termini di conoscenze e abilità, il comportamento e a certificare le competenze. L operazione di certificazione, in quanto per sua natura terminale, presuppone il possesso di una serie di informazioni da cui far discendere l apprezzamento e l attribuzione del livello raggiunto. Si tratta di accertare, come già detto, se l alunno sappia utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite nelle diverse discipline (gli apprendimenti) per risolvere situazioni problematiche complesse e inedite, mostrando un certo grado di autonomia e responsabilità nello svolgimento del compito. Tale capacità non può prescindere dalla verifica e valutazione dell avvicinamento dell alunno ai traguardi per lo sviluppo delle competenze, previsti per le singole discipline dalle Indicazioni. 3
4 Per questi motivi la certificazione delle competenze assume come sue caratteristiche peculiari la complessità e la processualità. Complessità in quanto prende in considerazione i diversi aspetti della valutazione: conoscenze, abilità, traguardi per lo sviluppo delle competenze, atteggiamenti da utilizzare in un contesto problematico e più articolato rispetto alla semplice ripetizione e riesposizione dei contenuti appresi. Processualità in quanto tale operazione non può essere confinata nell ultimo anno della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, ma deve sostanziarsi delle rilevazioni effettuate in tutti gli anni precedenti che documentino, attraverso strumenti che le singole scuole nella loro autonomia possono costruirsi, il grado di avvicinamento degli alunni ai traguardi fissati per ciascuna disciplina e alle competenze delineate nel Profilo dello studente. Gli esiti delle verifiche e valutazioni effettuate nel corso degli anni confluiscono, legittimandola, nella certificazione delle competenze da effettuare al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado» Alla luce di quanto emerge dalle indicazioni delle Linee Guida sulla Certificazione delle competenze, occorre definire il metodo di azione condiviso d Istituto per la progettazione didattica al fine di garantire l unitarietà di insegnamento attraverso il curricolo verticale, le prove unitarie di Istituto, una programmazione condivisa per classi parallele, il ricorso a compiti unitari e di realtà, nonché rubriche valutative per le competenze di cittadinanza che vanno perseguite in modo intenzionale e prioritario. Pertanto i dipartimenti di ogni ordine e grado dell Istituto Comprensivo sono invitati ad approfondire i temi riportati perché diventino in questo anno scolastico il modo operativo dell agire didattico. Risulta pertanto evidente che occorre una progettazione Top Down dal Profilo di Uscita dello Studente e dai traguardi di competenza previsti, l elaborazione di una progettazione didattica, che muove dal traguardo da raggiungere e a ritroso riproduca il percorso per poter giungere al conseguimento di tale competenza e alla sua certificazione. Inoltre non possono essere perseguiti i traguardi di competenza se non in maniera interdisciplinare, la progettazione didattica annuale deve essere pertanto costituita da un numero congruo di UDA, tali da permettere il raggiungimento dei traguardi di competenza e le competenze di chiave di cittadinanza. L Istituto Comprensivo deve in ogni suo ordine di scuola e in ogni sua classe realizzare il curricolo d Istituto, garanzia del diritto allo studio e pari opportunità educative, pertanto i docenti nei dipartimenti sono chiamati, come espressione della loro libertà di insegnamento, a prendere accordi seri e condivisi per una programmazione unitaria di classe tale da consentire una giusta ed equa realizzazione di prove di verifica unitarie di istituto per monitorare e valutare il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento previsti al fine di programmare eventuali modifiche, atte al miglioramento, in sinergia con il lavoro svolto sulle prove INVALSI. Una scuola che garantisca il diritto allo studio ed il successo formativo è tale se realizza la presa in carico effettiva dell insuccesso e/o della carenza attraverso un intervento immediato del docente con la personalizzazione dell insegnamento, poiché occorre sempre ricordare che non è l alunno che deve adeguarsi al docente, bensì il contrario, è il docente che deve adeguare il metodo di insegnamento ad ogni singolo alunno. Tuttavia non va tralasciata un offerta di progetto di recupero e studio assistito da parte dell Istituzione Scolastica, poiché le azioni possono essere efficaci e sinergiche. Ma per realizzare un adeguato e opportuno progetto di recupero e potenziamento occorre che i Dipartimenti come espressione della loro libertà di insegnamento, realizzino un Syllabus Disciplinare in cui evidenziare per i diversi livelli di apprendimento (Livello base, intermedio e avanzato) i contenuti, le conoscenze, le abilità e le competenze. Tutto questo al fine di garantire una precisa identificazione di dove si trova l alunno e che cosa deve recuperare e/o potenziare. Tale strumento permetterà all Istituto di realizzare un progetto di recupero e potenziamento diviso per livelli di competenze che consentirà a tutti i docenti che vi lavoreranno di sapere su cosa intervenire e che cosa attivare per garantire il successo formativo. Il lavoro didattico non può inoltre prescindere dalle competenze chiave che sono collegate anche al profilo di uscita dello studente. Il lavoro sulle competenze chiave deve essere intenzionale e prioritario e non sporadico e periferico rispetto all azione didattica. I dipartimenti prendano accordi 4
5 condivisi ed elaborino rubriche valutative delle competenze chiave per livelli di competenza, rubriche valutative per compiti unitari e compiti di realtà. Una riflessione obbligata va riservata all esame di stato al termine del primo ciclo che non può non essere in linea con una didattica e una valutazione per competenze. Pertanto i Dipartimenti e cdc si esprimano sulla modalità dello svolgimento del colloquio orale che non può più essere né la tesina, né tantomeno la discussione di un argomento a scelta del candidato. Il collegio dei docenti si esprima su uno delle seguenti modalità o ne proponga di nuove, ma con uguale ratio didattica: il colloquio muove da un documento noto estratto dal candidato su cui i docenti guideranno il candidato in una discussione critica ed interdisciplinare, con la particolare attenzione a far emergere le attitudini personali oltre il pensiero critico, la capacità argomentativa, le competenze acquisite. Ogni docente del cdc propone 5 (o numero congruo in base agli alunni) documenti autentici (foto, poesia, testo, citazione, cartina, formula, quadro, elemento multimediale ecc) che saranno consegnati all ultimo collegio dei docenti al DS o in sede di preliminare al presidente di commissione. il colloquio muove da un documento non noto estratto dal candidato su cui i docenti guideranno il candidato in una discussione critica ed interdisciplinare, con la particolare attenzione a far emergere le attitudini personali oltre il pensiero critico, la capacità argomentativa, le competenze acquisite. Ogni docente del cdc propone 5 (o numero congruo in base agli alunni) documenti autentici (foto, poesia, testo, citazione, cartina, formula, quadro, elemento multimediale ecc) che saranno consegnati all ultimo collegio dei docenti al DS o in sede di preliminare al presidente di commissione. il colloquio muove da un documento non noto assegnato al candidato dal cdc in base alle sue peculiarità su cui i docenti guideranno il candidato in una discussione critica ed interdisciplinare, con la particolare attenzione a far emergere le attitudini personali oltre il pensiero critico, la capacità argomentativa, le competenze acquisite. Ogni docente del cdc propone 5 (o numero congruo in base agli alunni) documenti autentici (foto, poesia, testo, citazione, cartina, formula, quadro, elemento multimediale ecc) che saranno consegnati all ultimo collegio dei docenti al DS o in sede di preliminare al presidente di commissione. Il lavoro di organizzazione e progettazione didattica di questo a.s. 2015/2016 sarà caratterizzato da un maggiore e più stringente lavoro di programmazione e valutazione per competenze per allineare il lavoro dell istituto a quanto previsto dalla normativa vigente e dalle risultanze del RAV e il conseguente piano di miglioramento. Per rendere più efficace e proficuo il lavoro dei dipartimenti e dei cdc si allegano alla presente direttiva, degli allegati unicamente per aiutare il lavoro di ricerca dei docenti nell esercizio della propria libertà di insegnamento ed espressione della propria professionalità docente. I prodotti attesi da tale lavoro sono i seguenti: 1. progettazione didattica per UDA (modello di istituto) 2. programmazione unitaria per disciplina (ex. italiano classe I, II, III, IV; V; primaria,scuola secondaria ( classi I, II, III) ecc per tutte le discipline 3. prove di verifica unitarie per disciplina in base agli obiettivi di apprendimento e i traguardi di competenza previsti 4. Syllabus Disciplinare diviso per livelli base, intermedio e avanzato per conoscenze abilità e competenze (modello di istituto) 5. Schema di compito di realtà e compito unitario ( modello di istituto) 6. Rubriche valutative per le competenze di cittadinanza 7. Rubriche valutative per compiti di realtà 8. Rubriche valutative per compiti unitari. 9. Modello di colloquio di esame di stato fine primo ciclo Firma autografa sostituta a mezzo stampa ai sensi dell art. 3 comma 2 del D. Lgs. 39/ f.to Il Dirigente Scolastico (prof.ssa Maristella Fortunato)
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