Decisione N del 20 luglio 2015

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1 COLLEGIO DI NAPOLI composto dai signori: (NA) MARINARI (NA) PARROTTA (NA) BLANDINI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (NA) RUSSO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (NA) GUIZZI Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore PERSONALE ESTERNO - RUSSO GIUSEPPE Nella seduta del 19/05/2015 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO Con ricorso depositato in data la società ricorrente afferma che in data nel proprio punto vendita corrente in Milano - un cliente ordinava n. 4 camicie su misura corrispondendo l importo di 1.015,00 a mezzo carta di credito; trattandosi di capi personalizzati, veniva comunicato al cliente che i tempi tecnici per la realizzazione e, quindi, per l evasione dell ordine erano di quattro/cinque settimane, per cui le camicie sarebbero state disponibili al più presto entro il come da scheda di lavorazione che veniva consegnata in pari data ed allegata agli atti. La ricorrente aggiungeva che, invece, dopo tre settimane dall ordine il cliente contattava lo store manager, chiedendo la spedizione della merce presso il suo domicilio in Svizzera e a fronte della risposta affermativa subordinata al pagamento delle relative spese avvertiva che il 26 marzo si sarebbe recato a Milano per motivi personali e chiedeva quindi di anticipare la consegna a tale data; al fine di soddisfare la richiesta del cliente, quindi, la merce veniva spedita dal produttore al negozio di Milano in data 26 marzo; tuttavia, la merce giungeva a destinazione solo il giorno successivo come da DDT allegato; il cliente - informato preventivamente che la consegna in giornata non poteva essere garantita non Pag. 2/6

2 si presentava a ritirare le camicie che poiché personalizzate non potevano avere diversa destinazione. La ricorrente, premessi i fatti di causa, chiedeva all ABF l accoglimento del ricorso. Con nota integrativa dell la ricorrente chiedeva, previo accertamento della legittimità del proprio comportamento - improntato a correttezza e buona fede - il diritto a ritenere regolare e valida la transazione effettuata a mezzo carta di credito in data presso il punto vendita di Milano. L intermediario con controdeduzioni riferiva: 1) che il 26 Febbraio 2014 il punto vendita della ricorrente accettava una Carta per una transazione di euro 1.015,00 tramite terminale POS, con consegna posticipata per personalizzare la merce in base alle richieste del cliente; 2) che a fronte della richiesta di documentazione avanzata dall intermediario il 29 Aprile, la ricorrente trasmetteva copia dello scontrino POS firmato dal titolare e una scheda di lavorazione con i dati del Cliente e le relative misure ; 3) che nonostante i solleciti inviati dall Ufficio Dispute l Esercizio non produceva ulteriore documentazione relativa agli accordi sottoscritti con il Titolare in relazione alle modalità e tempistiche di consegna della merce; 4) che l intermediario, in data 12 agosto riaddebitava alla ricorrente l importo pari ad 981,50 relativo alla transazione contestata al netto delle commissioni come da estratto conto allegato; 5) che a fronte della disponibilità dell intermediario a riesaminare la vicenda, la ricorrente non forniva la necessaria documentazione. Ciò premesso in fatto, l intermediario affermava che l esercente nel caso in esame - violava le procedure previste dalle Condizioni Generali di Contratto che disciplinavano il rapporto di accettazione delle Carte. Invero, replicava l'intermediario, la disciplina contrattuale (art. 3) prevede - in capo all Esercizio - l obbligo di non inviare richieste di pagamento prima della consegna al Titolare della merce venduta né prima che sia stato reso il servizio richiesto. Inoltre, la sezione A, lettera l procedure operative - nei casi di addebiti per pagamento anticipato (quale la fattispecie oggetto di odierna doglianza) prevede in capo all Esercizio dei precisi oneri che di seguito si evidenziano: (i) l Esercizio dovrà seguire le procedure di seguito illustrate se offre o impone ai Titolari di effettuare Addebiti per Pagamento Anticipato in relazione alle seguenti tipologie di beni e/o servizi: ordini personalizzati (ad esempio, ordini per beni prodotti secondo le specifiche richieste del cliente); (ii) per un Addebito per Pagamento Anticipato, l Esercizio dovrà: indicare per intero la propria policy di cancellazione e rimborso, informare chiaramente il Titolare della propria intenzione di addebitare sulla Carta un Addebito per Pagamento Anticipato e ottenerne il relativo consenso scritto prima di richiedere un Autorizzazione. Il consenso del Titolare dovrà comprendere: - il suo consenso con riferimento a tutti i termini dell operazione (compreso il prezzo e qualsiasi policy di cancellazione e rimborso); e - una descrizione dettagliata dei beni e/o dei servizi da fornire nonché la relativa data di consegna prevista (comprese, ove applicabile, le date di arrivo e partenza previste). ottenere un Autorizzazione; e redigere una Memoria di Spesa. La resistente sosteneva, invece, che l esercente non avesse dato evidenza delle tempistiche e modalità di consegna pattuite con il Cliente e necessarie per realizzare la specifica operazione di pagamento in linea con quanto previsto dalle disposizioni contrattuali; l art. 6 lettera b) dell Accordo prevede quindi che: American Express avrà Pag. 3/6

3 diritto al Riaddebito: nel caso in cui un Titolare presenti un reclamo in relazione a un Addebito come meglio specificato nella Sezione A (paragrafo 5) ovvero abbia diritto ai sensi di legge di rifiutare il pagamento; nel caso in cui l Addebito sia contestato o accertato come fraudolento; nel caso in cui l Esercizio non abbia ottemperato agli obblighi previsti dall Accordo (come, ad esempio, nel caso in cui l Esercizio abbia omesso di chiedere al Titolare il suo consenso ovvero abbia omesso di chiedere l Autorizzazione ovvero abbia omesso di includere i Dati dell Addebito nel comunicare l Addebito), indipendentemente dal fatto che l inadempimento o le altre circostanze di cui sopra siano note ad American Express al momento in cui ha effettuato il pagamento a favore dell Esercizio e indipendentemente dal fatto che gli Addebiti fossero stati autorizzati da American Express; e negli altri casi previsti dall Accordo. Pertanto, l intermediario era tenuto ad effettuare il riaccredito a favore del titolare della carta. L intermediario osservava, inoltre, che pur se nel caso di specie si è in presenza di distinti rapporti contrattuali (tra esercente e intermediario; tra intermediario e cliente; tra cliente e esercente) la contestazione fra il titolare della carta e l esercente si rifletteva necessariamente nel rapporto fra l emittente la carta e l esercizio stesso; in particolare, l esercente non forniva alcuna prova a supporto della sua posizione, poiché la scheda di lavorazione del prodotto e la memoria di spesa non consentivano di comprendere i termini degli accordi presi con il Titolare che, di fatto, non era mai entrato in possesso di un bene comunque pagato e che, all'epoca del ricorso, era ancora fermo presso il punto vendita, come peraltro confermato dall Esercizio stesso. Infine, l intermediario riferiva che - successivamente alla notifica del ricorso - aveva contattato la controparte per tentare una composizione bonaria della controversia, offrendo un parziale rimborso, non accettato dalla ricorrente, pari al 50% dell importo oggetto di contestazione, oltre alle spese relative al contributo per la presentazione del ricorso. La resistente chiedeva all ABF il rigetto del ricorso ed, in particolare, rassegnava le seguenti conclusioni: 1) accertare e dichiarare la legittimità dell'operato dell'intermediario in linea con le disposizioni normative nonchè con le condizioni generali di contratto; 2) in via subordinata, accertare la sussistenza del concorso di colpa della ricorrente; 3) ritenere congruo il parziale rimborso della somma pari al 50% e dichiarare cessata la materia del contendere. DIRITTO Il ricorso va rigettato. La questione posta all'attenzione del Collegio ha ad oggetto la contestazione sollevata dal ricorrente nei confronti dell'intermediario per aver operato un riaddebito per l'importo relativo a una transazione eseguita a mezzo POS, contestata dall acquirente per mancata consegna della merce venduta. Dalla narrazione dei fatti e dalla documentazione acquisita agli atti risulta pacifico che l esercente non si è attenuto alle prescrizioni contrattuali in caso di vendita con pagamento anticipato. Il limiti istruttori non consentono di ritenere interamente provata la pretesa del ricorrente ergo il ricorso va rigettato perché non vi è prova dei fatti e accordi occorsi fra acquirente ed esercente anche in merito alla spedizione della merce. Ed infatti è emerso in sede istruttoria quanto segue: Pag. 4/6

4 1) le condizioni generali del contratto di convenzionamento prevedono, alla sezione A) - rubricata procedure operative - lettera l) - rubricata addebiti per pagamento anticipato - quanto segue: - l'esercizio dovrà seguire le procedure di seguito illustrate se offre o impone ai titolari di effettuare addebiti per pagamento anticipato in relazione alle seguenti tipologie di beni o servizi: ordini personalizzati (ad es. ordini per beni prodotti secondo le specifiche richieste del cliente); - per un addebito per pagamento anticipato l'esercizio dovrà indicare per intero la propria policy di cancellazione e rimborso, informare chiaramente il titolare della propria intenzione di addebitare sulla carta un addebito di pagamento per pagamento anticipato ed ottenere il relativo consenso scritto prima di richiedere una autorizzazione. A fronte di tali disposizioni contrattuali, l intermediario ha richiesto alla ricorrente, in data , la seguente documentazione: prova di consegna della merce sottoscritta dal titolare della carta, copia documento di vendita, copia dell'ordine firmato dal cliente, copia di spedizione, ogni altra eventuale documentazione relativa alla spesa. Successivamente, in data ha rinnovato la richiesta invitando il ricorrente a fornire la documentazione richiesta entro il a mezzo fax/mail. La ricorrente ha fornito alla controparte, in data , la seguente ricostruzione dei fatti: le camicie sono state spedite dalla azienda produttrice in data Il tutto come da copia della scheda di lavorazione della merce con indicazione della data di consegna 31/03 e dello scontrino di vendita del Dal documento di trasporto depositato dalle parti risulta la data di emissione del documento di trasporto della merce allo store di Milano (26.03), ma non quella di arrivo a destinazione. Non essendo stata seguita correttamente la procedura il ricorso va rigettato. Valga a tal proposito precedente del Collegio di Napoli decisione n. 1754/13 a tenore del quale il Collegio, dall analisi complessiva dell'articolata vicenda sottoposta alla sua cognizione, nonché dell altrettanto copiosa documentazione versata in atti, ritiene assorbenti ai fini della decisione alcune circostanze di fatto non contestate dalle parti del presente giudizio e, comunque, comprovate dai documenti in atti, che motivano una differente decisione rispetto al precedente (per molti versi avente ad oggetto una fattispecie concreta simile al caso de quo) invocato da parte ricorrente. Invero, risulta acclarato che il titolare della carta di credito acquistava dalla ricorrente un oggetto da realizzare artigianalmente per cui era prevista la successiva spedizione e consegna, ma in il venditore, a fronte dei solleciti della parte acquirente di avere informazioni in merito a quanto sopra, informava quest ultimo che l'oggetto era già stato spedito la settimana precedente quando ciò tuttavia non corrispondeva al vero. Ebbene, ritiene questo Collegio che rispetto al contratto perfezionatosi fra le parti già in data avente ad oggetto la realizzazione del bene commissionato e la conseguente spedizione, con il quale non era stato indicato un termine finale per la consegna, o quantomeno per la spedizione, la suindicata mail costituisca una dichiarazione avente efficacia negoziale integrativa dei patti stipulati. Con essa la ricorrente, infatti, oltre a manifestare una chiara mancanza di buona fede nell esecuzione del contratto per le ragioni esposte, risulta avere effettuato una dichiarazione da interpretare nel senso di fissare come essenziale il termine per la consegna del bene (significato, questo, evincibile anche alla luce della successiva mail del compratore, attestante il relativo giustificato affidamento). Pag. 5/6

5 È evidente che se la merce fosse stata effettivamente spedita come sostenuto nella summenzionata corrispondenza, quest ultima avrebbe dovuto essere consegnata all acquirente in tempi ragionevoli. Appare chiaro allora che la ricorrente si è resa inadempiente rispetto alle obbligazioni assunte nei confronti del proprio cliente, sia per violazione dei canoni di correttezza e buona fede, sia per violazione della pattuizione integrativa concernente l essenzialità del termine di consegna della merce. Per tali motivi, questo Collegio ritiene di rigettare il ricorso proposto. Il Collegio non accoglie il ricorso. PQM IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6