3 Studio geomorfologico-storico

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1 3 Studio geomorfologico-storico 3.1 Evoluzione storica del bacino. La Val di Marina è incorniciata tra due formazione montuose: i monti della Calvana ad Ovest ed il monte Morello ad est. Essa si allarga gradualmente da nord a sud, fino a sfociare nella piana fiorentina. La presenza di questi due rilievi ha inevitabilmente influenzato l espansione urbana sul territorio. La parte collinare montana, oggi poco abitata, ha risentito delle azioni antropiche verificatesi in diversi periodi, prima con l attività agricolo-pastorale, successivamente con l abbandono che tale territorio ha subito in epoche recenti. Come buona parte dei comuni fiorentini, infatti, negli ultimi anni la Val di Marina ha profondamente mutato la sua fisionomia tradizionale caratterizzata in prevalenza da un paesaggio agricolo, ed ha accolto nella sua pianura l industria piccola e media attirata dalla vicinanza con il capoluogo fiorentino e quello pratese. Larga parte del territorio settentrionale del bacino del torrente Marina è montuoso e collinare, solo all altezza della località La Chiusa i versanti collinari scendono di quota sulla piana fiorentino-pratese. E qui, infatti, che negli anni Settanta l industria e lo sviluppo residenziale hanno coinvolto tutta la zona. Anche l attività agricola attualmente si è sviluppata principalmente nelle zone del fondo valle, più vicina al centro abitato, mentre è completamente abbandonata nelle zone più alte; solo la coltura dell ulivo mantiene un ruolo di grande importanza, spesso nella tipica disposizione a terrazzi. 39

2 La zona collinare fino a 400 m di quota è caratterizzata da un omogenea copertura di boschi. Fino a quando l attività agricola era attività dominante sul territorio, il bosco ricopriva un ruolo essenziale per la produzione di legna e di fascine; questo era, infatti, mantenuto a ceduo e veniva tagliato ogni anni. Il ripetersi di tale operazione nei secoli, ha però comportato un graduale degrado del bosco che, specialmente dove i terreni sono più scadenti e le pendenze più elevate, si è trasformato in una bassa boscaglia rada, spesso invasa da arbusti. Nel caso del monte Morello, le operazioni di diboscamento avvenute fino all 800, hanno causato notevoli conseguenze sull assetto idrogeologico ed hanno richiesto, a partire dall inizio di questo secolo, un enorme opera di rimboschimento per la messa in sicurezza idraulica del territorio. Grazie a questa operazione oggi il paesaggio è caratterizzato da ampie formazioni boscate a prevalenza di conifere. I primi rimboschimenti risalgono alla metà dell 800, quando vari privati iniziarono a recuperare i cedui degradati e i terreni nudi mediante l impianto di cipressi che oggi rappresentano grandi complessi boscati di alto valore paesaggistico. Ai suddetti interventi dei privati, si affiancarono dal 1909 i più cospicui interventi pubblici, realizzati con finalità idrogeologica oltre che estetica. I monti della Calvana hanno invece una storia diversa: la parte sommitale era in passato utilizzata ai fini della coltivazioni e quindi soggetta a periodica falciatura. Successivamente si è instaurata la pastorizia di ovini e bovini, la quale esercitata senza alcun controllo e regola ha causato il degrado dei prati, compromettendone la stessa sopravvivenza. Molto attiva nel corso dei secoli è stata l attività estrattiva. La caratteristica geologica del massiccio appenninico locale ha favorito tale attività, il territorio del bacino Marina si estende per la quasi totalità su una formazione costituita 40

3 prevalentemente da marne e calcari marnosi, che per le sue proprietà meccaniche è da sempre utilizzata nella costruzione di case coloniche, muretti a secco, cisterne, acquedotti e nell ultimo secolo per la produzione di calce da cemento. Già nella seconda metà del 500, si può notare una fiorente attività in fornace di laterizi e calce distribuita su tutto il territorio (nel corso dei secoli sono state censite circa una ventina di fornaci). Nel 1910, quando fu costruito il primo grande cementificio nella zona Prato- Calenzano, furono censite ben 10 cave. Negli anni 50, dopo la guerra, la richiesta di materiale per impiego edilizio fece crescere ulteriormente l estrazione di materiale dalle cave, la quale culminò con la costruzione dell autostrada A1. Nell ambito della costruzione dell autostrada fu usato il pietrisco per riempire le massicciate a sostegno della futura rete di comunicazione. I cantieri, aperti lungo tutto il tratto autostradale, attinsero materiale direttamente in loco, vennero aperte nuove cave il località Colle, la Chiusa, Pontenuovo e parte del materiale fu anche attinto dall alveo dei torrenti che scorrevano nel bacino del torrente Marina. Le prime cave, avendo operato l escavazione dal basso verso l alto, difficilmente potranno essere risanate. Le ferite sono ben visibili lungo i bacini idrografici del Marina, del Marinella di Legri e del Chiosina. Il tronco autostradale da Bologna a Firenze, inaugurato nel 1960 dopo tre anni di giganteschi lavori, è uno dei tratti più costosi e complessi dell intero tracciato, ricco di opere ingegneristiche e caratteristico sotto il profilo paesaggistico. L inserimento nel territorio di Calenzano di questo asse viario interregionale a scorrimento veloce ha provocato (com è consuetudine per le operazioni a grande scala di questo tipo) una sorta di smembramento del territorio che risulta ora tagliato in due nel senso della lunghezza. Ha contribuito inoltre al processo di congestionamento della piana, favorendo la concentrazione di nuovi insediamenti industriali nei pressi del 41

4 casello autostradale piuttosto che nell intero territorio. Come per altri comuni dell area fiorentina, anche a Calenzano nell ultimo trentennio si è acuito il divario venutosi a creare di recente fra le due anime del territorio: quella collinare, preponderante per estensione ma minoritaria per densità abitativa e sfruttamento del suolo, e quella pianeggiante, meno estesa, più densamente urbanizzata, industrializzata, sfruttata. Il carattere torrentizio dei corsi d acqua del bacino del torrente Marina ha da sempre condizionato la vita lungo il fiume. In letteratura si trovano sovente riferimenti a danni per straripamenti, rotture degli argini, allagamenti e ristagno delle acque nei pressi dei suddetti torrenti; di conseguenza la regimazione delle acque e il controllo dell apporto dei sedimenti sono stati perpetuati da sempre. Già nel 1295 si trovano le prime testimonianze di interventi lungo il torrente Marina, il quale veniva usato come strada per andare da Calenzano nel Mugello: Si decreta che a spese del comune di Legri e di Carraia debba rifarsi la via che va in Mugello, detta Val di marina, e che si levi dal fiume Marina in cui si trova, per essersi resa impraticabile per i guasti patiti nell inverno, guasti che annualmente si rinnovano per le piene e che impediscono il comodo delle vetture a Firenze (Anonimo, 1295). Nel 1558 si trova una relazione indirizzata a Cosimo dei Medici, il quale all epoca cercava di risolvere il gravoso e perenne problema della regimazione delle acque. L Ingegnere dei Fiumi, Girolamo da Pace, delinea un quadro piuttosto disastrato dei fiumi nel bacino del Marina, in particolare sottolinea come l assenza di traverse abbia causato il riversamento a valle di una grande quantità di sedimenti e di legname alzando sensibilmente il letto del fiume: 42

5 nel fiume della Marina dalla Croce in giù vi entrano sei fossati, tutti repenti et, per non vi essere quelle serrate a traverso a detti fossati, come si soleva fare, hanno menato tanti sassi, e ghiaia et cosa che hanno ripieno el letto di detto fiume, che si allarga et essi allarga, che gli ha guasto tutto il piano dall un monte all altro in sino al ponte di Calenzano ha rotto gli argini in più luoghi, e così in sino ala ponte della Marina ch è in su la strada di Prato e di poi insino a dove detto fiume entra in Bisenzio che è tre miglia vi è assai disordini et è stretto di sorte, che non vi cape, e bisognerebbe allargarlo et aiutarlo con l aiuto di Dio sempre sia., e ancora si trova scritto e quando la Marina trabocca dal ponte di Calenzano in su quell acqua entra in detto fiume della Marinella di Travale et fa gran disordine et detto ponte della strada di Prato insino a dove l entra nel fiume di Bisenzio, vi è gombito di legnami che hanno serrato il corso dell acqua di sorte che non la vi cape, bisognerebbe farla rassettare e rimondarla dei legnami et altre cose (Girolamo da Pace, 1558). A causa dei grandi tagli dei boschi effettuati tra il 1300 e il 1500, in letteratura si continuano a trovare testimonianze dell innalzamento del letto fluviale del torrente Marina. La presenza di una superficie boscata, infatti, difendeva i versanti dei pendii dalla degradazione operata dalle acque limitando l apporto di sedimenti verso valle. Privando le pendici dei colli della Val di Marina della copertura boschiva, fu favorito il trascinamento a valle del materiale solido che progressivamente andò ad occludere la sezione di deflusso disponibile dando luogo a frequenti straripamenti: Il letto del fiume della Marina è tanto rialzato sotto il ponte alla Marina e di sotto alla strada maestra che alle piene trabocca e inonda la campagna con danno grande; onde v è bisogno rialzare mezzo braccio la strada e in più fare un pezzo di palafitta di braccia (Ufficiali dei Fiumi, 1631). 43

6 Interessante è anche la seguente testimonianza: E di necessità prontamente rimediare due rotture, perché l acqua si è tutta a quella parte et il letto del fiume è talmente rialzato di fondo che l acque chiare entrano per dette rotture e maggiormente l acque torbide con danno grandissimo di tutto quel piano che assolutamente li contadini possano abbandonare dissementare, mentre si rassetti le dette rotture perché si vedi il danno che si è visto ultimamente con pocho di piena ch è venuta a inondato di acqua da questa parte tutto quel piano (Lorenzo del Nobolo, 1650). Si riporta di seguito (figura 3-1) il disegno del torrente Marina allegato alla relazione del 1650 di Lorenzo del Nobolo, in cui s intravedono le rotture dei muri di contenimento citate nella relazione. Il disegno rappresenta il tratto poco a monte della località Il Pratello. E stato possibile riconoscere la porzione di fiume rappresentata nel disegno identificando il mulino che si trova rappresentato sulla destra, detto allora mulino di Cosimo Lepri. Oggi esso si chiama mulino di Valigari ed è completamente abbandonato, ma, come si può osservare dalla figura 3-2, la sua posizione rispetto alla quota di fondo alveo è oggi molto differente rispetto al Dalla relazione di Lorenzo del Nobolo e dall immagine, si intuisce come allora il letto del fiume fosse alla stessa quota dei muri di contenimento; il padrone del mulino si lamentava infatti del fatto che, attraverso le rotture dei muri di contenimento le acque chiare (cioè anche non in caso di piena) fuoriuscivano inondando i campi adiacenti. Sempre dalla figura 3-1 risulta molto evidente che nel 1650 la configurazione del torrente era a canali intrecciati. 44

7 Figura 3-1. Lorenzo del Nobolo, disegno allegato ad una relazione del torrente Marina del 12 Ottobre Sulla destra, indicato dalla freccia si osserva il mulino di Cosimo Lepri (oggi ex mulino di Valigari). Figura 3-2. Ex mulino di Valigari oggi. Si osserva come, rispetto al 1650, la quota del fondo alveo sia molto più bassa. 45

8 A causa dell aumento progressivo delle quote di fondo, le opere di contenimento lungo l alveo dei torrenti furono innalzate al fine di porre rimedio alle frequenti inondazioni. In seguito in testimonianze del 1964, si trova scritto che le opere di contenimento nel tratto compreso tra il ponte alla Valle (detto anche ponte Molino) sono ormai divenute esuberanti, probabilmente perché le tendenze evolutive dell alveo si sono invertite a seguito del rimboschimento progressivo: Il deplorevole stato in cui si trovano le opere idrauliche sviluppate sulla destra del torrente Marina è stato oggetto di una relazione di studio i muri che delimitano la parte interna dell alveo e che sorreggono esternamente le arginature in terra, appaiono chiaramente realizzati a più riprese, essendosi raggiunta la loro situazione attuale in seguito a successivi rialzamenti e per successive sottomurazioni secondo le varie fasi di assetto del torrente in periodo certamente ultramillenario che ha seguito i primi interventi dell uomo. Le opere di cui si tratta sono cioè frutto di lavori che si sono accavallati per secoli sulla primitiva ed antichissima traccia d impianto. Al lume di un esperienza di anni, le attuali difese risultano esageratamente alte rispetto ai massimi livelli di piena conosciuti; si può dire che di 5 metri circa di altezza dei muri, non più di metri siano effettivamente impegnati dal deflusso in condizioni di massima piena (Ing. Mario Simonetti, 1964). Per quanto riguarda l andamento planimetrico, sono state analizzate delle carte del Catasto Leopoldino del XIX secolo. Il tratto che è stato possibile studiare comprende la località La Chiusa fino al ponte alla Valle. Le cartografie Leopoldine sono state confrontate con le foto aeree riportate nel paragrafo successivo. Non essendo presenti quote, non è possibile fare una valutazione quantitativa di un 46

9 eventuale spostamento dell alveo fluviale, quindi ci si limita a considerazione di carattere qualitativo. Nel complesso si osserva che l andamento planimetrico non è cambiato in modo considerevole, poiché l alveo fluviale era già racchiuso all interno di un ampia area delimitata da muri di contenimento. Figura 3-3.Catasto Leopoldino XIX secolo. Tratto da La Chiusa a valle Il Pratello Quando si analizzano le variazioni dell assetto planimetrico di un fiume si deve considerare complessivamente l alveo attivo. Da lungo tempo la planimetria del torrente Marina risulta imposta da opere di contenimento e quindi non c è dato di conoscere la propensione di questo torrente a muoversi lateralmente, anche se, attualmente, i muri di contenimento sono piuttosto 47

10 ampi rispetto all estensione dell alveo attivo il torrente non è comunque libero di aggiustarsi a livello laterale. Da questo confronto cartografico non si possono trarre notizie sul tipo di forme fluviali né tanto meno sulle quote di fondo alveo. Si può notare nella figura 3-4 anche all epoca la curva a monte del ponte alla Valle, in località S.Angelo, dove attualmente vi sono fenomeni erosivi localizzati piuttosto importanti, a cui frequentemente gli enti pubblici devono porre rimedio, affinché il muro di contenimento in sinistra idraulica non crolli. Figura 3-4. Catasto Leopoldino XIX secolo.tratto da Le Bartoline al ponte alla Valle. 48

11 3.2 Confronto di foto aeree Per comprendere meglio come sia cambiato l aspetto del territorio nel bacino del torrente Marina negli ultimi 50 anni, sono state messe a confronto delle foto aree scattate dall I.G.M. nel 1954 e nel Sono state analizzate le foto aree relative alla porzione montana del bacino, intermedia e valliva. La prima coppia di foto aeree analizzate si riferiscono al 1954 e al 1997 (si veda Foto aeree 3-1): è ripreso il tratto che va dall immissione del fosso Seccianico fino alla località Le Torri. In questo tratto si riconoscono le zone collinari e montuose, coperte fittamente da vegetazione boschiva che sono rimaste tali fino ad oggi. Si può notare un ampliamento di Carraia, mentre le rare zone coltivate in corrispondenza di detto abitato sono molto ridimensionate. Si può osservare la presenza dell autostrada A1 nella foto del 1997 che invece non era ancora stata costruita nel 1954; questa corre a fianco del torrente Marina per tutta la sua lunghezza ed interseca il torrente Marinella di Legri, in corrispondenza del quale vi è attualmente un viadotto. Si nota nel 1997 anche la presenza delle vistose cave di calcare utilizzate per la costruzione dell autostrada medesima. Si riconoscono le cave in località Monte a Secciano e Cascina : l enorme quantità di materiale impiegato per la costruzione dell autostrada è intuibile dal confronto dalle zone delle cave. Le zone agricole ai piedi nelle colline dove sono situate le cave, sono oggi scomparse. 49

12 Foto aeree 3-1. Tratto da Monte a Secciano fino a Le Torri ; 1954 (sopra) e 1997 (sotto). 50

13 Nella foto del 1954, in tutto il tratto rappresentato, il torrente Marina è ben visibile. Nelle foto aeree, il colore chiaro del torrente ne consente l immediato riconoscimento, questo è dovuto infatti alla presenza di sedimenti e barre attive, le quali non risultano vegetate proprio in conseguenza della mobilità del letto fluviale. Si deduce quindi che la zona attiva dell alveo fluviale al tempo dovesse essere più estesa e più ampia. Il canale di magra (inteso come channel bed cioè quella parte dell alveo che è totalmente o parzialmente ricoperta di acqua per la maggior parte delle portate che interessano il fiume) risulta, anche più sinuoso all interno dell alveo di piena, essendo probabilmente al tempo più soggetto a movimenti laterali. Nelle foto del 1997 sia il canale che l alveo di piena sono a malapena riconoscibili, se ne può riconoscere la posizione solo grazie alla Strada provinciale n 8 dalla quale risulta sempre costeggiato. Attualmente il torrente, dall immissione del fosso Seccianico, fino all abitato di Carraia, risulta avere un alveo molto piccolo (ampiezza massima dell alveo attivo 5-8 m) e una pianura inondabile intensamente vegetata che non consente l individuazione del torrente nelle foto aree. Viceversa, a valle di Carraia, la pianura inondabile scompare, ma l alveo risulta essere molto inciso con pochi sedimenti e poche barre attive, quindi anche in questo caso non è ben riconoscibile. Da questo confronto scaturiscono differenze sensibili tra le forme fluviali che caratterizzavano il torrente all epoca e nella situazione attuale. La presenza di un alveo attivo molto più ampio nel tratto a valle di Carraia è testimoniata anche dal confronto fotografico discusso nel paragrafo successivo. Non è stato possibile analizzare eventuali variazioni di tipo altimetrico dell alveo fluviale, l analisi tramite stereocompatore non risultava molto chiara a causa 51

14 delle dimensioni ridotte del torrente nelle foto, causate da un altezza del volo fotografico troppo elevata relativamente alle dimensioni del fiume. Nel secondo confronto fotografico (si veda Foto aeree 3.2) si può osservare il tratto dalla località Il Pratello (in alto a destra) fino al ponte della ferrovia (a sinistra). In ambedue le foto si possono riconoscere il ponte alla Marina ed il ponte della Strada Provinciale Pratese. Si può osservare come nella foto del 1954 non è presente, invece, il ponte della Strada Provinciale, che nella foto del 1995 attraversa il Marina poco a valle della curva in località S.Angelo. Nel tratto compreso tra Il Pratello ed il ponte della Strada Provinciale, sono tuttora presenti campi coltivati e non c è stata un antropizzazione marcata. Presso l abitato di Calenzano si può osservare invece l incremento delle zone residenziali, in special modo nel tratto compreso tra la Strada Provinciale e la ferrovia. La zona a valle del ponte FF.SS., prima occupata per la quasi totalità da coltivazioni agricole, è adesso densamente industrializzata; sorgono lungo il tracciato del torrente Marina (qui canalizzato) numerosi capannoni. Nel complesso si può osservare che, in questo tratto, la planimetria dell alveo non è sensibilmente cambiata, si riconoscono le stesse curve sia nel tratto non canalizzato sia in quello canalizzato. Per quanto riguarda la morfologia dell alveo, nel tratto fino al ponte della Strada Provinciale si riconoscono delle barre fluviali abbastanza estese, che sono tuttora presenti; nel tratto a valle l alveo diventa più stretto e non si riconosce più nessun tipo di forma a causa della canalizzazione che già all epoca era presente. 52

15 Foto aeree 3-2. Ripresa da Il Pratello fino al ponte FF.SS.; 1954 (sopra) e 1995 (sotto). 53

16 Nell ultimo confronto (si veda Foto aeree 3-3), si può osservare il tratto a valle del ponte FF.SS. fino allo sbocco in Bisenzio In ambedue le foto si possono riconoscere il torrente Nuovo Garille (tipico per l andamento planimetrico artificialmente rettilineo) e poco a monte l autostrada A11 già esistente nel L intensa urbanizzazione è immediatamente visibile; sono scomparse quasi tutte le zone coltivate sostituite da costruzioni di varia natura, anche molto prossime alle zone di rispetto fluviali. Si osserva un intensificazione netta del reticolo viario, con la creazione di superfici asfaltate più o meno importanti a servizio dell area intensamente trafficata per via del complesso industriale. In questo tratto, il torrente Marina, è talmente inglobato nel complesso urbano che risulta difficilmente individuabile e riconoscibile a chi percorre le zone ad esso adiacenti. Qui il torrente ha completamente perso tutte le sue caratteristiche di naturalità e ormai risulta definitivamente compromesso l habitat naturale che coinvolge lega il fiume alle specie animali e vegetali. Dal ponte della Strada Provinciale il fiume ormai diventa solamente una via artificiale che conduce l acqua verso il fiume Bisenzio. In questo tratto è dunque impossibile fare qualunque considerazionesulla morfologia delle forme fluviali, sulla planimetria (imposta artificialmente dai muri di contenimento e dagli argini) o sulla variazione altimetrica del fondo. 54

17 Foto aeree 3-3. Ripresa del tratto a valle il ponte FF.SS. fino allo sbocco in Bisenzio; 1954 (sopra) e 1995 (sotto). 55

18 3.3 Confronto di profili longitudinali I profili longitudinali costituiscono un importante descrizione della configurazione altimetrica del corso d acqua. Il profilo si traccia riportando in ascisse la distanza progressiva calcolata lungo la linea del thalweg (linea di massima profondità del canale) misurata a partire da un origine prefissata e, in ordinate, le corrispondenti quote misurate sul livello medio del mare oppure rispetto ad un piano convenzionale prescelto. Nello stesso diagramma possono essere riportate anche altre grandezze di interesse quali le quote delle sommità arginali, le opere trasversali e le infrastrutture. Dal confronto di più profili longitudinali si possono dunque ricavare informazioni sulla variazione della quota di fondo alveo. E possibile capire se un certo tratto fluviale è stato soggetto a fenomeni di erosione distribuita o viceversa di deposito, ed inoltre stimare il periodo di inizio di tali fenomeni. Il confronto tra i profili longitudinali non è però così semplice poiché i profili non sono quasi mai direttamente sovrapponibili. Errori di misura nelle distanze progressive, errori nella determinazione della quota di riferimento sul livello medio del mare (caposaldo) o addirittura quote di riferimento fittizie necessarie per progetti limitati nello spazio, possono indurre notevoli incertezze. Bisogna porre molta attenzione ai dati che si vanno a sovrapporre, talvolta a causa di errori nel sistema di riferimento, si possono ottenere risultati privi di alcuna validità. Per ovviare a tale problema, si dovrebbero confrontare le quote di punti che certamente nel corso degli anni sono rimasti immutate, come ad esempio l intradosso di ponti, punti fissi del fondo, eventuali affioramenti rocciosi, e valutare l eventuale 56

19 differenza di quota tra i due rilievi. Ma talvolta anche ciò risulta essere complicato a causa della rappresentazione non in scala delle opere che si vanno a considerare. Per avere qualche riscontro dell effettivo processo evolutivo a livello altimetrico del fondo alveo nell arco dell ultimo secolo, sono stati confrontati alcuni profili longitudinali del torrente Marina. Il materiale è stato reperito presso gli uffici del Genio Civile di Firenze, del Consorzio della Bonifica dell Area Fiorentina e presso il Genio Civile di Prato. Vengono descritti di seguito i risultati ottenuti tramite tali confronti Il profilo del 1929 Nell anno 1929 fu presentato un progetto di larga massima (Corpo Reale del Genio Civile, Ufficio di Firenze, 1929) in cui erano previste opere di sistemazione idraulica nel bacino montano del torrente Marina. Nel progetto fu studiata la sistemazione dei torrenti Marina, Marinella di Legri e Rimaggio. In tale progetto furono previste essenzialmente briglie (in totale 44) per ridurre l eccessiva pendenza del fondo, per trattenere il materiale trascinato dalle piene e favorire il consolidamento delle sponde. Insieme alla Relazione di detto progetto fu presentato anche un profilo altimetrico del torrente Marina che è stato posto a confronto con quello attuale. Anche se le quote riportate sul rilievo del 1929 sono quote sul livello del mare, (quindi dovrebbero essere quote assolute e corrette), è ragionevole dubitare di un effettiva corrispondenza tra le quote riportate e quelle effettive. Per ovviare a tale problema, com è gia stato anticipato, si dovrebbero confrontare le quote di punti che certamente nel corso degli anni sono rimasti immutati. Purtroppo, nessuna opera è rimasta invariata dal 1929 ad oggi, molti ponti 57

20 sono stati abbattuti o ricostruiti. L unico ponte riportato nel profilo del 1929 e tuttora presente è il ponte Molino (o ponte alla Valle) ma la struttura che è giunta sino ad oggi potrebbe essere l ultima versione di una serie di lunghi rifacimenti e restauri che potrebbero aver modificato la versione del 1929 da quella attuale. E certo comunque che il ponte Molino è, insieme al ponte alla Marina, uno dei ponti più antichi lungo il torrente Marina. Poiché dal profilo del 1929 non è possibile neppure ricavare con precisione la quota del ponte (trattandosi di una schematizzazione grafica molto semplice) e dubitando anche che sia rimasto immutato dal 1929 ad oggi, ci si limita a fare alcune considerazioni di tipo qualitativo sulle quote del fondo alveo. La quota di fondo alveo in corrispondenza del ponte Molino nel profilo del 1929 è 58 m s.l.m, mentre lo stesso punto in altri rilievi analizzati risulta essere alle seguenti quote: quota fondo alveo presso il ponte Molino (m s.l.m.) Tabella 3-1. Quote del fondo alveo in corrispondenza del ponte Molino in alcuni profili. Risulta difficile stabilire se la quota del fondo in corrispondenza del ponte Molino sia effettivamente 58 m s.l.m. oppure debba essere corretta. Tenendo conto che in una relazione allegata ad un progetto per la sistemazione del torrente Marina del 1964 (Consorzio Idraulico di III categoria, Bisenzio e Marina, 1964), nel tratto dove è situato il ponte Molino già da almeno anni si parla di muri esageratamente alti rispetto alle effettive necessità di contenimento, sembra strano che il fondo alveo in corrispondenza del ponte Molino potesse essere così alto. Se si osserva la posizione 58

21 dell ipotetica quota di fondo alveo del 1929 nella sezione attuale, si nota che la sezione del ponte all epoca doveva risultare parzialmente occlusa Elevation (m) Station (m) Figura 3-5. Sezione trasversale in corrispondenza del Ponte Molino (1999) Per quanto riguarda le sezioni a monte dell abitato di Carraia non abbiamo nessuna informazione su cui basarci per confutare la validità del profilo. Inoltre sia le distanze progressive sia le quote hanno come accuratezza massima 50 cm, che risulta molto approssimativa rispetto alle misure precise che oggi si riescono ad ottenere. Tenuto conto anche dell incertezza delle distanze progressive, si è fatto affidamento su dei punti rimasti invariati fino ad oggi cercando di fare coincidere le progressive nei due profili. Per ottenere ciò, si è calcolato la differenza di progressiva, ad esempio tra il guado La Chiusa del 1929 e quella attuale e si è distribuita la differenza su tutto il tratto, in modo tale che le due progressive del guado alla fine coincidessero. 59

22 Inoltre è stato deciso di apportare una correzione pari a di -1 m sulle quote del profilo del 1929 al fine di rendere più verosimile la quota di fondo alveo presso il ponte Molino, anche se in maniera molto indicativa. A causa delle numerose incertezze ed approssimazioni, ci si limita dunque ad utilizzare il profilo solo per considerazioni di tipo qualitativo per quanto riguarda il tratto da La Chiusa fino al ponte Molino Nel profilo del 1999 sono rappresentate anche la briglia in località Il Pratello, quella poco più a valle dove viene fatta la captazione in subalveo da parte del Consiag e quella in località Le Bartoline (si veda capitolo 4). Nel profilo del 1929 nel tratto considerato non c erano briglie o opere trasversali lungo il Marina. Profili : da "La Chiusa" al ponte Molino quota fondo (m.s.l.m.) La Chiusa Le Bartoline Ponte Molino progressiva (m) Figura 3-6. Confronto tra i profili longitudinali del 1929 e del 1999 nel tratto compreso tra La Chiusa e il ponte Molino. 60

23 Dal confronto dei profili, dal 1929 ad oggi si riscontrerebbe un abbassamento della quota del fondo alveo generalizzato su tutto il tratto che va dal guado La Chiusa fino al ponte Molino. Si può ipotizzare che questo risultato possa corrispondere alla realtà almeno per quanto riguarda il tratto fino alla località Il Pratello. In questa zona si suppone infatti che l alveo fluviale sia più basso rispetto al periodo antecedente la costruzione dell autostrada, poiché all epoca ( ) ci sono stati prelievi di materiale anche dall alveo fluviale. Questa ipotesi è anche confermata dal confronto fotografico (paragrafo 3.4). Le sponde fluviali in questo tratto del resto hanno l aspetto tipico delle sponde artificiali, si suppone che in seguito ai lavori ci sia stata anche una riprofilatura generale del tratto in questione. L ultima conferma di un abbassamento, seppure artificiale, dell alveo fluviale tra La Chiusa ed Il Pratello, è la quota a cui sono situati muri di contenimento lungo le sponde. Tali muri infatti sono stati certamente costruiti, in passato, per proteggere da eventuali esondazioni, e sono stati anche rialzati nel corso degli anni, come testimoniato dalla differenza di materiali impiegati in senso verticale in uno stesso muro. Adesso però la quota di fondo alveo è talmente più bassa rispetto alla base dei vecchi muri che difficilmente si può pensare ad una esondazione in corrispondenza di tali quote. Quindi si suppone che l alveo adesso sia molto più basso rispetto al periodo in cui sono stati costruiti tali muri. 61

24 3.3.2 I profili del 1964, del 1975 e del 1998 Nell anno 1964 fu presentato un progetto di massima per la sistemazione delle difese idrauliche (Corpo Reale del Genio Civile, Ufficio di Firenze, 1929) in cui erano previste opere di sistemazione idraulica nel bacino montano del torrente Marina nel tratto dal ponte Molino fino allo sbocco in Bisenzio. Come già anticipato nel paragrafo 3-1, a seguito di un indagine sullo stato delle opere lungo il torrente Marina, nel tratto compreso tra il ponte FF.SS. e il ponte dell autostrada A11, si evidenziò che: le difese hanno le fondazioni scalzate e un altezza dal fondo dell alveo di 6-7 m, mentre il loro spessore risulta insufficiente sia sopportare l aggressività delle acque in piena sia la spinta dell argine dalla parte a campagna.nel tratto considerato la sezione liquida, si presenta a forma rettangolare ristretta, essa è sollecitata da una forte pendenza del fondo che ha determinato e determina continui sbassamenti del letto torrentizio. Invece a valle la sezione diviene gradatamente più ampia e le difese di sponda si presentano complessivamente in migliori condizioni di stabilità. Appare dunque chiaro come nel 1964 il tratto in questione fosse soggetto a fenomeni erosivi, che già da tempo si manifestavano mettendo in discussione la stabilità delle opere longitudinali. Insieme al progetto di massima fu presentato anche un profilo longitudinale, sul quale furono indicati gli interventi da effettuare tra cui una ricalibratura del tratto centrale del torrente e la realizzazione di una pendenza di compensazione. Tale profilo è stato utilizzato per valutare le tendenze evolutive dell alveo; ciò è stato possibile perché sono stati recuperati altri due profili longitudinali del tratto in questione, uno risalente al 1975 ed uno risalente al

25 Nel 1975 fu presentato uno studio della sistemazione dell alveo e delle difese idrauliche del torrente Marina dal ponte Molino fino allo sbocco in Bisenzio. A questo studio fu allegato un profilo longitudinale in cui venivano indicati gli interventi necessari previsti. Non è stata ritrovata nessuna relazione tecnica allegata alla minuta rinvenuta presso gli Uffici del Genio Civile di Firenze e quindi è stato possibile analizzare solo il profilo dell alveo senza usufruire di informazioni storiche come nel caso precedente. Anche in questo studio fu prevista una riprofilatura dell alveo. I profili del 1964 e del 1975 sono caratterizzati dagli stessi capisaldi e le misure sono state effettuate nelle medesime sezioni; in alcuni punti però, dato che le quote progressive non coincidevano, sono state operate delle correzioni in modo tale da distribuire l errore sulle varie sezioni all interno del tratto non corretto. Prima di passare alla sovrapposizione dei profili, è stato fatto un controllo tra l intradosso di alcuni ponti comuni ai due profili, dal quale si è osservato che esiste effettivamente una differenza tra le quote (0.9 m in corrispondenza del ponte Molino e 0.55 per il ponte FF.SS.), ma non si è ritenuta valida in quanto le rappresentazioni grafiche dei ponti, tra una versione e l altra, sono diverse (in particolare l altezza dell impalcato del ponte cambia sensibilmente). Si è poi supposto che le misure potessero essere confrontabili tra i due profili in quanto sono state effettuate in corrispondenza delle stesse sezioni, quindi probabilmente con gli stessi capisaldi. Nella tavola 3-1 si può osservare il confronto tra i due profili, si può notare che si è verificato un abbassamento del fondo alveo nel tratto compreso tra il ponte Molino e il ponte dell autostrada. Tale abbassamento (valore max 0.95 m), diventa sempre meno importante procedendo verso valle per poi annullarsi completamente in corrispondenza del ponte dell autostrada. La tendenza all erosione del fondo fluviale in 63

26 questo tratto era già in atto negli anni precedenti al 1964 come si rileva dalla relazione del progetto di massima del 1964, mentre anche allora il tratto a valle del ponte dell autostrada era meno soggetto a fenomeni d instabilità delle opere fluviale, visto che il fondo dell alveo non era variato sensibilmente. Di seguito (tabella 3-2) si riportano le progressive e le quote dei punti utilizzati per il profilo del 1964 e del 1975, grazie alla coincidenza dei picchetti, si può fare un confronto diretto tra i punti. Progressiva (m) Quota fondo (m s.l.m.) Quota fondo (m s.l.m.) quote fondo (m) Ponte Molino Ponte alla Marina Ponte S.P Ponte FF.SS Ponte A Imm. Nuovo Garille Tabella 3-2. Progressive, quote del fondo e differenza tra le quote nei rilievi del 64 e del 65. Nel profilo longitudinale del 1964 e del 1975, a valle del ponte FF.SS., si può osservare un deposito abbastanza pronunciato (altezza circa 1m), nel caso si tratti effettivamente della quota del fondo alveo, la cui presenza desta qualche difficoltà d interpretazione. 64

27 Talvolta, se nelle opere di riprofilatura del letto è prevista la rimozione di un corpo sedimentario, anziché la quota del fondo alveo nel profilo può essere indicata la sommità della barra da rimuovere. Effettivamente nei due profili era prevista la rimozione dei corpi sedimentari il cui materiale in genere viene spostato per riempire le zone in cui l alveo si è abbassato. E stato possibile effettuare un ultimo confronto grazie ad un profilo longitudinale rilevato nel 1996 dal Genio Civile di Prato in occasione dei lavori di rialzamento dell'argine sinistro nel tratto compreso fra il ponte ferroviario e il ponte di via Einstein, effettuati a seguito dell evento alluvionale del Il profilo interessa il tratto dal ponte FF. SS. Fino al ponte dell autostrada. In occasione di questi lavori, a valle del ponte di via Einstein è stata effettuata una ripulitura dell alveo che era completamente invaso da vegetazione anche di notevoli dimensioni. Sono stati effettuati anche degli interventi in corrispondenza delle tre soglie sempre a valle del ponte di via Einstein, le quali erano soggette a marcati fenomeni erosivi localizzati. Anche in questo caso, prima di procedere alla sovrapposizione dei profili, sono state corrette le quote progressive ed è stato effettuato un controllo sulla quota di un punto fisso. Il punto scelto è stato l intradosso del ponte FF.SS., il quale è rimasto invariato nel corso degli anni, il confronto è stato fatto con il rilievo del La differenza di quota risulta essere minima, appena 5 cm, che comunque sono stati tolti dal profilo del Come si può osservare dalla tavola 3-1, il tratto tra il ponte FF.SS. e il ponte dell autostrada risulta in ulteriore abbassamento rispetto agli anni precedenti. Anche in questo caso si riconosce la presenza del corpo sedimentario, anche se spostato più a 65

28 monte (o per cause naturali o per qualche incongruenza delle misure), mentre l abbassamento a valle del ponte di via Einstein risulta essere più contenuto (massimo 0.5 m). Sull ultimo tratto, si mostrano alcune riserve a causa del dislivello di circa un metro in corrispondenza del ponte dell A11, che non risulta in accordo con le tendenze generali dei tre profili, anche se non si può escludere a priori un fenomeno di questo tipo. Progressiva (m) Quota fondo (m s.l.m.) Tabella 3-3. Progressive, quote del fondo nel rilievo del

29 3.4 Confronto fotografico Una buona documentazione fotografica può essere una fonte di informazioni attendibili sulle condizioni del bacino idrografico e dell alveo fluviale nel corso degli anni. Se è possibile identificare con certezza il luogo dove è stata scattata la foto, allora il confronto con la situazione attuale potrà essere diretto. E importante anche in questo caso trovare dei punti di riferimento nella foto che siano rimasti immutati, rispetto ai quali si possa fare un confronto (muri di sponda, ponti, strade ecc.). Presso l Ufficio del Genio Civile di Firenze è stato possibile recuperare alcuni documenti fotografici del 1958 del tratto tra l abitato di Carraia e La Chiusa. In figura 3-7 si può osservare un particolare del muro che si trova in destra idraulica nel tratto in cui il torrente scorre nell abitato di Carraia, la foto ritrae il crollo di una porzione del muro. E interessante osservare come l acqua, in condizioni di magra (o di morbida), scorresse alla base del muro; si deduce quindi, che la quota del letto fluviale dovesse essere almeno in corrispondenza della fondazione di detto muro. Se si confronta la foto del 1958 con una veduta attuale dello stesso muro (figura 3-8), si osserva come attualmente il canale di magra sia ad una quota molto più bassa rispetto alla fondazione del muro di contenimento. Il dislivello tra la base del muro e il fondo dell alveo, è stato stimato circa 2 m. Evidentemente, la quota del fondo alveo è diversa da quella di 43 anni fa, è difficile capire se tale abbassamento sia stato un fenomeno naturale o se vi sia stato un intervento antropico, magari di estrazione di inerti. Purtroppo non è possibile fare considerazioni sulla vegetazione, trattandosi di un tratto all interno di un abitato è certamente sottoposto a falciatura e ripulitura delle sponde. 67

30 Figura 3-7. Veduta del muro di sponda in destra idraulica presso l abitato di Carraia (1958), l acqua scorre alla base del muro. Figura 3-8. Veduta del muro di sponda in destra idraulica presso l abitato di Carraia (2001), il canale si trova ad una quota più bassa rispetto al L assenza di difese di sponda quali spallette o muri di contenimento in sinistra idraulica, dove sorgono numerose abitazioni, ci conferma che durante le piene il livello 68

31 dell acqua non raggiunge più il muro di contenimento posto in destra idraulica, costruito in passato per assolvere invece a questa funzione (si veda figura 4-5) In un altra foto risalente al 1958, viene mostrata la pila del ponte di Carraia; mettendola a confronto con la situazione attuale, si è osservato che all epoca non c era traccia di alcun fenomeno incisivo alla base della pila, come invece è testimoniato dalla figura 3.9. L entità dell incisione è minima, e non è tale da indurre fenomeni d instabilità nella pila del ponte. Si riporta unicamente la foto della situazione attuale perché la qualità dell immagine del 1958, non è tale da consentire una riproduzione accettabile. Figura 3-9. Particolare della pila del ponte di Carraia (2001). Si nota una lieve incisione, non presente nelle foto del Le differenze dell alveo fluviale dal 1958 ad oggi sono evidenziate anche dal confronto tra le figure 3-10, 3-11, 3-12 dove si può riconoscere il vecchio ponte militare, situato a monte della località Le Torri. Il ponte oggi non esiste più ma è 69

32 rimasta la pila centrale come testimonianza della sua presenza e della sua posizione. Grazie, infatti, ai resti della pila centrale è stato possibile capire correttamente il punto in cui erano state scattate le foto e confrontarle con la situazione attuale. Figura 3-10.Veduta del vecchio ponte Militare, da valle verso monte (1958) Figura Veduta più ampia del vecchio ponte Militare, da valle verso monte (1958) 70

33 L alveo fluviale nel 1958 è molto diverso da quello attuale (figura 3-12), all epoca c era una grande quantità di sedimenti e barre attive senza alcun tipo di vegetazione. Attualmente l aspetto dell alveo, nel tratto tra Carraia e Le Torri, è profondamente diverso da quello che si può riscontrare nelle foto del All epoca l alveo attivo era abbondante di sedimenti, c erano numerose le barre attive e la vegetazione era completamente assente. Oggi invece non si osserva più un alveo ricco di materiale, l azione della corrente ha portato in superficie sedimenti più fini; vi è una piccola pianura inondabile con poca vegetazione (probabilmente a causa della sua recente formazione) ed è certamente in atto un processo erosivo a scala di tratto. Figura Particolare della pila centrale del vecchio ponte Militare (2001) La marcata tendenza all erosione è testimoniata dallo scalzamento progressivo che sta subendo la pila centrale del vecchio ponte militare; la fondazione della pila e del muro in sinistra idraulica (vedi figura 8-10) già all epoca erano interessate da un processo erosivo. Attualmente l acqua scorre a circa m metri sotto la fondazione della pila. Anche in questo caso è difficile stabilire quanto vi sia di naturale 71

34 nell abbassamento del fiume e quanto sia dovuto all intervento antropico. L estrazione di inerti per la costruzione dell autostrada, non è da sottovalutare, in quanto questa corre proprio parallelamente al torrente Marina (si veda figura 8.13); d altro canto già nel 1958 era in corso un naturale abbassamento del letto fluviale. Probabilmente la morfologia odierna è il risultato di due fattori concomitanti. Nella figura 3-18 viene mostrata la situazione del letto fluviale nel 1958 in corrispondenza della località Le torri, poco a monte dell immissione del torrente Marinella di Legri. Si può notare come l alveo fluviale fosse particolarmente rimaneggiato e si possono distinguere tracce di mezzi di trasporto in corrispondenza della barra in sinistra idraulica. Figura Veduta del Marina in località Le Torri (1958), si osserva il fondo fluviale molto rimaneggiato e in lontananza l autostrada in costruzione. Ulteriore testimonianza dell abbassamento del fondo è dato dal confronto tra la figura 3.14 e la figura 3-15 dove si può notare come, anche in questo caso, nel il livello del canale si situava in corrispondenza della fondazione del muro di sponda posto in destra idraulica nel tratto a valle il ponte militare. Oggi invece la quota di fondo alveo 72

35 è molto più bassa, e il muro di sponda non risulta più interessato dal deflusso delle acque, se non in caso di eventi di piena considerevoli.. Figura Muro in destra idraulica a valle del vecchio ponte militare (1958), il fondo alveo è alla stessa quota della base del muro. Figura Veduta attuale muro in destra idraulica a valle del vecchio ponte militare (2001); la freccia indica l attuale quota della base del muro. 73

36 Presso gli uffici del Consorzio della Bonifica dell Area Fiorentina è stato possibile recuperare anche alcuni documenti fotografici del Queste foto sono una testimonianza dei lavori d ampliamento previsti nel tratto a valle del ponte dell autostrada A11 (allora in costruzione), della costruzione del torrente Nuovo Garille e del rifacimento del Vecchio Ponte Fornello poco prima dello sbocco in Bisenzio. Allo scopo di alleggerire dalla pressione delle acque sul Marina, il letto del torrente Chiosina, unito a quello del torrente Garille è stato dal 500 all 800 spostato progressivamente e sempre più verso sud-est, per essere poi deviato definitivamente verso ovest. Nel 1931 il percorso del torrente Chiosina è stato definitivamente deviato; è stato, infatti, costruito artificialmente il canale Nuovo Garille, il quale sfocia nel torrente Marina a poche centinaia di metri dallo sbocco in Bisenzio. Il canale nuovo Garille, altri non è che un raddrizzamento dell antico fosso di Montalvo. Tuttavia, l analisi condotta in seguito è stata limitata al tratto dal guado a monte Secciano fino all immissione del torrente Nuovo Garille, escludendo quindi la porzione di alveo interessata da questa documentazione. Si riportano comunque alcune immagini relative ai lavori effettuati in quel periodo. Attualmente il ponte di Fornello non esiste più, mentre la sezione dell alveo è ancora quella che fu progettata ed eseguita all epoca. In figura 3-16 si può ancora osservare la sezione del Marina prima dei lavori di ampliamento. 74

37 Figura Veduta del torrente Marina e del torrente Nuovo Garille in costruzione (1931). Figura Veduta attuale dell immissione del torrente Nuovo Garille (2001). In destra idraulica si notano i lastroni in calcestruzzo posti durante i lavori di ampliamento del Marina del

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