Complicanze/soluzioni
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- Berta Giorgi
- 8 anni fa
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1 Alimentazione: Complicanze/soluzioni U.S.U. Milano- Novembre 2012 Convegno CNOPUS Noemi Ziglioli- Elisa Rusconi- Paola Pignotti
2 Programma alimentare: Ø Esiste un parametro che qualifica un modello alimentare come strumento per un buon funzionamento intestinale? Ø Quali strumenti usare per certificare tale richiesta? Ø E utile la correlazione abitudini precedenti e condizioni attuali?
3 Ogni alimento riveste importanza. nella giusta misura! CHIMO
4 Organigramma Alimentare
5 Alimentarsi è Introdurre cibo in modo bilanciato per soddisfare le richieste energetiche necessarie alla funzione degli organi, al lavoro corporeo e provvedere il materiale per la crescita, il ripristino e la riparazione dei tessuti. Un importante momento di socializzazione e di vita in famiglia
6 Sinergie alimentare e buone abitudini di vita
7 Le fibre sono un elemento che non devono mancare nella dieta quotidiana
8 Valutazione dello stato nutrizionale: ABCD A.Parametri Antropometrici(permettono di misurare le riserve energetiche e la massa corporea): peso, altezza (BMI: Body Mass Index), circonferenza giro vita, plica tricipitale o sottoscapolare, circonferenza del braccio. B. Misurazioni Biochimiche(albumina, transferrina, proteine leganti il retinolo, linfociti totali, elettroliti, indice creatinina/altezza) C.Esami Clinici(cute e annessi, mucose, muscoli ecc.) D.Dati Dietetici(diario alimentare, riassunto 24 ore)
9 Fattori che interagiscono per un adeguato stato nutrizionale: Appetito e buon umore
10 Fattori che condizionano una buona nutrizione ed eliminazione " Conoscenze alimentari " Religioni " Condizioni socio-economiche " Autonomia: nel procurarsi il cibo, cucinarlo, portarlo alla bocca " Funzionalità gastrointestinale: deglutizione, digestione " Bruciore, dolore, nausea, inappetenza ecc " Patologie concomitanti
11 Conoscenze alimentari Modello alimentare (numero di pasti e orario) Apporto alimentare giornaliero (idonea introduzione di calorie die per le attività svolte ) Qualità e frequenza di consumo di caffeina, teina, alcool Uso di diete speciali e/o supplementi nutrizionali (vitamine, sali minerali) Allergie o intolleranze alimentari Abitudini di vita (pasti precotti o fuori casa)
12 Autonomia Inappetenza Complicanze: sociali-religiose e fisiche Religione Stato sociale
13 Complicanze: restrizioni alimentari legate a pratiche religiose Induismo: Tutte le carni e animali macellati Islam: Maiale e animali macellati Prodotti e bevande alcoliche Gelatine e caramelle gommose Giudaismo: Maiale, uccelli predatori Frutti di mare Mescolanza di carne e latte Sangue ingerito NB: i cibi confezionati: devono essere kosher Mormoni: Alcool (e tabacco) Bevande contenenti caffeina e stimolanti (caffè, te, cola, alcune bibite gasate)
14 Complicanze: DISFAGIA: descrive qualsiasi disturbo della progressione del cibo dal cavo orale allo stomaco. La deglutizione è un atto assai complesso, in parte volontario ed in parte riflesso, nel quale sono coinvolte in modo coordinato e sequenziale diverse strutture nervose e muscolari. Il normale processo di deglutizione nell adulto avviene in sei fasi: 1.Preparazione extraorale 2.Preparazione orale 3.Fase orale 4.Fase faringea 5.Fase esofagea 6.Fase gastrica
15 TIPI DI DISFAGIA ʹ per alimenti liquidi ʹ per alimenti solidi ʹ mista
16 Soluzioni: Trattamento In relazione alla determinazione del grado di disfagia la terapia nutrizionale deve porsi alcuni principali obiettivi: 1) prevenire l aspirazione e favorire una deglutizione sicura. Ø Prevenire l aspirazione Un danno a qualsiasi livello può determinare penetrazione del bolo nel vestibolo laringeo con conseguente aspirazione. Ø Favorire una deglutizione sicura Le differenti aspirazioni possono essere prevenute con: un attenta valutazione, appropriate strategie di compenso, particolari tecniche di deglutizione, e posture facilitanti.
17 Mantenere o recuperare un adeguato stato nutrizionale. Scelta degli alimenti Caratteristiche fisiche degli alimenti in base alle diverse problematiche deglutitorie, la pianificazione, la scelta degli alimenti (tenendo conto delle differenti preferenze) e la loro preparazione sono di principale importanza nella presa in carico del soggetto con disfagia. I criteri dietetici da tenere in considerazione, secondo l attuale letteratura, sono: La consistenza Le caratteristiche di consistenza degli alimenti idonei all assunzione varia a secondo del tipo di deficit rilevato
18 Digestione Processi chimico-enzimatici e meccanici consentono di trasformare le molecole complesse in molecole semplici, adatte per l assorbimento. Assorbimento Meccanismo a cascata riduzione di molecole complesse in molecole semplici, processo che si svolge nello stomaco e intestino tenue.
19 Ingrandimento dei villi, dove avviene l assorbimento del cibo metabolizzato.
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21 L ELIMINAZIONE INTESTINALE Attività che permette di espellere i residui alimentari non assorbiti, assieme ad un piccolo quantitativo di liquidi e prodotti di rifiuto del metabolismo. Assunzione di alimenti Digestione Assorbimento Metabolismo Eliminazione
22 Colon
23 Complicanze: intestino neurologico L esame obiettivo deve includere la valutazione dell addome,l esplorazione rettale e l analisi neurologica dei riflessi locali anali. Il programma contempla tra gli esami strumentali: Ø Rx addome, analisi chimica e colturale delle feci Ø Tempo di transito intestinale e colico,studio neurofisiologico del piano perineale e anorettale. Ø Lo studio dinamico della defecazione: la retto-colon scopia e l Rx clisma opaco, possono rendersi necessari come completamento. Il paziente va controllato individualmente per il tipo di risposta ottenuta dalla modifica di ogni parametro, sia alimentare, sia farmacologico,sia gestionale.
24 Soluzioni: interventi adeguati Il programma riabilitativo deve prevedere una valutazione esaustiva della funzione intestinale già nel primo periodo post lesionale. Le fasi della valutazione contemplano un anamnesi con indagine approfondita sulla gestione intestinale: Ø Informazioni precedenti alla lesione midollare. Ø Informazioni complete sull attuale funzionalità, con frequenza, tempi e modi, con i sintomi prevalenti nei momenti di preparazione ed in corso di svuotamento. Ø la necessità assistenziale, le eventuali terapie adottate per facilitare la canalizzazione e modi d utilizzo.
25 Programma evacuativo 1. valutazione condizioni cliniche paziente 4. Verifica di una efficace eliminazione 7. Controllo della validità del programma impostato 10. Controllo infezioni 2. Prescrizione del lassativo serale x 2 giorni 5. Eventuale ripetizione del clistere il giorno successivo 8. Eventuale cambio dei presidi utilizzati 11. Addestramento care giver 3. Mattino: esecuzione del clistere evacuativo 6. Impostazione del programma evacuativo 9. Eventuale ripetizione del clistere se necessario 12. follow-up efficacia evacuativa e funzione intestinale
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27 CARATTERISTICHE DELLE FECI COMPOSIZIONE ACQUA : 75% -80% RESIDUI ALIMENTARI : 10% CELLULE DISFALDAMENTO : 15% SALI, MUCO, BATTERI : 8% QUANTITA Circa gr/die FORMA CILINDRICHE: NORMALI ODORE ODORE NORMALE: SUI GENERIS ODORI PATOLOGICI: COLORE MARRONE:NORMOCROMICHE
28 FATTORI CHE INFLUENZANO L ELIMINAZIONE INTESTINALE FATTORI SOCIO-CULTURALI (abitudini lavorative, viaggi) FATTORI FISICI (deficit di mobilità) FATTORI PSICOLOGICI (depressione, ansia) FATTORI BIOLOGICI (età, dieta, assunzione di farmaci, patologie, riflesso della defecazione, modalità di defecazione, gravidanza)
29 Problemi : fattori eziologici correlati all evacuazione PERDITA DICONTROLLO DEGLI SFINTERI ALTERAZIONI COGNITIVO/PERCETTIVE SPESSO LEGATA AD UNA DIMINUZIONE DELLA MOTILITA. Soluzioni : informazioni ABITUDINI PRECEDENTI DELL EVACUAZIONE PER STABILIRE UN PROGRAMMA DI RIEDUCAZIONE DELL INTESTINO LA VALUTAZIONE DELLO STATO NUTRIZIONALE DELLA PERSONA (NECESSARIO PER APPORTARE DEI CAMBIAMENTI NELLA DIETA) Soluzioni : interventi assistenziali PROGRAMMA DI RIEDUCAZIONE INTESTINALE ABITUARE IL PAZIENTE A VUOTARE IL COLON SEMPRE ALLA STESSA ORA PRESTARE ATTENZIONE ALLE CONDIZIONI DELLA CUTE PERIANEALE PROGRAMMARE DIETA RICCA DI FIBRE E LIQUIDI SOMMINISTRARE FARMACI PER QUANTO E POSSIBILE METTERE IL PAZIENTE NELLA POSIZIONE IDEALE (WATER, O COMODA) SOSTENERE PSICOLOGICAMENTE IL PAZIENTE
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31 Le costipazioni croniche intrattabili, che necessitano di un attento monitoraggio e di uno studio della motilità intestinale, possono portare ad una forte limitazione della vita in pubblico, ed a volte può essere richiesta una derivazione anale, sia per permettere una maggior continenza che per salvaguardare decubiti a rischio di continui inquinamenti.
32 LE STOMIE Il termine"stomia"indica l'abboccamento Chirurgico di un tratto dell'intestino o delle vie urinarie alla cute consentendo la fuoriuscita all'esterno di materiale organico (fecie-urine). Il termine deriva dal greco e indica "apertura o "bocca". Quando si e`portatori di una stomia bisogna considerarla come un nuovo organo che fa parte del nostro corpo e come tale deve essere gestita e curata, senza traumi. Quando la gestione e`ottimale la stomia consente una vita sociale e di relazione del tutto normale e spesso consente di riacquistare la salute.
33 Posizionamento della stomia sull addome Confezionamento della stomia Abboccamento esterno della stomia
34 Informazione e cura delle stomia
35 Tecnica dell irrigazione: Può essere eseguito quasi subito dopo l intervento, ma in genere è meglio attendere almeno 15 giorni per dare modo alla stomia di consolidarsi maggiormente. Si può comunque dire che non ci sono limiti massimi all intervallo di tempo trascorso fra l intervento chirurgico e l esecuzione del wash out ;infatti questa tecnica può essere iniziata a distanza di anni dalla confezione della colostomia senza che questo pregiudichi i risultati. L esecuzione di questa tecnica è semplice: si tratta in pratica di un enteroclisma eseguito con modalità ed attrezzature specifiche..volere è soprattutto crederci.non sono fantasie
36 Sequenze della tecnica d irrigazione
37 Grazie..
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