Concetti base. Le attività, tra loro integrate, formano i processi produttivi (o di trasformazione).

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1 Concetti base Tutti i beni che acquistiamo sono il risultato di un attività aziendale di produzione, cioè di ottenimento di prodotti e servizi attraverso l impiego di risorse. Le attività, tra loro integrate, formano i processi produttivi (o di trasformazione). Le imprese, nello svolgimento dei loro processi interni di trasformazione, utilizzano stabilmente vari fattori produttivi: - impianti - attrezzature - materiali - lavoro - energia - servizi di vari natura - Al di là, dunque, delle differenze di natura giuridica o organizzativa, di finalità o di attività, le imprese si presentano come micro-sistemi economici che attuano combinazioni di risorse per l ottenimento di prodotti e servizi destinati a soddisfare dei bisogni. Questa è l essenza di ogni impresa. Il complesso dei beni e dei diritti, cioè delle attività possedute dall impresa è denominato patrimonio o capitale di funzionamento. Il patrimonio aziendale non è composto solo da danaro e fattori produttivi acquisiti. I processi interni di trasformazione dei fattori mutano il patrimonio. I prodotti finiti si sostituiscono ai fattori produttivi impiegati. Con la vendita, i crediti si sostituiscono ai prodotti finiti. A loro volta, i crediti si ritrasformano in danaro. Il patrimonio aziendale, continuamente mutevole, è, quindi, essenzialmente composto da: danaro fattori produttivi non ancora utilizzati nei processi produttivi prodotti in corso di lavorazione prodotti finiti crediti 1

2 Data l eterogeneità degli elementi del patrimonio, la determinazione del valore complessivo del patrimonio può avvenire solo attraverso la loro omogeneizzazione. La moneta e i criteri di valutazione svolgono questa funzione. Ogni azienda, tuttavia, nel corso della propria attività, contrae dei debiti connessi a funzionamento o al finanziamento della stessa. Ad esempio debiti verso i fornitori per l acquisto dei fattori produttivi (debiti di funzionamento) o debiti verso le banche per l accensione di mutui passivi (debiti di finanziamento). I debiti possono essere considerati elementi passivi del patrimonio e, per questo, vengono definiti passività. La somma algebrica di tutti gli elementi attivi e passivi del patrimonio, cioè di tutte le attività e le passività patrimoniali, è una grandezza nota come patrimonio netto. Esso esprime la ricchezza che residua all azienda una volta detratti tutti i debiti assunti. Patrimonio netto = attività passività Il patrimonio netto è, quindi, una grandezza derivata, non distinguibile in specifici elementi, in quanto risulta semplicemente come differenza tra gli elementi attivi e passivi del patrimonio aziendale. Se non è possibile individuare specifiche attività e passività che compongono il patrimonio netto, è però possibile conoscerne le origini e gli sviluppi. Il patrimonio netto, infatti, al momento della costituzione dell impresa, sarà pari al capitale che i soci o l imprenditore hanno conferito per l avvio dell attività. Successivamente l entità del patrimonio netto subirà le variazioni dovute allo svolgimento dell attività d impresa: la produzione di utili provocherà un aumento del patrimonio netto aziendale. Se gli utili saranno distribuiti ai proprietari l entità del patrimonio netto tornerà al suo livello originario. Ciò significherà che la ricchezza generata attraverso l attività d impresa è stata trasferita nel patrimonio personale dei legittimi proprietari. Viceversa, nel caso di perdite, il patrimonio netto aziendale subirà una riduzione di pari entità. 2

3 Nel patrimonio netto, in definitiva, vengono messe in evidenza le trasformazioni che il capitale di partenza ha subito nel tempo, sia per effetto della gestione (utili e perdite d esercizio) sia in conseguenza di nuovi apporti (o rimborsi) di capitale da parte dei proprietari. ATTIVO PASSIVO Denaro Scorte materie Scorte prodotti Crediti Impianti Macchinari Debiti verso banche Debiti verso fornitori Patrimonio netto Capitale sociale Riserva legale Riserva straordinaria Utile d esercizio Le parti ideali del patrimonio netto sono, quindi: - il capitale sociale, conferito in azienda al momento della costituzione o, successivamente, in occasione di aumenti di capitale; - le riserve di utili, generati nel corso della gestione e non distribuiti ai proprietari. L utile realizzato durante l esercizio può essere in parte distribuito tra i soci, in parte accantonato come fonte di finanziamento interna (AUTOFINANZIAMENTO), mediante la costituzione di riserve. Nelle società di persone (società in nome collettivo, società in accomandita semplice) la costituzione di riserve è facoltativa (è rimessa alla facoltà dei soci). Per le società di capitali (società per azioni, società in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata) esiste l obbligo di destinare il 5% dell utile alla costituzione di una riserva, fino a che non abbia raggiunto 1/5 del capitale sociale: si tratta della riserva legale, così definita in quanto la sua costituzione è un obbligo di legge. 3

4 Lo scambio In definitiva ogni impresa è un sistema economico che scambia risorse con l ambiente in cui opera: lo scambio, dunque, e non il consumo di risorse è tipico delle imprese. L azienda non è il consumatore finale delle risorse, ma è semplicemente un utilizzatore e trasformatore di risorse acquisite allo scopo di ottenere beni e servizi non disponibili in natura senza un processo di trasformazione (produzione). In tutte le economie l utilizzo delle risorse ha un prezzo o, per essere più precisi, un costo. Le risorse, infatti, in quanto scarse, potrebbero essere impiegate in modo alternativo, per soddisfare altri bisogni o necessità. IL FLUSSO ECONOMICO DELLA PRODUZIONE Fattori produttivi Prodotti INPUT AZIENDA OUTPUT IL PROCESSO In un economia monetaria, vale a dire in un economia dove gli scambi avvengono attraverso l intermediazione della moneta (beni contro moneta e moneta contro beni), ogni scambio operato dalle aziende è regolato da un prezzo. IL FLUSSO ECONOMICO-FINANZIARIO DELLA PRODUZIONE INPUT AZIENDA OUTPUT MONETA MONETA I prezzi di scambio misurano: la remunerazione spettante a ciascun fattore della produzione acquisito per essere utilizzato nel processo produttivo (prezzi-costo); il valore generato nel corso del processo produttivo e riconosciuto all azienda al momento della vendita (prezzi-ricavo). 4

5 Le condizioni di equilibrio aziendale Fattori produttivi acquisiti (scambiati) e prodotti finiti venduti (scambiati) costituiscono, rispettivamente, input e output del processo di produzione che si svolge all interno dell azienda. E dalla loro contrapposizione che è possibile derivare giudizi in ordine all equilibrio aziendale. Come si configura, nel caso del sistema-azienda, uno squilibrio? In termini economici lo squilibrio si manifesta attraverso un insostenibile rapporto tra risorse consumate e valore della produzione riconosciuto all azienda. In tale situazione l azienda non in grado di coprire i prezzi-costo dei fattori produttivi acquisiti sul mercato attraverso la remunerazione derivante dai prezzi-ricavo dei prodotti venduti sul mercato. La ricerca dell equilibrio economico deve quindi passare attraverso il ripristino di condizioni interne in grado di assicurare la remunerazione pattuita a tutti i fattori produttivi utilizzati. Per equilibrio economico s intende, infatti, la capacità dell impresa di garantirsi un ammontare di ricavi tale da consentire la copertura dei costi e un adeguata remunerazione dell imprenditore (RICAVI>COSTI). Poiché ogni scambio, in un economia monetaria, avviene tramite l intermediazione della moneta, l azienda si trova nella necessità di ricercare costantemente anche un equilibrio finanziario, inteso come attitudine a mantenere un equilibrato rapporto tra i flussi di entrate e i flussi di uscite. L equilibrio economico e l equilibrio finanziario costituiscono le condizioni alla base di una duratura e conveniente esistenza dell azienda in funzionamento. Essi scaturiscono dalle medesime operazioni di scambio dell azienda con il suo ambiente (il mercato) osservate, tuttavia, sotto diversi aspetti. Dagli scambi, misurati dai prezzi-costo e dai prezzi-ricavo, si originano flussi di valori tra loro antitetici e simultanei: un flusso finanziario che regola il rapporto di scambio, attraverso la moneta o suoi temporanei sostituti (crediti e debiti), ed un flusso di risorse, cioè un flusso economico, che attiene ai beni e servizi oggetto dello scambio (fattori produttivi e prodotti finiti). In sintesi, la validità del progetto imprenditoriale viene analizzata dal punto di vista quantitativa in base alla capacità di equilibrio dell azienda., ossia la condizione sulla quale si basa la possibilità di esistenza e di sviluppo dell azienda. Al perseguimento dell equilibrio aziendale concorrono tre condizioni - Equilibrio economico - Equilibrio finanziario - Equilibrio patrimoniale Condizione economica di equilibrio: E espressione della capacità dell azienda di garantirsi un ammontare dei ricavi tale da consentire la copertura dei costi e una adeguata remunerazione all imprenditore. In breve RICAVI > COSTI L equilibrio economico deve essere perseguito nel medio-lungo periodo e ciò perché la maggior parte dei costi e dei ricavi non si distribuisce in modo uniforme nel tempo, ma in modo irregolare. Di conseguenza non ha senso un confronto tra costi e ricavi relativi a tempi brevi. Ecco perchè la redazione del business plan viene richiesta su un arco temporale medio lungo. Condizione finanziaria di equilibrio: consiste nel perseguimento della solvibilità dell azienda. A seconda della dimensione temporale presa in considerazione nell ambito dell equilibrio finanziario si determina - equilibrio finanziario in senso stretto, ossia l equilibrata correlazione tra la struttura degli investimenti e dei finanziamenti - equilibrio monetario, ossia il costante pareggio tra entrate e uscite monetarie. 5

6 E espressione della capacità che l impresa mostra, con le entrate, di adempiere agli obblighi di pagamento assunti e alle esigenze di investimento che insorgono a mano a mano nello svolgimento della gestione. In breve ENTRATE > USCITE Condizione patrimoniale di equilibrio: consiste nell attitudine dell impresa a mantenere una solidità patrimoniale, a garanzia della sua continuità e del suo sviluppo. Il tutto si evidenzia in una struttura del capitale caratterizzata da un armonioso coordinamento tra fonti di finanziamento e impiego delle stesse, nel senso che un investimento di lunga durata dovrà essere finanziato con capitale proprio o di credito a lungo termine e viceversa nel caso di investimenti di breve durata. 6

7 Il reddito d esercizio e il patrimonio netto Considerando l intera vita di un azienda flussi economici e flussi finanziari coincidono e misurano allo stesso modo ed inequivocabilmente il risultato della complessiva gestione aziendale. Vi sono, tuttavia, esigenze di diversa natura che conducono ad effettuare determinazioni periodiche del risultato aziendale, imponendo, di necessità, una segmentazione temporale della gestione aziendale, con riferimento a singoli esercizi, generalmente coincidenti con l anno solare. Il complessivo risultato della gestione viene, così, frammentato in specifici risultati di esercizio. La continuità della gestione aziendale viene spezzata e, conseguentemente, si rende necessaria una valutazione delle operazioni di gestione che non si sono ancora concluse al termine dell esercizio. E il caso, ad esempio, della materia prima acquistata e non interamente consumata nell esercizio o degli investimenti in impianti e macchinari ad utilizzo pluriennale. La suddivisione della gestione in esercizi dà origine, in questo modo, alla problematica delle valutazioni dei processi produttivi in corso di svolgimento, che si risolve, in ultima analisi, nell imputazione o nello storno di costi e ricavi all esercizio per ristabilirne la competenza economica. La suddivisione della gestione in periodi intermedi, a cui riferire risultati periodici, è necessaria, in quanto l azienda nasce per durare nel tempo, senza porsi limiti predeterminati. Il vero risultato aziendale sarà misurabile soltanto alla chiusura dell ultima operazione aziendale. Ma possiamo attendere fino a quel momento? Certamente non sarebbe possibile esprimere dei giudizi sulla gestione svolta, compromettendo anche la gestione futura. Esistono diverse esigenze: quella dell imprenditore di verificare periodicamente l andamento della gestione, quella di determinare le imposte da pagare sul reddito, quella di operare dei controlli, quella dei soci di prelevare gli utili derivanti dalla gestione. 7

8 Le relazioni tra reddito d esercizio e patrimonio netto Per il singolo esercizio l equazione: reddito = ricavi costi deve essere integrata, considerando la necessità di procedere alle valutazioni delle operazioni in corso, trasformandosi in: Reddito dell esercizio = Ricavi di vendita - Costi di acquisto + Valutazioni di fine esercizio Non è più possibile, per il singolo esercizio, affermare l identità tra ricavi e costi ed entrate e uscite. Solo per puro caso le grandezze finanziarie coincideranno con quelle economiche, e questo a causa delle caratteristiche proprie dei cicli economici e finanziari aziendali. Il ciclo economico, infatti, è caratterizzato da sfasamenti più o meno accentuati tra il momento dell acquisizione delle risorse e quello del loro impiego in produzione, al termine del quale (nella produzione di beni) o durante il quale (nella produzione di servizi) i prodotti ottenuti potranno essere venduti. Tale sfasamento si compone con quello originato dalle consuetudinarie condizioni di pagamento e di incasso delle operazioni di scambio, che vanno a costituire il ciclo finanziario dell azienda. Non può stupire, allora, che ai costi di competenza di un esercizio non corrispondano uscite per identico ammontare o che i ricavi dell esercizio non si riflettano in uguali entrate nel periodo. Rimane, viceversa, valida la relazione che lega il reddito e il patrimonio. Dunque: patrimonio netto + reddito = patrimonio netto iniziale dell esercizio dell esercizio finale dell esercizio 8

9 Input di beni economici Entrata di fattori produttivi: macchinari, stipendi, impianti (COSTI) Equilibrio economico AZIENDA Output di beni economici (RICAVI) Input finanziari Presenti: entrata cassa, banca Futuri: crediti Equilibrio finanziario Output finanziari Presenti: uscita di cassa, banca Futuri: debiti Input economico Input finaziario scambio scambio Output finanziario Output economico 9

10 CONTO ECONOMICO L obiettivo del conto economico è di evidenziare il risultato economico dell esercizio (utile o perdita), che scaturisce dal confronto dei ricavi e dei costi che competono all esercizio stesso. Nel conto economico sono riassunti tutti i componenti positivi (ricavi) e negativi (costi) di reddito relativi ad un dato periodo di tempo (di solito è l esercizio, pari ad un anno solare). Il Conto economico rappresenta la struttura del RISULTATO ECONOMICO che è in utile se i ricavi sono superiori ai costi ed in perdita nel caso contrario. Il conto economico rappresenta in modo dinamico i fatti di gestione che hanno portato al risultato d esercizio. Le operazioni possono essere di quattro tipi: - operazioni della gestione corrente (caratteristica), che producono costi e ricavi inerenti al ciclo acquisti-produzione-vendita - operazioni estranee alla gestione caratteristica, ma rientranti all interno della gestione operativa, che producono oneri e proventi afferenti la c.d. gestione accessoria, pertanto non legata all attività che tipicizza l impresa - operazioni finanziarie, che producono proventi ed oneri legati a rapporti di investimento o finanziamento con banche o altri enti, - operazioni straordinarie, non legati alla gestione ordinaria dell impresa 10

11 CONTO ECONOMICO PREVISION ALE A M ARGINE DI CONTRI BUZIONE a). Fatturato per prodotto/servizio a.1 a.2 a.3 a.4 Ultimo esercizio approvat o (Euro) 1 anno (Euro) 2 anno (Euro) 3 anno (Euro) 4 anno (Euro) 5 anno (Euro) b). Costi variabili b.1 Rimanenze iniziali b.2 Acquisto materie prime, semilavorati, prodotti finiti 1 b.3 (-) Rimanenze finali b.4 Consumi vari 2 b.5 Lavorazioni esterne b.6 Spese per prestazione servizi variabili 3 b.7 Provvigioni b.8 Perdite su crediti c) Margine di contribuzione (ab) d) Costi Fissi (di struttura e di sviluppo) d.1 Costo del Lavoro 4 d.2 Manutenzioni d.3 Ammortam. Immob. Materiali d.4 Ammortam. Immob. Immateriali d.5 Spese per servizi amministrativi 5 d.6 Utenze, canoni locazione, premi assicurativi 6 1 Tale dato è comprensivo della voce 1 del piano delle spese di gestione agevolabili 2 Consumi vari ad es: cancelleria, materiale di consumo, 3 In tale voce sono ricomprese le spese per prestazioni di servizi variabili agevolabili indicate al punto 3.1 del piano delle spese di gestione agevolabili ( es. servizio di trasporto,...) 4 In tale voce è ricompreso anche il costo per il lavoro prestato in impresa dal titolare o dai soci ed il compenso agli amministratori. Il TFR va inserito in questa voce. 5 In tale voce sono comprese le spese fisse per servizi di consulenza ed assistenza all attività amministrativa dell azienda (commercialista, servizio paghe e contributi, consulenza legale ) indicate al punto 3.2 del piano delle spese di gestione agevolabili. 11

12 d.7 Spese generali d.8 Pubblicità, Promozione, Marketing 7 d.9 Ricerca e Sviluppo 8 d.10 Formazione 9 e) Reddito operativo di gestione caratteristica (c-d) f) Oneri e proventi patrimoniali f.1) Affitti f.2) Interessi attivi f.3) Dividendi f.4) Oneri patrimoniali g) Reddito Operativo (e+/- f) h) Oneri Finanziari 10 h.1) di cui interessi sul prestito agevolato del Comune di Bologna i) Reddito di competenza (g-h) l) Componenti straordinari l.1) Plusvalenze e sopravvenienze l.2) Contributi in c.to gestione l.3) Minusvalenze e insussistenze m) Reddito ante imposte (l+/-m) n) Imposte e tasse o) Reddito netto (m-n) 6 In tale voce sono comprese le spese per utenze e canoni di locazione di immobili (considerate solo fisse), indicate al punto 2 del piano delle spese di gestione agevolabili, e i premi assicurativi indicati al punto 3.2 dello stesso piano delle spese di gestione agevolabili. 7 In tale voce sono comprese le spese fisse per servizi di pubblicità, promozione, commercializzazione indicate al punto 3.2 del piano delle spese di gestione agevolabili. 8 In tale voce sono comprese le spese fisse per servizi di progettazione e sviluppo che si configurano come costi di gestione dell esercizio e non hanno una ricaduta pluriennale sui futuri esercizi, indicate nel punto 3.2 del piano delle spese di gestione agevolabili. 9 In tale voce sono comprese le spese per formazione indicate al punto 4 del piano delle spese agevolabili 10 Con separata indicazione al punto h.1 degli interessi passivi pari allo 0,5% annuo da corrispondersi per il finanziamento a tasso agevolato sugli investimenti concesso dal Comune di Bologna. 12

13 ANALISI DEI COSTI Lo schema di conto economico a margine di contribuzione adotta la metodologia del direct costing, ossia il metodo di analisi dei costi che si fonda sulla distinzione fra costi variabili (o costi del prodotto) e costi fissi (o costi del periodo) e sulla sola inclusione dei primi nel calcolo dei costi di produzione. Con il direct costing si imputano ai prodotti solamente i costi variabili (costo variabile); i costi fissi non vengono distribuiti tra le varie produzioni, ma sono attribuiti in modo indistinto all insieme delle produzioni del periodo considerato. Nel conto economico di un analisi reddituale con il direct costing ai ricavi di vendita si sottraggono i costi variabili del venduto ottenendo il margine lordo di contribuzione (misura della produttività economica atta a coprire i costi fissi). A quest ultimo, sottraendo i costi fissi (di periodo) si ottiene il reddito netto. Il conto economico di direct costing Prodott o Prodott o Prodott o Totale Ricavi - Costi variabili = M.L.C. - Costi fissi = Ris. Netto (2.000) (30.000) (50.000) (25.000) Margine lordo di contribuzione: differenza fra ricavi e costi variabili di un determinato prodotto, entrambi nell ipotesi di proporzionalità rispetto ai volumi di produzione. Viene calcolato nell ambito della contabilità analitica in direct costing ed esprime il risultato economico con cui il prodotto contribuisce alla coperture dei costi fissi e all ottenimento del profitto aziendale. Il margine lordo di contribuzione consente di stabilire, a parità di fatturato, qual è il prodotto più conveniente, rappresentando (a livello complessivo) la misura della produttività economica, atta a coprire i costi fissi. 13

14 STATO PATRIMONIALE Fornisce la composizione e la valuazione del patrimonio aziendale al termine dell esercizio. Si tratta della Fotografia qualitativa e quantitativa del capitale di funzionamento dell impresa. Nella sezione dell ATTIVO accoglie gli elementi attivi o attività intesi anche come Impieghi di capitale o Investimenti in corso Nella sezione del PASSIVO troviamo gli elementi passivi o passività intesi come Fonti di capitale o Finanziamenti in corso. In termini gestionali si può dire che nella sezione Attivo sono elencati tutti gli investimenti necessari all azienda per svolgere al meglio la propria attività, mentre al passivo sono elencati tutti i mezzi di cui l azienda è dotata per finanziare quegli investimenti. Tali mezzi sono in parte di proprietà degli soci/titolare (patrimonio netto o mezzi propri) ed in parte sono di terzi (debiti). 14

15 Stato patrimoniale previsionale IMPIEGHI Cassa e banche Clienti (specific are) (specific are) (Fondo svalutazione crediti) Titoli a breve Scorte Erario C/IVA attivo Altri crediti a breve Ultimo esercizio approvat o (Euro) 1 anno (Euro) 2 anno (Euro) 3 anno (Euro 4 anno (Euro 5 anno (Euro) Capitale circolante Immobilizzazioni materiali Fabbricati 1 : Impianti e macchinari 2 (Fondo ammortamento Imm. Materiali) Immobilizzazioni finanziarie (Fondo svalut. Imm. Finanziarie) Immobilizzazioni immateriali Marchi e brevetti, licenze, altri diritti di utilizzazione 3 Ricerca e Sviluppo 4 Realizzazione sistemi e certificazioni qualità/ambiente/responsabilità sociale 5 Spese capitalizzate 6 (F.do ammort.to Imm. Immateriali) Capitale immobilizzato TOTALE IMPIEGHI FONTI Banche c/c passivi 1 Tra i fabbricati si intendono anche le opere murarie e assimilate comprese nel piano degli investimenti agevolabili, al punto 3. 2 Tra gli impianti e macchinari si intendono anche tutti quelli compresi nel piano degli investimenti agevolabili, ai punti 4 e 5. 3 Tra i brevetti, marchi e lic. d uso marchi, si intendono anche quelli compresi nel piano degli investimenti agevolabili al punto 2. 4 Tra le spese di Ricerca e Sviluppo vanno inserite anche quelle indicate al punto 2 del piano degli investimenti agevolabili. 5 In tale voce si intendono la realizzazione dei sistemi di gestione e delle certificazioni inerenti la qualità, l ambiente, la responsabilità sociale indicati al punto 2 del piano degli investimenti agevolabili. 6 Tra le spese capitalizzate vanno inserite anche gli studi di fattibilità, progettazione esecutiva, direzione lavori ecc. indicati nel punto 1 del piano degli investimenti agevolabili unitamente agli investimenti per sicurezza dei luoghi di lavoro indicati nel punto 6 del medesimo piano. 15

16 Finanziamento agevolato (quote capitale annuali da rimborsare a partire dal 3 anno) Debiti verso fornitori Debiti verso agenti Erario c/iva passivo Altri debiti a breve Passività circolanti Mutui bancari Finanziamento agevolato Fondo TFR Finanziamenti soci Passività consolidate Capitale Sociale Contributi in c/capitale Riserve Risultato d esercizio Capitale proprio TOTALE FONTI 16

17 I COLLEGAMENTI TRA STATO PATRIMONIALE E CONTO ECONOMICO Il collegamento tra stato patrimoniale e conto economico è assicurato dal risultato economico, che figura per uguale importo sia nello Stato Patrimoniale, come incremento (decremento in caso di perdita) del capitale di partenza per effetto della gestione svolta, che nel Conto economico, come contrapposizione tra Ricavi conseguiti e costi sostenuti in un esercizio. Altri collegamenti sono derivanti dalla metodologia adottata per la tenuta della contabilità generale, la c.d. partita doppia, che consente di legare alle variazioni economiche (entrate/uscite di beni e di servizi) le corrispondenti variazioni finanziarie (entrate e uscite presenti o future di soldi). Ad esempio l acquisto di fattori della produzione rileva costi nel conto economico e debiti verso fornitori. La parte saldata entro l esercizio ha generato una riduzione del debito ed una uscita di cassa o banca, mentre la parte non ancora saldata al 31/12 dell anno, risulta tra i debiti dello stato patrimoniale. Lo stesso vale per i ricavi ed i crediti. LE IMMOBILIZZAZIONI - L AMMORTAMENTO Le immobilizzazioni rappresentano gli investimenti fissi dell impresa. Di solito si tratta di beni il cui utilizzo è strettamente legato ai processi produttivi dell azienda (macchinari, impianti, attrezzature), pertanto questi beni sono destinati a permanere nel patrimonio aziendale per periodi di tempo superiori all esercizio. In altre parole, questi beni vengono utilizzati per più esercizi, pertanto concorrono alla produzione del reddito non solo nell esercizio di acquisizione, anche successivamente, durante la c.d. vita utile. Occorre pertanto suddividere il costo di acquisizione delle immobilizzazioni materiali/immateriali per gli anni di vita utile e determinare in questo modo la quota di ammortamento da attribuire all esercizio. Questo procedimento tecnico contabile viene detto ammortamento. La quota di ammortamento dell esercizio viene rilevata nei costi del conto economico, mentre la somma di tutte le quote di ammortamento calcolate nell esercizio e negli esercizi precedenti viene detta fondo ammortamento e viene rilevata nello stato patrimoniale a riduzione del valore del bene. LE RIMANENZE Al termine di ogni esercizio è necessario accertare con un inventario la quantità e la qualità delle materie prime, imballaggi, semilavorati, prodotti finiti, merci scorte di consumo che sono esistenti in magazzino. Si tratta di beni per i quali sono stati sostenuti durante l esercizio costi di acquisto, trasporto, produzione, ecc, e che saranno venduti o consumati negli esercizi successivi. Occorre pertanto stornarli dal reddito dell esercizio in chiusura per essere attribuiti ai redditi degli esercizi successivi. E questo il motivo per cui le rimanenze finali trovano evidenza nel conto economico. Le rimanenze finali di un esercizio costituiscono logicamente le rimanenze iniziali nel conto economico dell esercizio successivo. Le rimanenze finali costituiscono al tempo stesso investimenti in corso alla data di chiusura dell esercizio e trovano pertanto evidenza nell attivo dello stato patrimoniale. 17

18 LE ANALISI DI BILANCIO La verifica delle condizioni di equilibrio aziendale deve essere effettuata mediate l adozione di particolari tecniche, quali il calcolo dei cosiddetti Indici di bilancio (ratios): sono rapporti tra determinate poste dello stato patrimoniale o del conto economico o fra poste di questi due prospetti contabili. Sono utilizzati, nell ambito dell analisi di bilancio, con due finalità: - per la valutazione dello stato di salute dell azienda - per la programmazione ed il controllo della gestione futura. Gli indici di bilancio, però, forniscono solo indizi circa la situazione economico-finanziaria dell azienda e non danno alcuna informazione definitiva circa le cause dei fenomeni evidenziati. I ratios non sono cioè uno strumento autonomo e sufficiente di indagine. Affinché essi possano esplicare correttamente la loro funzione segnaletica, sono richieste alcune condizioni - un adeguata riclassificazione dei valori di bilancio - un appropriata scelta dei quozienti di bilancio la costituzione in sistema dei quozienti impiegati nell analisi 18

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