VIVA L ITALIA Uno sguardo sulla Terza Repubblica. a cura del Centro Studi

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1 VIVA L ITALIA Uno sguardo sulla Terza Repubblica a cura del Centro Studi

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3 SOMMARIO Il sistema partitico in Italia fra I e II Repubblica Il sistema partitico della I Repubblica: Il sistema partitico della II Repubblica: Il rapporto governo-parlamento in Italia fra I e II Repubblica I Repubblica Nella II Repubblica i cambiamenti sono rilevanti: II Repubblica Elezioni Istituzioni e forme di rappresentanza nelle maggiori democrazie occidentali Una nuova idea di sovranità: Sussidiarietà e Federalismo fiscale Il Federalismo fiscale in italia Il percorso di attuazione del Federalismo fiscale: a che punto siamo? Il Federalismo fiscale nei principali paesi europei Una riforma federalista: obiettivi e proposte ) Riforme istituzionali in Italia: quali riforme per quale obiettivo? ) Una nuova Italia in una nuova Europa: quali assetti futuri?

4 IL SISTEMA PARTITICO IN ITALIA FRA I E II REPUBBLICA Il momento di fortissima trasformazione che il sistema politico italiano ha vissuto fra le elezioni del 1992 e quelle del 1994, pur non essendo coinciso con una riforma della carta costituzionale, è stato di tale rilevanza dall aver assunto il peso specifico di una vera e propria transizione sistemica (non a caso, nel gergo comune, si parla di passaggio fra I e II Repubblica). profilo politico sostanziale la transizione è stata provocata da una improvvisa crisi di legittimazione e di consenso che ha prodotto la rapidissima destrutturazione del sistema partitico (tangentopoli). profilo giuridico formale la transizione è coincisa con il grande successo del referendum del 18 aprile 1993, che ha obbligato il Parlamento, ormai quasi completamente delegittimato dagli scandali, a sostituire la legge elettorale proporzionale con un sistema prevalentemente maggioritario. LE ELEZIONI DEL 1994 POSSONO ESSERE CONSIDERATE COME LE PRIME DI UNA NUOVA FASE POLITICO-ISTITUZIONALE. GRANDI DIFFERENZE SIA DAL PUNTO DI VISTA PARTITICO-ELETTORALE SIA DA QUELLO DEL FUNZIONAMENTO DELLA FORMA DI GOVERNO IL SISTEMA PARTITICO DELLA I REPUBBLICA: 1. Frammentazione (vedi Tabella 1, Gruppi parlamentari e Tasso di bipartitismo, ovvero la somma dei voti presi dai primi due partiti): i partiti in grado di ottenere seggi sono sempre stati molti rispetto al resto d europa, almeno 9-10; tuttavia ve ne erano due di peso di notevoli dimensioni, la DC e il PCI. Tali due soggetti, per tutta la I Repubblica, hanno ottenuto livelli di consenso tali da egemonizzare le proprie porzioni di spazio politico. 2. Polarizzazione ideologica: i due partiti maggiori erano fortemente contrapposti dal punto vista ideologico. In particolare, il PCI, per le sue posizioni politiche internazionali, era considerato inadatto a governare (la cosiddetta conventio ad excludendum). Il fatto che un partito del 25-30% avesse questo limite è un fattore cruciale: esso determinava l impossibilità di alternanza al governo, la principale caratteristica del sistema politico italiano della Prima Repubblica. 3. Stabilità elettorale (vedi Tabella 1, Tasso di Volatilità, ovvero la differenza complessiva fra una elezione e quella precedente): le due caratteristiche sopraesposte non sono state un semplice episodio transitorio: esse si sono protratte, senza soluzione di continuità e con variazioni di consenso ai partiti solo minimali, per quasi cinque. 4

5 Tabella 1 Il sistema partito italiano: I e II Repubblica a confronto Anno elezioni Gruppi parlamentari Volatilità Bipartitismo Bipolarismo ,0 79, ,1 62, ,2 65, ,5 63, ,8 66, ,3 65, ,1 73, ,3 68, ,3 62, ,1 60, ,0 45, ,7 41,3 80, ,7 85, ,4 46,1 89, ,5 42,8 99, ,7 70,6 84, ,1 51,0 58,7 il sistema partitico era dunque bloccato e il sistema elettorale di tipo proporzionale puro faceva sì che tali disfunzioni si traslassero immutate dalle urne alle aule IL SISTEMA PARTITICO DELLA II REPUBBLICA: Dopo tangentopoli il vecchio sistema dei partiti collassa: la strutturazione di un nuovo sistema avviene su regole del gioco completamente diverse. frammentazione ancora più accentuata, e altissima volatilità elettorale nuovo sistema elettorale maggioritario: forte incentivo alla formazione di alleanze pre-elettorali : nascono due coalizioni alternative, centrodestra e centrosinistra, entrambe per la prima volta abilitate a governare Dal quasi bipartitismo bloccato si è dunque passati al bipolarismo muscolare dell alternanza. I due nuovi poli, aspramente contrapposti, per superarsi a vicenda nelle urne, hanno creato coalizioni sempre più estese ed eterogenee, che nel 2006 hanno esaurito l intero spazio politico disponibile (Tabella 1: tasso di bipolarismo). Ma il fallimento politico dei governi prodi II e berlusconi IV ha comportato però una nuova fase di delegittimazione e di crisi sistemica, inveratasi nelle elezioni politiche del

6 IL RAPPORTO GOVERNO-PARLAMENTO IN ITALIA FRA I E II REPUBBLICA Tabella 2 - Il Governo italiano: I e II Repubblica a confronto Legislatura (anni) Durata media (mesi) % Decreti sul totale della normativa* Tasso di Successo DDL Governo (Camera) DL emanati al mese Tasso di conversione DL Fiducie all anno I ( ) II ( ) III ( ) IV ( ) V ( ) VI ( ) VII ( ) VIII ( ) IX ( ) X ( ) XI ( ) XII ( ) XIII ( ) XIV ( ) XV ( ) XVI ( ) 20,6-92,9 0,5 96,6 0,8 9,9-92,0 1, ,2 12,1-90,3 0,5 93,3 0,0 15,0-87,3 1,6 94,7 2,6 8,1-79,8 1,5 95,7 0,8 10,0-83,1 2,5 87,1 1,5 12,2-77,5 4,7 81,4 0,3 8,1-69,3 5,6 61,7 7,4 15,8-65,4 6,4 45,0 5, ,6 67,3 7,5 43,2 6,7 11,4 48,5 44,7 20,3 24,7 13,3 12,3 48,6 38,8 27,3 18,1 5,9 15,4 31,7 89,0 6,1 49,2 6,5 30,0 48,1 85,8 3,7 89,8 9,4 24,0 65,9 79,3 1,8 69,8 14,5 30,3 52,1 80,1 2,1 86,2 16,3 * Mancano i dati per le Legislature dalla I alla IX I REPUBBLICA Governo debole: attività per la gran parte gestionale ed esecutiva, giacché quella normativa, si incanalava nel processo legislativo ordinario, attraverso una intensa collaborazione con le commissioni parlamentari, e sotto la regia dei partiti. Centralità del parlamento: decretazione governativa scarsa: il ricorso al voto di fiducia semplicemente inesistente sino agli anni 80. Gran parte delle leggi approvata direttamente in commissione, con il consenso delle opposizioni. Ipertrofia legislativa: non poche grandi riforme, ma una montagna di testi legislativi, la gran parte dei quali dedicati a regolare materie di dettaglio, a soddisfare gli interessi dei singoli territori e a distribuire le risorse pubbliche a disposizione. 6

7 NELLA II REPUBBLICA I CAMBIAMENTI SONO RILEVANTI: Tabella 3 - Parlamento e Governo: dal consociativismo allo scontro maggioranza-opposizione N Leggi Leggi al mese % Leggi di Iniziativa Governo Tasso di successo DDL Governo (Camera) Tasso di successo DDL Parlam. (Camera) %sede Legislativa DDL Governo (Camera) I ,6 88,7 92,9 37,3 74,9 79,8 II ,9 74, ,8 69,9 90,4 III , ,3 22,3 68,6 91 IV ,2 66,9 87,3 22,1 68,4 94,1 V ,7 74,5 79,8 15,4 71,5 96,8 VI ,8 75,7 83,1 15,7 65,6 92,1 VII ,8 85,1 77,5 11,4 47,7 63,3 VIII ,9 72,4 69,3 16,7 55,7 86,6 IX , ,4 15,8 55,5 87,5 X ,7 69,6 67,3 20,1 41,5 83,8 XI ,2 74,8 44, ,8 46,2 XII ,9 89,2 38,8 2,1 1,9 57,4 XIII ,9 76,8 89 7,5 11,5 47,5 XIV , , ,7 XV 112 4,7 89,3 79,3 2,3 1,1 14,7 XVI 391 6, ,1 6,2 4,4 36,6 %sede Legislativa DDL Parlam. (Camera) II REPUBBLICA Bipolarismo: il sistema elettorale maggioritario veniva ad applicarsi ad un contesto partitico magmatico e confuso, nel quale tuttavia tutti erano per la prima volta legittimati a governare. Questa situazione ha portato ad una novità assoluta nel panorama politico italiano: le coalizioni preelettorali. Accountability: dopo anni di totale sovranità dei partiti nella scelta di governi e delle coalizioni, la possibilità teorica dell alternanza e la presenza di un sistema elettorale capace di attribuire al vincitore anche solo relativo una maggioranza assoluta in parlamento costringeva i partiti, per la prima volta, a fare i conti con i loro elettorati. Nuovi comportamenti istituzionali: conseguenze notevolissime, in particolare: - Il Governo, da debole cabina di regia di una maggioranza sempre identica e instabile, diviene l oggetto del desiderio delle due coalizioni in lotta; - Il Parlamento, da luogo della concertazione fra una maggioranza senza alternative e una opposizione da coinvolgere assolutamente, diviene il teatro di uno scontro politico aperto e mediaticamente esasperato. Governi più forti, più stabili, più attivi. I governi della II Repubblica sono ben diversi da quelli della prima: durano mediamente il doppio, guidano l attività normativa del parlamento, sono molto più attivi a livello normativo. Sale infatti la percentuale di leggi governative, sale il loro tasso di successo, sale la decretazione governativa, sale il tasso di conversione dei decreti legge, sale l utilizzo del voto di fiducia. 7

8 Governi più stabili e più forti sono stati più efficaci? In realtà no. Perché? Motivi istituzionali: nonostante i cambiamenti nei comportamenti politici, la forma di governo e i regolamenti parlamentari sono rimasti gli stessi. E la nuova legge elettorale del 2005, pur perseverando sulla strada del maggioritario, presenta disfunzioni clamorose (fra le quali il rischio cronico dell instabilità al senato e il totale azzeramento del rapporto fra l eletto e il proprio territorio di provenienza). Motivi politici: il nuovo sistema partitico si è caratterizzato per un altissimo tasso di conflittualità, sia tra le coalizioni (continua delegittimazione reciproca), sia all interno di esse. ELEZIONI 2013 Fallimento del nuovo sistema. Il successo enorme del M5S pone ciò che resta dei due poli sotto scacco. A loro spetta, oggi, la scelta fra il rinnovamento (riforma della parte seconda della costituzione) o l autodistruzione. Tabella 4 - Schema riepilogativo: dalla paralisi all alternanza, dal consociativismo allo scontro mediatico Aspetto I Repubblica II Repubblica Frammentazione partitica Polarizzazione ideologica Alta: ma con due partiti preponderanti, DC e PCI Fortissima, connessa alle stesse scelte internazionali Alta: ma incanalata in due poli tendenzialmente onnicomprensivi Forte, e mediaticamente urlata, ma dovuta a cause interne, non internazionali Sistema elettorale Proporzionale puro Prevalentemente maggioritario Competizione elettorale Ciascun partito corre da solo, mirando a rappresentare il proprio elettorato Alleanze sempre più ampie fra soggetti ideologicamente prossimi, miranti a vincere e a poter governare Coalizioni di Governo Coalizioni postelettorali, a discrezioni dei partiti Coalizioni preelettorali, sancite dal voto elettorale Alternanza Impossibile per ragioni internazionali Possibile: anzi, la norma Accountability Stabilità Governi Forza del Governo Attività governativa Pratica decisionale Rapporto Governo Parlamento Scarsissima a livello macro (partito-elettorato) forte a livello micro (candidato-territorio) Forte instabilità coalizionale e governativa, esposta ai veti di partiti e correnti Governo debole, in mano ai giochi partitici e parlamentari Soprattutto esecutiva e gestionale, anche normativa ma in accordo con il Parlamento e sotto la guida dei partiti Moltissime leggi particolaristiche, approvate per la gran parte con il coinvolgimento dell'opposizione (consociativismo) Non conflittuale, cooperativo Forte a livello macro (bocciatura costante del governo uscente), ma, dal 2006, inesistente a livello micro (rapporto eletto-territorio) Maggiore stabilità coalizionale e governativa, a causa dell'investitura diretta Governo più forte, capace di imporre la propria agenda sul Parlamento Anche e soprattutto normativa: decreti, deleghe, fiducie, alti tassi di successo dei DDL governativi Indirizzo politico e legislativo in mano al Governo, sostenuto dalla propria Maggioranza e fronteggiato dall opposizione Conflittuale nella dialettica fra Governo/Maggioranza e Opposizione 8

9 ISTITUZIONI E FORME DI RAPPRESENTANZA NELLE MAGGIORI DEMOCRAZIE OCCIDENTALI Architettura Istituzionale Sistemi di Rappresentanza Paese Forma di Stato* Repubblica Federale Presidenziale Bicamerale Composta da 50 stati e il distretto federale di Washington D.C. Monarchia unitaria Repubblica democratica unitaria Repubblica democratica federale Repubblica democratica, con autonomie regionali Forma di Governo** Democrazia Rappresentativa Il Presidente detiene il potere esecutivo ed il Congresso quello legislativo Attraverso il sistema del Check and Balance, si garantisce che nessun ramo del potere esecutivo o legislativo diventi troppo forte Monarchia Parlamentare Solo alla Camera dei Comuni spetta il potere legislativo La Camera dei Lord (di nomina governativa) non esercita alcun potere di fatto Repubblica semipresidenziale Repubblica Parlamentare Repubblica Parlamentare Status Giuridico Non esiste una legislazione specifica sui partiti politici a livello federale I partiti hanno lo stesso status giuridico delle associazioni di volontariato I partiti sono assimilabili a delle associazioni di diritto privato e sono ufficialmente riconosciuti con l articolo 4 della Costituzione del 1958 Il regime giuridico dei partiti politici è regolato con legge dello Stato, che ne stabilisce i diritti, i doveri e i termini per il relativo finanziamento Assimilabili a delle associazioni di fatto Partiti Finanziamento dei partiti I costi della politica sono sostenuti esclusivamente dai grandi gruppi privati 5% da privati cittadini 95% lobby, gruppi di pressione, associazioni, sindacati, fondazioni e persino paesi stranieri Gli unici contributi fissi, i policy development grants, costituiti con un act apposito nel 2000, sono fissati fino a un tetto di 2 milioni di sterline l anno (circa 2,3 milioni di euro,) come copertura delle linee generali di azioni del partito. Di due fonti principali: finanziamento privato finanziamento pubblico versato anno per anno e si calcola in due quote: 1) voti ottenuti; 2) numero di candidati eletti in Assemblea Nazionale e in Senato i partiti si sovvenzionano con tre canali: 1. Quote associative 2. Donazioni private 3. Sussidi statali Al momento, è in discussione in parlamento una nuova legge sul finanziamento pubblico ai partiti Gruppi di Interesse Le lobbying sono un fenomeno strutturale dell organizzazione del sistema della rappresentanza politica 1946 Federal Regulation of Lobbying Act 1995 Lobbying Disclosure Act L ordinamento del Regno Unito non contempla una specifica disciplina delle attività di lobbying Al momento è in discussione un testo proposto dal governo Cameron, intitolato The Transparency of Lobbying, Non-Party Campaigning and Trade Union Administration Bill La rappresentanza degli interessi è regolata in maniera diversa a seconda del ramo del Parlamento nel quale essa si esplica Ogni anno è elaborata una lista pubblica in cui vengono registrate tutte le associazioni che intendono rappresentare o difendere interessi di fronte al Bundestag o al Governo federale L ordinamento non contempla una specifica disciplina delle attività di Lobbying *Forma di Stato: rapporto intercorrente tra potere politico e cittadini, nonché tra potere politico centrale e potere politico locale. **Forma di Governo: rapporto intercorrente tra i poteri dello stato, ed in particolare tra potere legislativo (Parlamento) e potere esecutivo (Governo). 9

10 UNA NUOVA IDEA DI SOVRANITÀ: SUSSIDIARIETÀ E FEDERALISMO FISCALE Le sfide della globalizzazione rendono urgente la necessità di prospettare nuove forme di governo democratico. Lo stato nazionale ha perso la capacità politica di proteggere la sua base di legittimità rastrellando risorse fiscali e stimolando la crescita economica. (Habermas, La costellazione postnazionale. Mercato globale, nazioni e democrazia, Milano 1999). SUPERAMENTO DELLO STATO CENTRALE + RIVALUTAZIONE DELLA DIMENSIONE LOCALE = ELEMENTO STRATEGICO PER AFFRONTARE LA GLOBALIZZAZIONE Le nuove forme di diritto senza Stato comportano la necessità di andare oltre la tradizionale formula no taxation without representation (tipica del contesto Stato Nazione) La globalizzazione, infatti, ha messo in crisi lo stesso paradigma di fondo della democrazia fiscale (elettore = beneficiario spesa pubblica = contribuente). PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ FISCALE DIFFERENZIAZIONE IN RELAZIONE ALLE CONDIZIONI SOCIALI ED ALLE DIMENSIONI DEI PROBLEMI Rivaluta la sovranità personale a fronte della crisi delle sedi tradizionali della sovranità statale È un correttivo del modello tradizionale burocratico impositivo FEDERALISMO FISCALE Sussidiarietà Verticale Sussidiarietà Orizzontale Risalire ai livelli istituzionali superiori solo se al livello istituzionale inferiore non si sia in grado di risolvere il problema, oppure se solo a livello superiore siano praticabili soluzioni tecniche ottimali ed economie di scala Quando a livello locale è possibile risolvere i problemi coinvolgendo nell azione Cittadini, Imprese e Volontariato. 10

11 IL FEDERALISMO FISCALE IN ITALIA L Italia è passata da un sistema di decentralizzazione senza responsabilità ad un sistema che stabilisce in modo puntuale la struttura fondamentale delle entrate di regioni ed enti locali, definisce i principi che regoleranno l assegnazione di risorse perequative agli enti dotati di minori capacità di autofinanziamento e delinea gli strumenti attraverso cui sarà garantito il coordinamento fra i diversi livelli di governo in materia di finanza pubblica. LEGGE 42/2009 Reca un nuovo assetto dei rapporti economico-finanziari tra Stato e autonomie incentrato sul superamento del sistema di finanza derivata e sull attribuzione di una maggiore autonomia di entrata e spesa a comuni, province, città metropolitane e regioni, rispettando solidarietà riequilibrio territoriale e coesione sociale. In particolare: Ridetermina la struttura fondamentale delle entrate di regioni ed enti locali Regolamenta l assegnazione di risorse perequative agli enti dotati di minori capacità di autofinanziamento; Delinea gli strumenti attraverso cui garantire i diversi livelli di governo in materia di finanza pubblica In attuazione della delega nella scorsa legislatura sono stati emanati 9 decreti legislativi (i cui contenuti spesso hanno subìto modifiche per via legislativa ordinaria): Federalismo demaniale Ordinamento transitorio di Roma Capitale Determinazione dei costi e dei fabbisogni standard di Comuni, Città metropolitane e Province; Federalismo fiscale municipale Autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard del settore sanitario Interventi speciali per la rimozione degli squilibri economici e sociali Armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni e degli enti locali Meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni Ulteriori disposizioni materia di ordinamento di Roma Capitale. 11

12 IL PERCORSO DI ATTUAZIONE DEL FEDERALISMO FISCALE: A CHE PUNTO SIAMO? Non è ancora concluso il nuovo assetto per l attuazione del federalismo fiscale PROBLEMATICHE CARATTERISTICHE DELLA LEGISLAZIONE DELEGATA RIPENSAMENTI DA PARTE DEL LEGISLATORE SU ALCUNE QUESTIONI IMPORTANTI DELLA DELEGA LA PROCEDURA DI ADOZIONE DEI DECRETI LEGISLATIVI ATTUATIVI Non ha risolto alcune delle questioni normative poste dalla delega ed in altre è intervenuta sollevando numerose questioni di coordinamento sia tra i vari decreti, che tra i decreti e la disciplina generale in vigore nella materia. I provvedimenti emanati rinviano a numerosi altri interventi attuativi di rango secondario decreti e regolamenti la cui implementazione normativa risulta oggettivamente molto complessa. I ndividuazione dei fabbisogni standard, i cui termini di conclusione sono stati più volte posposti. E l assenza, al momento, dei fabbisogni in questione, unitamente alla ancora non intervenuta definizione con legge dei livelli essenziali delle prestazioni (nei settori diversi dalla sanità, ove peraltro la vigente disciplina è risalente al 2001) ai sensi dell articolo 117, lettera m) della Costituzione, rende fortemente incompiuto il nuovo assetto federalista. Mancata attuazione del meccanismo di coordinamento finanziario dinamico della finanza pubblica posto dal Patto di convergenza di cui all articolo 18 della legge n. 42, che prefigura un complesso disegno concertativo multilivello tra Stato ed autonomie territoriali. Importanti regolamentazioni sono state modificate più volte e stentano a trovare una soddisfacente implementazione (* fiscalità municipale = ICI, IMU, TARES) (* funzioni delle province) La procedura di adozione dei decreti correttivi è identica a quella disciplinata per i decreti su cui intervengono. Pertanto, il termine per l espressione del parere da parte della Commissione parlamentare per l attuazione del federalismo fiscale e delle Commissioni parlamentari competenti per i profili di carattere finanziario è fissato in 90 giorni dalla trasmissione dello schema di decreto legislativo correttivo. Anche per i decreti correttivi trova applicazione, inoltre, la c.d. procedura di crisi (che ha trovato applicazione per il decreto legislativo n.23/2011 sul fisco municipale) in caso di difformità di valutazioni tra Governo e Commissioni: l articolo 2, comma 4, della legge n.42 medesima dispone in proposito che qualora il Governo non intenda conformarsi ai pareri delle Commissioni parlamentari, è tenuto a ritrasmettere i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni, rendendo comunicazioni al riguardo davanti a ciascuna Camera. Decorsi trenta giorni dalla data della nuova trasmissione, i decreti possono comunque essere adottati in via definitiva dal Governo. 12

13 IL FEDERALISMO FISCALE NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI 1. Il modello francese, ovvero una (crescente) decentralizzazione senza federalismo. 2. Il modello tedesco, ovvero un federalismo basato sulla compartecipazione paritetica stato-laender al gettito dei grandi tributi (integrata da una elevata perequazione). 3. Il modello spagnolo, ovvero del federalismo autonomico costantemente in fieri. 4. Infine il modello svizzero, ovvero del federalismo (anche fiscale) puro e primigenio. Modelli dei federalismi fiscali in Europa Francia Spagna Germania Svizzera Italia post Legge 42 Modello politico amministrativo Stato decentralizzato, non federale. Livello locale preminente. Regioni in via di rafforzamento Stato semi-federale, con Regioni (Comunità Autonome) assai incisive. Livello locale debole Stato pienamente federale dal Livello intermedio (Laender) con ruolo di pivot presente nel Bundesrat e preminente sul livello locale Stato genuinamente confederale (poteri attribuiti dal basso all alto), con ruoli pressoché paritetici dei due livelli (Cantoni e Comuni) Stato fisicamente (non politicam.) federale. Ruolo regionale rafforzato, a fronte di un pure solido ruolo locale Strumenti di autonomia impositiva a livello regionale Molto modesti, con l eccezione dell accisa sui prodotti petroliferi (TIPP) Autonomia completa su 50% IRPEF e tributi propri. Parziale su altri tributi ceduti Autonomia solo su (pochi) tributi propri. Nessuna autonomia su compartecipazioni IRPEF-IRES-IVA: solo compiti di gestione e riscossione Totale autonomia su tutti i tributi, incluse IRPEF e IRES (competizione intercantonale) Autonomia completa su tributi propri, inclusa IRAP - Nuova base compartecip. IVA Parziale autonomia su IRPEF Eventuali indicazioni per l italia post Legge 42 ritraibili dalle situazioni a fianco Regionalizz. accise prod.petr. Diritto di sperimentazione regionale delle competenze Larga autonomia su IRPEF Agenzia Entrate mista Regione-Stato Minore evasione dell IVA nei territori meno dotati e sua più equa distribuzione a favore dei territori più dotati Progressività IRPEF e aliquota IRES differenziale per regione Fonte: La soluzione italiana a confronto con altri modelli, Giancarlo Pola in AA. VV. Atlantide 3/10. Equi, sussidiari, anno VI, numero 21,

14 UNA RIFORMA FEDERALISTA: OBIETTIVI E PROPOSTE L attuazione definitiva del federalismo fiscale (dimenticata dal precedente esecutivo Monti), potrebbe ritrovare linfa vitale con il nuovo Esecutivo. OBIETTIVI stimolare la competizione tra gli enti territoriali superare definitivamente il criterio della spesa storica per favorire il passaggio da un sistema di finanza derivata a uno di finanza autonoma. garantire una efficiente gestione autonoma tra entrate e spese aumentare la trasparenza nella destinazione delle entrate evitare la proliferazione dei livelli di imposizione fiscale (statali e locali) contrarre la spesa pubblica improduttiva Gli Stati federali hanno un livello di tassazione ed una spesa pubblica minore, una macchina statale più snella ed efficiente ed un livello dei servizi offerti di alta qualità. PROPOSTE Federalismo demaniale trasferire il patrimonio immobiliare a regioni e comuni Federalismo municipale rivedere i fabbisogni standard Federalismo provinciale eliminare la fiscalità delle province, vista la unanime esigenza di abolirle Istituzioni locali inutili e costose eliminare città metropolitane, unioni di comuni, comunità montane e altre Armonizzazione dei bilanci e della contabilità di regioni, enti locali e derivati (d.lgs. 118/2011) rivedere il sistema Ridurre la pressione fiscale (nel 2013 oltre il 44% - dati CGIA) eliminare l IRAP tassa sull attività imprenditoriale che si va a sommare ad altre tasse già pagate dalle imprese 14

15 Forma di Governo: 1) RIFORME ISTITUZIONALI IN ITALIA: QUALI RIFORME PER QUALE OBIETTIVO? Premier più forte nel proprio Governo: nomina e revoca ministri; Governo più forte in Parlamento: maggior peso nella calendarizzazione dei lavori delle Camere; potere di chiedere lo scioglimento anticipato; Sfiducia costruttiva. Struttura del Parlamento: Riduzione numero parlamentari (480 camera, 120 senato); Abolizione parlamentarismo perfetto: creazione di un Senato delle Autonomie, eletto in secondo grado dai consigli regionali, e senza rapporto di fiducia con il Governo, con funzioni solo consultive ed emendative, vincolanti solo per alcune leggi (quelle costituzionali, e quelle riguardanti gli enti territoriali); Eliminazione della circoscrizione estero. Riforma della politica: Nuova legge elettorale: che ripristini il rapporto diretto fra eletto ed elettore, e che garantisca la governabilità; Nuova legge sui partiti, che ne disciplini: democrazia interna, codici etici, equilibrio di genere, finanziamento, trasparenza e controllo esterno. Altro: Riforma del Titolo V: revisione e semplificazione del meccanismo delle competenze legislative e amministrative regionali. Federalismo fiscale. Riforma della giustizia: drastico snellimento dei tempi processuali. Legge sul conflitto di interessi. CREARE UN SISTEMA DECISIONALE RAPIDO, EFFICACE, POLITICAMENTE LEGITTIMATO E RESPONSABILE AGLI OCCHI DEI CITTADINI. 15

16 2) UNA NUOVA ITALIA IN UNA NUOVA EUROPA: QUALI ASSETTI FUTURI? Unione bancaria: strumenti di risoluzione comune delle crisi bancarie, vigilanza unica della BCE sulle banche nazionali, istituzione di un fondo unico di garanzia sui depositi. Unione economica e di bilancio: coordinamento delle politiche economiche e fiscali dei Paesi dell Eurozona, bilancio pubblico comune europeo, emissione degli Euro-bond. Unione politica: rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo ed elezione diretta del Presidente della Commissione europea. NOTE 16

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