COMUNE DI NAVE. Ai sensi della L.R. 11 marzo 2005, n.12 RETE ECOLOGICA COMUNALE PROGETTO DI RETE ECOLOGICA COMUNALE

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1 COMUNE DI NAVE Provincia di Brescia PGT Documento di Piano Ai sensi della L.R. 11 marzo 2005, n.12 Allegato DdP RETE ECOLOGICA COMUNALE PROGETTO DI RETE ECOLOGICA COMUNALE ESTENSORE - dott. Fulvio Bottarelli - ing. Silvia Stabile - ISO ambiente srl via Mazzini, Mazzano - BS Tel/Fax. 030/ info@isoambiente.it web: Ottobre

2 Sommario 1. Rete ecologica e programmazione enti locali Premessa Principi generali delle Reti Ecologiche Reti Ecologiche: il Documento Regionale in Lombardia Progetto di Rete Ecologica Comunale La struttura delle Reti Ecologiche Schema di Rete Ecologica Definizione dell assetto ecologico a livello locale Rete Ecologica Comunale Il progetto di rete ecologica di Nave Studio propedeutico alla redazione della Carta di REC Elaborazione dello Schema di REC Recepimento degli elementi della RER a livello comunale Recepimento degli elementi della REP a livello comunale Schema di REC Criteri adottati per la definizione della Rete Ecologica Alcuni principi generali Quadro Conoscitivo dell assetto naturalistico-ecologico Sorgenti naturali Reticolo idrografico Grotte Elementi vegetazionali Criteri adottati per la definizione della Rete Ecologica Alcuni principi generali Elaborazione della Carta di REC La struttura della Carta di REC La legenda Attuazione della REC Perequazione Compensazione Sistema di obiettivi, indirizzi e azioni di riqualificazione ecologica nel PGT Obiettivi di riqualificazione ecologica nel Documento di Piano

3 Criteri per l applicazione delle politiche di riqualificazione ecologica connessi alla realizzazione degli AT Criteri per l attuazione della rete ecologica nel Piano delle Regole e nel Piano dei Servizi Indicazioni per gli elementi della REC Corridoi fluviali Prati, colture e orti urbani Ecosistemi boscati Ecosistemi a matrice ornamentale Emergenze geomorfologiche Filari e alberature esistenti Tutela e conservazione della rete sentieristica Schede di interventi per la realizzazione della rete ecologica a livello comunale SCHEDA n.1 - Creazione di nuovo parco in ambito fluviale SCHEDA n.2 - Ripristino della vegetazione perifluviale SCHEDA n.3 - Ripristino dei sistemi ripari con interventi di ingegneria naturalistica SCHEDA n.4 - Presenza di varchi a rischio di chiusura SCHEDA n.5 Supporto ad un sistema lineare di connessione SCHEDA n.6 - Fascia verde di schermatura e mitigazione SCHEDA n.7 Creazione di una fascia verde di schermatura e connessione SCHEDA n.8 Creazione di un sistema lineare di connessione SCHEDA n.9 Creazione di una fascia di schermatura e connessione ecologica lungo i margini stradali SCHEDA n.10 Piantumazione reliquati e gestione specie infestanti Quadro sinottico degli indirizzi, azioni e tutele della REC in rapporto alla RER e alla REP. 112 Bibliografia Allegati - Schema di Rete Ecologica Comunale tavola scala 1: Carta di Rete Ecologica Comunale tavola scala 1:

4 1. Rete ecologica e programmazione enti locali 1.1. Premessa La presente relazione affronta uno studio per la definizione del progetto di Rete Ecologica Comunale (REC), in coerenza con i contenuti della Rete Ecologica Regionale (RER) e della Rete Ecologica Provinciale (REP), in ottemperanza alla L.R. 86/83, aggiornata dalla L.R. 12/2011 e alla DGR n.8515/2008 modificata dalla DGR n.10962/2009 e del Comunicato regionale 27 febbraio 2012 n.25, per agire coerentemente con quanto previsto dalla normativa vigente in materia di rete ecologica. In particolare, indicazioni sulla REC sono contenuti nel Cap.5 della DGR n.10962/2009. Il progetto di rete ecologica è stato introdotto e sperimentato come metodo per affrontare le problematiche ambientali: partendo dalla considerazione dei danni provocati dalla pressione antropica (diminuzione della biodiversità, consumo delle risorse, ecc.), si è consolidato un atteggiamento di maggior attenzione alla fragilità delle risorse e all impossibilità di rinnovarle. La continuità ambientale di un habitat viene ad essere considerata una delle condizioni fondamentali per garantire la biodiversità, perseguendo l obiettivo di ricostruire una continuità di unità ecosistemiche naturali o paranaturali in grado di svolgere un ruolo funzionale per l ambiente. Nell ambito del dinamismo ambientale, la frammentazione è quel processo continuo causato dall azione umana tramite la quale aree naturali vengono suddivise in frammenti più o meno separati. La frammentazione rappresenta una delle principali minacce per la conservazione della biodiversità, rendendo di fatto importante lo studio della connettività del paesaggio. Per connettività si intende, quindi, il grado con cui un ambiente facilita il movimento della flora e della fauna: nell ambito del ripristino ecologico la connettività è divenuta un obiettivo consolidato. Si deriva, quindi, da altre discipline, il concetto di rete per rappresentare il sistema di connessioni al quale si tende per la ricostruzione della continuità ecologica. Nelle strategie di conservazione della biodiversità, per la conservazione della biodiversità non è sufficiente la protezione di singole aree naturali isolate, ma è necessario collegarle tra loro, ovvero metterle in rete. 4

5 Il progetto di rete ecologica Il progetto di rete ecologica rappresenta una delle principali proposte per una pianificazione integrata del territorio e per la tutela dell ambiente, in grado di contrastare l impoverimento della biodiversità favorendo le relazioni tra città ed elementi naturali e rurali del territorio. Il progetto di rete ecologica ha, quindi, il fine di mitigare gli effetti della frammentazione ecologica, attraverso la tutela degli ambiti naturali e la ricostruzione di collegamenti funzionali tra essi. La rete ecologica assolve, quindi, a funzioni legate sia alla conservazione della diversità biologica che al miglioramento dell ambiente umano: la rete deve allora permeare l intero territorio, interessando anche le aree urbane. A livello comunale la rete si sviluppa con un grado di tessitura e lettura del territorio dettagliati: anche le aree verdi in ambito urbano assumono il ruolo di connettività in una città. Il progetto di REC, pertanto, ha come finalità non solo il recepimento delle indicazioni di RER e REP, ma anche l individuazione di tutti i valori ecologici ed ecosistemici presenti sul territorio. Da un punto di vista operativo, il processo di formazione del progetto di rete ecologica si attua attraverso i seguenti passaggi: - recepire le indicazioni della RER e della REP; - individuare gli elementi della REC e predisporre la loro trasposizione cartografica; - verificare le interazioni tra gli elementi della RER e della REP e le indicazioni di piano, in particolar modo relativamente alla localizzazione degli AT, per individuare idonee misure di mitigazione e compensazione; - coerenziare a livello normativo gli elementi di valenza naturale ed ecosistemica presenti sul territorio, nell ambito dell articolazione del PGT; - individuare azioni concrete da realizzarsi a scala locale, al fine di potenziare la connessione ecologica e risolvere le situazioni più critiche. - a supporto dell individuazione di azioni concrete, le molteplici soluzioni previste in letteratura ed attuate da vari Enti possono essere facilmente selezionate tra i numerosi documenti e studi esistenti in materia. Tra questi possono essere selezionati gli esempi operativi che maggiormente si adattano al territorio interessato dal progetto di rete ecologica. 5

6 1.2. Principi generali delle Reti Ecologiche La rete ecologica è un infrastruttura naturale il cui fine è ricostruire le connessioni degli ambienti naturali e semi-naturali del territorio. Le eco-connessioni di area vasta sviluppate nei progetti di rete ecologica regionale e provinciale, assumono interesse ecologico e conservazionistico, favorendo la continuità ambientale, aumentando la diversità biologica e la capacità auto generativa dello stesso ecosistema. A livello urbano, la rete ecologica connette tra loro gli habitat urbani e questi con le aree periferiche, permettendo lo spostamento delle specie sul territorio che altrimenti verrebbero fermate dalle infrastrutture. Nelle reti ecologiche si possono individuare interazioni tra le due principali funzioni ecologica (conservazione della natura, potenziamento delle funzioni ambientali) e sociali (aspetti paesaggistici e fruitivi). Nell ambito delle reti ecologiche un ruolo essenziale è attribuito ai corridoi: essi sono habitat lineari, di forma allungata, oppure strisce di aree verdi che funzionano da percorso per lo spostamento di flora e fauna, garantendo la connessione tra diversi ambienti. I corridoi sono tipicamente associati alla presenza di fiumi, torrenti, viali alberati, filari, ecc.. questo enfatizza l importanza potenziale delle strutture verdi urbane nelle connessioni della rete ecologica nell ambito urbanizzato e nella connessione tra questo e l ambito periurbano. Di particolare sono i punti di conflitto, dove la rete ecologica interseca le reti tecnologiche: in questi punti si rende necessaria la progettazione di sistemi di deframmentazione, ovvero strutture di superamento della criticità. Uno dei maggiori ostacoli alla conservazione della biodiversità è rappresentato, infatti, dalla frammentazione degli habitat causata dallo sviluppo urbanistico e infrastrutturale. Inoltre le strade costituiscono una causa non trascurabile di mortalità per molte specie di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili, oltre che un pericolo per la sicurezza degli automobilisti. La sopravvivenza della fauna selvatica nelle aree urbane è anche minacciata dalla collisione con le altre infrastrutture urbane (vetri, cavi, ecc.), dall intrappolamento entro vasche, tombini e canali, da avvelenamento e cambiamento nella composizione delle risorse alimentari, dalle patologie e dall introduzione di predatori. 6

7 1.3. Reti Ecologiche: il Documento Regionale in Lombardia La proposta di Piano Territoriale della Regione Lombardia (D.G.R. del 16 gennaio 2008, n. 8/6447) prevede al punto del suo Documento di Piano la realizzazione della Rete Ecologica Regionale (di seguito RER), riconosciuta come infrastruttura Prioritaria per la Lombardia inquadrandola, insieme alla Rete Verde Regionale (P.T.R. Piano Paesaggistico, norme art. 24) negli Ambiti D dei sistemi a rete. Al medesimo punto il Documento indica che la traduzione sul territorio della RER avviene mediante i progetti di Rete Ecologica Provinciale (REP) e Locale (REC). Le linee di indirizzo Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali definiscono proprio le modalità di recepimento, a livello di pianificazione locale, degli elementi di Rete Ecologica individuati da Regione e Provincia, le relazioni che intercorrono tra la Rete Ecologica Comunale (REC) e le componenti del Piano di Governo del Territorio, le strategie di attuazione della REC a livello puntuale. L ottica delle reti ecologiche lombarde è di tipo polivalente: esse devono essere considerate come occasione di riequilibrio dell ecosistema complessivo, sia per il governo del territorio, sia per molteplici politiche di settore per la riqualificazione e ricostruzione ambientale. La realizzazione di un progetto di rete ecologica a livello locale deve prevedere: - il recepimento delle indicazioni di livello regionale e di quelle, ove presenti, livello provinciale, nonché il loro adattamento alla scala comunale; - il riconoscimento degli ambiti e degli habitat di valore (presenti e di progetto) che dovrà essere sottoposto a un regime di tutela o comunque ad una destinazione d uso dei suoli specifica al fine di garantirne la sua conservazione e una corretta trasformazione nel tempo anche sotto il profilo della funzionalità dell ecosistema; - la definizione delle concrete azioni per attuare del progetto della rete ecologica, la loro localizzazione, le soluzioni che ne consentono la realizzazione (ad esempio attraverso l acquisizione delle aree, o accordi mirati con i proprietari), la quantificandone dei costi necessari per le differenti opzioni; - la precisazione degli strumenti per garantirne la sostenibilità economica (introducendo quindi i meccanismi di perequazione, compensazione, possibili forme di convezioni per la realizzazione di interventi). La Rete Ecologica Comunale (REC) trova la sue condizioni di realizzazione nel Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) previsto dalla l.r. 12/

8 1.4. Progetto di Rete Ecologica Comunale Una rete ecologica comunale deve definire, a scala locale, le caratteristiche e le potenzialità del territorio e indicare le strategie per consolidare e arricchirne le dotazioni ambientali, puntando ad una maggiore efficienza ecologica. Per strutturare il progetto di rete locale risulta determinante delineare il ruolo che essa svolge all interno di una scala territoriale più ampia: solo se inquadrata a livello provinciale e regionale, una rete comunale assume pieno significato e le scelte specifiche possono produrre ricadute positive su un territorio più vasto. La costruzione del progetto di Rete Ecologica a livello comunale (di seguito REC) si pone come obiettivo la realizzazione di un sistema integrato di conservazione e valorizzazione delle risorse naturali e culturali e l arricchimento dell attenzione alla tutela e alla rigenerazione ambientale e paesistica nelle aree di maggior criticità. Come elaborati tecnici specifici la REC prevederà tipicamente : - uno Schema di REC che consenta il raffronto con l ecosistema e le reti ecologiche di area vasta (scala di riferimento 1:25.000), da produrre a supporto del Documento di Piano; lo Schema potrà anche essere parte e del Rapporto Ambientale di VAS e dovrà rendere conto delle relazioni spaziali di interesse per la rete ecologica con i Comuni contermini; - una Carta della Rete Ecologica Comunale ad un sufficiente dettaglio (scala di riferimento 1:10.000), da produrre a supporto del PGT. La formazione del progetto di REC si è quindi articolato nelle seguenti fasi: - elaborazione di un Quadro Conoscitivo funzionale a mettere in luce l attuale assetto delle relazioni ecosistemiche territoriali, le criticità e le potenzialità locali al fine di definire i possibili elementi strutturali della REC aventi un adeguata funzionalità eco sistemica e paesaggistica; - definizione di uno Schema di Rete Ecologica per consentire il raffronto con le reti ecologiche di area vasta, redatto a partire dagli Schemi di Rete Ecologica definiti a livello regionale (RER) e provinciale (REP); - redazione della Carta della Rete Ecologica Comunale (REC) recepimento degli schemi di RER e REP a livello locale, affinati attraverso la definizione degli elementi strutturali di funzionalità eco-paesistica a livello locale. 8

9 La costruzione dello stato di fatto inerente la Rete Ecologica Comunale si fonda sull individuazione di tutti quegli elementi che possono avere rilevanza sotto l aspetto naturalistico, paesaggistico o igienicosanitario e di tutte le situazioni che denotano una criticità per la sopravvivenza, la mobilità e la riproduzione della flora e della fauna. L elaborazione del quadro conoscitivo a livello di dettaglio è avvenuta analizzando: - le basi aerofotogrammetriche regionali e locali e la Carta Tecnica Regionale al (CTR volo 1994); - gli strati GIS regionali per la Rete Natura 2000 e altri istituti di tutela; - gli strati GIS regionali degli elementi di livello regionale della RER; - gli strati regionali DUSAF (Uso del suolo ad indirizzo agricolo forestale) ed ERSAF (Uso del suolo del paesaggio lombardo); - gli strati GIS provinciali degli elementi della Rete Ecologica Provinciale; - altri strati GIS redatti a livello regionale e provinciale a carattere naturalistico ed ecologico. 9

10 2. La struttura delle Reti Ecologiche 2.1. Schema di Rete Ecologica Obiettivo di una rete ecologica tradizionale è quello di offrire alle popolazioni di specie mobili (quindi soprattutto animali) che concorrono alla biodiversità la possibilità di scambiare individui e geni tra unità di habitat tra loro spazialmente distinte. Lo schema che definisce la rete ecologica prevede la concorrenza dei seguenti elementi: - Nodi: aree che costituiscono habitat favorevole per determinate specie di interesse, immerse entro una matrice ambientale indifferente o ostile; in quest ultimo caso diventa importante la presenza di fasce buffer con funzione tampone; - Corridoi: linee di connettività ambientale entro cui gli individui vaganti possono muoversi per passare da un habitat favorevole ad un altro; possono essere costituiti da unità ambientali favorevoli a geometria lineare (es. fasce boschive), o da linee virtuali di permeabilità attraversanti matrici indifferenti (es. agroecosistemi), eventualmente interrotte da unità di habitat favorevole che possono svolgere funzione di appoggio (stepping stones). Schema di rete ecologica Matrice: ambiente in cui è inserita la rete, indifferente o ostile Nodo: area di habitat favorevole per determinate specie di interesse, immerse entro una matrice ambientale indifferente o ostile; sono anche detti zone serbatoio Buffer: zona cuscinetto, di margine al nodo, che svolge una funzione tampone protettiva Corridoio ecologico: fascia continua del territorio che connette frammenti tra loro distinti Stepping stones: aree discontinue che fungono da punti di appoggio L ottica dello schema precedente è essenzialmente quello di proteggere popolazioni animali per le quali il restringimento dell habitat provoca rischi di estinzione. Obiettivo di una rete ecologica diventa quello di offrire un substrato polivalente alla tutela dell ambiente e ad uno sviluppo sostenibile del territorio, mettendo a sistema gli elementi che concorrono alla funzionalità dell ecosistema di area vasta. Servizi ecosistemici di interesse per la realtà lombarda sono i seguenti: 10

11 produzione di stock per il trattenimento di carbonio, altrimenti concorrente ai gas-serra ed ai rischi di cambiamenti climatici globali; produzione di biomasse come fonte di energia rinnovabile, all interno di una ripar zione equilibrata dei prodotti degli agroecosistemi (alimentari, energia, valori ecopaesistici); intervento sui flussi di acque inquinate, comprese quelle alterate dalle stesse pra che agricole, in modo da svolgere funzioni di fitodepurazione; concorrenza alla difesa del suolo su versanti potenzialmente soggetti a rischi idrogeologici; contributo al paesaggio con nuclei ed elemen vegetali concorren ad asse formali percepibili come positivi sul piano culturale o genericamente estetico; intervento sui flussi di aria contaminata in ambito urbano o periurbano, quali quelli derivanti da strade trafficate o da sorgenti produttive, in modo da svolgere funzione di filtro sul particolato trasportato; offerta di opportunità specifiche di riqualificazione nel recupero di ambienti a vario titolo degradati (attività estrattive, cantieri, smaltimento rifiuti, bonifica di suoli contaminati, controllo di specie aliene e comunque indesiderate ecc.); intervento sulle masse d aria presen negli insediamen abita in modo da svolgere funzioni di tamponamento del microclima. Ciascuno dei punti precedenti è in grado di produrre condizionamenti o opportunità significative per il governo complessivo del territorio e dell ambiente. Singoli aspetti di squilibrio nell assetto ecosistemico non solo investono politiche specifiche, ma spesso possono condizionare altre politiche in modo non sempre evidente e riconosciuto. A titolo di esempio, la diffusione delle specie alloctone (o aliene), introdotte involontariamente, per fenomeni naturali (ad esempio il cambiamento climatico) ovvero dall uomo (come nel caso della nutria e dello scoiattolo grigio) può avere ricadute sia economiche, sia connesse alla salute e alle connotazioni paesistiche identitarie. Il rafforzamento della rete ecologica, come anche riconosciuto nel Documento di Piano del PTR con il mantenimento o ricostruzione degli habitat naturali, è uno degli strumenti fondamentali per contrastare la diffusione delle specie alloctone anche attraverso il riconoscimento delle relazioni critiche tra attività antropiche e processi naturali. Ad esempio la diffusione dell ambrosia (una specie erbacea infestante) è connessa alla penetrazione dei cantieri stradali e delle opere edilizie in genere, dove tale essenza trova un contesto favorevole), e può essere arginata anche attraverso una pianificazione che rafforzi gli habitat naturali, e attraverso regole di gestione attente. 11

12 2.2. Definizione dell assetto ecologico a livello locale Note tratte da ERSAF- Regione Lombardia, Messa a punto di un modello operativo per la raccolta di buone pratiche per la Rete Ecologica Regionale in Lombardia, Allegato 4 La definizione dell assetto ecologico a livello locale, ai fini delle reti ecologiche, prevede: 1. il riconoscimento degli elementi costitutivi; 2. l individuazione di uno schema spaziale capace di rispondere alle finalità fondamentali (tutela, valorizzazione, riequilibrio); 3. l indicazione dei fattori potenzialmente critici legati alle scelte sulle trasformazioni. Gli schemi successivi illustrano alcuni criteri operativi da verificare ed applicare nelle situazioni concrete, in particolare a livello di pianificazione comunale. Le categorie fondamentali di elementi da riconoscere sono le unità ambientali esistenti, differenziate per tipologie di habitat e per tipologie di governo; nello schema a sinistra: (1) un area naturale esistente non protetta di tipo terrestre; (2) un sistema di acqua corrente; (3) un area protetta con all interno vari elementi naturali; (4) un sistema di elementi naturali lineari, e (4a) un elemento lineare isolato. Occorre poi riconoscere i loro ruoli posizionali, attuali e potenziali; rispetto all ecosistema di area vasta. Nello schema a destra precedente sono rappresentati esemplificativamente: (5) un area di interesse prioritario per la biodiversità, in cui sono presenti habitat di varia natura; la RER primaria ha individuato tali aree su base regionale; (6) corridoi primari; la RER ha individuato quelli di livello regionale; (6a) rappresenta un corridoio di tipo fluviale, (6b) uno di tipo terrestre; 12

13 (7) nuove unità naturali frutto di interventi di rinaturazione, a consolidamento di un area ove esiste già una discreta naturalità (7a), o a riequilibrio di un area naturalisticamente impoverita, di tipo poligonale (7b) e lineare (7c); (8) corridoio secondario di interesse locale, riconosciuto da una rete ecologica comunale o provinciale. Il riconoscimento delle funzionalità ecosistemica attese deve potersi inquadrare in più complessivo assetto territoriale. Lo schema a sinistra successivo indica i principali tipi di uso del suolo rispetto alle categorie generali delle aree naturali (N), agricole (A) e urbanizzate (U) che intervengono in una rete ecologica locale. Per le aree naturali (N) si distinguono: N1: unità ambientali naturali extraurbane inserite entro un area tutelata (AT) a vario titolo (Parchi, Rete Natura 2000, vincoli paesistici ecc.); N2: unità naturali extraurbane isolate, non interessate da tutele di carattere naturalistico; N3: unità naturali extraurbane inserite in elementi della RER; N4: unità naturali urbane o periurbane con ruolo di servizio ecosistemico (miglioramento microclimatico, tamponamento di impatti potenzialmente critici ecc.); N5: uni tà na turali di connessione tra sistema urbano ed extraurbano. REGIONE LOMBARDIA- ERSAF Per le aree agricole (A) si distinguono: A1: parcelle coltivate entro aree a vario titolo tutelate; A2: parcelle coltivate inserite in elementi rilevanti della RER; A3: parcelle coltivate periurbane o inserite in ambito urbano; A4; aree agricole non appartenenti alle categorie precedenti. Per le aree urbanizzate si distinguono, semplificando in funzione delle possibili pressioni prodotte sull ambiente e delle possibili utenze di servizi ecosistemici: 13

14 U1: aree residenziali o a servizi; U2: aree produttive; U3: infrastrutture. La definizione dell assetto complessivo dovrà anche riconoscere i principali punti critici, tra cui i varchi insediativi a rischio di occlusione e le situazioni già più o meno compromesse sotto il profilo della connettività ambientale. Lo schema a destra mostra le principali controindicazioni (k), sotto il profilo delle reti ecologiche e delle possibilità di riequilibrio ecosistemico, per l individuazione delle aree di trasformazione in sede di pianificazione locale; tranne casi eccezionali di interesse pubblico, e a fronte di contropartite significative, sul piano ambientale tali situazioni dovrebbero essere riconosciute come aree di non trasformazione : k1: elementi naturali inseriti in aree tutelate; k2: altre parcelle inserite in aree tutelate; k3: aree oltre alle precedenti inserite in elementi primari della RER; si ricorda a questo proposito la regola prevista dal P.T.R. di mantenimento di almeno un 50% della sezione libera rispetto a quella prevista dalla rete regionale; ovviamente là ove non ve ne sia la necessità, nuovi consumi di sezione libera sono da evitare del tutto; k4: varchi a rischio lungo direttrici della RER primaria; k5: elementi naturali non inseriti in aree tutelate o nella RER primaria, ma utilizzabili per reti ecologiche locali; k6: varchi a rischio lungo direttrici delle reti ecologiche locali; k7: zone lungo direttrici utilizzabili per connessioni tra realtà urbane e spazi extraurbani; k8: in generale zone lungo direttrici ove possono essere superati livelli critici di sprawl lineare. Oltre alle precedenti la pianificazione locale, nella definizione delle aree di valore paesaggisticoambientale ed ecologiche, potrà anche riconoscere oltre a quelle legate ad unità ambientali naturali esistenti, anche quelle legate alle maggiori opportunità di riequilibrio ecologico, da perseguire attraverso gli strumenti a disposizione (in primis perequazioni e compensazioni), ovvero: o1: rinaturazioni all interno di aree tutelate; o2: rinaturazioni polivalenti all interno ad elementi della RER oltre a quelli del punto precedente; di particolare rilevanza saranno gli interventi posti nei varchi critici, a presidio definitivo di tali situazioni a rischio (o2a); o3: rinaturazioni lungo corridoi ecologici locali, con priorità per i punti di incontro con infrastrutture (o3a) che possono costituire fattore di richiamo di nuove urbanizzazioni; o4: rinaturazioni polivalenti in ambito periurbano in grado di giuocare un ruolo di miglioramento del margine città-campagna, con attenzione prioritaria ai fronti di affaccio su aree tutelate; o5: rinaturazioni con ruolo di servizio ecosistemico in ambito urbano. 14

15 3. Rete Ecologica Comunale 3.1. Il progetto di rete ecologica di Nave Il progetto elaborato per la rete ecologica di Nave deriva da una lettura in chiave ecologica, naturalistica e paesistica del territorio comunale. L analisi di seguito sviluppata riguarda principalmente l ambito extra-urbano del territorio, considerando, tuttavia, anche alcune segnalazioni in ambito urbano, relative agli elementi di riconosciuta valenza ecologica e agli elementi legati alla fruizione del territorio. Gli obiettivi e le politiche alle quali il presente progetto di REC tende sono: - recepire gli indirizzi cartografici forniti dalla RER e dalla REP; - perseguire la conservazione e l incremento della biodiversità; - la tutela e la valorizzazione delle aree di pregio ambientale e naturalistico; - individuare quegli elementi che possono presentare a livello locale valenze naturali ed ecologiche; - rilevare a livello locale le possibili interferenze degli elementi della rete con le infrastrutture antropiche; - fornire uno strumento chiaro per poter decidere dove ed in che modo prevedere interventi di mitigazione e compensazione polivalenti, cioè che svolgano molteplici funzioni positive (naturalistiche, paesaggistiche, igieniche). 15

16 3.2. Studio propedeutico alla redazione della Carta di REC La prima fase indispensabile, preliminare alla progettazione di una rete ecologica, è costituita da uno studio territoriale dettagliato, in grado di individuare gli elementi di interesse ambientale ed ecologico, per riconoscere e localizzare le aree che costituiscono la struttura portante della rete ecologica di progetto. Lo studio deve anche individuare gli elementi minori presenti, destinati al collegamento tra aree pregiate (corridoi ecologici), e le loro condizioni attuali. Una rete ecologica comunale deve individuare a scala locale le potenzialità ecologiche, indicando le strategie e gli interventi necessari ad arricchirne e consolidare le dotazioni ambientali esistenti, per potenziare l efficienza ecologica del territorio in esame. Per strutturare il progetto di rete locale risulta inoltre determinante individuare i campi prioritari che possono produrre sinergie reciproche in un ottica di rete ecologica polivalente: Rete Natura 2000 e aree protette, sistema agricolo, foreste, fauna, risorse idriche e difesa de suolo, infrastrutture e paesaggio. Dal punto di vista metodologico, il lavoro per la definizione della rete ecologica si è basato sulla raccolta e analisi delle fonti più utili per inquadrare compiutamente il territorio (da un punto di vista ecologico, paesistico, geologico, floristico, faunistico). La fase di analisi ha permesso di definire un primo bilancio relativo alla caratterizzazione territoriale, individuando i temi su cui si è concentrata la definizione degli elementi portanti della rete. A partire da queste categorie e in relazione alle reti ecologico regionali e provinciali, sono stati selezionati i vari tematismi che concorrono alla definizione degli elementi della rete e alla costruzione della Carta di rete ecologica. 16

17 3.3. Elaborazione dello Schema di REC Per strutturare il progetto di rete locale è necessario definire il possibile ruolo che essa svolge all interno di una scala territoriale più ampia, contribuendo al disegno più esteso di rete ecologica che coinvolge i comuni limitrofi. La rete ecologica locale deve appoggiarsi alle reti di area vasta, pertanto l elaborazione dello Schema di Rete Ecologica è avvenuta considerando, come base di partenza: - gli elementi individuati dalla Rete Ecologica Regionale (Settore 131 Bassa Val Trompia e il Settore 151 Altopiano di Cariadeghe); - gli elementi individuati dalla Rete Ecologica Provinciale (studio di Rete Ecologica della provincia di Brescia, allegata all adozione dell Adeguamento alla L.R del PTCP) Recepimento degli elementi della RER a livello comunale Fonte Rete Ecologica Regionale, Regione Lombardia, Giugno 2010 Con l entrata in vigore della direttiva Habitat 92/43/CEE, recepita con il regolamento D.P.R. n. 357 dell 8 settembre 1997, modificato ed integrato con D.P.R. n. 120 del 12 marzo 2003, l Italia ha individuato sul territorio nazionale numerosi Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) che, confluendo nella rete europea, rispondono alla coerenza ecologica richiesta dalla direttiva (Rete Natura 2000). La Regione Lombardia si è adeguata ed ha approvato diverse Delibere di Giunta Regionale per l attuazione della Rete Natura 2000 in Lombardia ed in particolare la n. 8/6415 del 27 dicembre 2007 Criteri per l interconnessione della Rete Ecologica Regionale con gli strumenti di programmazione territoriale. Inoltre, la Regione Lombardia con la deliberazione n. 8/10962 del 30 dicembre 2009 ha approvato il disegno definitivo di Rete Ecologica Regionale, che è riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale e costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale. La Provincia di Brescia è dotata di un proprio progetto di Rete Ecologica, individuata all art. 79 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 22 del 21 aprile È di fondamentale importanza, nella pianificazione territoriale, seguire le indicazioni che vengono fornite a scala maggiore (provinciale, regionale e nazionale) in modo che sia 17

18 mantenuta e migliorata la rete esistente, nonché prevedere degli studi di dettaglio a scala locale. Le strutture delle reti ecologiche sono composte da aree centrali sufficientemente vaste (core areas) in cui le specie sono in grado di mantenere nel tempo la loro popolazione, circondate da fasce di protezione (buffer zones) e da un sistema di interconnessione tra le varie aree rappresentato dai corridoi ecologici (ecological corridors), che consentono lo scambio d'individui tra le popolazioni locali, riducendo i rischi di estinzione delle popolazioni stesse; ciò vale principalmente per le specie animali, che vi trovano rifugio, ma in taluni e particolari casi, anche per le specie vegetali. Per rete ecologica, quindi, s intende l insieme delle unità ecosistemiche naturali o para-naturali (corsi d acqua, zone umide e laghetti, boschi e macchie, siepi e filari) presenti su un dato territorio, tra loro collegate in modo funzionale. Il comune di Nave ricade tra il Settore 131 Bassa Val Trompia e il Settore 151 Altopiano di Cariadeghe. Estratto cartografico Settore 131, Bassa Val Trompia 18

19 Estratto cartografico Settore 151, Altopiano di Cariadeghe Legenda Rete Ecologica Regionale 19

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28 Rielaborazione cartografica degli elementi della RER sul territorio comunale, base ortofoto La rielaborazione cartografica degli elementi della RER sul territorio comunale permette di mettere velocemente in relazione il territorio con le emergenze della rete ecologica: il territorio di Nave è quasi interamente interessato da elementi di secondo livello della RER ed è attraversato trasversalmente dal torrente Garza. Confina, a ovest, con il PLIS Parco delle Colline di Brescia (che ricade nei territori di Brescia e Bovezzo) e, a est, con l Altopiano di Cariadeghe, identificato come elemento di primo livello e area prioritaria per la biodiversità in Lombardia. 28

29 Recepimento degli elementi della REP a livello comunale Fonte Indirizzi per la Rete Ecologica Provinciale, Allegato III alle NTA del PTCP Variante di Adeguamento alla LR 12/2005 Analizzando l estratto del Progetto definitivo di Rete Ecologia provinciale, il territorio comunale di Nave è interessato da tre differenti elementi estesi di rete, individuati come componenti di inquadramento della rete ecologica provinciale. Rielaborazione cartografica degli elementi della REP sul territorio comunale, base CTR 29

30 Gli elementi estesi di rete individuati sul territorio comunale sono: - Aree della ricostruzione ecosistemica polivalente in ambito montano-collinare (BS7) - Ambiti urbani e periurbani della ricostruzione ecologica diffusa (BS12) - Principali barriere infrastrutturali ed insediative (BS22) - Varchi insediativi a rischio (BS25) Aree della ricostruzione ecosistemica polivalente in ambito montano-collinare (BS7) 1. intesi come ambiti territoriali vasti, caratterizzati dalla dominanza di elementi naturali di elevato valore naturalistico ed ecologico associati ad elementi di pressione ove prevedere interventi attivi di ricostruzione degli assetti ecosistemici sottoposti alle principali pressioni. 2. Obiettivi della Rete Ecologica : a) mantenimento delle valenze naturalistiche ed ecologiche connotanti le aree anche in considerazione del loro ruolo per gli spostamenti di animali con la matrice naturale primaria; b) adozione di provvedimenti per il miglioramento delle funzionalità ecosistemiche e per la riduzione delle criticità 3. Per tali ambiti si indicano le seguenti raccomandazioni : a) Divieto tendenziale di nuove opere in grado di compromettere le caratteristiche di naturalità e di funzionalità ecologica dell ambito; qualora sia dimostrata l'oggettiva impossibilità di diversa localizzazione, devono essere previste idonee misure di mitigazione e compensazione ambientale; b) conservazione di particolari habitat anche attraverso azioni materiali come ad esempio il mantenimento/recupero dei prati da sfalcio e prati pascolo in parte interessati da processi di abbandono e ricolonizzazione arbustiva; c) miglioramento ecologico dei boschi attraverso la silvicoltura naturalistica favorendo la formazione di unità ecosistemiche per il sostegno della biodiversità; d) favorire la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (energia eolica, mini-idroelettrica, da biomasse), previa valutazione della compatibilità ambientale degli stessi; e) attivazione di un sistema di controlli e monitoraggi sulla qualità naturalistica ed ecologica delle aree in oggetto, attraverso indicatori generali di qualità dell ecosistema (ornitofauna, mappe licheniche ecc.), habitat di importanza specifica e specie guida (minacciate, di valore fruitivo, infestanti). La Provincia, in accordo con i soggetti pubblici e privati, a) promuove un programma di azioni per il miglioramento della qualità degli ecosistemi di livello locale, attraverso l uso ed il corretto posizionamento di nuove unità naturali e di elementi del paesaggio storico (muretti a secco ecc.); b) promuove, in accordo con i soggetti pubblici e privati, l'intensificazione degli interventi di miglioramento ambientale per la fauna e la formazione di istituti faunistico venatori; c) promuove l'attivazione, all'interno dei programmi generali di settore, di uno specifico programma di azione per il turismo naturalistico, che consideri e limiti i possibili impatti ambientali negativi associati a modalità errate di pressione turistica; d) promuove l'attivazione, in coerenza con i dati e le attività delle politiche di settore, di azioni di monitoraggio e controllo delle risorse naturali rinnovabili presenti: stato dei boschi, portate utili, stato dei venti, censimento delle biomasse disponibili, specie animali selvatiche di interesse naturalistico o venatorio. Il Comune: a) definisce modalità di intervento in modo che le trasformazioni consentite non pregiudichino gli obiettivi di funzionalità ecologica di cui al precedente comma 2; b) nella scelta delle proprie azioni tiene conto delle raccomandazioni di cui al precedente comma 3. 30

31 Ambiti urbani e periurbani della ricostruzione ecologica diffusa (BS12) 1. Sono ambiti che sulla base della presenza di unità ecosistemiche corrispondono alle seguenti definizioni: a) zone periurbane, limitrofe o intercluse tra l urbanizzato, che possono interessare aree di frangia urbana e che presentano caratteri di degrado e frammentazione; b) aree extraurbane, intese quali aree agricole esterne agli ambiti urbani caratterizzate dalla presenza di consistenti elementi vegetazionali. 2. Obiettivi della Rete Ecologica a) Riqualificazione. di un ambito territoriale fortemente problematico attraverso la realizzazione di nuovi elementi ecosistemici di appoggio alla struttura portante della rete ecologica. 3. Per tali ambiti si indicano le seguenti raccomandazioni: a) contenimento delle trasformazioni ed i consumi di suolo per espansioni e trasformazioni urbane; b) i progetti di nuova edificazione lungo le fasce di frangia, devono essere corredati da specifici elaborati che rendano conto dell inserimento ecosistemico e paesistico dell opera nel contesto delle relazioni insediato/agricolo/naturale; c) preferenza, rispetto a forme di intervento edilizio episodiche o isolate, ad accordi fra soggetti privati e/o pubblici che dichiarino obiettivi realizzativi orientato anche alla razionalizzazione funzionale, morfologica ed ambientale delle aree di frangia; d) le attrezzature, i servizi e le opere di urbanizzazione secondaria ammesse dalla pianificazione comunale o sovracomunale debbono essere caratterizzate da bassi rapporti di copertura delle superfici territoriali. In queste aree risulta prioritaria l attivazione di progetti di rete ecologica; e) nelle aree agricole a prevalente funzione ecologico-ambientale, spesso adiacenti alle frange ed alle periferie urbane e metropolitane, le espansioni e trasformazioni urbane devono configurarsi come riqualificazione e ricomposizione dei fronti e delle frange urbane; la progettazione degli interventi dovrà essere mirata all'inserimento storico, paesistico ed ambientale; f) favorire le politiche della qualità industriale in modo che nei criteri e negli strumenti usati siano effettivamente compresi anche gli aspetti di carattere territoriale ed ecologico, come previsto dalle norme di settore; g) favorire la realizzazione, ove possibile, di bacini di prima pioggia, anche di piccole dimensioni, con criteri progettuali polivalenti in modo che alle funzioni di micro-laminazione idraulica ne uniscano altre di miglioramento complessivo dell ambiente locale; h) favorire la realizzazione, ove possibile, di ecosistemi-filtro (impianti di fitodepurazione, fasce buffer lungo vie d acqua) polivalenti (con valenze positive anche ai fini della biodiversita, di una migliore salvaguardia idraulica, dell offerta di opportunità fruitive); i) favorire, ove possibile, la ri-permeabilizzazione di superfici impermeabili attuali (piazzali, parcheggi ecc.) mediante coperture vegetali polivalenti (con funzioni di microlaminazione delle acque meteoriche, di filtro di acque meteoriche, di rinaturazione diffusa, di offerta di spazi di fruizione ecc.); j) nei nuovi insediamenti sono da promuovere la distinzione delle reti di distribuzione in acque di alto e basso livello qualitativo e interventi di riciclo e riutilizzo delle acque meteoriche. La Provincia, in collaborazione con i Comuni interessati: a) attiva azioni di assetto fruitivo e consolidamento ecologico, attraverso progetti di riqualificazione paesistica e di potenziamento; b) attiva azioni di controllo e monitoraggio per indicatori di qualità dell ecosistema urbano (ornitofauna, mappe licheniche ecc.). Il Comune: a) definisce modalità di intervento in modo che le trasformazioni consentite non pregiudichino gli obiettivi di funzionalità ecologica di cui al precedente comma 2; b) nella scelta delle proprie azioni tiene conto delle raccomandazioni di cui al precedente comma 3; c) individua gli interventi di riqualificazione da attuare. 31

32 Principali barriere infrastrutturali ed insediative (BS22) 1. Le principali infrastrutture esistenti e programmate e le aree edificate che costituiscono barriere rispetto alla rete ecologica. 2. Obiettivi della Rete Ecologica a) Rendere permeabile la cesura determinata dalle suddette barriere e di condizionarne la formazione di nuove per non aggravare i livelli di frammentazione esistenti. nell'ottica di un mantenimento e/o di un recupero della continuità ecologica e territoriale 3. Per tali ambiti si indicano le seguenti raccomandazioni a) previsione di specifici interventi di miglioramento della permeabilità ; tali interventi sono da considerarsi prioritari nel caso di realizzazione di nuove infrastrutture. Il Comune : a) recepisce le disposizioni precedenti; b) partecipa, singolarmente o in coordinamento con la Provincia, alla realizzazione di appositi interventi. Varchi insediativi a rischio (BS25) 1. Rappresentano i principali varchi dove l andamento dell espansione urbana ha determinato una significativa riduzione degli spazi agricoli o aperti. 2. Obiettivi della Rete Ecologica a) evitare la saldatura dell'edificato e riequipaggiare, con vegetazione autoctona, tali zone al fine di preservare la continuità e funzionalità dei corridoi ecologici e non pregiudicare la funzionalità del progetto di rete ecologica provinciale. 3. Per tali ambiti si indicano le seguenti raccomandazioni : a) in corrispondenza di ciascun varco deve essere evitata la saldatura dell'urbanizzato, mantenendo lo spazio minimo inedificato tra due fronti, tale da garantire la continuità del corridoio ecologico;in particolare nella realizzazione di nuovi insediamenti ed opere che possano interferire con la continuità dei corridoi e delle direttrici di permeabilità deve essere mantenuta una fascia di naturalità per una larghezza idonea a garantire la continuità del corridoio stesso (in via indicativa almeno 250m), orientata nel senso del corridoio stesso; b) per le nuove infrastrutture viabilistiche e ferroviarie qualora sia dimostrata l'oggettiva impossibilità di diversa localizzazione, devono essere previste efficaci misure di mitigazione (comunque tali da consentire il mantenimento di sufficienti livelli di connettività) e compensazione ambientale; i progetti delle opere dovranno essere accompagnati da uno specifico studio; c) nell ambito dei programmi di rimboschimento deve essere data priorità agli interventi in tali zone. La Provincia, in accordo con i soggetti pubblici e privati a) concorda le azioni da attivare ai fini del raggiungimento degli obiettivi di cui al precedente comma 2. Il Comune: a) recepisce le disposizioni precedenti. Analizzando la disposizione di questi elementi sul territorio, si rileva che la maggior parte delle zone montane corrispondono alle aree della ricostruzione ecosistemica polivalente in ambito 32

33 montano-collinare, caratterizzato dalla presenza di elementi con elevato valore naturalistico ed ecologico, associati ad elementi di pressione, con un ruolo di connessione con le altre aree funzionali. La porzione centro-orientale del Comune è contraddistinta dagli ambiti urbani e periurbani della ricostruzione ecologica diffusa, comprendenti aree urbanizzate che presentano caratteri di degrado o di frammentazione e spazi agricoli extraurbani caratterizzati dalla presenza di consistenti elementi vegetazionali. Questa parte di territorio è, infatti, contrassegnata dalla presenza di principali barriere infrastrutturali e insediative, date dalle infrastrutture di trasporto (SS237) e dalle aree urbanizzate che tendono a costruire un continuum urbano verso i Comuni di Bovezzo e Caino. Si individuano, inoltre, varchi insediativi a rischio, che rappresentano i principali varchi dove l andamento dell espansione urbana ha determinato una significativa riduzione degli spazi agricoli o aperti. Si osserva che a est il territorio comunale confina con un area caratterizzata dalla presenza di ambiti di specificità biogeografica (BS3), cioè ambiti territoriali caratterizzati dalla presenza accertata o potenziale di endemismi o manifestazioni naturali di elevato valore naturalistico ed ecologico intrinseco o rilevante per la provincia di Brescia: nel caso specifico si tratta del SIC Altopiano di Cariadeghe. Per tali siti obiettivo della Rete Ecologica è il mantenimento delle valenze naturalistiche ed ecologiche intrinseche, anche in considerazione del ruolo ecologico rispetto alle caratteristiche degli ambiti confinanti Schema di REC L elaborazione dello Schema di Rete Ecologica è avvenuta considerando: - gli elementi individuati dalla Rete Ecologica Regionale (Settore 131 Val Trompia e Settore 151 Altopiano di Cariadeghe); - gli elementi individuati dalla Rete Ecologica Provinciale (studio di Rete Ecologica della provincia di Brescia, allegata all adozione dell Adeguamento alla L.R del PTCP). L elaborato è rappresentato su base C.T.R in scala 1: e permette una rapida visione degli elementi delle reti ecologiche di area vasta, mettendo a confronto i vari tematismi disponibili. 33

34 4. Criteri adottati per la definizione della Rete Ecologica 4.1. Alcuni principi generali Per inquadrare compiutamente il territorio (da un punto di vista ecologico, paesistico, geologico, floristico, faunistico) l analisi ha preso in considerazione i singoli elementi di potenziale interesse presenti nel territorio, come le aree protette, i corsi d acqua naturali e artificiali, i lembi boscati, le fasce boscate riparali, i filari alberati, i parchi, i giardini e gli altri spazi verdi urbani a diversa funzione. L obiettivo, infatti, è di articolare in modo efficace il disegno della rete ecologica locale, per evidenziare le connessioni più importanti e strategiche, i cardini da preservare e potenziare e le criticità da risolvere. Gli spazi aperti della pianura, seminaturali e soprattutto agricoli, sono stati ritenuti dotati di potenzialità ecologiche e identificati come connettivo ecologico diffuso di pianura. Gli ambiti territoriali di particolare interesse naturalistico rappresentano di fatto gli elementi di eccellenza nel progetto di rete ecologica e svolgono un ruolo cardine nello strutturare i principali corridoi ecologici, poiché in essi si concentrano gli habitat naturali e seminaturali più significativi, efficaci serbatoi di biodiversità con un elevato valore naturalistico da preservare. Individuati i principali elementi extraurbani, si è ritenuto utile individuare tutte le aree verdi in ambito urbano e periurbano e i corsi d acqua, in quanto elementi funzionali al progetto della rete ecologica locale Quadro Conoscitivo dell assetto naturalistico-ecologico Il territorio comunale di Nave risulta interessato da numerosi elementi naturali, che trovano la massima rappresentanza nelle aree boscate, nelle grotte e nelle sorgenti naturali, e da una rete idrografica costituita principalmente dal torrente Garza e dal torrente Listrea. 34

35 Sorgenti naturali Una peculiarità del territorio comunale è la straordinaria ricchezza di sorgenti naturali, che grazie alla loro varietà sono rappresentanti delle diverse condizioni geologiche dalle quali si può generale la fuoriuscita a giorno delle acque dal massiccio roccivo e che hanno ancora, in alcuni casi, un ruolo fondamentale nell approvvigionamento idrico. Esistono differenti tipologie di sorgenti che alimentano il Garza, la cui differenza è da ricondurre alla differenze geomorfologiche del territorio: le rocce calcaree e calcareo-marnose affioranti nel settore montuoso possiedono una permeabilità variabile in funzione del grado di fratturazione e del carsismo; la circolazione idrica avviene prevalentemente lungo le superfici di strato e lungo i sistemi di fratturazione della roccia. Fonte Zugna La fonte Zugna è uno degli esempi più classici di sorgente carsica. La sorgente si trova in destra orografica lungo la valle del Garza, sulla strada statale di fronte alla Pieve della Mitria. La Zugna costituisce lo sbocco di uno sviluppato reticolo di canali sotterranei collegati all altopiano di Cariadeghe: alcune prove con traccianti (Forti e Marchesi, 1993) hanno, infatti, provato l'esistenza di collegamenti tra la sorgente e l'altopiano carsico di Cariadeghe, in particolare con la grotta denominata "Omber en banda al Bus del Zel" (247 Lo). L'Altopiano di Cariadeghe, secondo lo studio citato, costituirebbe la principale area di ricarica della Fonte Zugna. Sorgente Piezze alta La sorgente Piezze alta si trova in prossimità del torrente della Val Listrea, in sinistra idrografica. L'emergenza idrica può essere legata alle diverse caratteristiche di permeabilità delle due formazioni calcaree a contatto. Sorgente Piezze bassa La sorgente Piezze bassa è posta in sponda sinistra idrografica del torrente della Val Listrea, a pochi metri dall'alveo e ad un centinaio di metri dalla sua confluenza con il rio S. Antonio. La circolazione idrica nei livelli più permeabili dei depositi può anche essere alimentata dal torrente della Val Listrea (che con ogni probabilità apporta il contributo più cospicuo) e dal Rio S. Antonio. 35

36 Sorgenti Sacca, Moie e Fontanelle Le sorgenti Sacca, Moie e Fontanelle si trovano, a quote decrescenti, in destra idrografica rispetto al Torrente Garza, lungo il versante meridionale del M. Pesso, in corrispondenza di tre vallecole. La formazione e le caratteristiche idrologiche sono paragonabili a quelle della Fonte Piezze alta. Fonte Listrea La fonte Listrea è, tra le captazioni collegate all'acquedotto comunale di Nave, quella localizzata più a nord, con un punto di captazione delle acque posto a circa 500m s.l.m., in prossimità dell'alveo del torrente della Val Listrea. Localizzazione delle sorgenti sul territorio comunale, base CTR 36

37 Reticolo idrografico L'idrografia del Comune di Nave è caratterizzata dalla presenza del torrente Garza, appartenente al reticolo principale di competenza regionale e da una serie di corsi d acqua di competenza comunale, affluenti del Garza. Nell Allegato A alla D.G.R. n. 9/2762 del rientra tra i corsi d acqua che costituiscono il reticolo idrico principale di competenza regionale anche il tratto del Torrente Valle Listrea situato tra il ponte Moglia e lo sbocco nel Garza. Si tratta di un tratto artificiale, realizzato in passato a seguito della deviazione del Torrente dall'originario alveo naturale. Appena a monte dell attraversamento di via Brescia il Torrente Listrea è coperto per un tratto lungo una cinquantina di metri che interessa proprietà private. Il tratto di torrente posto a monte del ponte Moglia appartiene invece al reticolo idrico minore di competenza comunale. Il Garza è un corso d acqua a carattere torrentizio che nasce dal Monte Prealba (1270 m slm) in territorio di Lumezzane e percorre la Val Bertone, prima di raggiungere la valle di Caino a monte dell abitato. In questo primo tratto, lungo circa 9 km, l alveo è inciso in roccia e la pendenza media del fondo è di oltre il 5%. Lungo i versanti costituiti da rocce calcareo-dolomitiche, sono presenti zone in cui la roccia è intensamente fratturata e dà origine a dissesti anche piuttosto estesi e ad accumuli detritici che alimentano il trasporto solido del torrente. Raggiunta la valle di Caino il torrente Garza piega bruscamente verso ovest e in corrispondenza dell abitato di Caino forma un ampia curva e si dirige verso sud mantenendo caratteristiche idrauliche abbastanza costanti fino alla località Pieve Vecchia di Nave. In questo secondo tronco, lungo circa 6 km, l alveo è ancora inciso in roccia e la pendenza del fondo è del 3% circa. Dalla Pieve vecchia fino alla località Crocevia di Nave, il torrente Garza scorre in direzione ovest attraversando la piana alluvionale di Nave e Bovezzo. In questo terzo tronco la pendenza del fondo si riduce a circa lo 0,9%, la valle si allarga notevolmente e l alveo ha la tendenza alla divagazione. In alcuni punti esso è stato coperto per poter essere utilizzato dagli impianti industriali della zona, in altri scorre all interno di un alveo artificiale, in altri ancora presenta un andamento naturale. In alcuni punti il Garza è stato coperto per poter essere utilizzato dagli impianti industriali della zona (Cartiera Zani, Ferriera Fratelli Stefana), in altri esso scorre all'interno di un alveo 37

38 artificiale, creato per modificare il corso originario (ex Acciaieria Busseni), in altri ancora presenta un andamento naturale. In località Crocevia di Nave, dove il Garza entra nel fondovalle della Valle Trompia, sono presenti due importanti opere di difesa idraulica della città di Brescia. Esse sono costituite da un canale scolmatore delle acque di piena nel Fiume Mella, effettuato nel 1963, e da una vasca di sghiaiamento, realizzata recentemente. A valle della località Crocevia di Nave, il Garza attraversa quindi la città di Brescia e termina il suo corso nella campagna di Ghedi, in località Belvedere, dove spaglia. Il bacino imbrifero, chiuso al crocevia di Nave, è di 57 km 2 circa, e qui il torrente arriva dopo un tragitto di circa 20 km. Recentemente sono stati realizzati interventi di sistemazione dell alveo del Garza nel tratto compreso tra le località Case Rotte e Mitria che hanno migliorato localmente le condizioni di rischio. E inoltre in progetto una vasca volano con funzione di laminazione delle piene del Garza, a difesa del territorio posto lungo le sponde del torrente nella porzione occidentale del comune di Nave, oltre che in comune di Bovezzo in località Conicchio e nella porzione nord della città di Brescia. Dei torrenti costituenti il reticolo idrografico della valle del Garza, solo il Garza e il Listrea a Nave presentano un regime idrometrico più o meno costante, mentre la quantità di acqua presente negli altri è legata all alternarsi delle stagioni. Tra gli affluenti del Garza nel territorio comunale vi sono: affluenti in sponda destra del Garza: fosso della Valle del Cannone - delimita il confine comunale tra Bovezzo e Nave. Il fosso della valle del Cannone ha un andamento nel complesso rettilineo, con direzione nord-sud fino alla sua immissione nel torrente Garza. Svolge principalmente la funzione di colatore montano per l omonima valle e non ha acqua propria. L alveo è in generale in condizioni naturali lungo tutto il suo tracciato, con forte presenza di vegetazione arbustiva e arborea, salvo nell ultimo tratto, a monte della SS 237 ove è stato recentemente impermeabilizzato; fosso delle Moie di Nave - Svolge principalmente la funzione la funzione di colatore montano per la valle omonima e non ha acqua propria. L alveo è in generale in condizioni naturali lungo 38

39 tutto il tracciato a monte del suo intubamento, con forte presenza di vegetazione arbustiva e arborea sulle sponde e anche in alveo. È intubato nel suo percorso all interno del centro abitato e svolge funzione promiscua di trasporto delle acque provenienti dal bacino extraurbano e di fognatura, che vengono avviate alla depurazione attraverso alcuni manufatti di sfioro realizzati direttamente sul fosso; torrente Listrea - in passato è stato causa di fenomeni esondativi anche intensi all interno dell area urbana. Raccoglie le acque della valle omonima, nonché dei corsi d acqua che drenano le acque raccolte da alcune valli trasversali (Valle Cervosolo, Valle Dosso Strett, Valle delle Monache, Valle Pisceno ), ma è alimentato anche da sorgenti, per cui ha acqua tutto l anno. Il tracciato, entro il centro urbano, è artificiale, realizzato a seguito della deviazione del torrente dall originario alveo naturale, che descriveva un ampia curva in direzione Ovest nei pressi dell attuale Via Moreni, prima di immettersi nel Garza di Via Fucina. Il tratto finale del corso d acqua, di origine artificiale, appartiene al reticolo idrico principale; rio Merolta - scorre quasi parallelo al confine tra Nave e Caino, dal monte Fraine, da cui ha origine, fino allo sbocco nel Garza, che avviene in località Grignole di Caino; il Fosso della Valle delle Seradine - svolge principalmente la funzione di colatore montano per la valle omonima e non ha acqua propria. L alveo è in generale in condizioni naturali lungo tutto il suo tracciato, con forte presenza di vegetazione arbustiva e arborea sulle sponde e anche in alveo. Come altri corpi idrici del territorio comunale il Fosso della Valle Seradine, all'atto della realizzazione della rete fognaria, è stato deviato all'interno di questa, dall'originario tracciato che lo portava a ruscellare lungo la strada. Le acque raccolte dal fosso, insieme a quelle drenate dal Fosso della Valle delle Fontanelle vengono avviate al collettore fognario di Via San Marco e da questo scaricate in Garza. affluenti in sponda sinistra del Garza: torrente Gardellone - corre al piede dell area collinare della Maddalena, a sud del territorio di Nave, con direzione prevalente est-ovest e raccoglie le acque del versante settentrionale di quest ultima. Presenta caratteristiche prossime alle condizioni naturali, con un tracciato rettificato, con una folta vegetazione principalmente di tipo arbustivo sulle sponde; rio Salena - nel Comune di Nave, svolge principalmente la funzione di colatore per i due rami della valle omonima. Dopo un primo tratto con un andamento Est Ovest, presenta 39

40 un andamento nel complesso rettilineo in direzione Sud Nord fino all'immissione nel Torrente Garza, con caratteristiche sostanzialmente naturali, con la presenza di una folta vegetazione arbustiva e arborea sulle sponde. Il reticolo idrografico sul territorio comunale di Nave, base CTR 40

41 Grotte Nel territorio di Nave sono presenti frequenti fenomeni carsici profondi o ipogei, rappresentati da cavità sotterranee: le numerose grotte costituiscono una piccola parte del reticolo di cavità sotterranee presenti nei rilievi calcarei. Nell estratto cartografico seguente sono riportate le grotte presenti nel comune di Nave inserite nel Catasto delle Grotte della Lombardia. Alcune di queste grotte furono descritte da M. Pavan in "Le caverne della regione M.Palosso-M. Doppo (Brescia) e la loro fauna", Supplemento Comm. Ateneo di Brescia (1939). In particolare vengono descritti: - il "Bus del Rinàt" (n.73); - il "Médol Casèl" (n. 180), grotta che si apre sulle pendici del M. Montecca e dalla quale furono asportate dai cavatori praticamente tutte le concrezioni calcitiche presenti; - verso la cima del M. Montecca venne esplorata e descritta la grotta denominata "Legòndol del Squadru " (n. 181) a quota 600 m s.l.m. circa, che si apre nei calcari liassici della Corna, e la grotta "Legòndol de Sassina" (n. 182) formatasi all'interno dei calcari ricchi di selce nera del Medolo; - addentrandosi in Val Listrea, nei pressi del fondovalle ad una quota di circa 500 m s.l.m., si trova il "Legòndolì del Listrea" (n. 183) ; - a nord-est della 183, sul versante in sinistra idrografica, all'interno dei calcari del Medolo che in questa zona si presentano molto alterati e argillificati, si trova il "Legòndol del dòs dei Fò" (n. 187), piccolo cunicolo che raggiunge una profondità massima di 8 metri; - più a sud, sullo stesso versante ad una quota di 720 m s.l.m., si trova il "Legòndol del dòs Magiùr" (n. 202); - in Valle di Castrino è ubicata una risorgente temporanea, rappresentata dal Büs de Castrì o Büs del Bissol (nr.370) che raggiunge una profondità massima di 10 m ed uno sviluppo totale di circa 63 m. 41

42 Grotte sul territorio comunale di Nave, base CTR 42

43 Elementi vegetazionali Boschi Il patrimonio naturale di tutta la Valle del Garza è in buona parte costituito dai boschi, che ricoprono la zona nord del territorio al confine con il Comune di Lumezzane e la fascia meridionale dei Comuni di Caino e Nave. Si definisce "bosco" l insieme di una superficie di terreno e del soprassuolo arboreo che lo ricopre. Secondo l età delle piante che compongono il soprassuolo, il bosco può essere coetaneo (specie arboree della stessa età) o disetaneo (specie arboree di età diversa); mentre in relazione alle specie può risultare puro (di una sola specie) o misto (di più specie). Secondo le modalità di rinnovo del soprassuolo arboreo il bosco può essere ceduo (bosco di basso fusto sottoposto a taglio periodico) o di alto fusto. Le fasce arboree o boscate costituiscono elementi di forte connotazione paesistica all interno di un panorama omogeneo e costante come quello della pianura coltivata a seminativo: sono il residuo dell originaria copertura vegetazionale che l intervento antropico ha ridotto ad aree limitrofe a corsi d acqua o poco accessibili (scarpate ecc) dunque conservano una componente di naturalità nel paesaggio agrario. Spesso sono connesse e svolgono la medesima funzione di confine dei filari, con la sostanziale differenza che quest ultimi sono frutto di una piantumazione mirata. Le aree boscate, pur nella loro ridotta estensione, rappresentano il connettivo vegetazionale che collega ambiti fisiograficamente diversi: proteggono dall erodibilità dei corpi idrici, contribuendo alla stabilità idrogeologica, all autodepurazione dell ambiente, all equilibrio e alla compensazione bioecologica generale degli ecosistemi. Sul territorio comunale sono individuabili: - Boschi di latifoglie (a ceduo); - Boschi misti di conifere e latifoglie. 43

44 Vegetazione arborea diffusa: filari alberati Caratterizzano il paesaggio agrario, sottolineando le partizioni culturali e le viabilità interpoderali (sono sempre presenti lungo i fossi e le strade poderali). Sono comprese in tale categoria tutte le presenze vegetazionali arboree isolate o a gruppi, di impianto antropico o naturale, presenti in modo diffuso nel paesaggio agrario o in ambiti naturali. Tali elementi assumono un importanza primaria all interno del paesaggio agrario, sia dal punto di vista ecologicofunzionale, che da quello storico paesistico: la vegetazione arborea diffusa è infatti indicatore dell organizzazione agraria ed elemento di caratterizzazione visuale del paesaggio, oltre che elemento fondamentale del sistema ecologico ("corridoi" ecologici). Colture e orti Tra le colture specializzate, il territorio comunale di Nave vede la coltura del vigneto. La coltura del vigneto non è tipica del paesaggio della pianura, in quanto elemento solitamente connotativo del paesaggio collinare e pedecollinare, non particolarmente utilizzato nella zona pedecollinare della Valtrompia. Altre porzioni di territorio sono adibite alla coltura di ortaggi. Si distinguono due tipologie principali, l orto famigliare di limitata estensione funzionale per le necessità della famiglia e l orto industriale, esteso su grande superficie al fine di venderne i prodotti sul mercato. Caratterizzano il territorio perché occupano appezzamenti di terreno solitamente cintati, localizzati in contesti urbanizzati o prossimi ad essi. 44

45 5. Criteri adottati per la definizione della Rete Ecologica 5.1. Alcuni principi generali Per inquadrare compiutamente il territorio (da un punto di vista ecologico, paesistico, geologico, floristico, faunistico) l analisi ha preso in considerazione i singoli elementi di potenziale interesse presenti nel territorio, come le aree protette, i corsi d acqua naturali e artificiali, i lembi boscati, le fasce boscate riparali, i filari alberati, i parchi, i giardini e gli altri spazi verdi urbani a diversa funzione. L obiettivo, infatti, è di articolare in modo efficace il disegno della rete ecologica locale, per evidenziare le connessioni più importanti e strategiche, i cardini da preservare e potenziare e le criticità da risolvere. I principali corridoi a livello locale sono rappresentati dai corsi d acqua. Le aree boscate collinari e montane sono gli areali a maggior grado di naturalità e potenzialità ecologica - vista anche la notevole estensione in tutta la Valle del Garza e sono, pertanto, individuate come connettivo ecologico diffuso. Le emergenze geomorfologiche e le aree residuali a maggior grado di naturalità negli spazi aperti della pianura, seminaturali e soprattutto agricoli, sono stati ritenuti dotati di potenzialità ecologiche e identificati come nodi della rete. Tra questi si distinguono i prati, gli orti e le aree adibite alle colture specializzate, che mostrano una notevole valenza ambientale, ecologica e paesistica. Individuati i principali elementi extraurbani, si è ritenuto utile individuare tutte le aree verdi in ambito urbano e periurbano e i corsi d acqua, in quanto elementi funzionali al progetto della rete ecologica locale. Gli ambiti territoriali di particolare interesse naturalistico rappresentano di fatto gli elementi di eccellenza nel progetto di rete ecologica e svolgono un ruolo cardine nello strutturare i principali corridoi ecologici, poiché in essi si concentrano gli habitat naturali e seminaturali più significativi, efficaci serbatoi di biodiversità con un elevato valore naturalistico da preservare. 45

46 5.2. Elaborazione della Carta di REC L elaborazione della Carta di REC consiste nell adattamento a scala comunale dello Schema di REC, ovvero si attua l adattamento a scala comunale degli indirizzi di area vasta derivanti dalle reti ecologiche regionale e provinciale. L adattamento a scala comunale è stato realizzando incrociando le indicazioni della pianificazione di area vasta con le caratteristiche ambientali, paesistiche ed ecologiche dell ambito comunale, nell ottica di creare una rete ecologica polivalente. Le indicazioni della RER e della REP sono state integrate con le seguenti categorie di elementi, definite puntualmente sul territorio: - aree di tutela (parchi urbani, altre aree destinate a verde dagli strumenti urbanistici locali); - nodi della rete (gangli da consolidare/ricostruire); - corridoi e connessioni ecologiche; - zone di ri qualifi cazione ecologi ca (progetti locali e di rina tura zione; previsioni a groambientali di interesse come servizio ecosistemico; aree di frangia urbana su cui attivare politiche polivalenti di riassetto ecologico e paesaggistico); - aree di supporto (aree agricole di valenza ambientale a supporto della rete ecologica); - elementi di criticità (varchi insediativi a rischio per la connettività ecologica). Per la definizione della Carta di REC sono stati considerati: - il reticolo idrico minore Per la sua individuazione si rimanda allo studio geologico comunale, effettuato in occasione della redazione del PGT di Nave ai sensi della DGR 1566/2005; - le sorgenti naturali Per la loro individuazione si rimanda allo studio geologico comunale, effettuato in occasione della redazione del PGT di Nave ai sensi della DGR 1566/2005; - le grotte Per la loro individuazione si rimanda allo studio geologico comunale, effettuato in occasione della redazione del PGT di Nave ai sensi della DGR 1566/2005; e al Catasto delle Grotte della Lombardia; 46

47 - boschi l individuazione delle aree boscate sul territorio comunale si ottiene incrociando le seguenti fonti: PTCP; DUSAF (classe B1, B4, B5, B7), Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana di Valle Trompia e foto satellitari, verificando poi i dati emersi con sopralluoghi; - siepi, filari e vegetazione arborea per rappresentare le presenze sul territorio si sono utilizzati, come strati di partenza, i dati desumibili dalla cartografia GIS di DUSAF e PTCP, anche se ampiamente insufficiente per una reale rappresentazione dello stato di fatto; i dati sono poi stati verificanti sulle foto satellitari e con sopralluoghi; - verde urbano è stato individuato e mappato il verde urbano, inteso come l insieme delle opere di urbanizzazione primarie e secondarie e costituito dai parchi pubblici e privati, i giardini, le aree verdi attrezzate, le aiuole di pertinenza degli edifici che possono svolgere una funzione di supporto nella rete ecologica comunale. In particolare parchi, giardini e aree alberate svolgono un ruolo di rifugio e sostentamento per l ornitofauna e i piccoli mammiferi. I dati sul verde urbano derivano dal piano paesistico comunale e dal piano dei servizi, con supporto l analisi delle foto satellitari e sopralluoghi territoriali. - lo schema di REC, adattamento a scala comunale in prima analisi, il presente studio recepisce integralmente nello Schema di REC i contenuti della Rete Ecologica Regionale e della Rete Ecologica della provincia di Brescia. Nella Carta di REC si attua, successivamente, l adattamento a scala comunale dei contenuti dello Schema di REC, ovvero si contestualizzano a livello locale i contenuti delle reti di area vasta. Incrociando i contenuti della RER e della REP con le emergenze eco paesistiche e ambientali locali, si propone il seguente adattamento delle reti ecologiche di area vasta sul territorio comunale. 47

48 CORRIDOI FLUVIALI PRINCIPALI In accordo con le indicazioni delle reti ecologiche di area vasta e dall analisi della pianificazione sovraordinata, si identificano sul territorio comunale: - Corridoi fluviali principali: corrispondenti al corso del torrente Garza e del torrente Listrea. Il torrente Garza e il torrente Listrea rappresentano, oltre che il principale corridoio ecologico naturale del territorio, anche un importante testimonianza storico-materiale dei processi insediativi storici e dell antropizzazione colturale. Principali criticità - differenti gradi di vulnerabilità in relazione alle fasce geografiche di appartenenza, in cui intervengono fattori di rischio differenziati; - perdita o riduzione della fauna ittica e della vegetazione ripariale; - scarsa gestione vegetazionale: invadenza delle specie infestanti e ad alto fusto in alveo, mancata gestione delle fasce di ripa; - forte antropizzazione del corso e delle sponde (cantieristica, impianti tecnologici, arginature); - rischio di impoverimento della quantità d acqua per effetto di sottrazione agli alvei naturali e per il prelievo a monte ad uso idroelettrico; - problemi di assetto idrogeologico, fenomeni di erosione, sovralluvione, dissesto e locali rischi di instabilità delle sponde. - fenomeni di inquinamento da reflui agricoli, civili e da rifiuti solidi urbani. NODI DELLA RETE Nel progetto di REC sono stati individuati i seguenti nodi della rete ecologica a livello comunale: Prati, colture e orti urbani Sono elementi caratterizzanti il paesaggio omogeneo e costante della pianura coltivata. Nella categoria rientrano le colture specializzate esistenti sul territorio (vigneto) e altre zone del territorio adibite alla coltura di ortaggi; in questa categoria sono inoltre ricondotte le aziende florovivaistiche. Principali criticità - progressiva trasformazione delle aree a prato o pascolo in zone agricole; - processi di urbanizzazione aggressivi; 48

49 - apertura di nuove strade carrabili, che non rispettano il disegno del paesaggio agrario tradizionale. - trasformazione delle pratiche colturali tradizionali, di tipo estensivo, in quelle di tipo intensivo contemporanee, con conseguente abbandono e distruzione della vegetazione naturale o seminaturale del paesaggio agrario; - abbandono delle culture e conseguente perdita di vitigni storici tipici conseguente abbandono dei campi con conseguente impoverimento e degrado delle zone interessate; - malattie fitosanitarie. Ecosistemi a matrice ornamentale Nella categoria rientrano le tipologie di verde urbano, parchi e giardini, verde pubblico e privato con funzione di arredo, mitigazione e connessione ecologica, orti e vivai. Principali criticità - perdita dei caratteri connotativi del paesaggio agrario e del valore paesistico degli ambiti imitrofi; - utilizzo improprio di tali aree, con conseguente inquinamento ambientale e percettivo del luogo. - modificazione del sistema percettivo del paesaggio. Emergenze geomorfologiche Nella categoria rientrano le grotte e le sorgenti naturali presenti sul territorio. Principali criticità - vulnerabilità idrogeologica (vulnerabilità delle acque sotterranee); - possibile presenza di specie endemiche da preservare e tutelare; - perdita dell interesse storico-culturale. 49

50 CONNETTIVI ECOLOGICI DIFFUSI Si è considera come connettivo ecologico diffuso l insieme degli spazi aperti dei rilievi, nei quali si realizzano le potenzialità di permeabilità ecologica diffusa sul territorio. Ecosistemi boscati Corrispondono a tutte le aree del territorio comunale che possono essere definite bosco. Principali criticità - abbandono della manutenzione delle aree boscate, con conseguente degrado e propensione al dissesto; - diminuzione della funzione di protezione idrologica del territorio e aumento della velocità di scorrimento delle acque superficiali nelle zone disboscate, con conseguente aumento del rischio idraulico; - impoverimento della varietà di specie arboree autoctone e prevalenza delle specie dominanti; - presenza di intrusioni tecnologiche (ad esempio elettrodotti); - rischio incendio; INTERFERENZE Sono stati considerati i principali elementi posti lungo i tracciati dei corridoi acquatici e terrestri che, di fatto, interrompono o compromettono le connessioni ecologiche esistenti nel territorio. Si distingue tra: Barriere lineari e diffuse Rappresentano il complesso delle barriere alla permeabilità ecologica del territorio e sono costituite dalle principali infrastrutture di trasporto e dall insieme delle aree urbanizzate (barriere di tipo areale), che determinano la frammentazione del territorio e il principale ostacolo alla permeabilità ecologica. Varchi a rischio di chiusura I varchi circoscrivono delle aree nelle quali sono intercorsi, partendo da nuclei insediati distinti, processi di urbanizzazione e di infrastrutturazione la cui prosecuzione lungo le direttrici di espansione potrebbe pregiudicare in modo definitivo le linee di permeabilità ecologica residue. 50

51 CORRIDOI ECOLOGICI SECONDARI Nel progetto di REC sono stati individuati, quali corridoi ecologici secondari: - il reticolo idrico minore costituito dai corpi idrici artificiali secondari, ad andamento regolare, che contribuiscono con la rete idrica naturale ed il sistema viario e di parcellizzazione alla definizione geometrica percettiva del paesaggio agrario. Il reticolo idrico minore è caratterizzato dalle stesse criticità individuate per il reticolo idrico principale; - i filari alberati. Principali criticità - Trasformazione delle pratiche colturali tradizionali di tipo estensivo, in quelle di tipo intensivo contemporanee, con conseguente abbandono e distruzione della vegetazione naturale e seminaturale del paesaggio agrario. La base cartografica, sulla quale vengono rappresentate tutte le componenti della REC, è la base aerofotogrammetrica scala 1:

52 5.3. La struttura della Carta di REC La carta presenta una struttura abbastanza complessa, con più livelli che si sovrappongono per passare da una visione più ampia dell assetto del territorio a un maggiore dettaglio della trama degli elementi più puntuali che costituiscono i capisaldi della rete ecologica locale. Scomponendo i vari livelli si riconoscono serie di areali ed elementi lineari. La principale serie lineare è rappresentata dai Corridoi fluviali principali, che rappresentano l elemento principale della rete ecologica e che sono rappresentati dai due principali corsi d acqua sul territorio comunale, il torrente Garza e il Listrea. La principale serie areale è costituita dall Ecosistema boscato, distribuito sui rilievi del territorio, che rappresenta il principale Connettivo ecologico diffuso. Sul territorio si dispongono anche elementi areali e puntuali di estensione più limitata, che rappresentano le maggiori potenzialità ecologiche locali e che sono, pertanto, individuati come Nodi della rete: l insieme di Prati, colture e orti urbani, gli Ecosistemi a matrice ornamentale (le principali aree verdi urbane) e l insieme delle Emergenze geomorfologiche (grotte e sorgenti naturali). La serie lineare secondaria rappresenta l insieme dei connettivi ecologici locali, definiti Connettivi ecologici secondari e individuati nel reticolo idrografico minore e nei filari alberati. Sul territorio sono poi indicate le principali Interferenze con la rete, da individuarsi in riferimento alle Barriere diffuse (gli ambiti urbani residenziali e produttivi) e alle Barriere lineari (strade a veloce percorrenza). Dall interazione di queste barriere con gli elementi della rete ecologica comunale, sono state definite le principali criticità, quali i Varchi a rischio di chiusura (varchi ancora esistenti la cui chiusura pregiudicherebbe la permeabilità ecologica). 52

53 5.4. La legenda La legenda della Carta di REC, di seguito schematizzata, è suddivisa in gruppi di elementi che rappresentano la struttura portante della rete. Figurano, in testa alla rete, i Corridoi principali, definiti dai corsi d acqua Garza e Listera, che sono i corridoi fluviali della REC. Successivamente compaiono i Nodi della rete, distinti in tre differenti ecosistemi ambientali. A supporto dei nodi e dei corridoi principali si individua un sistema di area vasta rappresentato dalle aree boscate, al quale è attribuita la funzione di connessione ecologica diffusa. Le interferenze rappresentano le maggiori criticità della rete ecologica, esse sono rappresentate da barriere infrastrutturali e areali e dai varchi a rischio di chiusura. Chiudono la legenda i Corridoi ecologici secondari, che rappresentano le principali linee di connettività a livello locale. Struttura della legenda Corridoi fluviali principali Torrenti Garza e Listrea Nodi o Prati, colture e orti urbani Colture specializzate, orti, aziende florovivaistiche, prati, verde di protezione idrogeologica o Ecosistemi a matrice ornamentale Aree verdi in ambito urbano, parchi e giardini, aree verdi pubbliche e private con funzione di mitigazione, arredo e connessione ecologica in ambito urbano o Emergenze geomorfologiche Grotte e sorgenti naturali Connettivi ecologici diffusi o Ecosistemi boscati Interferenze o Barriere infrastrutturali Ex SS237 o Barriere areali diffuse (urbanizzato) Aree urbane residenziali e produttive o Varchi a rischio di chiusura Elementi lineari Reticolo Idrico Minore Filari alberati 53

54 ! Comune di NAVE Piano di Governo del Territorio Ottobre Voce legenda REC Livello RER Livello REP CORRIDOI FLUVIALI torrente Garza Altri elementi di primo livello NODI DELLA RETE Prati, colture e orti urbani Ecosistemi a matrice ornamentale Emergenze geomorfologiche!a grotte torrente Listrea E3 - Aziende florovivaistiche Prati e pascoli frutteti e vigneti VI - verde di protezione idrogeologica castagneti da frutto alpi e pascoli verde privato parco pubblico verde attrezzato verde di arredo urbano po sorgenti naturali CONNETTIVI ECOLOGICI DIFFUSI Ecosistemi boscati incolto produttivo boschi misti (conifere e latifoglie) latifoglie a ceduo boschi di latifoglie a ceduo boschi di conifere vegetazione rupestre e arbustiva Elementi di secondo livello Elementi di secondo livello BS12 BS12 BS7 alberi monumentali INTERFERENZE Principali barriere infrastrutturali Principali barriere insediative Varchi ex ss237 aree urbanizzate BS25 - Varchi a rischio di chiusura (REP) CORRIDOI ECOLOGICI SECONDARI reticolo idrico minore Criticità Criticità BS22 BS22/BS12 BS25!!!!!! filari Principali elementi di tutela esterni al territorio comunale!!!!! P.L.I.S. SIC - Altopiano di Cariadeghe Aree di rilevanza ambientale Aree prioritarie per la biodiversità/sic/monumenti naturali regionali BS3 54

55 5.5. Attuazione della REC Perequazione Lo strumento della perequazione può costituire un ausilio alla realizzazione del progetto di REC, in quanto permette di acquisire aree ed ambiti necessari alla funzionalità ed al completamento delle connessioni della rete ecologica proprio in quelle situazioni in cui i piani contengano previsioni che tendono a chiudere o saturare le possibilità di continuità negli spazi liberi residui. Vista la conformazione e le caratteristiche del Comune, non si ritiene perseguibile tale meccanismo sul territorio di Nave Compensazione Diventa importante, invece, la proposta di forme di compensazione ecologica preventiva, legate al consumo di suolo in quanto tale. Si indica la seguente metodologia: compensazione dire a: ad ogni determinato intervento, corrispondono delle compensazioni da realizzare, in funzione del grado di pregiudizio (opere di mitigazione in corrispondenza delle nuove infrastrutture stradali, opere di mitigazione vegetazionale per i nuovi AT); compensazione indire a: ovvero forme di mone zzazione o di fiscalità da indirizzare alla realizzazione degli interventi per la REC. Il comune può provvedere ad applicare quanto previsto dal comma 2-bis dell'art. 43 della legge regionale 12/2005, che prevede che «gli interventi di nuova costruzione che sottraggono superfici agricole nello stato di fatto sono assoggettati ad una maggiorazione percentuale del contributo di costruzione, determinata dai Comuni entro un minimo dell'1,5% ed un massimo dei 5%, da destinare obbligatoriamente a interventi forestali rilevanza ecologica e di incremento della naturalità. La Giunta regionale definisce, con proprio atto, linee guida per l'applicazione della presente disposizione». Dette linee guida sono state approvate dalla D.g.r. 22 dicembre n Linee guida per la maggiorazione del contributo di costruzione per il finanziamento di interventi estensivi delle superfici forestali (art. 43, comma 2-bis, Lr. n. 12/2005). 55

56 6. Sistema di obiettivi, indirizzi e azioni di riqualificazione ecologica nel PGT Il PGT promuove la tutela e la valorizzazione dei caratteri ecologici e ambientali del territorio, definendo obiettivi generali e interventi specifici, che rappresentano le linee d azione delle REC Obiettivi di riqualificazione ecologica nel Documento di Piano Il PGT fa propri gli indirizzi della RER e della REP mediante la predisposizione del progetto di rete ecologica comunale. Per recepire compiutamente le indicazione delle reti di area vasta, nell ambito del progetto di REC, si predispone lo Schema di REC, elaborato grafico alla scala 1:25.000, che riporta sul territorio comunale gli elementi delle reti ecologiche regionale e provinciale. Indicazioni della RER Il principale elemento di tutela nella RER che interessa l ambito territoriale di Nave è il Monumento Naturale Altopiano di Cariadeghe. L Altopiano di Cariadeghe è un sito molto significativo dal punto di vista naturalistico, grazie alla particolare geomorfologia del territorio. Si tratta, infatti, di un altopiano carsico con grotte e doline pressoché uniche in Lombardia con una ricca entomofauna specializzata per ambienti di grotta, costituita da numerosi endemismi appartenenti soprattutto ai generi Boldoriella, Boldoria e Allegrettia tra i Coleotteri, e Zospeum tra i molluschi Gasteropodi. Tra i principali elementi di frammentazione si segnalano il consumo di suolo derivante alla espansione dell urbanizzato, le attività estrattive, le infrastrutture lineari (S.P. 237), i cavi aerei sospesi, che possono rappresentare una minaccia per numerose specie ornitiche nidificanti (in primo luogo il Gufo reale) e migratrici (avifauna di grandi dimensioni quali rapaci, ardeidi, ecc.), il degrado degli ambienti carsici sotterranei causato da attività antropiche esterne che hanno ripercussioni sugli habitat ipogei. 56

57 Si riportano le seguenti indicazioni: Elementi primari conservazione della continuità territoriale; definizione di un coefficiente naturalistico del DMV per tutti i corpi idrici soggetti e prelievo, con particolare attenzione alla regolazione del rilascio delle acque nei periodi di magra; interventi di deframmentazione dei cavi aerei che rappresentano una minaccia per l avifauna nidificante e migratoria; mantenimento/miglioramento della funzionalità ecologica e naturalistica; attuazione e incentivazione di pratiche di selvicoltura naturalistica; mantenimento della disetaneità del bosco; mantenimento delle piante vetuste; creazione di cataste di legna; conservazione della lettiera; creazione di alberi-habitat (creazione cavità soprattutto in specie alloctone); prevenzione degli incendi; conversione a fustaia; conservazione di grandi alberi; incentivazione e attivazione di pascolo bovino ed equino gestito e regolamentato a favore del mantenimento di ambienti prativi; studio e monitoraggio di avifauna nidificante, entomofauna e teriofauna; incentivazione delle pratiche agricole tradizionali; regolamentazione dell utilizzo di strade sterrate e secondarie; conservazione e ripristino degli elementi naturali tradizionali dell agroecosistema e incentivazione della messa a riposo a lungo termine dei seminativi per creare praterie alternate a macchie e filari prevalentemente di arbusti gestite esclusivamente per la flora e la fauna selvatica; incentivazione del mantenimento e ripristino di elementi naturali del paesaggio agrario tradizionale quali siepi, filari, stagni, ecc.; mantenimento dei prati stabili polifiti; incentivi per il mantenimento delle tradizionali attività di sfalcio e concimazione dei prati stabili; mantenimento e incremento di siepi e filari con utilizzo di specie autoctone; mantenimento delle piante vetuste; incentivazione e attivazione di pascolo bovino ed equino gestito e regolamentato in aree a prato e radure boschive; incentivazione delle pratiche agricole per la coltivazione a basso impiego di biocidi, primariamente l agricoltura biologica; capitozzatura dei filari; incentivi per il mantenimento della biodiversità floristica (specie selvatiche); studio e monitoraggio della flora selvatica, dell avifauna nidificante e della lepidotterofauna degli ambienti agricoli e delle praterie; 57

58 Elementi di secondo livello Conservazione dei boschi; conservazione dei prati, anche attraverso incentivi per lo sfalcio e la concimazione; conservazione delle zone umide; mantenimento delle fasce ecotonali; mantenimento delle piante vetuste e della disetaneità del bosco; mantenimento del mosaico agricolo; creazione di siti idonei per la riproduzione dell'avifauna legata ad ambienti agricoli; conservazione della continuità territoriale; interventi di deframmentazione dei cavi aerei che rappresentano una minaccia per l avifauna nidificante e migratoria; mantenimento/miglioramento della funzionalità ecologica e naturalistica; attuazione di pratiche di selvicoltura naturalistica; mantenimento della disetaneità del bosco; mantenimento delle piante vetuste; creazione di cataste di legna; conservazione della lettiera; prevenzione degli incendi; conversione a fustaia; conservazione di grandi alberi; creazione di alberi-habitat (creazione cavità soprattutto in specie alloctone); incentivazione e attivazione di pascolo bovino ed equino gestito e regolamentato a favore del mantenimento di ambienti prativi; incentivazione delle pratiche agricole tradizionali; regolamentazione dell utilizzo di strade sterrate e secondarie, per evitare il disturbo alla fauna selvatica. Aree soggette a forte pressione antropica inserite nella rete ecologica Superfici urbanizzate: favorire interventi di deframmentazione; mantenere i varchi di connessione attivi; migliorare i varchi in condizioni critiche; evitare la dispersione urbana; Infrastrutture lineari: prevedere, per i progetti di opere che possono incrementare la frammentazione ecologica, opere di mitigazione e di inserimento ambientale. Prevedere opere di deframmentazione lungo le strade e per i cavi aerei a maggiore impatto sulla fauna, in particolare a favorire la connettività con aree sorgente (Aree prioritarie) e tra aree sorgente. 58

59 Indicazioni della REP Il territorio comunale è interessato dalle seguenti categorie di elementi: Aree della ricostruzione ecosistemica polivalente in ambito montano-collinare (BS7) riguarda la porzione collinare e nella prima fascia montana del Comune. Per le aree ricadenti in questa tipologia, prescrive lo strumento di pianificazione provinciale: - divieto tendenziale di nuove opere in grado di compromettere le caratteristiche di naturalità e di funzionalità ecologica dell ambito; qualora sia dimostrata l'oggettiva impossibilità di diversa localizzazione, devono essere previste idonee misure di mitigazione e compensazione ambientale; - conservazione di particolari habitat anche attraverso azioni materiali come ad esempio il mantenimento/recupero dei prati da sfalcio e prati pascolo in parte interessati da processi di abbandono e ricolonizzazione arbustiva; - miglioramento ecologico dei boschi attraverso la silvicoltura naturalistica favorendo la formazione di unità ecosistemiche per il sostegno della biodiversità; - favorire la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (energia eolica, mini-idroelettrica, da biomasse), previa valutazione della compatibilità ambientale degli stessi; - attivazione di un sistema di controlli e monitoraggi sulla qualità naturalistica ed ecologica delle aree in oggetto, attraverso indicatori generali di qualità dell ecosistema (ornitofauna, mappe licheniche ecc.), habitat di importanza specifica e specie guida (minacciate, di valore fruitivo, infestanti). Ambiti urbani e periurbani della ricostruzione ecologica diffusa (BS12) sono aree corrispondenti alle zone periurbane, limitrofe o intercluse tra l urbanizzato, che possono interessare aree di frangia urbana e che presentano caratteri di degrado e frammentazione ed aree extraurbane, intese quali aree agricole esterne agli ambiti urbani caratterizzate dalla presenza di consistenti elementi vegetazionali. Per le aree ricadenti in questa tipologia, prescrive lo strumento di pianificazione provinciale: 59

60 - contenimento delle trasformazioni ed i consumi di suolo per espansioni e trasformazioni urbane; - le attrezzature, i servizi e le opere di urbanizzazione secondaria ammesse dalla pianificazione comunale o sovracomunale debbono essere caratterizzate da bassi rapporti di copertura delle superfici territoriali. In queste aree risulta prioritaria l attivazione di progetti di rete ecologica; - nelle aree agricole a prevalente funzione ecologico-ambientale, spesso adiacenti alle frange ed alle periferie urbane e metropolitane, le espansioni e trasformazioni urbane devono configurarsi come riqualificazione e ricomposizione dei fronti e delle frange urbane; la progettazione degli interventi dovrà essere mirata all'inserimento storico, paesistico ed ambientale; - favorire la realizzazione, ove possibile, di bacini di prima pioggia, anche di piccole dimensioni, con criteri progettuali polivalenti in modo che alle funzioni di micro-laminazione idraulica ne uniscano altre di miglioramento complessivo dell ambiente locale; - nei nuovi insediamenti sono da promuovere la distinzione delle reti di distribuzione in acque di alto e basso livello qualitativo e interventi di riciclo e riutilizzo delle acque meteoriche. Fasce di inserimento delle principali barriere infrastrutturali (BS22) Rappresentano il complesso delle barriere alla permeabilità ecologica del territorio e sono costituite da elementi lineari come le principali infrastrutture di trasporto e dall insieme delle aree urbanizzate che costituiscono barriere di tipo areale spesso diffuso che determinano la frammentazione del territorio. Per le aree ricadenti in questa tipologia, prescrive lo strumento di pianificazione provinciale: - previsione di specifici interventi di miglioramento della permeabilità; tali interventi sono da considerarsi prioritari nel caso di realizzazione di nuove infrastrutture. Varchi insediativi a rischio (BS25) Sono aree nelle quali sono intercorsi, partendo da nuclei insediati distinti, significativi processi di urbanizzazione e di infrastrutturazione la cui prosecuzione lungo le direttrici di espansione potrebbe pregiudicare in modo definitivo le linee di permeabilità ecologica residue. Si assume che la prosecuzione in tali punti dei processi di urbanizzazione produrrebbe il completamento 60

61 della frammentazione ecologica e territoriale, con le criticità conseguenti. Tali aree si configurano quindi come varchi a rischio da preservare pena un possibile pregiudizio per lo sviluppo della rete ecologica. Per le aree ricadenti in questa tipologia, prescrive lo strumento di pianificazione provinciale: - in corrispondenza di ciascun varco deve essere evitata la saldatura dell'urbanizzato, mantenendo lo spazio minimo inedificato tra due fronti, tale da garantire la continuità del corridoio ecologico;in particolare nella realizzazione di nuovi insediamenti ed opere che possano interferire con la continuità dei corridoi e delle direttrici di permeabilità deve essere mantenuta una fascia di naturalità per una larghezza idonea a garantire la continuità del corridoio stesso (in via indicativa almeno 250m), orientata nel senso del corridoio stesso; - per le nuove infrastrutture viabilistiche e ferroviarie qualora sia dimostrata l'oggettiva impossibilità di diversa localizzazione, devono essere previste efficaci misure di mitigazione (comunque tali da consentire il mantenimento di sufficienti livelli di connettività) e compensazione ambientale; i progetti delle opere dovranno essere accompagnati da uno specifico studio; - nell ambito dei programmi di rimboschimento deve essere data priorità agli interventi in tali zone. Strategie generali per la realizzazione della REC La politica per la costruzione della rete ecologica comunale si fonda, da un lato, sul mantenimento e sulla tutela degli elementi delle reti ecologiche di area vasta e, dall altro, su previsioni di recupero, valorizzazione e introduzione di elementi naturaliformi (per esempio in riferimento ai sistemi del reticolo idrico, della vegetazione ripariale, degli ambiti boscati, del verde ornamentale, dei filari interpoderali, ecc.), al fine di potenziare il sistema delle connessioni a scala locale e di limitare la frammentazione degli ecosistemi. 61

62 Gli obiettivi del progetto di REC La politica per la costruzione della REC deve tradursi in obiettivi specifici, da attuarsi sul territorio: - perseguire la conservazione e l incremento della biodiversità; - tutelare e valorizzare le aree di pregio ambientale e naturalistico; - individuare quegli elementi che possono presentare a livello locale valenze naturali ed ecologiche; - rilevare a livello locale le possibili interferenze degli elementi della rete con le infrastrutture antropiche; - fornire, durante la formazione del PGT, uno strumento chiaro per poter decidere dove ed in che modo prevedere interventi di mitigazione e compensazione polivalenti, cioè che svolgano molteplici funzioni positive (naturalistiche, paesaggistiche, igieniche). L individuazione e la successiva implementazione e gestione della rete perseguono i seguenti obiettivi: - contenere il consumo di suolo agricolo nel territorio e salvaguardare l articolazione degli spazi aperti; - salvaguardare la funzione produttiva del territorio rurale, favorendone il ruolo ecologico; - contenere i processi di frammentazione ambientale, superando e mitigando le discontinuità determinate dalle infrastrutture e dai sistemi urbani; - rafforzare la funzione di corridoio ecologico svolta dai corsi d acqua, attraverso la realizzazione di interventi di ripristino naturalistico nelle aree di pertinenza fluviale; - tutelare la qualità paesistico-ambientale del territorio, preservare gli ambienti naturali, garantendone la funzione ecologica. Questi obiettivi si traducono nel progetto di rete ecologica comunale rappresentato in cartografia nella tavola Carta di REC, alla scala 1:

63 Criteri per l applicazione delle politiche di riqualificazione ecologica connessi alla realizzazione degli AT. Gli ambiti di trasformazione definiscono la "città della trasformazione": il P.G.T. sviluppa scenari insediativi e, quindi, propone lo sviluppo della città proponendo nuovi assetti urbani. Gli Ambiti di Trasformazione sono, in sostanza, nuove parti di città che il piano aggiunge alla città esistente per la realizzazione di nuovi insediamenti (residenziali, produttivi) e di nuovi servizi. Il sistema degli ambiti di trasformazione persegue obietti specifici, tra i quali si distinguono: - la salvaguardia del sistema agricolo esistente; - la salvaguardia del patrimonio boschivo e prativo; - la riduzione del consumo di suolo. Le previsioni sono localizzate in prossimità del tessuto urbano consolidato o in aree intercluse, minimizzando l indice di frammentazione e l interferenza con i caratteri maturali, ecologici e paesistici del territorio. Gli obiettivi e le strategie inerenti gli ambiti di trasformazione connessi alla rete ecologica comunale, sono connessi a quanto indicato alla voce criteri di intervento nelle Schede degli Ambiti di possibile trasformazione (DdP C, allegato al Documento di Piano). Per ogni ambito è stata redatta una scheda che sintetizza l analisi paesistico-ambientale che indica, dove necessari, interventi di mantenimento e riqualificazione ecologico-ambientale connessi alla realizzazione delle trasformazioni urbanistiche, come di seguito sintetizzato: A.T. AT01 Via Aperta AT02 Via Castagnotta AT03 Via Brescia - AT04 Via Pineta - AT05 Via Paolo IV - AT06 Via Trento - AT07 Via San Cesario - AT08 Via Moia - AT09 Via Santa Chiara - AT10 Via Fucine - Criteri di intervento Tutela e valorizzazione del corso d acqua esistente, attraverso opere di mitigazione con fascia alberata con obbligo di conservazione e mantenimento della vegetazione spondale Realizzazione di una fascia verde di mitigazione lungo il confine con le aree a destinazione agricole (zona della Prada) PII01 Afim Obbligo di mantenimento della fascia di vegetazione spontanea a margine del Fiume PII02 Fenotti Comini - 63

64 6.2. Criteri per l attuazione della rete ecologica nel Piano delle Regole e nel Piano dei Servizi Le strategie contenute nel Documento di Piano (DdP) si attuano mediante il Piano delle Regole (PdR) ed il Piano dei Servizi (PdS) e si specificano nel documento di coordinamento delle trasformazioni definite nel DdP. Per quanto riguarda i criteri connessi all attuazione della rete ecologica comunale, il PdR disciplina: - le zone boscate; - le aziende florovivaistiche; - il verde di protezione idrogeologica; - le zone di tutela del reticolo idrico principale e minore; - il verde e le alberature esistenti; - i sentieri e i percorsi pedonali. Il PdS disciplina, invece, i servizi per il verde Indicazioni per gli elementi della REC Corridoi fluviali I corridoi fluviali sono costituiti dall insieme dei corsi d acqua principali e secondari e dalle rispettive aree di pertinenza fluviale con valore ecologico attuale e potenziale. I corsi d acqua, all interno dell ecomosaico complessivo svolgono ruoli specifici, che devono essere riconosciuti e separati da quelli dei sistemi terrestri ai fini della rete ecologica. Un flusso idrico permanente costituisce una linea naturale di continuità (seppure direzionale). Le sponde dei corsi d acqua e le fasce laterali presentano inoltre impedimenti intrinseci (topografici e legati agli eventi di piena) per la realizzazione di edifici e di opere di varia natura. Per questi motivi è lungo i corsi d acqua che, in territori fortemente antropizzati, si ritrovano più facilmente elementi residui di naturalità. Le condizioni ecologiche sono peraltro specifiche molto spesso non rappresentative delle aree circostanti. I corridoi fluviali sono identificati sul territorio di Nave nei corsi del torrente Garza e Listrea. Sul territorio è, inoltre, individuato il reticolo idrico minore, quale connessione lineare secondaria in ambito comunale. 64

65 Obiettivi Sono obiettivi della REC per l ecosistema fluviale il mantenimento, il miglioramento e l incremento degli elementi naturali e del paesaggio, per perseguire la riduzione delle criticità ambientali e migliorare la funzionalità eco-sistemica. Indicazioni 1. Sono tutelati e valorizzati i corsi idrici, evitando alterazioni e interruzioni di tracciato. 2. Gli interventi di trasformazione urbanistica individuati sono subordinati al mantenimento/ricostruzione delle fasce di vegetazione spontanea a margine dei fiumi. 3. Sono da perseguire la salvaguardia, la ricostruzione e la tutela del sistema ecologico complessivo. 4. È da perseguire la tutela idrogeologica, la conservazione della morfologia del tracciato, la valorizzazione delle sponde e della vegetazione. 5. È da garantire la possibilità di realizzare opere di difesa idraulica e idrogeologica. 6. Obblighi e divieti discendono dal Regolamento di polizia idraulica. 7. Interventi di sistemazione del fondo e delle sponde dovranno essere realizzate preferenzialmente utilizzando le tecniche di Ingegneria naturalistica; in ogni caso dovrà essere mantenuta la diversità ambientale esistente e/o migliorata con specifici provvedimenti. 8. Sono da favorire interventi di manutenzione della vegetazione ripariale, con possibilità di introduzione di vegetazione autoctona per la valorizzazione paesistica dei corsi d acqua, purchè non in contrasto con il relativo assetto idraulico. 9. Lungo il reticolo idrografico sono da favorire interventi di ampliamento delle fasce di vegetazione ripariale esistenti e/o il rimboschimento con specie arboree e arbustive al fine di creare nuove fasce di vegetazione di ampiezza variabile in funzione della dimensione del corpo idrico e delle caratteristiche dell ambiente circostante. 10. A tutela e protezione dalla pericolosità dei corsi d acqua legata alle esondazioni, sono in previsione la realizzazione della vasca volano e il by-pass in via San Cesario, sul torrente Garza. 65

66 11. La realizzazione di opere lineari di attraversamento del corso d acqua dovranno prevedere il mantenimento di sufficienti ambiti liberi lungo le sponde e la fascia fluviale per consentire il mantenimento della permeabilità ecologica. 12. Sono da incentivare gli interventi volti al disinquinamento, al miglioramento del regime idrico limitatamente alla pulizia del letto fluviale, alla manutenzione delle infrastrutture idrauliche e delle opere di attraversamento esistenti. 13. Sono da limitare interventi edilizi o infrastrutturali che possano creare impedimento al deflusso delle acque e attività che comportano l alterazione dei caratteri geomorfologici e vegetazionali, se non indispensabili al miglioramento e alla sistemazione complessiva dell area. 14. Sono da limitare i seguenti interventi: - modificazione dei caratteri salienti del reticolo irriguo con la eventuale conseguente copertura delle rogge, - interramenti, coperture, intubamenti e comunque alterazioni morfologiche consistenti della rete idrica artificiale contestualizzata nel paesaggio agrario, - rettifiche e creazione di nuovi tracciati ai corsi d acqua. Laddove siano indispensabili interventi finalizzati al riequilibrio idrogeologico, questi dovranno aderire il più possibile alla morfologia naturale preesistente. 15. La norma relativa alla tutela del reticolo idrico minore e le fasce di rispetto del Garza sono normate dagli art. 53 e 54 del PdR. 16. I corsi del torrente Garza e del Listrea sono aree sottoposte a tutela paesaggistica ai sensi dell art. 142 del D.Lgs 42/2004 per una fascia di 150m da ciascun argine. 66

67 Prati, colture e orti urbani Si tratta di un insieme di biotopi/ecotoni naturali di ridotte dimensioni, spesso interclusi nella matrice antropogenica. Comprendono ambiti di valore naturalistico, accresciuto dal loro carattere di residualità, che fungere da aree di appoggio. Obiettivi Il progetto di REC punta al mantenimento delle valenze naturalistiche ed ecologiche, in considerazione del loro ruolo di appoggio e promuove azioni per il miglioramento delle funzionalità ecosistemiche e la riduzione delle criticità. Indicazioni 1. Mantenimento delle caratteristiche di naturalità e di funzionalità ecologica di tali ambiti. 2. Promozione e valorizzazione delle attività esistenti, per il mantenimento della funzione ecologica e naturalistica. 3. Mantenimento e riqualificazione del verde naturale lungo i corsi d acqua, realizzazione di una fascia a vegetazione naturale o seminaturale con funzione ecologicopaesaggistica, mediante integrazione delle alberate esistenti e ricostruzioni di lembi di vegetazione a macchia o a boschetto. 4. Sono da limitare i movimenti di terra che alterino i caratteri morfologici esistenti, gli avvallamenti, i rilevati attraverso spianamenti, sbancamenti, riporti o altre attività di escavazione. 5. Sono consentiti interventi volti alla salvaguardia della falda superficiale. 6. La fragilità delle aree idriche richiede interventi volti al disinquinamento attraverso una programmata limitazione d uso dei liquami animali, dei concimi inorganici e dei pesticidi, la progressiva disincentivazione dell agricoltura intensiva, l espansione della praticoltura e della arboricoltura (con esclusione di impianti produttivi che necessitano di elevato uso di pesticidi) mediante incentivi di natura finanziaria per eventuali interventi di rinaturalizzazione, secondo la normativa nazionale e comunitaria, opere a supporto delle attività agricole, nel rispetto della tutela paesistica, 7. È da perseguire la valorizzazione dell attività agricola, ai fini della manutenzione fisica ed estetica delle aree boscate. 8. È da perseguire la difesa della vegetazione di alto fusto presente nelle campagne. 67

68 9. Sono consentite la salvaguardia e la valorizzazione della fisionomia colturale dell area, a protezione da possibili nuove espansioni dell urbanizzato o dalla perdita dell equilibrio idrogeologico. 10. Lungo le strade è consentita la collocazione di nuovi filari di alberi e di nuove diramazioni della rete irrigua. 11. È da limitare la riduzione delle aree interessate da colture a vigneto e a oliveto o la sostituzione con altre colture. 12. È da limitare la sostituzione dei sostegni dei filari con elementi in cemento, preferendo l utilizzo di elementi lignei. 13. È consentita la ricerca, nelle aree periurbane di una linea di demarcazione tra gli spazi prevalentemente urbani e l ambito agricolo contiguo. 14. Privilegiare, dove possibile, la messa in posa di elettrodotti interrati. 15. È da perseguire la salvaguardia delle aree mantenute a prato e pascolo, per la loro importanza ecologica e paesistica. 16. Sono da limitare attività di tipo agricolo che alterino l equilibrio ecologico e paesistico. 17. Per l attività ei caratteri delle aziende florovivaistiche si rimanda all art.35 del PdR. 18. Per la Zona Vi Verde di protezione idrogeologico, si rimanda all art.38 del PdR. 19. In particolare, per le zone di protezione idrogeologica, la funzione è di arricchire e di consolidare la presenza di verde naturale lungo i corsi d acqua principali, in prossimità e all interno dell abitato. La Zona è inedificabile, salvo che per le opere di interesse ed uso pubblico sopracitate, quali il relativo attrezzamento con panchine, pavimentazioni, impianti, reti tecnologiche, segnaletica, ecc. e, nelle parti confinanti con i corsi d acqua, per le opere di specifico interesse idraulico. Le fasce che lambiscono i corsi d acqua Garza, Salena, Zugna, Gardellone, Listrea, Valle del Cannone, vanno mantenute libere al transito esclusivamente pedonale e, pertanto, non sono ammesse recinzioni delle proprietà private se non a ml.4,00 dal corso d acqua. Tali recinzioni possono essere realizzate con piantini e rete metallica dell altezza massima di ml. 1,50 o con semplice staccionata in legno, in modo da consentire il naturale deflusso delle acque meteoriche lungo gli argini. E fatto obbligo ai proprietari di curare la piantumazione e la periodica pulizia degli argini per assicurare un aspetto decoroso. Non sono ammessi lo scarico e il deposito, anche temporaneo, di materiali di qualsiasi natura. 68

69 Ecosistemi boscati Si tratta di sistemi complessi, caratterizzati dalla netta prevalenza di aree di significativo valore naturalistico tra loro continue. L ecosistema comprende tutta l'area boscata del paesaggio collinare di Nave, rilevante sotto il profilo geomorfologico e fisico-ambientale, presentando situazioni di particolare valore biocenotico. Obiettivi La REC si pone l obiettivo di consolidare e/o recuperare la struttura ecologica. Indicazioni 1. Il PGT persegue la salvaguardia dell'aspetto naturalistico delle aree sommitali, unitamente ai siti e contesti particolarmente espressivi del paesaggio agrario collinare alle quote più basse, per la valorizzazione delle zone boscate, per la tutela delle coltivazioni agrarie tradizionali, per la conservazione degli edifici e dei manufatti storici ed artistici presenti. 2. È da perseguire la conservazione delle risorse forestali e dei loro caratteri ecologico e paesistici e la conservazione dell integrità delle aree boscate. 3. Sono da limitare interventi di eliminazione e riduzione della vegetazione boschiva e ripale. 4. Sono da evitare opere in grado di compromettere le caratteristiche di naturalità e di funzionalità ecologica dell ambito. 5. È da perseguire la difesa, la valorizzazione e la manutenzione della vegetazione delle fasce e macchie boscate, con possibilità di introduzione di vegetazione autoctona per la valorizzazione paesistica delle aree. 6. È consentito l ampliamento delle fasce di vegetazione boschiva esistenti e/o rimboschimento con specie arboree e arbustive al fine di creare nuove fasce di vegetazione di ampiezza variabile in funzione delle caratteristiche dell ambiente circostante. 7. È consentita la manutenzione del bosco mediante tagli fitosanitari. 8. La manutenzione e il reimpianto boschivo devono prevedere l uso di specie autoctone, nelle aree alterate o riportabili allo stato di bosco. 69

70 9. È da limitare la recinzione delle aree boscate se non strettamente necessarie all attività zootecnica di tipo estensivo. In tal caso le recinzioni andranno realizzate con materiali naturali e possibilmente locali (steccati) e/o con tipologie dal minimo impatto ambientale-percettivo (dissuasori elettrici a basso voltaggio a filo o a nastro), al fine di impedire esclusivamente il passaggio agli animali allevati. 10. Privilegiare, dove possibile, la messa in posa di elettrodotti interrati. 11. Le aree boscate sono normate dal P.I.F. della Comunità Montana di Valle Trompia. 12. Nell ambito del PGT, le zone boscate sono normate dall art.34 del PdR Zona Boschiva E2 : Sono vietati: a) L'apertura di nuove cave o l'ampliamento di quelle esistenti o in disuso. b) L'asportazione di materiale lapideo e terriccio. c) Il taglio indiscriminato del bosco. d) Interventi che alterino il percorso naturale dei corsi d'acqua, la morfologia e la vegetazione ripariale, interventi di copertura e di intubazione. e) Il deposito di rifiuti o la creazione di discariche. f) Le recinzioni di qualsiasi tipo e interventi che riducano l'accessibilità e la percorribilità dei sentieri e dei boschi. g) Il transito dei veicoli a motore al di fuori della rete viabilistica. h) La nuova edificazione e gli interventi costruttivi o di modifica delle destinazioni d'uso in atto, tranne i casi e secondo le modalità più sotto espressi. Sono ammessi: a) I tagli colturali e i rimboschimenti autorizzati, in base alle norme vigenti in materia. b) Il transito dei veicoli agricoli o di servizio per la manutenzione delle aree boscate. c) La viabilità strumentale, cioè l'insieme delle strade poste o previste a servizio dell'uso produttivo e di tutela del patrimonio forestale e silvo-pastorale. Le strade in questione, salvo diversa prescrizione della Comunità Montana, debbono avere le seguenti caratteristiche: - larghezza della carreggiata non superiore a m. 3,00; - previsione di piazzale di scambio ogni m. 250; - pendenza compatibile con l'accidentalità del terreno interessato; - raggio minimo di curvatura di m. 5,00 sull'asse; - fondo naturale o stabilizzato, con esclusione di qualsiasi rivestimento o trattamento impermeabilizzante, tranne che per tratti limitati ad elevata pendenza dove è difficoltosa la transitabilità e la conservazione del fondo stradale; - scarpate stabilizzate ed inerbite; - segnaletica di "circolazione vietata" a qualsiasi veicolo a motore non autorizzato. Per quanto non espressamente indicato dalle presenti norme tecniche, valgono le disposizioni di cui alla Deliberazione della Giunta Regionale N IV/19653 del 14 aprile 198. d) Le infrastrutture forestali, come piste di esbosco, condotte permanenti per l'esbosco del legname, piazzali di prima lavorazione e deposito del legname (con i loro raccordi alle strade), rimesse per il ricovero di macchine e attrezzature forestali, fascia taglia-fuoco, piazzale di atterraggio per elicotteri, vasche di approvvigionamento idrico contro gli incendi. e) Le attrezzature forestali, come teleferiche fisse e mobili per il trasporto del legname dotate del palloncino di avvistamento e regolarmente denunciate, trattori speciali per l'esbosco e strascico, argani, verricelli e scortecciatrici mobili (con relative attrezzature di alimentazione), rimorchi 70

71 speciali per trattori da trasporto (con le relative attrezzature di carico), nonché tutte le altre attrezzature per svolgere l'attività forestale. f) In attuazione dei disposti della L.R. 12/05, sono ammessi interventi di ampliamento e/o di nuova costruzione per depositi a servizio dell azienda agricola, allevamenti zootecnici aziendali e abitazioni rurali con le modalità e nei limiti seguenti: possono fruire di interventi di ampliamento e/o di nuova costruzione, secondo le modalità previste dalla L.R. 12/05 nei seguenti limiti: - Superficie minima di intervento = mq Abitazioni al servizio della azienda agricola: Indice di densità fondiaria = 0,01 mc/mq. per un massimo di 500 mc. Per azienda. Depositi a servizio dell'azienda agricola e Allevamenti zootecnici aziendali: Rapporto di copertura = 5% dell'intera superficie aziendale a pascolo o a prato-pascolo permanente; Altezza = massimo mt. 4,00; Distanza dai confini = minimo mt. 10,00 rispetto quelli esterni all'intervento; Distanza dai fabbricati = minimo mt. 10,00; Distanza dalle strade = è consentito il mantenimento degli allineamenti esistenti. Gli interventi di ampliamento e/o di nuova costruzione vanno realizzati in coordinata connessione stilistica con l'edificato preesistente. I fabbricati che subiscono interventi a norma del presente comma restano fissati nella destinazione agricola, senza possibilità di mutamento della destinazione d'uso. g) Nell ambito delle destinazioni esistenti per tutti gli immobili sono ammessi gli interventi di: - Manutenzione ordinaria - Manutenzione straordinaria - Restauro e risanamento conservativo - Sistemazioni a terra - Recinzioni limitatamente alle aree di stretta pertinenza dell edificio, con altezza non superiore a ml. 1,20, con rete metallica e piantini in ferro su plinto di fondazione, fatti salvi i diritti reali esistenti. - Ai fabbricati esistenti è consentito l ampliamento una tantum nella misura massima del 10% per adeguamenti igienici e tecnologici. Detto ampliamento, riguardante spazi a destinazione abitativa o ricettiva per uso agrituristico, fino a un massimo di mc. 200 per ciascun edificio, è espresso in mc. e va applicato al volume esistente, calcolato secondo le presenti N.T.A. L ampliamento riguardante le attrezzature è espresso in mq. e va applicato alla superficie coperta preesistente; sotto il profilo architettonico va risolto senza superare le altezze e in assonanza stilistica dell edificio esistente. Limitatamente agli immobili a destinazione esistente, diversa da quella di depositi a servizio dell azienda agricola, allevamenti zootecnici intensivi, è consentita la realizzazione e/o l ampliamento di portici aperti su tre lati, nel rapporto massimo di 1/5 (un quinto) della superficie coperta, complessiva (edificio più portico), e della dimensione massima di mq.15,00. 71

72 Ecosistemi a matrice ornamentale Corrispondono a un insieme eterogeneo di situazioni nelle quali la copertura vegetale, nonostante l origine artificiale, la prevalenza di specie esotiche e lo sviluppo controllato da periodici interventi manutentivi, mostra tuttavia un discreto interesse naturalistico per il buon livello di biomassa e la presenza di alberature mature. Obiettivi La REC si pone l obiettivo della manutenzione del verde urbano e del suo potenziamento, in relazione a quanto indicato nel PdS. Indicazioni 1. In questi contesti sarebbe importante organizzare una gestione del territorio volta alla tutela e alla manutenzione delle formazioni esistenti, da indirizzare nei modi e nei tempi più idonei alla conservazione della biodiversità. 2. Mantenimento del verde in ambito urbano, favorendo nella manutenzione un miglior rapporto tra specie esotiche ed autoctone. 3. Introduzione di specie vegetali attrattive per l alimentazione della piccola fauna. 4. Promozione di tecniche di birdgardening. 5. È possibile definire delle isole ambientali all interno dell urbanizzato, in modo da costituire un sistema di ponti per la connessione ecologica della zona. 6. I possibili interventi devono essere preceduti da uno studio di dettaglio redatto da un esperto agronomo, forestale, botanico per individuare nel dettaglio il miglior intervento possibile e le essenze idonee. 7. I progetti sulla viabilità (manutenzione e nuovi progetti) dovranno verificare la possibilità della messa a dimora di alberature, siepi o arbusti, finalizzati alla creazione di fasce tampone/filtro. Dovrà inoltre essere posta attenzione alla sistemazione con vegetazione delle scarpate, terrapieni, ecc. 8. In corrispondenza della previsione di opere di deframmentazione in corrispondenza delle infrastrutture, la messa a dimora di alberature, siepi o arbusti dovrà essere posizionata in posizione strategica e costituire invito per la fauna. 72

73 9. Nelle zone produttive i progetti dovranno indicare la messa a dimore di alberature lungo i confini o in altre posizioni strategiche al fine della loro funzione ecologica/paesistica. 10. Nell ambito del PGT, le dotazioni a verde sono normate dall art.3.7 del PdS Servizi per verde sportivo e verde ricreativo. 11. Le aree di pertinenza dovranno essere prioritariamente destinate a giardino o parco o comunque lasciate a verde e opportunamente piantumate. 12. Dovranno inoltre, per i nuovi impianti tecnologici e per la riqualificazione degli esistenti, essere previste opere a verde di mitigazione ambientale e dovranno essere attentamente valutati gli impatti ambientali generati ed eventualmente previste opere di contenimento degli stessi. 13. Per quanto riguarda le Aree verdi esistenti (Parco Via Moia-Dernago, Parco pubblico di Via Borano, parco basket Via Moia, parco Via Ospitale, Parchetto Via Moreni, Parco via Monte Grappa, Parco Caprim, Parco del Garza, Parco giochi S. Francesco, Parco Via Aperta, parco Via Necropoli Romana) viene prevista la loro costante manutenzione e la creazione di percorsi ciclopedonali che ne permettano la fruizione soprattutto per quanto riguarda il parco del Garza. 14. E prevista la realizzazione del prolungamento del Parco del Garza fino a via Muratello e la creazione di un percorso ciclopedonale di collegamento tra il parco del Garza e il Parco Caprim, questo al fine di aumentare la quantità di aree verdi attrezzate in contiguità con il fiume. Detti interventi si inseriscono in un discorso più ampio di valorizzazione dell asta fluviale, all interno del percorso di Patto di Fiume intrapreso con la Comunità Montana di Valle Trompia. 73

74 Emergenze geomorfologiche Sono le emergenze naturalistiche più importanti del territorio comunale, generalmente di limitata estensione (grotte, sorgenti naturali). Sono elementi irrinunciabili del sistema ecologico-ambientale. Obiettivi La REC si pone l obiettivo di tutelare e valorizzare gli ecosistemi indicati. Indicazioni 1. È consentita la prospezione idrogeologica e la protezione delle risorse idriche del sottosuolo carsico in funzione dell'approvvigionamento idrico. 2. È da limitare qualsiasi tipo di intervento edilizio all interno della fascia di rispetto delle sorgenti idropotabili. 3. Sono ammesse opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. 4. Per l attività nelle zone di rispetto delle sorgenti si rimanda alle norme geologiche di attuazione. 5. È da perseguire la salvaguardia del patrimonio naturale costituito da grotte o paesaggi carsici, sia nell'ambito epigeo sia in quello ipogeo. 6. L accesso alle grotte è da intendersi libero, fatti salvi i diritti dei proprietari dei fondi in cui ricadono i siti. 7. Sono consentiti l'accesso, la ricerca, l'esplorazione di cavità, nonché le eventuali disostruzioni a carattere esplorativo o scientifico sulla base dei programmi elaborati dai gruppi speleologici specificatamente autorizzati. 8. Negli ambienti di grotta e nelle cavità carsiche è vietato abbandonare rifiuti, accendere fuochi o fiamme libere. 9. È da tutelare la presenza dei fenomeni naturali caratteristici dell'ambiente carsico, di interesse scientifico anche applicativo, concernente i campi geologico, fisico, chimico, biologico e medico. 10. È ammessa l utilizzazione del patrimonio speleologico come sede di attività escursionistiche, sportive, culturali e didattiche. 74

75 Filari e alberature esistenti Il patrimonio arboreo esistente, isolato o a gruppi, presente sia nell ambito urbano che extraurbano in modo diffuso,, costituisce una risorsa ambientale, sotto il profilo paesaggistico ed ecologico-funzionale. Obiettivi La REC si pone l obiettivo di consolidare e/o potenziare la continuità ecologica. Indicazioni 1. È da perseguire la conservazione e il potenziamento dei filari alberati per creare una struttura a rete, valutandone la consistenza, nelle tre componenti arborea, arbustiva ed erbacea 2. Gli interventi dovranno essere finalizzati alla tutela delle essenze autoctone e alla sostituzione delle presenze infestanti. 3. Sono consentiti interventi di salvaguardia fisica e percettiva dei sistemi vegetazionali diffusi, il mantenimento delle essenze arboree presenti lungo le sponde dei fossi, delle rogge e dei canali. 4. Gli interventi saranno volti al ripristino ed all arricchimento arboreo dei sistemi vegetazionali degradati. 5. Va mantenuta e migliorata l eventuale vegetazione arborea intorno ai manufatti tradizionali sulla base di essenze assonanti al carattere dei luoghi. 6. Andranno mantenute le alberature di confine tra le diverse proprietà. 7. Sono da limitare l abbattimento e la manomissione dei sistemi vegetazionali diffusi, dei filari e delle presenze arboree significative. 8. Nell ambito del PGT tale ecosistema è normato dall art.62 del PdR Tutela e conservazione del verde e delle alberature esistenti. Oltre alle specifiche norme di Zona, che tendono a fornire precisazioni sul modo di attrezzare il verde, valgono i seguenti principi generali. Per tutti gli interventi che prevedono l alterazione del suolo, sia in sotterraneo che in superficie, i relativi elaborati di progetto vanno sempre corredati dal rilievo delle essenze esistenti e dalla proposta di assetto vegetazionale definitivo. I nuovi interventi edificatori vanno studiati in modo da rispettare le piante esistenti e le opere di scavo non devono arrecare danno agli apparati radicali. 75

76 Nei lotti edificabili le aree riservate al verde devono risultare ben identificate e compatte e non frazionate in piccoli ritagli in modo che le alberature possano svilupparsi nel modo più naturale possibile. L area da riservare a verde non può essere interessata in alcun modo da costruzioni nel sottosuolo, anche qualora il terreno naturale venga ricostituito al di sopra con riporti di terra e nuova vegetazione. La percentuale di area del lotto a verde si intende al netto delle superfici riservate ai passaggi carrabili ed ai parcheggi. Le alberature di alto fusto esistenti all interno dei perimetri dei centri edificati (ex legge 865/71), vanno conservate e l eventuale abbattimento, dovuto alla previsione di una diversa sistemazione dell area o per l eccessivo sviluppo in rapporto agli spazi disponibili, va autorizzato dal Comune. 76

77 Tutela e conservazione della rete sentieristica La REC non individua graficamente i sentieri e le mulattiere come elementi del progetto di rete, ma riporta indicazioni sul loro mantenimento, in quanto importante contributo al mantenimento e miglioramento delle connessioni ecologiche. La rete dei sentieri pedonali e delle vecchie mulattiere, estesa su tutto il territorio, ed in particolare a fianco dei torrenti, nelle aree agricole, sulle colline e all interno dei boschi, se mantenuta in costante efficienza e percorribilità, contribuisce al mantenimento del presidio sul territorio, alla sua manutenzione e al potenziamento ecologico-funzionale della rete. Obiettivi La REC si pone l obiettivo di mantenere e/o ripristinare la rete sentieristica comunale. Indicazioni 1. Il PGT pone a carico dei soggetti interessati (pubblici e privati) l onere economico che deriva dalla manutenzione de sentieri, in ordine sia all eventuale ripristino edificatorio che alla loro pulizia. 2. È consentito il mantenimento del fondo stradale in terra battuta. 3. Le indicazioni sul mantenimento della rete senti eristica sono contenute nell art.63 del PdR Tutela e conservazione dei sentieri e dei percorsi pedonali. Particolare cautela e attenzione vanno rivolte alla conservazione dei manufatti di interesse storico costruttivo o artistico presenti, come le pavimentazioni lapidee, i muretti controripa in pietra a secco, i muri di recinzione in pietra e malta di calce, le santelle, ecc. ed il loro ripristino va rigorosamente eseguito con materiali e metodi costruttivi identici a quelli originari. Ai proprietari frontisti è fatto obbligo di provvedere al taglio delle siepi e ramaglie che dal fondo si protendono oltre il ciglio della strada, praticato consuetudinalmente in autunno e in estate. Per ripristinare passaggi e collegamenti in disuso o interrotti, il Comune può imporre la modifica di tutte quelle opere che ne precludono l uso o far realizzare, da chi ne ha occluso il passaggio, nuovo tracciato adeguatamente sistemato, a norma dell art. 3 della L. 241/90. Il Comune può imporre arretramenti delle recinzioni anche per consentire il ripristino di sentieri abbandonati, il completamento dei sentieri esistenti e l apertura di nuovi passaggi pedonali, soprattutto nelle Zone agricole, nelle aree boscate, lungo gli alvei torrentizi, affinché il territorio extraurbano mantenga la tipica e tradizionale percorribilità pedonale senza interruzioni o limitazioni. 77

78 7. Schede di interventi per la realizzazione della rete ecologica a livello comunale SCHEDA n.1 - Creazione di nuovo parco in ambito fluviale Descrizione Un parco pubblico in ambito fluviale, se correttamente progettato, può essere funzionale alle esigenze del corridoio ecologico. Gli interventi di recupero e riqualificazione possono sortire due effetti: - un effetto diretto, per il miglioramento della connettività del sistema fluviale; - un effetto indiretto, attraverso interventi finalizzati a ricreare un ambiente funzionale alla fruizione, ma al contempo utili ad aumentare la connettività fluviale. L intervento vuole creare una sinergia con l esistente Parco del Garza, posto nelle immediate vicinanze. Localizzazione Il nuovo parco in ambito fluviale è sito in via Fucina. Localizzazione del parco in ambito fluviale di progetto (retino verde) in prossimità del Parco del Garza (retino sabbia) 78

79 Localizzazione del parco in ambito fluviale di progetto, base ortofoto Stato di fatto 79

80 Criticità riscontrate - le zone perifluviali si trovano attualmente in stato di forte compromissione; - tra la vegetazione delle ripe, si riscontra la presenza di specie infestanti; - il torrente scorre in zone urbanizzate e lo spazio a disposizione del corso d acqua è molto limitato, per la morfologia delle aree urbane e delle infrastrutture. Opportunità La realizzazione del parco permette il mantenimento e la riqualificazione degli ambiti naturali. Il parco persegue due finalità: - la riqualificazione e l arredo per la fruizione pubblica; - rinaturalizzazione del corridoio, rafforzamento dell equipaggiamento vegetazione dell ambito perifluviale, mantenimento dei livelli trofico-funzionali. L intervento previsto può concorrere al miglioramento del corridoio ecologico fluviale e al potenziamento ecologico-funzionale degli ambiti per fluviali. Indicazioni In sede di piano attuativo potranno essere definiti puntualmente gli interventi più idonei e individuata la messa a dimora delle specie autoctone e la gestione delle specie invasive. I possibili interventi devono essere preceduti da uno studio di dettaglio redatto da un esperto agronomo, forestale, botanico per individuare il miglior intervento possibile e le essenze idonee. Indipendentemente dalla scelta degli interventi, si ricorda che una corretta gestione delle specie invasive deve prevedere una serie di valutazioni generali, quali la preservazione degli habitat che si sono creati, l individuazione delle specie da eliminare e la riduzione del disturbo alla fauna e alle aree di nidificazione. 80

81 SCHEDA n.2 - Ripristino della vegetazione perifluviale Descrizione La ricostruzione delle fasce di pertinenza fluviale permette la rinaturazione dei corsi d acqua e contribuisce a rafforzare il ruolo del corridoio ecologico. La ricostruzione della vegetazione ripariale deve essere indirizzata alla riqualificazione delle aree maggiormente compromesse. Localizzazione (1) La localizzazione individuata lungo il corso del Torrente Garza, nei pressi di via Muratello, rappresenta una delle situazioni compromesse sul territorio e viene qui indicata a titolo di esempio. È facoltà dell Amministrazione, in sede di intervento, individuare altre aree, a seguito di indagine più approfondita dell equipaggiamento vegetazionale degli ambiti fluviali, o per l insorgere di più specifiche esigenze. Schema di riferimento in cui è individuata un area da destinare al ripristino della vegetazione perifluviale, base ortofoto 81

82 Schema di riferimento in cui è individuata un area da destinare al ripristino della vegetazione perifluviale, base aerofotogrammetria Stato di fatto(1) 82

83 Localizzazione (2) La localizzazione, individuata lungo il corso del Torrente Cannone posto sul confine tra i comuni di Bovezzo e Nave, rappresenta un altra situazione compromessa sul territorio. L intervento è inoltre indicato all interno delle Schede degli Ambiti di possibile Trasformazione allegate al DdP, come intervento indispensabile per la trasformazione urbanistica indicata all AT01. Oltre alla realizzazione dell intervento connesso all attuazione dell AT01, è facoltà dell Amministrazione individuare anche altre aree su cui attuare l intervento descritto, a seguito di indagine territoriale più approfondita, o per l insorgere di più specifiche esigenze. Schema di riferimento in cui è individuata un area da destinare al ripristino dei sistemi ripari, base ortofoto 83

84 Schema di riferimento in cui è individuata un area da destinare al ripristino dei sistemi ripari, base aerofotogrammetria Stato di fatto (2) 84

85 Criticità riscontrate - la vegetazione presente si mostra rada e, a tratti, assente; - tra la vegetazione delle ripe, si riscontra la presenza di specie infestanti; - il torrente scorre in zone urbanizzate e lo spazio a disposizione del corso d acqua è molto limitato, per la morfologia delle aree urbane e delle infrastrutture. Opportunità L intervento è volto alla creazione di una fascia continua di vegetazione perifluviale, per ripristinare la naturale funzione ecologica del corridoio fluviale e per sviluppare la formazione di microhabitat e nicchie ecologiche specializzate, da indirizzarsi verso le situazioni più compromesse sul territorio. La vegetazione perifluviale svolge numerose funzioni, tra cui quella di fascia tampone: una riqualificazione della vegetazione perifluviale garantirebbe anche una maggiore naturalità al torrente. Indicazioni La tipologia e l entità dell intervento dovranno essere valutate in sede esecutiva. I possibili interventi devono essere preceduti da uno studio di dettaglio redatto da un esperto agronomo, forestale, botanico per individuare il miglior intervento possibile e le essenze idonee. A titolo di esempio si propone l indicazione relativa alla realizzazione fasce buffer di 8-10 metri di spessore, in grado di ridurre l inquinamento che grava sul corso d acqua e di migliorare la connettività ecologica del territorio. Realizzazione di fasce tampone (Fonte: Reti ecologiche ed interventi di miglioramento ambientale) 85

86 Esempio di fasce buffer lungo corsi d acqua rivestiti, con ricalibratura della sezione (Fonte: Rete ecologica di I Livello della Provincia di Ferrara, Abaco degli interventi progettuali) 86

87 SCHEDA n.3 - Ripristino dei sistemi ripari con interventi di ingegneria naturalistica Descrizione La rinaturazione dei corsi d acqua consiste nella ricostruzione delle fasce di pertinenza fluviale e nella sistemazione idrologica del corso d acqua, da realizzarsi con interventi di ingegneria naturalistica. Localizzazione L intervento deve essere concentrato nei tratti fluviali a maggior grado di naturalità, dove è ancora contenuto il livello di artificializzazione dell alveo. Un esempio può essere rappresentato dal tratto del Garza a nord-est dell insediamento produttivo Stefana. È facoltà dell Amministrazione individuare altre aree su cui attuare l intervento descritto, a seguito di indagine territoriale più approfondita, o per l insorgere di più specifiche esigenze. Schema di riferimento in cui è individuata un area da destinare ad interventi di ingegneria naturalistica per opere di difesa spondale, base ortofoto 87

88 Schema di riferimento in cui è individuata un area da destinare ad interventi di ingegneria naturalistica per opere di difesa spondale, base aerofotogrammetria Stato di fatto 88

89 Criticità riscontrate - scarsa diversificazione morfologica del tratto fluviale; - possibilità di potenziare la funzionalità idraulica e la capacità ecologica complessiva. Opportunità L impiego di tecniche di ingegneria naturalistica consentono di conseguire una pluralità di effetti positivi: un potenziamento dell ecosistemna del corridoio, una maggior efficienza idraulica e un miglioramento del paesaggio naturale. Interventi di ingegneria naturalistica da realizzarsi mediante l utilizzo di piante vive o parti di esse (semi, radici, talee), da sole o in combinazione con materiali naturali inerti, materiali artificiali biodegradabili o materiali artificiali non biodegradabili, possono riguardare sponde di corsi d acqua principali, sponde di canali artificiali rivestiti, sponde di rogge ed altri elementi del reticolo idrografico a servizio dell agricoltura. Indicazioni È possibile realizzare fasce buffer di 8-10 metri di spessore, in grado di ridurre l inquinamento che grava sul corso d acqua e di migliorare la connettività ecologica del territorio (vedi scheda precedente). Interventi di sistemazione del fondo e delle sponde dovranno essere realizzate preferenzialmente utilizzando le tecniche di Ingegneria naturalistica; in ogni caso dovrà essere mantenuta la diversità ambientale esistente e/o migliorata con specifici provvedimenti. La tipologia e l entità dell intervento dovranno essere valutate in sede esecutiva. Alcuni esempi di difese spondali: - scogliera in massi rinverdita - muro in gabbioni con talee. 89

90 Scogliera in massi rinverdita La scogliera in massi rinverdita è un opera di difesa spondale realizzata con grossi massi e astoni di salice (o altre specie di analoghe capacità biotecniche), disposta parallelamente al corso della corrente, con la superficie lato fiume inclinata in modo da conferire all alveo una sezione a forma trapezia. Viene utilizzata in alvei torrentizi e fluviali per la protezione di sponda dall erosione della corrente, per ampliamento delle sezioni idriche e come difesa al piede di riprofilature e ricariche di versante. Il materiale vegetale va di preferenza posato durante il periodo di riposo vegetativo, quando le percentuali di attecchimento sono maggiori. Esempio tipo di scogliera in massi rinverdita, Fonte Quaderno opere tipo di ingegneria naturalistica, Regione Lombardia 90

91 Muro in gabbioni con talee Il muro in gabbioni può essere assimilato ad un muro di sostegno da utilizzarsi per il consolidamento delle sponde fluviali. È formato da elementi affiancati e sovrapposti in modo da formare una struttura modulare, costituito da una gabbia in rete metallica riempita di pietrame e terreno vegetale. La struttura è deformabile e permeabile all acqua e alla vegetazione. Viene utilizzato per interventi di sistemazione idraulica longitudinale e trasversale. La fattibilità dell intervento è molto ampia, poiché l unica condizione necessaria è di avere a disposizione in loco pietrame; l intervento può essere realizzato in qualsiasi tipo di ambiente e in qualsiasi periodo dell anno; richiede limitati interventi di manutenzione; con l azione drenante e lo sviluppo della vegetazione permette la stabilizzazione delle scarpate e l interazione tra opere e terreno. Esempio tipo di gabbioni con talee, Fonte Quaderno opere tipo di ingegneria naturalistica, Regione Lombardia 91

92 SCHEDA n.4 - Presenza di varchi a rischio di chiusura Descrizione Rappresentano i principali varchi dove l andamento dell espansione urbana ha determinato una significativa riduzione degli spazi agricoli o aperti. Localizzazione Sul territorio comunale sono individuati due varchi a rischio di chiusura: - a ovest dell area urbanizzata, tra via Zanardelli e la ex statale 327; - a est nei pressi del confine con il Comune di Caino. Si precisa che il primo varco riguarda una zona sostanzialmente interclusa nell urbanizzato, in un contesto in cui l indicazione di un varco a rischio di chiusura segnalato nel quadro della REP risulta ormai superata dall evoluzione del tessuto urbano. In corrispondenza di questo varco risulta, comunque, di una certa rilevanza prevedere la costruzione di un sistema lineare di connessione, per il quale si rimanda alla Scheda 5. Di maggiore rilevanza ai fini della connessione ecologica tra i due sistemi di versante sul territorio comunale è il secondo varco. Localizzazione del varco a rischio di chiusura, al confine con il Comune di Caino, base ortofoto 92

93 Localizzazione del varco a rischio di chiusura, al confine con il Comune di Caino, base aerofotogrammetria Stato di fatto 93

94 Criticità riscontrate - rischio di chiusura dell urbanizzato; - riduzione della connettività ecologica. Opportunità Il mantenimento del varco ecologico garantisce la continuità del corridoio ecologico e il mantenimento della permeabilità. Indicazioni Evitare la saldatura dell'edificato. Riequipaggiare con vegetazione autoctona la zona, al fine di preservare la continuità e funzionalità dei corridoi ecologici e non pregiudicare la funzionalità del progetto di rete ecologica provinciale. Attribuire all area la priorità negli interventi di rimboschimento. Mantenere l apertura dei fondi, limitando la recinzione delle aree. 94

95 SCHEDA n.5 Supporto ad un sistema lineare di connessione Descrizione L intervento è finalizzato alla formazione di elementi lineari arboreo- arbustivi continui in ambito urbano, a completamento dei filari esistenti. Consiste nella messa a dimora di arbusti o esemplari arborei autoctoni da vivaio. Localizzazione La localizzazione è individuata lungo i confini dell AT03, all interno del varco a rischio di chiusura individuato dalla Provincia di Brescia a ovest del territorio comunale. Localizzazione dell area indicata come varco a rischio di chiusura e dell AT03, base ortofoto 95

96 Localizzazione dell area indicata come varco a rischio di chiusura e dell AT03, base aerofotogrammetria Stato di fatto 96

97 Criticità riscontrate - forte cesura determinata dalla ex SS237 - riduzione della connettività ecologica. Opportunità Gli interventi che possono essere attuati per garantire la continuità del corridoio ecologico prevedono la realizzazione di una serie di siepi arboreo-arbustive da localizzarsi in continuità e a rinforzo delle specie esistenti sull area. La creazione di siepi arboreo-arbustive lungo i bordi dell ambito e in continuità ai filari esistenti, può creare una rete di piccole connessioni in grado di potenziare la connettività esistente. La localizzazione e la definizione delle specie dovrà essere definita in sede di piano attuativo. Indicazioni Sul territorio è possibile individuare due linee di connettività, individuabili tra il sistema del Garza a sud e il territorio boscato a nord. Nell immagine sono schematizzate tali linee di connettività. Entrambe le linee di connettività sono definite dalla presenza delle aree verdi a sud della ex SS237 e dei prati con equipaggiamento arbustivo a nord di via Zanardelli. 97

98 All interno dell area, siepi e vegetazione arbustiva fungono da punto di appoggio per la connettività locale. In figura è schematizzato come gli elementi puntuali all interno dell area possono riconnettersi con i sistemi verdi estesi. La realizzazione di siepi arboreo-arbustive può quindi essere localizzata lungo i bordi dell ambito, in continuità ai filari esistenti. I possibili interventi devono essere preceduti da uno studio di dettaglio redatto da un esperto agronomo, forestale, botanico per individuare il miglior intervento possibile e le essenze idonee. Fondamentale è lo studio della vegetazione circostante: tra gli elementi tipici devono essere scelti alberi e arbusti con caratteristiche morfologiche adatte e un idoneo apparato radicale. 98

99 SCHEDA n.6 - Fascia verde di schermatura e mitigazione Descrizione L intervento è finalizzato alla formazione di elementi lineari arboreo- arbustivi continui in ambito agricolo. Consiste nella messa a dimora di arbusti o esemplari arborei autoctoni da vivaio. Localizzazione La localizzazione è individuata lungo i confini dell AT02 (fascia a verde di mitigazione con le aree a destinazione agricola) e rappresenta l elemento indispensabile alla realizzazione della trasformazione urbanistica proposta, così come indicato all interno delle Schede degli Ambiti di possibile Trasformazione allegate al DdP. Oltre alla realizzazione dell intervento connesso all attuazione dell AT02, è facoltà dell Amministrazione individuare anche altre aree su cui attuare l intervento descritto, a seguito di indagine territoriale più approfondita, o per l insorgere di più specifiche esigenze. Localizzazione dell area da destinare alla costruzione della fascia verde di mitigazione verso l area agricola, in concomitanza dell attuazione dell AT02, base ortofoto 99

100 Localizzazione dell area da destinare alla costruzione della fascia verde di mitigazione verso l area agricola, in concomitanza dell attuazione dell AT02, base aerofotogrammetria Stato di fatto 100

101 Criticità riscontrate - riduzione della continuità tra l ambito agricolo e la diversa destinazione urbanistica; - inserimento paesistico; - riduzione della connettività ecologica. Opportunità L utilizzo di sistemi di rinverdimento/mascheramento è volto alla mitigazione degli impatti negativi ambientali ed estetici. L intervento permette, da un lato, un corretto inserimento eco-paesistico della trasformazione urbanistica nei confronti del paesaggio agricolo e ambientale, dall altro il potenziamento del corridoio ecologico rappresentato dai filari e dalle essenze arbustive esistenti nell area. Indicazioni SIEPI: l introduzione di siepi arboreo-arbustive nel paesaggio agricolo può determinare maggiore ricchezza ambientale e varietà biologica all interno dell agroecosistema e contribuire a creare ulteriori vie di diffusione per numerose specie animali e vegetali. Le siepi, generalmente, sono costituite da uno strato alto arboreo, formato dalle chiome degli alberi, uno strato intermedio fino all altezza di 3-5 metri, formato da cespugli ed arbusti ed uno strato basso sino a 3 metri dove predominano le essenze erbacee come la rosa ed il prugnolo. ALBERATE E FILARI: strutture vegetali lineari composte da specie arboree e caratterizzate da sesti d impianto regolari e monospecifici. Hanno funzione estetico-paesaggistica, di barriera frangivento e naturalmente di connessione ecologica. Possono essere realizzate lungo canali, fossati, a confine tra proprietà diverse, in zone interne e limitrofe ai centri abitati. I possibili interventi devono essere preceduti da uno studio di dettaglio redatto da un esperto agronomo, forestale, botanico per individuare il miglior intervento possibile e le essenze idonee. Fondamentale è lo studio della vegetazione circostante: tra gli elementi tipici devono essere scelti alberi e arbusti con caratteristiche morfologiche adatte e un idoneo apparato radicale. Esempio di siepe arboreo-arbustiva a una fila 101

102 SCHEDA n.7 Creazione di una fascia verde di schermatura e connessione Descrizione L intervento è finalizzato alla formazione di elementi lineari arboreo- arbustivi continui in ambito urbano, a creazione di un corridoio locale di supporto alla connettività e schermatura. Consiste nella messa a dimora di arbusti o esemplari arborei autoctoni da vivaio. Localizzazione L intervento può essere attuato contestualmente al PII2 Fenotti Comini, prevedendo la realizzazione di una fascia arboreo-arbustiva lungo il perimetro dell ambito. Schema di riferimento in cui è individuata un area da destinare ad interventi di creazione di fascia verde di connessione e schermatura, base ortofoto 102

103 Schema di riferimento in cui è individuata un area da destinare ad interventi di creazione di fascia verde di connessione e schermatura, base aerofotogrammetria Stato di fatto 103

104 Criticità riscontrate - impoverimento della connettività locale; - degrado complessivo dell area; - forte cesura rappresentata dalla ex SS 237. Opportunità Gli interventi che possono essere attuati per garantire la continuità del corridoio ecologico, prevedono la messa a dimora di specie arboreo-arbustive. La creazione di un filare alberato in ambito urbano può creare una rete di piccole connessioni in grado di potenziare la connettività esistente. La tipologia e l entità dell intervento dovranno essere valutate in sede esecutiva. Indicazioni È possibile individuare delle linee di connettività ecologica lungo i confini dell ambito. Le linee di connettività individuate nell immagine rappresentano la potenziale connessione ecologica esistente tra la località Dernago a nord della ex SS 237 e il sistema verde e perifluviale di via Bologna a sud. La creazione di fasce alberate lungo il perimetro est e ovest dell ambito, in appoggio alla vegetazione arbustiva esistente, può potenziare la connettività ecologica dell area. 104

105 In figura è schematizzato come gli elementi puntuali sul confine dell area, se opportunamente rafforzati e ricostruiti, possono contribuire alla connessione dei sistemi verdi. I possibili interventi devono essere preceduti da uno studio di dettaglio redatto da un esperto agronomo, forestale, botanico per individuare il miglior intervento possibile e le essenze idonee. Fondamentale è lo studio della vegetazione circostante: tra gli elementi tipici devono essere scelti alberi e arbusti con caratteristiche morfologiche adatte e un idoneo apparato radicale. 105

106 SCHEDA n.8 Creazione di un sistema lineare di connessione Descrizione L intervento è finalizzato alla formazione di elementi lineari arboreo- arbustivi continui in ambito urbano, a creazione di un corridoio locale di supporto alla connettività. Consiste nella messa a dimora di arbusti o esemplari arborei autoctoni da vivaio. Localizzazione L intervento può prevedersi lungo Via XXIV Maggio, in caso si rendano necessari interventi di manutenzione straordinaria dell assetto stradale. È facoltà dell Amministrazione individuare anche altre aree su cui attuare l intervento descritto, a seguito di indagine territoriale più approfondita, o per l insorgere di più specifiche esigenze. Localizzazione dell intervento di creazione di un sistema lineare di connessione lungo via XXIV Maggio, base ortofoto 106

107 Localizzazione dell intervento di creazione di un sistema lineare di connessione lungo via XXIV Maggio, base aerofotogrammetria Stato di fatto 107

108 Criticità riscontrate - impoverimento della connettività locale; - forte cesura rappresentata dalla ex SS 237. Opportunità Gli interventi che possono essere attuati per garantire la continuità del corridoio ecologico rappresentato dal sistema Parco del Garza ambito boscato in località Medolo, prevedono la messa a dimora di specie arboreo-arbustive. L intervento può realizzarsi in occasione di opere di manutenzione straordinaria sulla strada. La creazione di un filare alberato in ambito urbano può creare una rete di piccole connessioni in grado di potenziare la connettività esistente. Indicazioni La linea di connettività indicata è definita dal Parco del Garza e dagli ambiti perifluviali a sud e dalle aree boscate a nord (località Medolo). Anche le aree verdi in ambito urbano assumono il ruolo di connettività in una città: la piantumazione di Via XXIV Maggio, in appoggio alle aree verdi già esistenti, contribuisce a rafforzare la connettività ecologica tra gli ecosistemi individuati. Fondamentale è lo studio della vegetazione circostante: tra gli elementi tipici devono essere scelti alberi e arbusti con caratteristiche morfologiche adatte e un idoneo apparato radicale. 108

109 SCHEDA n.9 Creazione di una fascia di schermatura e connessione ecologica lungo i margini stradali Descrizione Al fianco di infrastrutture lineari si possono realizzare fasce vegetali naturali di varia ampiezza. L intervento consiste nella messa a dimora di arbusti o esemplari arborei autoctoni da vivaio. Localizzazione Si ritiene opportuno che la localizzaizone delle aree lato strada da destinare a piantumazione con funzione di schermatura e connessione ecologica sia da valutare in seguito alla definizione del tracciato della variante alla ex SS 237. Tale variante sfrutta il sedime delle strade esistenti, pertanto l intervento dovrà anche tener conto dei manufatti esistenti, nonché del rispetto dei vincoli normativi (DPR 610/96). Stralcio Carta di REC, base aerofotogrammetria Il tracciato in previsione interessa le aree agricole del territorio comunale e intercetta alcuni filari e altra vegetazione arbustiva variamente strutturata. Opportunità Il ruolo che ne consegue è la mitigazione di potenziali impatti (rumore) e una riduzione delle perdite sull avifauna in volo dovute ai veicoli, nonché favorire la continuità ecologica. Tale intervento è anche utile alla schermatura dell infrastruttura e, quindi, al suo corretto inserimento eco-pesistico. Per rendere efficace il ruolo ecologico si deve prevedere una piantumazione alternata tra file di alberi ed elementi arbustivi, in connessione e completamente alle specie esistenti lungo il tracciato. 109

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