3. L andamento dell offerta di lavoro al 2019 in provincia di Ferrara

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1 3. L andamento dell offerta di lavoro al 2019 in provincia di Ferrara 3.1. L offerta giovanile di lavoro nel lungo periodo Una delle debolezze di fondo che caratterizza l Italia è l evoluzione demografica, giacché tra le peculiarità nostrane vi è anche quella di essere il paese avanzato con la più bassa percentuale di popolazione in età scolare, ossia tra i 15 e i 19 anni: si tratta appena del 15%, contro la media del 20% dei paesi dell Unione Europea. Il serbatoio dal quale si deve attingere risulta quindi particolarmente ridotto 1. Il panorama scolastico italiano è inoltre caratterizzato da una scarsa, pur se crescente, istruzione permanente, ossia quei corsi mirati agli adulti che in altri paesi recuperano milioni di persone. La bassa natalità italiana e ferrarese 2 influisce sulla futura offerta di lavoro dei giovani: i nati di oggi sono, infatti, coloro che si presenteranno al lavoro tra anni. La previsione demografica ci consente di cogliere l evoluzione della piramide di età fino al 2019 (attuali residenti e non) e quindi anche di stimare la potenziale offerta di lavoro giovanile, comprensiva di quegli immigrati (e figli di immigrati) che prenderanno la residenza in provincia dopo il La stima dell offerta giovanile è molto importante perché l offerta di lavoro complessiva sarà formata soprattutto dai giovani residenti che si immettono nel locale mercato del lavoro. Fino agli Novanta le stime degli economisti del lavoro indicavano nell 80% massimo dei nati, l ammontare di giovani che erano disponibili a lavorare. L 80% veniva raggiunto come risultato del diverso comportamento dei maschi e delle femmine. Mentre, infatti, i maschi nella classe centrale di età (29-50 anni) lavorano ovunque in Italia con tassi del 93-95%, le donne hanno tassi decisamente inferiori che raramente superano il 65%. Per individuare il tasso di partecipazione al lavoro atteso è quindi decisivo stimare quello femminile, in quanto quello degli uomini si presume rimarrà ai livelli (alti) attuali 3. Che il tasso di partecipazione delle donne stia crescendo è un fenomeno noto, in atto da almeno 30 anni e più accentuato nei paesi più ricchi. Anche in Italia (e in particolare in Emilia-Romagna) 1 La scuola elementare è passata da 5 milioni di alunni negli anni Settanta a meno di 3 milioni negli anni Novanta, mentre la media secondaria superiore, che gode ancora dell afflusso di classi di età relativamente numerose, oltre che di un aumento della frequenza scolastica, è stabile a livelli lievemente inferiori a 3 milioni. 2 La provincia di Ferrara vanta il tasso di natalità più basso in Italia e nel mondo; negli ultimi anni vi è stato un lieve aumento. 3 Il tasso di attività della popolazione di anni nel 2001 corrisponde all 86,9% per gli uomini e al 64,1% per le donne, con un valore medio pari a 75,6%. A fronte di quest ultimo dato, tuttavia, si registrano divari territoriali ancora profondi, dell ordine di circa venti punti percentuali. Nelle regioni settentrionali, infatti, il tasso oltrepassa la soglia dell 84%, mentre nel Mezzogiorno si attesta al 63,5%. Tali risultati non derivano da una diversa propensione al lavoro, bensì dalla maggiore dinamicità dei mercati del lavoro locali dell'area settentrionale, che tendono a favorire un ingresso più agevole nel mondo lavorativo. All interno delle diverse ripartizioni tendono a variare anche i differenziali di partecipazione al mercato del lavoro tra i due sessi. Nell area settentrionale il vantaggio maschile oltrepassa di poco i 10 punti percentuali, nelle regioni meridionali lo svantaggio femminile è quasi tre volte superiore (45,9% rispetto a 81,1%). I differenziali, sia di genere sia territoriali, tendono però a ricomporsi quando si prendono in considerazione soltanto i giovani laureati. Tale quadro viene confermato se si analizza il tasso di occupazione, ovvero la quota di occupati sulla corrispondente popolazione. Se si considerano sempre i giovani in età compresa tra i 25 e i 34 anni, infatti, l'indicatore mostra chiaramente come da un lato i livelli occupazionali tendano a incrementarsi in termini assoluti al crescere del carattere professionalizzante del titolo di studio, e dall'altro a convergere tra i due sessi nel caso del livello di istruzione più elevato. Quest'ultimo risultato trova ampia giustificazione dal maggior investimento formativo effettuato. Inoltre, e questo è un aspetto che il dato non rivela, si tratta nella maggior parte dei casi di occupazioni più stabili, meglio retribuite e maggiormente attraenti dal punto di vista professionale rispetto a quelle che coinvolgono i giovani in possesso di titoli di studio meno specialistici. 44

2 questo fenomeno è in atto e, tra il 1995 e il 2003, il tasso di occupazione delle donne dai 15 ai 64 anni è salito di ben 10 punti passando dal 50% al 60% (quello maschile è al 76%). In provincia di Ferrara il tasso di occupazione delle donne è salito nello stesso periodo ( ) dal 46% al 58%, anche se si colloca ancora 2 punti sotto tale media. Ma è evidente come i comportamenti delle donne ferraresi siano assimilabili a quelli delle restanti donne che vivono in Emilia-Romagna. L Unione Europea indicava come obiettivo di tasso di occupazione al 2005 per le donne il 57% (già raggiunto da Ferrara) e al 60% per il 2010 (già raggiunto dall Emilia-R.). A nostro avviso, questa crescita proseguirà in futuro come già è avvenuto nel Nord Europa, dove i tassi di occupazione delle donne si sono avvicinati a quelli degli uomini. La crescita dell istruzione (maggiore nelle giovani donne) favorisce questa partecipazione al lavoro anche se il ruolo di madre delle donne le allontana da esso. Ancora nel 2003 sono il 20% le donne che perdono il lavoro dopo il primo figlio (il 6% costrette, il 14% volontariamente) e sono ben il 40% le neo-mamme che lavorano part-time 4. Fig. 12- Tassi di Occupazione anni delle donne nel 1995 e 2003 e dei maschi nel ,0 70,0 60,0 Ferrara Emilia-R. Italia 50,0 40,0 30,0 Femm.1995 Femm Maschi 2003 La domanda principale è di quanto salirà ancora il tasso di partecipazione al lavoro delle giovani donne nel 2020? Diventerà uguale a quello dei giovani maschi? Dopo la nascita del primo figlio lavoreranno tutte ancora le neo mamme oppure proseguirà e, anzi, si accentuerà la tendenza a scegliere il part-time o a non lavorare? Fig Tassi di Occupazione nel 2003 per maschi e femmine dai 25 ai 29 anni 90,0 Femmine Maschi 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 Ferrara Em ilia-r. Italia 45

3 Nel 2003 il tasso provinciale di occupazione delle giovani ferraresi dai 25 ai 29 anni è stato del 72% 5. La media dell Emilia-Romagna, la più alta in Italia, ha raggiunto il 77% (80,2% nel 2002) 6. E quindi probabile che esso vada alzandosi almeno di 10 punti da qui al 2020, facendo raggiungere all offerta di lavoro complessiva un tasso del 90% sui nati. Si tratta di un ipotesi, a nostro avviso, di offerta massima raggiungibile, oltre la quale è difficile immaginare si possa andare 7. Le imprese locali potranno quindi disporre, dopo il 2010, di un offerta di lavoro di giovani residenti più elevata di quanto sia oggi in rapporto alla coorte di riferimento (ma comunque modesta in valore assoluto). Un tasso di attività (partecipazione al lavoro) così alto non si presta ad eventuali critiche di aver sottovalutato la percentuale di offerta giovanile potenzialmente disponibile 8. Nonostante questo innalzamento del tasso di attività giovanile, gli anni dal 2010 al 2020 saranno caratterizzati, non solo nel ferrarese ma in tutto il Nord Italia, da un acuta carenza di manodopera giovanile locale. Ciò dovrebbe spingere i cittadini che fanno parte delle non forze di lavoro a proporsi come lavoratori. Potrebbe quindi determinarsi un offerta aggiuntiva locale proveniente dallo stock dei disoccupati 9, dalla componente più ampia delle non forze di lavoro, cioè dalle donne adulte. E un ipotesi che teoricamente è possibile ma che incontra notevoli criticità, perché molte di coloro che cercano lavoro o che si collocano nelle non forze di lavoro, sono disponibili a lavorare solo a certe condizioni (vicino a casa, spesso a part-time, per lavori non faticosi, in presenza di servizi per l infanzia), cioè tutte condizioni difficili (ed onerose), specie se richieste tutte insieme 10. La classe d età anni individua sia la parte più consistente dell offerta giovanile di lavoro, sia gli studenti universitari anche se, in quest ultimo caso, il livello di approssimazione è piuttosto alto, nel senso che, a differenza dei livelli scolastici precedenti, l Università presenta una variabilità di iscrizione nettamente maggiore, per cui oltre alla popolazione giovanile, tra gli iscritti sono presenti individui di età molto diverse 11. Come evidenziato nella precedente tab.9, la fascia d età dai 19 ai 24 anni, secondo le nostre previsioni, subirà un calo nei prossimi 15 anni, passando da individui nel 2004 a nel Poiché nell ipotesi di scenario demografico zero (che ci permette di analizzare le previsioni in assenza di immigrazione) la popolazione anni al 2019 sarebbe di persone, si prevede nei prossimi 15 anni l ingresso di immigrati in questa fascia d età (assumendo come valida l ipotesi intermedia). 4 I dati sono frutto di una ricerca Istat 2004 su un campione di 50mila neo-madri. 5 Quello dei maschi è del 93,3%, 21 punti più alto. 6 Nella fascia di età anni il tasso di occupazione provinciale ferrarese è il 40%, ma è verosimile che quello dai 20 ai 24 anni (che è la fascia vera di ingresso dei giovani) sia attorno al 65% e che poi vada gradatamente alzandosi tra i anni. 7 Anche nei paesi più avanzati questo tasso non è raggiunto e non si può escludere che possano crescere, dopo una fase di espansione, anche comportamenti di riduzione delle donne (e degli uomini) nella partecipazione continuativa al lavoro dai 20 ai 60 anni. 8 Per memoria dei nostri lettori si rammenta che il tasso di occupazione massimo viene raggiunto dai maschi nel periodo tra i 30 e i 50 anni e si colloca attorno al 94%. Per le donne è invece dell 80% dai 25 ai 34 anni in Emilia-R. e scende poi al 78% tra i e al 70% dai Il tasso, infine, di occupazione femminile dai 55 ai 64 anni crolla al 19% e nel complesso (compresi gli uomini) è del 29,4%, il valore più basso in Europa. 9 Nel decennio la disoccupazione dovrebbe essere modesta e quindi altrettanto modesta l offerta aggiuntiva proveniente da questo stock (se le dinamiche in atto proseguiranno). 10 L ipotesi di una offerta aggiuntiva potrebbe crescere nei periodi espansivi e scendere a zero nelle fasi di stagnazione o recessione, secondo una nota stilizzazione tipica del ciclo economico che scoraggia chi cerca lavoro nelle fasi critiche e lo incoraggia invece nelle fasi espansive. 11 Sono il 38% gli iscritti al primo anno all Ateneo di Ferrara dopo i 20 anni. 46

4 Fig Andamento dei 19enni e dell offerta giovanile di lavoro autoctona (ferraresi anni) dal 1991 al 2019 a confronto con la domanda di lavoro (offerta giovanile crescente dal 1998; domanda di lavoro costante: 3100 unità annue) enni Ferraresi Offerta giovanile Com è possibile vedere dalla figura 14, il calo della popolazione ha un effetto rilevante nei prossimi 15 anni sulla fascia di età dai 18 ai 22 anni (che è un approssimazione dell offerta giovanile di lavoro). Si tratta della sola popolazione oggi residente; mancano quindi gli immigrati attesi che probabilmente colmeranno i vuoti lasciati dai ferraresi, in quanto la domanda di lavoro dovrebbe collocarsi ad un livello molto superiore. Tab Popolazione dei 22enni ferraresi, Offerta giovanile di lavoro (18-22 anni) dal 1991 al Ipotesi di un'offerta di lavoro che cresce dall'80% del 1997 al 90% del 2019 Anno 22enni ferraresi % Offerta Offerta giovanile Media Media Fonte: Cds 47

5 L offerta giovanile annua di lavoro nella media decennale , sarà pressoché uguale a quella del , in quanto i nati si vanno assestando su valori analoghi. La media annua è di 2mila giovani, di cui 174 di immigrati 12 (che prenderanno la residenza a Ferrara dal 2004 in poi). Si tratta di una riduzione rilevante rispetto a quanto è avvenuto fino ad oggi, se si pensa che nella media annua l offerta giovanile si è collocata attorno alle unità. L offerta di lavoro è stata considerata pari all 80% della coorte dei giovani dai 18 ai 22 anni fino al 1997 e poi crescente fino al 90% al 2017 e oltre, per effetto della crescita della partecipazione delle giovani donne 13. L offerta di lavoro di giovani sarà inferiore alla domanda di lavoro 14 (stimata come detto in unità all anno). Tenendo conto del fatto che saranno pochi gli immigrati che nei prossimi 15 anni si laureeranno, il calo della popolazione locale inciderà anche sul numero degli immatricolati all università. In altri contesti (scuola dell obbligo e offerta giovanile) l afflusso di immigrati attenuerà gli effetti negativi della bassa natalità. Nel caso dell Università, l afflusso di immigrati per lavoro inciderà molto poco sulle immatricolazioni; su di esse potrebbe invece incidere la valorizzazione del nostro Ateneo tramite specifiche politiche che qualificherebbero Ferrara come città studi 15, quali ad esempio: la qualificazione in uscita dei laureandi con un primo anno di lavoro tramite i PIL, la crescita dell offerta di alloggi a basso costo, la qualificazione della didattica (in presenza e a distanza), la qualificazione della ricerca di base, il raccordo con le imprese, la qualificazione della struttura universitaria 16, l introduzione di crediti da lavoro e formativi per favorire l accesso all università di chi lavora e di chi proviene dalle superiori. 12 L arrivo di immigrati comporterà che alcuni loro figli si iscriveranno alle scuole locali ed accresceranno l offerta locale di qualificati professionali e diplomati. Perché vi siano dei laureati sarà invece necessario aspettare dopo il 2022 (secondo le nostre stime). 13 La fine del servizio militare innalza l offerta giovanile maschile ma, considerando che crescono gli anni di studio all università, l effetto dovrebbe annullarsi. 14 Questa carenza strutturale potrebbe determinare un ripresentarsi al lavoro di donne adulte che si collocano oggi nelle non forze di lavoro e forse si assisterà ad un prolungamento della vita lavorativa degli adulti oltre i 60 anni, anche per il diverso assetto pensionistico. In ogni caso, questi fattori di aumento dell offerta adulta di lavoratori locali (donne adulte e uomini che prolungano il lavoro oltre i 57 anni) non dovrebbe incidere sul tasso di uscita dei laureati. 15 Si veda il capitolo 10 (risultanze del Delphi) sul ruolo importante assegnato dagli esperti alla città-studi. 16 L Università ferrarese presenta, specie per alcune Facoltà (lettere, ) una dotazione di aule, studi, del tutto inadeguata. Si pensi che negli ultimi 10 anni gli immatricolati sono passati da circa 200 a 1500, mentre la dotazione infrastrutturale è pressoché la stessa e il numero dei docenti è di poco superiore. I fondi di ricerca sono praticamente nulli e in calo negli ultimi 3 anni. 48

6 Appendice di documentazione Fig. 15- Tassi di Occupazione per classi di età in provincia di Ferrara ed Emilia-R., ,0% 90,0% 80,0% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% Rer Maschi Rer Femmine Rer M+F Fe Maschi Fe Femmine Fe M+F Fonte: elaborazioni Cds su dati Istat Il tasso di occupazione ferrarese è più basso di quello medio regionale, a causa di un minore tasso di occupazione delle donne in età adulta, mentre il tasso dei maschi è addirittura maggiore nelle classi giovanili (15-19 e anni) e poi solo di pochissimo inferiore nella fascia 35-64; infatti il tasso totale anni è simile, anzi lievemente superiore a Ferrara (Ferrara 75,1%, Regione 74,8%). Come detto la grande differenza sta nelle donne, dove il tasso ferrarese è invece inferiore di 4,7 punti percentuali (Ferrara 52%, Emilia-R.56,7%). Le donne ferraresi sono meno occupate sia da giovanissime (15-24 anni), sia da adulte (dopo i 36 anni), mentre hanno un tasso analogo nella fascia anni. Il differenziale maggiore si raggiunge tra i 35 e i 54 anni. Ciò significa che le politiche attive del lavoro devono operare soprattutto su questa fascia di età: donne adulte, che spesso hanno un figlio o due e che hanno un elevato interesse per lavori part-time. Infine, una considerazione importante ai fini del turn over: il tasso di occupazione di donne e uomini ferraresi nella fascia di età anni è identico alla media regionale (lievemente inferiore per le donne). Tab Tassi di occupazione sulla popolazione anni nelle province dell'emilia-r. e Italia, Maschi Femmine Totale V.a sul Reggio Emilia 72,9 78,3 77,4 54,2 62, ,7 70,4 70,8 6,9 Ravenna 72,9 77,9 77,2 49,5 62, ,0 70,0 67,8 7,9 Modena 76,2 76,7 78,1 54,2 62, ,3 69,5 69,9 4,4 Forlì-Cesena 72,9 77,5 78,1 48,7 59, ,8 68,6 69,9 8,5 Bologna 70,6 74,0 73,7 50,3 60, ,4 67,4 67,9 7,3 Parma 72,6 74,6 77,0 54,7 57, ,7 65,2 69,2 3,5 Ferrara 70,8 76,8 77,3 46,3 52, ,5 64,6 67,9 7,8 Piacenza 72,2 74,6 72,7 40,4 52, ,5 63,7 64,0 7,4 Rimini 71,9 73,2 74,9 42,7 51, ,0 62,4 63,2 5,8 Emilia-Romagna 72,6 75,7 76,2 50,0 58, ,3 67,4 68,3 6,6 Italia 66,3 69,2 69,3 36,3 42, ,3 55,8 56,0 4,6 Nord Est 72,9 75,5 n.d. 48,6 54,4 n.d. 60,2 65,2 n.d. Note: n.d. = dato non disponibile Fonte: elaborazione Cds su dati Istat 49

7 Tab Tassi di occupazione e di disoccupazione per età, province E.-R e 2002 (per Ferrara anche 2003). Valori in % 2002 TASSO DI OCCUPAZIONE TASSO DI DISOCCUPAZIONE Totale Totale Emilia- Romagna Piacenza Parma Reggio E Modena Bologna Ferrara ,3 82,2 69,7 67,9 51,3 7,8 4,9 3,6 3,9 3,9 Ferrara Ravenna Forlì- Cesena Rimini ITALIA Emilia- Romagna Piacenza Parma Reggio E Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì- Cesena Rimini Fonte: Cds su dati Istat Tab Tassi di occupazione e disoccupazione 1999, 2002 e 2003 in provincia di Ferrara TASSO DI OCCUPAZIONE TASSO DI DISOCCUPAZIONE Totale Totale Ferrara ,3 82,2 69,7 67,9 51,3 7,8 4,9 3,6 3,9 3,9 Ferrara ,6 76,5 67,6 64,6 48,3 19,7 13,8 4,4 6,5 6,4 Ferrara ,7 72,8 63,7 60,2 46,3 25,0 19,2 5,0 8,3 8,3 Var.ass. 99/03 7,6 9,4 6,0 7,7 5,0-17,2-14,3-1,4-4,4-4,4 Fonte: Cds 50

8 Fig Tassi di Occupazione maschi e femmine a Ferrara ed Emilia-R., anno Totale Rer Maschi Rer Femmine Fe M aschi Fe Femmine 51

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