La guerra nell Italia del Sud ( )

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "La guerra nell Italia del Sud (1860-1861)"

Transcript

1 La guerra nell Italia del Sud ( ) Risorgimento senza retorica Nel 2011, è stato celebrato il 150 o anniversario dell unificazione italiana, assumendo come data di riferimento il 17 marzo 1861, giorno in cui fu pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge n. 4671, in virtù della quale Vittorio Emanuele II assumeva il titolo di re d Italia per sé e per i suoi successori. La commemorazione della conclusione della vicenda risorgimentale è stata una feconda occasione di dibattiti e di riflessioni, a livello sia politico sia storiografico. Da un lato, certo, una minoranza di nostalgici e alcuni giornalisti in vena di polemiche, preoccupati più di discutere dei problemi attuali dell Italia, che di ricostruire seriamente il passato, hanno cercato di proporre una vera e propria controstoria del Risorgimento, concepito come una vicenda del tutto negativa, da demolire e da smitizzare. Gli storici più seri, da parte loro, hanno invece raccolto la sfida della commemorazione, cioè hanno cercato di valutare freddamente l insieme della questione e, senza retorica, hanno tentato di cogliere le grandezze e i limiti del processo di unificazione nazionale, mettendo in evidenza l inestricabile intreccio di grandi ideali, violenze e machiavellismo politico. Ovviamente, la figura più discussa è stata quella di Garibaldi; ma, più in generale, l intera operazione di annessione del Sud Italia può e deve essere oggetto di un analisi seria e spassionata, per cogliere in quei lontani eventi le radici di numerose questioni che hanno caratterizzato l Italia unita, dal 1861 al XXI secolo. La sfida della commemorazione Dibattito su Garibaldi POTERI E CONFLITTI La guerra nell Italia del Sud ( ) UNITÀ 6 1 Gerolamo Induno, Lettera dal campo, 1859 (collezione privata).

2 L ORDINE DI VIENNA UNITÀ 6 2 Riferimento storiografico 1 pag. 10 L Inghilterra difende la sua superiorità nel Mediterraneo Timore di un intervento francese al Sud Italia Il primo problema che numerosi storici hanno sollevato riguarda lo scenario internazionale in cui la spedizione di Garibaldi e l intervento piemontese al Sud hanno potuto verificarsi. Tutti gli studiosi concordano sul fatto che risultò decisivo, in alcuni momenti fondamentali, il sostegno politico della Gran Bretagna. Nessuno storico serio, oggi, farebbe propria l idea secondo cui l unità d Italia dev essere considerata solo (o principalmente) l esito della tenace volontà degli italiani di costruire un proprio Stato nazionale: se da un lato non si può tralasciare l importanza delle idee (e, nel caso di Garibaldi, la forza trascinatrice di un leader carismatico, capace di dar forma e progettualità alle aspirazioni nazionali: anzi, di offrire ad esse potenzialità operativa, cioè la possibilità di trasformarsi in un concreto programma d azione), dall altro sarebbe ingenuo sottovalutare l abilità diplomatica di Cavour e la più vasta e generale situazione politica. L Inghilterra temeva che, nel cuore del Mediterraneo, potesse indebolirsi la propria posizione di indiscussa superiorità. Il Regno delle Due Sicilie, certo, era uno Stato tradizionalista, lontanissimo dal moderno regime liberale vigente sia a Londra che a Torino. Il problema più serio, tuttavia, era un altro: il re di Napoli Francesco II di Borbone (salito al trono nel 1859, ad appena 23 anni) era alleato, a livello internazionale, della Russia zarista, che la Gran Bretagna, alla metà dell Ottocento, considerava il suo rivale più temibile e pericoloso. Inoltre, il Regno delle Due Sicilie aveva una severa legislazione protezionistica, che rendeva il suo territorio pressoché impenetrabile per le merci inglesi, anche se la capacità di sviluppo dell economia e dell industria del Meridione italiano non deve assolutamente essere sopravvalutata. A Londra si conoscevano le debolezze strutturali del Regno delle Due Sicilie, e si temeva soprattutto che, ad approfittarne, fosse Napoleone III, che tutto sommato era uscito con un bottino decisamente magro (Nizza e la Savoia) dalla guerra intrapresa contro l Austria nel Su questo sfondo, si comprende appieno l aiuto che il governo inglese, guidato a quell epoca dal liberale Lord Palmerston, diede al progetto di Garibaldi, che a giudizio della maggioranza degli studiosi fu esplicitamente sostenuto dagli inglesi in almeno tre circostanze: lo sbarco a Marsala (11 maggio 1860), la resa di Palermo (6 giugno) e il trasferimento delle truppe garibaldine dalla Sicilia alla Calabria (18 agosto). La conquista della Sicilia Se gli inglesi permisero a Garibaldi di approdare senza problemi in Sicilia (e, a giudizio di alcuni studiosi, proprio la presenza di due piroscafi inglesi nel porto di Marsala impedì alle navi borboniche di far fuoco sui garibaldini impegnati nelle operazioni di sbarco), furono l indecisione e l inettitudine dei generali napoletani a rendere ben presto irreparabile la situazione militare nell isola. In larga maggioranza, i comandanti borbonici erano anziani, di età compresa fra i 60 e i 70 anni, incapaci in genere di prendere rapide decisioni e di elaborare strategie efficaci che, forse, avrebbero potuto trasformare anche la spedizione dei Mille (in realtà, i volontari erano 1089) nell ennesimo fallimento, secondo il tragico copione che aveva visto la morte dei fratelli Bandiera nel 1844 e la disfatta di Carlo Pisacane nel L occasione più propizia per annientare le camicie rosse fu la battaglia di Calatafimi (15 maggio 1860), in cui si affrontarono borbonici e 1300 tra garibaldini e rivoluzionari siciliani aggregatisi alle truppe da poco sbarcate a Marsala. Senza dubbio, il comandante napoletano (generale Francesco Landi) sottovalutò la forza e la determinazione del nemico, cioè ritenne di avere di fronte un accozzaglia di avventurieri e di banditi, e non un vero esercito, sia pure di dimensioni ancora modeste. Pertanto, invece di attendere rinforzi e di affrontare l avversario in condizioni di schiacciante superiorità numerica, accettò la battaglia, uscendone sconfitto. Non si trattò, in vero, di una disfatta, visto che i garibaldini ebbero 30 morti e i borbonici circa 150. Per Garibaldi, però fu un vero trionfo morale, un successo che confermò la sua fama di eroe invincibile e che gettò nel panico i generali borbonici, che non seppero fare altro che ritirarsi verso Palermo. Non a caso, ben presto, all epoca si sparse la voce che il generale Landi era stato corrotto; non siamo in grado di con-

3 fermare questa affermazione: forse, più probabilmente, sia lui che i suoi diretti superiori non avevano le capacità strategiche che la delicata situazione siciliana richiedeva. In effetti, pur disponendo di forze notevolmente superiori a quelle garibaldine, i napoletani non furono in grado di difendere in modo efficace né Palermo (che si arrese il 6 giugno, dopo alcuni giorni di furiosi combattimenti tra i soldati borbonici, da un lato, le camicie rosse e gli insorti palermitani, dall altro) né Milazzo (28 luglio). Per il re Francesco II, la Sicilia era ormai completamente perduta, con l unica eccezione della piazzaforte di Messina, che restò in mano borbonica fino al marzo La situazione militare complessiva, tuttavia, non sembrava affatto disperata, per il re di Napoli; durante la campagna di Sicilia, erano caduti al massimo 2000 soldati regi, mentre la maggior parte della guarnigione di Palermo aveva potuto imbarcarsi e dirigersi sul continente, ove Francesco II (in teoria) poteva contare su un esercito di uomini. Garibaldi aveva truppe di gran lunga inferiori, anche se dal Nord arrivavano continuamente rinforzi di volontari ai quali le autorità del Regno di Sardegna (formalmente, ancora neutrale) permetteva di partire senza problemi, una volta assicuratesi che fossero dirette verso la Sicilia, e non contro lo Stato della Chiesa (azioni ostili verso il papa, infatti, avrebbero scatenato l immediata reazione di Napoleone III). Tra questi convogli di volontari, ricordiamo la spedizione di 2000 uomini guidata dal generale Giacomo Medici e quella di 2000 diretti dal generale Enrico Cosenz: insieme a Nino Bixio (che, tuttavia, era già nel primo gruppo dei Mille) questi due ufficiali sarebbero diventati i più stretti collaboratori militari di Garibaldi nel seguito della campagna. Il generale Landi, dopo la battaglia di Calatafimi DOCUMENTI La sera stessa del 15 maggio 1860, dopo aver subito la sconfitta di Calatafimi, il generale borbonico Francesco Landi scrisse un accorata lettera al suo diretto superiore, il principe di Castelcicala. Di questo testo colpisce il tono concitato, l incapacità di capire la realtà della situazione, che non era per nulla compromessa, dato che le forze di Garibaldi erano, tutto sommato, ancora ridotte e mal organizzate. Soccorso pronto soccorso. La metà della mia colonna è uscita di scoverta [in ricognizione, n.d.r.] e giunta a portata di far fuoco si è attaccata coi rivoltosi, i quali sbucarono a migliaia da per ogni dove. Il fuoco fu nutrito, ma le masse di siciliani uniti alla truppa italiana sono d immenso numero, la mia colonna ha dovuto col fuoco di ritirata ripiegare sopra Calatafimi, dove mi trovo sulla difensiva, giacché i ribelli in numero immenso fanno mostra di volermi aggredire, le masse sono enormi ed ostinate a combattere, qui la mia colonna trovasi circondata da nemici senza fine, i quali hanno pure assalito i mulini presa la farina che doveva panizzarsi [servire a preparare il pane, n.d.r.] per la truppa. P. PIERI, Storia militare del Risorgimento. Guerre e insurrezioni, Einaudi, Torino 1962, p. 663 Copertina della Domenica del Corriere che ricostruisce la battaglia di Calatafimi del maggio La guerra nell Italia del Sud ( ) UNITÀ 6 3 Secondo il tuo giudizio, il generale Landi è in preda al panico? Potrebbe esserci un altra ragione (alternativa o complementare) che lo spinge ad esagerare il numero e la potenza del nemico da cui è stato appena sconfitto? Secondo il tuo giudizio, per quale ragione il generale ricorda che il nemico si è impadronito anche di un grande quantitativo di farina?

4 L ORDINE DI VIENNA UNITÀ 6 4 Scarsa risposta dei siciliani all appello di Garibaldi Minacciata la proprietà dell ammiraglio inglese Nelson Ritratto di Nino Bixio. I problemi sociali della Sicilia In Sicilia non esisteva quella profonda fedeltà al re che invece registriamo sul continente, soprattutto tra i sudditi della Campania o degli Abruzzi; l isola, infatti, da tempo rivendicava la propria autonomia (se non una vera indipendenza) da Napoli, e percepiva i Borboni come signori stranieri e lontani, non come sovrani legittimi degni di sincera devozione. Contando su questo diffuso sentimento antinapoletano, il 4 giugno 1860 Garibaldi lanciò un solenne appello ai siciliani, chiedendo loro che tutti gli uomini tra i 17 e i 50 anni si arruolassero in massa; con tali forze, sarebbe nato l esercito meridionale, che avrebbe proseguito la sua lotta liberatrice fino a Napoli e fino a Roma. In realtà, l esortazione di Garibaldi fu accolta con scarso entusiasmo e all appello patriottico del Generale risposero decisamente in pochi. La mancata adesione alla chiamata in massa alle armi si spiega in primo luogo con il fatto che in Sicilia non esisteva la coscrizione obbligatoria e, quindi, mancava assolutamente l idea di una cittadinanza o di un popolo in armi: anzi, l autorità che pretendesse o richiedesse l arruolamento dei giovani era considerata in modo del tutto negativo. Man mano che passava l estate, poi, ai contadini siciliani sfuggì sempre più (o meglio, risultò incomprensibile) il significato dell agire di Garibaldi. Il 19 maggio 1860, il Generale aveva abolito la tassa sul macinato, una delle imposte più odiate nell isola; inoltre il 2 giugno, con un apposito decreto, aveva promesso la distribuzione delle terre demaniali (di proprietà della Corona) ai capi famiglia privi di proprietà fondiaria. Tuttavia, ben presto cominciarono le occupazioni di tali terreni pubblici e furono minacciati anche i beni dei nobili e dei possidenti. La situazione divenne particolarmente critica a Bronte, nella Sicilia orientale, ove si trovava la cosiddetta ducea (= terra del duca), una vasta tenuta donata dal re Ferdinando IV all ammiraglio Horace Nelson. Questi, nel 1799, aveva svolto un ruolo decisivo nella eliminazione della cosiddetta Repubblica Partenopea, fondata dai francesi; come ricompensa, il re aveva onorato Nelson del titolo di duca e gli aveva concesso, appunto, ampie terre alle falde dell Etna. Caduto il governo borbonico, i contadini di Bronte rivendicarono per loro la ducea: infatti, il decreto del 2 giugno prevedeva la confisca dei beni anche di tutti i sostenitori del sovrano di Napoli. I moti di Bronte ebbero luogo il 2 agosto, e furono seguiti, il 5 dello stesso mese, da altre insurrezioni contadine a Randazzo, Linguaglossa, Adernò, Castiglione, Centuripe e Maletto. A Bronte la violenza si scatenò in modo particolarmente efferato e ci furono 16 morti fra i galantuomini. Oltre tutto, i padroni della tenuta di Bronte (i discendenti dell ammiraglio Nelson) erano inglesi; Garibaldi si rese immediatamente conto dei rischi che la sua spedizione avrebbe corso, in caso di violazione di quella proprietà: sarebbe stato accusato di essere solo un fomentatore di caos e di anarchia, e avrebbe perso il prezioso sostegno sia di Cavour che del governo britannico. D altra parte, il Generale era comunque convinto che la soluzione dei problemi sociali era secondaria, rispetto alla realizzazione dell unità nazionale. Di qui la decisione di inviare nell area dell Etna Nino Bixio, che il 6 agosto proclamò lo stato d assedio e creò subito un tribunale speciale, incaricato di giudicare i responsabili dell eccidio. Il 10 agosto furono fucilate cinque persone, tra cui l avvocato Nicolò Lombardo, un intellettuale radicale e socialista, che aveva sostenuto l idea di una più equa divisione delle terre, ma era del tutto estraneo alle violenze dei giorni precedenti. Altre 316 persone furono poi temporaneamente incarcerate; 32 di esse, un paio d anni dopo, vennero condannate all ergastolo dalla Corte d Assise di Catania. Come ha commentato Piero Pieri, «Il Bixio non aveva la minima idea dei problemi e delle necessità delle terre che pur era corso con tanto mirabile valore a liberare, e tanto meno della mentalità degli abitanti. Per lui occorreva fare l Italia e ogni ostacolo di qualsiasi genere all impresa doveva essere abbattuto in qualsiasi modo».

5 La conquista di Napoli e lo scontro sul Volturno Il 18 agosto 1860, le truppe garibaldine passarono lo stretto di Messina. Alla fine di luglio, il governo inglese aveva solennemente proclamato il principio del non intervento nelle faccende del Regno delle Due Sicilie e dichiarato che si sarebbe opposto all azione di qualsiasi potenza straniera in terra italiana. Di fatto, ciò significò che la flotta inglese protesse le navi che trasportavano Garibaldi sul continente, impedendo a chiunque (francesi e borbonici, ad esempio) di disturbare lo sbarco. In Calabria, Garibaldi trovò una calorosa accoglienza, da parte della popolazione, mentre i comandanti borbonici si dimostrarono inetti e incompetenti. Il generale Fileno Briganti, che guidava almeno 3500 uomini, si arrese senza combattere. I suoi soldati si ribellarono, lo accusarono di tradimento e lo fucilarono. Per capire la complessa situazione che si stava creando nel Meridione italiano, è interessante seguire la vicenda di questi uomini, che avrebbero voluto combattere «per il re e per la religione», ma si sentirono traditi dai loro superiori. Garibaldi li esortò ad unirsi all esercito meridionale, ma quasi nessuno rispose all appello. Al contrario, la maggioranza tornò alle proprie case, oppure si riunì ad altri reparti ancora fedeli al re o si diede alla guerriglia proprio contro i garibaldini, che essi ritenevano dei pericolosi banditi stranieri, e non dei patrioti. L atteggiamento della popolazione fu sempre più freddo, man mano che Garibaldi avanzava verso Napoli, senza che i borbonici fossero in grado di organizzare alcuna difesa efficace. Il 6 settembre, Francesco II decise di abbandonare la capitale, mentre la situazione stava rapidamente precipitando. Quando Garibaldi arrivò a Napoli, il giorno 7 settembre, la città era in pratica nelle mani della camorra, che aveva rapidamente colmato il vuoto di potere e occupato tutti i principali posti di responsabilità. Nel porto di Napoli, i comandanti di ben 30 navi su 36 si rifiutarono di seguire il re a Gaeta, cioè abbandonarono la monarchia borbonica e passarono al Regno di Sardegna, che si era affrettato a mandare in zona una propria flotta, comandata dall ammiraglio Carlo Pellion, conte di Persano. Francesco II, dunque, non poteva più contare su forze navali. Tuttavia, ai suoi ordini, aveva ancora circa uomini, ben armati e determinati a combattere. Pertanto, nella regione del fiume Volturno, fu predisposta la controffensiva contro l esercito meridionale, forte di circa volontari, 1700 ufficiali e 24 cannoni. In realtà, nella più grande battaglia della guerra del Sud, che si svolse l 1 e 2 ottobre 1860, i generali napoletani non usarono tutte le proprie forze, ma solo soldati: i due eserciti che si affrontarono, quindi, erano di pari entità. Ancora una volta, si può attribuire ai generali napoletani la responsabilità dell esito della battaglia, che non fu una disfatta, ma non riuscì a sfondare lo schieramento garibaldino e tanto meno, come si proponeva, a riconquistare Napoli. Protezione inglese Soldati fedeli al re Riferimento storiografico 2 pag. 12 Dipinto di Ippolito Caffi che raffigura l ingresso del re Vittorio Emanuele a Napoli il 7 novembre 1860 (Torino, Palazzo Reale). La guerra nell Italia del Sud ( ) UNITÀ 6 5

6 L ORDINE DI VIENNA UNITÀ 6 6 VISTO DA VICINO Memorie non condivise L ultima fase del processo che portò all unificazione italiana obbliga lo storico a riflettere su un dato importante: la campagna militare del Sud fu molto diversa dalla seconda guerra di indipendenza. Come è stato scritto in un recente volume, di taglio provocatorio, sul Garigliano, il 26 ottobre 1860 «si sentiva urlare: Viva o Rre! dalla parte napoletana, cui rispondevano: Savoia! i fanti piemontesi. Italiani contro italiani, a difendere le loro bandiere del momento e le loro diverse dinastie» (G. Di Fiore). Nel 1859, possiamo parlare di una vera lotta di liberazione nazionale contro l occupazione austriaca, e quindi di un conflitto tra italiani e stranieri. La guerra del Sud, al contrario, fu un conflitto differente, al limite della guerra civile (sotto il profilo nazionale), tra soggetti che avevano visioni completamente opposte del futuro dell Italia. Proprio per questo, le vicende degli anni lasciarono uno strascico di odio e di rancori molto più difficile da ricucire e placare, rispetto alle guerre condotte contro lo straniero. A lungo, la retorica nazionalista ha cancellato o negato ogni legittimità a questo problema; di fatto, però, non si può evitare di riflettere sul fatto che intorno alla guerra del Sud non esiste ancora una vera memoria condivisa, come per altro è stato difficile elaborarla per la seconda guerra mondiale o per altri momenti storici in cui il Paese si è lacerato e diviso su posizioni antagoniste. Forse, il parallelo più corretto è quello con la guerra civile americana, che iniziò subito dopo la conclusione del processo di unificazione italiano e durò dal 1861 al In entrambi i casi, da una parte si voleva una forte struttura politicamente unita, mentre dall altro si chiedevano autonomia e indipendenza per le diverse parti che componevano l insieme della nazione. A distanza di un secolo e mezzo, negli Stati Uniti, la concezione che nordisti e sudisti hanno del conflitto è ancora molto differente, per quanto gli storici abbiano messo a fuoco che la propaganda degli uni, spesso, mascherava l interesse economico, mentre i sogni di libertà degli altri, probabilmente, avrebbero avuto corto respiro: come è verosimile pensare che la Confederazione sudista, in breve tempo, sarebbe diventata un satellite dell Inghilterra industrializzata, così la fragile economia del Meridione italiano avrebbe presto subito l assalto del capitalismo francese e/o britannico, né più né meno dell Egitto o dell impero ottomano. Per non parlare, poi, del paradosso ideologico in cui sia i difensori della Confederazione che i nostalgici dei Borboni si trovano invischiati: in effetti, gli uni si trovano costretti a dover nascondere l orrore della schiavitù, mentre gli altri finiscono per difendere un modello tradizionale e arcaico, incapace di pensare davvero in termini di sistema parlamentare, di diritti dell uomo e del cittadino e di netta separazione tra Stato e Chiesa. Bombardamento di Gaeta da parte delle truppe piemontesi, novembre L assedio alla fortezza durò fino al febbraio del 1861 e comportò gravi perdite di vite umane, sia tra i soldati borbonici, sia tra i civili.

7 Il problema vero, per i napoletani, era la mancanza di tempo: l 11 settembre, infatti, l esercito del Regno di Sardegna (forte di uomini e 78 cannoni) era entrato nei territori dello Stato della Chiesa. Il fatto di non essere riuscito a sconfiggere Garibaldi esponeva i napoletani al rischio di essere chiusi in una morsa, tra l esercito meridionale, a sud, e quello piemontese, a nord. Prima di attaccare lo Stato pontificio, Cavour si era consultato con i governi delle principali potenze europee ed aveva giustificato l intervento del Regno di Sardegna come una necessità dettata dall equilibrio internazionale: Garibaldi, infatti, non nascondeva la sua intenzione di attaccare Roma, un azione che avrebbe provocato l inevitabile reazione di Napoleone III, garante, fin dal 1849, dell indipendenza del papa. Il 18 settembre, nei pressi di Castelfidardo, i piemontesi sconfissero un esercito di volontari cattolici provenienti da vari paesi europei (Austria, Francia, Belgio e Irlanda), determinati a difendere il pontefice. Infine, dopo aver occupato Ancona (29 settembre), ai primi di ottobre le truppe piemontesi entrarono nel Regno delle Due Sicilie. Cavour ne difese l intervento sostenendo che fosse essenziale per bloccare il caos e l anarchia che regnavano in quella regione. Da questo momento, la guerra non sarebbe più stata tra le camicie rosse di Garibaldi e le truppe borboniche, ma tra due eserciti regolari: quello del Regno delle Due Sicilie e quello del Regno di Sardegna. Il 21 ottobre, si tennero i plebisciti che sancirono l annessione della Sicilia e dell Italia meridionale al Regno di Sardegna. Garibaldi si rese conto di avere ormai esaurito il suo compito: incontrò il re Vittorio Emanuele II a Teano il 25 ottobre; gli consegnò il comando dell esercito meridionale e poi (il 9 novembre) si ritirò nell isola di Caprera. La conquista di Capua e di Gaeta Negli Abruzzi, l esercito del Regno di Sardegna dovette combattere una guerra di tipo particolare, contro bande di irregolari, cioè di partigiani che agivano per bande. Il modello di riferimento era la lotta degli spagnoli contro le truppe napoleoniche, all inizio del XIX secolo; per molti versi, invece, gli scontri dell autunno del 1860 anticipano e segnano l inizio del cosiddetto brigantaggio: un fenomeno che non fu per nulla un problema di criminalità comune, ma un vasto movimento di lotta dettato da motivazioni di ordine politico (l ostilità contro i piemontesi, giudicati non come dei patrioti liberatori, ma come degli stranieri calati da lontano, per deporre il re e svilire la religione) e sociale (la rabbia dei contadini di fronte ad una situazione che, con il cambio di sovranità, non era per nulla mutata ed anzi, a volte, era perfino peggiorata). Sconfitto l esercito borbonico sul fiume Garigliano, ai piemontesi non restò che da conquistare le due residue fortezze di Capua e Gaeta. La prima capitolò in fretta, il 3 novembre 1860, dopo due giorni di intenso bombardamento (821 colpi in 14 ore); a Gaeta, invece, si erano rifugiati il re Francesco II, la famiglia reale e gli ultimi soldati borbonici determinati a combattere. Convinto di essere vittima di un aggressione ingiustificata e di una grave violazione del diritto internazionale, il sovrano di Napoli sperò fino all ultimo in un intervento delle grandi potenze europee. Questa illusione fu alimentata dalla convocazione, a Varsavia, di un convegno cui parteciparono sia lo zar che alti rappresentanti dei governi di Austria e di Prussia, sia dalla presenza al largo delle coste campane di una flotta di navi francesi, che impedirono per vari mesi il completo blocco di Gaeta dalla parte del mare e, a maggior ragione, l intervento militare delle navi piemontesi dell ammiraglio Persano. L assedio di Gaeta fu guidato dal generale Enrico Cialdini, che poté giovarsi di una grande quantità di moderni cannoni a canna rigata, in dotazione all esercito piemontese. Gaeta fu letteralmente sommersa di bombe, mentre all interno della fortezza, a causa delle pessime condizioni igieniche che si vennero a creare, scoppiò una violenta epidemia di tifo. La situazione si fece disperata quando risultò evidente che nessuna delle grandi potenze aveva alcuna seria intenzione di intervenire: Austria, Russia e Prussia non avevano intenzione alcuna di sfidare l Inghilterra, che invece proteggeva l azione di Cavour e del Il problema di Roma Congiungimento dei due eserciti Il brigantaggio L illusione di Francesco II La guerra nell Italia del Sud ( ) UNITÀ 6 7

8 L ORDINE DI VIENNA UNITÀ 6 8 L Italia tra Garibaldi e Cavour, secondo Mazzini DOCUMENTI Il 20 luglio 1860, Giuseppe Mazzini pubblicò una durissimo attacco contro il conte di Cavour. All opposto, il leader democratico celebrava Garibaldi, portatore, a suo giudizio, di una visione radicalmente alternativa del futuro dell Italia. Tutto sommato si può dire che il Generale deluse le aspettative di Mazzini. Lo scritto, però, fece molta impressione sui liberali moderati, che non ebbero molte esitazioni a sciogliere l esercito garibaldino, una volta che essi ritennero esaurito il suo ruolo. Nel 1861, il timore di Cavour e dei moderati era che l armata dei volontari, da docile strumento della politica regia, potesse trasformarsi in pericoloso soggetto autonomo, in contrapposizione all esercito del Regno d Italia. Escito [sic] dall aristocrazia del paese e aristocratico per indole, scettico, senza fede, senza teoria, senza scienza fuorché quella, desunta da Machiavelli, degli interessi, Cavour non crede nel popolo, non ama il popolo. Nato di popolo, democratico per abitudini, educato alla Giovine Italia al culto delle idee, dei principii, Garibaldi ama il popolo e crede in esso. Cavour quindi, aborrendo dall intervento popolare, è costretto a cercare altrove un sostegno all opera propria; e lo cerca in una potenza straniera, scegliendo fra tutte quella alla quale gli interessi proprii possono suggerire ostilità contro l Austria e le necessità della propria esistenza suggerisce opposizione dichiarata a ogni cosa ch è popolo e rivoluzione: nella Francia Imperiale. Garibaldi cerca la propria forza in Italia, nel suo popolo, nella mirabile attitudine guerresca della gioventù, nella sua sete di Patria, nella potenza iniziatrice dell insurrezione, nelle immense forze d un paese chiamato a salvar se stesso. [ ] Sta dietro Garibaldi l Italia non officiale, l Italia del popolo, l Italia dei volontari, l Italia dei giovani, l Italia di quanti non guardano che al Dovere, sagrificano, combattono e vincono; l Italia che freme Unità, l Italia dell avvenire. Cavour ha rapito Nizza all Italia: Garibaldi ha dato all Italia la Sicilia. Cavour è forzatamente il Ministro dello straniero: Garibaldi è il soldato cittadino della Patria Italiana. E nel momento in cui scriviamo, Garibaldi agita nell animo il disegno di compier con armi italiane l impresa italiana; Cavour tenta ogni modo per incepparlo e stornarlo, lo ricinge d agenti avversi a lui e all Unità, e cerca strappargli, con l annessione immediata, la libertà degli atti e la base d operazioni. Garibaldi raccoglie, invoca armi, danaro ed uomini per l emancipazione di tutta l Italia, Cavour move guerra d inciampi, gelosie e calunnie a chi fu preposto da Garibaldi all intento. Garibaldi grida all Italia d insorgere: Cavour manda circolari alle sue milizie e a suoi Intendenti, perché impediscano colla forza ogni aiuto che i fratelli tentassero prestare ai fratelli oppressi per emanciparsi. Fra i due non è dunque accordo possibile. È tempo che l Italia lo intenda e scelga fra i due. È tempo che l Italia, lasciando ogni tentennamento, ogni esitanza funesta, s annodi tutta intorno all una o all altra delle due bandiere. La prima porta scritto: Azione, il paese salvi il paese; battaglia di tutti, vittoria per tutti; Indipendenza da ogni straniero; Unità: Roma, Varese, Palermo Garibaldi. La seconda: Diplomazia; il paese abdichi e fidi ciecamente nelle arti governative; alleanze col dispotismo straniero; Roma al Papa, al Protettorato imperiale, federazione di principi; Plombières; Villafranca, Nizza Cavour. Può esser dubbia la scelta? L. VILLARI (a cura di), Il Risorgimento. Storia, documenti, testimonianze Dall unificazione a Roma capitale, Roma, Gruppo Editoriale L Espresso, 2007, pp Garibaldi e Mazzini si stringono la mano, dipinto del XIX secolo (Torino, Museo del Risorgimento). Spiega l espressione (tipicamente ottocentesca) secondo cui Cavour agiva aborrendo dall intervento popolare. Spiega l espressione: potenza iniziatrice dell insurrezione. Spiega i seguenti termini, con i quali Mazzini condensa la strategia di Cavour: Plombières; Villafranca, Nizza.

9 Regno di Sardegna. Rendendosi conto della sua inutilità, lo stesso Napoleone III, il 19 gennaio 1861, decise di ritirare la flotta francese. Il 13 febbraio 1861, il re e la famiglia reale abbandonarono Gaeta e la fortezza si arrese. Nell insieme pare che a causa delle bombe e del tifo siano morti durante l assedio 895 soldati borbonici, cui vanno aggiunti circa 100 civili. La resistenza militare borbonica, tuttavia, non era del tutto esaurita, in quanto resistevano ancora le due fortezze di Messina e di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo. Il generale Cialdini ebbe l ordine di ottenere la resa della piazzaforte siciliana prima della riunione del nuovo Parlamento che, a Torino, avrebbe proclamato re d Italia Vittorio Emanuele II di Savoia. Come a Gaeta, anche a Messina furono impiegati i nuovi e potenti cannoni rigati, con il risultato che la fortezza si arrese il 12 marzo. Civitella del Tronto capitolò invece il 20 marzo. In questa regione, tuttavia, la guarnigione aveva già intessuto solidi legami con i briganti. Negli Abruzzi, pertanto, non ci fu alcuna cesura né soluzione di continuità tra guerra regia, combattuta da soldati in uniforme, e guerriglia, sprezzantemente liquidata come brigantaggio dalle autorità italiane, che impiegarono anni e migliaia di uomini per pacificare il Meridione italiano. Garibaldini e borbonici: il destino degli sconfitti I liberali monarchici e moderati, che trovarono in Cavour una guida valida e per molti versi geniale, vanno considerati i veri vincitori del Risorgimento italiano, mentre è ovvio che il progetto mazziniano democratico e repubblicano uscì sconfitto, tant è vero che il fondatore della Giovine Italia espresse un giudizio durissimo e sprezzante sulla nuova entità politica sorta nel Garibaldi stesso, tuttavia, dev essere considerato un perdente, malgrado il contributo determinante che offrì al successo di Cavour e di Vittorio Emanuele II. Il re di Sardegna aveva guidato personalmente le truppe piemontesi, nell ultima fase della guerra del Sud, ma non si degnò mai di onorare della sua presenza le truppe garibaldine che, tutto sommato, erano imbarazzanti per il radicalismo politico di molti elementi degli ufficiali e della truppa. Pare che già l 11 novembre 1860 il ministro della Guerra, generale Manfredo Fanti, abbia proposto al sovrano di sciogliere il più rapidamente possibile l esercito meridionale. L operazione fu iniziata in effetti il 16 novembre, e in poche settimane furono congedati migliaia di volontari; per primi, furono licenziati i meridionali, cioè coloro che si erano aggregati alle truppe di Garibaldi in Sicilia e nel corso del tragitto verso Napoli. Un apposita commissione, poi, valutò con estrema pignoleria quanti e quali ufficiali garibaldini accogliere nel nuovo esercito del Regno d Italia: alla fine del percorso burocratico, nel dicembre 1862, su 7000 ne furono mantenuti in servizio soltanto Garibaldi tentò un ultima difesa dei suoi uomini intervenendo alla Camera dei deputati, durante il tempestoso dibattito che ebbe luogo in quella sede nei giorni aprile Il Generale, però, non riuscì a far mutare l orientamento di fondo del governo, che non si fidava dei volontari. Cavour e Fanti temevano che, se fosse stata conservata una forza operativa di dimensioni consistenti, Garibaldi avrebbe potuto utilizzarla per una spedizione contro Roma o contro il Veneto (ancora sotto l Austria), compiendo un gesto che avrebbe scavalcato il governo e messo lo Stato italia- Francesco II si arrende e si ritira I soldati del re nelle file dei briganti Angelo Trezzini, Il soldato ferito, (Milano, Fondazione Cariplo). La guerra nell Italia del Sud ( ) UNITÀ 6 9

10 L ORDINE DI VIENNA UNITÀ 6 10 Riferimento storiografico 3 pag. 13 no in gravi difficoltà. Quanto agli ufficiali, si sapeva che molti di loro erano mazziniani, democratici e repubblicani; quindi, si temeva che un massiccio inserimento di questi elementi nell esercito regolare avrebbe indebolito la fedeltà del corpo ufficiali alla monarchia. Tutto sommato, quindi, pare lecito inserire i garibaldini tra i vinti del Risorgimento. La situazione più difficile fu quella che dovettero affrontare i soldati e gli ufficiali che si erano arresi a Capua (in totale, circa uomini); dapprima furono condotti a Napoli in treno, poi a Genova in nave e, infine, dispersi in varie carceri e centri di raccolta del Nord Italia. Furono liberati solo nel 1863, a seguito dell amnistia emanata per riconciliare i garibaldini che avevano partecipato alla sfortunata impresa dell Aspromonte. Fino a quella data, i più sfortunati furono internati nella fortezza di Fenestrelle (in Piemonte) e a San Maurizio Canavese (in provincia di Torino): si trattava di uomini che si rifiutavano categoricamente di entrare a far parte nel nuovo esercito italiano ed anzi si dichiaravano ancora fedeli al re di Napoli. Poiché nel Sud il brigantaggio era più vivo che mai, le autorità militari non si fidavano a rimandarli alle loro case. Secondo i calcoli più recenti, erano circa 1000 i detenuti di Fenestrelle e 6000 quelli di San Maurizio. Anche coloro che furono liberati, però, furono considerati soggetti infidi e pericolosi, tenuti sotto stretto controllo da parte delle forze di polizia e, spesso, vittime di arresti arbitrari, perquisizioni e altri abusi di potere, a causa del contesto di continua emergenza e del clima di latente guerra civile che caratterizzò l Italia del Sud negli anni Riferimenti storiografici 1 Il sostegno dell Inghilterra alla spedizione dei Mille Senza il consenso della principale potenza marittima dell Ottocento, non sarebbe stato possibile alcun mutamento politico nel cuore del Mediterraneo. L Inghilterra, in effetti, dapprima sostenne Cavour negli anni , e poi diede un contributo decisivo al successo della spedizione dei Mille. Su quest ultima vicenda, la documentazione, ovviamente, è lacunosa, perché gli accordi se ci furono davvero, in termini formali furono tenuti nascosti e segreti. Resta che il governo inglese, consapevole dell appoggio di cui godeva Garibaldi presso l opinione pubblica britannica, come minimo non fece nulla per ostacolarlo: anzi, secondo alcuni studiosi, gli fornì un appoggio ed un sostegno che risultarono determinanti. Così Garibaldi descrive lo sbarco dei Mille a Marsala nelle sue Memorie: «Il primo progetto di sbarco fu per Sciocca, ma il giorno essendo avanzato, e temendo d incontrare incrociatori nemici, si prese la determinazione di sbarcare nel più vicino porto di Marsala: 11 maggio [ ] Gli incrociatori borbonici da guerra avevano lasciato il porto di Marsala nella mattina. S erano diretti a levante, mentre noi giungevamo da ponente, e si trovavano alla vista verso capo San Marco, quando noi entrammo. Dimodoché quando essi giunsero a tiro di cannone, noi avevamo già sbarcato tutta la gente del Piemonte, e si principiava lo sbarco del Lombardo [Piemonte e Lombardo sono i nomi delle due navi che trasportarono in Sicilia da Quarto i 1089 volontari di Garibaldi, n.d.r.]. La presenza dei due legni da guerra Inglesi influì alquanto sulla determinazione dei comandanti de legni nemici, naturalmente impazienti di fulminarci; e ciò diede tempo ad ultimare lo sbarco nostro. La nobile bandiera di Albione contribuì, anche questa volta, a risparmiare lo spargimento di sangue umano; ed io, beniamino di codesti Signori degli Oceani, fui per la centesima volta il loro protetto». [ ] Lo sbarco dei garibaldini a Marsala, tra le 13 e le 16 dell 11 maggio 1860, dette subito luogo ad una vivace polemica diplomatica tra il Regno delle Due Sicilie, appoggiato principalmente dalla Russia, da una parte, e il Regno di Sardegna e l Inghilterra dall altra. Nella nota di protesta per l atto di «selvaggia pirateria» consumato da un «orda di briganti», consegnata il giorno dopo dal ministro degli esteri napoletano, Luigi Carafa, ai rispettivi rappresentanti a Napoli, Salvatore Pes di Villamarina e sir Henry Elliot [agli ambasciatori del Regno di Sardegna e del Regno Unito in servizio a Napoli, n.d.r.], si sottolineava infatti che «i regi legni» della marina borbonica avevano a tiro le due navi dei «briganti», ma che il fuoco

11 «dovette essere sospeso per dar tempo a due vapori inglesi, colà giunti poche ore prima, di prendere a bordo dei loro ufficiali che si trovavano in terra, e che, imbarcati, gli stessi vapori riprendessero il largo, ed allora soltanto poté il fuoco ricominciare su quei pirati, senza però poterne più impedire lo sbarco in Marsala». Le ricerche recentemente condotte da Mariano Gabriele al Public Record Office, carte dell Ammiragliato, consentono ora di precisare che il governo inglese, anche per effetto delle polemiche parlamentari avutesi in proposito a Londra, chiese al comando navale di Malta un resoconto dettagliato degli eventi svoltisi nelle acque del porto di Marsala l 11 maggio. Quel comando rispose già il 15 maggio, trasmettendo il rapporto del comandante di una delle due navi da guerra inglesi presenti a Marsala, «che efficacemente contesta l asserzione che il fuoco delle navi napoletane fu impedito dalle navi di Sua Maestà». Elliot fu incaricato di darne conoscenza al governo napoletano e di protestare quindi contro la versione da questo sostenuta «come completamente ingiustificata alla luce dei fatti». [ ] Il Ministro degli Esteri napoletano rispose, dopo lunga riflessione, il 28 maggio, con una nota inconsueta. Mentre ribadiva e meglio illustrava il punto di vista napoletano, accettava, si può ben dire obtorto collo [costretto dalle circostanze, impossibilitato a fare altrimenti, n.d.r.], quello inglese [ ]: «Si riconosce francamente che, né con intenzione né senza, quelli Uffiziali della Real Marina di Sua Maestà Britannica abbiano preso parte alcuna di poter impedire o ritardare le operazioni dei legni napoletani». [ ] Non avendo i condizionamenti di Carafa né gli scrupoli storiografici del Gabriele, che nella sua ricerca al Public Record Office non ha trovato nessun documento esplicitamente attestante un preventivo accordo tra Garibaldi e la marina inglese, mi affido anch io, come egli fa in conclusione, alla testimonianza di Garibaldi riportata all inizio del capitolo, interpretandola però in quel che mi pare il suo più autentico significato: un euforico ringraziamento alla marina inglese per il ruolo da essa avuto nello sbarco dei Mille, perché con la sua presenza aveva consentito che prendessero terra senza alcuno spargimento di sangue. Di qui le enfatiche espressioni di essere stato «beniamino di codesta signora degli Oceani» e, ancora una volta, il suo «protetto». [ ] Si fa torto alle capacità di condottiero, pur ardito e animoso, di Garibaldi con il ritenere che egli abbia progettato uno sbarco in un porto, e non, come sempre si fa in territorio nemico, su una spiaggia discretamente lontana da alture, senza essersi assicurata una adeguata protezione. È vero che Garibaldi nega, in modo per vero alquanto tenue, nelle sue Memorie l esistenza di un accordo, ma non stava certo a lui rompere l impegno della segretezza preso sia con gli inglesi che con il governo sardo. Se si ha stima di Garibaldi, se si ha presente la sua storia personale, il suo fervente ardore di vedere l Italia unita e indipendente, che portò lui repubblicano, se non proprio mazziniano, a mutare fede e aderire alla causa monarchica come punto di riferimento essenziale per raggiungere l unità e l indipendenza del Paese, non si toglie nulla al grande valore del personaggio e al contributo determinante da lui offerto all unità d Italia, se si cerca di far uscire un po dal mito lo sbarco dei Mille a Marsala e si guarda d esso con gli occhi della ragione. [ ] La preoccupazione di mantenere l equilibrio del Mediterraneo a suo favore portava l Inghilterra a vedere di cattivo occhio il Regno delle Due Sicilie, non tanto per il suo dispotico regime interno, sempre criticato a Londra, quanto, e soprattutto, per la sua dipendenza politica dalla Russia; ma c era anche il timore che fosse la Francia ad egemonizzare l Italia meridionale mettendo un suo uomo sul trono di Napoli. È pertanto facile comprendere perché l Inghilterra decise di appoggiare la spedizione garibaldina in Sicilia, prima favorendone lo sbarco protetto a Marsala, poi facendo da «neutrale mediatore» per la resa delle truppe borboniche a Palermo il 6 giugno, e, infine, bloccando le navi francesi in nome del principio di non intervento negli affari interni italiani per consentire lo sbarco dei garibaldini sulla costa calabrese il 18 agosto. A differenza di queste ultime due, la prima operazione dovette essere condotta non in modo palese ma riservatamente, cosa che le riusciva abbastanza facile, agendo attraverso i suoi fiduciari [agenti di fiducia, n.d.r.] a Genova e attraverso il comando navale di Malta. P. PASTORELLI, 17 marzo L Inghilterra e l Unità d Italia, Soveria Mannelli, RUBBETTINO, 2011, pp e Auguste Estienne, Ritratto giovanile di Giuseppe Garibaldi, dipinto del 1856 (Parigi, Musée de l Armée). Quali termini usa la diplomazia napoletana, per definire i garibaldini? All azione di Garibaldi vengono riconosciute una valenza ed una motivazione di tipo politico? Spiega l espressione: far uscire un po dal mito lo sbarco dei Mille a Marsala. Per quali ragioni l Inghilterra guardò con interesse alla spedizione dei Mille? Per quali motivi era in contrasto con il regno delle Due Sicilie? Quale altra potenza aspirava al controllo dell Italia meridionale? La guerra nell Italia del Sud ( ) UNITÀ 6 11

12 L ORDINE DI VIENNA UNITÀ 6 12 Scena di brigantaggio, metà del XIX secolo (Bologna, Museo Civico del Risorgimento). 2 Dalla guerra del Sud al brigantaggio politico Cavour e Vittorio Emanuele II giustificarono l intervento delle truppe piemontesi nel Regno delle Due Sicilie affermando che l Italia meridionale era in preda al caos e all anarchia, dopo la partenza del re Francesco II da Napoli il 6 settembre Negli Abruzzi e in altre regioni, la popolazione accolse i soldati del Regno di Sardegna come invasori e conquistatori: in varie località, non ci fu alcuna soluzione di continuità tra la guerra del Sud e il cosiddetto brigantaggio. La lettera di Cavour al barone Antonio Winspeare, inviato straordinario e ministro plenipotenziario [investito di pieni poteri decisionali, n.d.r.] delle Due Sicilie nella capitale piemontese, venne consegnata il 6 ottobre, appena quattro giorni dopo la battaglia del Volturno. Scrisse il capo del Governo di Vittorio Emanuele II: «I fatti che accaddero a Napoli negli ultimi mesi avevano già determinato il governo del Re a spedire in quel porto alcune navi da guerra con truppe destinate a guarentire [garantire, n.d.r.] la sicurezza dei sudditi Sardi. D allora in poi la condizione delle cose in quella città divenne sempre più grave: il Re Francesco II abbandonò la sua capitale ed abdicò così di fatto in faccia ai suoi. La guerra civile che ferve nel territorio Napoletano e la mancanza di un governo regolare fanno correre estremi pericoli ai grandi principii sui quali riposa l ordine sociale. In tali emergenze la cittadinanza ed i Corpi costituiti della città di Napoli mandarono indirizzi muniti d innumerevoli firme a S.M. il Re Vittorio Emanuele per implorare il soccorso Il Re, mio Augusto Sovrano, ordinò l invio di un corpo di truppe a Napoli». [ ] Il proclama del re del Piemonte, indirizzato ai «popoli dell Italia meridionale», venne diffuso il 9 ottobre 1860 da Ancona. Vi si leggeva: «Le mie truppe si avanzano fra voi per rafforzare l ordine: io non vengo ad imporvi la mia volontà, ma a fare rispettare la vostra. Voi potete liberamente manifestarla: la Provvidenza, che protegge le cause giuste, ispirerà il voto che deporrete nell urna. Qualunque sia la gravità degli eventi, io attendo tranquillo il giudizio dell Europa civile e quello della storia, perché ho la coscienza di compiere i miei doveri di re e d Italiano. In Europa la mia politica non sarà forse inutile a riconciliare il progresso dei popoli colla stabilità delle monarchie. In Italia so ch io chiudo l era delle rivoluzioni». La macchina da guerra dell esercito regolare piemontese si metteva in moto verso la «bassa Italia». Cominciava la seconda parte della conquista militare delle Due Sicilie. Già dal mattino del 7 ottobre, due giorni prima del proclama del re piemontese, il IV e il V Corpo d Armata, al comando dei generali Enrico Cialdini ed Enrico Morozzo della Rocca, si misero in marcia, dopo aver occupato Marche e Umbria. La meta iniziale era Pescara, per proseguire verso Chieti e Isernia e confluire tra il Volturno e il Garigliano fino al piano di Capua. [ ] L invasione cominciò in una regione dove i borbonici, alle prese con le truppe garibaldine sul Volturno-Garigliano, avevano lasciato solo pochi battaglioni. Era il vero punto debole in quel momento, lasciato sguarnito per forza di cose, che rendeva non difficile l entrata nel Regno: il territorio dei tre Abruzzi [l area montuosa, quella collinare e quella più vicina al mare, n.d.r.] e del contado del Molise. [ ] Ma la regione era tutt altro che ostile alla dinastia Borbone. Francesco II aveva spedito a Isernia il maggiore Achille de Liguoro su richiesta delle popolazioni locali. E i garibaldini capirono presto che in quella zona le simpatie nei loro confronti non erano diffuse. Contadini e volontari si allearono con le colonne di de Liguoro, unendosi a loro. Un battaglione garibaldino venne massacrato, lasciando sul terreno 40 morti, 55 prigionieri e decine di feriti. Il 17 ottobre, anche la colonna garibaldina al comando del colonnello bergamasco Francesco Nullo, giunta da Napoli, venne annientata a Pettoranello. Il comandante dei garibaldini era stato preceduto da grande fama militare: era uno dei 1089 sbarcati a Marsala; ferito in combattimento, non aveva mollato la bandiera del reggimento. Guidava tre battaglioni, denominati Etna, Maiella e Gran Sasso, per un totale di circa 1000 uomini. Vennero sconfitti dal maggiore de Liguoro, con 160 gendarmi, uniti a contadini e soldati locali. I prigionieri garibaldini furono oltre 372. In tutta la regione agivano diverse bande di volontari fedeli a Francesco II. La più consistente era guidata da Teodoro Salzillo, un ricco possidente di Venafro, che aveva raccolto al suo comando circa 1000 volontari. Erano una milizia composita, formata da guardie urbane, ex soldati sbandati o congedati, gendarmi fedeli al re Borbone. Gli uomini di Salzillo occuparono paesi come Fornelli e Venafro, combattendo a Pettoranello e Isernia.

13 I volontari si allearono per diversi giorni con la colonna di de Liguoro e rappresentarono una vera spina nel fianco per le truppe regolari piemontesi. Così, mentre anche il castello di Baia, nei dintorni di Napoli, si arrendeva, il re si rese conto che, oltre che sulle truppe regolari, poteva contare anche sulla fedeltà di gran parte dei suoi sudditi, sull insofferenza dei contadini, sulla voglia di battersi di molti soldati congedati o sbandati. Soldati che, dopo aver accumulato tanta diffidenza verso gli ufficiali borbonici, preferivano combattere da soli contro l usurpatore piemontese. Quel bacino di ribellione e fedeltà alla Patria napoletana, concentrato tra Abruzzi e Molise, sarebbe sfociato, dopo la resa di Gaeta e per tutto il periodo compreso tra il 1861 ed il 1863, nel brigantaggio cosiddetto politico, che si sarebbe esteso soprattutto in Lucania, Puglia, Campania, Abruzzi, Calabria. Per il momento, era una forma di resistenza all invasore affiancata all esercito regolare ancora presente nel Regno, una truppa di volontari che il re decise di riconoscere formalmente, nominando alla sua guida dei capi di sua stretta fiducia. [ ] Quali fossero le idee sulla «campagna nella Bassa Italia» che circolavano tra gli ufficiali piemontesi, gli abitanti delle Due Sicilie lo scoprirono presto. [ ] Arrivato a Isernia, dove si era installato il quartier generale delle truppe, il luogotenente generale Manfredo Fanti [rappresentante ufficiale del re durante la campagna militare del 1860, nonché ministro della Guerra, n.d.r.] pubblicò un bando, che era una vera e propria minaccia. Scriveva Fanti: «Gli atti nefandi che si vanno commettendo in alcuni paesi da bande armate e brigantaggio vogliono essere repressi. S. M. Vittorio Emanuele, nell intento di ripristinare l ordine, di tutelare l onore, la vita, le sostanze degli abitanti e di pacificare il paese, ha ordinato che siano sottoposti e giudicati da tribunali militari straordinari convocati dall armata a termini del codice militare: 1 i prevenuti in atti di brigantaggio, di saccheggio, di incendi, di ferimenti e di uccisioni; 2 tutti coloro che, non appartenendo all esercito regolare del Governo di Gaeta, oppongono resistenza alle truppe di Sua Maestà, o si mantengono armata mano in fuori delle istituzioni della guardia nazionale approvata dalle autorità legalmente costituite». Una sorta di avviso a chi pensava di resistere contro quei soldati che riteneva stranieri. Il bando era del 23 ottobre [ ] Con l invasione piemontese, si codificava la prassi che i Tribunali di guerra potessero giudicare anche i civili che si ribellavano al nuovo ordine. Nonostante potessero essere considerati dei partigiani di Francesco II, che in fondo era ancora impegnato a combattere per difendere il suo trono, vennero invece ritenuti «ribelli al nuovo ordine». [ ] Nelle province meridionali, per almeno cinque anni, a dettare legge furono i militari: i soldati di re Vittorio Emanuele II. G. DI FIORE, I vinti del Risorgimento. Storia e storie di chi combatté per i Borbone di Napoli, UTET, Torino 2005, pp e I sogni di Garibaldi e lo scioglimento dell esercito meridionale Durante le guerre napoleoniche, in Prussia e in altre regioni della Germania fece la sua comparsa la figura del volontario. Organizzati in milizia territoriale (o Landwehr), i volontari erano l espressione della nazione armata, determinata a cacciare l invasore francese. Garibaldi assunse questo precedente tedesco e sognò a lungo un popolo italiano che, armato e compatto, insorgesse contro lo straniero e contro i sovrani alleati dell Austria, per conquistare con le proprie forze unità e indipendenza. Garibaldi, come sappiamo, era partito da Quarto e sbarcato a Marsala con un grandioso programma: chiamare alle armi i siciliani, e poi le popolazioni del Napoletano, con una specie di leva in massa, e far valanga poi verso Roma, liberare l Umbria e le Marche, quindi risalire fino al Po, trascinando la monarchia e l esercito regio alla guerra per la liberazione del Veneto. Già nel settembre-ottobre 1859 promuoveva la sottoscrizione per il milione di fucili [chiedeva che tutti gli italiani contribuissero, con il loro denaro, all acquisto di un milione di fucili, da distribuire alla popolazione, in modo da trasformarla in una vera nazione in armi, n.d.r.]; l eroe proclamava la necessità che l Italia avesse al più presto uomini armati a tale scopo. L esercito regio sul Mincio [il fiume lombardo che, dal 1860 al 1866, segnava il confine con il Veneto austriaco, n.d.r.] sarebbe stato coadiuvato sul Po dall esercito della rivoluzione, il quale avrebbe dovuto avere la funzione della Landwehr prussiana nel 1813 nella guerra di liberazione contro Napoleone, rappresentando l elemento ardimentoso e agile di fronte all esercito regolare, più lento, burocratico, metodico. Sogno grandioso, ma sogno. L Italia meridionale non era la Prussia del 1813; e i contadini siciliani avrebbero innanzi tutto atteso dalla rivoluzione un miglioramento delle loro misere condizioni di vita, e la chiamata dei siciliani alle armi, proclamata già a Salemi il 14 maggio, era stata nell insieme una grande Quale significato ha avuto, secondo Cavour, la partenza di Francesco II da Napoli? Fino a che punto appare legittima tale interpretazione? A chi era rivolto il proclama emanato da Vittorio Emanuele II il 9 ottobre 1860? Esamina quanto scrisse il re Vittorio Emanuele II il 9 ottobre e il contenuto del proclama di Fanti, datato 23 ottobre. I due testi si rivolgono agli stessi soggetti? Tra loro, c è coerenza o contraddizione? La guerra nell Italia del Sud ( ) UNITÀ 6 13

14 L ORDINE DI VIENNA UNITÀ 6 14 Garibaldi immaginato a Caprera negli ultimi anni della sua vita nel dipinto di Baldassarre Longoni, Tramonto di una coscienza serena, 1908 (Milano, Accademia di Brera). Spiega l affermazione secondo cui la massa dei contadini presto aveva iniziato, sotto forma di brigantaggio, la reazione. Spiega l affermazione secondo cui l esercito meridionale era un vero contraltare dell esercito regolare. Quali vantaggi sociali avrebbe potuto offrire, a molti esponenti della piccola borghesia del Mezzogiorno, la conservazione dell esercito meridionale? delusione; nella parte continentale poi la massa dei contadini non solo non s era unita ai garibaldini, ma presto aveva iniziato, sotto forma di brigantaggio, la reazione. Garibaldi il 1 ottobre 1860, alla battaglia del Volturno, aveva uomini, per quasi due terzi settentrionali e toscani, con piena capacità operativa, e circa altri in gran parte meridionali; reparti volontari e guardie nazionali mobili si trovavano disseminati nel regno, in parte occupati a fronteggiare la reazione. Né questo era tutto. Come s è visto, l invasione delle Marche e dell Umbria erano state attuate col permesso di Napoleone dall esercito regolare, ma proprio col patto di sbarrare in compenso la via di Roma a Garibaldi; il che significava poi in sostanza che anche la guerra sul Mincio non sarebbe stata una cosa immediata, ma rimandata a tempi migliori. E la fase finale della lotta contro le fortezze borboniche era stata compiuta dall esercito regolare. Nel lasciare Napoli per tornarsene in esemplare povertà a Caprera, l eroe dei Due mondi, aveva bensì dichiarato ai garibaldini che ci si sarebbe ritrovati nella prossima primavera per compiere l impresa; ma nessuno si faceva illusioni. Garibaldi aveva poi raccomandato a Vittorio Emanuele l esercito meridionale; e forse il sovrano non sarebbe stato contrario a un compromesso. Ma né il Cavour né il Fanti, ministro della Guerra, che pure proveniva dalla rivoluzione, e meno che mai l ambiente militare piemontese, volevano saperne di conservare in vita un organismo che si presentava come un vero contraltare dell esercito regolare; proprio quando anche la Landwehr in Prussia, se non era stata affatto eliminata come dichiarava il La Marmora alla Camera, era tuttavia diminuita e assorbita, in parte almeno, dall esercito regolare. Anche il problema degli ufficiali si presentava grave, perché i quadri, specialmente negli ultimi tempi, erano cresciuti in maniera impressionante, tanto da numerare 7000 ufficiali in gran parte improvvisati, su complessivi, mentre l esercito piemontese nel 1859 aveva 3000 ufficiali e uomini. È stato tuttavia rilevato che l esercito meridionale, specialmente nelle sue formazioni volontarie e di guardie mobili, avrebbe pur sempre potuto avere una importante funzione, quella della pacificazione del Mezzogiorno; il brigantaggio infatti avrebbe potuto esser meglio combattuto, e con meno spargimento di sangue, dagli stessi elementi meridionali; e quanto agli ufficiali, pur ammettendo che erano molti, troppi, e di assai svariata origine, e che andava quindi fatta una notevole selezione, si doveva pur tuttavia tener presente che non mancavano affatto anche elementi buoni e ottimi, e che anche il lato sociale della questione andava tenuto presente, colla necessità di dare una posizione a tanti piccoli borghesi cui l attività industriale non offriva un maggior sfogo, come nel Nord. Parve inoltre un iniquità che mentre si accoglievano nell esercito regolare elementi dell esercito austriaco e dei ducati, dell esercito pontificio e di quello borbonico, per non parlare dell esercito toscano, [ ] si fosse così severi nell accogliere elementi dell esercito garibaldino, il quale vantava delle grandi innegabili benemerenze. Poté così sembrare che l esercito regio calasse nel Mezzogiorno con lo scopo soprattutto di eliminare quell esercito cui si doveva la parte fondamentale nella lotta che, dopo Villafranca, aveva portato all unità d Italia. Confluirono a spingere il governo, presieduto da Cavour, a quest opera non simpatica, non solo il timore che Garibaldi, movendo contro Roma, potesse trascinare a una guerra contro la Francia e contro l Austria contemporaneamente, rovinando colla sua generosa impazienza quanto già per merito suo e di altri si era quasi miracolosamente raggiunto, ma pure il timore grande che repubblicani e sovversivi si trovassero ad avere un loro strumento di guerra fra le mani e che siffatti elementi non avessero [riuscissero, fossero in grado, n.d.r.] ad inquinare l esercito; che troppi individui, infine, i quali non avevano quasi nessuna preparazione tecnica, e quasi non avevano fatto guerra, e solo profittavano delle circostanze, contribuissero pure a guastare uno strumento tuttora delicato e che con grande sforzo si cercava di migliorare. Questo senza parlare della vecchia radicata ostlità dell elemento militare e conservatore ad utilizzare le forze popolari. P. PIERI, Storia militare del Risorgimento. Guerre e insurrezioni, Einaudi, Torino 1962, pp

L unificazione dell Italia

L unificazione dell Italia L unificazione dell Italia Dopo i moti rivoluzionari del e la sconfitta piemontese nella prima guerra d indipendenza (1848-1849) negli stati italiani ci fu una dura repressione chiesta dall Austria. L

Dettagli

Il Risorgimento e l Unità d italia

Il Risorgimento e l Unità d italia Il Risorgimento e l Unità d italia Prima parte: L Italia dopo il «Congresso di Vienna» : un espressione geografica L Italia, dopo il congresso di Vienna (1814-1815), è divisa in più stati, la maggior parte

Dettagli

Il processo di unificazione (1849-1861)

Il processo di unificazione (1849-1861) Il processo di unificazione (1849-1861) Il Piemonte dopo il 48 Il Regno di Sardegna è l unico stato italiano che mantiene lo Statuto. Crisi tra il re Vittorio Emanuele II e il suo ministro D Azeglio e

Dettagli

LE BATTAGLIE DELL ITALIA 1940-1941

LE BATTAGLIE DELL ITALIA 1940-1941 LE BATTAGLIE DELL ITALIA 1940-1941 Alla fine del 1940 l Italia invade la Grecia. L impresa è più difficile del previsto e deve chiedere aiuto ai tedeschi L esercito italiano e quello tedesco combattono

Dettagli

LE SCHEDE DIDATTICHE DELLA MAESTRA MPM LE GUERRE PERSIANE

LE SCHEDE DIDATTICHE DELLA MAESTRA MPM LE GUERRE PERSIANE LE GUERRE PERSIANE Mentre le città greche si sviluppavano, i Persiani crearono un vastissimo impero sottomettendo tutti i popoli conquistati. Sparta e Atene, piuttosto di perdere la propria libertà affrontarono

Dettagli

La Resistenza Italiana SPIEGATA DAGLI ALUNNI DELLA 3 E

La Resistenza Italiana SPIEGATA DAGLI ALUNNI DELLA 3 E La Resistenza Italiana SPIEGATA DAGLI ALUNNI DELLA 3 E Cosa è la resistenza? La Resistenza italiana, comunemente chiamata Resistenza, anche detta "Resistenza partigiana" o "Secondo Risorgimento", fu l'insieme

Dettagli

La seconda guerra mondiale

La seconda guerra mondiale La seconda guerra mondiale La seconda guerra mondiale dura dal 1939 al 1945 ed è una guerra totale, cioè coinvolge tutto il mondo. da un lato i regimi nazifascisti, gli STATI DELL ASSE, cioè Germania,

Dettagli

STORIA DEGLI STATI UNITI D AMERICA (U.S.A.)

STORIA DEGLI STATI UNITI D AMERICA (U.S.A.) STORIA DEGLI STATI UNITI D AMERICA (U.S.A.) OGGI Oggi gli Stati Uniti d America (U.S.A.) comprendono 50 stati. La capitale è Washington. Oggi la città di New York, negli Stati Uniti d America, è come la

Dettagli

La rivoluzione Francese: cade la Bastiglia, crollano feudalesimo e assolutismo dei re. Guglielmo Spampinato

La rivoluzione Francese: cade la Bastiglia, crollano feudalesimo e assolutismo dei re. Guglielmo Spampinato La rivoluzione Francese: cade la Bastiglia, crollano feudalesimo e assolutismo dei re. Guglielmo Spampinato Data l indecisione sul metodo della votazione ( per stato o per testa) il terzo stato si riunì

Dettagli

IL RISORGIMENTO IN SINTESI

IL RISORGIMENTO IN SINTESI IL RISORGIMENTO IN SINTESI La rivoluzione francese ha rappresentato il tentativo violento, da parte del popolo, ma soprattutto della borghesia francese (e poi anche del resto dei paesi europei) di lottare

Dettagli

Scopri il piano di Dio: Pace e vita

Scopri il piano di Dio: Pace e vita Scopri il piano di : Pace e vita E intenzione di avere per noi una vita felice qui e adesso. Perché la maggior parte delle persone non conosce questa vita vera? ama la gente e ama te! Vuole che tu sperimenti

Dettagli

LE TAPPE DELLE UNIFICAZIONI ITALIANA E TEDESCA

LE TAPPE DELLE UNIFICAZIONI ITALIANA E TEDESCA LE TAPPE DELLE UNIFICAZIONI ITALIANA E TEDESCA 1848-1849 La Prima Guerra d Indipendenza Nel 1848 un ondata rivoluzionaria investì quasi tutta l Europa. La ribellione scoppiò anche nel Veneto e nella Lombardia,

Dettagli

PENSIERO DI LENIN. Fonte: Lenin [Vladimir Ilic Ulianov], Scritti economici, Roma, Editori Riuniti, 1977, pp. 837-840.

PENSIERO DI LENIN. Fonte: Lenin [Vladimir Ilic Ulianov], Scritti economici, Roma, Editori Riuniti, 1977, pp. 837-840. PENSIERO DI LENIN Fonte: Lenin [Vladimir Ilic Ulianov], Scritti economici, Roma, Editori Riuniti, 1977, pp. 837-840. Articolo datato 6 gennaio 1923 e pubblicato sulla «Pravda» del 27 gennaio 1923. ******

Dettagli

IL FASCISMO 1919-1943

IL FASCISMO 1919-1943 IL FASCISMO 1919-1943 Origini del fascismo 1919-1921 Il fascismo prende il potere 1922-1924 Diventa una regime totalitario di massa (dittatura) 1925-1943 Le origini del Fascismo 1919-1921 Dalla crisi economica

Dettagli

Capitolo 3: Cenni di strategia

Capitolo 3: Cenni di strategia Capitolo 3: Cenni di strategia Le "Mobilità" L obiettivo fondamentale del gioco è, naturalmente, catturare semi, ma l obiettivo strategico più ampio è di guadagnare il controllo dei semi in modo da poter

Dettagli

Il Risorgimento e l Unità d Italia

Il Risorgimento e l Unità d Italia Il Risorgimento e l Unità d Italia IL CONGRESSO DI VIENNA Quando? dal 1 novembre 1814 al 9 giugno 1815 Chi lo ha voluto? Francia, Inghilterra, Austria, Prussia e Russia Perché? per ritornare al passato,

Dettagli

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro Venerdì 17 aprile, è venuta nella nostra scuola signora Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, uno dei tre uomini di scorta che viaggiavano nella

Dettagli

INTERVENTO DELL ON. CARFAGNA Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. 26 novembre 2014

INTERVENTO DELL ON. CARFAGNA Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. 26 novembre 2014 a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente 836 INTERVENTO DELL ON. CARFAGNA Nella Giornata internazionale per l'eliminazione

Dettagli

Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile

Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile Pagina 2 Contenuto Il progetto TIDE...4 Il manifesto TIDE...6 La nostra Dichiarazione...8 Conclusioni...12 Pagina 3 Il progetto TIDE Verso un

Dettagli

Risorgimento e Unità d'italia

Risorgimento e Unità d'italia Risorgimento e Unità d'italia Il Risorgimento è il periodo in cui i territori italiani ottengono nuovamente l'unità nazionale che l'italia aveva perso con la caduta dell'impero romano. Durante il Risorgimento

Dettagli

Prof.ssa Cristina Galizia www.arringo.wordpress.com

Prof.ssa Cristina Galizia www.arringo.wordpress.com LA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA (1859-1860) Prof.ssa Cristina Galizia Per scacciare gli Austriaci dal suolo italiano, Cavour decise di chiedere aiuto alla Francia, nemica storica dell Austria. Ma come

Dettagli

3] PRINCIPATI E STATI REGIONALI

3] PRINCIPATI E STATI REGIONALI 3] PRINCIPATI E STATI REGIONALI SIGNORI E PRINCIPI Fra la metà del Duecento e il Quattrocento, nell'italia settentrionale e centrale > numerose signorie. Molti signori, dopo avere preso il potere con la

Dettagli

Mario Basile. I Veri valori della vita

Mario Basile. I Veri valori della vita I Veri valori della vita Caro lettore, l intento di questo breve articolo non è quello di portare un insegnamento, ma semplicemente di far riflettere su qualcosa che noi tutti ben sappiamo ma che spesso

Dettagli

LOCUZIONI AL MONDO. Il mistero di ogni persona (22/4/2013 24/4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World

LOCUZIONI AL MONDO. Il mistero di ogni persona (22/4/2013 24/4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World LOCUZIONI AL MONDO Il mistero di ogni persona (22/4/2013 24/4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World 2 Sommario 1. La decisione della SS. Trinità al tuo

Dettagli

FRATELLI D'ITALIA. spettacolo teatrale per scuole medie inferiori e biennio delle scuole medie superiori

FRATELLI D'ITALIA. spettacolo teatrale per scuole medie inferiori e biennio delle scuole medie superiori FRATELLI D'ITALIA spettacolo teatrale per scuole medie inferiori e biennio delle scuole medie superiori Di seguito vi proponiamo una serie di tematiche, presenti nello spettacolo teatrale, che possono

Dettagli

GIORNATA DEL VOLONTARIATO. Torino 7 aprile 2013. regionale a tutti i volontari piemontesi che hanno accolto l invito a

GIORNATA DEL VOLONTARIATO. Torino 7 aprile 2013. regionale a tutti i volontari piemontesi che hanno accolto l invito a GIORNATA DEL VOLONTARIATO Torino 7 aprile 2013 Desidero porgere un caloroso saluto a nome dell intera Assemblea regionale a tutti i volontari piemontesi che hanno accolto l invito a partecipare a questa

Dettagli

Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica. xiv legislatura disegni di legge e relazioni documenti

Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica. xiv legislatura disegni di legge e relazioni documenti Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica Camera dei Deputati 450 Senato della Repubblica Camera dei Deputati 451 Senato della Repubblica Camera dei Deputati 452 Senato della Repubblica Camera dei

Dettagli

Napoleone, la Francia, l l Europa

Napoleone, la Francia, l l Europa L Età napoleonica Napoleone, la Francia, l l Europa Nel 1796 Napoleone intraprese la campagna d d Italia. Tra il 1796 e il 1799 l l Italia passò sotto il dominio francese. Nacquero alcune repubbliche(cisalpina,

Dettagli

La Posta svizzera SecurePost SA, Oensingen

La Posta svizzera SecurePost SA, Oensingen La Posta svizzera SecurePost SA, Oensingen Il datore di lavoro Richard Mann Circa un anno e mezzo fa, nell ambito del progetto Integrazione di persone disabili presso la Posta, abbiamo assunto una nuova

Dettagli

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accogliere e trattenere i volontari in associazione Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accoglienza Ogni volontario dovrebbe fin dal primo incontro con l associazione, potersi sentire accolto e a proprio

Dettagli

LA PRIMA GUERRA MONDIALE

LA PRIMA GUERRA MONDIALE LA PRIMA GUERRA MONDIALE Premessa: Le nazioni europee più forti Vogliono imporsi sulle altre Rafforzano il proprio esercito Conquistano le ultime zone rimaste libere in Africa e Asia (colonie) Si creano

Dettagli

La convenzione dell ONU sui diritti del fanciullo riscritta dai bambini con Mario Lodi

La convenzione dell ONU sui diritti del fanciullo riscritta dai bambini con Mario Lodi La convenzione dell ONU sui diritti del fanciullo riscritta dai bambini con Mario Lodi Articolo 1: Il bambino (o bambina) è ogni essere umano fino a 18 anni. Articolo 2: Gli Stati devono rispettare, nel

Dettagli

Risultati parziali - su 1580 partecipanti

Risultati parziali - su 1580 partecipanti Risultati parziali - su 1580 partecipanti 1. PARTECIPANTI AL SONDAGGIO 69,81% ETA' 24,50% Partecipanti al sondaggio 19-24 anni 25-29 anni Figura 1: Giovani partecipanti al sondaggio per fascia d età REGIONE

Dettagli

Conclusioni del Garante europeo per la protezione dei dati innanzi al Tribunale dell Unione Europea Caso T-343/13 Lussemburgo, 24 Marzo 2015

Conclusioni del Garante europeo per la protezione dei dati innanzi al Tribunale dell Unione Europea Caso T-343/13 Lussemburgo, 24 Marzo 2015 Conclusioni del Garante europeo per la protezione dei dati innanzi al Tribunale dell Unione Europea Caso T-343/13 Lussemburgo, 24 Marzo 2015 Signori Giudici del Tribunale, Nelle conclusioni di questa mattina,

Dettagli

I DISCORSI DELLA LIBERTÀ (7) NELSON MANDELA Discorso in difesa di se stesso e dei suoi obiettivi, 20 aprile 1964

I DISCORSI DELLA LIBERTÀ (7) NELSON MANDELA Discorso in difesa di se stesso e dei suoi obiettivi, 20 aprile 1964 506 I DISCORSI DELLA LIBERTÀ (7) NELSON MANDELA Discorso in difesa di se stesso e dei suoi obiettivi, 20 aprile 1964 11 dicembre 2013 a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati Forza Italia

Dettagli

LA DISTRIBUZIONE DI PROBABILITÀ DEI RITORNI AZIONARI FUTURI SARÀ LA MEDESIMA DEL PASSATO?

LA DISTRIBUZIONE DI PROBABILITÀ DEI RITORNI AZIONARI FUTURI SARÀ LA MEDESIMA DEL PASSATO? LA DISTRIBUZIONE DI PROBABILITÀ DEI RITORNI AZIONARI FUTURI SARÀ LA MEDESIMA DEL PASSATO? Versione preliminare: 25 Settembre 2008 Nicola Zanella E-Mail: n.zanella@yahoo.it ABSTRACT In questa ricerca ho

Dettagli

La prima Guerra Mondiale

La prima Guerra Mondiale La prima Guerra Mondiale 1 Temi trattati Le cause della guerra I fronti della prima guerra mondiale Le date della Grande guerra I soldati: la vita in trincea La società civile Lo stato e la censura La

Dettagli

Il Risorgimento. Com era l Italia dopo il Congresso di Vienna, ossia prima del Risorgimento?

Il Risorgimento. Com era l Italia dopo il Congresso di Vienna, ossia prima del Risorgimento? Il Risorgimento Risorgimento (una definizione semplice): Si chiama Risorgimento la serie di avvenimenti che portano l Italia, nel corso dell Ottocento, all unità e all indipendenza. L Italia diventa un

Dettagli

LA PRIMA GUERRA MONDIALE LE CAUSE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

LA PRIMA GUERRA MONDIALE LE CAUSE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE LA PRIMA GUERRA MONDIALE LE CAUSE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE ALLA FINE DEL XIX SECOLO I RAPPORTI FRA GLI STATI DIVENTANO SEMPRE PIÙ TESI CAUSE COMPETIZIONE ECONOMICA RIVALITA COLONIALI POLITICHE NAZIONALISTICHE

Dettagli

Storia e valori del servizio civile

Storia e valori del servizio civile Storia e valori del servizio civile Il servizio civile nazionale rappresenta l ultimo passaggio in Italia del lungo viaggio durato oltre 50 anni dall obiezione di coscienza al servizio militare Il dovere

Dettagli

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video)

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video) TNT IV Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video) Al fine di aiutare la comprensione delle principali tecniche di Joe, soprattutto quelle spiegate nelle appendici del libro che

Dettagli

Come fare una scelta?

Come fare una scelta? Come fare una scelta? Don Alberto Abreu www.pietrscartata.com COME FARE UNA SCELTA? Osare scegliere Dio ha creato l uomo libero capace di decidere. In molti occasioni, senza renderci conto, effettuiamo

Dettagli

UN GIOCO STRATEGICO DI ATTACCO E DI CONQUISTA (DA 3 A 6 GIOCATORI ETA : PER GIOVANI E ADULTI)

UN GIOCO STRATEGICO DI ATTACCO E DI CONQUISTA (DA 3 A 6 GIOCATORI ETA : PER GIOVANI E ADULTI) UN GIOCO STRATEGICO DI ATTACCO E DI CONQUISTA (DA 3 A 6 GIOCATORI ETA : PER GIOVANI E ADULTI) CONTENUTO Ogni scatola comprende: 1 tabellone rappresentante l Europa suddivisa in 6 Imperi e 44 Territori,

Dettagli

nome classe data la repubblica, la costituzione Quanti voti ha ricevuto la monarchia? Quanti la repubblica?...

nome classe data la repubblica, la costituzione Quanti voti ha ricevuto la monarchia? Quanti la repubblica?... Giugno 946, nasce la Repubblica Leggi il testo poi osserva la tabella con i dati del referendum e rispondi alle domande. Dopo la guerra era necessario creare uno Stato nuovo in cui venissero riconosciuti

Dettagli

La crisi del sistema. Dicembre 2008 www.quattrogatti.info

La crisi del sistema. Dicembre 2008 www.quattrogatti.info La crisi del sistema Dicembre 2008 www.quattrogatti.info Credevo avessimo solo comprato una casa! Stiamo vivendo la più grande crisi finanziaria dopo quella degli anni 30 La crisi finanziaria si sta trasformando

Dettagli

La vita quotidiana durante la guerra

La vita quotidiana durante la guerra La vita quotidiana durante la guerra 1936: il discorso di Giuseppe Motta Ascoltiamo il discorso pronunciato da Giuseppe Motta, allora Consigliere federale, e quindi leggiamo il testo qui sotto riportato

Dettagli

Museo del Risorgimento:

Museo del Risorgimento: Museo del Risorgimento: Il giorno 14 gennaio la classe 3C ha visitato il museo del Risorgimento. Il museo, prima di diventare tale,è stato la residenza di casa de Marchi, il quale una volta morto, ha donato

Dettagli

Claudio Bencivenga IL PINGUINO

Claudio Bencivenga IL PINGUINO Claudio Bencivenga IL PINGUINO 1 by Claudio Bencivenga tutti i diritti riservati 2 a mia Madre che mi raccontò la storia del pignuino Nino a Barbara che mi aiuta sempre in tutto 3 4 1. IL PINGUINO C era

Dettagli

PROGETTO STRANIERI STORIA

PROGETTO STRANIERI STORIA Scuola Secondaria di 1 Grado Via MAFFUCCI-PAVONI Via Maffucci 60 Milano PROGETTO STRANIERI STORIA 11 IL RISORGIMENTO A cura di Maurizio Cesca Il congresso di Vienna... 1 Le idee liberali... 2 Le società

Dettagli

Il sistema monetario

Il sistema monetario Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti

Dettagli

CONVENZIONE SUI SERVIZI SANITARI SUL LAVORO 1

CONVENZIONE SUI SERVIZI SANITARI SUL LAVORO 1 Convenzione 161 CONVENZIONE SUI SERVIZI SANITARI SUL LAVORO 1 La Conferenza generale dell Organizzazione Internazionale del Lavoro, Convocata a Ginevra dal Consiglio di Amministrazione dell Ufficio Internazionale

Dettagli

Perché partire dalla popolazione? La crescita economica deriva dall energia. E per molti secoli l uomo è rimasto la macchina principale in grado di

Perché partire dalla popolazione? La crescita economica deriva dall energia. E per molti secoli l uomo è rimasto la macchina principale in grado di La popolazione Perché partire dalla popolazione? La crescita economica deriva dall energia. E per molti secoli l uomo è rimasto la macchina principale in grado di trasformare il cibo in lavoro. Data l

Dettagli

Ogni anno, l 8 Marzo si celebra la "Festa della donna". Ma perché è stata istituita? E perché proprio l 8 Marzo? Questa data ricorda una terribile

Ogni anno, l 8 Marzo si celebra la Festa della donna. Ma perché è stata istituita? E perché proprio l 8 Marzo? Questa data ricorda una terribile Ogni anno, l 8 Marzo si celebra la "Festa della donna". Ma perché è stata istituita? E perché proprio l 8 Marzo? Questa data ricorda una terribile tragedia, avvenuta l 8 Marzo 1908, a New York, negli Stati

Dettagli

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente

Dettagli

Convenzione tra la Tavola valdese, la Comunità di lingua francese di Roma e la Chiesa valdese di Roma, via IV Novembre

Convenzione tra la Tavola valdese, la Comunità di lingua francese di Roma e la Chiesa valdese di Roma, via IV Novembre 6 Convenzione tra la Tavola valdese, la Comunità di lingua francese di Roma e la Chiesa valdese di Roma, via IV Novembre N O T A La Comunità Cristiana Protestante di lingua francese svolge dal 1985 la

Dettagli

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 Indice Introduzione pag. 9 Ringraziamenti» 13 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 1. I contenuti curati, interessanti e utili aiutano il business» 15 2. Le aziende

Dettagli

L ITALIA IN EUROPA. 1 Voyager 5, pagina 172

L ITALIA IN EUROPA. 1 Voyager 5, pagina 172 L ITALIA IN EUROPA L Italia, con altri Stati, fa parte dell Unione Europea (sigla: UE). L Unione Europea è formata da Paesi democratici che hanno deciso di lavorare insieme per la pace e il benessere di

Dettagli

COME AFFRONTARE UN COLLOQUIO DI SELEZIONE

COME AFFRONTARE UN COLLOQUIO DI SELEZIONE Emanuele Lajolo di Cossano COME AFFRONTARE UN COLLOQUIO DI SELEZIONE Università degli Studi - Torino, 19 aprile 2010 La prima cosa da fare PERCHE SONO QUI? QUAL E IL MIO OBIETTIVO? CHE COSA VOGLIO ASSOLUTAMENTE

Dettagli

APPARIZIONI DELLA REGINA DELLA FAMIGLIA Ghiaie di Bonate, Bergamo (13-31 maggio 1944)

APPARIZIONI DELLA REGINA DELLA FAMIGLIA Ghiaie di Bonate, Bergamo (13-31 maggio 1944) APPARIZIONI DELLA REGINA DELLA FAMIGLIA Ghiaie di Bonate, Bergamo (13-31 maggio 1944) Posizione della Santa Chiesa Queste apparizioni della Madre di Dio non hanno ancora ottenuto il verdetto di autentica

Dettagli

Moti rivoluzionari e rivoluzioni dopo il Congresso di Vienna

Moti rivoluzionari e rivoluzioni dopo il Congresso di Vienna Moti rivoluzionari e rivoluzioni dopo il Congresso di Vienna Negli anni successivi al Congresso di Vienna le libertà di pensiero, parola e libera associazione erano state particolarmente limitate per mantenere

Dettagli

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Riprendiamo l analisi interrotta nel corso della precedente lezione b) struttura dialogica del fatto educativo Per rispondere a criteri ermenutici, l

Dettagli

Una data speciale in tutto il mondo : 12 Ottobre 1492

Una data speciale in tutto il mondo : 12 Ottobre 1492 Progetto : Io con te Una data speciale in tutto il mondo : 12 Ottobre 1492 Il 12 Ottobre ricorre un avvenimento molto importante per la Storia: la scoperta dell America. Il protagonista di questo evento

Dettagli

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video)

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video) TNT IV Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video) Al fine di aiutare la comprensione delle principali tecniche di Joe, soprattutto quelle spiegate nelle appendici del libro che

Dettagli

Lo scoppio della guerra fredda

Lo scoppio della guerra fredda Lo scoppio della guerra fredda 1) 1945: muta la percezione americana dell URSS da alleato ad avversario e nemico 2) 1946: ambio dibattito interno all amministrazione Truman sulla svolta in politica estera

Dettagli

In questa lezione abbiamo ricevuto in studio il Dott. Augusto Bellon, Dirigente Scolastico presso il Consolato Generale d Italia a São Paulo.

In questa lezione abbiamo ricevuto in studio il Dott. Augusto Bellon, Dirigente Scolastico presso il Consolato Generale d Italia a São Paulo. In questa lezione abbiamo ricevuto in studio il Dott. Augusto Bellon, Dirigente Scolastico presso il Consolato Generale d Italia a São Paulo. Vi consiglio di seguire l intervista senza le didascalie 1

Dettagli

Dai diamanti non nasce niente

Dai diamanti non nasce niente LA NOSTRA IDEA IN POCHE PAROLE Innanzitutto, un cambio di prospettiva. Il centro non è la violenza, ma ciò che resta. Importa ciò che vive, ha un corpo, segni tangibili e un dolore sommerso e stordente,

Dettagli

CAMPAGNA RACCOGLI 3 4 ADOZIONI

CAMPAGNA RACCOGLI 3 4 ADOZIONI COMUNITÀ DI VITA CRISTIANA ITALIANA (CVX ITALIA) L E G A M I S S I O N A R I A S T U D E NT I (L M S) Via di San Saba, 17-00153 Roma Tel. 06.64.58.01.47 - Fax 06.64.58.01.48 cvxit@gesuiti.it Roma, 22 novembre

Dettagli

Lo scontro fra la Grecia e la Persia

Lo scontro fra la Grecia e la Persia Lo scontro fra la Grecia e la Persia Un conflitto di civiltà Ø nel corso del VI secolo a. C. le città greche della costa occidentale dell Asia Minore (odierna Turchia) crescono in ricchezza e potenza,

Dettagli

Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS)

Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS) Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS) Werner Wassermann, datore di lavoro La signora L. lavora da noi da tanto tempo. È stata capo reparto e noi, ma anche gli altri collaboratori

Dettagli

Socio/relazionale: partecipazione attiva al gioco, in forma agonistica, collaborando con gli altri

Socio/relazionale: partecipazione attiva al gioco, in forma agonistica, collaborando con gli altri Federazione Italiana Pallacanestro Settore Giovanile Minibasket e Scuola Lezioni Integrate Minibasket I Fondamentali con palla Traguardi di Competenza. Partiamo dalle linee guida: Motorio/funzionale padronanza,

Dettagli

Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Università di Genova MATEMATICA Il

Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Università di Genova MATEMATICA Il Lezione 5:10 Marzo 2003 SPAZIO E GEOMETRIA VERBALE (a cura di Elisabetta Contardo e Elisabetta Pronsati) Esercitazione su F5.1 P: sarebbe ottimale a livello di scuola dell obbligo, fornire dei concetti

Dettagli

Relazione attività esercizio 2012

Relazione attività esercizio 2012 Relazione attività esercizio 2012 maggio 2013 Il Sentiero di Morena fonda le sue radici nella storia pluriennale di un gruppo di fami-glie della provincia di Ascoli Piceno che praticano direttamente o

Dettagli

COME SVILUPPARE LA TRASMISSIONE DELLA PALLA NELLA CATEGORIA PICCOLI AMICI (5-8 ANNI)? ECCO LA SOLUZIONE A

COME SVILUPPARE LA TRASMISSIONE DELLA PALLA NELLA CATEGORIA PICCOLI AMICI (5-8 ANNI)? ECCO LA SOLUZIONE A WWW.CENTROSTUDICALCIO.IT Scuola Calcio Tecnica PROBLEMA: COME SVILUPPARE LA TRASMISSIONE DELLA PALLA NELLA CATEGORIA PICCOLI AMICI (5-8 ANNI)? ECCO LA SOLUZIONE A cura di Ernesto Marchi WWW.CENTROSTUDICALCIO.IT

Dettagli

FACCIAMO I CONTI UN LIBRO BIANCO DEL PRC DI SC ANDICCI

FACCIAMO I CONTI UN LIBRO BIANCO DEL PRC DI SC ANDICCI FACCIAMO I CONTI UN LIBRO BIANCO DEL PRC DI SC ANDICCI Se ritenete di qualche interesse questo libro bianco fatelo circolare; se avete commenti, suggerimenti, osservazioni anche critiche da fare scrivere

Dettagli

La Dignità. L unione si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità, libertà, uguaglianza e solidarietà

La Dignità. L unione si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità, libertà, uguaglianza e solidarietà La Dignità L unione si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità, libertà, uguaglianza e solidarietà Essa pone la persona al centro delle sue azioni istituendo la cittadinanza dell Unione e

Dettagli

Griglia di correzione FASCICOLO 1 Scuola secondaria di II grado Classe seconda Anno scolastico 2012 2013

Griglia di correzione FASCICOLO 1 Scuola secondaria di II grado Classe seconda Anno scolastico 2012 2013 Griglia di correzione FASCICOLO 1 Scuola secondaria di II grado Classe seconda Anno scolastico 2012 2013 Dromedari Parte prima Testo A. A1. B A2. A A3. C A4. D A5. D A6. B A7. D A8. C Giocare con la vita

Dettagli

Roberto Farnè Università di Bologna

Roberto Farnè Università di Bologna Roberto Farnè Università di Bologna Ora l apertura della parte scientifica a questi lavori, per capire innanzitutto il senso di questo appuntamento. Non abbiamo bisogno, nessuno di noi credo abbia bisogno

Dettagli

"#$"%&' (%&#((%! &#)'!*'"!+'$%(),!

#$%&' (%&#((%! &#)'!*'!+'$%(),! L Archivio liquido dell Identità arriva in Brasile, incontrando la comunità pugliese di San Paolo. Il cuore della città è l Edificio Italia, un altissimo palazzo che domina su l enorme estensione di questa

Dettagli

Cosa ci può stimolare nel lavoro?

Cosa ci può stimolare nel lavoro? a Cosa ci può stimolare nel lavoro? Quello dell insegnante è un ruolo complesso, in cui entrano in gioco diverse caratteristiche della persona che lo esercita e della posizione che l insegnante occupa

Dettagli

GLI STRUMENTI DELLA GEOGRAFIA

GLI STRUMENTI DELLA GEOGRAFIA VOLUME 1 CAPITOLO 0 MODULO D LE VENTI REGIONI ITALIANE GLI STRUMENTI DELLA GEOGRAFIA 1. Parole per capire A. Conosci già queste parole? Scrivi il loro significato o fai un disegno: Terra... territorio...

Dettagli

data, non solo i martiri di Nassiriya, morti per cercare di fermare la guerra civile presente in Iraq, ma anche tutti coloro che hanno perso la vita

data, non solo i martiri di Nassiriya, morti per cercare di fermare la guerra civile presente in Iraq, ma anche tutti coloro che hanno perso la vita Costituita in memoria di Piero Salvati, carabiniere e poi funzionario della Pubblica Amministrazione, ottimo maresciallo dell ANC di Tortona, mancato all affetto dei suoi cari e dei suoi tanti amici il

Dettagli

La prima Guerra Mondiale. IV F La prima guerra mondiale 1

La prima Guerra Mondiale. IV F La prima guerra mondiale 1 La prima Guerra Mondiale IV F La prima guerra mondiale 1 Temi trattati Le cause della guerra I fronti della prima guerra mondiale Le date della Grande guerra I soldati: la vita in trincea La società civile

Dettagli

UN FARO A SALVAGUARDIA DELL INFANZIA (Diritti dell infanzia e dell adolescenza)

UN FARO A SALVAGUARDIA DELL INFANZIA (Diritti dell infanzia e dell adolescenza) IO, NOI Associazione di Volontariato per la Solidarietà e l integrazione Sociale Sede legale - Sede Operativa: via delle Meduse, 63a 00054 Fiumicino Tel. 3208594921 066520591 Fax: 0665499252 E.Mail: infoline@ionoi.org

Dettagli

TAGLIO E SCARTO (II) da Bd I 1971-7/8

TAGLIO E SCARTO (II) da Bd I 1971-7/8 TAGLIO E SCARTO (II) da Bd I 1971-7/8 di Robert Berthe Se in un contratto ad atout uno dei difensori gioca in un colore nel quale il dichiarante e il morto non hanno più carte da rispondere, egli permetterà

Dettagli

hnefatafl Hnefatafl Il gioco da tavolo del Re Regole - massimiliano.dellarovere[su]gmail.com -

hnefatafl Hnefatafl Il gioco da tavolo del Re Regole - massimiliano.dellarovere[su]gmail.com - hnefatafl Hnefatafl Il gioco da tavolo del Re Regole - massimiliano.dellarovere[su]gmail.com - Tema: Il gioco rappresenta un assedio dove il numero degli Assedianti, è il doppio di quello degli Assediati.

Dettagli

La mediazione sociale di comunità

La mediazione sociale di comunità La mediazione sociale di comunità Percorso di formazione destinato agli operatori e alle operatrici del numero verde contro la tratta della Provincia di Milano Elvio Raffaello Martini Agosto 2008 MartiniAssociati

Dettagli

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

LA SECONDA GUERRA MONDIALE CONCORSO A.N.P.I. IC S.P. DAMIANO Scuola secondaria di 1 grado Classe: 3^C Insegnante: Anita Vitali Discipline: Italiano e Storia Abbiamo colto l occasione offerta da questo concorso per affrontare lo

Dettagli

Analisi settimanale N1 Settimana 24-29 settembre

Analisi settimanale N1 Settimana 24-29 settembre Analisi settimanale N1 Settimana 24-29 settembre MERCATO AZIONARIO Il mercato azionario sta sperimentando un forte trend al rialzo, che tuttavia potrebbe subire una pausa di qualche settimana. Il grafico

Dettagli

S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C A

S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C A S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C A X I I I L E G I S L A T U R A N. 4369 D I S E G N O D I L E G G E d iniziativa del senatore PASSIGLI COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 1 o DICEMBRE 1999 Norme in materia

Dettagli

INDICE PRIMA PARTE. 1.1. Le migrazioni internazionali pag. 1. 1.2. La nostra memoria pag. 9

INDICE PRIMA PARTE. 1.1. Le migrazioni internazionali pag. 1. 1.2. La nostra memoria pag. 9 INDICE Introduzione pag. I PRIMA PARTE Capitolo 1 Uno sguardo al passato: coordinate di lettura dei processi migratori 1.1. Le migrazioni internazionali pag. 1 1.2. La nostra memoria pag. 9 1.2.1. Ancor

Dettagli

Fascicolo 1. Scuola secondaria di II grado Classe seconda Anno scolastico 2012 2013

Fascicolo 1. Scuola secondaria di II grado Classe seconda Anno scolastico 2012 2013 Griglia di correzione DOMANDE APERTE Fascicolo 1 Scuola secondaria di II grado Classe seconda Anno scolastico 2012 2013 Si ricorda che i dati di tutte le classi (campione e non campione) devono essere

Dettagli

Accordo per l informazione e la consultazione a livello sovranazionale dei dipendenti

Accordo per l informazione e la consultazione a livello sovranazionale dei dipendenti Accordo per l informazione e la consultazione a livello sovranazionale dei dipendenti * del gruppo Deutsche Bank nell Unione Europea Commissione interna Euro Deutsche Bank Premessa In considerazione dello

Dettagli

Il settore moto e il credito al consumo

Il settore moto e il credito al consumo Il settore moto e il credito al consumo Rapporto di ricerca ISPO per Marzo 2010 RIF. 1201V110 Indice 2 Capitolo 1: Lo scenario pag. 3 Capitolo 2: Il Credito al Consumo: atteggiamenti 13 Capitolo 3: Il

Dettagli

ITALIANO PONTE TRA LE CULTURE NEL MEDITERRANEO

ITALIANO PONTE TRA LE CULTURE NEL MEDITERRANEO ITALIANO PONTE TRA LE CULTURE NEL MEDITERRANEO 1 PERCHÉ CONOSCERE L ITALIANO È UN PLUSVALORE? 2 Italiano lingua del cuore Feten Fradi - esperta comunicazione audiovisiva Copeam La mia esperienza personale

Dettagli

Rapporto di indagine con interviste ai volontari delle associazioni partecipanti a Riguardiamoci il Cuore 2011

Rapporto di indagine con interviste ai volontari delle associazioni partecipanti a Riguardiamoci il Cuore 2011 Rapporto di indagine con interviste ai volontari delle associazioni partecipanti a Riguardiamoci il Cuore 2011 Presentazione Si presenta l indagine qualitativa, effettuata con interviste, nel mese di luglio

Dettagli

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo L utopia dell educazione L educazione è un mezzo prezioso e indispensabile che

Dettagli

A Tutti i Dipendenti R.A.S. Amministrazione CFVA Enti Agenzie - Aziende Loro Sedi

A Tutti i Dipendenti R.A.S. Amministrazione CFVA Enti Agenzie - Aziende Loro Sedi Prot. 222/2011 Cagliari 18 aprile 2011 A Tutti i Dipendenti R.A.S. Amministrazione CFVA Enti Agenzie - Aziende Loro Sedi Come preannunciato nel nostro comunicato dell 8 aprile u.s., il 15 aprile 2011 è

Dettagli

ESERCITAZIONE OSSERVARE UN ALBERO

ESERCITAZIONE OSSERVARE UN ALBERO L esercizio richiesto consiste nella scelta di un albero e il suo monitoraggio/racconto al fine di sviluppare l osservazione attenta come mezzo per la conoscenza del materiale vegetale. L esercitazione

Dettagli

SPECTER OPS. L'obiettivo del giocatore agente è quello che il suo agente completi 3 su 4 missioni obiettivo qualsiasi

SPECTER OPS. L'obiettivo del giocatore agente è quello che il suo agente completi 3 su 4 missioni obiettivo qualsiasi SPECTER OPS REGOLE 2-3 giocatori: 1 agente e 2 cacciatori - Le 4 missioni obiettivo sono conosciute dai giocatori: si lancia il dado e si segnano col relativo gettone sul lato verde sulla plancia e sul

Dettagli

Mario Albertini. Tutti gli scritti IV. 1962-1964. a cura di Nicoletta Mosconi. Società editrice il Mulino

Mario Albertini. Tutti gli scritti IV. 1962-1964. a cura di Nicoletta Mosconi. Società editrice il Mulino Mario Albertini Tutti gli scritti IV. 1962-1964 a cura di Nicoletta Mosconi Società editrice il Mulino 822 Anno 1964 A Bernard Lesfargues Caro Bernard, Pavia, 28 novembre 1964 dato che non verrò a Lione

Dettagli