La Classe 2 C della scuola primaria G. Mazzini dell istituto Comprensivo Mazzini- Fermi è composta da 23 alunni di cui 14 maschi e 9 femmine.

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1 L AMICO SPECIALE

2 ANALISI DEL CONTESTO La Classe 2 C della scuola primaria G. Mazzini dell istituto Comprensivo Mazzini- Fermi è composta da 23 alunni di cui 14 maschi e 9 femmine. Da un attenta analisi della situazione iniziale, emerge che all interno della classe sono presenti diverse realtà scolastiche: alunni con problemi comportamentali, alunni provenienti da altre nazionalità, altri con carenze scolastiche più o meno gravi e un alunno diversamente abile. NECESSITA : presenza in classe di un bambino autistico non verbale. I bisogni del bambino autistico sono diversi, la programmazione da seguire con lui deve essere specificatamente sviluppata in relazione alle sue possibilità. La presenza di un alunno diversamente abile, comporta, necessariamente, l attuazione di strategie didattiche alternative, l insegnamento della tolleranza e dell accettazione della diversità, sempre sperando nel sostanziale e profondo coinvolgimento delle famiglie. E necessario integrare tali bambini in contesti sociali normali e formativi, promuovendo l accettazione e il valore della diversità, la quale deve essere intesa come un elemento di arricchimento personale, piuttosto che come un fattore da allontanare.

3 IL PROGETTO Finalità e obiettivi I normali bisogni educativi che tutti gli alunni hanno: bisogno di appartenenza, di identità, di sviluppare competenze, di valorizzazione, di accettazione si arricchiscono di qualcosa di particolare, di speciale quando si parla di alunni diversamente abili. In loro i bisogni sono correlati da deficit motori, cognitivi, relazionali, infatti i bisogni educativi speciali sono molteplici e diversi ed una scuola davvero inclusiva tenta di raggiungerli tutti. L obiettivo principale di questo progetto è quello di creare un ambiente scolastico inclusivo e di sviluppare e migliorare i bisogni educativi speciali dell alunno diversamente abile, partendo da una riflessione teorica sulle competenze chiave di cittadinanza, sulla metodologia Teacch, fino ad arrivare alla centralità del tema dell autismo con il racconto Calimero e l amico speciale La finalità è quella di offrire all alunno con disabilità, l occasione di vivere un percorso di crescita in senso globale, con il coinvolgimento di tutte le sue dimensioni (cognitive, emotive, sociali), attraverso l utilizzo di una didattica laboratoriale, con strumenti che risulteranno utili anche per il coinvolgimento dei compagni attraverso il peer tutoring.

4 PROGETTARE AGIRE IN MODO AUTONOMO E RESPONSABILE IMPARARE AD IMPARARE RISOLVERE I PROBLEMI COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA NELL OTTICA DELLA DISABILITA INDIVIDUARE COLLEGAMENTI E RELAZIONI RE E RELAZIONI COMUNICARE COLLABORARE E PARTECIPARE

5 AGIRE IN MODO AUTONOMO E RESPONSABILE Saper inserirsi in modo attivo e progressivamente consapevole nella vita sociale scolastica e di classe ( conoscere il tipo di scuola che frequenta, conoscere l edificio scolastico, conoscere le persone che lavorano nella scuola e i loro compiti, conoscere gli orari scolastici, rispettare le regole, conoscere il percorso casa-scuola e ritorno); riconoscere i propri e gli altrui bisogni; promuovere i comportamenti interpersonali positivi nel rispetto delle regole; aumentare i tempi di attenzione, l interesse e la motivazione; svolgere in forma sempre più corretta le azioni relative alla scuola, come ad esempio l uso del materiale scolastico; sapere organizzare il lavoro scolastico in base alle consegne date, avere cura dei materiali di altri e/o della struttura PROGETTARE Aver coscienza del proprio processo di apprendimento come progresso.

6 IMPARARE AD IMPARARE Sapere ascoltare persone, suoni, rumori sapere controllare stereotipie; seguire esempi, istruzioni e regole; sapere accettare un rimprovero senza rispondere in maniera negativa; acquisire ed interpretare informazioni; conoscere sequenze e riprodurle per ottenere un risultato. INDIVIDUARE COLLEGAMENTI E RELAZIONI Osservare relazioni tra fenomeni ed eventi cogliendone il significato. RISOLVERE I PROBLEMI Tentare di risolvere un problema da solo prima di cercare aiuto; trovare strategie e procedure che gli permettano di ideare ed applicare la soluzione del problema che gli si pone.

7 COLLABORARE E PARTECIPARE Offrire un contributo alla realizzazione delle attività di gruppo e di classe (SECONDO LE PROPRIE CAPACITA ). COMUNICARE Comprendere semplici istruzioni, procedure, azioni da mettere in atto in relazione al contesto; rappresentare e interagire linguisticamente a partire dal sì e no; eseguire consegne verbali relative alle varie azioni della vita scolastica; richiedere gli oggetti preferiti usando la parola dammi ; sfogliare i libri riccamente illustrati per suscitare commenti verbali; stimolare la comunicazione linguistica attraverso software didattici. Le insegnanti, sulla base del tipo di disabilità dell alunno, hanno ritenuto necessario centrare la programmazione formativa e didattica individualizzata sull acquisizione delle competenze di comunicazione.

8 IL PROGRAMMA TEACCH Il programma TEACCH è l acronimo di Treatment and Education of Autistic and Communication Handicapped Children. Esso è stato costruito per sviluppare abilità imitative, funzioni percettive, abilità motorie, capacità d integrazione oculo-manuale, comprensione e produzione linguistica, gestione del comportamento (autonomie, abilità sociali e comportamentali). LA METODOLOGIA DI LAVORO CON L ALUNNO,USANDO IL TEACCH L apprendimento dell alunno è stato reso più agevole adattando l ambiente alla persona: il bambino, infatti, a causa del deficit di comunicazione e della cecità sociale ha bisogno di una strutturazione dello spazio fisico e del tempo, evidenziando punti di riferimento visibili e concreti, per rendere l ambiente il più possibile comprensibile e prevedibile, in vista di un migliore apprendimento e dell esercizio indipendente dei propri compiti. Anche il materiale di lavoro è stato strutturato in modo chiaro, utilizzando un agenda giornaliera delle attività e uno schema di lavoro con immagini visive, che illustrano le varie tappe dei compiti da eseguire e le modalità da utilizzare.

9 ORGANIZZARE IL TEMPO SIGNIFICA RISPONDERE ALLA DOMANDA QUANDO? PER QUANTO TEMPO? Il passare del tempo è una nozione difficile da apprendere, perché si appoggia su dati non visibili. L uso di aiuti visivi è servito alla realizzazione di una specie di calendario giornaliero in cui venivano raffigurate le attività scolastiche dell alunno, dandogli la possibilità, di ridurre l ansia provocata, soprattutto, dal non saper cosa succedeva intorno a lui. Con questo sistema l alunno poteva capire come veniva organizzata la sua giornata.

10 STRUTTURARE LO SPAZIO SIGNIFICA RISPONDERE ALLA DOMANDA DOVE? L ambiente di lavoro organizzato in spazi chiaramente e visivamente delimitati, ognuno con delle funzioni specifiche chiaramente visualizzate, ha consentito al bambino di sapere con precisione ciò che ci si aspettava da lui in ogni luogo e in ogni momento. STRUTTURARE IL MATERIALE DI LAVORO SIGNIFICA RISPONDERE IN MODO CHIARO E CONCRETO ALLA DOMANDA CHE COSA? Il lavoro da svolgere è stato presentato in modo chiaro: ogni compito è contenuto in una scatola alla sinistra del banco dell alunno, una volta disposto secondo le indicazioni visive. Il compito è self explaining, cioè comprensibile senza bisogno di spiegazioni (incastri, puzzle o lavori di montaggio sono esempi semplici di questo genere).

11 SPIEGARE LA DISABILITA INTELLETTIVA MEDIANTE L UTILIZZO DELLE FAVOLE Il progetto è incentrato sul racconto didattico Calimero e l amico speciale che, pur affrontando nello specifico il tema di una particolare disabilità quale l autismo, fornisce spunti per affrontare le tematiche universali dell accettazione e dell integrazione della diversità. L integrazione del bambino autistico, infatti, risulta tra le più difficoltose proprio per le caratteristiche della patologia che limitano, a diversi livelli, la comunicazione e l interazione sociale. L incidenza dell autismo è stimata pari a 5 casi su , quattro volte più frequente nei maschi rispetto alle femmine, indipendente da razze ed etnie tanto meno dalla posizione sociale, economica e culturale della famiglia di appartenenza. Il Disturbo Autistico è considerato uno dei più gravi disturbi dello sviluppo dell età evolutiva che compare tipicamente durante i primi tre anni di età e perdura per tutta la vita. E il risultato di un disturbo neurologico, che agisce sul funzionamento del cervello causando i comportamenti-problema caratteristici: nello specifico colpisce il normale sviluppo del cervello nelle aree dell'interazione sociale e nelle abilità comunicative. Pertanto, i bambini autistici frequentemente presentano difficoltà nella comunicazione verbale e non verbale, nelle interazioni sociali, e nelle attività legate al tempo libero ed al gioco e trovano difficoltoso comunicare con gli altri e relazionarsi con il mondo esterno. La gravità dell autismo è molto variabile, i casi più gravi sono caratterizzati da comportamenti estremamente ripetitivi, insoliti, eteroaggressivi o autolesionisti. Tali comportamenti possono persistere nel tempo e diventare difficilissimi da cambiare e gestire, ponendo problemi notevoli a coloro che devono convivere o realizzare un programma educativo e/o terapeutico per questi soggetti.

12 È proprio in questo contesto e con tali premesse che si inserisce Calimero e l amico speciale. La favola offre uno strumento educativo e didattico in grado di sensibilizzare i pari e integrare il bambino disabile nel gruppo classe contribuendo a livellare l immenso divario che esiste tra patologia e normalità. Calimero è il personaggio trainante dell intera storia, l educatore che attraverso la forma del dialogo-racconto, insegna ai ragazzi come comportarsi di fronte ad un amico speciale come un compagno autistico e permette di capire come l autismo possa proporre un modo alternativo di relazionarsi, soprattutto per chi, nel contesto scuola, incontra-scontra il bambino speciale. In ambienti preparati ad accogliere adeguatamente la diversità, i bambini autistici sperimenteranno nuove relazioni positive che li aiuteranno ad uscire gradualmente dal guscio migliorando così la loro qualità di vita. OBIETTIVI Gli obiettivi di tale progetto sono riassumibili nei seguenti punti: - Offrire, in un ambiente didattico e formativo, come quello scolastico, un orientamento circa la disabilità, mediante un valido strumento educativo qual è la storia di Calimero e l amico speciale per il coinvolgimento attivo dei pari, ritenuti figure critiche nel progetto educativo. - Dare informazioni chiare circa la patologia autistica. - Sensibilizzare il gruppo dei pari. - Promuovere l integrazione dei bambini diversamente abili nella classe e nella scuola. - Fare in modo che il bambino esca fuori dal guscio.

13 1^ FASE: lettura di un semplice testo per informare i bambini circa la patologia: L autismo ; lettura della filastrocca L amico speciale con coinvolgimento degli alunni; disegni sui contenuti della filastrocca per realizzare un cartellone raffigurante i singoli momenti della filastrocca stessa, in piccoli gruppi con la partecipazione guidata del nostro compagno.

14 2^ FASE: ascolto della fiaba narrata dal sito lettura della favola Calimero e l amico speciale ; individuazione dei personaggi, dei luoghi e del tempo; circle time e trasposizione della storia con la tecnica del fumetto. 3^ FASE: narrazione della storia dopo aver riordinato le sequenze illustrate coinvolgendo anche l alunno disabile; ai bambini verrà dato un titolo Il mio amico speciale : ognuno scriverà liberamente e illustrerà il testo;

15 realizzazione di alcuni personaggi della storia con la tecnica del collage;

16 Riconoscimento e lettura globale dei personaggi della storia da parte del bambino autistico 4^ FASE: comprensione della favola attraverso domande ; drammatizzazione della favola in classe.

17 5^ FASE: elaborazione di un vademecum analizzando i comportamenti più evidenti del nostro compagno, utile a chiunque interagisca con la classe. COSTRUZIONE DI UN VADEMECUM DEI COMPORTAMENTI AUTISTICI A tale proposito, la madre di A. ha stilato un vademecum sugli aspetti del carattere del proprio figlio per aiutarci a comprendere in che modo poter comunicare con il bambino e instaurare un contatto con lui. VADEMECUM: I PASSI DELL AMICIZIA 1) Comprendi il mio autismo, sono speciale, mi limita di comunicare come ti aspetti da un bambino della mia età, ma vorrei tanto parlare e giocare con te come so fare io. Mi esprimo attraverso il canto poiché per me è come parlare. 2) Salutami quando ci incontriamo, forse non riuscirò a risponderti a parole e anche se alzo le mani per coprirmi il volto per timidezza, contraccambio il tuo saluto sussurrandolo e sarò felice della tua attenzione nei miei confronti e la tua considerazione mi fa sentire tuo amico. 3) Se parli velocemente e utilizzi frasi lunghe non riesco a capire cosa vuoi dire. Le parole mi sembrano unite le une alle altre come un lungo treno. Se non capisco quello che mi dici, spiegamelo lentamente con gesti e mimica oppure con l aiuto di figure. 4) Non ti offendere se mentre mi parli non ti guardo. Sembra che io non ti ascolti ma, in realtà, sono attentissimo a ciò che dici. Posso ascoltare le tue parole ma non le capisco fino a che non le ho imparate a memoria una ad una. 5) Non riesco a guardarti negli occhi per timidezza e se mi fai una domanda, anche se so la risposta non riesco a dirtela.

18 6) Il disordine per me è una grande confusione, non mi mettere troppe cose davanti, ne basta una alla volta e vedrai mi farà piacere giocare con te. Sono schematico nei miei gesti perché chiudo la porta aperta e tutti gli sportelli, raccolgo tutto ciò che sta per terra e allineo tutti gli oggetti che secondo me non seguono il mio ordine mentale. 7) Il vento, il sole forte, la pioggia mi spaventano ma gli spazi aperti senza confini, sono per me l espressione massima di libertà e non pongono limiti alla mia gioia di essere speciale. 8) Il mio tatto è molto sviluppato: tocco tutto per capire se un oggetto può entrare in comunicazione con me, lo muovo, lo giro, lo capovolgo, lo lancio per sentirne il rumore ecco, il rumore dell oggetto che lancio e ricade è per me trasmissione di emozioni e di comprensione. Toccami le mani e accarezzale con dolcezza e affetto, vedrai che sarà più utile di mille parole. 9) Quando si lavora in gruppo dammi ordini semplici e fammi vedere come si fa, saprò a modo mio seguirti e parteciperò volentieri insieme ai miei compagni. 10) Se giochiamo insieme passami la palla, all inizio sarò una frana ma giocare mi rende felice. Non escludermi perché giocare, parlare e stare insieme agli altri mi darà la possibilità di migliorare.

19 L ultima fase è stata quella di analizzare i comportamenti più evidenti del nostro compagno di classe, costruendo un vademecum, utile a tutti e a chi interagisce con la classe.

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23 VERIFICA Le verifiche sono state costanti con frequenza quotidiana, settimanale, mensile e fatte oralmente o attraverso schede strutturate, disegni. I risultati delle verifiche hanno consentito di programmare eventuali nuove attività. VALUTAZIONE Dal lavoro svolto in classe, i bambini hanno preso consapevolezza di come un bambino con disturbo autistico possa arricchire le loro giornate. Durante la lettura della storia Calimero e l amico speciale, gli alunni si sono immedesimati ed hanno dimostrato sensibilità verso un aspetto sociale a loro sconosciuto. Hanno partecipato a tutte le attività proposte sempre con entusiasmo e interesse, migliorando il loro lessico, rispondendo in maniera corretta alle domande, elaborando frasi sempre più complesse. I bambini durante le attività hanno coinvolto, sostenuto e stimolato il loro amico speciale che ha risposto in maniera positiva partecipando gioiosamente alle attività, sviluppando così le sue relazioni e il suo linguaggio. La valutazione è stata fatta raffrontando gli obiettivi programmati ed i progressi compiuti dall alunno, tenendo presente la situazione iniziale di partenza, l interesse e l impegno manifestati, nonché gli aspetti propri della personalità dell alunno. Grazie al criterio educativo dell organizzazione della giornata scolastica si sono notevolmente ridotte le stereotipie comportamentali. Per quanto riguarda le attività svolte da Adriano, nei luoghi adeguati alle sue esigenze, si può affermare che queste hanno fatto sì che si sviluppassero molte abilità cognitive del bambino, quali: l associazione di forme e colori; la selezione di oggetti e figure in base alla forma, alla grandezza, al colore; l acquisizione di un maggiore controllo oculo-manuale e un controllo dell impugnatura del mezzo grafico finalizzato alla scrittura di lettere in stampato, numeri e semplici forme. L esperienza teacch avviata quest anno ha dato risultati positivi. Sotto il profilo delle abilità cognitive e sociali, l alunno ha sviluppato una maggiore capacità attentiva e operativa; ha imparato a limitare i suoi comportamenti problema e ad accettare situazioni nuove. Le insegnanti Rossella Leonetti Nice Appugliese

24 Grazie Grazie del sorriso che splende sul tuo viso, della tua voce canterina, che ci allieta ogni mattina. Grazie di essere il mio amico speciale che rende tutto come se fosse Carnevale! Con te è bello stare, per ridere e giocare entrare nel tuo mondo per fare un girotondo. I nostri volti sono speciali diversi ma uguali sono belli, gioiosi, emozionati e anche tanto spensierati. Tutto può sembrare complicato come un gomitolo aggrovigliato, ma con il nostro affetto tutto diventerà perfetto. Gli alunni della classe 2^ C

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