5 Elaborazione elettronica nel calcolo delle strutture in c.a.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "5 Elaborazione elettronica nel calcolo delle strutture in c.a."

Transcript

1 5 Elaborazione elettronica nel calcolo delle strutture in c.a. In questo capitolo saranno analizzate le principali fasi attraverso le quali l utente di un software di calcolo strutturale ha la possibilità di modellare e calcolare una struttura a telaio in calcestruzzo armato. Si farà riferimento alla struttura descritta nella figura 5.1. Per questa struttura si prenderanno in esame gli aspetti legati alla modellazione, all impostazione delle analisi e all analisi dei risultati secondo i requisiti dell Eurocodice 8 (5). Per la realizzazione del modello a elementi finiti e per l esecuzione dell analisi è stato utilizzato il software ModeSt (3), sviluppato dalla società Tecnisoft s.a.s. che fa uso del solutore ad elementi finiti Xfinest (4), sviluppato dalla Ce.A.S. s.r.l.di Milano. Il modello analizzato è riportato nel progetto denominato Telaio che potrà essere visionato dopo avere installato la versione Free del software ModeSt (3), contenuta nel CD-ROM allegato a questo testo, e quindi presenta un numero di nodi inferiori a 100. Il modello è contenuto all interno del progetto Telaio. Nella guida in linea del software ModeSt (3) e nel tutorial disponibile una volta installata la versione Free viene descritto come aprire un progetto esistente e come rendere attiva una struttura. La struttura descritta in questo capitolo può essere modificata a piacimento rimanendo nei limiti della versione di prova. Oltre a quanto descritto in questi paragrafi la versione Free dispone anche di alcuni moduli per la progettazione e verifica degli elementi strutturali secondo il D.M e secondo l Ordinanza n L utente potrà pertanto ricalcolare la struttura secondo queste normative arrivando fino alla generazione degli esecutivi per le travi e i pilastri. 5.1 Le tre fasi della progettazione strutturale La progettazione di una struttura in calcestruzzo armato è un attività molto complessa che si articola attraverso diverse fasi. Il progettista ha di solito a disposizione una serie di dati progettuali quali carichi, vincoli, dati del terreno, a cui si aggiungono le indicazioni di carattere architettonico che impongono determinate scelte a livello di strutturale (si pensi alle travi in spessore). Unendo tutte queste informazioni si dovrà individuare un adeguato modello di calcolo che meglio riassuma il comportamento reale dell edificio. I calcoli forniranno una serie di risultati numerici che consentiranno di attivare la fase di analisi e di verifica fino ad arrivare alla progettazione delle armature nei singoli elementi strutturali (travi, pilastri, setti ecc). In generale possiamo suddividere la progettazione strutturale assistita con l uso di un software in tre fasi distinte: pre-processing, soluzione del sistema matriciale, post-processing. La prima fase è quella nella quale il progettista ipotizza lo schema strutturale e lo traduce in un modello congruente agli elementi finiti, completo di vincoli e di carichi. Questa è una fase cruciale perché nella generazione del modello saranno prese decisioni che si ri-

2 126 CAPITOLO 5 percuoteranno inevitabilmente nei risultati finali. La seconda è quella nella quale sono impostate le opzioni di calcolo e viene attivato il solutore agli elementi finiti. I risultati del solutore vengono trasmessi al programma principale che mette a disposizione una serie di strumenti per eseguire l analisi dei risultati (deformate, mappe di colore delle azioni sugli elementi strutturali ecc.). Se l analisi mostra un comportamento soddisfacente il progettista potrà attivare, se disponibili, moduli specifici che consentiranno di tradurre in elaborati grafici e relazioni numeriche il comportamento della struttura. Queste tre fasi sono tra loro integrate e il processo di progettazione tipicamente prevede un continuo passaggio tra le tre fasi fino a quando la struttura non raggiunge la configurazione voluta dal progettista. Figura 5.1 Esempio di un modello di una struttura in c.a. 5.2 Il modello geometrico Se pensiamo alla realizzazione di una tipica struttura a telaio in calcestruzzo armato e supponendo di lavorare con un software agli elementi finiti partiremo inserendo una serie di elementi monodimensionali che consentono di modellare la presenza delle travi e dei pilastri. Nella definizione di questo modello dovremo in generale rispettare due esigenze: da un lato la necessità di individuare lo schema statico della struttura, dall altro di adeguare il modello di calcolo ad uno schema architettonico. Questa seconda esigenza, che si aggiunge a quella ben nota di modellazione, è un aspetto ormai presente in numerosi software di progettazione strutturale diffusi nel settore dell ingegneria civile. In questi software oltre all obiettivo di produrre risultati si vuole anche fornire in modo automatico esecutivi grafici relativi agli elementi strutturali in calcestruzzo armato. Tali esecutivi vanno considerati come basi grafiche da completare tramite software di disegno CAD. Se un software di calcolo ha l obiettivo di risolvere anche questo aspetto in pratica deve avere una doppia anima : da un lato consentire di creare il modello ad elementi finiti, dall altra deve consentire il posizionamento degli elementi finiti nella loro reale posizione di costruzione, vale a dire deve poter gestire il cosiddetto filo fisso.

3 ELABORAZIONE ELETTRONICA NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN C.A. 127 Oggigiorno i software dispongono di numerosi strumenti automatici per semplificare la modellazione strutturale. Tutti i software prevedono la possibilità di importare file in formato CAD da utilizzare come base per costruire il modello di calcolo sfruttando indicazioni architettoniche. A parte questi riferimenti le modalità di inserimento di una struttura sono molteplici, ma in generale possiamo distinguere le tre che ricorrono piuttosto di frequente: a) Creazione di un modello in cui gli elementi vengono inseriti in modo che gli estremi superiori dei pilastri e dei muri verticali coincidono con le quote di estradosso del solaio e con l estradosso delle travi alla stessa quota dell estradosso dei solai. Per ogni elemento strutturale monodimensionale il software crea delle zone rigide solo nella direzione dell asse degli elementi stessi. Vedere figura 5.2, tratta da (1). Figura 5.2 Approccio con modellazione di tipo a. Figura 5.3 Approccio con modellazione di tipo b. b) Creazione di un modello in cui gli elementi vengono definiti senza riferimenti a fili architettonici ma in posizione baricentrica. I nodi delle travi, posizionati in corrispondenza del baricentro, saranno a quota diversa da quella di estradosso solai; la quota dei nodi dei pilastri è pari alla quota del piano medio delle travi. Per ogni elemento strutturale monodimensionale il software crea delle zone rigide solo nella direzione dell asse degli elementi stessi. Non vi sono offset nel piano della sezione delle aste. Vedere figura 5.3, tratta da (1). c) Creazione di un modello in cui gli estremi superiori dei pilastri e dei muri verticali coincidono con le quote di estradosso solaio. In corrispondenza degli impalcati l estradosso ed i nodi delle travi sono posti alla stessa quota dell estradosso solai. In questo caso

4 128 CAPITOLO 5 si deve distinguere tra l unifilare di modellazione (tratto continuo in linea più spessa) e l unifilare di calcolo (linea tratteggiata). Per ogni elemento strutturale monodimensionale il software genera delle zone rigide sia nella direzione dell asse degli elementi stessi sia nel piano della sezione dell asta (offset rigidi). Vedere figura 5.4, tratta da (1). Figura 5.4 Approccio con modellazione di tipo c. Ognuno degli approcci descritti può essere in teoria utilizzato senza grossi problemi in termini di modellazione. Rimane però il problema di comprendere l effetto delle varie opzioni sul comportamento della struttura. In generale possiamo affermare che l ultimo tipo di modellazione è da sconsigliare soprattutto se usato in combinazione con una opzione di piano rigido che agisce in corrispondenza dei nodi strutturali di ogni impalcato. In questo caso infatti si può verificare (1) come nascano delle discontinuità artificiali nel diagramma delle azioni interne flettenti sulle travi (considerati sul tratto deformabile delle travi) che si sommano a quelli corretti e attesi, legati alla presenza di azioni concentrate o di azioni esercitate da elementi strutturali secondari. L opzione (b) è interessante perché permette di impostare la struttura inserendo tutti gli elementi in modo baricentrico (come tipicamente avviene in presenza di software di calcolo general purpouse). Tuttavia questa modellazione porta alla perdita delle informazioni relative al filo fisso degli elementi e quindi impedisce la produzione automatica degli elaborati grafici. L opzione (a) può essere considerata un buon compromesso tra i gli approcci (b) e (c). Da un lato si lavora sui fili fissi nella fase di introduzione, dall altra si tiene conto nella generazione degli oggetti della presenza di zone rigide in corrispondenza dei nodi strutturali. La figura 5.5 mostra una parte di una struttura che è sta modellata facendo uso dell approccio tipo (c). Tramite l attivazione della vista tridimensionale si può notare come la trave individuata dai nodi 4011 e 4012 è posizionata con i nodi all estradosso del solaio mentre il pilastro è posizionato con i nodi all esterno dell ingombro del pilastro. Infine un altro possibile approccio fa uso di rigid link. Nella figura 5.6 è riportato a titolo di esempio il particolare di un nodo nel quale sono evidenziati il modello con riferimento alle linee d assi, (delimitato dai nodi indicati tramite dei cerchi) e il possibile modello di calcolo riportato ai baricentri delle aste. I rigid link sono elementi finiti particolari in quanto consentono di collegare nodi non coincidenti tra loro con l obiettivo di trasmettere un certo numero di azioni interne. Nel nostro caso potrebbero essere utili per risolvere i nodi trave-pilastro. Il comportamento del nodo è discusso in più dettaglio nel capitolo 2.

5 ELABORAZIONE ELETTRONICA NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN C.A. 129 Figura 5.5 Modellazione con tentativo di rispettare la collocazione geometrica degli assi delle travi e dei pilastri. Figura 5.6 Particolare del posizionamento di travi e pilastri. Consideriamo ora l andamento del momento flettente nel pilastro (fig. 5.7). Avvicinandosi al nodo dall alto, il momento flettente cresce e la sezione nella quale è ragionevole collocare il massimo è la sezione di estradosso della trave. Analogamente, il momento flettente nella trave cresce avvicinandosi al nodo. La sezione alla quale raggiunge il massimo coincide con il filo del pilastro. Il nodo è soggetto ad un complesso stato di sforzo. In questa sede è sufficiente riconoscere che un buona rappresentazione del nodo, agli effetti del comportamento del telaio, è quella di corpo rigido delimitato dai fili della colonna e da estradosso ed intradosso delle travi. È chiaro che l utilizzo di questo tipo di elementi è sostanzialmente diverso rispetto a quello di fare uso di aste con offset, in quanto certamente dal punto di vista del comportamento dinamico complessivo dell edificio comporta una maggior rigidezza, con periodi propri conseguentemente ridotti. Dal punto di vista delle azioni interne, consente di leggere le azioni su travi e pilastri al filo esterno del nodo, anziché all intersezione degli assi. Questo approccio consente un ulteriore affinamento della modellazione, in quanto in condizioni sismiche si ricorre spesso a travi alte e a pilastri di sezione considerevole. Nel CD-ROM il lettore potrà ritrovare il modello realizzato facendo uso dell approccio (a). Eventualmente per esercizio potrà provare ad eseguire gli altri tipi di modellazione. Nel caso dei rigid link non disponendo, nel caso di ModeSt (3), di questi elementi specifici si potrà fare uso di elementi beam fittizi svincolati in modo opportuno nei due estremi a seconda di quali tipi di azioni vogliamo trasmettere.

6 130 CAPITOLO 5 Figura 5.7 Distribuzione dei momenti flettenti e dei tagli, nel rigid link. 5.3 La gestione dei carichi elementari Una volta definito il modello di calcolo la fase successiva da affrontare è quella legata all inserimento dei carichi. La definizione dei carichi consiste in generale in una prima definizione dei carichi elementari (peso, permanenti, accidentali, ecc.), seguita dalla generazione, in funzione della normativa utilizzata, delle combinazioni di carico. La definizione dei carichi elementari è una procedura ormai piuttosto semplice e consolidata. Tipicamente si parte dall archiviazione del peso proprio che viene calcolato automaticamente a partire dai dati degli elementi finiti inseriti in precedenza. Nella fase di archiviazione di questo carico troviamo due aspetti che dovremo risolvere per ogni caso elementare: Le definizione dei coefficienti moltiplicativi da usare nelle combinazioni agli stati limite La gestione del carico in termini di sicurezza e variabilità Come previsto dal metodo degli stati limite a ogni carico deve essere associata una tipologia. In questo modo sarà possibile caratterizzare il carico stesso con due diversi coefficienti (γ) da utilizzare uno nel caso in cui il carico aumenti la sicurezza della struttura ed uno nel caso in cui la diminuisca. Purtroppo nella realtà di una struttura molto complessa non è facile determinare a priori se certi carichi aumentino o no la sicurezza della struttura e quindi ModeSt (3) consente di operare in entrambe le ipotesi. Si pensi ai carichi accidentali in un capannone in cui i pilastri si comportano come mensole: associati alle azioni sismiche potrebbero essere a favore di sicurezza in quanto diminuiscono l eccentricità dello sforzo normale, mentre senza le azioni sismiche gli stessi carichi aumentano semplicemente la compressione nel pilastro e quindi sono a sfavore di sicurezza. Resta inevitabilmente compito dell utente operare le necessarie distinzioni per limitare il numero di casi da esaminare da parte di ModeSt (3). Ogni condizione di carico può quindi essere classificata come a favore di sicurezza, a sfavore di sicurezza o ambigua. In quest ultimo caso vengono generati entrambi i casi di sollecitazione (se i due coefficienti γ sono diversi), creando però un notevole numero di combinazioni da esaminare. I carichi di tipo variabile possono inoltre essere considerati come di base o come carichi indipendenti. Anche in questo caso ModeSt consente di operare la corretta classificazione dei carichi, introducendo anche la tipologia ambigua che comporta la creazione di entrambe le combinazioni.

7 ELABORAZIONE ELETTRONICA NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN C.A. 131 Figura 5.8 Archiviazione del peso proprio. Nella figura 5.8 sono riportati, a titolo di esempio, i coefficienti usati per la gestione del peso proprio strutturale. Si nota come i coefficienti siano quelli previsti dagli Eurocodici 1 ed 8. Nel nostro esempio il peso proprio per noi è sempre a sfavore e quindi verrà sempre considerato con il coefficiente massimo. Come evidenziato nella figura 5.9 nella scheda di archiviazione del peso sceglieremo la tipologia di carico elementare denominata permanente EC1. Altro carico tipico è quello relativo ai solai. Questi carichi sono tipicamente associati ad aree di carico. Per semplificare il lavoro dell utente i software mettono a disposizione strumenti automatici per la generazione rapida di queste aree di carico e per la determinazione dei carichi sulle travi di coronamento di questa aree. L utente deve procedere definendo i valori dei carichi permanenti ed accidentali, le aree di carico e la direzione di scarico (di solito si ipotizza una ripartizione a trave, come da figura 5.10 per esempio); il software provvede a calcolare i carichi sulle aste che costituiscono il perimetro dei solai. Nella fase di archiviazione del carico dei solai potremo generare due diversi set di carico, uno per quelli permanenti e l altro per quelli accidentali. Nel caso dei carichi accidentali, dovendo rispettare le indicazioni dell Eurocodice, potremo fare uso del coefficiente Φ per eventualmente scontare il contributo dei carichi variabili. Nella figura 5.11 si nota come è stato considerato un coefficiente pari a 0,33.

8 132 CAPITOLO 5 Figura 5.9 Coefficienti moltiplicativi per peso proprio. Altro interessante parametro riguarda la modalità di ripartizione dei carichi. Siccome abbiamo considerato dei carichi di area, e quindi non abbiamo inserito alcun elemento finito per la simulazione dei solai potremo comunque fare in modo di distinguere tra le aste esterne e le aste interne per tenere conto che queste ultime nella realtà assorbono un maggiore carico rispetto a quelle terminali a causa dell effetto iperstatico. Questa è una tipica approssimazione gestita dai software di calcolo. È responsabilità dell utente che potrà decidere se tenerne conto oppure no. Globalmente la somma dei carichi non viene modificata. Definiti i carichi da solaio gli altri carichi seguono le stesse considerazioni viste in precedenza e si rimanda alla documentazione del software per i maggiori dettagli. Alla fine le condizioni di carico elementari possono essere visualizzate come nella figura Esaminando la figura 5.12 si nota come tutti i carichi sono definiti come a sfavore di sicurezza e con variabilità ambigua. Nella figura 5.13 si può osservare lo schema riassuntivo dei coefficienti che il software utilizzerà per generare le combinazioni di carico agli stati limite.

9 ELABORAZIONE ELETTRONICA NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN C.A. 133 Figura 5.10 Schemi di carico dei solai per piano tipo di edificio. Figura 5.11 Coefficienti per la definizione dei solai di piano. Figura 5.12 Riassunto dei casi di carico elementari coi relativi coefficienti.

10 134 CAPITOLO 5 Figura 5.13 Coefficienti per le combinazioni di carico agli stati limite. 5.4 La gestione delle masse sismiche Tornando alla definizione ed archiviazione dei casi elementari di carico vi è un altro aspetto che l utente deve saper gestire correttamente. Si tratta dei coefficienti per la definizione delle matrici di massa in caso di analisi dinamica con la tecnica dello spettro di risposta. L analisi dinamica secondo il metodo dello spettro di risposta prevede una prima fase in cui viene eseguita un analisi modale. Questa analisi richiede la determinazione sia della matrice di rigidezza sia della matrice di massa della struttura. Nei termini della matrice di massa compaiono i contributi legati ai carichi gravitazionali agenti sulla struttura che vengono trasformati in masse secondo opportune direzioni. L aspetto importante da considerare è che queste direzioni devono essere scelte dall utente in base al risultato che si vuole raggiungere. Esaminando la figura 5.12 è opportuno notare come tutte le condizioni di carico elementari sono state generate con coefficienti 1 nelle colonne Mx, My e Jpz. In questo modo i carichi verranno tutti trasformati in masse che agiranno in direzione orizzontale ed attorno all asse globale Z della struttura. Questa è l opzione tipica utilizzabile quando si svolge un analisi dinamica di un edifico, ma è bene che l utente possa decidere con semplicità ed intervenire sulla modalità di generazione delle masse. In questo caso ad esempio non viene considerato il sisma in direzione Z. Altro aspetto è quello relativo alla modalità di generazione della matrice di massa. In generale possiamo avere due diversi approcci: consistent e lumped. Nel caso di approccio tipo Consistent la matrice di massa del generico elemento finito viene generata facendo uso delle stesse funzioni di forma utilizzate per la generazione dei termini delle matrici di rigidezza. Lo schema Consistent porta ad avere una matrice di massa piena, con termini diversi da zero anche fuori diagonale. L approccio lumped prevede invece che le masse siano concentrate in corrispondenza dei nodi di congruenza della struttura con la conseguenza che la matrice di massa risulterà diagonale. La figura 5.14, tratta da (1), mostra in modo semplice la differenza tra i due approcci. Nel caso di matrice di massa generata in modo Lumped in pratica le masse vengono concentrate nei nodi del modello.

11 ELABORAZIONE ELETTRONICA NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN C.A. 135 In presenza di un approccio Lumped bisognerà chiarire quali dei termini presenti sulla diagonale principale della matrice di massa vengono determinati dal modellatore. In generale i termini non nulli sono quelli legati alle traslazioni nel piano x,y ed alla rotazione rispetto all asse z globale, ipotizzando quindi che le altre masse concentrate abbiano inerzia rotazionale trascurabile. Esiste quindi il problema di verificare in che modo i software trasformano i vari carichi in massa perché in generale non tutti i programmi di calcolo consentono di generare matrici di massa Consistent per tutti i tipi di carico. Nel nostro caso Xfinest (4) possiede opzioni specifiche per la gestione in modo Consistent delle masse derivanti dal solo peso proprio mentre per gli altri carichi bisogna procedere creando masse concentrate ai nodi. Sebbene Xfinest possa generare matrici di massa Consistent per il peso proprio ModeSt (3) per semplicità genera sempre matrici di massa Lumped. Figura 5.14 Schematizzazione lumped e consistent. 5.5 La scelta dei vincoli Nella modellazione degli elementi strutturali di un edificio in calcestruzzo armato tutti gli elementi (mono e bidimensionali) vengono di solito inseriti in modo da trasmettere tutte le componenti di sollecitazione. In questo modo la parte più delicata diviene la definizione dei vincoli con il terreno. Nel campo dell ingegneria la maggior parte dei software consentono di modellare il comportamento del terreno utilizzando l approccio alla Winkler: il terreno viene schematizzato come un letto di molle a comportamento elastico, resistente a trazione e compressione nella sua versione lineare. Questo tipo di schematizzazione viene di solito introdotto utilizzando elementi finiti beam e shell specifici in cui la matrice di rigidezza deriva dalla teoria classica delle travi e delle piastre su suolo alla Winkler. In altri casi si introducono molle equivalenti ai nodi degli elementi calcolate in automatico dal software stesso sulla base dei già citati dati di input (costante di sottofondo ed impronta trasversale della fondazione) con il terreno. Nel nostro esempio la struttura di fondazione è costituita da un graticcio di travi rovesce (fig. 5.15). L elemento beam utilizzato è quello di Xfinest (4), specifico per le travi su suolo elastico. Definita la fondazione la struttura troverà in automatico un vincolo elastico in direzione Z globale a quota terreno. Allo scopo di impedire moti rigidi in orizzontale l utente dovrà intervenire per bloccare lo spostamento anche nel piano orizzontale (direzioni X ed Y ) e rispetto ad una rotazione attorno all asse Z.

12 136 CAPITOLO 5 Figura 5.15 Fondazione a graticcio. Figura 5.16 Vincoli aggiuntivi per i nodi della fondazione. Da un punto di vista numerico basterebbe vincolare un unico nodo per garantirsi contro eventuali labilità. Tenendo però conto che la struttura ha di fatto una sua parte al di sotto del terreno potremo considerare tale tipo di vincolo su tutti nodi in fondazione (vedi figura 5.16). 5.6 Le opzioni di calcolo Definito il modello ed i vincoli si tratta di definire in che modo eseguire il calcolo strutturale. In questa fase coesistono da una parte le tipiche impostazioni di calcolo per un solutore agli elementi finiti dall altra i vari parametri richiesti dalla normativa nel caso intendiamo eseguire analisi sismiche. In prima istanza l utente deve stabilire che tipo di analisi svolgere. Prescindendo dalla classica analisi statica, l Eurocodice permette di svolgere in generale i seguenti tipi di analisi: analisi statica equivalente, analisi sismica dinamica, analisi statica non lineare (o di pushover), analisi dinamica non lineare. Le analisi ovviamente differiscono tra loro in base all obiettivo che si vuole raggiungere ed ovviamente all impegno richiesto all utente. Le prime due analisi sono certamente i

13 ELABORAZIONE ELETTRONICA NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN C.A. 137 tipici calcoli che vengono eseguiti in presenza di nuovi edifici. La prima rappresenta una semplificazione della seconda e in base a quanto riportato dall Eurocodice 8 può essere efficacemente utilizzata in presenza di strutture regolari nelle quali il comportamento è determinato in massima parte dal primo di vibrazione. I due tipi di analisi rappresentano strumenti molto raffinati di indagine che a seguito delle recenti evoluzioni normative stanno via via stimolando l interesse dei progettisti. Di certo però pongono l utente di fronte a molteplici difficoltà interpretative e operative. In questa sede verranno analizzate le fasi che portano all impostazione di un analisi sismica con la tecnica dello spettro di risposta. Nell illustrazione del significato dei vari parametri si fa riferimento direttamente alle schede attivabili dal software ModeSt (3). Nel momento in cui attiviamo il comando per l attivazione del calcolo strutturale con metodo agli elementi finiti l utente si trova a disposizione una scheda composta da diverse sezioni. La prima è quella relativa all impostazione degli aspetti generali del calcolo (fig. 5.17). All interno di questa sezione possiamo evidenziare quattro parti essenziali: tipo di normativa da utilizzare, tipo di calcolo da svolgere, opzione sui piani rigidi, modalità di trasferimento delle masse in caso di analisi sismica. Figura 5.17 Scheda per l impostazione degli aspetti generali del calcolo strutturale.

14 138 CAPITOLO Normativa La scelta di un determinato codice si riflette nei parametri che dovremo inserire. Volendo svolgere un analisi agli stati limite e volendo rispettare le indicazioni dell Eurocodice si può selezionare l opzione Stati limite Ordinanza 3431 Questa scelta consente di attivare una serie di schede orientate allo svolgimento di analisi sismiche del tutto simile (a parte alcuni parametri) a quanto prescritto dall Eurocodice Opzioni di piano rigido La prima opzione attivabile consiste nel considerare i nodi di ogni impalcato come liberi di muoversi tenendo conto delle rigidezza mutue che si scambiano gli elementi che convergono in ogni piano. L opzione quindi prescinde dal considerare rigidezze aggiuntive che potrebbero provenire dalle strutture presenti negli impalcati quali i solai. La seconda opzione è quella maggiormente utilizzata nei calcolo di strutture a telaio. Consiste nell imporre l opzione di piano infinitamente rigido (opzione master-slave) su tutti gli impalcati definiti nella struttura. Questa opzione porta a vincolare gli spostamenti relativi nel piano orizzontale di uno stesso impalcato ma garantisce l inflessione delle travi. L opzione consente di ridurre il numero di gradi di libertà di un modello velocizzando la fase di calcolo simulando la presenza dei solai. È importante notare come questa opzione ha anche un impatto a livello di analisi dinamica modale in quanto la massa di ogni impalcato viene concentrata nel centro di massa dell edificio diminuendo quindi anche il numero di autovalori attivabili. Figura 5.18 Aste a raggiera per controvento solai. L altra tecnica attivabile prevede la possibilità di eseguire il controventamento a livello dei singoli solai, fig. 5.18, tratta da (1). Questa opzione viene di solito risolta individuando, per ogni solaio, un centro geometrico; in corrispondenza di questo punto viene creato un nuovo nodo, collegato ai nodi esistenti sul contorno del solaio con elementi di elevata rigidezza assiale. Questi elementi possono essere di tipo truss o beam (con opportuni svincoli per ripristinare un comportamento a biella). In questo modo si impone ai nodi di mantenere

15 ELABORAZIONE ELETTRONICA NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN C.A. 139 praticamente invariata la loro distanza reciproca nel piano del solaio, anche quando questo sia inclinato. L introduzione del nodo aggiuntivo centrale necessita di una precisazione: mentre nel caso di solai orizzontali basterà vincolare lo spostamento in direzione z e le rotazioni attorno agli assi cartesiani x e y, nel caso di solai su piani inclinati, non potendo in generale assegnare vincoli in direzione obliqua, i software introducono un elemento truss perpendicolare al piano che collega il centro del solaio con un nodo in corrispondenza del quale viene assegnato il vincolo sullo spostamento u z e sulle rotazioni attorno agli assi x ed y. Rispetto a questa tipiche opzioni appena commentate possiamo aggiungere che è molto importante la possibilità di poter attivare l opzione di master-slave oppure di controventamento solai differenziandola tra i diversi impalcati. In questo modo diviene possibile valutare correttamente la presenza di zone particolari ma tipiche di un edificio quali le coperture inclinate spingenti. È interessante inoltre accennare ad altre soluzioni quale la modellazione delle solette in calcestruzzo tramite una mesh di elementi finiti bidimensionali aventi un comportamento puramente membranale. La mesh può essere anche grossolana in quanto la sua funzione è solo quella di ripartire le forze orizzontali. Nel nostro esempio è stata considerata l opzione di piano-rigido a tutti i piani con esclusione della copertura Opzioni di trasferimento delle masse Nel caso di un analisi sismica dinamica è opportuno definire in che modo il software deve considerare le masse che non appartengono agli impalcati. In generale è sufficiente fare in modo che le masse intermedie generate a seguito della modellazione (si pensi ai nodi di elementi shell di setti verticali) vengano trasferite sugli impalcati più vicini. In questo modo, se è stata attivata anche l opzione di piano rigido, potremo sempre ragionare con tre gradi di libertà dinamici per ogni piano. Proseguendo nell analisi delle opzioni di calcolo, volendo svolgere un analisi sismica, dobbiamo definire i parametri sismici relativi all edificio (fig. 5.19). Queste opzioni cambiano nei dettagli tra le diverse normative ma nella sostanza consistono nel definire un set di parametri che consenta al software di individuare un primo valore di calcolo del coefficiente di struttura (o behaviour factor secondo la denominazione dell Eurocodice 8). Questo coefficiente è di estrema importanza perché consente di determinare le ordinate degli spettri di progetto da utilizzare in fase di calcolo Considerazioni sul coefficiente di struttura q Nei capitoli 1 e 2 sono state introdotti le nozioni relative al concetto di coefficiente di struttura. Nell ambito di un software di calcolo strutturale di solito si hanno a disposizione degli strumenti automatici per la determinazione di questo valore in modo rapido tenendo conto delle indicazioni presenti nella normativa utilizzata. In alternativa l utente può inserire il coefficiente che ritiene più opportuno. Nel nostro caso si è supposto di essere nella situazione di media duttilità (DCM), con un sistema strutturale a telaio (moment resisting frames). Si ottiene pertanto un valore finale di q = 4. Il valore viene inserito direttamente nella casella in modo da sovrascrivere quanto calcolato automaticamente dal programma, che applica quanto previsto dall Ordinanza 3431 (figura 5.20), leggermente diverso dall Eurocodice 8.

16 140 CAPITOLO 5 Figura 5.19 Sezione per l impostazione dei Dati struttura. Tabella 5.1 Coefficienti per la determinazione dei valori di q 0. Tipologia strutturale Classe di duttilità DCM DCH a) Telai incastrati 4 5α u /α b) Telai con controventi concentrici controventi diagonali controventi a V ,5 c) Telai con controventi eccentrici 4 5α u /α d) Struttura a pendolo invertito 2 2α u /α e) Struttura con nuclei in cemento armato o setti Vedi sezione 5 f) Telaio iperstatico con controventi concentrici 4 4α u /α g) Telai iperstatici con tamponamenti tamponamenti in cemento armato o muratura disconnessi in contatto con il telaio 2 2 tamponamenti in cemento armato connessi Vedi sezione 7 tamponamenti isolati dal telaio iperstatico (vedi i telai iperstatici) 4 5α u /α

17 ELABORAZIONE ELETTRONICA NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN C.A. 141 Figura 5.20 Determinazione del fattore di struttura q. Le successive opzioni riguardano il controllo delle eccentricità di piano. Nell analisi di un edificio le normative moderne quali l Eurocodice 8, per tenere conto delle possibili variazioni nelle masse strutturali e nella applicazione delle azioni sismiche, richiedono di considerare eccentricità artificiali del centro di massa per ogni piano della struttura in direzione perpendicolare a quelle di azione del sisma e pari a una certa percentuale delle dimensioni degli impalcati (di solito il 5%). Questa richiesta non è di poco conto perché impone di calcolare per ogni piano le dimensioni trasversali della struttura rispetto alla direzione del carico e di realizzare analisi modali diverse per ogni configurazione di massa variata. Questo approccio viene di solito semplificato. Ad esempio l Eurocodice 8 prevede due possibili approcci: considerare un coefficiente moltiplicativo delle azioni a valle di un analisi con centro di massa non variato, adottare un momento torcente aggiuntivo alle azioni sismiche sia che derivino da un analisi statica equivalente sia da un analisi modale. Questo secondo approccio è quello disponibile nel software ModeSt (3) e per questo motivo viene messa a a disposizione la scheda relativa ai dati di piano (fig. 5.21). Per ogni impalcato viene mostrato il valore di eccentricità calcolato automaticamente dal software ed eventualmente modificabile dall utente.

18 142 CAPITOLO 5 Figura 5.21 Dimensioni trasversali dell edificio ed eccentricità aggiuntive Dati di calcolo Altro gruppo di parametri importanti è quello contenuto nella scheda relativa ai dati di calcolo. Nel caso di analisi sismica dinamica la scheda avrà la configurazione riportata nella figura Le informazioni che dovremo fornire sono le seguenti: la zona sismica e quindi l accelerazione orizzontale massima, la categoria del suolo di fondazione, eventuali altri coefficienti moltiplicativi, angolo di ingresso del sisma, ordinate dello spettro di risposta di progetto, numero modi da estrarre, numero modi da considerare, attivazione dello stato limite di danno, attivazione degli stati limite non sismici (per valutare l effetto dei carichi statici), attivazione del momento torcente aggiuntivo per considerare le eccentricità addizionali Dati base per l analisi sismica Nell esempio considerato, l edifico è sito in Zona 3, il terreno è classificato di tipo A, con un angolo di ingresso di 0 (con anche il valore pari a +90 ). Non vi sono coefficienti moltiplicativi di tipo topografico. Il coefficiente di importanza è pari a Forma dello spettro di risposta L Eurocodice 8, in presenza di indagini geotecniche poco approfondite, suggerisce di considerare due differenti tipi di spettro, uno di tipo 1 e l altro di tipo 2. Questi spettri differiscono tra loro per la forma e la sequenza dei valori dei periodi che definiscono la curva dello spettro stesso. Nella tabella 5.2 sono riportati a titolo di esempio i valori dei periodi base che definiscono lo spettro per le varie categorie di terreno A,B,C,D,E. Nell esempio in esame la categoria del suolo considerata è la A. Lo spettro è quello di tipo 1.

19 ELABORAZIONE ELETTRONICA NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN C.A. 143 Figura 5.22 Dati di calcolo per analisi sismica statica. Tabella 5.2 Valori dei periodi base per uno spettro di tipo 1, secondo l Eurocodice Modalità di combinazione delle azioni sismiche Per quanto riguarda la fase di estrazione degli autovalori in generale esistono diverse tecniche utilizzabili. In questa sede non si vuole entrare nel merito dei diversi approcci ma possiamo menzionare come i due tipici metodi correntemente utilizzati prendono il nome di metodo di iterazione nel sottospazio e metodo di Lanczos. Il primo è uno dei primi metodi sviluppati storicamente ed è certamente il più utilizzato tra i vari software di calcolo agli elementi finiti. Il secondo presenta un approccio matematico più esteso, utile anche

20 144 CAPITOLO 5 per risolvere problemi con matrici non simmetriche o a termini complessi, e inoltre garantisce una maggiore rapidità di convergenza. Nel caso del software ModeSt (3)-Xfinest (4) sono disponibili entrambe le tecniche. L utente, attraverso la finestra delle opzioni del solutore (fig. 5.23), può accedere ad opzioni che possiamo definire di secondo livello e decidere quale tecnica utilizzare. È opportuno precisare come queste opzioni di controllo avanzato del calcolo siano accessibili rapidamente dall operatore e ben documentati a livello della manualistica a corredo al software. Figura 5.23 Opzioni avanzate di controllo del solutore Xfinest (4). A valle dell estrazione dei modi di vibrare il software procederà alla combinazione dei singoli modi. L Eurocodice 8 propone due tipi di combinazione, quella denominata SRSS (square root of the sum of the square) in cui la risposta sismica complessiva è calcolata come la somma dei valori assoluti delle singole risposte modali e la combinazione del tipo CQC (Complete Quadratic Combination Method) che a differenza del metodo precedente consente di tener conto del segno delle singole componenti modali. La generica componente u k della risposta sismica è data da una combinazione quadratica delle componenti u k,j (j=1, N modi) in cui i coefficienti di combinazione fra due modi distinti dipendono dai coefficienti di smorzamento dei due modi e dal rapporto fra le due frequenze. Questo metodo risulta più preciso del metodo SRSS nel caso di strutture che presentano modi di vibrare molto vicini tra loro. Per quanto riguarda invece il numero di modi da estrarre e da considerare in fase di combinazione, l Eurocodice 8 prevede due diversi possibili criteri: un numero di modi tale da movimentare almeno l 85% delle masse in ogni direzione,

21 ELABORAZIONE ELETTRONICA NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN C.A. 145 solo i modi di vibrare che partecipano come massa per almeno il 5% in ogni direzione. Questi vincoli pongono l utente in una situazione problematica in quanto deve stabilire delle opzioni prima del calcolo quando queste saranno note solo a valle dello stesso. Per questo è importante che il solutore, durante la fase di calcolo esegua un controllo su questi limiti e nel caso in cui essi non siano rispettati procederà ad aumentare la base di autovalori da considerare prolungando la fase di estrazione degli autovalori stessi. Nel caso in cui la struttura non consente di rispettare tali richieste il solutore dovrà evidenziare un messaggio di errore e terminare il calcolo. Quanto appena descritto è quanto viene svolto dal solutore Xfinest (4). Nel nostro caso, trattandosi di un semplice edificio intelaiato si sono considerati 15 modi di vibrare, lasciando attivo il vincolo della percentuale di massa minima pari all 85%, come richiesto dall Eurocodice 8. Per quanto riguarda la modalità di combinazione delle azioni sismiche nel caso dell Eurocodice 8 dovremo considerare o la formula di combinazione quadratica o la regola del 30%. Entrambe le formule sono disponibili in ModeSt (3). I valori massimi della risposta ottenuti da ciascuna delle due azioni orizzontali applicate separatamente potranno essere combinati sommando, ai massimi ottenuti per l azione applicata in una direzione, il 30% dei massimi ottenuti per l azione applicata nell altra direzione. L aspetto importante consiste non solo nelle particolari formule di combinazione ma nel fatto che l azione sismica viene considerata comunque come un azione risultante rispetto a due direzioni. Figura 5.24 Opzioni per l accoppiamento dei carichi variabili.

22 146 CAPITOLO Ambienti di carico Nella scheda successiva (Figura 5.24) si entra nella fase di gestione delle combinazioni di carico. Nel caso di generazione di combinazioni agli stati limite i software in generale forniscono diversi strumenti logici utili alla generazione ed al controllo delle combinazioni stesse a partire da quelle base. Nel caso di ModeSt (3) l utente ha a disposizione due schede, una denominata Ambienti l altra denominata Combinazioni. La scheda relativa agli ambienti di carico rappresenta lo strumento con il quale controllare: a) rispetto a quali stati limite generare le combinazioni, b) la gestione degli accoppiamenti tra i carichi variabili definiti. Volendo rispettare le richieste dell Eurocodice 1 e 8 verranno generate le seguente tipologie di combinazione: combinazione per lo stato limite ultimo sismico considerando con e senza eccentricità, combinazione per lo stato limite ultimo statico, combinazione per lo stato limite di esercizio per combinazioni rare, combinazione per lo stato limite di esercizio per combinazioni frequenti, combinazione per lo stato limite di esercizio per combinazioni quasi permanenti. La gestione dei carichi variabili è essenziale perché da questa dipende in massima parte il numero finale delle combinazioni di carico. Abbiamo già visto come in fase di definizione dei carichi elementari, per ognuno di questi, è possibile stabilire il tipo di sicurezza e la variabilità. Oltre a queste informazioni possiamo aggiungerne un altra e cioè se tra i carichi variabili definiti esiste una sorta di correlazione (accoppiamento). Ad esempio le condizioni di carico elementari dovute alla neve potrebbero essere definite entrambe come ambigue, ossia sia di base sia indipendenti, ma sarà opportuno imporre, nella scheda di gestione degli ambienti, che siano tra loro disaccoppiate. Al contrario se per motivi di convenienza di modellazione un certo carico (ad esempio l accidentale di solaio) è stato diviso in due o più condizioni di base diverse occorrerà imporre che le due condizioni base siano considerate, cioè accoppiate, in quanto concettualmente rappresentano una sola condizione di carico. Facendo riferimento al nostro esempio avendo generato quattro carichi variabili dello stesso tipo ed un carico accidentale tipo neve imporremo al programma di considerare i carichi variabili relativi ai solai come carichi accoppiati in fase di generazione delle combinazioni di carico. Il carico neve è invece considerato disaccoppiato rispetto agli altri carichi variabili Combinazioni di carico A seguito di questa scelte potremo accedere all ultima scheda per generare le combinazioni di carico. il numero delle combinazioni totali generate per il nostro esempio è riportato nella figura Si noti la successione nelle diverse tipologie di combinazione nella tabella della figura Le prime (dalla 1 alla 8) sono quelle relative allo stato limite ultimo in presenza di sisma, in cui è stata considerata anche l eccentricità aggiuntiva gestita dal software tramite un carico torcente di tipo statico; l altro gruppo, dalla combinazione numero 9 alla 16, è relativo allo stato limite di danno (sempre con il torcente aggiuntivo). Seguono poi le combinazioni (dal numero 17 al 18) relative alle verifiche di resistenze per soli carichi statici

23 ELABORAZIONE ELETTRONICA NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN C.A. 147 ed infine le combinazioni per le verifiche in esercizio per situazioni rare (R, numeri 19 e 20), frequenti (Q, numeri 21 e 22) e quasi permanenti (Q, numero 23). Esaminando le colonne, quelle numerate da 1 a 7 rappresentano le condizioni di carichi elementari con i relativi coefficienti. La colonna Mt rappresenta il contributo del carico statico torcente aggiuntivo, infine le colonne SX ed SY rappresentano l effetto del sisma secondo le direzioni principali X e Y della struttura. Questa finestra rappresenta per l utente un importante momento di controllo prima di eseguire il calcolo. È chiaro che trattandosi di analisi in regime elastico lineare le modifiche alle combinazioni possono ovviamente essere eseguite anche a valle del calcolo. Figura 5.25 Combinazione di carico generate dal programma Autodiagnostica del solutore Prima di iniziare il calcolo è opportuno ritornare alla finestra di gestione delle opzioni del solutore per evidenziare un aspetto di non poco conto. Tra le possibili opzioni che Xfinest (4) consente di attivare vi sono anche i possibili messaggi di warning che potrebbero nascere a seguito di problemi durante la fase di analisi. Queste opzioni hanno l obiettivo di aiutare l utente in quella procedura che ormai le normative moderne prescrivono come necessaria per la validazione del calcolo strutturale. Attraverso segnalazioni evidenziabili a video e su file il software aiuta l utente nell individuare situazioni critiche di analisi che per strutture complesse sarebbe moto difficile se non impossibile intercettare o prevedere. Abbiamo visto come la modellazione di una struttura è un operazione piuttosto complessa perché porta alla realizzazione di un modello composto da numerosi elementi finiti tra di loro differenti nel comportamento e nella formulazione matematica. Nella fase di soluzione del sistema matriciale possono verificarsi alcune criticità di calcolo che possono essere evidenziate solo dal solutore tramite opportuni messaggi di warning. Se necessario il solutore stesso dovrà interrompere l elaborazione. Riassumiamo di seguito i principali punti critici nei quali è essenziale il ruolo della messaggistica da parte del solutore:

24 148 CAPITOLO 5 a) problemi di labilità, b) i gradi di libertà inattivi c) problemi di malcondizionamento strutturale, d) problemi legati ad elementi bidimensionali distorti. a) I problemi legati alla mancanza di vincoli o all eccesso di svincolamenti interni sono sicuramente i più evidenti perché portano all interruzione del calcolo. In realtà è opportuno evidenziare come alcuni solutori in presenza di configurazioni labili ma in cui i moti rigidi rimasti liberi non vengono direttamente attivati dai carichi possono comunque arrivare alla soluzione. Questa situazione è decisamente pericolosa perché porta l utente ad interpretare la conclusione del calcolo come indicatore di correttezza del modello. È chiaro che un primo esame, sempre fondamentale, della deformata toglierebbe ogni dubbio sull esito del calcolo ma la situazione richiederebbe un intervento a monte del solutore che in questi casi non dovrebbe portare a termine il calcolo. Nel caso dei gradi libertà inattivi (già presentati precedentemente) non bloccati dall utente, il solutore dovrà segnalare l anomalia. b) I gradi di libertà inattivi rappresentano situazioni in cui nella struttura non sono presenti veri e propri movimenti, ma solo spostamento di alcuni nodi. Questo accade ad esempio quando si ha la connessione tra elementi a differente numero di gradi di libertà (connessione tra elemento truss ed elemento beam svincolato). Queste pseudo labilità se non intercettate dall utente in fase di modellazione e/o in fase di calcolo dal solutore possono portare a risultati inaccettabili e l utente deve conoscere come poter procedereper risolverli ma soprattutto conoscere se il solutore interviene in suo aiuto ed in che modo. In generale sarebbe opportuno che durante l analisi in presenza di tali situazioni il solutore interrompa il calcolo segnalando chiaramente la presenza di un problema-. L utente potrà decidere di proseguire nell analisi ma dovrà comunque intervenire a valle di essa per rivedere il modello. c) Il problema del malcondizionamento strutturale è legato alle situazioni in cui si hanno strutture che presentano zone in cui la differenza di rigidezza è molto elevata. Il malcondizionamento della soluzione comporta che le soluzioni trovate possono essere e- normemente sensibili a perturbazioni sui dati iniziali, vale a dire che ModeSt (3) e variazioni dei dati iniziali comportano grande differenze nei risultati, cosa chiaramente non accettabile. Una efficace modalità di ricerca di situazioni di questo tipo è quella relativa al controllo sui pivot, cioè il valore dei termini posti sulla diagonale principale della matrice di rigidezza rispetto ai quali vengono eseguite le operazioni di fattorizzazione della matrice di rigidezza della struttura. In fase di calcolo il rapporto tra i pivot massimi e minimi viene raffrontato ad un opportuno valore di tolleranza che dipende dalla precisione della macchina. Nel caso tale rapporto sia molto piccolo si possono distinguere i seguenti casi: nel modello ho una rigidezza molto piccola quindi la soluzione è legata ad una scelta progettuale oppure ho una rigidezza nulla (labilità) che per motivi numerici è ancora un numero molto piccolo. Non è possibile distinguere a priori in quale dei due casi ci si trova, è compito quindi dell utente capire se il problema è legato al modello o alla scelta progettuale. Senza voler entrare in dettagli tecnici, è opportuno che il software in questa situazione evidenzi un messaggio di attenzione che risulti come un campanello d allarme sul modo in cui si è modellata la struttura o sulle scelte progettuali stesse. Nel caso di Xfinest (4) per esempio vi è un controllo di questo tipo. Se questo rapporto supera il grado di precisione massimo del computer il solutore genera un messaggio di warning. d) Uno dei problemi tipici è quello legato alla qualità delle mesh di elementi finiti bidimensionali. In fase di meshatura può capitare che, di fronte a forme molto irregolari,

25 ELABORAZIONE ELETTRONICA NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN C.A. 149 vengano generate mesh con elementi molto distorti in cui per esempio gli angoli tra i lati di alcuni elementi finiti della mesh superano i 180 oppure vi sono elementi triangolari molto allungati. In generale è consigliabile non introdurre elementi con angoli interni superiori a 180 o molto allungati. L utente può disporre di strumenti di controllo più o meno accurati già in fase di modellazione oppure individuare in modo manuale i punti critici, perlomeno nel caso di modelli semplici. In presenza di modelli di grandi dimensioni e con mesh fitte tale controllo risulta molto difficoltoso. Diviene allora importante, in questo caso, disporre di adeguati warning da parte del solutore in fase di calcolo Analisi dei risultati Dopo avere eseguito il calcolo e prima di passare alla fase di progettazione e verifica degli elementi strutturali in calcestruzzo armato, l utente deve svolgere una serie di indagini numeriche per comprendere il comportamento della struttura modellata. Le prime verifiche riguardano i controlli relativi alla regolarità strutturale. Il tema della regolarità è un argomento tipico delle normative moderne. I requisiti di regolarità riguardano la distribuzione della massa e della rigidezza all interno della struttura muovendosi in pianta e attraversi i vari piani. Questi controlli servono per prevenire comportamento irregolari nei confronti di azioni orizzontali con il rischio di portare alla crisi elementi strutturali che in condizioni statiche non avrebbero alcun problema. L Eurocodice 8 distingue tra regolarità in pianta e regolarità in elevazione. Nella prima convergono requisiti quali: simmetria nella distribuzione delle rigidezza e delle masse per forze orizzontali, geometria compatta della struttura lungo i diversi piani, rigidezza di piano molto più alta di quella flessionale, controllo nel valore della snellezza in pianta, confronto tra i valori di eccentricità strutturale e raggio torsionale. Nella seconda dovremmo rispettare i seguenti limiti: nessuna interruzione lungo l altezza di pilastrate, setti, ecc., variazione della rigidezza e della massa di tipo costante o graduale, presenza di arretramenti nelle forma della struttura che rispettino le limitazioni imposte. Molti di questi requisiti possono essere verificati attraverso semplici considerazioni geometriche e di forma della struttura. Allo scopo di dare qualche prima indicazione su queste tematiche per quanto riguarda la simmetria in termini di rigidezza laterale e di massa molto utile è l analisi dei primi modi di vibrare. In presenza di una struttura regolare ci aspettiamo che i primi due modi siano flessionali. Nel nostro caso la cosa è confermata dalla rappresentazione grafica delle deformate modali dei primi due modi di vibrare (fig. 5.26) e dalla figura 5.27 che riassume i valori numerici delle percentuali di massa coinvolte nei singoli modi. Per i primi due modi la massa coinvolta è nettamente di tipo flessionale. Per quanto riguarda invece la distribuzione delle masse in elevazione ModeSt (3) fornisce un comando che descrive numericamente la variazione di masse attraverso i piani. La figura 5.28 mostra il dettaglio numerico. Una volta identificato il livello di regolarità strutturale l utente potrà procedere alla fase di analisi. In questa fase gli strumenti a disposizione saranno sia di tipo numerico (tipicamente tabelle) sia grafico (mappe di colore ecc). A titolo di esempio e per concludere la descrizione di questo esempio, si riportano alcuni risultati utili alla comprensione del comportamento strutturale.

Piani di input e piani di calcolo reale in FaTA-e

Piani di input e piani di calcolo reale in FaTA-e 0 1 Piani di input e piani di calcolo reali in FaTA-e Dalla versione XX di FaTA-e è presente una nuova implementazione per il calcolo dei baricentri di massa e rigidezza. La nuova procedura consente di

Dettagli

TECNICA DELLE COSTRUZIONI: PROGETTO DI STRUTTURE LE FONDAZIONI

TECNICA DELLE COSTRUZIONI: PROGETTO DI STRUTTURE LE FONDAZIONI LE FONDAZIONI Generalità sulle fondazioni Fondazioni dirette Plinti isolati Trave rovescia Esecutivi di strutture di fondazione Generalità Le opere di fondazione hanno il compito di trasferire le sollecitazioni

Dettagli

Gli edifici in c.a. Prof. Ing. Aurelio Ghersi Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale Università di Catania

Gli edifici in c.a. Prof. Ing. Aurelio Ghersi Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale Università di Catania Gli edifici in c.a. Prof. Ing. Aurelio Ghersi Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale Università di Catania Il controllo della progettazione: i compiti del collaudatore. Forum della Tecnica delle

Dettagli

Carichi unitari. Dimensionamento delle sezioni e verifica di massima. Dimensionamento travi a spessore. Altri carichi unitari. Esempio.

Carichi unitari. Dimensionamento delle sezioni e verifica di massima. Dimensionamento travi a spessore. Altri carichi unitari. Esempio. Carichi unitari delle sezioni e verifica di massima Una volta definito lo spessore, si possono calcolare i carichi unitari (k/m ) Solaio del piano tipo Solaio di copertura Solaio torrino scala Sbalzo piano

Dettagli

ALCUNE NOTE SULLA MODELLAZIONE FEM DELLE PLATEE DI FONDAZIONE IN C.A.

ALCUNE NOTE SULLA MODELLAZIONE FEM DELLE PLATEE DI FONDAZIONE IN C.A. Paolo Varagnolo Giorgio Pilloni ALCUNE NOTE SULLA MODELLAZIONE FEM DELLE PLATEE DI FONDAZIONE IN C.A. Ingegneri liberi professionisti Padova luglio 2010 ------------------------- Nella progettazione esecutiva

Dettagli

PARTICOLARI COSTRUTTIVI MURATURA ARMATA POROTON

PARTICOLARI COSTRUTTIVI MURATURA ARMATA POROTON PARTICOLARI COSTRUTTIVI MURATURA ARMATA POROTON La muratura armata rappresenta un sistema costruttivo relativamente nuovo ed ancora non molto conosciuto e le richieste di chiarimenti sulle modalità di

Dettagli

MODELLAZIONE DI UN EDIFICIO IN MURATURA CON IL PROGRAMMA DI CALCOLO 3MURI

MODELLAZIONE DI UN EDIFICIO IN MURATURA CON IL PROGRAMMA DI CALCOLO 3MURI MODELLAZIONE DI UN EDIFICIO IN MURATURA CON IL PROGRAMMA DI CALCOLO 3MURI 1) CREARE UN FILE.DXF IN AUTOCAD NEL QUALE VENGONO RIPORTATE LE PIANTE DEI VARI PIANI DELL EDIFICIO DA ANALIZZARE. RISULTA CONVENIENTE

Dettagli

Quilian. L evoluzione del progetto di strutture intelaiate in calcestruzzo armato. Marzo 2009

Quilian. L evoluzione del progetto di strutture intelaiate in calcestruzzo armato. Marzo 2009 Quilian L evoluzione del progetto di strutture intelaiate in calcestruzzo armato Marzo 2009 La Softing quest anno compie 25 anni dalla sua costituzione. Un quarto di secolo al servizio dell ingegneria

Dettagli

Per calcolare agevolmente strutture con travi reticolari miste, tipo NPS SYSTEM di Tecnostrutture, è stato necessario introdurre in MasterSap molti

Per calcolare agevolmente strutture con travi reticolari miste, tipo NPS SYSTEM di Tecnostrutture, è stato necessario introdurre in MasterSap molti Per calcolare agevolmente strutture con travi reticolari miste, tipo NPS SYSTEM di Tecnostrutture, è stato necessario introdurre in MasterSap molti accorgimenti indispensabili per una rapida ed efficiente

Dettagli

Analisi e diagramma di Pareto

Analisi e diagramma di Pareto Analisi e diagramma di Pareto L'analisi di Pareto è una metodologia statistica utilizzata per individuare i problemi più rilevanti nella situazione in esame e quindi le priorità di intervento. L'obiettivo

Dettagli

Lezione 1. Obiettivi prestazionali e normativa vigente. Laboratorio progettuale (Tecnica delle Costruzioni)

Lezione 1. Obiettivi prestazionali e normativa vigente. Laboratorio progettuale (Tecnica delle Costruzioni) Lezione 1 Obiettivi prestazionali e normativa vigente Laboratorio progettuale (Tecnica delle Costruzioni) Obiettivi prestazionali Obiettivi progettuali Sono definiti dall associazione associazione tra

Dettagli

PORTANZA DELLE FONDAZIONI

PORTANZA DELLE FONDAZIONI 1 N.T.C. 2008, Capitolo 6.4 - OPERE DI FONDAZIONE Nelle verifiche di sicurezza devono essere presi in considerazione tutti i meccanismi di stato limite ultimo, sia a breve sia a lungo termine. Gli stati

Dettagli

Il calcolo delle sopraelevazioni in muratura in funzione del livello di conoscenza

Il calcolo delle sopraelevazioni in muratura in funzione del livello di conoscenza MICHELE VINCI Il calcolo delle sopraelevazioni in muratura in funzione del livello di conoscenza Collana Calcolo di edifici in muratura (www.edificiinmuratura.it) Articolo 2 Ottobre 2013 Bibliografia:

Dettagli

Calcolo del Valore Attuale Netto (VAN)

Calcolo del Valore Attuale Netto (VAN) Calcolo del Valore Attuale Netto (VAN) Il calcolo del valore attuale netto (VAN) serve per determinare la redditività di un investimento. Si tratta di utilizzare un procedimento che può consentirci di

Dettagli

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.

Dettagli

SETTI O PARETI IN C.A.

SETTI O PARETI IN C.A. SETTI O PARETI IN C.A. Parete Pareti accoppiate SETTI O PARETI IN C.A. Na 20% Fh i i h i Na/M tot >=0.2 SETTI O PARETI IN C.A. IL FATTORE DI STRUTTURA VERIFICHE SETTI O PARETI IN C.A. SOLLECITAZIONI -FLESSIONE

Dettagli

Per prima cosa si determinano le caratteristiche geometriche e meccaniche della sezione del profilo, nel nostro caso sono le seguenti;

Per prima cosa si determinano le caratteristiche geometriche e meccaniche della sezione del profilo, nel nostro caso sono le seguenti; !""##"!$%&'((""!" )**&)+,)-./0)*$1110,)-./0)*!""##"!$%&'((""!" *&)23+-0-$4--56%--0.),0-,-%323 -&3%/ La presente relazione ha lo scopo di illustrare il meccanismo di calcolo che sta alla base del dimensionamento

Dettagli

Edifici antisismici in calcestruzzo armato. Aurelio Ghersi

Edifici antisismici in calcestruzzo armato. Aurelio Ghersi Incontro di aggiornamento Edifici antisismici in calcestruzzo armato Aspetti strutturali e geotecnici secondo le NTC08 1 Esame visivo della struttura Orizzonte Hotel, Acireale 16-17 dicembre 2010 Aurelio

Dettagli

FONDAZIONI SU PALI TRIVELLATI

FONDAZIONI SU PALI TRIVELLATI FONDAZIONI SU PALI TRIVELLATI 1.0 CRITERI DI DIMENSIONAMENTO DEI PALI Il dimensionamento dei pali viene eseguito tenendo conto dei criteri appresso riportati. a) Inizialmente vengono determinati i carichi

Dettagli

SymCAD/C.A.T.S. modulo Canali Schema

SymCAD/C.A.T.S. modulo Canali Schema SymCAD/C.A.T.S. modulo Canali Schema Il modulo Ventilazione Standard permette di effettuare la progettazione integrata (disegno e calcoli) in AutoCAD di reti di canali aria (mandata e ripresa). Il disegno

Dettagli

risulta (x) = 1 se x < 0.

risulta (x) = 1 se x < 0. Questo file si pone come obiettivo quello di mostrarvi come lo studio di una funzione reale di una variabile reale, nella cui espressione compare un qualche valore assoluto, possa essere svolto senza necessariamente

Dettagli

TEST DI VALIDAZIONE DEL SOFTWARE VEM NL

TEST DI VALIDAZIONE DEL SOFTWARE VEM NL 1 2 TEST DI VALIDAZIONE DEL SOFTWARE VEM NL Confronto dei risultati tra il software VEM NL el il metodo SAM proposto dall Unità di Ricerca dell Università di Pavia. Stacec s.r.l. Software e servizi per

Dettagli

Fondazioni a platea e su cordolo

Fondazioni a platea e su cordolo Fondazioni a platea e su cordolo Fondazione a platea massiccia Una volta normalmente impiegata per svariate tipologie di edifici, oggi la fondazione a platea massiccia viene quasi esclusivamente adottata

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

ELENCO CLIENTI FORNITORI Patch1

ELENCO CLIENTI FORNITORI Patch1 ELENCO CLIENTI FORNITORI Patch1 Il pacchetto P15_200ElencoCF_Patch1.exe contiene una serie di aggiornamenti alla procedura di generazione del file contenente l. Download: 1) Assicurarsi di avere una versione

Dettagli

www.lavoripubblici.it

www.lavoripubblici.it Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ****** Istruzioni per l applicazione delle Norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008 16 INTRODUZIONE Il Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008,

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

7 Applicazioni ulteriori

7 Applicazioni ulteriori 7 Applicazioni ulteriori 7 Applicazioni ulteriori 7.1 Strutture con maglie chiuse 7.1.1 Analisi cinematica Si consideri la struttura in figura 7.1: i gradi di libertà sono pari a l =3n c v =3 0 3 = 0,

Dettagli

Capitolo 2. Operazione di limite

Capitolo 2. Operazione di limite Capitolo 2 Operazione di ite In questo capitolo vogliamo occuparci dell operazione di ite, strumento indispensabile per scoprire molte proprietà delle funzioni. D ora in avanti riguarderemo i domini A

Dettagli

PROCEDURA INVENTARIO DI MAGAZZINO di FINE ESERCIZIO (dalla versione 3.2.0)

PROCEDURA INVENTARIO DI MAGAZZINO di FINE ESERCIZIO (dalla versione 3.2.0) PROCEDURA INVENTARIO DI MAGAZZINO di FINE ESERCIZIO (dalla versione 3.2.0) (Da effettuare non prima del 01/01/2011) Le istruzioni si basano su un azienda che ha circa 1000 articoli, che utilizza l ultimo

Dettagli

Modo grafico Solido dinamico viene visualizzata la struttura riportata nell immagine. Premere il tasto x per uscire.

Modo grafico Solido dinamico viene visualizzata la struttura riportata nell immagine. Premere il tasto x per uscire. Esercitazione n. 7 di progettazione con PRO_SAP: Analisi dell interazione terreno-struttura In questa esercitazione guidata sono illustrate alcune semplici procedure che permettono di sperimentare direttamente

Dettagli

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY)

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) CICLO DI LEZIONI per Progetto e Gestione della Qualità Facoltà di Ingegneria CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) Carlo Noè Università Carlo Cattaneo e-mail: cnoe@liuc.it 1 CAPACITÀ DI PROCESSO Il

Dettagli

EDIFICI IN MURATURA ORDINARIA, ARMATA O MISTA

EDIFICI IN MURATURA ORDINARIA, ARMATA O MISTA Edifici in muratura portante 2 1 Cosa è ANDILWall? ANDILWall è un software di analisi strutturale che utilizza il motore di calcolo SAM II, sviluppato presso l Università degli Studi di Pavia e presso

Dettagli

Capitolo 3. L applicazione Java Diagrammi ER. 3.1 La finestra iniziale, il menu e la barra pulsanti

Capitolo 3. L applicazione Java Diagrammi ER. 3.1 La finestra iniziale, il menu e la barra pulsanti Capitolo 3 L applicazione Java Diagrammi ER Dopo le fasi di analisi, progettazione ed implementazione il software è stato compilato ed ora è pronto all uso; in questo capitolo mostreremo passo passo tutta

Dettagli

BASATI SULLA GERARCHIA DELLE RESISTENZE. Footer Text

BASATI SULLA GERARCHIA DELLE RESISTENZE. Footer Text ARGOMENTI: MATERIALI E PRODOTTI DA COSTRUZIONE TIPOLOGIE STRUTTURALI E DETTAGLI COSTRUTTIVI AZIONI SULLE COSTRUZIONI RISPOSTA SISMICA E CRITERI DI PROGETTAZIONE BASATI SULLA GERARCHIA DELLE RESISTENZE

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

Guida alla compilazione on-line delle domande di Dote Scuola A.S. 2013-2014 - per le Famiglie INDICE

Guida alla compilazione on-line delle domande di Dote Scuola A.S. 2013-2014 - per le Famiglie INDICE Guida alla compilazione on-line delle domande di Dote Scuola A.S. 2013-2014 - per le Famiglie INDICE Introduzione... 2 Riconoscimento del soggetto richiedente da parte del sistema... 2 Elenco dei servizi

Dettagli

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1) Transitori Analisi nel dominio del tempo Ricordiamo che si definisce transitorio il periodo di tempo che intercorre nel passaggio, di un sistema, da uno stato energetico ad un altro, non è comunque sempre

Dettagli

Corso di Informatica Generale (C. L. Economia e Commercio) Ing. Valerio Lacagnina Rappresentazione in virgola mobile

Corso di Informatica Generale (C. L. Economia e Commercio) Ing. Valerio Lacagnina Rappresentazione in virgola mobile Problemi connessi all utilizzo di un numero di bit limitato Abbiamo visto quali sono i vantaggi dell utilizzo della rappresentazione in complemento alla base: corrispondenza biunivoca fra rappresentazione

Dettagli

Contributo dei tamponamenti nelle strutture in c.a. Metodo utilizzato da FaTA-e

Contributo dei tamponamenti nelle strutture in c.a. Metodo utilizzato da FaTA-e 1 2 Contributo dei tamponamenti nelle strutture in c.a Metodo utilizzato da FaTA-e La presenza dei tamponamenti in una struttura in c.a., come evidenziato nei vari eventi tellurici avvenuti, riveste un

Dettagli

Analisi sensitività. Strumenti per il supporto alle decisioni nel processo di Valutazione d azienda

Analisi sensitività. Strumenti per il supporto alle decisioni nel processo di Valutazione d azienda Analisi sensitività. Strumenti per il supporto alle decisioni nel processo di Valutazione d azienda Premessa Con l analisi di sensitività il perito valutatore elabora un range di valori invece di un dato

Dettagli

PROGETTO PER LA TRASMISSIONE DOCUMENTI RELATIVI ALL APPROVAZIONE DELLE MANIFESTAZIONI IN FORMA DIGITALE

PROGETTO PER LA TRASMISSIONE DOCUMENTI RELATIVI ALL APPROVAZIONE DELLE MANIFESTAZIONI IN FORMA DIGITALE PROGETTO PER LA TRASMISSIONE DOCUMENTI RELATIVI ALL APPROVAZIONE DELLE MANIFESTAZIONI IN FORMA DIGITALE L approvazione di una manifestazione nazionale od internazionale comporta spesso la trasmissione

Dettagli

Strutturazione logica dei dati: i file

Strutturazione logica dei dati: i file Strutturazione logica dei dati: i file Informazioni più complesse possono essere composte a partire da informazioni elementari Esempio di una banca: supponiamo di voler mantenere all'interno di un computer

Dettagli

Fasi di creazione di un programma

Fasi di creazione di un programma Fasi di creazione di un programma 1. Studio Preliminare 2. Analisi del Sistema 6. Manutenzione e Test 3. Progettazione 5. Implementazione 4. Sviluppo 41 Sviluppo di programmi Per la costruzione di un programma

Dettagli

McGraw-Hill. Tutti i diritti riservati

McGraw-Hill. Tutti i diritti riservati Copyright 004 The Companies srl e Corbusier - Progetto per il palazzo dei Soviet a Mosca 1931 Problema 1. Arco Trave di copertura Tirante bielle Membrana di copertura Fig. P1.1 Analizzare il sistema in

Dettagli

L amministratore di dominio

L amministratore di dominio L amministratore di dominio Netbuilder consente ai suoi clienti di gestire autonomamente le caselle del proprio dominio nel rispetto dei vincoli contrattuali. Ciò è reso possibile dall esistenza di un

Dettagli

Dimensionamento delle strutture

Dimensionamento delle strutture Dimensionamento delle strutture Prof. Fabio Fossati Department of Mechanics Politecnico di Milano Lo stato di tensione o di sforzo Allo scopo di caratterizzare in maniera puntuale la distribuzione delle

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

La modellazione delle strutture

La modellazione delle strutture La modellazione delle strutture Programma 31-1-2012 Introduzione e brevi richiami al metodo degli elementi finiti 7-2-2012 La modellazione della geometria 14-2-2012 21-2-2012 28-2-2012 6-3-2012 13-3-2012

Dettagli

Le fattispecie di riuso

Le fattispecie di riuso Le fattispecie di riuso Indice 1. PREMESSA...3 2. RIUSO IN CESSIONE SEMPLICE...4 3. RIUSO CON GESTIONE A CARICO DEL CEDENTE...5 4. RIUSO IN FACILITY MANAGEMENT...6 5. RIUSO IN ASP...7 1. Premessa Poiché

Dettagli

RECUPERO DATI LIFO DA ARCHIVI ESTERNI

RECUPERO DATI LIFO DA ARCHIVI ESTERNI RECUPERO DATI LIFO DA ARCHIVI ESTERNI È possibile importare i dati relativi ai LIFO di esercizi non gestiti con Arca2000? La risposta è Sì. Esistono tre strade per recuperare i dati LIFO per gli articoli

Dettagli

CASI DI STUDIO e ANALISI TECNOLOGICA DELLE VARIABILITA

CASI DI STUDIO e ANALISI TECNOLOGICA DELLE VARIABILITA CASI DI STUDIO e ANALISI TECNOLOGICA DELLE VARIABILITA Il mio obbiettivo per limitare il ponte termico del balcone è quello di garantire la continuità dell isolante tra la muratura e la partizione orizzontale

Dettagli

6. Analisi statica lineare: esempio di calcolo

6. Analisi statica lineare: esempio di calcolo 6. Analisi statica lineare: esempio di calcolo Si supponga di volere determinare lo schema di carico per il calcolo all SLV delle sollecitazioni in direzione del telaio riportato nella Pfigura 1, con ordinata

Dettagli

E mail: emadelmo@dicea.unifi.it Web: www.dicea.unifi.it/~emadelmo. Firenze, 12/03/2009

E mail: emadelmo@dicea.unifi.it Web: www.dicea.unifi.it/~emadelmo. Firenze, 12/03/2009 www.dicea.unifi.it Anno accademico 2008/2009 Ingegneria Sismica CIS Emanuele Del Monte E mail: emadelmo@dicea.unifi.it Web: www.dicea.unifi.it/~emadelmo Firenze, 12/03/2009 PRIMA PARTE CARATTERISTICHE

Dettagli

LE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO: Progetto dei pilastri

LE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO: Progetto dei pilastri prof. Renato Giannini LE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO: Progetto dei pilastri (arch. Lorena Sguerri) Prescrizioni di normativa per le armature dei pilastri La normativa (D.M. 09/01/96, par.5.3.4) fornisce

Dettagli

Guida all uso di Java Diagrammi ER

Guida all uso di Java Diagrammi ER Guida all uso di Java Diagrammi ER Ver. 1.1 Alessandro Ballini 16/5/2004 Questa guida ha lo scopo di mostrare gli aspetti fondamentali dell utilizzo dell applicazione Java Diagrammi ER. Inizieremo con

Dettagli

e-dva - eni-depth Velocity Analysis

e-dva - eni-depth Velocity Analysis Lo scopo dell Analisi di Velocità di Migrazione (MVA) è quello di ottenere un modello della velocità nel sottosuolo che abbia dei tempi di riflessione compatibili con quelli osservati nei dati. Ciò significa

Dettagli

La modellazione delle strutture

La modellazione delle strutture La modellazione delle strutture 1 Programma 31-1-2012 Introduzione e brevi richiami al metodo degli elementi finiti 7-2-2012 La modellazione della geometria 14-2-2012 21-2-2012 28-2-2012 6-3-2012 13-32012

Dettagli

03. Il Modello Gestionale per Processi

03. Il Modello Gestionale per Processi 03. Il Modello Gestionale per Processi Gli aspetti strutturali (vale a dire l organigramma e la descrizione delle funzioni, ruoli e responsabilità) da soli non bastano per gestire la performance; l organigramma

Dettagli

TRAVE SU SUOLO ELASTICO

TRAVE SU SUOLO ELASTICO Capitolo 3 TRAVE SU SUOLO ELASTICO (3.1) Combinando la (3.1) con la (3.2) si ottiene: (3.2) L equazione differenziale può essere così riscritta: (3.3) La soluzione dell equazione differenziale di ordine

Dettagli

Statistica. Lezione 6

Statistica. Lezione 6 Università degli Studi del Piemonte Orientale Corso di Laurea in Infermieristica Corso integrato in Scienze della Prevenzione e dei Servizi sanitari Statistica Lezione 6 a.a 011-01 Dott.ssa Daniela Ferrante

Dettagli

L IDENTIFICAZIONE STRUTTURALE

L IDENTIFICAZIONE STRUTTURALE e L IDENTIFICAZIONE STRUTTURALE I problemi legati alla manutenzione e all adeguamento del patrimonio edilizio d interesse storico ed artistico sono da alcuni anni oggetto di crescente interesse e studio.

Dettagli

Dimensione di uno Spazio vettoriale

Dimensione di uno Spazio vettoriale Capitolo 4 Dimensione di uno Spazio vettoriale 4.1 Introduzione Dedichiamo questo capitolo ad un concetto fondamentale in algebra lineare: la dimensione di uno spazio vettoriale. Daremo una definizione

Dettagli

Bassa massa volumica (peso)= basse forze inerziali sismiche (peso del legno= 450 Kg/m³ 30-40 kg/m² ;

Bassa massa volumica (peso)= basse forze inerziali sismiche (peso del legno= 450 Kg/m³ 30-40 kg/m² ; BUON COMPORTAMENTO IN ZONA SISMICA Il legno come materiale e le strutture in legno in generale sono naturalmente dotate di alcune caratteristiche intrinseche che ne rendono non solo adatto ma consigliabile

Dettagli

13. Campi vettoriali

13. Campi vettoriali 13. Campi vettoriali 1 Il campo di velocità di un fluido Il concetto di campo in fisica non è limitato ai fenomeni elettrici. In generale il valore di una grandezza fisica assegnato per ogni punto dello

Dettagli

MANUALE ECOTRACCIA (ver 1.20140311)

MANUALE ECOTRACCIA (ver 1.20140311) MANUALE ECOTRACCIA (ver 1.20140311) INTRODUZIONE Il presente manuale è rivolto ad aziende che gestiscono in proprio il registro di carico e scarico con la procedura ecotraccia ; la configurazione del sistema

Dettagli

24 - Strutture simmetriche ed antisimmetriche

24 - Strutture simmetriche ed antisimmetriche 24 - Strutture simmetriche ed antisimmetriche ü [.a. 2011-2012 : ultima revisione 1 maggio 2012] In questo capitolo si studiano strutture piane che presentano proprieta' di simmetria ed antisimmetria sia

Dettagli

Guida alla compilazione on-line delle domande di Dote Scuola A.S. 2014-2015 - per le Famiglie INDICE

Guida alla compilazione on-line delle domande di Dote Scuola A.S. 2014-2015 - per le Famiglie INDICE Guida alla compilazione on-line delle domande di Dote Scuola A.S. 2014-2015 - per le Famiglie INDICE Introduzione... 2 Riconoscimento del soggetto richiedente da parte del sistema... 2 Elenco dei servizi

Dettagli

Il controllo della visualizzazione

Il controllo della visualizzazione Capitolo 3 Il controllo della visualizzazione Per disegnare in modo preciso è necessario regolare continuamente l inquadratura in modo da vedere la parte di disegno che interessa. Saper utilizzare gli

Dettagli

flusso delle informazioni... 2 password... 3 password/2... 3 inserimento di una nuova richiesta... 4 le condizioni di vendita... 6

flusso delle informazioni... 2 password... 3 password/2... 3 inserimento di una nuova richiesta... 4 le condizioni di vendita... 6 istruzioni per l inserimento di una richiesta on line di prodotti speciali flusso delle informazioni... 2 password... 3 password/2... 3 inserimento di una nuova richiesta... 4 le condizioni di vendita...

Dettagli

Certificazione di produzione di codice di calcolo Programma CAP3

Certificazione di produzione di codice di calcolo Programma CAP3 1 Certificazione di produzione di codice di calcolo Programma CAP3 1) CARATTERISTICHE DEL CODICE Titolo programma : CAP3 - Travi precompresse ad armatura pretesa, Metodo agli stati limite. Autore : ing.

Dettagli

Versione 8.3+ Caratteristiche e nuove funzioni. S.T.A. DATA srl C.so Raffaello, 12 10126 Torino - Tel 011 6699345 fax 011 6699375 www.stadata.

Versione 8.3+ Caratteristiche e nuove funzioni. S.T.A. DATA srl C.so Raffaello, 12 10126 Torino - Tel 011 6699345 fax 011 6699375 www.stadata. Versione 8.3+ Caratteristiche e nuove funzioni S.T.A. DATA srl C.so Raffaello, 12 10126 Torino - Tel 011 6699345 fax 011 6699375 www.stadata.com NOVITÁ AXIS VM+ R3 pag. 2/2 Nuove funzioni di AxisVM 8+

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Civile Analisi Statica Lineare Dott. Ing. Simone Beccarini Email: sbeccarini@hotmail.it Analisi statica lineare Cos è il periodo di vibrazione? Il Periodo

Dettagli

GUIDA RAPIDA PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA CCNL GUIDA RAPIDA PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA CCNL

GUIDA RAPIDA PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA CCNL GUIDA RAPIDA PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA CCNL GUIDA RAPIDA BOZZA 23/07/2008 INDICE 1. PERCHÉ UNA NUOVA VERSIONE DEI MODULI DI RACCOLTA DATI... 3 2. INDICAZIONI GENERALI... 4 2.1. Non modificare la struttura dei fogli di lavoro... 4 2.2. Cosa significano

Dettagli

Il sofware è inoltre completato da una funzione di calendario che consente di impostare in modo semplice ed intuitivo i vari appuntamenti.

Il sofware è inoltre completato da una funzione di calendario che consente di impostare in modo semplice ed intuitivo i vari appuntamenti. SH.MedicalStudio Presentazione SH.MedicalStudio è un software per la gestione degli studi medici. Consente di gestire un archivio Pazienti, con tutti i documenti necessari ad avere un quadro clinico completo

Dettagli

INDICE. 2 Quadro normativo di riferimento 4. 3 Caratterizzazione sismica del sito 5

INDICE. 2 Quadro normativo di riferimento 4. 3 Caratterizzazione sismica del sito 5 RELAZIONE SISMICA INDICE 1 Introduzione 3 Quadro normativo di riferimento 4 3 Caratterizzazione sismica del sito 5 3.1 Valutazione pericolosità sismica 5 3. Valutazione tempo di ritorno Tr 6 3..1 Periodo

Dettagli

LE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO

LE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO LE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO Roberto Malatesta. William Marcone Ufficio Tecnico (giugno 2008) LA PROTEZIONE DAL RUMORE DEGLI EDIFICI, LA NORMATIVA NAZIONALE La maggior sensibilità delle persone

Dettagli

Istruzioni per l uso dei programmi MomCad, TraveCon, TraveFon

Istruzioni per l uso dei programmi MomCad, TraveCon, TraveFon Istruzioni per l uso dei programmi MomCad, TraveCon, TraveFon I tre programmi sono utility generali preparate appositamente per gli studenti (ma che potrebbero essere utili anche per professionisti). MomCad

Dettagli

Collegamenti nelle strutture

Collegamenti nelle strutture 1 Collegamenti nelle strutture Le tipologie delle unioni bullonate o saldate sono molteplici e dipendono essenzialmente da: caratteristiche dell unione: nell ambito di quelle bullonate si possono avere

Dettagli

GEOMETRIA DELLE MASSE

GEOMETRIA DELLE MASSE 1 DISPENSA N 2 GEOMETRIA DELLE MASSE Si prende in considerazione un sistema piano, ossia giacente nel pian x-y. Un insieme di masse posizionato nel piano X-Y, rappresentato da punti individuati dalle loro

Dettagli

Tutorial 3DRoom. 3DRoom

Tutorial 3DRoom. 3DRoom Il presente paragrafo tratta il rilievo di interni ed esterni eseguito con. L utilizzo del software è molto semplice ed immediato. Dopo aver fatto uno schizzo del vano si passa all inserimento delle diagonali

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

Sistema Informativo Territoriale (SIT)

Sistema Informativo Territoriale (SIT) Agenda 21 locale comunica solo con carta ecologica L Amministrazione Comunale di Cesano Maderno presenta il Sistema Informativo Territoriale (SIT) il SIT è un progetto Agenda 21 locale Le novità illustrate

Dettagli

Soluzione dell esercizio del 2 Febbraio 2004

Soluzione dell esercizio del 2 Febbraio 2004 Soluzione dell esercizio del 2 Febbraio 2004 1. Casi d uso I casi d uso sono riportati in Figura 1. Figura 1: Diagramma dei casi d uso. E evidenziato un sotto caso di uso. 2. Modello concettuale Osserviamo

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Associazione ISI Ingegneria Sismica Italiana

Associazione ISI Ingegneria Sismica Italiana Associazione ISI Ingegneria Sismica Italiana Strada Statale Valsesia, 20-13035 Lenta (VC), Tel. (+39) 331 2696084 segreteria@ingegneriasismicaitaliana.it www.ingegneriasismicaitaliana.it Connessioni dissipative

Dettagli

GIOCHI MATEMATICI PER LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO ANNO SCOLASTICO 2011-2012

GIOCHI MATEMATICI PER LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO ANNO SCOLASTICO 2011-2012 GIOCHI MATEMATICI PER LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO ANNO SCOLASTICO 2011-2012 L unità di Milano Città Studi del Centro matematita propone anche per l a.s. 2011-2012 una serie di problemi pensati per

Dettagli

ISTRUZIONI PER LA GESTIONE BUDGET

ISTRUZIONI PER LA GESTIONE BUDGET ISTRUZIONI PER LA GESTIONE BUDGET 1) OPERAZIONI PRELIMINARI PER LA GESTIONE BUDGET...1 2) INSERIMENTO E GESTIONE BUDGET PER LA PREVISIONE...4 3) STAMPA DIFFERENZE CAPITOLI/BUDGET.10 4) ANNULLAMENTO BUDGET

Dettagli

Modellazione mediante importazione di. file.dxf. Esempio guidato 4 Pag. 1

Modellazione mediante importazione di. file.dxf. Esempio guidato 4 Pag. 1 Esempio guidato 4 Modellazione mediante importazione di file.dxf Esempio guidato 4 Pag. 1 Esempio guidato 4 - Modellazione mediante importazione di file.dxf In questo Tutorial viene illustrata la procedura

Dettagli

La distribuzione Normale. La distribuzione Normale

La distribuzione Normale. La distribuzione Normale La Distribuzione Normale o Gaussiana è la distribuzione più importante ed utilizzata in tutta la statistica La curva delle frequenze della distribuzione Normale ha una forma caratteristica, simile ad una

Dettagli

La modellazione delle strutture

La modellazione delle strutture La modellazione delle strutture 1 Programma 31-1-2012 Introduzione e brevi richiami al metodo degli elementi finiti 7-2-2012 La modellazione della geometria 14-2-2012 21-2-2012 28-2-2012 6-3-2012 13-32012

Dettagli

Sommario. Definizione di informatica. Definizione di un calcolatore come esecutore. Gli algoritmi.

Sommario. Definizione di informatica. Definizione di un calcolatore come esecutore. Gli algoritmi. Algoritmi 1 Sommario Definizione di informatica. Definizione di un calcolatore come esecutore. Gli algoritmi. 2 Informatica Nome Informatica=informazione+automatica. Definizione Scienza che si occupa dell

Dettagli

Portale tirocini. Manuale utente Per la gestione del Progetto Formativo

Portale tirocini. Manuale utente Per la gestione del Progetto Formativo GESTIONE PROGETTO FORMATIVO Pag. 1 di 38 Portale tirocini Manuale utente Per la gestione del Progetto Formativo GESTIONE PROGETTO FORMATIVO Pag. 2 di 38 INDICE 1. INTRODUZIONE... 3 2. ACCESSO AL SISTEMA...

Dettagli

LE CARATTERISTICHE DEI PRODOTTI MULTIVARIANTE

LE CARATTERISTICHE DEI PRODOTTI MULTIVARIANTE LE CARATTERISTICHE DEI PRODOTTI MULTIVARIANTE Che cosa sono e a cosa servono le caratteristiche? Oltre a descrivere le qualità di un prodotto con un testo generico (descrizione) è possibile dettagliare

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

Gestione Risorse Umane Web

Gestione Risorse Umane Web La gestione delle risorse umane Gestione Risorse Umane Web Generazione attestati di partecipazione ai corsi di formazione (Versione V03) Premessa... 2 Configurazione del sistema... 3 Estrattore dati...

Dettagli

CORSO ACCESS PARTE II. Esistono diversi tipi di aiuto forniti con Access, generalmente accessibili tramite la barra dei menu (?)

CORSO ACCESS PARTE II. Esistono diversi tipi di aiuto forniti con Access, generalmente accessibili tramite la barra dei menu (?) Ambiente Access La Guida di Access Esistono diversi tipi di aiuto forniti con Access, generalmente accessibili tramite la barra dei menu (?) Guida in linea Guida rapida Assistente di Office indicazioni

Dettagli

I TUTORI. I tutori vanno creati la prima volta seguendo esclusivamente le procedure sotto descritte.

I TUTORI. I tutori vanno creati la prima volta seguendo esclusivamente le procedure sotto descritte. I TUTORI Indice Del Manuale 1 - Introduzione al Manuale Operativo 2 - Area Tutore o Area Studente? 3 - Come creare tutti insieme i Tutori per ogni alunno? 3.1 - Come creare il secondo tutore per ogni alunno?

Dettagli