SYNERGIA Sistemi di conoscenza e di gestione del cambiamento
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- Iolanda Franchi
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1 SYNERGIA Sistemi di conoscenza e di gestione del cambiamento ASIA A MILANO Famiglie, ambienti e lavori delle popolazioni asiatiche a Milano Scheda di focus Indagine Promossa dal Comune di Milano, Settore Servizi Sociali per Adulti, Ufficio Stranieri e AIM Associazione Interessi Metropolitani. Lo studio è stato realizzato da Synergia, a cura di Daniele Cologna. Milano, SYNERGIA srl Milano (20124) - Via mauro Macchi, 44 Tel Fax synergia@synergia-net.it C.F. e P.IVA
2 Introduzione Nel 2001, a Milano gli immigrati provenienti dai paesi dell Asia sono , ovvero il 36% del totale dei residenti stranieri e rappresentano la componente numericamente più importante dell immigrazione straniera presente in città. Sul territorio milanese alcune collettività asiatiche hanno al passaggio di secolo ormai da tempo sviluppato strategie di inserimento economico di grande rilievo per l assetto produttivo e per il mercato del lavoro della metropoli e, inoltre, la maggior parte di esse (filippini, cinesi, srilankesi e indiani) mostra proprio in quegli anni le caratteristiche proprie di un immigrazione di popolamento, coinvolgendo interi nuclei familiari e contribuendo notevolmente alla formazione della cosiddetta seconda generazione. In questo affondo analitico, si era deciso di concentrare l attenzione sui flussi provenienti dalle Filippine, dalla Cina e da quattro paesi del subcontinente indiano; ecco qualche dato sulla loro presenza (tabella 1). Tab 1 Cittadini di nazionalità filippina, cinese, srilankese, pakistana e indiana residenti a Milano al Valori assoluti e percentuali. Paese di provenienza Donne (%) Minori (%) Variazione (%) Totale residenti Filippine 58,5 22,7 +96, Cina 46,1 30,4 +109, Sri Lanka 40,5 19,9 +112, Bangladesh 15,9 14,4 +215, Pakistan 16,2 17,6 +92,2 907 India 41,4 21,8 +57,8 568 Fonte: elaborazioni di Synergia su dati dell Ufficio Anagrafe del Comune di Milano L indagine tratta dei profili socio demografici delle singole popolazioni considerate, descrive i tratti essenziali dei fenomeni migratori di cui sono espressione ed interpreta i caratteri principali degli scenari di integrazione socioculturale che si stanno delineando in questi ultimi anni per ciascun gruppo; inoltre si sono esaminati tre aspetti del rapporto di tali popolazioni con la città (ovvero l insediamento lavorativo, il rapporto con i servizi sanitari e la trasformazione urbana innescata dal loro radicamento nel contesto milanese); ancora, si sono affrontati alcuni temi chiave del processo di integrazione ed, infine, si sono discusse le implicazioni dello sviluppo e del radicamento dell immigrazione asiatica per le politiche sociali e urbane. Il lavoro è il risultato di tre distinte operazioni di ricerca: Un estesa analisi della letteratura di riferimento relativa ai flussi migratori considerati; Una meticolosa attività di rilievo del territorio nei contesti urbani maggiormente interessati dalla residenzialità, dalle attività economiche e dal tempo libero delle popolazioni asiatiche di Milano; Una ricerca sul campo condotta con metodologie di indagine qualitativa (interviste in profondità, osservazione partecipante, focus group), che ha coinvolto più di 100 testimoni dei diversi gruppi nazionali studiati, in parte selezionati in base ad interviste a testimoni privilegiati (italiani e non) e in parte reperiti nel corso dell osservazione partecipante o impiegando il procedimento snowball, chiedendo cioè ai testimoni stessi di segnalarne altri, in base a criteri definiti dalle esigenze conoscitive della ricerca. Le principali popolazioni asiatiche a Milano Sri Lanka Lo sviluppo più significativo dell immigrazione srilankese a Milano nella seconda metà degli anni 90 è dovuto alle sanatorie e all impatto dei ricongiungimenti 2
3 familiari, con un incremento sia della componente femminile sia di quella minorile. Nel medesimo periodo, i tassi di incremento più elevati per la popolazione srilankese si sono osservati soprattutto per le fasce d età comprese tra i 30 e i 44 anni e proprio tali anni hanno visto l affermazione di un insediamento stabile nel contesto lombardo, ormai non più vissuto come tappa intermedia di un percorso più articolato, bensì come meta prestabilita di un progetto familiare condiviso. L esistenza a Milano di estese reti familiari e amicali, la presenza di associazioni solidaristiche di natura religiosa, nonché la proliferazione di agenzie private di intermediazione gestite da srilankesi ed altri immigrati, permette ai nuovi arrivati di procurarsi un occupazione in tempi assai brevi, ma l inserimento lavorativo degli immigrati srilankesi avveniva prevalentemente nel lavoro domestico, nella custodia di uffici e condomini, nella ristorazione e nelle imprese di pulizie. E altresì vero che che l indagine registrava importanti segnali di sviluppo: La presenza sempre maggiore di nuclei familiari che ampliava naturalmente il bisogno di servizi etnici ; La crescita di una seconda generazione scolarizzata in Italia, che apriva la via all ingresso nel mercato del lavoro di giovani di nazionalità srilankese che potevano sviluppare progettualità del tutto svincolate dall esperienza dei genitori India L analisi del profilo demografico della popolazione indiana di Milano rivela la relativa gradualità dello sviluppo di questa piccola e composita colonia di immigrati, che negli anni della ricerca sembra attuarsi principalmente grazie ai ricongiungimenti familiari. Il rapporto maschi-femmine è piuttosto equilibrato, il che segnala la presenza sempre maggiore di famiglie. La presenza indiana milanese presenta un elevato grado di stratificazione sociale, in cui le differenze di condizione socio-economica si sovrappongono a quelle relative alla zona d origine, al livello di istruzione, al grado di successo economico raggiunto in emigrazione, all estrazione sociale precedente all emigrazione, come pure a quelle culturali e linguistiche, religiose, di casta e di clan. La ricerca mostra come le differenze di status giochino un ruolo decisivo nel segmentare le attività sociali degli indiani di Milano secondo linee di demarcazione piuttosto nette: i testimoni interpellati tendono a vedere nel successo economico la prima e più importante fonte di status in emigrazione, a differenza di quanto può accadere in patria, dove possono avere maggior peso altre considerazioni. In ogni caso, quasi tutti gli indiani di Milano conseguono rapidamente una discreta conoscenza della lingua italiana e vengono spesso in contatto con italiani, ma nella maggior parte dei casi si tratta di contatti legati al lavoro (a parte coloro che appartengono ad élite come i professionisti o gli imprenditori). Nel complesso, gli indiani a Milano all inizio del 2000 sembrano essersi inseriti con successo nel tessuto produttivo locale, godono di un immagine sociale molto positiva e dispongono di strumenti di accesso alla cultura e alla società locale sufficienti per muoversi in relativa autonomia e senza grandi difficoltà. Bangladesh L immigrazione dal Bangladesh a cavallo tra gli anni 90 e 2000 ha caratteristiche proprie di una migrazione dallo sviluppo recente per Milano, in parte anche in virtù del fatto che molti di loro hanno cominciato ad arrivare nella metropoli lombarda da Roma verso la metà degli anni 90 e coloro che si sono saputi inserire qui hanno dato avvio a catene migratorie solo nei primi anni I ricongiungimenti familiari sembrano incidere poco sullo sviluppo demografico e comunque la maggior parte di loro richiede il ricongiungimento solamente nel momento in cui ha consolidato la 3
4 propria posizione giuridica e lavorativa e dispone di risorse sufficienti per poter sostenere i costi del ricongiungimento. I bengalesi sono l unica popolazione del subcontinente indiano ad aver costituito un punto di ancoraggio territoriale dedicato per i propri connazionali, un insieme di vie che si va configurando come importante polo di servizi ed informazioni per tutti i bengalesi della provincia (zona Caiazzo). Essi sono in stragrande maggioranza di religione musulmana e frequentano i medesimi luoghi di culto dei pakistani e mostrano profili di aspettative e progettualità affini anche per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari e l insediamento stabile in Italia. Le prospettive di integrazione si intrecciano con lo sviluppo dell associazionismo (un esempio è costituito dall Associazione Bangladesh Lombardia-Milano ), con cui la comunità si propone di interagire attivamente con istituzioni, sindacati, servizi educativi e socio-sanitari in difesa degli interessi dei lavoratori bengalesi. Pakistan L immigrazione pakistana a Milano, sebbene numericamente piuttosto contenuta alla fine degli anni 90, è un fenomeno in rapida crescita, grazie al progressivo radicamento degli immigrati maschi, all afflusso di loro connazionali verso la metropoli lombarda da altre aree d Italia e all aumento dei ricongiungimenti familiari. I pakistani di Milano sono in netta prevalenza musulmani e la religione gioca un ruolo importante nella vita familiare, soprattutto come fonte di orientamento etico e valoriale. Notevole anche il peso delle consuetudini e delle tradizioni del contesto rurale di origine (ad esempio, si propende per il matrimonio combinato dei propri figli e soprattutto per le proprie figlie). Tra i pakistani maschi la conoscenza della lingua italiana è piuttosto diffusa e il loro processo di acculturazione non subisce più i contraccolpi della barriera linguistica; il vero terreno di incontro/scontro per l integrazione delle famiglie pakistane sembra essere quello dell educazione dei figli e, soprattutto, delle figlie. Filippine Malgrado l incidenza della componente minorile della popolazione filippina a Milano sia in quegli stessi anni in rapido aumento, mentre i nuovi arrivi di migranti adulti ed i ricongiungimenti familiari che coinvolgono figli grandi e coppie giovani impattano considerevolmente sulla classe d età post-adolescenziale, il profilo demografico della popolazione filippina tradisce soprattutto l anzianità della presenza migratoria. La componente femminile che ha sempre caratterizzato l immigrazione filippina aumenta ormai a tassi decrescenti, a differenza di quella maschile. Il fenomeno di gran lunga più importante per il processo d integrazione degli immigrati filippini a Milano è il forte sviluppo che ha avuto la sua componente minorile: l avvento di una nuova generazione nata e cresciuta in Italia potrebbe aprire la collettività filippina a nuovi orizzonti di opportunità. Le condizioni di lavoro degli adulti (quasi sempre al lavoro da soli in case o uffici vuoti) non consentono di apprendere facilmente la lingua italiana e il fatto che molte persone alternino lavori diversi nell arco della giornata riduce di molto le possibilità di frequentare corsi di lingua italiana. Cina Al 2001, il 20% di tutti i cinesi presenti in Italia vive e lavora a Milano, dove ormai sono presenti da almeno 3 generazioni e rappresentano la terza popolazione straniera per numerosità, dopo filippini ed egiziani. I cinesi a Milano sono una delle popolazioni immigrate più equilibrate per quanto riguarda il rapporto 4
5 maschi/femmine. Nella popolazione cinese di Milano coesistono situazioni di vita e di lavoro ormai molto diversificate: il grado di autonomia economica ed il livello di competenza linguistica sono le variabili fondamentali della loro integrazione socioculturale. E possibile ripartire, pertanto, la popolazione cinese di Milano in 4 categorie: Gli integrati sono coloro che dispongono in misura maggiore di competenza linguistica ed autonomia economica. Sono persone che si muovono agevolmente all interno della società milanese; Gli imprenditori etnici sono coloro che non parlano bene l italiano ma lavorano in proprio e godono di una certa autonomia economica. Chi ha sperimentato una rapida ascesa economica all interno dei circuiti etnici può anche non aver mai avuto modo (o necessità) di apprendere la lingua italiana; I minori scolarizzati in Italia sono coloro che parlano italiano ma non hanno autonomia economica. Essi costituiscono la principale risorsa culturale a disposizione degli immigrati cinesi adulti; I soggetti deboli sono coloro che non parlano la lingua italiana e non raggiungono ancora un livello sufficiente di autonomia economica. Sono bambini piccoli in età prescolare, quelli appena ricongiuntisi ai genitori e, in generale, tutti i migranti di recente arrivo che vivono in condizioni di forte marginalizzazione. La popolazione cinese immigrata si configura quindi come una collettività complessa, caratterizzata da una forte percezione della propria specificità culturale, percezione amplificata dalla difficoltà che buona parte della sua componente adulta incontra nel superare la barriera linguistica e nel negoziare la propria partecipazione sociale e politica rispetto al contesto italiano. Inevitabilmente, gestire la domanda di servizi educativi, sanitari e socio assistenziali di quella che si configura come un emergente minoranza etnica acquisita rappresenta una delle sfide cruciali per il buon esito delle politiche di integrazione avviate dagli enti locali nei contesti territoriali maggiormente interessati dall immigrazione cinese. L integrazione sociale e culturale Secondo quanto emerso dall indagine, si confermava di primaria importanza per le popolazioni considerate l offerta di strumenti ed opportunità le più ampie e diversificate possibile per l apprendimento della lingua italiana. Ai corsi di italiano ai livelli più avanzati risultava importante affiancare interventi formativi orientati a: favorire la comprensione del linguaggio giuridico e la conoscenza della normativa dell immigrazione, nonché di quella fiscale e del lavoro di maggior interesse per gli imprenditori e i lavoratori immigrati; illustrare le specificità e gli orientamenti generali del nostro sistema scolastico; spiegare l organizzazione dei servizi sociosanitari, declinandone le modalità d accesso per ciascuna tipologia di problema. In aggiunta, oltre alle guide ai servizi in lingua straniera, emergeva la necessità di sviluppare ulteriormente strumenti di mediazione linguistica e culturale presso i servizi sociosanitari, dove spesso l impiego di mediatori è insufficiente o manca del tutto. Politiche di integrazione accorte richiedevano che da subito ci si incaricasse dell importanza dei giovani come cerniera tra le loro famiglie e la società italiana: tra le misure più necessarie per valorizzare al massimo il ruolo di agenti di integrazione dei giovani vi era, innanzitutto, lo sviluppo di programmi e iniziative che promuovessero l accesso di questi giovani all istruzione superiore e universitaria, al fine di prevenire o tamponare la dispersione scolastica dopo la scuola dell obbligo. Era inoltre necessario supportare in modo più energico e coerente l inserimento scolastico nella scuola dell obbligo e tenere conto dell importanza dello sviluppo di 5
6 programmi di educazione linguistica diretti a mantenere viva la lingua d origine degli immigrati. Temi di riflessione per le politiche urbane L indagine ha inoltre permesso di approfondire le condizioni abitative dei gruppi asiatici presenti sul territorio milanese e di produrre proposte di riflessione per le politiche urbane: 1) La situazione abitativa Alla fine degli anni 90 a Milano il grado di radicamento di alcune fasce delle popolazioni immigrate ha profondamente modificato la domanda abitativa, spostando gradualmente l attenzione dalla ricerca di un alloggio in condivisione all affitto autonomo e all acquisto di una casa per l intero nucleo familiare. Questa tendenza ha proposto alle politiche pubbliche la sfida di tener presente l esigenza di una gamma differenziata di soluzioni per impostare risposte efficaci per le popolazioni immigrate: dalle strutture di emergenza, alle sistemazioni temporanee, alle strutture abitative, alle normali abitazioni. 2) Gli spazi sociali Un secondo ambito di attenzione si riferiva alla necessità da parte di popolazioni che presentavano forme ormai complesse di auto rappresentazione e di ritrovo su base religiosa, politica o più generalmente comunitaria, di ritagliarsi spazi sociali in una città avara di luoghi in cui incontrarsi. Si sottolineava inoltre la scarsa accessibilità da parte di comunità immigrate a luoghi di ritrovo su base comunitaria e religiosa stabili, nonché alle difficoltà di coabitazione fra la vocazione prevalente di tali luoghi e quella della vita quotidiana negli spazi ad essi adiacenti. La scarsità di luoghi aggregativi è una costante nel capoluogo lombardo e rappresentava allora un elemento di debolezza delle politiche cittadine. 3) Le attività commerciali straniere Un ultimo tema di riflessione e di stimolo per le politiche veniva dal dato chiaro dell affermazione delle attività commerciali straniere in selezionati contesti urbani. Il disagio connesso all habitat commerciale all interno dei quartieri a forte pressione migratoria doveva essere affrontato per contrastare la sensazione di abbandono sperimentata dalla popolazione locale. 6
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