LINEE GUIDA ALLA VALUTAZIONE ED ALLA VALIDAZIONE

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1 Progetto Iniziativa Comunitaria Equal Incubatori di impresa sociale IT-S2-MDL-351 LINEE GUIDA ALLA VALUTAZIONE ED ALLA VALIDAZIONE DELLE COMPETENZE PREGRESSE DEI SOGGETTI SVANTAGGIATI PERCORSO ALL INTERNO DELLE METODOLOGIE DI INSERIMENTO LAVORATIVO DEI SOGGETTI PORTATORI DI SVANTAGGIO IMPIEGATI NELLA COOPERAZIONE SOCIALE DI TIPO B A CURA ROBERTO LEONARDI E STEFANO MONELLINI IMPRESA A RETE SOC. COOP. SOC. ONLUS OTTOBRE 2006

2 INDICE PRESENTAZIONE 3 CAPITOLO 1: L INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA ALL INTERNO DELLE IMPRESE SOCIALI 7 A. LE POLITICHE DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA DELLE IMPRESE SOCIALI 7 B. UN APPROCCIO RETICOLARE ALL INCLUSIONE SOCIALE DEL SOGGETTO SVANTAGGIATO 10 C. LE TAPPE DEL PERCORSO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA NELLE IMPRESE SOCIALI 12 CAPITOLO 2: LA SEGNALAZIONE 18 A.L ITER PROCEDURALE DI SEGNALAZIONE 18 B.CASE STUDY-SCHEDA DI SEGNALAZIONE DI P.D. 19 CAPITOLO 3: L ACCOGLIENZA PRESSO L IMPRESA SOCIALE 26 A.LA VALUTAZIONE/VALIDAZIONE DEL BILANCIO DI COMPETENZE ATTRAVERSO IL COLLOQUIO ED IL CURRICULUM INDIVIDUALE B. CASE STUDY-SCHEDA DI CURRICULUM INDIVIDUALE DI P.D CAPITOLO 3: DALLA PIANIFICAZIONE DEGLI OBIETTIVI AL PROGETTO DI ACCOMPAGNAMENTO INDIVIDUALIZZATO A. LA PIANIFICAZIONE DEGLI OBIETTIVI ED IL PROGETTO DI ACCOMPAGNAMENTO INDIVIDUALIZZATO B. CASE STUDY-SCHEDA DI PIANIFICAZIONE E PROGETTO DI ACCOMPAGNAMENTO INDIVIDUALIZZATO DI P.D. CAPITOLO 4: DALLA VERIFICA DEL PROGETTO INDIVIDUALIZZATO ALLA SUA VALUTAZIONE/AUTOVALUTAZIONE A. VERIFICA DELI PROGETTO DI ACCOMPAGNAMENTO INDIVIDUALIZZATO B. CASE STUDY-SCHEDE DI VERIFICA-VALUTAZIONE ED AUTOVALUTAZIONE DEL PROGETTO DI ACCOMPAGNAMENTO INDIVIDUALIZZATO DI P.D. C. CASE STUDY- P.D. SOCIO LAVORATORE 52 BIBLIOGRAFIA 54

3 PRESENTAZIONE DEL LAVORO La presente pubblicazione rappresenta uno dei contributi previsti all interno del progetto Equal Incubatori di impresa sociale, promosso dalla FICT, Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche, uno dei più grandi gruppi nazionali che si occupa di lotta alle tossicodipendenze. Il progetto si pone l obiettivo generale, per l appunto, di promuovere l elaborazione e la sperimentazione di incubatori di impresa sociale, che contribuiscano allo sviluppo di bacini occupazionali congrui e praticabili dalle fasce deboli (con particolare riferimento ai target tossicodipendenti, adolescenti a rischio, portatori di handicap fisico e psichico, persone senza fissa dimora, donne svantaggiate, ecc). La pubblicazione intende delineare delle linee guida, in relazione alle metodologie di valutazione/validazione dei processi di inclusione sociale sperimentati all interno del mondo dell impresa sociale. Si tratta di una documentazione che trova spazio all interno della macrofase III del progetto, che prevede la Strutturazione di un network a supporto delle future imprese. Il lavoro si situa in uno spazio intermedio tra la macrofase di ricerca (che ha previsto la pubblicazione delle Linee guida per un nuovo sviluppo della cooperazione sociale in Italia, che Impresa a Rete ha articolato in collaborazione con l Università della Tuscia ) e la vera e propria fase di incubazione d impresa, che rappresenta l obiettivo finale del progetto. Inoltre, esso si accompagna, dal punto di vista della sua coerenza logica, ad un altro lavoro, a cura di Impresa a Rete, la cui presentazione ed uscita avverrà contestualmente alla presente, ovvero le Linee guida degli interventi di politica attiva locale per favorire l imprenditorialità sociale. La citazione di questi due ultimi lavori è necessaria, perché consente di focalizzare il percorso all interno del quale troverà spazio il presente lavoro, di taglio più espressamente metodologico, rispetto ai processi di inclusione sociale.

4 Tale percorso può essere così descritto: dalla individuazione dei settori innovativi in ambito di economia sociale, agli strumenti politici ed imprenditoriali per realizzarli, all analisi delle metodologie coerenti con l obiettivo di realizzare processi di economia sociale al tempo stesso inclusiva ed efficiente. Le linee guida, dunque, avrebbero l ambizione di fornire uno strumento utile a quanti (all interno dell economia sociale e non) si occupano (od intendano occuparsi) di processi di inclusione professionale di soggetti portatori di svantaggio. Il tema del bilancio di competenze, in cui, di fatto, si sintetizzano gli argomenti della valutazione e validazione delle competenze pregresse, rispetto ai soggetti svantaggiati, ad avviso dei redattori, deve essere affrontato all interno di un azione di matching che risponde sì a logiche di mercato del lavoro, ma che, inevitabilmente, deve essere centrato contestualmente sugli obiettivi squisitamente sociali degli inserimenti. E un processo che parte da lontano, nel senso che, a differenza dello sviluppo di un bilancio di competenze di un soggetto normodotato, quello che riguarda il soggetto svantaggiato risulta influenzato (quando non segnato ) da esperienze di salute, familiari e sociali a volte anche molto pesanti: prescindere da esse significa creare le condizioni per un fallimento del progetto di accompagnamento al lavoro. Ecco perché le linee guida tracciano un cammino che accompagnerà il lettore, fase per fase, all interno dell iter metodologico dell inserimento lavorativo, provando a tracciarne, di ciascuna, potenzialità e rischi. La pubblicazione ha ripreso e sviluppato i principi contenuti nel testo Valutare il lavoro-gli inserimenti lavorativi dei soggetti in stato di dipendenza in Italia, edito da Guerini e associati (Milano, 2004), a cura di Valerio Belotti, realizzato nel quadro di un finanziamento da parte del Fondo Nazionale d intervento per la lotta alla droga, gestito dal CNCA ( Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza ) in partenariato con Impresa a Rete.

5 Inoltre, si è dato particolare risalto ad un esperienza, quella dei servizi di accompagnamento al lavoro del territorio della Provincia di Perugia, in cui il tema del network pubblico-privato sociale rappresenta un punto di forza ed, in qualche modo, ha consentito proprio la strutturazione di una modellizazione delle metodologie dei progetti di inclusione sociale: di tale network fa parte integrante, attraverso operatori specializzati che hanno compiti di accompagnamento e tutoraggio all interno di tali servizi, il Consorzio ABN-A&B Network Sociale, gruppo di economia sociale (socio di impresa a Rete ) cui partecipano imprese sociali di tipo B di 13 regioni italiane. La documentazione tabellare che si troverà nelle linee guida (e che sommariamente si definisce scheda sociale ), opportunamente rielaborata per l occasione, è il materiale condiviso al termine di un percorso di definizione delle metodologie di accompagnamento al lavoro da parte di tutte le cooperative aderenti al gruppo consortile. E stato cura dei redattori, inoltre, realizzare interviste a Christiane Goehring e Claudia Segoloni, due operatrici del Consorzio che lavorano presso il servizio per l accompagnamento e l inserimento lavorativo (S.A.L.) di Perugia, con il duplice obiettivo di: a) fornire indicazioni circa le modalità di utilizzo della scheda sociale nel loro lavoro, con particolare riferimento ai progetti di inclusione socio-lavorativa presso l economia sociale; b) favorire la rilettura di uno studio di caso, che, per tipo di intervento e modalità di lavoro dell equipe interdisciplinare che vi ha operato, può essere considerato emblematico circa le opportunità, i vincoli ed i limiti attraverso cui si articola, nella pratica, un progetto di accompagnamento al lavoro. La scelta di non fare, della documentazione relativa alla scheda sociale, un allegato a margine della pubblicazione, ma di includerla all interno delle varie fasi di cui si compone l iter del progetto dovrebbe consentire al lettore una lettura contestualizzata delle linee guida.

6 Essa risulterà, alla lettura, compilata (in ciascuna specifica parte) rispetto al caso di studio: in tal modo si fornirà, all interno dei singoli capitoli della pubblicazione, un analisi in itinere centrata su ognuna delle singole fasi in cui si articola il progetto di accompagnamento al lavoro. Impresa a Rete desidera ringraziare sentitamente: - i partners del progetto Equal Incubatori di impresa sociale e le comunità FICT, per l opportunità offerta ad Impresa a Rete di realizzare il presente progetto di studio e ricerca; - tutti gli autori (citati in bibliografia) che, attraverso i loro contributi, hanno arricchito (e non poco) la pubblicazione; - le operatrici del S.A.L. di Perugia Goehring e Segoloni ed il Consorzio ABN che le ha messe a disposizione del redattore per le analisi e le interviste; - ed, in particolare, P.D., per avere messo a disposizione la propria esperienza professionale e di vita al servizio del lavoro di ricerca. Auguro a tutti una buona lettura. Roberto Leonardi Presidente di Impresa a Rete

7 CAPITOLO 1 L INCLUSIONE SOCIO.LAVORATIVA ALL INTERNO DELLE IMPRESE SOCIALI A. Le politiche di inclusione socio-lavorativa delle imprese sociali Il più importante obiettivo aziendale che l impresa sociale (IS) persegue è quello della produzione di qualità sociale, che si misura nella quantità/qualità dell occupazione creata sul territorio e nella capacità di coadiuvare l ente pubblico nelle strategie di inclusione sociale per le persone svantaggiate, attraverso il loro inserimento nel mondo del lavoro. I progetti d'inserimento lavorativo per i soggetti ex o tossicodipendenti ( ) vengono considerati all' interno di un progetto più ampio di inclusione sociale; questo avviene sia nel caso dei progetti sviluppati all'interno di cooperative di tipo A, sia all' interno delle cooperative di tipo B, le quali si sforzano, nei limiti delle loro possibilità, di porre attenzione e agire anche rispetto ad aspetti concernenti l'ambito strettamente lavorativo 1. La strategia operativa delle IS in questi anni è stata orientata principalmente all utilizzo di un ampia varietà di strumenti per favorire l accesso delle persone ai percorsi di integrazione lavorativa, strumenti a volte vocati a queste finalità, ma anche (e spesso) piegati (se non addirittura forzati) allo scopo: dagli strumenti più strettamente imprenditoriali a quelli provenienti dalla normativa in campo sociale, ma anche strumenti più genericamente riservati alle politiche occupazionali ordinarie e che sono stati utilmente reinterpretati. Tra i dati strategici vi è inoltre da segnalare l impegno delle IS nella promozione di percorsi di partenariato con gli enti preposti e con la rete delle risorse locali, finalizzati alla co-progettazione sia sul livello particolare che di 1 S. Dalla Rosa e S. Trapani, I luoghi dell inserimento lavorativo, in V. Belotti (a cura di) Valutare il lavoro-gli inserimenti lavorativi dei soggetti in stato di dipendenza in Italia, Guerini e associati, Milano, 2004

8 sistema, nonché nell integrazione operativa tra cooperative sociali (CS), sia di tipo A (CA), che di tipo B (CB) per lo sviluppo delle attività di mediazione e di accompagnamento al lavoro. Va detto che il problema dell inserimento lavorativo non riguarda esclusivamente le cosiddette categorie protette cioè quelle previste dall art. 4 della l. 381/91 (che isolatamente considerate rappresentano all incirca il 40-45% della forza lavoro delle CB 2 ) e dalle norme di legge vigenti, ma anche ampie fasce di popolazione che non soffrono di svantaggi conclamati o invalidanti, ma che di fatto risultano escluse dal mercato del lavoro (donne sole con figli, lungodisoccupati, ultraquarantacinquenni fuoriusciti dal mercato, disagio familiare e sociale non noto ai servizi, disagio psichico non certificato, deprivazione culturale o affettiva, ecc.). Dette persone sovente trovano lavoro presso le CB (una presenza media stimata nel 20-25% del complesso degli addetti non svantaggiati) ed, in molti casi, il loro inserimento richiede un impegno organizzativo e tecnico pari a quello impiegato per l inserimento di soggetti formalmente svantaggiati. La mission di promozione globale della persona e di sviluppo occupazionale sul territorio, che caratterizza l IS, è sancita dal fatto che le CS, che operano progetti di inclusione socio-lavorativa, debbono attenersi ad un rigido regolamento nella gestione dei rapporti di lavoro con i loro soci (o dipendenti), a garanzia di questi ultimi e della loro dignità di persone e di lavoratori, siano essi lavoratori svantaggiati o meno. Nella maggioranza dei casi le CB sono utilizzate all' interno del percorso riabilitativo come un luogo di formazione in un ambito protetto, atto a ricostruire le abilità della persona, a favorire in modo meno brusco ed esposto un riavvicinamento a tempi, regole e mansioni caratterizzanti il mondo ordinario del lavoro 3 ". 2 ISTAT, Le cooperative sociali in Italia Anno 2003, 2 marzo S. Dalla Rosa e S. Trapani, op.cit., in V. Belotti (a cura di), op. cit.

9 L inserimento lavorativo di una persona svantaggiata consiste, sostanzialmente, nell instaurazione di un rapporto di socio-lavoratore con la IS e la contestuale assunzione in organico, alle condizioni contrattuali previste dallo statuto e dai regolamenti (che i soci stessi si danno), con la regolare iscrizione nel libro-matricola dell azienda e l emissione di una busta-paga; si tratta, perciò, di una condizione radicalmente diversa da quella della persona che usufruisce di una borsa lavoro, cioè una condizione che risponde a logiche che non sono soltanto quelle della riabilitazione e/o della terapia, ma anche e soprattutto quelle della produzione ed, in generale, della dinamica lavorativa, anche se, ovviamente, esistono, a monte della definizione di un vero e proprio rapporto di lavoro, tutti i passaggi intermedi necessari ad assicurare un adeguato percorso di accompagnamento. L inserimento lavorativo è, infatti, principalmente un opportunità, per la persona svantaggiata, di partecipare attivamente, con le proprie capacità e limiti, alla vita produttiva ed alle dinamiche del mercato, così come previsto dalla legge 381/ 91, secondo la quale la CB persegue l obiettivo dell integrazione sociale dei cittadini attraverso la produzione di beni e servizi, utilizzando il lavoro quale strumento per l emancipazione della persona. A tutela dei lavoratori (siano essi normodotati o svantaggiati), tutte le IS debbono applicare il CCNL del settore delle CS o di altro settore: a maggiore riprova della correttezza della gestione dei rapporti di lavoro con i soci ed i dipendenti delle IS va ricordato che, ormai da molto tempo, esse hanno attivato tavoli di concertazione (in alcuni casi permanenti) con le Organizzazioni Sindacali, sia per garantire la corretta applicazione dei suddetti CCNL, sia per sancire tutti gli accordi necessari per la progettazione delle nuove attività.

10 B. Un approccio reticolare all inclusione sociale del soggetto svantaggiato 4 Negli ultimi anni, le politiche del lavoro sono passate da una prevalente azione passiva di protezione del reddito (o di indennizzazione del soggetto svantaggiato) ad una stimolazione diretta alla partecipazione dei soggetti nel mercato del lavoro. In particolare, esse cercano di rispondere ai seguenti requisiti: a. mirare a promuovere capacità e non ad assegnare beni e risorse; b. sviluppare capacità, sia specifiche che aspecifiche (o trasversali); c. analizzare le condizioni soggettive dello svantaggio; d. implementare politiche del corso della vita; Occorre inoltre sottolineare che un corretto approccio al problema dell inclusione socio-lavorativa presuppone di confrontarsi con il problema del c.d. disagio della normalità (quel 20-25% di lavoratori occupati presso la CB di cui si parlava in precedenza): in tali fasce, può essere inclusa, tendenzialmente, tutta la popolazione, dal momento che esso riguarda forme di malessere non necessariamente conclamate e tradizionali (come, ad esempio, l essere tossicodipendenti, malati cronici, in stato di forte deprivazione materiale, detenuti, ecc.), ma che possono colpire soggetti, appunto, normali, all interno del proprio ciclo di vita. Un passaggio fondamentale, a livello normativo, è rappresentato dalla legge 12/3/1999, n 68, di riforma del collocamento obbligatorio, che si caratterizza, in sostanza, per le seguenti linee direttive: 1. la progressiva omogeneizzazione dei circuiti ordinari e speciali di collocamento; 2. la liberalizzazione del matching tra domanda ed offerta di lavoro; 4 Università della Tuscia-Impresa a Rete; Linee guida per un nuovo sviluppo della cooperazione sociale in Italia, Viterbo (2006, in corso di pubblicazione), materiale proprio della macrofase II del Progetto Iniziativa Comunitaria Equal-Incubatori di impresa sociale IT-S2-MDL-351

11 3. il riassetto politico-organizzativo della presenza pubblica nel mercato del lavoro, mediante il decentramento di funzioni e compiti dello Stato, secondo i criteri di sussidiarietà e d integrazione; 4. un approccio al tema della disabilità di tipo reticolare, volto a cercare sinergie ed interdipendenze tra la funzione pubblica, il mondo dell impresa profit ed il mondo dell economia sociale, con particolare riferimento alla CB. Accanto a tali punti di forza, però, è possibile individuare anche alcune criticità, ed esattamente: 1. le categorie di cui all articolo 1 della legge non esauriscono le fasce deboli potenzialmente includibili (in particolare alla luce del fenomeno del disagio della normalità ), nonché le persone non facilmente censibili (ad esempio le persone il cui disagio può essere connesso ai fenomeni legati alle nuove povertà, come pure i senza fissa dimora, le ragazze madri, ecc.); 2. l inevitabile difficoltà con cui si opera in funzione dell inclusione di soggetti i cui skills professionali non corrispondono alle richieste ed alle necessità del mercato (i cosiddetti incollocabili ); 3. Il matching esclusivamente realizzato dall ente pubblico o da sue emanazioni (come sono i Centri per l impiego) comporta il rischio di una gestione burocraticoamministrativa del disabile, che contrasta con un reale lavoro di presa in carico complessiva del soggetto svantaggiato. Nonostante i punti critici individuati, occorre ribadire la priorità che la legge 68/ 99 assegna a quel principio di presa in carico globale che consente di individualizzare i percorsi di inclusione dei portatori di svantaggio, e che affronta, tra gli altri, il problema dell esclusione dal mercato del lavoro. Qual è il valore aggiunto che la CS può fornire per una corretta attuazione della legge e, soprattutto, per un pieno raggiungimento delle sue potenzialità? La legge mostra di cogliere e fare proprio, come principio legislativo, quell approccio che ha caratterizzato e caratterizza da sempre l economia sociale rispetto alle fasce deboli della società: la filosofia ed il modello operativo

12 delineato dalla legge consente, come detto, di realizzare quella modalità integrale di presa in carico attraverso la quale è possibile progettare interventi che se, da un lato, consentono la restituzione dei pieni diritti di cittadinanza, dall altro responsabilizzano il soggetto ad affrontare attivamente e responsabilmente il mercato del lavoro, spezzando i circoli viziosi degli interventi meramente assistenziali. Attraverso l art.12, è possibile una reale accoglienza di tali soggetti ed offrire loro le opportunità di lavoro presso le CS "in regime di esternalizzazione : i portatori di svantaggio vengono così individuati avvalendosi, tra l altro, delle informazioni dei Centri per l Impiego delle Province, in stretto collegamento con i servizi territoriali, creando, così, un circuito virtuoso che connette il soggetto pubblico (le Province, titolari della responsabilità della realizzazione del matching domanda/offerta di lavoro), le imprese profit (per ottemperare agli obblighi di legge sul collocamento obbligatorio) e l economia sociale (le CB). C. Le tappe del percorso di inclusione socio-lavorativa nelle imprese sociali Occorre ricordare come, nelle politiche e strategie di inclusione sociolavorativa delle CS, occupa un posto di particolare importanza l investimento nello sviluppo di un sistema di valutazione e validazione del progetto di inclusione socio-lavorativa delle fasce deboli. Pur con le diversificazioni che sono legate ai differenti contesti territoriali in cui tali strategie sono state poste in essere dal sistema pubblico e dal mondo dell economia sociale, si è assistito ad una progressiva messa a punto di modelli di presa in carico e di sistemi di monitoraggio che hanno, in moltissimi casi, rappresentato i pilastri centrali su cui si è andato costruendo anche il sistema di valutazione dell efficacia della lotta contro l esclusione sociale.

13 In particolare, volendo ripercorrere un po di storia dell inclusione sociale, già dalla fine degli anni 90, la CS si è dotata di strumenti finalizzati a ciò, sia sul versante della realizzazione di bilanci di competenze della forza-lavoro svantaggiata, sia per mettere a procedura, prima, ed a certificazione ISO 9001 ed etica, poi, sistemi di accompagnamento e tutoraggio per i percorsi di inserimento resi possibili dai diversi strumenti imprenditoriali e sociali con cui essa opera. La bontà dell azione appena citata è stata riconosciuta universalmente: di fatto, in molti territori, le metodologie di presa in carico e di valutazione/validazione dei percorsi di inclusione sono stati, in un certo senso, inglobati all interno del sistema pubblico di gestione del collocamento della popolazione svantaggiata. Ciò è stato possibile, dal momento che gli stessi servizi di inserimento lavorativo (SIL o SAL a seconda dei contesti territoriali), nati in seno alla CS in tempi antecedenti alla riforma del collocamento ai sensi della l. 68/ 99), sono stati di fatto riconosciuti dal sistema pubblico come struttura connettiva fondamentale per l effettiva realizzabilità del matching tra domanda ed offerta di lavoro da parte dei Centri per l Impiego. Spesso, poi, ad operare all interno dei SIL-SAL è stato chiamato, attraverso opportuni distacchi di personale, la stessa forza lavoro della CS (sia di tipo A che di tipo B), individuata come competente nei processi di inclusione sociolavorativa di soggetti svantaggiati. Si è così andata costituendo, intorno ai soggetti svantaggiati, una vasta rete che coinvolge il sistema pubblico, il mondo profit, il sistema dell economia sociale e del volontariato, e che, di fatto, adotta le metodologie di presa in carico finalizzate alla realizzazione di progetti di inclusione socio-lavorativa, mutuandone gli strumenti utilizzati nel corso della sua storia dalla stessa economia sociale.

14 Come detto, non è possibile parlare né di un solo modello, né di un unica metodologia (per le ragioni di specificità territoriali sopra ravvisate), ma è possibile, a livello macroprocedurale, suddividere il percorso di inclusione socio-lavorativa, almeno quello che si realizza all interno delle CB, in tre componenti essenziali: a) l iter valutativo della condizione socio-sanitaria personale e delle competenze pregresse della persona; b) il bilancio di competenze dell utente incrociato con le opportunità di lavoro da parte della CB; c) il progetto di inclusione socio-lavorativa ed i relativi step di valutazione/validazione. Dal punto di vista dell IS, ogni inserimento di persona svantaggiata costituisce una scommessa imprenditoriale, che presuppone una metodologia di approccio e di gestione non casuale. Dall esperienza maturata all interno delle CB, si possono isolare alcuni step, che costituiscono, inoltre, la migliore garanzia per il rispetto dei diritti fondamentali di ciascuna persona impegnata in tale percorso. La metodologia del lavoro adottata per l elaborazione e la gestione di tali progetti prevede, per l appunto, alcuni passaggi: come si è visto, detti passaggi costituiscono, ormai (ed in particolare dall uscita della l. 68/ 99 sul collocamento mirato dei disabili), un percorso condiviso tra le IS, che operano nei vari territori, ed i servizi di primo e secondo livello che si occupano di inclusione sociolavorativa di soggetti svantaggiati. I passaggi procedurali, di seguito descritti, rappresentano il frutto di elaborazioni progressive effettuate in alcuni anni di esperienza in differenti territori nazionali, e sono un modello generale di riferimento, che, con le variazioni ed/o modulazioni validate territorialmente, viene applicato nei territori nazionali in cui si predispongono progetti di inclusione socio-lavorativa:

15 1 - analisi (interna alle IS) delle opportunità economico-finanziarie e legislative (bandi, ecc.) e delle risorse utili per l attivazione di progetti inclusione sociolavorativa; 2 - segnalazione formale, da parte dei servizi specialistici (o centri di salute) alla CS (od ai servizi, SIL-SAL, laddove presenti) dell utenza rispetto alla quale realizzare un progetto; 3 - effettuazione di un primo incontro tra i servizi per discutere del caso ed individuazione di alcuni obiettivi generali del progetto, con il coinvolgimento diretto della CB designata all interno del progetto; 4 - conoscenza diretta da parte dell utente (in presenza o meno di operatori del servizio inviante) della cooperativa ospitante: l incontro è strutturato come un colloquio di lavoro e si basa sul curriculum formativo e professionale della persona. Spesso, la persona della CB che conduce il colloquio è il Responsabile degli Inserimenti Lavorativi; 5 - elaborazione, da parte dei servizi e dell IS, con l adesione del beneficiario, di una ipotesi di progetto contenente la proposta di un Incarico di Lavoro ufficiale, con obiettivi generali e specifici ed una programmazione delle verifiche; 6 - firma del contratto da parte del beneficiario; 7 - presentazione del progetto e, successivamente, della persona, all istruttore o al caposquadra individuato dall IS per l affiancamento sul lavoro; 8 - presentazione della persona alla squadra di lavoro; 9 - attività di verifica a scadenze programmate; 10 - valutazione di esito finale da parte di IS e servizi; autovalutazione da parte del beneficiario 5. Anche dal punto di vista della corretta allocazione della persona (e, di conseguenza, affinchè il matching domanda-offerta abbia successo), è possibile 5 Va detto che la scansione temporale degli step definiti in questa sede non può essere ovunque la stessa in qualsiasi contesto territoriale o progetto in via di realizzazione: in particolare ci si intende riferire al susseguirsi di atti formali e di momenti valutativi e decisionali dell iter descritto, la cui sostanza, in ogni caso, si ritiene, resta la medesima.

16 definire delle procedure che consentono di minimizzare i rischi di quella che è stata precedentemente definita una scommessa imprenditoriale, e precisamente: 1 - per realizzare un percorso di inclusione socio-lavorativa, un inserimento lavorativo, in una qualsiasi delle attività dell IS, si procede, innanzitutto, con un analisi dell attività stessa, in modo da poterla scomporre in mansioni semplici, in singole procedure il più possibile elementari; 2 - si passa poi alla conoscenza degli skills della persona da inserire e del suo grado di autonomia, deducibili attraverso l osservazione di alcuni indicatori disponibili, quali ad esempio: la manualità, la resistenza alla fatica, la meticolosità, la memorizzazione, la comprensione delle consegne, l adattamento alle diverse situazioni, il ritmo di rendimento, le relazioni con i colleghi, l organizzazione nel lavoro, l iniziativa, la comprensione del processo lavorativo, la continuità, la puntualità, il modo di presentarsi, la capacità di lavorare in gruppo, ecc.; 3 - successivamente, si tenta l abbinamento tra le mansioni individuate e le capacità della persona, affidando quest ultima alla supervisione in affiancamento del caposquadra o di un operatore esperto; 4 - a questo punto si apporta una modificazione al contesto produttivo, tentando di trovare un primo nuovo equilibrio, compatibile con il nuovo operatore entrato, riguardo a ritmi, ai tempi, all ambiente ed ai rapporti, il tutto assieme ai colleghi di lavoro e, quando possibile ed/od opportuno, al cliente; 5 - questo primo assetto produttivo viene progressivamente modificato nel tempo, attraverso verifiche ed aggiustamenti sia degli aspetti legati alla produttività, sia degli aspetti relativi all evoluzione delle capacità lavorative ed alle aspettative che il soggetto ha maturato riguardo al proprio lavoro; si verifica perciò un mutamento nelle condizioni di lavoro (mansioni, ritmi, tempi, aumento/diminuzione di monte-ore, etc.) onde favorire lo sviluppo delle capacità della persona, una sua migliore e più stabile collocazione nel processo produttivo, nonché un migliore risultato economico per la cooperativa;

17 6 - un attenzione particolare viene, infine, riservata alla formazione del personale, con corsi di qualificazione o riqualificazione professionale, nonché attraverso momenti teorico-pratici di formazione interna, per migliorare lo svolgimento delle attuali prestazioni lavorative o per orientare la persona verso altre attività produttive. Tale modello, per realizzarsi efficacemente nelle prassi quotidiane di impiego del soggetto disabile, presuppone la scelta (e la fatica) di operare inserimenti lavorativi soprattutto rispetto a target che l esperienza quotidiana nel campo del mercato del lavoro e delle fasce deboli autorizza a definire difficilmente collocabili, sia per ragioni di pregiudizio rispetto alle loro effettive potenzialità produttive, sia per i rischi connessi alle modificazioni del clima aziendale, che, nonostante la atipicità della CS e la sua presunta tenuta rispetto a tali attività, esistono anche in essa. Si tratta sostanzialmente di operare una scelta, oltre che di buon governo, di civiltà, che ponga tutti i cittadini su uno stesso piano rispetto ai diritti ed alle opportunità offerte (il lavoro è un diritto costituzionalmente garantito), riconoscendo esplicitamente ma soprattutto operativamente che l inserimento lavorativo delle fasce deboli richiede percorsi sì integrati, in modo che il sistema di riferimento sia unico, ma che vengano mantenute alcune peculiarità e specificità senza le quali il diritto il lavoro per questa fascia di cittadini resta una semplice enunciazione di principio. Per costruire in tal senso un azione di sistema non è sufficiente enunciare pedissequamente le parti che compongono il sistema stesso, non basta formalizzare protocolli, seppure indispensabili, ma occorre compiere prima di tutto un cambiamento di carattere culturale ed operativo che ponga il cittadino in primo piano e promuova percorsi di collaborazione in un ottica che sia si di integrazione ma che sappia riconoscere al sistema capacità di adattamento in contesti diversi dove la differenza deve diventare forza e non appiattimento su regole prestabilite e perciò immutabili.

18 CAPITOLO 2 LA SEGNALAZIONE A.L iter procedurale di segnalazione L iter di segnalazione del soggetto svantaggiato, finalizzato ad un potenziale progetto di inclusione socio-lavorativo all interno dell IS prevede l invio alla stessa (od al servizio SIL-SAL, da parte del servizio di primo o secondo livello) di una comunicazione (che diventerà successivamente scheda di segnalazione ). A tale invio segue, di norma, l incontro tra soggetto inviante e referente/i dell IS (ed/od, eventualmente, laddove territorialmente presente, con il/la responsabile del servizio di inserimento lavorativo SIL o SAL). Nell incontro viene, appunto, definita la scheda di segnalazione, che comprende: - i servizi coinvolti nel progetto; - informazioni generali sul beneficiario; - la sua situazione familiare; - la sua situazione socio-sanitaria; - la definizione di una prima ipotesi di obiettivi da perseguire (che verranno successivamente perfezionati in base alle caratteristiche ed alle esigenze del beneficiario) ed il tipo di strumento imprenditoriale e sociale individuato. Il primo incontro avviene tra il referente della cooperativa e quello del servizio inviante. Durante questo primo incontro vi è uno scambio di informazioni relativo alle attività della cooperativa e alla sua analisi dell'utente rispetto al profilo terapeutico e sociale, alla storia professionale (in particolare sul perché delle interruzioni di precedenti esperienze lavorative) e formativa, alle aspettative il rispetto all' inserimento lavorativo. E' una prima valutazione della presenza o meno d' incompatibilità tra caratteristiche del soggetto e le esigenze della

19 cooperativa, dello stato del percorso terapeutico, dell' esistenza o meno di un progetto da parte del servizio inviante ( ) 6 B. CASE STUDY: Scheda di segnalazione di P.D. Lo studio di caso che si è scelto di illustrare concerne una situazione relativa ad una persona, che per mantenere l anonimato si chiamerà P.D., il cui percorso, pur con i suoi inevitabili alti e bassi, può rappresentare un esperienza emblematica per le finalità della presente pubblicazione. Occorre fare una breve sintesi della storia di P.D., dal momento che la documentazione che si allegherà di seguito si riferisce all ultima presa in carico dell utente (avvenuta nel 2005), anche se i servizi (in periodi e con esiti alterni) ne seguivano la situazione fin dall anno P.D., umbro, nell anno 2000, si trova nel carcere di Perugia per vari reati, connessi alla propria condizione di tossicodipendente: il Tribunale di Sorveglianza di Perugia lo affida al Centro di Servizio Sociale per adulti del Ministero di Grazia e Giustizia, che riesce a conseguire per il proprio utente una borsa lavoro della durata di 6 mesi. Il servizio contatta direttamente una CB locale, denominata Il Borgo Servizi (vi è da dire che, ancora 5 o 6 anni fa, il rapporto tra servizio inviante e l economia sociale avveniva, in molti casi, senza fare riferimento intermedio al servizio locale di accompagnamento lavorativo, S.A.L), con la quale concorda, dopo aver fatto appositi incontri sia con i responsabili della cooperativa, che con il responsabile del settore prescelto per l intervento, che P.D. avrebbe operato nell ambito dell area operativa delle pulizie, attraverso una borsa lavoro di 6 mesi. 6 S. Trapani, I percorsi dell inserimento lavorativo, in V. Belotti (a cura di) Valutare il lavoro-gli inserimenti lavorativi dei soggetti in stato di dipendenza in Italia, Guerini e associati, Milano, 2004

20 L esperienza, opportunamente monitorata con gli strumenti allora utilizzati dalla cooperativa (tutoraggio ed accompagnamento da parte del personale della CB) fornisce esiti positivi, tanto che, al termine della borsa lavoro di 6 mesi, la cooperativa si rende disponibile all assunzione (per 1 mese, in servizi di pulizia straordinaria), e, successivamente, a tempo indeterminato. Sfortunatamente, ad interrompere un percorso che sta cominciando a fornire prospettive interessanti, nel 2001, a P.D. viene revocato l affidamento al servizio per pendenze penali precedenti e disposto il rientro immediato in carcere (in cui, in precedenza, rientrava al termine della giornata di borsa lavoro). P.D. trascorre 4 anni in carcere: ciò nonostante, la cooperativa e l utente, di comune accordo (va ricordato che il servizio sociale era stato estromesso d imperio dal rapporto), concordano che P. sarebbe rimasto comunque socio lavoratore a 0 ore. Su richiesta della stessa cooperativa, durante tutto l arco dei 4 anni, è possibile richiedere al Tribunale di Sorveglianza che P. possa continuare a svolgere, per brevi periodi, attività lavorativa nel settore delle pulizie, con rientro serale in carcere. Ma questa situazione di privazione della libertà (cui si aggiunge la propria condizione di tossicodipendenza) è comunque di difficile tollerabilità per P.D.: a tal punto che, nell anno 2004, decide di sposarsi (su tale decisione incide anche, seppure in forma non esclusiva, secondo l operatrice della CB che al tempo ne seguiva il progetto, l opportunità di poter usufruire dei 6 giorni di licenza matrimoniale). Ma le difficoltà continuano e, nello stesso anno, l utente stesso si segnala (per così dire) al Tribunale di Sorveglianza e richiede di poter effettuare nuovamente un esperienza di borsa lavoro (possibilmente con la stessa cooperativa con la quale aveva lavorato in precedenza). Vi è inoltre da aggiungere che all interno della stessa cooperativa ora lavora anche la moglie.

21 Le circostanze legate all iter burocratico-amministrativo penale consentono a P.D., nell anno 2005, di uscire dal carcere in condizione di libertà, in attesa di affidamento al servizio sociale per adulti del Ministero di Grazia e Giustizia. E a questo punto che, su segnalazione del servizio SERT, in data 12 giugno 2005, avviene il primo incontro tra la responsabile del servizio inviante e la responsabile del servizio di inserimento lavorativo SAL: in quell incontro viene concordato che si sarebbe contattato il responsabile degli inserimenti lavorativi del Consorzio ABN, all interno del quale è consorziata la CB Il Borgo Servizi, per un ulteriore progetto semestrale di borsa lavoro. Quella di seguito riportata è la scheda di segnalazione dell utente inviata dal servizio SERT (che continua a seguire P.) e validata dalla responsabile del SAL, che ne comunica il contenuto al responsabile degli inserimenti lavorativi del Consorzio ABN.

22 TABELLA A: SCHEDA DI SEGNALAZIONE 1. SERVIZIO TERRITORIALE INVIANTE Data: 12 giugno 2005 Servizio inviante Nome Servizio: SERT Appartenente all Ente: ASL n 2 INDIRIZZO: XXX TEL: XXX Operatori di riferimento per la persona Cognome e nome Qualifica Referente dei Servizi: XXX Responsabile SERT Perugia Eventuale operatore SAL: XXX Responsabile SAL locale 2. INFORMAZIONI GENERALI SUL POSSIBILE BENEFICIARIO Le parti seguenti vanno compilate dal Servizio territoriale inviante con il referente della cooperativa ed/od il referente del servizio SIL-SAL locale Dati anagrafici Cognome: D. nome: P. Data di nascita: 15/10/1965 nato/a a: Magione Prov: PG Nazione di nascita: Italia Cittadinanza: Italiana Residente in: Magione (PG) via: XXX Comune del domicilio (se diverso): Telefono: XXX Codice fiscale: XXX Permesso di soggiorno: Si No Se SI, motivazione del permesso di soggiorno: Data rilascio: Data scadenza: Invalidità: No Si, grado di invalidità civile riconosciuta: % Se SI, tipologia: psichica intellettiva psichica mentale neurologica respiratoria sensoriale linguaggio sensoriale vista sensoriale udito cardiocircolatoria

23 fisica (perdita arti) fisica (limitazione movimenti) Se SI, è iscritto alle liste di collocamento obbligatorio? Si No Se 100% di invalidità, presente indennità accompagnamento: Si No Pensione, assegni, rendite (*) INPS (pensione invalidità) INAIL (rendita per invalidità dal lavoro) Prefettura (pensione inabilità o assegno mensile) Altro: (*) accertare la compatibilità con il reddito derivante da borsa lavoro o da inserimento lavorativo Spostamenti e mezzi Possesso patente auto: Si No Dispone di mezzo proprio: Si No Se Si, quale: Auto Moto/Motorino/Ape Bicicletta Usa autonomamente i mezzi pubblici: Si No 3. SITUAZIONE FAMILIARE Stato civile libero/a convivente coniugato/a divorziato/a vedovo/a separato/a Condizioni di vita vive nella famiglia di origine con la moglie vive da solo/a vive con altre persone ha un nuovo nucleo familiare Figli n : ; n figli a carico:. Età dei figli:. Eventuali referenti per il progetto, tra i familiari (nomi e tel.): 4. SITUAZIONE SOCIO-SANITARIA Condizioni sanitarie generali ottime buone discrete problematiche molto critiche fisiche psichiche sensoriali Problematica (specie ai sensi della L. 381/1991 (art. 4) o della L.68/1999)

24 salute mentale (utente del D.S.M ) tossicodipendenza (utente del Sert) alcolismo (utente del Goat) disabilità (specificare): fisica psichica sensoriale condanna in misura alternativa alla detenzione (utente del CSSA) difficoltà o disagio familiari (Servizio Sociale) altre situazioni a rischio o possibili fonti di emarginazione. Specificare: Interventi riabilitativi e socio assistenziali Oltre ad eventuali interventi medico-terapeutici, ha fruito nell ultimo biennio di interventi riabilitativi e socio assistenziali: Si No Se SI, quali [sono possibili anche più risposte] aiuti economici, in natura o denaro aiuto nella ricerca o nella sistemazione dell alloggio attività di animazione assistenza o educazione nelle attività della vita quotidiana (ad esempio: gestione casa, gestione denaro, alimentazione, igiene personale, trasporto, ecc.) socializzazione (extralavorativa) in gruppi o strutture del Servizio territoriale di riferimento socializzazione (extralavorativa) in gruppi enti, organizzazioni esterne al Servizio altro, specificare: 5. DATI per un IPOTESI di PROGETTO LAVORATIVO o FORMATIVO Tipo di progetto ipotizzato inserimento lavorativo ai sensi della legge n 381/1991 inserimento lavorativo ai sensi della legge n 68/1999 borsa di lavoro con accompagnatore. borsa di lavoro in affiancamento ad uno o più lavoratori nel cantiere. Obiettivi del progetto [numerare le voci seguenti in ordine di priorità, da 1 (il più importante) a n (il meno importante). Inserire un trattino (-) quando l obiettivo non è affatto importante] (4) economico (3) educativo-assistenziale (2) socializzazione (1) terapeutico-riabilitativo ( ) formativo-professionale ( ) altro, specificare:

25 Disponibilità rispetto al lavoro Disponibilità ad un lavoro a: tempo pieno part-time Disponibilità a lavorare: mattina pomeriggio sia mattina che pomeriggio Disponibilità anche a lavorare: di notte; nei festivi; con orario spezzato Area/settore lavorativo ipotizzato (tra quelli disponibili in Cooperativa): Pulizie Comune o quartiere in cui deve essere il posto di lavoro: Qualunque in zona provinciale Eventuali condizioni particolari [Indicare tutti quei fattori che possono condizionare in vari modi l impegno lavorativo e di cui bisogna tenere conto nell assegnazione di orari e mansioni: ad esempio, limitazioni nei movimenti, allergie, difficoltà fisiche particolari, trattamenti farmacologici specifici, impegni terapeutici (es. gruppi di autoaiuto), ecc.]: Nota: L utente segue un trattamento farmacologico legato alla propria condizione di tossicodipendente.

26 CAPITOLO 3 L ACCOGLIENZA PRESSO L IMPRESA SOCIALE A. La valutazione/validazione del bilancio di competenze attraverso il colloquio ed il curriculum individuale A questo punto del percorso di inclusione sociale, avviene l incontro tra il referente dell IS ed il potenziale beneficiario del progetto (come detto in precedenza, è possibile anche la presenza del responsabile del servizio inviante ed/od del servizio SIL-SAL a seconda delle caratteristiche dell incontro). L elemento relazionale all interno del colloquio risulta centrale per una corretta esplicitazione delle legittime e reciproche aspettative: l'operatore della cooperativa 7 illustra al soggetto quali sono i suoi settori di intervento e insieme a lui si fa un ulteriore approfondimento dei suoi bisogni, della sua storia e delle sue aspettative. In questa prima fase di conoscenza della persona, l' operatore prende visione della parte terapeutica del progetto e valuta se il soggetto presenta le condizioni sufficienti per svolgere il tipo di lavoro offerto (rispetto a: adeguamento dell' orario, fatica, mansioni, produttività ecc.) sia su aspetti di idoneità fisica che motivazionali 8. Vi è da considerare che si preferisce parlare di colloquio più che di intervista, sia per le potenzialità che il primo ha rispetto al secondo, sia perché esso racchiude quell elemento di centralità dell aspetto relazionale che è patrimonio storico dell IS ed, in qualche modo, qualificante del mondo dell IS. Il colloquio risulta uno strumento più flessibile e ampio, al cui interno è possibile inserire anche un intervista. Il colloquio individuale mira a conoscere la persona attraverso come essa si presenta e si propone, ed è quindi più soggetto alla messa in atto di strategie di falsificazione da parte del candidato ( ). 7 Sempre più spesso tale incontro, che può essere definita una prima accoglienza dell utente, avviene alla presenza del Responsabile degli Inserimenti Lavorativi della CB all interno della stessa sede della cooperativa. 8 S. Trapani, op. cit.,, in V. Belotti (a cura di), op. cit, 2004.

27 L obiettivo del colloquio è quello di capire se le aspettative reciproche del datore e del candidato possono essere soddisfatte ( ). Grazie al colloquio l operatore può fare un bilancio di competenze,cioè valutare capacità, esperienze, interessi, attitudini, aspirazioni e definire il profilo del candidato. L operatore può valutare cosa il candidato può fare e se vuole farlo. Se le aspirazioni del candidato non trovano immediato riscontro in una possibilità lavorativa, perché, ad esempio non corrisponde ad esse un capacità o un esperienza adeguata o semplicemente non vi è un opportunità lavorativa corrispondente, l operatore che è anche a conoscenza delle richieste del mercato del lavoro può indirizzare il soggetto verso percorsi alternativi o percorsi di formazione integrativi, nell ottica dell attività di orientamento 9. Ma il colloquio è un momento molto importante anche perché rappresenta, per moltissimi utenti, la prima vera modalità di incontro/confronto con il mondo della CS. Incidono, certamente, su tale momento, le fantasie dell utente rispetto al fatto che le cooperative rappresentano un opportunità di lavoro ma, al tempo stesso, una sorta di ultima spiaggia e, di fatto, entrarvi, soprattutto all interno di un progetto terapeutico, può essere vissuta come una sorta di conclamazione della propria condizione di svantaggio. Domenico Zalla fotografa tale momento in maniera molto efficace: la decisione di entrare in cooperativa costituisce un momento molto difficile e delicato all'interno della storia personale, e spesso entrare in cooperativa per seguire e vivere un percorso di inserimento lavorativo rappresenta un evento traumatico. È proprio in questo momento che la persona diventa consapevole e prende coscienza della propria diversità, del proprio disagio e del proprio svantaggio, si trova costretta ad accettare un ambiente protetto come condizione per entrare o ri-entrare nel mondo del lavoro e nella società ( ). Non è facile accettare di essere una "persona svantaggiata", di essere portatore di un disagio, di aver bisogno di una cooperativa sociale e quindi di un 9 idem

28 ambiente protetto, non normale per muovere i primi passi verso un inserimento lavorativo e un inserimento attraverso il lavoro 10. B. CASE STUDY: Scheda di curriculum individuale di P.D. A questo punto viene realizzata, nel percorso di inclusione oggetto dello studio, quella che, come si è visto, rappresenta una fase molto delicata del progetto: nel caso di P.D., però, la conoscenza dell ambiente in cui si realizzerà il progetto è notevole, viste le esperienze di borsa lavoro sperimentate in passato, e ciò rende meno traumatico il colloquio. Il SAL ritiene che, in questa fase, non sia opportuna la presenza di un referente del servizio inviante SERT, dal momento che l utente, per l appunto, conosce il contesto (e l ambiente) della cooperativa disponibile all accoglienza, sia per le pregresse esperienze lavorative, sia per il fatto che la stessa moglie vi lavora. Ciò che, però, in questi 4 anni, è stata fortemente implementata, è la procedura di accoglienza accompagnamento - tutoraggio dell utenza coinvolta in progetti di inclusione sociale all interno della rete consortile. Di fatto, la persona con cui P. effettua il colloquio è il Responsabile degli Inserimenti Lavorativi del Consorzio ABN, operatore che egli non aveva conosciuto precedentemente, né personalmente, né nell esercizio della sua funzione. L incontro ha luogo il 25 luglio del 2005, un primo obiettivo di compilare il curriculum vitae di P.D.: di fatto, pur avendo avuto modo di svolgere, seppur in forma saltuaria, attività professionali presso la cooperativa, P. non dispone di un profilo formativo e professionale strutturato. Il curriculum viene di seguito illustrato nella seguente tabella B: 10 D. Zalla; La cooperazione sociale di inserimento lavorativo e il punto di vista dell utente, ISSAN, Working Paper n. 16, Trento, Maggio 2001

29 TABELLA B. CURRICULUM VITAE DEL BENEFICIARIO 1. INFORMAZIONI GENERALI SUL POSSIBILE BENEFICIARIO Le parti seguenti vanno compilate dal referente per gli inserimenti lavorativi della Cooperativa, insieme al referente del Servizio territoriale inviante e al beneficiario dell eventuale progetto formativo o di inserimento lavorativo Data: 25 luglio 2005 Dati anagrafici Cognome: D. nome: P. Data di nascita: 15/10/1965 nato/a a: Magione Prov: PG Nazione di nascita: Italia Cittadinanza: Italiana Residente in: Magione via: XXX Comune del domicilio (se diverso): Telefono: XXX Codice fiscale: XXX 2. ISTRUZIONE E FORMAZIONE Titolo di studio Licenza Elementare Diploma di Scuola Media Inferiore Abbandono scolastico pre-obbligo; finita la classe:. Attestato professionale (durata 2 anni), qualifica: Diploma di qualifica di Scuola Media Superiore (3 anni ), tipo: Diploma di Scuola Media Superiore, tipo: Laurea, in Titolo conseguito nel: 1979, nella scuola/istituto: Scuola Media Inferiore di Magione Tutt ora studente, iscritto a: Itinerario formativo Ha frequentato corsi di formazione professionale: Si No Se SI, quali, precisando il tipo di attestato/qualifica conseguito Titolo Corso Ente gestore Durata Attestato/qualifica

30 Attualmente sta frequentando altri corsi: Si No Se SI, quali: Lingue conosciute Livello di conoscenza Conoscenze informatiche: Si No Se SI, quali programmi / sistemi operativi: 3. SITUAZIONE LAVORATIVA Collocamento Ha l iscrizione all Ufficio per l impiego: Si No Iscritto dal: (L. 407/90). Storia lavorativa Ha già lavorato: Si No Se SI, riportare i dati principali nella seguente tabella Periodo (dal al ) Ditta e settore Mansioni svolte Ditta di Operatore famiglia pulizie 2001 CS Il Borgo Operatore Servizi pulizie 2001 CS Il Borgo Operatore Servizi pulizie 2001 CS Il Borgo Operatore Servizi pulizie 2003 CS Il Borgo Operatore Servizi pulizie 2004 CS Il Borgo Servizi Operatore pulizie Tipo di rapporto (*) F B Motivo interruzione (**) 8-Detenzione Termine borsa lavoro B 12 A E E 8-Detenzione 8-Detenzione 8-Detenzione (*) A: contratto a tempo indeterminato; Bcontratto a tempo determinato; C:contratto di collaborazione;d:attività autonoma; E: saltuario/stagionale; F:non in regola (**) Dimissioni per: 1-Matrimonio; 2-Figli; 3-Mobilità della Famiglia; 4-Pressioni da parte della Famiglia; 5-Insoddisfazione per la retribuzione; 6-Motivi di salute; 7-Qualità del lavoro; 8-Altro

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