IL CINEMA E IL RAZZISMO

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Informazioni Principali:

CARLO LEVI SCRITTORE, PITTORE, MEDICO, GIORNALISTA, MERIDIONALISTA

Luigi Saverio FASCISMO. Edizioni all'insegna del Veltro

Transcript:

IL CINEMA E IL RAZZISMO

ΡΑΖΖΙΣΜΟ Il termine razza ha diversi significati, ancora oggi non completamente distinti l'uno dall'altro. È stato usato fin dal rinascimento per denotare tratti caratteristici di gruppi sia animali che umani; come è stato usato anche per indicare gruppi privi di affinità ereditarie. "Razzismo" si riferisce a una visione del mondo che riconduce il comportamento e il carattere degli uomini alla 'razza' cui si asserisce che l'individuo o il gruppo appartenga. Si può tracciare l'evoluzione del razzismo attraverso diverse e ben definite fasi storiche. I fondamenti teorici furono gettati durante il Settecento e la prima metà dell'ottocento. A partire dalla seconda metà dell'ottocento sino all'inizio della Prima Guerra Mondiale il razzismo andò crescendo d'intensità, assumendo un più netto e definito orientamento. Tra la prima e la seconda guerra Mondiale, stabilì collegamenti con i movimenti politici di massa europei riuscendo, su buona parte del continente, a tradurre in pratica le teorie razziste. Infine, dopo la Seconda guerra Mondiale i razzisti continuarono ad agitarsi, ma furono sopraffatti dalla reazione contro i loro stessi crimini. Le concezioni razzistiche nel Settecento e nel primo Ottocento erano basate su uno studio scientifico, che individuava nei vari individui di lingua, cultura e origini diverse, fattori morfologici particolari. Si delineavano in quel periodo le basi per quella che sarà l'ideologia della "superiorità" di alcune razze su altre, affermatasi nella prima metà del XX secolo. Nel periodo successivo alla prima metà dell'ottocento fino alla Prima Guerra mondiale il razzismo assunse un'accezione di origine culturale e politica, per mano in primo luogo di Goblineau (Essai sur l'integralitè des races humaines 1853-55), le sue teorie razziali miravano a spiegare gli sconvolgenti fenomeni sociali e politici del so tempo. Nelle sue mani il razzismo divenne una spiegazione della decadenza dell'età moderna e, sotto questo aspetto, egli preannunciò lo sfruttamento politico che del razzismo si sarebbe fatto in tempi successivi. Goblineau classificò le razze nere, gialle e bianche a seconda della struttura sociale e della società che avevano prodotto, identificando nella razza 'bianca' l'unica capace di incarnare gli elementi da lui ritenuti nobili. Idee conformi a quelle di Goblineau si andavano affermando nella società del tempo, a discapito di quelle razze non ritenute 'ideali'. Nella seconda metà dell'ottocento un razzismo di questa sorta venne applicato dai Tedeschi nei confronti dei Francesi e viceversa, ma fu soprattutto L'ANTISEMITISMO ad alimentare le idee razzistiche.

Gli Ebrei sembravano rappresentare una cultura straniera all'interno dell'europa. Finché gli Ebrei erano stati costretti a vivere nei ghetti, pochi autori avevano mostrato particolare interesse per loro, ma, con l'emancipazione ebraica all'inizio dell'ottocento, l'atteggiamento cambiò. L'emancipazione era stata concessa sulla base del presupposto che gli ebrei si sarebbero liberati di quelle che l'illuminismo aveva considerato le loro qualità negative: la preferenza per l'attività commerciale e le superstizioni della loro religione. Essi si dovevano liberare del giudaismo che, nella mente dei 'Gentili', si associava con il ghetto. Ma non appena gli Ebrei ottennero il diritto di cittadinanza e cominciarono a competere con successo con i Gentili nell'attività economica e nella vita sociale, i loro nemici li accusarono di perseverare nelle loro abitudini 'ebraiche' nonostante l'emancipazione. L'ondata di odio antiebraico trovò sbocco in Germania nelle sommosse del 1819, alle quali parteciparono quelle classi che si vedevano duramente incalzate dall'industrializzazione, le quali vedevano gli Ebrei come gli sfruttatori della classe lavoratrice; conclusione senza senso, ma simile al fattore che dominò l'odio razzista in Germania, promosso dai nazisti, durante la crisi del 1929. Prima del 1918 il razzismo trovò un terreno favorevole anche in diverse piccole sette, che si facevano guerra l'un l'altra. Queste sette continuavano la tradizione mistica piuttosto che quella 'scientifica' del razzismo: si interessavano all'ariano come creatura del sole, ai suoi legami con il cosmo, e traevano l proprio tipo ideale da fantasie del genere piuttosto che da fattori di carattere linguistico o culturale. Lanz von Liebenfels, per esempio, dedicò l'intera sua rivista alla razza bionda, questa dovette leggerla anche Hitler, la cui forma di razzismo è simile a questo tipo. Essa si basava sulla paura del misterioso e dell'ignoto; come ci racconta in Mein Kampf, Hitler divenne infatti un'antisemita dopo aver visto gli Ebrei dell'europa orientale nei loro strani abiti per le strade di Vienna. La reazione di Hitler non fu diversa da quella di molti uomini della seconda metà dell'ottocento, i quali furono turbati dallo scontro culturale e che si sentivano chiamati dalle differenze nell'aspetto esteriore a intraprendere una guerra razziale in nome dello spirito tedesco. Sebbene il pensiero razzista non mutasse in maniera significativa, dopo il 1918 parecchi nuovi fattori contribuirono a fornirgli una giustificazione. La psicologia cominciava a porre in risalto differenze razziali: non la psicologia di Freud, ma quella di scienziati razzisti mirata a far divergere le varie 'razze'. La grande differenza rispetto ai secoli passati fu quella della diffusione massiccia dell'odio razziale, sia in Europa che in America i gruppi antisemiti e contro i negri di andavano diffondendo velocemente, contando un numero sempre maggiore di simpatizzanti. In Europa la rivoluzione Russa, per mani dei bolscevichi fu presa come esempio del presunto complotto ebraico contro la cultura ariana europea. La visione razzista del mondo portò anche ad altri estremi, infatti i fanatici credevano che i problemi economici si sarebbero risolti automaticamente nel

momento in cui la razza ideale sarebbe salita al potere. Il nazionalsocialismo poteva perciò perseguire una politica economica pragmatica, che doveva ben presto tradire gli interessi di quelle classi medie le quali avevano dato al movimento il proprio appoggio. Ma prima ancora che i movimenti razzisti conquistassero il potere, l'attivismo assunse un'importanza cruciale nel mantenere lo slancio iniziale. Mentre i razzisti dell'ottocento tendevano a limitarsi alla teoria, nel dopoguerra i capi erano impegnati nel vivo della politica del proprio tempo, e l'odio razziale era portato a diventare violento. L'intensificarsi della violenza condusse anche ad una sempre maggiore 'disumanizzazione' del nemico. La strada era stata preparata per atteggiamenti razzisti verso le razze primitive, considerate più vicine alle scimmie che all'uomo. In maniera abbastanza tipica D. Eckart, che fu il mentore di Hitler nel periodo del suo ingresso nella vita politica dopo la prima guerra mondiale, proclamava che nessun popolo della terra avrebbe lasciato gli Ebrei in vita se avesse potuto vedere ciò che erano e ciò che volevano. Hitler accettò pienamente - e non solo in maniera retorica come Eckart - questo punto di vista. Allo scopo di incoraggiare i suoi uomini al genocidio, Himmer paragonava gli Ebrei a cimici e topi, animali nocivi che dovevano essere sterminati. Alla documentazione provvedeva la propaganda di massa, che mostrava le 'tipiche' facce ebraiche accompagnate da didascalie indicante la scarsa rassomiglianza dei volti così ritratti con quelli degli esseri umani. La schematizzazione inerente a tutto il pensiero razzista giungeva così alle sue più estreme conseguenze: gli stereotipi prendevano il posto degli uomini e delle donne reali. In Germania, dove il razzismo fu un fenomeno delle cassi medie e la 'rispettabilità' aveva una grande importanza, il programma nazista ufficiale non chiedeva nient'altro che l'esclusione degli Ebrei dalla vita nazionale. Tale rispettabilità si associava poi in realtà alla guerra civile che le SA combattevano sulle strade. Il nazionalsocialismo pose in risalto le virtù della classe media, che il razzismo aveva esaltato nell'ottocento. Ma questa rispettabilità si dimostrò soltanto una tattica mirante a suscitare un clima di indifferenza o perfino di sostegno a quel programma di genocidio che Hitler aveva in mente sin dall'inizio. Le tappe più importanti nella preparazione del genocidio sono facilmente individuabili. Essenziali furono le "Leggi di Norimberga" (1935), in quanto non solo legalizzarono la separazione degli Ebrei dai Gentili, ma chiarirono in modo esplicito chi dovesse essere considerato 'ebreo' e chi 'ariano'. Alla fase giuridica dell'azione contro gli ebrei seguì l'arianizzazione dell'economia e la spinta all'emigrazione. Il programma di eutanasia fu una prova generale alla shoah, il primo settembre Hitler ordinò l'uccisione di tutti i sofferenti di malattie inguaribili. Erano incluse in quest'ordine le persone affette da pazzia cronica o da deficienza mentale: criteri questi che si prestavano ai maggiori abusi. Lo

scoppio della guerra e le vittorie militari naziste fecero maturare il momento della 'soluzione finale' della questione ebraica. Essa era stata preparata da lungo tempo; ora la guerra forniva uno schermo dietro al quale, si pensava, era possibile tradurla in pratica. Inoltre, le vittorie militari avevano portato altri milioni di Ebrei sotto il controllo nazista. Il 31 Luglio del '41 Goering affidò al Sicherheitsdients di R. Heydrich la preparazione e l'esecuzione del genocidio. Il razzismo come elemento della politica di governo cadde largamente in discredito dopo la seconda guerra mondiale. Un'eccezione è stata rappresentata dal Sudafrica, dove il razzismo è stato sancito e applicato ufficialmente. Altrove i propositi razzisti sono stati ripudiati (anche se la parola 'razza' è rimasta di uso frequente). Negli Stati Uniti, sia la corte suprema che il governo stesso hanno affrontato il problema della discriminazione dei Negri, e in Europa il fenomeno è stato rilevato solo in isolate circostanze. ΙΛ ΧΙΝΕΜΑ Ε ΙΛ ΡΑΖΖΙΣΜΟ L antica funzione narrativa riconosciuta alle immagini ha conservato ancora aggi la propria importanza se bene sia spesso ben diversa la forma. Accanto alla pittura e alla scrittura, alle forme della tradizione la civiltà contemporanea ha però elaborato altre raffinate tecniche di rappresentazione la fotografia,il cinema e la televisione. IL CINEMA ha realizzato il sogno antico di dare vita alla rappresentazione, di catturare il tempo e illudere lo spettatore della loro totale verità. I protagonisti cinematografici costituiscono oggi modelli di comportamento e di pensiero per le nuove generazioni. Esistono capolavori della cinematografia che raccontano storie non solo pensate appositamente per il film ma anche tratte da la drammatica vita quotidiana.un esempio di quando ho affermato sono i film che rappresentano il problema del razzismo in america tra cui ne ho scelto tre: 1. JUNGLE FEVER 2. MALCOLM X 3. HURRICANE Titolo :JUNGLE FEVER ( Febbre da Giungla) Regista : Spike Lee Attore protagonista : Wesley Snipes Anno di produzione : 1991

Durata: 126 min. Trama: Ambientato a NEW YORK ci racconta la storia di Flipper che è un architetto di colore,felicemente sposato,ricco e ben radicato nella comunità Afro-Americana, che improvvisamente si innamora di Angela Tucci una ragazza Italo-Americana, assunta come segretaria nello studio di flipper. La loro relazione scatenerà il finimondo tra le due famiglie e, di conseguenza, fra le due comunità etniche. JUNGLE FEVER è l ennesimo esempio di graffiante ironia e capacità critica di SPIKE LEE; un film illuminate, uno spaccato di vita degli Stati Uniti di oggi, un mondo dove la durezza e le restrittive condizioni di vita delle minoranze etniche provocano spesso scontri drammatici, che fanno da contrappunto alla solita immagine patinata e solare di sé che l America diffonde in tutto il mondo. Titolo: MALCOLM X Regista: Spike Lee Anno di produzione : 1993 Attore protagonista : Denzel Washington ( Orso d Argento come migliore attore protagonista) Durata: 215 min. Trama: Apostolo della violenza, Messia della dignità umana della gente di colore, santo e diavolo Tutto questo e molto altro ancora era Malcolm: un infanzia infelice trascorsa tra orfanotrofi e riformatori, verso quelle strade che sarebbero diventate presto la sua vita. E poi ladro, spacciatore, sfruttatore. E ancora la galera, ma questa volta per aprire gli occhi e la mente e studiare, capire, conoscere. E Malcolm poco alla volta diventa X, si trasforma in capo, in guida di tutti i neri che non ci stanno, che Lottano. Ma quella domenica del febbraio 65, nella Audubon Ballroom dove stava parlando alla sua gente, una ventina di proiettili sparati da tre metri hanno fatto tacere la voce nera più forte, più dura, più arrabbiata. Per sempre. Titolo: HURRICANE ( Uragano)

Regista: Norman Jrwison Anno di produzione : 2000 Attore protagonista : Denzel Washington ( premio Golden Globe per il migliore attore) Durata: 140 min. Trama:Il pugile Rubin Carter, combatte da una vita con un sogno nel cuore: vincere il titolo dei pesi medi. Tutte le sue speranze si infrangono però contro un accusa infamante: insieme ad un altro uomo viene arrestato per omicidio di tre persone. Chiuso in carcere, Hurricane sfoga la sua rabbia e la sua frustrazione per l ingiustizia subita scrivendo la sua autobiografia. Malgrado il clamore suscitato dal suo caso e gli appelli di tante celebrità, Carter resta in carcere fino a che Lesra Martin, un giovane disadattato canadese, s imbatte nella sua storia. Profondamente colpito, il giovane convince i suoi assistenti sociali a impegnarsi in una battaglia civile per la sua scarcerazione. Carter stesso, inizialmente riluttante a convincersi, viene trascinato dalla loro passione, per combattere con rinnovata determinazione la sua battaglia per la giustizia e per la libertà. Hurricane è un film intenso e drammatico, sul peso del pregiudizio e sulla forza invincibile della verità,interpretato con grande intensità da un grande Denzel Washington, premiato con il golden Globe come miglior attore. ΙΛ ΡΑΖΖΙΣΜΟ ΝΕΓΛΙ ΣΤΑΤΙ ΥΝΙΤΙ. Negli Stati Uniti, soprattutto negli stati del Sud, vanificarono presto buona parte degli effetti della abolizione della schiavitù cui si era pervenuti alla fine della guerra civile.le diverse forme di discriminazione furono storicamente attuate Soprattutto negli stati del Sud anche attraverso provvedimenti legislativi con i quali si stabilivano divieti e separazioni nell'uso dei servizi pubblici e si proibivano i matrimoni misti. La segregazione ed il raggruppamento della popolazione nera nelle fasce periferiche delle grandi metropoli e negli Slums in condizioni urbanistiche ed igieniche disastrose determinarono il sorgere di movimenti come il Ku Klux Klan (fondato nel 1867 nel Tennessee da ex-appartenenti all'esercito sudista) ed i Black Muslims (che predicavano la separazione razziale).

Negli anni Cinquanta e soprattutto nei Sessanta di questo secolo, la forza dell'opposizione nera si è fatta crescente con la costituzione di nuovi movimenti, come il Black Power ed il Black Panthers e con azioni di lotta che provocarono attenuazioni progressive delle discriminazioni legali. I Civil Rights Acts del 1957 e del 1960 e il Civil Rights Bill del 1964 affermarono l'illegalità delle forme di discriminazione sul lavoro e nei pubblici servizi nonchè la parità dei diritti civili. Una manifestazione di rivolta piuttosto marcata fu messa in atto anche dalla letteratura: ΣΧΡΙΤΤΟΡΙ ΝΕΡΙ La prima guerra mondiale incrementò il pregiudizio razziale. Negli anni 20 il cosiddetto rinascimento Harlem vede un crescente interesse nella cultura, tradizioni e letteratura nera favoriti in assoluto dai poeti neri Claude Mc Kay e Langston Huges che sono riusciuti a trasformare il loro senso di rabbia la loro fierezza di essere neri in poesia. Anche la crisi del 1929 portò alla crescita dei pregiudizi razziali. Tra gli scrittori di prosa che emergono in questo periodo uno in particolare e Richerd Writhe (1908-1960), i suoi racconti denunciavano le condizioni tragiche dei neri nel Mississippi e nelle aree urbane. Dopo la seconda guerra mondiale molti racconti di tipo autobiografico trovarono un terreno più consenziente con queste questioni, come è evidente in molti lavori degli scrittori tipo Ralph Eleison e James Baldwin.

Le questioni dei diritti civili ricevettero due nuovi impulsi da due grandi figure Malcolm X e Marthin Luther King, che hanno praticato la non violenza come mezzo contro l ingiustizia razziale. I loro assassini diedero un grande impulso al movimento nero e a un comportamento separatista violento. Μαλχολµ Ξ Nel 1913 iniziarono i primi movimenti di emancipazione sociale della comunità di colore: il Moorish Temple of America (Tempio della Sapienza Moresca d'america),fondato dal profeta Drew Alì, e la Universal Negro Improvement Association fondata da Marcus Garvey nel 1914. Alla morte di Drew Alì, la guida della comunità fu assunta dal profeta Wallace Fard che in seguito, nel 1930, fondò a Detroit un tempio, divenuto poi moschea, e gettò le basi della Nazione Islamica, ricevendo il titolo di Grande Madhi dei Mussulmani Neri dai suoi seguaci.

Al 1933 risale la fondazione della moschea di Chicago e, quando nel 1934 Wallace Fard scomparve misteriosamente, fu Elijah Muhammad ad assumere la guida dell'intera comunità, rimanendo al vertice del movimento fino alla morte, avvenuta nel 1975; la sua supremazia fu messa in discussione soltanto negli anni Sessanta da un uomo politico, un certo Malcolm X. Malcolm X, il cui vero nome era Malcolm Little, sostituì una X al cognome Little perché ai tempi dello schiavismo i padroni davano ai neri il loro cognome per ribadire il fatto di detenerne la "proprietà" ma, una volta conosciuta la religione islamica, egli trasformò il suo cognome da schiavo con una X, che in matematica rappresenta un'incognita, per sottolineare la perdita delle proprie radici, della propria cultura. Μρ. Μαλχολµ Λιττλε Malcolm X nacque nel 1925 ad Omaha, nel Nebraska. Il padre venne assassinato dai razzisti quando Malcolm aveva solo sei anni. All'età di quindici anni abbandonò la scuola e crebbe come un delinquente: rubava, spacciava marjiuana, sniffava cocaina fino a quando non fu arrestato per scasso e rapina e venne condannato a sette anni di carcere. Μυσσυλµανι Νερι In prigione, Malcolm iniziò a studiare e ad approfondire le dottrine di Elijad Muhammad, il leader del movimento dei Black Muslims (Mussulmani Neri).

Nel 1952 Malcolm uscì dal carcere e aderì al tempio dei Black Muslims di Detroit. Tale movimento iniziò a diffondersi nei primi anni Sessanta e Malcolm ne divenne il portavoce; in seguito fu creato un tempio di cui egli fu il pastore. I Mussulmani Neri, in polemica con movimenti non violenti tendenti all'integrazione della gente di colore con la società bianca, chiedevano la formazione di uno Stato esclusivamente nero, rifiutavano la via legalitaria e,attraverso la scelta della religione islamica, intendevano respingere la civiltà dei bianchi che era stata loro imposta. Malcolm X, in nome di Elijad Muhammad, accusava i bianchi di avere il controllo su tutto; la gente nera era vittima degli americani da quattrocento anni e, se in passato questi ultimi perseguitavano la gente di colore mascherandosi con lenzuola bianche, adesso lo facevano con le divise, ed ai neri veniva insegnato che dovevano comunque amare il nemico. Questo però non era più accettabile: come insegnava Muhammad, i neri hanno gli stessi diritti dei bianchi. Malcolm in uno dei suoi tanti discorsi affermò che se il cosidetto "negro d'america" fosse stato davvero cittadino americano le questioni razziali non avrebbero avuto ragione di esistere e avvertiva che la gente di colore era stanca e c'era il rischio di un'esplosione razziale. Poi, però, sopraggiunse la delusione. Malcolm venne a conoscenza di un episodio che lo deluse profondamente e scosse la sua fede: Elijad Muhammad aveva avuto delle relazioni con le sue segretarie e da entrambe due figli. Malcolm si recò a casa di queste due donne per conoscere la verità, ed entrambe confermarono e aggiunsero che Elijad Muhammad aveva loro confidato che Malcolm era sì un buon pastore, ma che prima o poi lo avrebbe tradito ed era per questo motivo che riteneva necessario eliminarlo. Malcolm poteva concepire la morte ma non il tradimento, non quello della lealtà che aveva dato alla nazione dell'islam e allo stesso Muhammad. Convocò, pertanto, una conferenza stampa e, come riportato nel film "Malcolm X" di Spike Lee, disse In passato tutto ciò che ho annunciato erano parole e pensieri di Elijad Muhammad ma da oggi in poi le cose cambieranno, parlerò con le mie parole e penserò con il mio cervello; ora che ho una maggiore libertà d' azione, intendo adottare un approccio più flessibile riguardo al lavoro in comune, non scenderò più in campo contro i leader, da questo momento sceglierò di ignorare ciò che i fratelli neri hanno detto su di me e prego affinchè loro dimentichino le tante cattiverie che ho detto su di loro; si deve trovare una soluzione comune ad un problema

comune». Οργανιζζαζιονε περ λ Υνιτ Αφροαµεριχανα Nel 1964 Malcolm X ruppe con i Black Muslims per formare un proprio gruppo, dal nome "Organizzazione per l'unità afro-americana"; la sua politica era il nazionalismo nero e ciò voleva dire che i neri dovevano gestire la politica della loro comunità; chiunque poteva aiutarli finanziariamente, anche i bianchi, che però non potevano unirsi a loro fino a quando non si fosse raggiunta un'unità nera. Nello stesso anno egli si recò alla Mecca, città santa mussulmana, per un pellegrinaggio. In alcune lettere che scrisse alla moglie dichiarò: «Qui mi trovo bene, con molte altre persone ho proclamato la città santa della Mecca con in dosso le vesti dell'iram, ho compiuto i miei sette giri intorno alla cave, ho bevuto l'acqua della sorgente, ho mangiato nello stesso piatto e pregato con fedeli con gli occhi azzurri e la pelle bianca, ci consideriamo tutti fratelli... per la prima volta mi sento un uomo» La vita di Malcolm era in pericolo: durante una visita al Cairo tentarono di avvelenarlo e quando rientrò a New York, il 14 Febbraio del 1965, la sua casa venne incendiata. Ξ : υνα χροχε σοπρα Il 21 Febbraio ad Harlem si tenne un comizio e Malcolm chiese di tenere lontani i giornalisti, ma non riuscì ad iniziare il discorso perchè venne assassinato da sicari appartenenti probabilmente alla sua stessa comunità. Ma perchè venne ucciso? Le ipotesi furono tre:

1. fu lo stesso Muhammad ad ordinarne l'assassinio dopo che Malcolm rivelò le sue relazioni con le segretarie e la corruzione che c'era all'interno del movimento; 2. l'fbi lo accusava di voler denunciare gli USA all'onu come "Stato razzista"; 3. la mafia era spaventata per i suoi affari da quando il successo del movimento di Malcolm contro la droga nei ghetti stava dando i suoi frutti. Dopo la morte di Malcolm anche il movimento cominciò a perdere forza. L'evolvere della situazione rese necessarie altre forme di lotta e, con più evidenza, si manifestarono la lentezza e la contraddittorietà del processo di emancipazione in corso. Nell'agosto del 1965 un'ondata di scontri razziali si propagò da Los Angeles in tutti gli Stati Uniti e durò per circa tre anni. La SNCC nel 1966 dichiarò che l'obiettivo per il quale lottavano i neri non doveva essere più il riconoscimento dei diritti civili, comunque dovuti, bensì l'esercizio di un "potere nero", e questo poteva accadere solo quando la gente di colore avesse avuto una più positiva immagine di se stessa. Un ruolo importante svolsero in quel periodo gli atleti dicolore, che trasformarono le proprie vittorie in occasioni per celebrare pubblicamente un crescente orgoglio di razza. Il caso più famoso fu quello del campione dei pesi massimi Cassius Clay (Mohammed Alì), che rifiutò di prestare servizio militare nel Vietnam e fu proprio per questo motivo che perse il titolo e finì in carcere. Βρανι τραττι δα δισχορσι χελεβρι «Sin dall'inizio voglio evidenziare che Elijad Muhammad non è un uomo politico, quindi oggi non sono qui da repubblicano nè da democratico, non da protestante nè da cattolico, non da cristiano nè da ebreo, in realtà neanche da americano, perchè se fossi un americano il problema di fronte al quale si trova oggi la gente di colore non esisterebbe. Sono oggi, sono qui, come quello che ero quando sono nato e cioè un

uomo nero. Prima che esistessero cose come i democratici o i repubblicani noi eravamo neri, quando questo continente non si chiamava ancora America noi eravamo neri... Oggi vi dirò la verità : ogni qual volta ci sono le elezioni gli uomini politici vengono mandati qui per tenerci buoni. Conosciamo tutti le regole utilizzate dall'uomo bianco, mandano la droga e la prostituzione ad Harlem solo per tenere buono l'uomo nero, ma senza il loro permesso l'uomo nero non può avere droga, non può avere prostituzione. Siete stati presi in giro dall'uomo bianco, siete stati raggirati e truffati.» «Ci sono persone che chiamano questa religione insegnamento dell'odio, ma non è così, anzi è l'insegnamento dell'amore perchè, se non vi amassi, non vi direi queste cose e non mi esporrei a certi rischi. Voglio che comprendiate una cosa, tutto ciò che vi dico mi è stato insegnato dal grande Muhammad.» «I bianchi accusano Elijad Muhammad solo perchè egli vuole migliorare la mentalità e la vita economica della sua gente. Gli ebrei, che non so per quanto tempo hanno sfruttato i neri, cercano di nascondere le loro colpe accusando Elijad Muhammad di essere antisemita solo perchè egli cerca di insegnarci ad avere il controllo economico della nostra comunità: come vedete questa non è supremazia nera ma è intelligenza nera. La gente di colore è vittima della violenza esercitata dalla destra conservatrice americana da quattocento anni!» (Trascrizione dal film "Malcolm X" diretto da Spike Lee, ispirato all' "Autobiografia di Malcolm X", Einaudi) ΜΑΡΤΙΝ ΛΥΤΗΕΡ ΚΙΝΓ Martin Luther King (Atlanta, Georgia 1929 - Memphis, Tennessee 1968), ecclesiastico battista e uomo politico statunitense, fu uno dei più importanti leader del movimento americano per i diritti civili e principale sostenitore della resistenza non violenta alla segregazione razziale. Ordinato pastore nel 1947, durante gli studi si imbattè nelle opere di Gandhi, le cui idee divennero il nucleo della sua filosofia di protesta non violenta. Nel 1954 accettò la nomina di

pastore di una chiesa battista a Montgomery (Alabama). In quello stesso anno, la Corte suprema degli Stati Uniti decretò illegittima la segregazione razziale nelle scuole statali e, in attesa di quella decisione, la segregazione venne sfidata in tutti i luoghi pubblici degli stati del Sud.Nel 1955 King fu a capo del boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery: lo scopo era quello di protestare per l'arresto di Rosa Parks, una donna di colore che si era rifiutata di cedere il proprio posto a un passeggero bianco. Nel corso della protesta, durata 381 giorni, King fu arrestato e imprigionato, e fu minacciato di morte più volte. Il boicottaggio terminò nel 1956 con la sentenza della Corte suprema che dichiarava illegale la segregazione razziale sui trasporti pubblici della città. Il boicottaggio di Montgomery rappresentò la vittoria del movimento di protesta non violenta e il prestigio di Luther King aumentò notevolmente. Recatosi in India nel 1959, egli comprese più chiaramente la satyagraha, il principio della persuasione non violenta sostenuto da Gandhi, che King era deciso a utilizzare quale principale strumento di protesta sociale. L'anno seguente rinunciò al suo incarico a Montgomery per diventare pastore della chiesa battista di Ebenezer, ad Atlanta, mossa che gli permise di dedicarsi più attivamente alla direzione del nascente movimento per i diritti civili. In quello stesso periodo la leadership nera, che in precedenza si era limitata a promuovere cause e a proporre la riconciliazione, stava subendo una profonda trasformazione e chiedeva il cambiamento "con ogni mezzo possibile". Emersero nuovi leader e gruppi più radicali, come i Black Muslims di Malcolm X e il Black Power, portatori di differenti ideologie e metodi di lotta contro il razzismo. Tuttavia il prestigio di King garantiva che la non violenza, per quanto non universalmente accettata, restasse il metodo ufficiale di resistenza. Nel 1963 Luther King condusse un'intensa campagna per i diritti civili a Birmingham, in Alabama, e altre in tutto il Sud per chiedere l'iscrizione dei neri nelle liste elettorali, l'abolizione della segregazione razziale, il miglioramento della qualità dell'istruzione e degli alloggi. Durante queste campagne non violente, il leader fu arrestato più volte. Il 28 agosto 1963 guidò la storica marcia su Washington e pronunciò il famoso discorso "I have a dream" (Ho un sogno). Nel 1964 fu insignito del premio Nobel per la pace. Il 4 aprile del 1968 venne assassinato da un sicario a Memphis, nel Tennessee, in circostanze che non sono state mai chiarite. Γλι αννι σεσσαντα:ιλ µονδο σι ριµεττε ιν µο ϖιµεντο

Λα φινε δελλα φασε πι αχυτα δελλα γυερρα φρεδδα Tra gli anni cinquanta e sessanta gli assetti internazionali iniziarono a mutare. Nikita Kru sciov e John F. Kennedy furono i protagonisti di questo cambiamento: presentatisi con le sembianze rassicuranti di riformatori suscitarono grandi aspettative, lasciando infatti sperare che, dopo gli anni della guerra fredda, culminata nella crisi di Cuba del 1962, le due maggiori potenze mondiali potessero avviare una politica di coesistenza pacifica. Ciò avveniva mentre nel mondo si assisteva a un vasto processo di decolonizzazione e al moltiplicarsi delle lotte per l indipendenza, con i suoi personaggi carismatici: basti pensare a Ernesto Che Guevara, protagonista con Fidel Castro della rivolta a Cuba e ucciso nel 1967 in seguito al tentativo di esportare in Bolivia la rivoluzione. Nel frattempo in Europa - pur mostrando numerosi governi una certa apertura verso un cauto riformismo permanevano, dalla Spagna di Franco al Portogallo di Salazar, situazioni di chiusura alla democrazia ovvero contesti in cui addirittura l incompleta democrazia raggiunta veniva rimessa in discussione: ad esempio la Grecia dei colonnelli, andati al potere con un colpo di stato nell aprile 1967. Dopo il pesante clima che aveva caratterizzato gli anni cinquanta il mondo sembrava però rimettersi in movimento. Γιοϖαννι ΞΞΙΙΙ ε ιλ νυοϖο ρυολο δελλα Χηιεσα Oltre a Krusciov e Kennedy, un altra figura svolse in quegli anni un ruolo di grande ri lievo: papa Giovanni XXIII. Salito da poco al soglio pontificio, nel gennaio 1959 annunciò la convocazione di un concilio ecumenico, il Concilio Vaticano 11 (il primo si era tenuto tra il 1869 e il 1870). Il nuovo pontefice manifestò l intenzione di avviare un attento riesame della dottrina, dei rapporti tra la Chiesa e un mondo in continua e rapida trasformazione, delle relazioni con le altre religioni e con l ateismo, sempre più importanti nel quadro di una crescente secolarizzazione della società. Iniziato nell ottobre 1962, il Concilio Vaticano LI venne concluso nel 1966 da papa Paolo VI, dopo la morte di Giovanni XXIII avvenuta nel 1963. Durante quegli anni vennero sottoposti a discussione numerosi temi: dalla questione della povertà nel mondo a quella della necessità di garantire la pace, dall obiezione di coscienza alla responsabilità cattolica nella discriminazione razziale, fino all esigenza di instaurare un rapporto più diretto e paritario tra clero e fedeli. L importanza del Concilio Vaticano LI va quindi ricercata nel tentativo della Chiesa di adeguarsi alle novità del mondo e di riconoscere la propria dimensione mondiale e non più solo romana oltre che nella volontà di avviare un tentativo di dialogo interconfessionale e con le culture laiche, e di partecipare attivamente al processo di pace. In questo senso, il Concilio impresse alle istituzioni ecclesiastiche una spinta al rinnovamento destinata a durare, pur se con opposizioni interne, per molti anni. Λα προτεστα στυδεντεσχα χοντρο λα γυερρα δελ ςιετναµ Ma le trasformazioni in atto non riguardavano solo gli assetti internazionali, i sistemi politici,le istituzioni. In quegli anni mutò profondamente, in relazione all intenso sviluppo economico, anche la società e comparvero nuovi soggetti decisi a rimettere in discussione le questioni politiche e di interesse generale. I giovani, in particolare, richiesero nuovi spazi di azione e maggiore libertà. Tale fenomeno investì tutto il mondo occidentale a partire dagli Stati Uniti, come vedremo nel prossimo paragrafo. Nella Germania federale, a metà degli anni sessanta, fu la Sds, l organizzazione giovanile della Spd che venne espulsa dal partito nel 1961, a porsi a capo della protesta contro la guerra in Vietnam, contro la società dei consumi, contro l insegnamento di tipo tradizionale impartito nelle scuole e nelle università. Nel 1966, la Sds organizzò a Berlino ovest la prima manifestazione pacifista per il Vietnam, e l anno successivo, in un analoga iniziativa, uno studente venne ucciso dalla polizia. Anche in Francia, a partire dal 1965, si susseguirono sempre più numerose le manifestazioni contro la guerra del Vietnam. Molte proteste, poi, avrebbe sollevato il progetto di riforma universitaria presentato nel 1966 dal ministro Fouchet, che prevedeva un ciclo di studi della durata di due anni e il numero chiuso. In numerose città francesi vennero

contestati i regolamenti che impedivano il libero accesso alle residenze universitarie da parte di entrambi i sessi; alla fine del 1967 gli studenti di Nanterre entrarono in sciopero contro la riforma, ben presto seguiti da molti altri, fino a estendere lo sciopero a livello nazionale. In Italia nel 1964 venne occupata per la prima volta una sede universitaria, quella di Pisa, per protestare contro il progetto di riforma del ministro democristiano Luigi Gui. L obiettivo era il rifiuto della selezione attuata dal sistema scolastico in una società in cui le possibilità di emancipazione sociale erano ancora legate al livello di istruzione e dove la crescita del ceto medio si traduceva in un aumento del numero degli studenti. Venivano rifiutati dagli studenti anche i contenuti didattici, ancora legati a vecchi programmi. Λοττε περ ι διριττι χιϖιλι ε χοντρο λα γυερρα δελ ςιετ ναµ νεγλι Υσα Λα λοττα περ ιδιριττι χιϖιλι δει νερι Μαρτιν Λυτηερ Κινγ Negli stati Uniti gli studenti furono i primi a: mobilitarsi contro le discriminazioni razziali. Il 1 Febbraio 1960, a Greensboro, una cittadina del North Carolina, in un locale pubblico quattro giovani neri non vennero serviti a causa del colore della loro pelle e gli altri studenti presenti rimasero perciò seduti per protesta nel locale fino all ora di chiusura. Si inaugurò così la pratica del cosiddetto sit-in, che sarebbe divenuta una delle tipiche forme di protesta pacifica del movimento studentesco e delle lotte a favore dei diritti civili. Alla fine dell anno successivo, a Greensboro e in altre duecento città, venne abolita ogni forma di segregazione razziale nei locali pubblici. Nonostante che, almeno in teoria, i valori democratici fossero fortemente radicati nella cultura statunitense, in quegli anni si frapponevano ancora molti ostacoli all attuazione di una piena democrazia: la repressione contro le organizzazioni di sinistra e la segregazione razziale ai danni della comunità nera e delle minoranze etniche costituivano un esempio lampante dei limiti della democrazia americana. Solo nel 1959, ad esempio, la Corte suprema un organismo di controllo simile alla Corte costituzionale italiana giudicò illegittima ogni forma di segregazione nelle scuole. All inizio del decennio, in concomitanza con l elezione di Kennedy, ottenuta anche grazie al sostegno della popolazione di colore, si aprì dunque un periodo di lotte per i diritti civili, con l obiettivo di conseguire una reale parità tra i cittadini statunitensi, indipendentemente dal colore della pelle, dalle condizioni sociali, dall appartenenza politica. Nel 1960 nasceva lo Student nonviolent coordinating conmzittee (Sncc), un organizzazione di studenti di colore che sarebbe stata in prima linea nelle battaglie per i diritti civili, spingendo i neri degli stati del Sud, dove maggiore e più rigida era la segregazione, a iscriversi nelle liste elettorali per esercitare il loro diritto di voto. Il 28 agosto 1963 venne organizzata dal pastore protestante Martin Luther King una grande marcia sulla capitale, Washington, in difesa dei diritti civili, alla quale parteciparono cantanti famosi come Joan Baez, Bob Dylan e Mahalia Jackson. Λα ριϖολτα δει γηεττι νερι Dopo l uccisione, a Dallas, del presidente Kennedy (22 novembre 1963), nel 1964 il Congresso approvò il Civil Righfs Act, che sancì l uguaglianza tra i cittadini. Nel 1965 il successore di Kennedy, Lyndon Johnson, fece approvare una legge che rendeva illegale qualsiasi limitazione al voto dei neri. Pochi giorni dopo, scoppiava a Los Angeles, nel ghetto nero di Watts, una violenta rivolta, sedata in sei giorni dopo la morte di 34 persone e l arresto di oltre 4000 solo grazie all impiego della Guardia Nazionale, e

nuove rivolte divamparono nel 1967 in diverse città, in particolare a Newark e Detroit, ancora con morti, feriti e numerosi arresti. Questi fenomeni confermavano la difficoltà di risolvere la situazione di emarginazione sociale della popolazione nera, che tra l altro era alla base della radicalizzazione delle posizioni di alcuni gruppi, come dimostra la nascita di movimenti estremistici quali i Musulmani neri e le Pantere nere Γλι στυδεντι χοντρο ιλ σιστεµα υνιϖερσιταριο ε λα γυερρα Mentre infuriavano le lotte per i diritti civili, si andava organizzando anche il movimento studentesco. Nel 1960 era sorta l associazione Students for a democratic society (Sds), che aveva partecipato alle campagne della Sncc. Una cinquantina di suoi militanti si riunirono nel giugno 1962 a Port Huron, nei pressi di Detroit e redassero un manifesto in favore dei diritti civili e delle libertà individuali. In questo manifesto si rivendicava, tra l altro, la partecipazione politica diretta e di massa, si condannava l appoggio degli Usa a paesi con regimi autoritari, si invocava la fine del razzismo e l integrazione razziale, si protestava contro l equilibrio del terrore fondato sulle armi nucleari. A Berkeley, in California, nell estate 1964 nacque il Free Speech Movernent, che rivendicava il diritto di parlare all interno delle università di qualunque tema d attualità o d interesse comune. In quello stesso momento, si decidevano i primi bombardamenti aerei in Vietnam, ai quali fece seguito una rapida crescita dell intervento militare statunitense nell area. Dal Free Speech sorse allora il Vietnam Day Cornrnittee, che dette vita a numerose manifestazioni pacifiste. Tra il 1965 e il 1967 la protesta contro la guerra si diffuse sempre più, e quando, nell ottobre 1967, il congresso abolì il rinvio del servizio militare per motivi di studio, la protesta prese corpo in una settimana contro la leva e in una marcia di protesta di oltre cinquantamila giovani, in gran parte studenti, davanti al Pentagono. La lotta per i diritti civili si veniva progressivamente trasformando in una contestazione generale del sistema di vita statunitense e dell ordine internazionale imposto dagli Stati Uniti a tutto il mondo. Ιλ Σεσσαντοττο νελ µονδο: παχιφισµο ε ϖιολενζα Ιν πριµο πιανο λε νυοϖε γενεραζιονι Per tutto il corso degli anni sessanta si era diffuso un progressivo fermento tra le nuove generazioni. Ma fu nel 1968 in tutto il mondo soprattutto occidentale che i giovani e gli studenti dimostrarono di volere svolgere un ruolo attivo di fronte alle trasformazioni della società. In quell anno divennero evidenti gli effetti delle modificazioni che si erano avute nel corso del decennio precedente. Si trattò di un evento storico di notevole portata sia perché fasce sociali come gli studenti, fino ad allora poco significative sul piano sociale, assunsero un ruolo da protagonisti, sia per il radicalismo delle loro richieste e della contestazione dei modelli culturali e sociali egemoni. ςιετναµ, σι διφφονδε λα προτεστα τρα ι γιοϖανι. All inizio dell anno, l attenzione di tutto il mondo era rivolta al Vietnam, dove i guerriglieri vietcong avevano lanciato l offensiva del tet (il capodanno lunare), strappando 36 città alle truppe statunitensi e sudvietnamite. I vietcong raggiunsero anche l ambasciata degli Usa a Saigon, e a ciò seguì nelle settimane e nei mesi successivi un ulteriore rafforzamento della presenza militare statunitense e una violenta controffensiva. In Giappone, dove il movimento giovanile assunse una spiccata connotazione

antistatunitense legata al ricordo ancora vivo del lancio delle bombe atomiche e dell occupazione del paese gli studenti incitarono alla diserzione i marinai della portaerei Enterprise ancorata a Sasebo e si scontrarono ripetutamente con la polizia. A Londra, il 17 marzo, di fronte all ambasciata americana ebbe luogo una grande manifestazione contro la guerra del Vietnam, durante la quale venne contestata anche la subordinazione del governo inglese in politica estera al più forte alleato d oltre Atlantico. Nella Spagna, retta dal regime autoritario di Franco, dove la mobilitazione era ancor più pericolosa, venne dichiarato lo stato d emergenza e si ebbero cortei di protesta anche contro la presenza di basi militari americane. Ovunque, nelle manifestazioni, campeggiavano l uno accanto all altro i ritratti di Ho Chiminh e Che Guevara, simboli della lotta di indipendenza e liberazione contro le potenze imperialiste, contro il militarismo e contro gli Stati Uniti. Λ ασσασσινιο δι Μαρτιν Λυτηερ Κινγ ε δι Βοβ Κεννεδψ Di fronte alla vastità della protesta, le risposte dei sistemi istituzionali furono ovunque inadeguate, e spesso si reagì alla contestazione con la repressione. Il 5 aprile 1968 negli Stati Uniti venne assassinato Martin Luther King, divenuto il simbolo della lotta per i diritti civili della popolazione di colore, e di lì a poco avrebbe trovato la morte in un attentato anche il candidato alla presidenza Robert Kennedy, fratello del presidente assassinato a Dallas nel 1963. Alla morte di Luther King fece seguito un periodo di rivolte nei ghetti neri, il cui bilancio fu di trentanove morti ed almeno duemila feriti. L il aprile, a Berlino ovest, venne ferito gravemente da tre colpi di pistola Rudi Dutschke, guida del movimento studentesco nella Repubblica Federale. Alla fine di aprile venne poi sgombrata con la forza dalla polizia la Columbia University di New York, dove gli studenti si erano divisi tra bianchi e neri per difendere la separatezza della cultura afroamericana da quella bianca. Λα ρεπρεσσιονε χοντρο γλι στυδεντι ιν Μεσσιχο Ancora più violenta fu la risposta data alle rivendicazioni e alle proteste del movimento studentesco messicano, intensificatesi in vista dell apertura dei giochi olimpici con la speranza di ottenere una maggiore risonanza internazionale. Alla fine di luglio, per protestare contro la repressione poliziesca, che aveva già fatto otto morti tra i manifestanti, gli studenti occuparono il Politecnico della capitale, Città del Messico, presidiata da un gran numero di soldati. Il 30 luglio, e poi di nuovo il 28 agosto, nel corso di violenti scontri persero la vita altri manifestanti, che chiedevano le dimissioni del presidente della repubblica. Nella seconda metà di settembre nuovi scontri si susseguirono nelle strade della città; esercito e polizia sgomberarono con la forza alcune facoltà universitarie e attaccarono il Politecnico, dove gli studenti si erano asserragliati con l appoggio della popolazione. Alla promessa di riapertura dell università da parte del governo, gli studenti risposero indicendo una manifestazione per il 2 ottobre in piazza Tre Culture, dove oltre diecimila manifestanti divennero il bersaglio dei fucili dei militari: vi furono oltre quattrocento morti, tra i quali anche dei bambini. 1112 ottobre si aprirono regolarmente le Olimpiadi. L eco della contestazione e del tragico bilancio della repressione giunse nel mondo attraverso i teleschermi. Di quelle Olimpiadi rimasero famose le immagini degli atleti neri statunitensi Tommy Smith e John Carlos, che sul podio, al momento dell alzabandiera, salutavano reclinando il capo e sollevando il pugno chiuso in un guanto nero in segno di solidarietà verso i loro fratelli

Ιλ ΙΛ Σεσσαντοττο ιν Ευροπα: λα χοντεσταζιονε χοντ ρο ιλ σιστεµα µαγγιο φρανχεσε χοντεσταζιονε στυδεντεσχα Il paese in cui il Sessantotto apparve davvero capace di mettere in crisi il sistema istituzionale fu la Francia, dove il potere politico sembrò addirittura vacillare sotto l urto della contestazione. Il 22 marzo 1968 un gruppo di studenti occupò l ufficio del rettore dell università di Nanterre, per protestare contro l arresto di alcuni membri del Comitato Vietnam. Nacque il movimento 22 marzo, che tra i suoi maggiori esponenti ebbe Daniel CohnBendit e che si caratterizzò per una radicale contestazione dell insegnamento impartito nelle università francesi. Le occupazioni intanto si estesero: a Parigi il 3 maggio il rettore della Sorbona chiamò la polizia per procedere allo sgombero dell ateneo e decise di chiudere l università, provocando la forte reazione di protesta degli studenti. Il 6 maggio si aprì un periodo di manifestazioni e scontri tra studenti e polizia; questa fece ricorso alla forza, al punto da spingere i cittadini a solidarizzare con i giovani, costringendo il primo ministro, Georges Pompidou, a ordinare il ritiro della polizia dal Quartiere Latino. Il 13 maggio, i sindacati organizzarono uno sciopero contro la repressione poliziesca: era il segno che la contestazione si stava trasferendo dal mondo studentesco alla società nel suo complesso. Attori, medici, architetti, scrittori, cineasti e altre categorie professionali solidarizzarono con gli studenti. Poi venne il turno della classe operaia, che il 14 maggio dette il via a una serie di occupazioni di fabbriche; in pochi giorni il numero degli scioperanti salì a due milioni e i servizi pubblici si bloccarono. Σχιοπερι οπεραι. Λα ρισποστα δι ε Γαυλλε Il 22 maggio coloro che aderivano allo sciopero erano nove milioni, e in quei giorni si toccò il culmine degli scontri sia a Parigi che in altre città. Il 27 maggio un accordo tra governo, imprenditori e sindacati fu respinto dai lavoratori in lotta. Il 30 maggio il presidente De Gaulle rivolse ai francesi un appello trasmesso dalla televisione in cui si impegnava a indire nuove elezioni entro quaranta giorni, ad avviare riforme, a ristabilire l ordine pubblico. Nello stesso giorno, i gollisti organizzarono una imponente manifestazione per le strade di Parigi alla testa della quale si pose lo scrittore Andrè Malraux che costituì la risposta concreta alle parole di De Gaulle, fautore di un azione civile contro il pericolo della sovversione. Nel giugno successivo fabbriche e uffici ripresero a funzionare regolarmente, e le università vennero sgom berate. Il 30 giugno, infine, i gollisti vinsero le elezioni con il 43% dei suffragi (ottenendo il 60% dei seggi). La grande contestazione, tanto intensa quanto breve, aveva comunque scosso le fondamenta del sistema politico, e a tratti aveva assunto addirittura contorni rivoluzionari. Ιν Ιταλια: υνιϖερσιτ οχχυπατε ε µανιφεσταζιονι δι πιαζζα In Italia la contestazione ebbe inizio nel novembre 1967, quando a Trento fu occupata la facoltà di Sociologia. Seguirono poi le occupazioni dell Università Cattolica di Milano e delle Facoltà di Lettere di Pavia e Torino. Si contestava il progetto di riforma, che introduceva limiti all accesso all università e tre diversi livelli di laurea. Gli studenti protestavano proprio contro la selezione nel sistema scolastico e universitario, rivendicando condizioni di uguaglianza nell accesso all istruzione. Su queste basi il movimento delle occupazioni si estese, toccando in primavera il suo apice. Il 1 marzo, a Roma, si ebbero gli scontri più violenti del Sessantotto italiano, con 46 poliziotti e un numero imprecisato di studenti feriti nella cosiddetta battaglia di Valle Giulia, avvenuta intorno alla facoltà di Archi-tettura situata all interno di Villa Borghese. Ovunque si moltiplicarono occupazioni e manifestazioni, sit-in e assemblee.

Di fronte a questi episodi il sistema dei partiti sembrò incapace di comprendere la portata della contestazione e di misurarsi con l improvvisa esplosione della protesta, dimostrando quindi serie difficoltà nel comprendere le trasformazioni in corso. Questi limiti erano invece percepiti, ad esempio, da Pietro Nenni, segretario del Partito socialista, che nel suo diario, in relazione al diffuso stato di rivolta contro l intera società, alla data del 3 marzo 1968 annotava: la verità è che la nostra classe politica è in ritardo sulla crescita della società. Solo Luigi Longo, che era subentrato a Togliatti dal 1964 alla guida del Pci, avrebbe tentato di aprire un dialogo con i contestatori, incontrando una delegazione di studenti romani. Ma, nell ambito dello stesso Pci, Giorgio Amendola auspicava una lotta del partito contro l estremismo del movimento studentesco, accusandolo di infantilismo e irrazionalità. Fu un ulteriore riprova dell incapacità della classe politica di misurarsi con questa ondata di protesta. Nel contempo emergevano i limiti organizzativi di un movimento che, dopo l estate del 1968, non sarebbe riuscito a mantenere la stessa carica, frammentandosi in molti gruppi e organizzazioni. Ιλ µονδο δοπο ιλ Σεσσαντοττο Φαλλισχε ιλ µοϖιµεντο µα χαµβια λα σοχιετ Sessantotto non realizzò gli obiettivi, spesso, fin troppo ambiziosi, che si era proposto, non cancellò le ingiustizie, le guerre, la povertà, la violenza, l autoritarismo, il militarismo. Eppure, il mondo occidentale non fu più lo stesso, vennero a mutare in profondità gli stili di vita e le abitudini, i rapporti tra le generazioni e i meccanismi di trasmissione del sapere. La prima fase del capitalismo aveva condotto a rapidissimi cambiamenti delle condizioni di vita. Il regime di alta occupazione, l accelerazione dei processi di industrializzazione e urbanizzazione, la diffusione dei consumi, avevano trasformato gli stili di vita, sollecitato nuovi bisogni, stimolato innovazioni culturali. Le nuove generazioni, figlie del boom fra gli anni cinquanta e sessanta, crebbero dunque in un mondo radicalmente diverso da quello della generazione che aveva partecipato alla ricostruzione postbellica, in anni caratterizzati da preoccupazioni economiche e da aspre contrapposizioni ideologiche. I giovani si sentivano profondamente diversi dai loro genitori. Vivevano in tempi di maggiore benessere e migliori condizioni materiali di vita, trascorrevano più tempo all interno del sistema scolastico, potevano cambiare lavoro con più facilità, erano i potenziali consumatori dei prodotti di un industria culturale che coglieva con tempestività i mutamenti in corso. Percepivano la lentezza con cui la politica e le istituzioni si adeguavano a questi nuovi modi di essere. I giovani chiedevano spazi di partecipazione più ampi, contestavano i modelli di vita dominanti, esigevano maggiore libertà. Χαµβιανο ι χοστυµι ε ιλ ραππορτο τρα υοµο ε δοννα Con il Sessantotto, queste libertà vennero conquistate soprattutto per quanto riguarda le abitudini di vita: si maturò una maggiore consapevolezza del ruolo svolto nella società e si raggiunse una certa indipendenza e autonomia di comportamento (modo di vestire, orari di rientro a casa, possibilità di frequentazione degli amici, rapporto con i genitori); da allora i costumi sessuali e le relazioni tra uomo e donna mutarono profondamente.

Un lavoro stabile e sicuro, il matrimonio, la creazione di una famiglia non sembravano più obiettivi prioritari ed esclusivi per i quali preparare se stessi e i propri figli. In alternativa si proponeva di cercare nuovi valori, di realizzare aspirazioni culturali e professionali, di creare una rete di relazioni sociali più vasta di quella familiare, di soddisfare i bisogni soggettivi per migliorare la vita di coppia e di relazione. Χ ρισι δελλα σχυολα στρυττυρατα περ υνα λιτε La scuola e l università divennero i luoghi simbolici della contestazione. Nel dopoguerra i sistemi scolastici di tutti i paesi avevano visto aumentare considerevolmente il numero degli studenti, sia per la crescita demografica, sia perché l accesso all istruzione era ora garantito dallo stato, in quanto mezzo per l elevazione culturale e l emancipazione civile dei cittadini. La condizione studentesca accomunava quindi un numero sempre maggiore di giovani. Fondata sul rapporto d autorità, isolata dal mondo esterno e in ritardo per quanto riguarda l adeguamento dei suoi contenuti, l istituzione scolastica tradizionale rifletteva i limiti della società di cui era espressione. Ovunque, nel 1968, i giovani la contestarono e per farlo uscirono dalla scuola, portando la protesta nelle strade e nelle piazze, con l intenzione di cambiare e migliorare la società. Alla base della contestazione vi era la consapevolezza che il sistema scolastico, e l università in particolare, erano strutturati in modo funzionale all organizzazione sociale capitalistica. Ma la recente crescita della popolazione studentesca, composta anche di figli dei ceti medi e delle classi lavoratrici, ora in grado di accedere agli studi, metteva in crisi un sistema progettato per la riproduzione della classe dirigente, capace dunque di garantire promozione sociale solo a una ristretta fascia di studenti. Χριτιχα δει χοντενυτι ε δει µετοδι δι ινσεγναµεντο Inoltre, la protesta contro il funzionamento del sistema si intrecciava strettamente con la di rivolta contro i contenuti e i metodi dell insegnamento, considerato acritico ed eccessiva mente specialistico, funzionale a una accentuata divisione del lavoro. La preparazione specialistica necessaria a tecnici e professionisti veniva ritenuta priva di ogni capacità di cogliere criticamente il mondo nel suo insieme, nelle sue caratteristiche sociali. Si lottava dunque anche contro l apparente neutralità della scienza, sotto la quale si nascondeva la subalternità del lavoratore, vera e propria appendice della macchina perché all oscuro dei meccanismi del processo produttivo nel suo insieme. Neppure l insegnamento, dopo una contestazione di tale portata, sarebbe quindi rimasto uguale: nuovi metodi e maggiore attenzione a ciò che accadeva al di fuori delle aule entravano progressivamente nella pratica didattica.

ΝΕΩ ΨΟΡΚ ΧΙΤΨ New York è la città capitale del sogno americano: la grande mela. C'è un famoso detto che ricorda: "Se ce la faccio lì, posso farcela ovunque" (If I can make it there, I can make it everywhere). New York esercita un grandissimo fascino poiché è il mito di tanti. E' una città che muove di continuo, che non dorme mai, febbrile, nottambula, durante il giorno è la capitale mondiale dell'economia dei mezzi di comunicazione. Dietro le sue luci sfavillanti, rese famose in tutto il mondo dai numerosi film che vi sono stati girati, si cela comunque una città ricca di storia della nazione. Gli abitanti della città sono circa 7.000.000 ma raggiungono i 17.000.000 con il territorio metropolitano. Dobbiamo anche aggiungere i 18.000.000 di turisti che ogni anno fanno sosta in questa splendida città. si ma e La città di New York si sviluppa su una superficie di oltre 800 km², sia sulla terra ferma sia su zone insulari (50 isole alla foce del fiume Hudson), compresa tra tre stati: New York, New Jersey, Connecticut. Essa è collocata all'estremo lembo sud dello stato ed è la porta di ingresso agli USA. Ha un porto che è il più importante degli Stati Uniti e conta un passaggio di 180.000.000 di

tonnellate di merci annue. Per mezzo di containers vengono trasportati grano, tessuti, tabacco, autoveicoli. Attraverso questo porto entrano negli USA petrolio, zucchero, cacao, caffè, rame, spezie, banane e gomma. I suoi impianti si estendono per oltre 1230 Km contando oltre 2000 moli. E' anche un porto petrolifero e scalo marittimo per il traffico passeggeri in direzione delle Antille. Molte delle merci che un tempo passavano per New York vengono oggi smistate dai vicini porti del New Jersey e dall'aeroporto internazionale di Newark. Inoltre gli aeroporti Kennedy e La Guardia consentono di collegare la città con tutto il mondo. I principali network televisivi e radiofonici statunitensi, il principale punto d'arrivo degli immigrati provenienti inizialmente dall'europa e successivamente dall'asia e dalla Russia, rendono New York una metropoli con una popolazione estremamente diversificata dal punto di vista etnico. La città è di carattere cosmopolita cioè è composta da tutte le comunità etniche del mondo: Neri, Ebrei, Portoricani, Cinesi (China town), Italiani (Little Italy), Irlandesi, Tedeschi, Cubani, Polacchi, Greci, Russi, Coreani, Colombiani. New York è la capitale culturale del Nord America. Essa ospita molte università tra cui ricordiamo la Columbia University. La città conta inoltre 120 musei: Metropolitan Museum of Art, Museum of Modern Art ecc.; numerose gallerie d'arte, 350 teatri lirici e di prosa. Di grande importanza anche la New York Public Library. New York è il primo centro industriale degli Stati Uniti. Importante è l'industria legata all'attività portuale e navale. Molto sviluppato è il settore edilizio, l'industria editoriale e poligrafica (vengono stampati importanti giornali come il New York Times), l'industria alimentare, l'industria chimica, l'industria elettrotecnica ed elettronica. Molto fiorente è anche l'industria delle confezioni nel Garment District (quartiere degli indumenti) che produce circa un quarto del fabbricato statunitense, soprattutto per quanto riguarda la produzione di pellicce. Sviluppo Urbano La città si divide in cinque distretti disposti intorno alla confluenza del fiume Hudson e dell'east River: Bronx, Brooklyn, Manhattan, Queens, Richmond o Staten Island. Manhattan Manhattan è il più piccolo distretto, il cuore della città sull'isola omonima. Ha una struttura a maglie ortogonali che mediante le strade (streets) da est a ovest e le strade (avenues) da nord a sud divide il quartiere in lotti regolari. Qui le strade più famose sono Broadway, Fifth Avenue, Avenue of Americas. Esso sorge sull'isola formata dal fiume Hudson, dall'east River e dallo Harlem River. Questo distretto ha costruzioni caratteristiche con i tipici grattacieli che a tutto il mondo ricordano la famosa città. Infatti lo Skyline (linea dell'orizzonte) mostra le due torri gemelle del World Trade Center di 110

piani costruite nel 1977, l'empire State Building, il Chrysler Building, il Rockfeller Center. In Manhattan si trova anche il Greenwich Village, famoso quartiere degli artisti ora in gran parte trasferitisi nell'east Village. Il vasto complesso delle Nazioni Unite si trova nella Midtown Manhattan, lungo l'east River. Il quartiere di Harlem, ora popolato in maggior parte da neri, è conosciuto nel mondo per l'alto tasso di violenza. Manhattan è sede anche del centro finanziario più importane del mondo: Wall Street dove ha sede la NY Stock Exchange (la borsa di New York). In questo quartiere, in tutte le ore della notte, è possibile partecipare a uno spettacolo improvvisato da musicisti, mimi, attori che si esibiscono lungo le strade. Nel centro di questo quartiere c'è la più grande area verde della città, il Central Park, luogo di divertimento, aria pura e incontro per tanti newyorkesi. Brooklyn Brooklyn è situato nella parte sud occidentale dell'isola di Long Island. E' il distretto più densamente popolato di New York con i suoi 2.300.000 abitanti (sarebbe la quarta città degli Stati Uniti), diviso tra quartieri moderni come Coney Island, quartieri poveri (slums) come Brownsville e una zona con edifici fine ottocento. Staten Island Staten Island, collegato a Brookyn dal ponte ononimo ideato da Giovanni da Verrazzano, è situata a sud-ovest di Manhattan. La Statua della Libertà (1886), uno dei simboli di New York, si trova sulla Liberty Island. Bronx Il Bronx si estende a Nord di Manhattan ed è un distretto che ha subito un grande livello di abbandono e di degrado diventando rifugio di tutti i miserabili e centro della malavita e dei traffici illeciti. Qui si trova lo Zoo che ospita 4200 animali di 650 specie e lo stadio di Baseball dei New York Yankees. Queens Queens è esteso oltre l'east River verso ovest occupando la parte nord-occidentale di Long Island. E' denominato il distretto dormitorio. Dispone dei due maggiori aeroporti americani: J. F. Kennedy e La Guardia. La città di New York è collegata al resto dello stato attraverso un sistema di autostrade (highways) e numerose linee ferroviarie oltre a un collegamento fluviale attraverso il New York State Barge Canal che unisce la metropoli al canale navigabile parallelo al fiume San Lorenzo e ai Grandi Laghi

ΡΟΕΒΛΙΝΓ Chi più di ogni altro è da considerarsi il padre del moderno ponte sospeso a cavi è John Roebling, ingegnere di origine tedesca emigrato negli Stati Uniti nel 1831. Nato nel 1806 in Germania nella tranquilla città di Mublhausen Roebling dimostrò ben presto intuito ed intelligenza tali da spingere la madre ad incoraggiarne le capacità. Per questo motivo fu iscritto alle migliori scuole, quali il Politecnico di Berlino e successivamente la prestigiosa università della capitale tedesca. E proprio in questi anni di intensi studi che nasce in Roebling quella passione per i ponti sospesi che l accompagnerà per tutta la vita e che lo renderà celebre. Dedicatosi allo studio dell'impiego di cavi metallici nei ponti sospesi, Roebling mise a punto un sistema, basato sull'applicazione di un cavo di ferro elastico che corre lungo tutta la struttura e sopporta tutti gli sforzi, che adottò negli arditi ponti sospesi da lui progettati. La sua prima importante opera fu un ponte sospeso sul fiume Monongahela a Pittsburgh. Roebling nel 1855 realizzò un ponte sospeso, il Grand Trunk sulla gola del Niagara, negli Stati Uniti, lungo 243,5 m, usando un sistema del tutto innovativo per la realizzazione dei cavi metallici di sostegno. Essi erano praticamente trafilati sul posto, con un ingegnoso sistema di intreccio; formavano un fascio compatto e con una tensione uniforme, tenuta insieme da altro filo metallico. Il metodo fu brevettato nel 1841 ma solo nel 1855, proprio con la costruzione di questo ponte, venne confermata la sua validità. La superficie attraversabile del ponte, che si stendeva tra le due torri in muratura, era su due livelli: in quello inferiore vi era un piano stradale. Nel 1867 realizzò un ponte sospeso con una campata di 322 m, sul fiume Ohio, a Cincinnati. Il capolavoro di John Roebling fu senza dubbio il Ponte di Brooklyn, a New York, per la cui costruzione fu nominato ingegnere capo. Adottando la sua tecnica di produzione di cavi trafilati egli realizzò il più grande ponte sospeso dell epoca, che, con la sua luce di 487 m superava di una volta e mezzo quella di qualunque altro ponte precedente, e che fu il primo ponte ad avere cavi di acciaio. Il nuovo principio introdotto per questo ponte è quello di suddividere il carico su molti fili; se uno di questi fili si rompe, l energia prodotta dalla rottura non verrà trasmessa alle altre fibre del materiale, come accadrebbe se si trattasse di un unico cavo. Il sistema di filare i cavi, inventato da Roebling, fu adottato in tutti i ponti sospesi costruiti negli Stati Uniti. Il cavo trafilato permise di sostituire le catene che venivano utilizzate fino ad allora per la sospensione dei ponti. I lavori ebbero inizio nel 1869. Poco tempo dopo, mentre si trovava su un molo, Roebling ebbe un piede schiacciato da una nave traghetto. Gli vennero amputate le dita ma morì di tetano dopo due settimane. Nella direzione dei lavori gli subentrò il figlio, Washington. Mediante cassoni pneumatici vennero gettate le fondamenta delle torri, a 14 e a 24 m sotto il livello dell acqua nei periodi di alta marea. Nel 1872, mentre lavorava nel cassone ad aria compressa, Washington Roebling ebbe un attacco del cosiddetto "male del palombaro" e fu

portato fuori ormai paralizzato dalla vita in giù. Le torri in muratura, alte 82 m, vennero ultimate nel 1876 e quindi ebbe inizio la filatura dei cavi. Per legare i quattro cavi di 40 cm di diametro furono impiegati quasi 2000 km di filo. Non c erano rocce consistenti in cui praticare i tunnel per l ancoraggio e venne quindi fabbricato un ancoraggio a contrappeso, con 44.000 t di muratura a ciascuna estremità del ponte. Venne infine sospeso il piano stradale, ed il ponte venne aperto al traffico nel 1883. Ι ΠΟΝΤΙ Essi, sono impiegati per realizzare la continuità di vie di comunicazioni stradali e ferroviarie. Bisogna tenere presente che i ponti in c. a. consentono di coprire luci inferiori rispetto a quelli in acciaio; però in compenso presentano alcuni vantaggi: - la struttura in c. a. risulta economicamente più conveniente sia in fase costruttiva e sia in fase di impiego; - lo sviluppo della prefabbricazione ha consentito una estesa applicazione nella costruzione di ponti in c. a., applicando tecniche molto simili a quelle delle strutture in acciaio; - l affinamento dei metodi di calcolo e lo sviluppo tecnologico, attraverso l impiego della precompressione intesa non solo come mezzo per migliorare il comportamento dei vari elementi strutturali, ma anche come mezzo di montaggio dei vari componenti. Possiamo distinguere le seguenti tipologie: - ponticelli e tombini; - ponti con impalcato a solettone; - ponti a travate; - ponti ad arco; - ponti strallati. Ponticelli e tombini Sono manufatti usati per l attraversamento di rilevati stradali e ferroviari destinati al deflusso delle acque, con luci variabili da 1.00 m sino a 6.00 m Distinguiamo diverse sezioni: - sezione circolare, ovoidale o policentrica: per luci di 1.00 m fino a 1.50 m, è realizzata in calcestruzzo semplice oppure con l impiego di lamiera ondulata in acciaio zincato privo di elementi lapidei - sezione con copertura a volta in calcestruzzo o in muratura di pietrame: per luci da 1.00 m fino a 6.00 m; - sezione scatolare quadrata o rettangolare in calcestruzzo armato, viene impiegata per luci sino a 1.50 m circa; - sezione a piattabanda: adottata per luci sino a 5.00 m fino a 6.00 m, è costituiti da piedritti in calcestruzzo sui quali viene appoggiata una soletta massiccia in c. a.

- Ponticelli con sezione anulare: per luci da 3.00 m a 6.00 m, hanno sagoma circolare o parabolica; di norma sono realizzati in calcestruzzo semplice per luci sino a 3.00 m fino a 4.00 m Ponti con impalcato a solettone Questa tipologia viene impiegata per luci massime di 9.00 m fino a 12.00 m è costituita da una soletta massiccia in cemento armato, che trasmette il carico sulle spalle. Essa può essere gettata in opera se le dimensioni lo consentono, viene calcolata a piastra con armatura inferiore e superiore; può essere semplicemente appoggiata sulle spalle. Considerando il notevole spessore, questa può essere alleggerita realizzando cavità interne ottenute inserendo nel suo interno blocchi di polistirolo espanso. Per accelerare i tempi di costruzione, la soletta viene realizzata con travetti prefabbricati precompressi affiancati con sovrastante getto di calcestruzzo nel quale viene annegata una armatura incrociata superiore e inferiore che assicura una maggiore rigidezza trasversale. Ponti a travate I ponti a travate sono costituiti dai seguenti elementi strutturali - travi principali con interasse i = 1.80 / 2.50 m; - traversi di collegamento delle travi principali con interasse i = 3.50 / 5.00 m; - soletta di impalcato sulla quale viene realizzata la pavimentazione. Con il metodo tradizionale vengono eseguite le casseforme, si dispongono le previste armature di acciaio e poi viene effettuato il getto di calcestruzzo per travi e solette. Inoltre, secondo le caratteristiche del terreno di fondazione, le travi principali possono presentare uno schema statico secondo le tipologie qui descritte. - Travi semplicemente appoggiate all estremità con sezione rettangolare costante: questo schema è particolarmente adatto quando sono previsti cedimenti agli appoggi. - Travi continue, a sezione costante e collegate all intradosso in corrispondenza degli appoggi. Questo schema consente una maggiore economia, però è particolarmente sensibile a cedimenti differenziali per cui è opportuno limitare il numero delle campate (non più di tre o quattro). - Travi Gerber: si avvalgono dei vantaggi delle travi continue eliminando gli aspetti negativi, principalmente quello relativo ai cedimenti. - Travi reticolari: sono poco usate per il loro costo molto elevato, sia perché sono soggette a fessurazioni in corrispondenza dei nodi. Impiegando travi in cemento armato precompresso prefabbricate è possibile coprire luci sino a 40.00 m / 50.00 m, esse possono presentare fori entro i quali vengono fatte passare le armature di collegamento.

Per grandi luci, superiori a 50.00 m fino a oltre 200 m, si ricorre alla realizzazione di impalati con travi a cassone, la cui costruzione può avvenire secondo due metodi: - tramite getto in opera; - prefabbricando l intera campata o tratti di essa. Con il primo metodo vengono impiegate centine mobili costituite da cassone metallico. Posizionata la cassaforma, eseguito il getto si procede alle operazioni di avanzamento della centina per la successiva fase di getto. Con il secondo metodo della prefabbricazione per tratti o conci di impalcato, questi vengono realizzati con appositi casseri e posizionati in opera. La tecnica del montaggio a sbalzo può avvenire attraverso i seguenti procedimenti: - con cassaforma mobile: dopo aver realizzato il concio sulla pila, vengono installati a destra e a sinistra i casseri mobili; - mediante congegno di sollevamento mobile ancorato all impalcato, costituito da due travi di acciaio alle quali è fissato un verricello che solleva e posa in opera il concio prefabbricato; - mediante portale di varo; costituito da una trave reticolare dotata di un argano di sollevamento. Ponti ad arco I primi ponti ad arco in c. a. vennero realizzati nell ultimo quarto del secolo scorso applicando il sistema ideato dal Monier consistente nella costruzione di un arco massiccio in calcestruzzo. Questo tipo di ponti è costituito da una struttura ad impalcato impostata su setti o pilastri che hanno la funzione di trasmettere i carichi sull arco; quest ultimo costituisce la struttura portante principale del ponte. Dopo aver realizzato le centine di sostegno dell arco e aver disposto le armature metalliche, viene eseguito il getto di calcestruzzo; questo può avvenire con due procedimenti: - per rotoli, l arco viene realizzato a strati, similmente a quando avviene nella costruzione degli archi in muratura; questo sistema consente di realizzare centine più leggere; - per conci, ossia per tronchi realizzati in ordine prestabilito partendo dalle imposte in modo simmetrico per raggiungere la chiave. L arco può presentare i seguenti schemi statici: - arco incastrato all estremità: è una struttura iperstatica soggetta a sforzo normale di compressione e a flessione; quest ultima sollecitazione è dovuta al fatto che i conci si deformano accorciandosi, ma tale deformazione è impedita dalle reazioni che nascono nei vincoli fissi di estremità e provocano fenomeni flessionali nell arco; - arco a due cerniere disposte all estremità: anche questo è iperstatico ed è soggetto alle medesime sollecitazioni dell arco incastrato, ma non presenta gli stessi vantaggi; - arco a tre cerniere: sono disposte in corrispondenza delle sezioni di imposta e in chiave. Questo tipo di arco è isostatico è pertanto non è soggetto al fenomeno descritto per l arco incastrato;

- arco a spinta eliminata: è una struttura isostatica nella quale la spinta orizzontale prodotta dall arco in corrispondenza delle sezioni viene fatta totalmente assorbire da tiranti disposti all altezza dell impalcato. I ponti strallati Essi vengono usati per luci variabili da 100 m a 400 m, sono costituiti da una trave continua appoggiata sulle pile e sostenuta da tiranti obliqui vincolati all estremità superiore sulle pile. Al fine di aumentare la distanza fra gli appoggi, l italiano Riccardo Morandi modificò lo schema tradizionale disponendo fra due travi continue una campata semplicemente appoggiata. Lo schema ideato dal Morandi venne applicato per la prima volta nella realizzazione del ponte sulla laguna del Maracaibo con una luce di 235 m, mentre in Italia se ne ha un esempio nel viadotto sul Polcevera con luci di quasi 208 m.

Χινεµα ε ποντι E' ricca di pellicole di successo la cinematografia che ha tratto spunto da queste vie di comunicazione Secondo il Dizionario etimologico della lingua italiana, "ponte" è un sostantivo maschile che ha differenti significati: I) "manufatto tramite il quale una via di comunicazione può superare un corso d'acqua, una vallata, una via preesistente". In tale accezione, il vocabolo è usato fin dal 1253. II) "giorno lavorativo fra due festivi in cui fa vacanza". Così il Migliorini nel 1963. III) "ciascuno dei pavimenti di legno o di lamiera di ferro che dividono l'interno dello scafo della nave nel senso dell'altezza". Significato illustrato già nel 1585. IV) "impalcatura provvisoria sulla quale salgono i muratori per continuare l'innalzamento della fabbrica o per farvi restauri". Già usato prima del 1400. V) "assale motore di un autoveicolo completo degli organi di collegamento e trasmissione". Dal 1958. VI) "apparecchio di protesi dentaria sorretto da denti naturali". Dal 1958, ma già in precedenza usato da un dentista per la pubblicità nel 1913: "Lavori a ponte, senza placca e senza rampini". VII) "posizione arcuata che assume a terra un atleta". Dal 1958. VIII) "dispositivo destinato alla misura di resistenze elettriche (ponte a filo)". Dal 1904. Se si va poi a guardare le cosiddette "frasi fatte", ecco che il nostro vocabolo acquista ancora diversi significati, spesso anche di forte valore metaforico: "fare ponti d'oro, gettare un ponte, governo ponte, legge ponte, ponte aereo, ponte di lancio, ponte di manovra, ponte levatoio, ponte radio, ponte sospeso, rompere i ponti". Ora, il cinema, in ventidue occasioni si è occupato di "ponti":

- Al di là del ponte - di Ken Annakin, 1958; da un racconto di Graham Greene, con Rod Steiger. - Non alzare il ponte, abbassa il fiume - di Jerry Paris, 1968, con Jerry Lewis che finisce a bagnomaria in Inghilterra. - Oltre il ponte di Brooklyn - di Menahem Golan, 1984, con Elliott Gould pizzaiolo ebreo a Brooklyn. - Il ponte - di Frank Borzage, 1935, con George Brent; tipico melodramma sociale. - Il ponte - di Bernhard Wicki, 1959, con Volker Bohnet; film pacifista di un ex attore passato alla regia nel 1958 e collezionista di premi nei festival di tutto il mondo. - Il ponte dei Sospiri - di Piero Pierotti, 1964, con Brett Halsey e Giannamaria Canale; congiura contro il doge ed il figlio che finiscono ai Piombi. - Il ponte dell'amore - di Lewis Milestone, 1940, con Ronald Colman e Ginger Rogers; storia sentimentale brillante e vivace da un racconto di Sacha Guitry. - Ponte di comando - di Lewis Gilbert, 1962, con Alec Guinness e Dirk Borgarde; storia di un ammutinamento su una nave britannica. Assai professionale. - Il ponte di Remagen - di John Guillermin, 1969, con George Segal e Ben Gazzara; i tedeschi decidono di far saltare l'ultimo ponte rimasto in piedi durante l'avanzata alleata del 1944. - Il ponte di San Luis Rey - di Rowland Lee, 1944, con Lynn Bari; da un celeberrimo romanzo di Thornton Wilder, premio Pulitzer. - Il ponte di Waterloo - di Mervyn Leroy, 1940, con Vivien Leigh e Robert Taylor; amore tra una ballerina e un ufficiale a Londra, durante la prima guerra mondiale. - Il ponte sul fiume Kwai - di David Lean, 1957, con Alec Guinnes, William Holden e Jack Hawkins; famosissimo film vincitore di sette Oscar; tragedia e commedia, denuncia della guerra e omaggio a quelli che la fanno. - Ponte verso il sole - di Etienne Perier, 1961, con Carroll Baker; bionda provinciale del Tennessee sposa un giapponese proprio un attimo prima dell'attacco nipponico a Pearl Harbor. - Quell'ultimo ponte - di Richard Attenborough, 1977, con Dirk Bogarde e un numero quasi infini di altri ottimi attori; storia della sconfitta di Arnhem durante la seconda guerra mondiale.

- Uno sguardo dal ponte - di Sidney Lumet, 1961, con Raf Vallone; versione del celeberrimo dramma omonimo di Arthur Miller. Straordinario il nostro Vallone. - Sul ponte dei sospiri - di Antonio Leonviola, 1953, con Frank Latimore; giovane conte eroe della Repubblica Serenissima s'innamora della figlia di Marco Spada ingiustamente carcerato da quindici anni per uxoricidio e scopre il vero colpevole. - Terrore sul ponte di Londra - di E.W. Swackhamer, 1985, con David Hasselhoff; sul ponte di Londra, nel 1888, Jack lo Squartatore sfugge per un pelo alla cattura. Novantasette anni dopo, restaurato il ponte, un misterioso assassinio commette delitti a catena. - L'ultimo ponte - di Helmut Kautner, 1954, con Maria Schell; un'infermiera tedesca al seguito delle truppe che occupano la Jugoslavia è catturata dai partigiani di Tito e fraternizza con loro. - I ponti di Madison County - di Clint Eastwood, 1995, con Meryl Streep e Clint Eastwood; da un romanzo di Robert James Waller, il film che ha fatto diventare, a sessantacinque anni suonati, Eastwood uno degli attori preferiti dalle donne. - I ponti di Toko-Ri - di Mark Robson, 1954, con William Holden e Grace Kelly; da un romanzo di James Michener, sulla guerra di Corea. - Sono i ponti di New York - di Alfred Santell, 1936, con Burgess Meredith; dal dramma omonimo di Maxwell Anderson: quindici anni dopo l'esecuzione del padre, il figlio va alla ricerca dei veri autori del delitto. - Il ponticello sul fiume dei guai - di Frank Tashlin, 1958, con Jerry Lewis; un prestigiatore pasticcione si aggrega ad una compagnia di artisti in giro per il Giappone per allietare le truppe americane.

ΠΟΝΤΕ Ι ΒΡΟΟΚΛΨΝ Scavalcando l East River il Ponte di Brooklyn collega i due distretti newyorchesi di Manhattan e di Brooklyn. Sorretto da due imponenti piloni in granito con doppia arcata neogotica (alti 89 m), che lo tengono sospeso a circa 40 m sul fiume, il ponte ha una lunghezza di 1052 m (senza contare le rampe d accesso) e una larghezza di circa 26. I quattro cavi d acciaio galvanizzato con zinco che lo sostengono hanno un diametro di 28 cm e sono composti da ben 5700 fili. Una passerella, cui si accede a est della City Hall in Park Row/Centre Street e che è situata al di sopra del nastro stradale destinato alla circolazione automobilistica, permette di attraversare il ponte a piedi e offre, in particolare nelle ore notturne, una suggestiva veduta di Manhattan e dei suoi grattacieli, oltre che di South Street Seaport e della Upper Bay con, sullo sfondo, l inconfondibile sagoma della Statua della Libertà. Sotto i due piloni di sostegno in pietra sono inoltre collocati alcuni punti di osservazione da cui è possibile ammirare lo splendido panorama circostante. Alcuni edifici di notevoli dimensioni si elevano ai due lati di accesso al Brooklyn Bridge: le Southbridge Towers (a sud), le Governor A.E. Smith Houses e le Chatham Green Houses & Towers (a nord). Il Ponte di Brooklyn venne progettato nel 1867, dopo regolare autorizzazione dello Stato di New York, da Johann August Röbling, un ingegnere di origine prussiana che, gravemente ferito nel 1869 in un incidente, morì di tetano prima che iniziassero i lavori di costruzione. L opera di Röbling venne proseguita dal figlio Washington il quale, colpito da embolia gassosa mentre lavorava sott acqua alla costruzione dei piloni di sostegno, dovette seguire la prosecuzione dei lavori osservandoli, tramite un telescopio e con l assistenza della moglie Emilie, dal letto della sua abitazione di Columbia Heights. Il ponte venne finalmente inaugurato nel 1883 con una cerimonia a cui, per disaccordi con la compagnia finanziatrice, Washington si rifiutò di presenziare. I lavori erano durati quattordici anni con l utilizzo di manodopera non solo

locale, visto il cospicuo impiego, nel cantiere, di immigrati di origine italiana, irlandese e tedesca. La costruzione del ponte aveva dovuto fare i conti con ripetuti problemi di bilancio, era costata sedici milioni di dollari e fu completata al prezzo della vita di ben venti operai. Nel giugno dello stesso anno, inoltre, quando il ponte venne aperto al pubblico, si verificò una imprevedibile tragedia: uno sconosciuto urlò, forse per scherzo, che il ponte stava per crollare, provocando, tra la folla presa dal panico, un disordinato fuggi-fuggi che causò la morte di dodici persone. Il Ponte di Brooklyn può comunque vantare, a oggi, tre non indifferenti primati: è il più antico ponte eretto a New York sull East River (lo seguirono il ponte di Williamsburg nel 1903, quelli di Manhattan e Queensboro nel 1909 e il Triborough Bridge negli anni Trenta), è stato il primo ponte sospeso in acciaio mai costruito e, all epoca della sua apertura, era considerato il più lungo tra tutti i ponti del mondo.