LINEE-GUIDA PER LA REDAZIONE DEL COSTO STANDARD NELLA SCUOLA STATALE E PARITARIA

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1 LINEE-GUIDA PER LA REDAZIONE DEL COSTO STANDARD NELLA SCUOLA STATALE E PARITARIA Prof. Marco Grumo (Docente università Cattolica del sacro Cuore di Milano e Responsabile scientifico del corso di alta formazione in Direzione e Gestione delle Scuole Paritarie degli Istituti religiosi ALTIS Università Cattolica marco.grumo@unicatt.it) 1. L IMPORTANZA DEL COSTO STANDARD PER LE SCUOLE 2. COME COSTRUIRE UN COSTO STANDARD VIRTUOSO PER LE SCUOLE 3. CONCLUSIONI 1. L IMPORTANZA DEL COSTO STANDARD PER LE SCUOLE Il costo standard è un concetto fondamentale della letteratura economico-aziendale delle imprese industriali, e a partire da questa natura, occorre fare alcune necessarie contestualizzazioni, se si intende applicarlo alla realtà delle scuole italiane. Si tratta in particolare di un costo ipotetico, e cioè un costo calcolato sotto precisi assunti di efficacia, efficienza e qualità dei processi delle realtà scolastiche. In altri termini, si tratta cioè del costo che una struttura scolastica statale o paritaria dovrebbe sostenere (per ciascun studente e complessivamente), qualora operasse secondo determinate condizioni di qualità, efficacia ed efficienza dei processi. La costruzione del costo standard parte quindi da precise ipotesi di processo, e quindi da processi ideali (che assumono un diverso livello di qualità ed efficienza). Non si tratta semplicemente di un costo «a consuntivo» della singola struttura o di una media di «costi a consuntivo», i quali sono sempre costi determinati in funzione di contesti specifici e puntuali, i quali possono anche risultare talvolta poco efficaci ed efficienti. Non si tratta nemmeno di un costo «retrospettivo» o semplicemente «interpolante». La sua determinazione richiede necessariamente di incrociare la logica del costo medio, ma soprattutto quella

2 del fabbisogno rispetto a processi (appunto standard) aventi caratteristiche di qualità, efficienza e di sostenibilità economica. Il costo standard è importante perchè: consente di realizzare nel sistema scolastico italiano un equa e sana competizione tra le scuole statali e non statali, importante per creare nuovi e costanti meccanismi di innalzamento della qualità e dell efficienza di tutte le scuole; consente di realizzare concretamente il principio della libertà educativa della famiglie, le quali potranno scegliere e accedere alla propria scuola (statale e non) secondo paritetiche condizioni di mercato; incentiva le scuole statali e non statali al miglioramento continuo del servizio nei confronti dei cittadini; consente di rendere più efficace e «produttivo» il finanziamento pubblico verso tutta la scuola, realizzando la separazione tra proprietà e gestione. Il problema non è quindi calcolare un costo standard per le scuole, ma determinare un buon costo standard. La bontà del costo standard dipende certamente dalla bontà degli assunti sottostanti di servizio, processo e di calcolo dei costi. In altri termini, un costo standard sarà buono (sul piano della correttezza del calcolo) quando: i servizi e i processi standard che ne fondano la determinazione sono stati correttamente identificati; gli assorbimenti quantitativi di risorse da parte del processo, e i rispettivi costi sono stati correttamente determinati; i processi e i servizi identificati risultano positivi in termini di risultati prodotti (cioè i processi ipotizzati supportano una «buona scuola» e quindi una scuola virtuosa dal punto di vista educativo, sociale ed economico). Il costo standard deve quindi essere progettato in modo tale da favorire: un promozione del ruolo della scuola statale e di quella non statale, ciascuna nel rispetto della propria identità; l innalzamento continuo della qualità educativa delle scuole; l aumento del grado di efficienza e di sostenibilità economica delle strutture; l aumento del grado di costante innovazione dei servizi e dei processi; la creazione di scuole sempre più «misura di bambino/ragazzo» e di famiglia; l aumento dell impatto sociale positivo delle scuole nei territori e nella società; percorsi di sviluppo e crescita duraturi delle scuole e non solo di breve periodo.

3 2. COME COSTRUIRE UN COSTO STANDARD VIRTUOSO PER LE SCUOLE Alla luce delle premesse sopra indicate, l analisi della letteratura e delle esperienze di gestione delle scuole statali e paritarie di diverso grado, da un lato, e della letteratura economico-aziendale in tema di costi standard, dall altro, suggeriscono le seguenti indicazioni ai fini della determinazione del costo standard per le scuole, quali peculiari organizzazioni non profit: 1) Il costo standard deve essere anzitutto correttamente finalizzato e cioè deve essere capace di sostenere le sfide (attuali e future) della buona scuola, e non invece deve essere determinato secondo una mera logica di contenimento della spesa pubblica; esso deve essere costruito cioè in modo da favorire livelli essenziali di qualità, sviluppo, sostenibilità e integrazione; 2) Il costo standard non deve essere costruito per innescare comportamenti standardizzanti al ribasso, ma processi virtuosi al rialzo, assicurando peraltro parità di trattamento e di competizione a tutte le realtà in gioco (riconoscendo di pari passo le proprie differenze); qualsiasi contesto sano ha infatti sempre bisogno della coesistenza di soggetti diversi; 3) il costo standard potrebbe essere uguale, sia per le scuole statali che per quelle paritarie (un unico costo standard per un unica scuola); 4) occorre molto probabilmente definire un costo standard diverso per ciascun grado di scuola (infanzia, primaria, secondaria di primo grado, secondaria di II grado, ecc.); 5) occorre definire un costo standard diverso per ciascuna tipologia di studente (es. per gli studenti portatori di handicap occorrerà prevedere uno specifico costo standard); il costo standard dovrebbe riservare infatti particolare attenzione agli studenti più deboli (in particolare, gli studenti portatori di handicap); 6) occorre definire (eventualmente in futuro), un costo standard per diverse aree geografiche (nord, centro e sud); 7) il costo standard è bene che sia costruito a partire dai bilanci di esercizio concreti e dai processi viventi delle organizzazioni scolastiche, e non quindi secondo un ottica (astratta) fondata esclusivamente su calcoli di finanza pubblica, non calata sul funzionamento concreto e quotidiano delle realtà scolastiche e sulle esigenze degli studenti e delle loro famiglie; 8) il costo standard deve essere costruito sulla base di processi (standard) che non includano però solamente il momento formativo in sé, bensì tutta la relazione educativa con lo studente e con la famiglia; processi standard che includano sia elementi di carattere operativo, ma anche di carattere strategico, fondamentali per lo sviluppo nel tempo delle scuole;

4 9) il costo standard deve tenere conto della necessità (attuale e soprattutto futura) di fare continui investimenti in strutture, personale docente e tecnologia: in altri termini, il costo standard non può essere solo costo standard fondato sull oggi e quindi solo di breve respiro ); 10) il costo standard dovrebbe anche indurre nelle scuole naturali atteggiamenti (virtuosi) di sana imprenditorialità (e comunque di mercato); 11) dovrebbe trattarsi in ogni caso di una sorta di sustainability full standard cost e non di un survival and partial standard cost o un loss standard cost : per innescare atteggiamenti virtuosi di eccellenza ed efficienza a vantaggio di tutti gli studenti e delle loro famiglie, occorre definire un costo standard di sostenibilità delle scuole e non semplicemente un costo standard di sopravvivenza o che condanna le scuole a ripetute perdite di gestione. Il costo standard deve essere costruito quindi in modo da favorire un esistenza dignitosa e qualitativamente rilevante alle realtà scolastiche statali e paritarie. Per questo motivo, esso non può essere concepito solo come uno strumento di regolazione della spesa pubblica, indipendentemente cioè dalle esigenze di gestione viventi attuali e prospettiche delle scuole, degli studenti e delle loro famiglie; 12) il costo standard dovrebbe favorire gli assetti scolastici maggiormente efficienti, rispetto ad esempio a quelli meno efficienti, ma dovrebbe anche favorire a gli studenti più bisognosi e quelli più meritevoli; 13) Il costo standard potrebbe anche presupporre una qualche forma (limitata) di compartecipazione alla spesa da parte delle famiglie (tendendo comunque conto della presenza di cittadini meno abbienti); 14) il costo standard dovrebbe anche favorire la raccolta fondi privata e lo sviluppo di attività integrative non curriculari da parte delle singole scuole, nonché tenere conto dei diversi livelli di qualità e innovazione raggiunti dalla diverse scuole; 15) il costo standard dovrebbe essere continuamente affinato (specie durante la prima fase di sperimentazione), nonché gradualmente e progressivamente bilanciato con altri parametri di eccellenza delle scuole; 16) il costo standard deve essere verificato e agganciato il più possibile a dati reali di bilancio riferiti a diversi panieri di scuole (statali e paritarie)

5 3. CONCLUSIONI Se ben progettato e gestito, il parametro di finanziamento costo standard può costituire: una grande sfida culturale e operativa anche per le scuole statali e per quelle non statali; uno stimolo importante per la crescita delle singole scuole e del sistema; un modo più produttivo ed equo di finanziare le scuole statali e paritarie, realizzando nuove condizioni di sviluppo per l intero sistema, ma anche di effettiva libertà di scelta delle famiglie e di reale parità. Costruito un parametro non distorsivo, esso potrà diventare un importante agente : di empowerment delle organizzazioni scolastiche; per una più efficace gestione della spesa pubblica; educativo per il management delle scuole; per la realizzazione di una sostanziale libertà educativa QUESTI EFFETTI POSITIVI NON SARANNO PERO NE NATURALI, NE AUTOMATICI, MA DIPENDERANNO: 1) DALLA CORRETTA FINALIZZAZIONE E DETERMINAZIONE DEL PARAMENTRO «COSTO STANDARD» (COME PARAMETRO DI SOSTENIBILITA, SVILUPPO, QUALITA E INTEGRAZIONE;) 2) DALLA CORRETTA INTRODUZIONE E GESTIONE POSITIVA DEL MECCANISMO DA PARTE DEL SOGGETTO PUBBLICO (UNA GESTIONE CHE FAVORISCA L EMPOWERMENT DELLE SCUOLE E NON UNA RIGIDA DERIVA EFFICIENTISTICA NEGATIVA PER IL SISTEMA); 3) DALLA CORRETTA INTERPRETAZIONE DEL MECCANISMO DA PARTE DELLA DIRIGENZA DELLE SINGOLE SCUOLE (E CIOE COME UN MECCANISMO DI STIMOLO ULTERIORE ALL IMPRENDITORIALITA E NON INVECE AL TAGLIO DEI COSTI O AL CONTINUO TRASFERIMENTO DEI COSTI SULLE FAMIGLIE).

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