Valori Aspettuali dell Imperfetto = Aspectual Value of the Imperfect
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- Paola Arcuri
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1 Article 30 in LCPJ Valori Aspettuali dell Imperfetto = Aspectual Value of the Imperfect Abstract Classified as an imperfective tense, the Past Continuous of the indicative mood does not show the action committed by the subject as done, but in the process of being done, as seen by the speaker viewpoint from within the action. This does not mean, however, that depending on the situation, it can not manifest other aspectual connotations. Though very rare, the Past Continuous in the Italian language manifests connotations of an atemporal action, in universal values, as seen in the expression Once upon a time, there was (C era una volta). It can also manifest the aspect of progressive movement, repeated movement, or of an action transformed into a habit. To manifest these connotations, the article shows how this tense is assisted by the context, semantic and aspectual meaning of the verb as well as the position it occupies in the sentence. The Past Continuous can be used from time to time to indicate a very distant past or very close one to the present of the speaker, even with effects that last in the present of the speaker. Of interest are the manifestations of the Narrative Past Continuous and its particular cases: Stylistic Past Continuous and the Descriptive Past Continuous. 0.1 Introduzione: considerazioni generali Il tema dell aspetto verbale e delle sfumature stilistiche dei tempi verbali, nasce da esperienze e osservazioni eseguite sul linguaggio in atto, nell ambito di un secondo sistema di valori linguistici. Generalmente si riferisce all organizzazione linguistica, come virtù interna di un sistema linguistico predefinito, che si occupa di fonologia, di lessico, di grammatica, di strutture, cioè di quel materiale linguistico che serve agli utenti per creare proposizioni, messaggi e testi con senso. Il vero problema è di prendere in considerazione il fatto che gli utenti linguistici non comunicano soltanto proposizioni con un senso facilmente identificabile, ma anche sentimenti, emozioni, stati d animo, figure retoriche come ironia, 55 LCPJ Publishing
2 sarcasmo, reticenza, ecc., come parte dello stesso sistema, ma non più predefinito; piuttosto come un organizzazione secondaria, collegata ai bisogni espressivi degli utenti e alla natura soggettiva del linguaggio. E proprio in questo caso, che si inizia a parlare di una seconda organizzazione linguistica, parte dello stesso sistema linguistico, ma per la sua funzione corrispondente alla natura soggettiva della lingua e alla sua funzione espressiva. Le sfumature stilistiche e gli aspetti verbali si possano collocare proprio nell ambito di una seconda organizzazione linguistica. Essi manifestano sfumature e colori semantici, nati in un opposizione tra il significato rigido denotativo del vocabolo, e l immagine che lo stesso verbo proietta nel cervello degli utenti; un immagine questa, fatta di azioni, movimenti, stati di essere, cosi variabili a seconda della situazione espressiva, da far nascere proprio le sfumature aspettuali. Dal punto di vista delle sfumature che esprime, l indicativo è un modo verbale ricco di colori semantici e stilistici. L imperfetto e il presente sono i tempi più spiccati dell indicativo, nell ambito di una discussione che prende in considerazione le sfumature e gli aspetti che essi manifestano, e tra i due, l imperfetto, forse, è quello più dotato, a causa della sua natura imperfettiva, che offre tantissime possibilità di manipolazioni linguistiche. Per di più, l imperfetto è il tempo verbale più frequentemente usato nelle descrizioni e nelle narrazioni, particolarmente in quelle per i bambini, favole e fiabe, in cui il mondo della fantasia crea impieghi linguistici con riferimenti spaziali e temporali insoliti. Infatti, più che il tempo di un azione non finita, l imperfetto dell indicativo indica un orientamento nel tempo e nello spazio. 1.1 Valori atemporali dell imperfetto C era una volta l imperfetto! L uso di questa formula narrativa ormai, all inizio di quasi ogni narrazione fiabesca, risulta interessante, unica e con valore ineguagliabile dal punto di vista della collocazione dei fatti evocati, nel tempo e nello spazio. L imperfetto è una categoria imperfettiva, che esprime azioni ed effetti che durano nel tempo e nello spazio. Appena collocato nella formula c era una volta, cambia molto della sua natura aspettuale. Con l aiuto dell avverbio di luogo, il quale è sempre presente in questa circostanza, inquadra la narrazione nello spazio, esprimendo in questo modo la dimensione dello spazio. L imperfetto del verbo essere colora la vicenda con sfumature di una storia realmente LCPJ Publishing 56
3 accaduta, presente nelle cronache della memoria, testimoniata da persone sconosciute, ma fuori da ogni dubbio su ciò che narrano, come succedeva in epoche passate con i canti dei bardi, benché rimane velata dal mistero la risposta della domanda: Quando è successo esattamente?. Il verbo essere messo all imperfetto, riempie di esperienza vissuta la fantasia dei bambini e a volte anche quella dei grandi; la realtà di qualche cosa accaduta veramente in una sequenza temporale non chiusa, avvolge tutta la narrazione con valori di universalità, e soprattutto con valori aspettuali di una certa atemporalità, siccome si tratta di un momento impreciso di tempo e che si riferisce sia ai lettori del passato, sia a quelli del presente, e non cambierà natura espressiva neanche per quelli che leggeranno le stesse storie nel futuro. Per ricostruire lo schema di questo concetto, segniamo con A la narrazione, con B lo spazio e con C il tempo. B A C A (Dove?) (Quando) Unica cosa certa è che la narrazione A, può essere collocata in qualsiasi punto, sia del cerchio B ( spazio ), sia del cerchio C ( tempo ). La narrazione include in questo modo, qualsiasi momento del tempo o luogo nello spazio, secondo la fantasia dei lettori. Il perfetto del verbo non esprime un tempo fisico, neanche tempo grammaticale ma solo tempo, perciò si può dire che l azione narrativa ( il movimento dell interno narrativo) non segue una direzione orientata, e non presenta neanche una meta prestabilita nel tempo e nello spazio. Diversamente si presentano le cose quando diciamo: Luigi guidava la macchina. L azione espressa dal verbo è orientata verso uno spostamento spaziale, orizzontale e progressivo dal punto di vista temporale, sfumature queste che mancano nel caso della formula narrativa: c era una volta. 57 LCPJ Publishing
4 1.2 L aspetto di un azione abituale, progressiva, di continuità e di un azione che si ripete A causa della sua natura imperfettiva, l imperfetto dell indicativo non indica né l inizio, né la fine di un azione, ma un azione nel pieno del suo svolgimento. Dall altra parte, può manifestare una vasta gamma di connotazioni, tra le quali anche quella di un azione diventata abitudine. Passeggiavo sotto la casa di Giulia, guardavo le finestre chiuse e chiedevo notizie di lei al portiere. Poi mi allontanavo per ritornare di nuovo l altro giorno. Le forme verbali: Passeggiavo, guardavo, chiedevo, mi allontanavo, offrono l informazione di un comportamento diventato abitudine. La connotazione della forma verbale, spesso si rafforza dal significato contestuale del testo. I pastori passavano la loro vita, tra le piogge, i geli, le nevi, e le nebbie. La forma verbale passavano manifesta una specie di azione ripetuta durante tutta la loro vita. I sostantivi che indicano fenomeni atmosferici, messi al plurale, piogge, geli, nevi, nebbie, aggiungono a questa ripetizione la connotazione del ciclo, cioè di un azione ripetuta in modo ciclico. E questo il motivo, per cui tutto il significato contestuale della frase presenta l idea di un azione diventata a un certo punto abitudine. A volte si esprime l aspetto dell abitudine con l uso all imperfetto di due verbi, con significati contrari. Per esempio quando diciamo: Andavo e venivo nel meno di un ora Dormivo e mi risvegliavo pensando sempre a lei. Questi modi di espressione sono, in fatti, caratteristici della lingua parlata, e un po meno di quella scritta, a parte dei dialoghi nei testi letterari. Un altro aspetto riscontrato frequentemente nella lingua scritta, è quello che indica un azione progressiva. L immagine che trasmette il verbo in tal caso, è quella di un movimento che va avanti progressivamente, come in un film. Scendeva dalla macchina e veniva verso di noi con sorriso ironico sulle labbra LCPJ Publishing 58
5 Le forme verbali scendeva, veniva, presentano l azione nel pieno svolgimento, trasmettendo l immagine di una persona che scendeva positivamente, oppure che veniva con uno spostamento progressivo. L imperfetto non ci permette di immaginare l inizio di queste azioni e neanche la fine; perciò l azione rimane incompiuta, non finita, ma memorizzata mediante la scrittura come sequenza di un film, sempre la stessa e sempre in pieno svolgimento. A volte, un azione progressiva si può manifestare anche in una descrizione letteraria. In tal caso, l autore della descrizione ha l intenzione di creare l impressione che lui sta trasmettendo tutto ciò che vede, mentre lui, in persona, sta muovendosi attraverso lo scenario da lui stesso descritto E l acqua scorreva, discendeva per la china, verso la spiaggia, ghiaiosa, passava sotto un piccolo ponte. All ombra dell arco alcune donne levavano le tele; e i loro gesti si vedevano riflessi nell acqua come in uno specchio mobile. Lungo il binario camminava un uomo scalzo, portando le sue scarpe in mano, penzoloni. Una donna usciva dalla casa del guardiano e gettava con un atto rapido qualche avanzo da una canestra. Due fanciulle, cariche di tele, correvano ridendo a gara. Una vecchia sospendeva a una canna, una matassa tinta di turchino. (G. D Annunzio, Trionfo della morte) L aspetto della continuità appartiene esclusivamente all imperfetto, perché è assai difficile riscontrarlo nell uso degli altri tempi. Quando manifesta tale aspetto, l imperfetto indica un azione, che dura nel tempo e nello spazio, e non finisce. Dopo un ora si ripartiva e da lontane strade giungeva l inerte canto di alcuni carrettieri. E mi affacciavo al finestrino e vedevo la colonna dell acqua che si alzava in alto. E interessante osservare, che nel primo esempio, l imperfetto indica non soltanto un azione che dura nel tempo, ma che si estende anche nello spazio (si ripartiva, giungeva), allungando in questo modo anche il raggio dell azione. In molti casi, questo fenomeno è strettamente collegato con il significato del verbo e del tipo di azione che esso esprime. Si tratta in genere di verbi continuativi, tipo: dormire, camminare, andare, studiare, passeggiare, ecc. Un altro aspetto importante manifestato con una certa frequenza dall imperfetto dell indicativo, si considera quello che esprime un azione che si ripete nel tempo e assai spesso anche nello spazio. Non raramente si confonde con l aspetto 59 LCPJ Publishing
6 progressivo, oppure con quello della continuità, ma generalmente i casi sono chiaramente identificabili, quando il verbo all imperfetto si accompagna da un avverbio o locuzione avverbiale di tempo. La ragazza andava tutti i giorni dai suoi nonni. Tutte le volte che andava dallo zio era felice. L avverbiale che accompagna il verbo contribuisce a creare l immagine di un azione che si ripete. A volte, particolarmente nella lingua scritta, agli utenti linguistici non basta comunicare un idea di un azione che dura, ma tentano di rafforzare questa sfumatura, usando il raddoppiamento: In quel momento dormiva; e respirava, respirava, come in un bellissimo sogno d amore. Il raddoppiamento non solo contribuisce che l azione o lo stato delle cose duri nel tempo, ma presenta lo svolgimento di quest azione in tutta la sua pienezza, dà un certo ritmo a ciò che esprime, come se il parlante avesse l intenzione di contemplare quest immagine con ogni cellula del suo corpo. Questa pienezza, questo ritmo, danno al personaggio di cui si parla, una tranquillità e attrazione, impossibili ad essere trasmessi senza la ripetizione del verbo. 1.3 Sfumature di azioni lontane e vicine al momento dell annunciazione Benché esprima un azione che dura e i cui effetti si possono verificare anche nel presente, l imperfetto dell indicativo può indicare azioni lontane nel tempo o vicine al momento dell annunciazione. Sia nel primo che nel secondo caso, la sfumatura della distanza temporale, viene determinata dalla presenza di avverbi o di locuzioni avverbiali, che esprimono un determinato periodo di tempo. Per esempio: A quell epoca, non sapeva che i cieli gli destinavano un destino mille volte più terribile. L avverbiale a quell epoca trasferisce i fatti di cui si tratta in un passato assai remoto; si tratta addirittura di epoche. Ma diversamente stanno le cose se diciamo: Fino a stamattina, non sapeva che i cieli gli destinavano un destino mille volte più terribile. L avverbiale fino a stamattina avvicina assai i fatti al momento dell annunciazione, LCPJ Publishing 60
7 anzi si tratta dello stesso giorno in cui questi fatti vengono annunciati. La stessa situazione espressiva si presenta se diciamo: L anno scorso mi aveva promesso che veniva La presenza dell avverbiale e della concordanza di due imperfetti, trasferisce i fatti a un passato di un anno fa. Il compimento della promessa non è ben chiaro se spetta a quell anno, o al momento dell annunciazione dei fatti. Ieri mi aveva promesso che veniva. Si tratta solo di un giorno prima, e anche questa volta non si chiarisce se il compimento della promessa spetta al giorno prima o al momento dell annunciazione. Terminando si può dire che secondo l avverbiale che accompagna il verbo, l imperfetto esprime in modo indefferenziato sia un azione svolta in un passato lontano dal momento dell annunciazione, sia un azione svolta in un passato molto vicino al presente. 1.4 L imperfetto narrativo Esaminando i valori stilistici dell imperfetto dell indicativo, si tratta prima di tutto dello stile letterario, e delle sfumature che questo tempo verbale manifesta all interno di tale stile. E la bellezza dei testi letterari, le particolarità stilistiche di ciascun autore, e le vaste possibilità che lo stile letterario offre, che danno all imperfetto quel colorito particolare, ricco e insostituibile, a differenza degli altri tempi. Impiegato particolarmente dagli scrittori moderni, e spesso assumendo anche il ruolo del passato prossimo e non raramente anche quello del passato remoto, l imperfetto può presentare i fatti compiuti, come se fossero in fase di pieno svolgimento. Per esempio: Dopo alcune ore, moriva tra le braccia dei suoi familiari In quell anno nasceva Leonardo, il geniale Nei due esempi portati di sopra, abbiamo infatti un contrasto tra l aspetto espresso dall imperfetto e l aspetto dei verbi. Morire, nascere, sono verbi che indicano un azione che si compie in un attimo, e non durano di più. E non solo, ma il verbo morire manifesta soltanto il momento della fine dell azione, non contiene le sfumature dell inizio o della continuità della stessa azione; mentre il 61 LCPJ Publishing
8 verbo nascere contiene soltanto la sfumatura dell inizio e non della continuità o della fine della stessa azione. Quando su questi verbi viene applicato l imperfetto dell indicativo, che come abbiamo menzionato esprime un azione che dura nel tempo, ma anche nello spazio, allora il contrasto che si crea tra azioni che si svolgono in un solo istante e una categoria grammaticale che fa durare tali azioni, dà vita a ciò che in linguistica si conosce con il termine l imperfetto stilistico. Nel primo esempio, l imperfetto crea l impressione di un fatto che non finisce più in un brevissimo istante, anche se noi sappiamo benissimo che le cose non stanno affatto così, e nel secondo esempio fa sembrare l azione come se durasse per tutto l anno, che in realtà sarebbe una cosa impossibile. Rimanendo nell ambito di un imperfetto narrativo, non raramente quest ultimo si usa con sfumature di un futuro nel passato: L indomani, a mezzogiorno in punto, egli usciva dalla città Chi parla, tratta avvenimenti successi nel passato, senza precisare se questo passato è distante o vicino al momento in cui parla. Colloca il suo momento di riferimento un giorno prima del fatto accaduto, e mediante l avverbio temporale l indomani, si riferisce a un futuro, collocato però nel passato. Per finire, quando si tratta dell imperfetto usato nelle narrazioni, si considera una categoria a se stante, a causa della ricchezza delle sfumature che manifesta, l imperfetto usato nelle descrizioni. Non tirava un alito di vento, il mare giaceva liscio e piano, si udiva soltanto il fiotto lento delle onde infrangersi sulle ghiaie del lido Comunque, resta di fatto, che le sfumature connotative e aspettuali dell imperfetto dell indicativo, oltrepassano di gran lunga ogni classificazione, a causa della ricchezza che manifestano a seconda delle situazioni espressive in cui viene utilizzato. 2.0 Conclusioni L imperfetto dell indicativo esprime un orientamento nel tempo e nello spazio, assai spesso con valori universali, che implicano la partecipazione e la fantasia degli utenti linguistici, per collocare i fatti narrati in un determinato periodo temporale, che praticamente non spetterà né al passato, né al presente o al futuro, ma resterà indeterminato, anche se teoricamente si tratta del passato ( valori aspettuali dell imperfetto, 1.1 ) LCPJ Publishing 62
9 Lo stesso fenomeno si ripete con una certa frequenza nelle narrazioni, ( valori aspettuali dell imperfetto, 1.4 ), in cui spesso si osserva una netta opposizione tra l aspetto semantico del vocabolo-verbo, e l aspetto dell imperfetto come tempo verbale, che generalmente indica azioni che durano nel tempo. Ragionando su questo fatto, si può concludere che l imperfetto è in grado di creare immagini così insoliti dei fatti accaduti, da presentare realtà a seconda delle percezioni totalmente soggettive. Con impatto diretto sull agilità del discorso, l imperfetto dell indicativo esprime aspetti abituali, di progressività, di continuazione, di ripetizione, di azione lontane o vicine rispetto al momento di annunciazione, facendo il discorso più scorrevole, più ricco di immagini e spesso fissando nel tempo e nello spazio fatti e azioni in pieno svolgimento, come sequenze tratte dalla pellicola di un film. Ogni situazione espressiva, infatti, può manifestare sfumature differenti dell imperfetto, allargando il suo raggio dell espressività. Bibliografia Andorno Cecilia, 2003, La grammatica italiana, Mondadori Bruno. Edizioni Zanichelli, 1993, Dizionario di linguistica. Francesco Sabatini, 1990, Lingua e linguaggi, casa editrice Loescher. Giuliana Tedeschi, 1971, Lingua, grammatica, stile, casa editrice G. B. Petrini. Michele Giocondi, 1994, Grammatica essenziale della lingua italiana, Guerra Edizioni. Maria Luisa, Altieri Biagi, 1992, Grammatica per italiani maggiorenni, sesta edizione, casa editrice Mursia. Marcello Sensini, 2010, Le forme della lingua, casa editrice Mondadori. Maurizio Dardano, Pietro Trifone, 1997, La Nuova Grammatica della Lingua Italiana, edizioni Zanichelli. Maurizio Dardano, Pietro Trifone, 1985, La lingua italiana. Morfologia, sintassi, fonologia, formazione della parola, lessico, nozioni di linguistica, edizioni Zanichelli. Pier Marco Bertinetto, 1986, Tempo, aspetto e azione nel verbo italiano, edizioni L Accademia della Crusca. 63 LCPJ Publishing
10 Roberto Trataglione, 2006, Grammatica avanzata della lingua italiana, Alma Edizioni. Sonia Bailini, Silvia Consonno, 2006, I verbi italiani, Alma Edizioni. Susana Niocchi, 1998, Grammatica pratica della lingua italiana, Alma Edizioni. UTET Libreria, 2004, Dizionario di retorica e stilistica. The total number of words is 2914 LCPJ Publishing 2010 by Adi Malo Adi Malo, ongoing PhD, graduated from the Faculty of Philology, University of Tirana in As a Master in Science he teaches Italian Stylistics, Technical Translation and Text Typology at the Faculty of Foreign Languages at Tirana University, Albania. LCPJ Publishing 64
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