IL COLLEGIO DI ROMA. Fatto

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale... Presidente Avv. Bruno De Carolis.. Avv. Alessandro Leproux Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Gustavo Olivieri. Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario per le controversie in cui sia parte un cliente professionista/imprenditore [Estensore] Prof. Avv. Claudio Colombo. Membro designato da Confindustria, di concerto con Confcommercio, Confagricoltura e Confartigianato per le controversie in cui sia parte un cliente professionista/imprenditore nella seduta del 30/06/2011 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto Il ricorrente ha stipulato un contratto di leasing per conto della società di cui è legale rappresentante; si duole del comportamento di un incaricato di una società terza, alla quale l intermediario aveva chiesto di definire la sua posizione debitoria. I fatti lamentati sarebbero avvenuti durante la visita di un incaricato, dapprima, presso la residenza privata, quindi nell esercizio commerciale di uno dei due soci della società. Il ricorrente produce copia della dichiarazione resa da un terzo in ordine a talune circostanze oggetto del ricorso. In tali occasioni l incaricato avrebbe reso nota a terzi presenti la posizione debitoria del cliente in contrasto con quanto stabilito dalla legge sulla privacy ; il ricorrente ritiene l intermediario responsabile, fra l altro, di qualsiasi aggravamento dello stato di salute del padre, già gravemente malato. A fronte di tali violazioni, il ricorrente chiede all ABF il risarcimento del danno subito, che quantifica in euro. L intermediario ha replicato precisando che l indirizzo della residenza privata era stato fornito dallo stesso cliente e che la visita si è resa necessaria dal momento che presso l indirizzo in precedenza fornito non risultava più operante la società intestataria del Pag. 2/6

2 contratto, circostanza della quale, come peraltro contrattualmente previsto, il cliente avrebbe dovuto rendere tempestivamente edotto l intermediario. L altro socio, fratello del ricorrente, fu presentato dal cliente quale addetto alla gestione amministrativa della società. Anche a prescindere dal legame familiare e dal ruolo aziendale di responsabile amministrativo, il fratello del cliente detiene il 49% della società debitrice e tale circostanza giustifica la conoscenza da parte dello stesso delle condizioni economiche in cui versa la società stessa. In fatto, l intermediario precisa altresì quanto segue. Il ricorrente ha stipulato per conto della società un contratto di locazione finanziaria. Essendosi la società utilizzatrice resa morosa nel pagamento dei canoni di locazione, l intermediario, preso atto della debitoria maturata, ha incaricato una società esterna di recupero crediti di attivarsi per sanare l esposizione. In data l intermediario riceveva un reclamo del cliente nel quale si contestava il comportamento avuto da un esponente della società di recupero crediti che avrebbe reso nota la sua situazione debitoria sia a familiari che a clienti del suo negozio di telefonia. A fronte del predetto reclamo l intermediario ha condotto verifiche presso la citata società di recupero, ricevendo informazioni di tenore esattamente contrario rispetto a quelle esposte dal ricorrente. Alla luce delle notizie ricevute riscontrava il reclamo. In data il ricorrente comunicava l intenzione di formalizzare un piano di rientro, ma preannunciava altresì che avrebbe fatto ricorso all Arbitro bancario finanziario, così come poi di fatto è avvenuto. Ciò premesso in fatto, in diritto l intermediario eccepisce in via preliminare e assorbente la carenza di legittimazione passiva, in quanto colui del cui comportamento il ricorrente si lamenta non è dipendente dell intermediario ma di una società esterna di recupero crediti, che è legata alla resistente solo da un rapporto di collaborazione esterna. Quest ultima società, peraltro, è a sua volta priva di legittimazione passiva, poiché non rientra nella nozione di intermediario finanziario, così come definita nelle disposizioni relative all Arbitro Bancario Finanziario. Il ricorso deve pertanto essere dichiarato inammissibile sotto un profilo strettamente procedurale senza neppure bisogno di entrare nel merito della vicenda. Sempre in via preliminare, l intermediario contesta la carenza di legittimazione dell Arbitro Bancario Finanziario a decidere sulla controversia in oggetto. Le violazioni contestate dal ricorrente ossia una presunta lesione della riservatezza e della dignità personale rientrano, infatti, nella materia disciplinata dalla Legge sulla privacy ai sensi del D.Lgs. 196/2003 e sono pertanto di esclusiva competenza del Garante sulla privacy. Ferma l assorbenza delle eccezioni sopra evidenziate, l intermediario contesta anche nel merito tutto quanto ex adverso dedotto. Dalla narrativa e dalla documentazione prodotta emerge infatti che: Pag. 3/6

3 a) l intervento della società di recupero si e reso necessario in conseguenza di un inadempimento nel pagamento dei canoni di leasing che viene espressamente riconosciuto anche dall utilizzatore; b) il sopralluogo effettuato presso la residenza del debitore è stato determinato dalla difficoltà nel contattare il cliente sia per le vie brevi che presso l indirizzo dove non era più operante l attività di ristorazione della società intestataria del contratto di leasing, di cui il cliente è il legale rappresentante; c) l indirizzo di casa presso il quale si è recato l incaricato della società di recupero era stato fornito dallo stesso ricorrente quale proprio recapito e, presso tale indirizzo, già in precedenza il predetto incaricato si era recato ed aveva incontrato sia il ricorrente che il di lui fratello, con il quale aveva discusso di un piano di rientro; d) a prescindere dal legame familiare, il fratello è anche socio al 49% della società intestataria del contratto di leasing e come tale era perfettamente a conoscenza della esposizione debitoria; e) l appuntamento presso il negozio di telefonia, dove il 7 marzo 2010 l incaricato si recò, fu fissato con lo stesso ricorrente e il di lui fratello; f) non è assolutamente provato il comportamento lamentato dal ricorrente sia presso la sua residenza sia presso il negozio di telefonia; g) l incaricato della società di recupero smentisce quanto viene denunziato; in ogni caso tale comportamento non potrebbe comunque essere imputato all intermediario resistente, essendo il presunto comportamento imputabile a un dipendente della società di recupero; h) manca qualsivoglia elemento che possa far ipotizzare una intervenuta conoscenza da parte di una moltitudine di soggetti terzi della esposizione del ricorrente; i) il ricorrente non ha provato di avere subito alcun danno risarcibile in conseguenza della condotta della Banca. Nel caso di specie, è pertanto da escludere che si sia trattato di ipotesi di violazione di privacy o di riservatezza. Sul risarcimento dei danni, l intermediario precisa che anche sotto il profilo del quantum la domanda di risarcimento del danno non può essere accolta in quanto del danno "simbolicamente" e "genericamente" quantificato dalla parte ricorrente in ,000 non è stata fornita alcuna prova, nel senso che la parte ricorrente non ha dimostrato di aver subito, in conseguenza del comportamento lamentato, alcun tipo di lesione alla propria immagine o reputazione; dimostrazione che è invece necessaria, alla stregua del noto e recente orientamento della Corte Suprema nella materia de qua, ai fini della risarcibilità di questo tipo di danno, derivante proprio dalla violazione della privacy e della riservatezza che la ricorrente lamenta; Secondo l orientamento giurisprudenziale cui anche l`arbitro Bancario Finanziario in sue precedenti decisioni ha mostrato di adeguarsi, deve escludersi la configurabilità di un danno non patrimoniale in re ipsa - ossia di un danno automaticamente e necessariamente insito nell accertamento della violazione di una regola comportamentale come quella che viene lamentata nel caso di specie (Cass. civ., sez. III, , n. Pag. 4/6

4 15986; Cass. civ, sez. I, l , n ). Né la parte ricorrente fornisce alcun elemento fattuale dell esistenza e dell ammontare del danno che allega di aver subito. Anzi a ben vedere lamenta essenzialmente un danno a terzi (i genitori) per i quali la società debitrice l unica ad avere presentato ricorso all Arbitro bancario finanziario - è carente di legittimazione attiva; Infine, la resistente sostiene che non possono essere sottoposte all Arbitro Bancario finanziario le questioni di risarcimento danni come lo sono quelle di specie che non siano conseguenza diretta dell inadempimento o della violazione dell intermediario. Da ciò discende quindi che la generica domanda risarcitoria esposta dalla ricorrente non potrebbe comunque essere accolta. Per tutti questi motivi l intermediario chiede quindi che il ricorso venga dichiarato inammissibile o, in subordine, rigettato nel merito. DIRITTO Il ricorso è ammissibile ma infondato nel merito e deve dunque essere rigettato per le ragioni qui di seguito esposte. A tal fine occorre in primo luogo esaminare le eccezioni di inammissibilità del ricorso sollevate dall intermediario e basate, la prima, sulla incompetenza dell ABF a conoscere di violazioni della privacy; la seconda sulla carenza di legittimazione passiva della società di leasing, alla quale non sarebbe imputabile il comportamento asseritamene illecito tenuto dall incaricato della società di recupero crediti che ha materialmente posto in essere i comportamenti di cui è causa. Entrambe le eccezioni sono infondate. La prima, in quanto la competenza a conoscere di eventuali violazioni della normativa in materia di diritto alla riservatezza dei dati personali è espressamente attribuita anche al giudice ordinario (cfr. art. 29, l. n. 675/1996); dal che discende la possibilità di questo Collegio di conoscere di controversie relative alla violazione della suddetta legge, purché riferibili alla prestazione di servizi bancari o finanziari nei confronti della clientela. Anche la seconda eccezione, relativa al difetto di legittimazione passiva dell intermediario, non ha pregio e dev essere disattesa, in quanto la società di leasing risponde per le eventuali condotte illecite del dipendente del terzo incaricato di recuperare il suo credito ai sensi dell art c.c. Infatti tale disposizione, secondo la giurisprudenza più recente, si applica anche ai rapporti di mandato con e senza rappresentanza come quello di cui si discute (cfr. in tal senso Trib. Milano 3/10/2009, n ; Cass. 19/12/1995, n ). Il fatto che, per la riscossione del credito vantato nei confronti del ricorrente, l intermediario non abbia utilizzato propri dipendenti ma si sia avvalso di un soggetto terzo, dunque, non fa venir meno la sua responsabilità per eventuali illeciti compiuti dal mandatario nella esecuzione dell incarico ricevuto. Rilevata in via preliminare l ammissibilità del ricorso, il Collegio non ritiene tuttavia di poterlo accogliere nel merito per mancanza di prova in ordine ai fatti costitutivi della domanda ed, in particolare, delle circostanze dalle quali sarebbe scaturito il fatto illecito della divulgazione non autorizzata di notizie riservate. Pag. 5/6

5 Del tutto carente risulta, inoltre, il profilo relativo alla prova del danno subito dal ricorrente, che viene quantificato in euro senza tuttavia fornire il benché minimo elemento atto a comprovare l esistenza e l ammontare dello stesso, né la individuazione dell indispensabile nesso di causalità tra il danno lamentato e la condotta illecita contestata. Per questi motivi il ricorso non può essere accolto. Peraltro, fermo quanto sopra rilevato in punto di mancata prova del comportamento illecito e del danno conseguente, il Collegio ritiene opportuno rivolgere all intermediario la raccomandazione di vigilare attentamente sull operato dei soggetti terzi incaricati del recupero dei crediti nei confronti della clientela e di astenersi da ogni comportamento che non sia conforme ai codici di correttezza professionale vigenti in materia. Il Collegio respinge il ricorso. P.Q.M. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6