Relazione sintetica dei dati 2013 rispetto agli accessi delle persone straniere presso l Azienda Ospedaliera della Provincia di Lodi

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1 Relazione sintetica dei dati 2013 rispetto agli accessi delle persone straniere presso l Azienda Ospedaliera della Provincia di Lodi Per facilitare la lettura della presentazione di dati in powerpoint 1 accompagnandola a una breve relazione. si è pensato di esplicitarvi la struttura La presentazione è stata suddivisa nelle seguenti aree: 1. Accessi Pronto Soccorso 2. Accessi Area Ambulatoriale 3. Accessi Area Degenza 4. Attivazione Mediazione Interculturale 5. Progetti Ospedale Interculturale 1. Accessi Pronto Soccorso. Gli accessi degli stranieri extracomunitari nei Pronto Soccorso della nostra Azienda nel 2013, se confrontati con quelli dell anno 2012, sono nettamente diminuiti, passando dal 31% al 6%. Il 93% degli accessi è rappresentato dalla popolazione italiana, con un solo 1% di accessi da parte degli stranieri comunitari. In relazione al genere, gli accessi ai PS sono abbastanza bilanciati, 48% per le donne e 52% per gli uomini. Per quanto riguarda gli accessi degli stranieri comunitari la preponderanza di questi è rappresentata dalla comunità rumena, così come avviene per l area ambulatoriale. Questo dato sembra essere significativo rispetto ad una stabilizzazione duratura di questa fetta di popolazione. 2. Accessi Area Ambulatoriale I dati degli accessi all area ambulatoriale evidenziano un aumento delle prestazioni erogate, da del 2012 a nel 2013(con eccezione dei punti prelievo),a favore di un numero inferiore di cittadini nel 2013 pari a rispetto a del Anche questo dato conferma il presunto incremento rispetto ad un consolidamento residenziale di alcuni cittadini stranieri, così come indicato sopra per la comunità rumena. Il dato ambulatoriale dei cittadini stranieri rumeni è pari al 72,5%. 1 OSPEDALE INTERCULTURALE. Gli accessi delle persone di origine straniera nell Azienda Ospedaliera della Provincia di Lodi proposta in occasione della Presentazione del XIV Annuario statistico Anno Quattordicesimo rapporto sull immigrazione straniera nella Provincia di Lodi

2 3. Accessi Area Degenza I ricoveri nel corso dell anno 2013 sono stati di poco superiori rispetto all anno precedente; da ricoveri complessivi del 2012 si è passati a ricoveri nel 2013, per un totale di 54 ricoveri in più. Per quanto concerne i ricoveri degli stranieri comunitari ed extracomunitari, sia in regime ordinario che in regime di Day-Hospital, i dati mettono in evidenza che questi sono a favore del genere femminile (donne straniere comunitarie: 58% ricovero ordinario, 15% dh; uomini stranieri comunitari: 23% ricovero ordinario, 4% dh; donne extracomunitarie: 58% ricovero ordinario, 11% dh; uomini stranieri extracomunitari: 27% ricovero ordinario, 4% dh). Il dato cumulativo delle percentuali precedenti è il seguente: ricoveri ordinari donne straniere 71% contro il 31% degli uomini stranieri; ricoveri dh donne straniere 73% contro il 27% degli uomini stranieri. 4. Attivazione Mediazione Interculturale L attivazione delle Mediazioni Linguistico-Culturali rispetto al 2012 hanno avuto una flessione del 50%, da 224 a 112. Tale decremento nell utilizzo della Mediazione Linguistico-Culturale è dovuta a un fattore esclusivamente tecnico rispetto alla possibilità di attivare la mediazione presso il Presidio di Casalpusterlengo da parte dell UONPIA, e non a fattori di ordine culturale, ideologico o concettuale che avrebbero inevitabilmente posto riflessioni e discussioni rispetto ad una ipotetica gerarchia di elementi condizionanti una tale contrazione. Per quanto concerne le lingue richieste si mantiene stabile l arabo con il 50%, l indi con il 22%, mentre le richieste di lingua rumena aumenta rispetto al 2012, dal 4% al 9%, dato che conferma quanto evidenziato sopra rispetto alla nazionalità rumena. Hanno, invece subito un notevole calo le richieste in lingua albanese dall 11% nel 2012 al 2% nel In generale possiamo evincere da questi dati un calo delle richieste di prestazioni sanitarie da parte degli utenti stranieri, soprattutto extracomunitari. Questo dato ci può far pensare al fatto che gli immigrati non si curano per motivi economici, dovuti, da una parte al loro stato intrinseco di immigrati ulteriormente aggravato, dall altra, dalle condizioni di crisi del contesto italiano. Da una rielaborazione dei dati Istat 2011 sulla mancata fruizione di cure dopo l individuazione di una malattia per il 2011 (ultimo anno disponibile), emerge che l 11,2% di extracomunitari afferma di non essersi rivolto al servizio sanitario nonostante ne avesse bisogno, contro il 7% degli italiani. Il motivo di queste mancate cure è l impossibilità di sostenere le spese mediche per ben quasi il 90% degli extracomunitari, contro circa il 70% degli italiani. Le liste d attesa troppo lunghe sono invece percepite come un ostacolo alle cure soprattutto dai comunitari (il 16%, contro l 11,4% degli italiani), mentre non rappresentano alcun problema per gli extracomunitari (il 2,6%). La mancanza di assistenza per motivi economici riguarda anche le patologie dentali: il 18,5% degli extracomunitari dice di non essersi

3 rivolto al dentista nonostante ne avesse bisogno, (contro l 11% degli italiani), e il oltre 93% precisa che non l ha fatto per i costi eccessivi (contro il 75,6% degli italiani). Altri dati presentati nel rapporto mettono in luce la tendenza ad assumere alcuni comportamenti degli italiani come quelli riproduttivi (numero di figli per donna e età al parto) da parte degli immigrati regolari. Ciò è sicuramente riconducibile, tra le altre ragioni, alla riduzione delle differenze tra le due popolazioni rispetto a stili di vita e condizioni socio-economiche. Progetti Ospedale Interculturale Ospedale Interculturale continua ad aderire ogni anno ai Progetti Regionali, quest anno abbiamo aderito al progetto MIRIAM. Favorire l accesso al welfare locale da parte delle famiglie immigrate attraverso la mediazione interculturale, sostenere gli operatori, i minori nelle scuole ed i giovani di seconda generazione nel processo di integrazione e relazione con la comunità locale, il cui finanziamento è condiviso con gli altri enti territoriali (Viene presentato dalla Provincia di Lodi Ente Capofila, aderiscono il Comune di Lodi, l Ufficio di Piano dei Comuni, La Prefettura/UTG, la ASL di Lodi, l Azienda Ospedaliera di Lodi, l Ufficio scolastico provinciale, la Soc.Cooperativa sociale Microcosmi e la Società Cooperativa Sociale Emmanuele). Tale progetto risulta particolarmente opportuno dato il quadro storico relativo all insediamento migratorio, ai suoi peculiari aspetti quantitativi ed alla tipologia della presenza, sinteticamente richiamati nei sette paragrafi a seguire: 1. Contesto Negli ultimi dodici anni e mezzo la popolazione straniera proveniente da Paesi a forte pressione migratoria è quintuplicata in provincia di Lodi da 5,9 mila a 29,4 mila unità, ma tale crescita si è registrata quasi per intero nel primo decennio ovvero dal 2000 al 2009 mentre negli ultimi tre anni si è assi-stito a una sostanziale stabilizzazione. All interno di questo contesto la popolazione residente ovvero regolare ed iscritta in anagrafe rappresenta ormai oltre l 85% del fenomeno migratorio complessivo nel 2012, a fronte di meno dell 83% nel 2011 e di meno del 58% all inizio del Le aree ed i Paesi di provenienza Gli est-europei hanno accresciuto da 2mila a oltre 13mila il numero delle proprie unità sul territorio lodigiano, anche se quest exploit si è concretizzato tutto fra il 2000 e la prima metà del Similmente i nordafricani, seppure su tassi di crescita molto inferiori, sono passati dal medesimo valore iniziale degli est-europei nel 2000 a 7mila nel 2009, per poi sostanzialmente stabilizzarsi negli anni successivi. Minori sono invece le presenze degli altri macrogruppi di provenienza e, per quanto riguarda le singole cittadinanze, al 1 luglio 2012 i rumeni si confermano decisamente in prima posizione con 7,2 mila unità, nonostante una diminuzione di presenze negli ultimi dodici mesi, davanti ad albanesi (3,4 mila) e marocchini (3,1 mila). 3. Il fenomeno dell irregolarità Gli africani rappresentano un terzo del fenomeno migratorio complessivo in provincia di Lodi al 1 luglio 2012 ma più di metà della sub-componente irregolare nel soggiorno. A livello di singole cittadinanze, tuttavia, il collettivo nazionale con il maggior tasso di irregolarità al proprio interno non è africano bensì est-europeo: gli ucraini, infatti, mostrano più di tutti situazioni di irregolarità nel soggiorno, con ancora 12 casi ogni cento presenti.

4 4. Le caratteristiche strutturali(genere, età, religione, istruzione) A livello strutturale si notano una tendenza verso l equilibrio di genere, in linea con il dato regionale, e verso una crescente anzianità anagrafica, soprattutto per le donne. Si rileva inoltre una quota di laureati che al di là degli scarsi riconoscimenti ed utilizzi sul mercato del lavoro dei titoli di studio conseguiti all estero non varia notevolmente fra il 2000 e il 2012 e si attesta intorno all 11 per cento nell ultimo anno; e, abbastanza in linea con il dato medio regionale, un incidenza del 27 per cento di cattolici e del 36 per cento di musulmani. 5. L anzianità della presenza (in Italia e in provincia) Nel 2001 la maggioranza assoluta di arrivi si collocava nei cinque anni prima della rilevazione, mentre nel 2012 circa due immigrati su cinque sono giunti in Italia tra i cinque e i dieci anni dalla data d indagine e la quota di ingressi da più di dieci anni dalla rilevazione rappresenta, nel 2012, il 44 per cento, a fronte del 17 per cento registrato nel Alcune cittadinanze di particolare interesse Perù, Albania e Marocco mettono in luce l anzianità migratoria in Italia più elevata, superando in più della metà dei casi i 12 anni. 6. La condizione lavorativa Nel 2012 poco meno di uno straniero ultraquattordicenne su tre è occupato regolarmente a tempo indeterminato, a fronte del 48 per cento registrato nel 2007; mentre i disoccupati passano dal 9 al 14 per cento fra il 2001 e il La specifica di genere, inoltre, evidenzia come nell ultimo anno la disoccupazione sia maggiormente presente nell universo maschile (nel 16 per cento dei casi, a fronte dell 11 per cento tra le donne); d altronde circa tre donne su dieci sono casalinghe a fronte di una sostanziale assenza del fenomeno nell universo maschile. Così, l occupazione regolare a tempo indeterminato interessa maggiormente il genere maschile, mentre quella a tempo parziale è tre volte più elevata tra le donne. Le professioni maggiormente svolte sono, al maschile, quelle di operaio generico nell industria o muratore e, al femminile, quelle di assistente domiciliare o addetta alle pulizie. 7. La condizione abitativa e familiare Nonostante i crescenti problemi lavorativi, la sistemazione abitativa degli stranieri in provincia di Lodi mostra sempre più una tendenza verso la stabilità: la quota di case di proprietà passa dal 7 al 27 per cento nel corso degli anni (pur ultimamente scendendo dal 34 per cento sfiorato nel 2009) e quella di sistemazioni private con eventuale famiglia si incrementa dal 59 al 78 per cento tra il 2001 e il Di pari passo la percentuale di coabitazioni con altri immigrati si è più che dimezzata, mentre la quota di chi vive in centri d accoglienza è scesa dal 9 all 1 per cento. Tra gli ultraquattordicenni lo stato civile maggiormente presente nel 2012 è quello di coniugato/a. Se è vero, inoltre, che il per cento delle donne soprattutto le assistenti domiciliari vive da sola in emigrazione, è anche vero che ancora il 53 per cento delle donne è invece con coniuge e figli, in provincia di Lodi nel 2012, a fronte del 42 per cento degli uomini. (Fonte: Osservatorio provinciale Immigrazione 2013) Il progetto MIRIAM intende in primo luogo garantire continuità alle principali azioni intraprese negli anni, dai Soggetti pubblici e del privato sociale, volte all integrazione della popolazione straniera nei campi dell istruzione, della salute, dell accesso al sistema integrato dei servizi e della cittadinanza attiva. Il progetto riprende e sviluppa la centralità della mediazione linguistico culturale e la cura delle Seconde Generazioni considerate un ponte tra la società di provenienza e quella di accoglienza, risorse umane presenti nelle catene migratorie, nelle diaspore e networks familiari di cui portano il peso e la responsabilità.

5 Il Progetto MIRIAM è condiviso e sovradistrettuale; si declina negli ambiti comunale, scolastico, sociosanitario ed ospedaliero. AMBITO OSPEDALIERO Il Progetto MIRIAM potrà garantire in ambito sanitario la continuità nell attivazione degli interventi di mediazione culturale e implementare le traduzioni secondo le rispettive procedure formalizzata, aggiornare e formare il personale in chiave transculturale, produrre e diffondere depliants di educazione alla salute. L Azienda Ospedaliera di Lodi persegue, infatti, dal 2007 azioni tese all accoglienza ed alla cura di tutta la popolazione residente, italiana e straniera, avvalendosi della mediazione linguistico culturale, della traduzione nelle principali lingue dei documenti e della cartellonistica, della formazione ed aggiornamento interculturale degli operatori sanitari. I quattro presidi sanitari, numerosi reparti, la Formazione, sono figure attive e promozionali nell assistenza e nell ascolto del cittadino secondo la mission aziendale improntata ad equità e qualità e collaborando, in tal senso, anche con la ASL di Lodi. Si menzionano: UONPIA, Ostetricia, Ginecologia, Pronto Soccorso, Pediatria, Nido, Medicina, Malattie Infettive, Urologia, ORL, il Dipartimento di salute mentale, i Poliambulatori, il CUP in quanto utilizzatori pluriennali di interventi di mediazione linguistico culturale, interpretariato e messa a disposizione di modulistica plurilingue. Ospedale Interculturale ha ritenuto e ritiene utile anche educare al corretto uso dei servizi e diffondere tra la popolazione straniera i concetti di prevenzione, donazione, condotta di stili di vita sani attraverso azioni di promozione della salute.

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