Giustizia & Sentenze Il commento alle principali sentenze

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1 Giustizia & Sentenze Il commento alle principali sentenze N Cartella di pagamento. Prova della notifica solo in appello Categoria: Contenzioso Sottocategoria: Processo tributario La prova documentale della notifica della cartella di pagamento può essere fornita dall agente della riscossione per la prima volta in appello? Stando alla sentenza n. 1558/18/14 della CTR Sicilia, no; di parere opposto è la sentenza n. 242/01/15 della CTR Calabria, che però ha deciso un caso in cui l ente di riscossione era rimasto contumace in primo grado. La prima delle due Commissioni citate ha sostenuto che, nel giudizio d appello, devono ritenersi ammissibili solamente i nuovi documenti che non abbiano una valenza probatoria, in quanto l indiscriminata possibilità di produzione documentale (in un processo, come quello tributario, in cui è assente la prova orale, ex art.7, comma 4, D.Lgs. 546/1992) si porrebbe in palese violazione del divieto di nuove prove in appello. Di conseguenza, all ente impositore e/o al concessionario non è consentito fornire per la prima volta in appello la prova documentale della notifica della cartella di pagamento. La CTR calabrese, sposando l orientamento della Cassazione orientamento dal quale, invece, la CTR siciliana ha preso apertamente le distanze, non condividendolo, ha affermato che nel processo tributario, in cui è ammessa la produzione di nuovi documenti in appello, è consentito, alla parte rimasta contumace in primo grado, produrre nel predetto grado l originale dell atto di cui è stata contestata dal contribuente l'avvenuta notifica, costituendo tale produzione una mera difesa, volta alla confutazione delle ragioni poste a fondamento del ricorso della controparte, e riguardando il divieto di proporre eccezioni nuove, di cui all'art. 57 del D.Lgs. n. 546/1992, unicamente le eccezioni in senso stretto. Premessa La prova documentale della notifica della cartella di pagamento può essere fornita dall agente della riscossione per la prima volta in appello? 1

2 Stando alla sentenza n. 1558/18/14 della CTR Sicilia, no; di parere opposto è la sentenza n. 242/01/15 della CTR Calabria, che però ha deciso un caso in cui l ente di riscossione era rimasto contumace in primo grado. La prima delle due Commissioni citate ha sostenuto che, nel giudizio d appello, devono ritenersi ammissibili solamente i nuovi documenti che non abbiano una valenza probatoria, in quanto l indiscriminata possibilità di produzione documentale (in un processo, come quello tributario, in cui è assente la prova orale, ex art.7, comma 4, D.Lgs. 546/1992) si porrebbe in palese violazione del divieto di nuove prove in appello. Di conseguenza, all ente impositore e/o al concessionario non è consentito fornire per la prima volta in appello la prova documentale della notifica della cartella di pagamento. La CTR calabrese, sposando l orientamento della Cassazione orientamento dal quale, invece, la CTR siciliana ha preso apertamente le distanze, non condividendolo, ha affermato che nel processo tributario, in cui è ammessa la produzione di nuovi documenti in appello, è consentito, alla parte rimasta contumace in primo grado, produrre nel predetto grado l originale dell atto di cui è stata contestata dal contribuente l'avvenuta notifica, costituendo tale produzione una mera difesa, volta alla confutazione delle ragioni poste a fondamento del ricorso della controparte, e riguardando il divieto di proporre eccezioni nuove, di cui all'art. 57 del D.Lgs. n. 546/1992, unicamente le eccezioni in senso stretto. Sentenza n. 1558/18/14 della CTR Sicilia All ente impositore e/o al concessionario della riscossione non è consentito fornire per la prima volta in appello la prova documentale della notifica della cartella di pagamento. Il caso La Commissione Tributaria Provinciale di Catania, in accoglimento del ricorso proposto dal contribuente, ha annullato un provvedimento di fermo amministrativo per mancanza di prova circa la notifica della cartella di pagamento. Di qui la prosecuzione del giudizio di fronte al Collegio regionale; giudizio che si è però concluso con un nulla di fatto per la parte pubblica, perché il giudice dell appello: ha ritenuto inammissibile la produzione per la prima volta in appello della documentazione volta a dimostrare l avvenuta notifica della cartella. 2

3 Osservazioni della CTR Sicilia In base all articolo 58 del D.Lgs. 546/1992 ( Nuove prove in appello ): 1. il giudice d appello non può disporre nuove prove, salvo che non le ritenga necessarie ai fini della decisione o che la parte dimostri di non averle potute fornire nel precedente grado di giudizio per causa a essa non imputabile. 2. è fatta salva la facoltà delle parti di produrre nuovi documenti. Il Collegio siciliano ha rilevato una contraddizione all'interno dell'articolo 58, posto che il comma 1 esclude il potere del giudice d'appello di disporre nuove prove, mentre il comma 2 consente alle parti di produrre nuovi documenti. Tale contraddizione, per la CTR, è però solo apparente in quanto può essere risolta: ritenendo ammissibili in appello solo i nuovi documenti che non abbiano una valenza probatoria, in quanto l'indiscriminata possibilità di produzione documentale (in un processo, come quello tributario, in cui è assente la prova orale, ex art.7, 4 comma D.Lgs. 546/1992) si porrebbe in palese violazione del divieto di nuove prove in appello di cui al comma 1 dell art. 58. Di conseguenza, all ente impositore e/o al concessionario non è consentito fornire per la prima volta in appello la prova documentale della notifica della cartella di pagamento. A sostegno di quanto sopra, la CTR evidenzia che il D.L. 203/2005 ha abolito il comma 3 dell'articolo 7 del D.Lgs. 546/1992 (che attribuiva alle Commissioni la facoltà di ordinare alle parti il deposito di documenti ritenuti necessari per la decisione della controversia) sicché è venuto meno il fondamento dell'orientamento espresso in senso contrario dalla Cassazione, che nella sentenza 14624/2000 richiamava proprio l'articolo 7 per affermare che il giudice tributario non può esimersi dall'esercitare il potere di ordinare all'ufficio finanziario, in qualunque fase del processo di merito, il deposito della relata di notifica di un avviso d accertamento. Secondo la CTR, poi, anche a volere inquadrare la relata di notifica tra i meri documenti, comunque l'amministrazione Finanziaria rimasta contumace in primo grado non potrebbe produrre tale atto in appello perché si violerebbe il principio costituzionale della ragionevole durata del processo (art. 111 Cost.), in quanto la questione relativa all ammissibilità del ricorso si sarebbe potuta trattare già in primo grado. Sotto altro profilo, ammettere la produzione documentale tardiva sarebbe in contrasto: con il principio di lealtà processuale; con l onere d immediata contestazione; 3

4 inoltre non consentirebbe alla controparte di presentare motivi aggiunti (art. 24 D.Lgs. 546/92), ammessi solo nel giudizio di primo grado; il che farebbe perdere alla parte appellata un grado di giudizio in conseguenza della scelta processuale della parte di rimanere contumace in primo grado. Ex art. 24 del D.Lgs. n. 546/1992 ( Produzione di documenti e motivi aggiunti ), l integrazione dei motivi del ricorso introduttivo è ammessa quando resa necessaria dal deposito di documenti non conosciuti ad opera delle altre parti o per ordine della commissione. La CTR siciliana afferma di essere consapevole delle pronunce n /2010 e n /2012 con le quali la Suprema Corte ha sostenuto che l'ente impositore, benché contumace in primo grado, può produrre in appello la documentazione che provi l'avvenuta notifica dell'avviso di accertamento. Tuttavia, si tratta di un orientamento non condivisibile, poiché non considera che grava sull'ente impositore, in quanto attore in senso sostanziale della pretesa tributaria, l'onere di provare l'esistenza di tutti i presupposti costitutivi della pretesa stessa, compresa, quindi, - scrive la CTR - la regolare notifica dell'atto d'intimazione di pagamento delle somme iscritte a ruolo. Sentenza n. 1558/18/14 della CTR Sicilia La mancata costituzione dell agente della riscossione nel procedimento davanti alla Commissione Tributaria Provinciale non determina la decadenza dalla facoltà di proporre eccezioni processuali e di merito. Di conseguenza, la prova della regolare notifica della cartella di pagamento può essere fornita nel secondo grado di giudizio. Il caso Il contribuente ha impugnato una cartella di pagamento relativa all imposta comunale sugli immobili per l anno 2010, eccependo la mancata notifica della stessa, della quale era venuto a conoscenza solo a seguito dell'iscrizione ipotecaria. In ogni caso la pretesa era infondata, perché il pagamento dell imposta era avvenuto nei termini. La Commissione Tributaria Provinciale di Catanzaro ha accolto l impugnazione, ritenendo che la mancanza di prova della notifica della cartella esattoriale attesa la mancata costituzione in giudizio di Equitalia - comportasse la nullità dell iscrizione a ruolo e degli atti successivi. 4

5 Di poi l appello dell ente di riscossione che ha sostenuto la regolare notifica della cartella esattoriale prodromica all'esecuzione, come da documentazione allegata all'atto di appello, sicché la stessa costituiva valido titolo per procedere all'esecuzione. Il contribuente, costituitosi in giudizio, ha chiesto il rigetto dell'appello, evidenziando: che la mancata costituzione dell'agente di riscossione nel procedimento davanti alla CTP aveva determinato la decadenza dalla facoltà di proporre eccezioni processuali e di merito, ex art. 57 D.Lgs. n. 546/1992; che la documentazione prodotta da Equitalia con l'atto di appello non era comunque idonea a dimostrare l'avvenuta notifica della cartella esattoriale. Investita del gravame, la CTR di Catanzaro ha accolto l appello di Equitalia, con conseguente integrale riforma della sentenza di prime cure. In base all articolo 57 del D.Lgs. n. 546/1992 ( Domande ed eccezioni nuove ), nel giudizio d appello non possono proporsi domande nuove e, se proposte, debbono essere dichiarate inammissibili d ufficio (possono tuttavia essere chiesti gli interessi maturati dopo la sentenza impugnata). Non possono inoltre proporsi nuove eccezioni che non siano rilevabili anche d ufficio. Osservazioni della CTR Calabria La CTR di Catanzaro ha avvallato la produzione in grado d appello della cartella esattoriale impugnata e dell ulteriore documentazione relativa alla notifica della stessa al contribuente, sulla scorta dell orientamento giurisprudenziale secondo cui "nel processo tributario, in cui è ammessa la produzione di nuovi documenti in appello, è consentito alla parte, rimasta contumace in primo grado, produrre nel predetto grado l'originale dell'atto impositivo notificato (e di cui era contestata dal contribuente l'avvenuta notifica), costituendo tale produzione una mera difesa, volta alla confutazione delle ragioni poste a fondamento del ricorso della controparte, e riguardando il divieto di proporre eccezioni nuove, di cui all'art. 57 del d.lgs. 31 dicembre 1992, n. 546, unicamente le eccezioni in senso stretto." (cfr. Cass., n /2011). In tema di contenzioso tributario, quindi, il divieto di proporre nuove eccezioni in appello, posto dall art. 57, comma 2, del d.lgs. n. 546/1992, riguarda l eccezione in senso tecnico, vale a dire lo strumento processuale con cui il contribuente, in qualità di convenuto in senso sostanziale, fa valere un fatto giuridico avente efficacia modificativa o estintiva della pretesa fiscale, ma non 5

6 limita la possibilità della parte pubblica di difendersi dalle contestazioni già dedotte in giudizio, perché le difese, le argomentazioni e le prospettazioni dirette a contestare la fondatezza di un'eccezione non costituiscono, a loro volta, eccezione in senso tecnico. In applicazione del principio, hanno osservato i giudici calabresi, la Suprema Corte ha ritenuto contrastante con il disposto della norma citata la declaratoria d inammissibilità del motivo di appello con cui l'ufficio, impugnando la sentenza di primo grado che aveva annullato un iscrizione ipotecaria per mancata notifica delle cartelle presupposte, aveva dedotto per la prima volta che tali cartelle erano state regolarmente notificate, producendo la relativa documentazione (Cass. n //2013). Ebbene, alla luce della giurisprudenza della Cassazione e in virtù del fatto che l appellante Equitalia ha dato prova della notifica della cartelle esattoriali, avvenuta a mezzo posta, e del fatto che la relativa raccomandata è stata ricevuta, presso l'indirizzo del ( ), da persona qualificatasi come autorizzata alla ricezione e che peraltro sull avviso di accertamento è indicato chiaramente il numero della cartella di pagamento notificata al contribuente, senza possibilità di equivoco in merito alla riferibilità alla stessa del contenuto della raccomandata, la CTR di Catanzaro ha ritenuto giusto riformare la sentenza di prime cure, con conseguente rigetto del ricorso del contribuente. - Riproduzione riservata - 6