LA RIABILITAZIONE. Valeria CANETTI Responsabile Settore Riabilitazione ISAH

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1 LA RIABILITAZIONE Valeria CANETTI Responsabile Settore Riabilitazione ISAH

2 STRATEGIE DI INTERVENTO Le Strategie di Intervento si riferiscono alle procedure utilizzate per conseguire gli obiettivi del Progetto Riabilitativo Individualizzato Le strategie di intervento scientificamente validate si possono raggruppare in due grandi categorie: APPROCCI COMPORTAMENTALI APPROCCI EVOLUTIVI

3 STRATEGIE DI INTERVENTO Caratteristiche Generali Precoce Intensivo Individualizzato Globale Integrato

4 STRATEGIE DI INTERVENTO Campi di Intervento e Attori Equipe Medico Psico-Pedagogica Neuropsichiatra Infantile Psicologo Terapisti della Riabilitazione Pedagogista BAMBINO Famiglia Servizi Sociali Scuola

5 STRATEGIE DI INTERVENTO Cosa fare? I Disturbi Pervasivi dello Sviluppo hanno in comune Compromissione qualitativa dell interazione sociale Compromissione qualitativa della comunicazione Modalità di comportamento, interessi, attività ristretti ripetitivi - stereotipati

6 STRATEGIE DI INTERVENTO I Disturbi Pervasivi dello Sviluppo a livello diagnostico vengono definiti in termini di COMPROMISSIONE DI DIVERSE CAPACITA tuttavia.

7 STRATEGIE DI INTERVENTO Le linee Guida relativo all intervento abilitativo sottolineano la necessità di mettere a punto Progetti Individualizzati che partano dalla valutazione delle abilità e dei punti di forza

8 STRATEGIE DI INTERVENTO Ma quali sono i punti forti delle persone con autismo?

9 VALUTAZIONE Vanno valutate individualmente con strumenti in grado di evidenziare le abilità presenti e le potenzialità Dipendono dal Quoziente Intellettivo dal livello di sviluppo del comportamento adattivo e da altri fattori individuali e ambientali

10 VALUTAZIONE OSSERVAZIONE Come osservare Cosa osservare Per quanto tempo

11 COME OSSERVARE Serve per obiettivi precisi e definiti E registrata in maniera sistematica E messa in relazione a schemi teorici

12 COSA OSSERVARE L adattamento all ambiente analizzando LE FUNZIONI ESECUTIVE L INTERAZIONE LA COMUNICAZIONE

13 FUNZIONI ESECUTIVE Si osservano: LE CAPACITA DEL SOGGETTO DI UTILIZZO DELL AMBIENTE LA CAPACITA DI ATTIVARE E PORTARE A TERMINE UN AZIONE FINALIZZATA AD UNO SCOPO

14 INTERAZIONE Si osservano: I COMPORTAMENTI REATTIVI ED INTERATTIVI CHE IL SOGGETTO UTILIZZA RISPETTO ALL ALTRO, ALL AMBIENTE, AGLI OGGETTI

15 COMUNICAZIONE Si osservano: LE TIPOLOGIE DI COMUNICAZIONE VERBALE E NON VERBALE L INIZIATIVA LE CAPACITA DI RISPOSTA L ASPETTO PRAGMATICO

16 OSSERVAZIONE PER QUANTO TEMPO

17 PROGETTO DI INTERVENTO PREMESSA AD OGNI TIPO DI INTERVENTO STRUTTURAZIONE Rendere chiara e comunicativa la struttura delle attività e delle richieste Trasformare le indicazioni verbali e astratte in indicazioni concrete Adattare L ambiente

18 PROGETTO DI INTERVENTO ADATTARE L AMBIENTE UTILIZZARE AIUTI VISIVI STRUTTURARE IL TEMPO CHIARIFICARE LO SPAZIO

19 PROGETTO DI INTERVENTO GLI AIUTI VISIVI Rappresentano un informazione che passa attraverso stimoli di tipo visivo. Sono una parte fondamentale della comunicazione tra le persone. Maggiormente sono fondamentali nelle persone autistiche che meglio comprendono gli stimoli visivi rispetto a quelli uditivo-verbali

20 GLI AIUTI VISIVI SCOPI Chiarificare lo spazio Strutturare il tempo Favorire la comunicazione tra ambienti diversi Fare delle scelte Anticipare cambiamenti Insegnare regole o attività

21 GLI AIUTI VISIVI

22 Significa: ADATTARE L AMBIENTE CHIARIFICARE LO SPAZIO Informare il bambino su dove verranno svolte determinate attività Strutturare lo spazio di attività La persona autistica comprende meglio in un ambiente non caotico ma suddiviso in spazi ben definiti.

23 ADATTARE L AMBIENTE CHIARIFICARE LO SPAZIO

24 ADATTARE L AMBIENTE CHIARIFICARE LO SPAZIO

25 STRUTTURARE IL TEMPO La strutturazione del tempo consente di comprendere in anticipo cosa ci si aspetta dal bambino e ridurre l ansia dovuta al passaggio da una attività all altra o da una persona all altra

26 STRUTTURARE IL TEMPO Ha lo scopo di chiarire: Come sarà organizzata la giornata Con quale sequenza si svolgeranno le attività Quanto durerà una attività

27 STRUTTURARE IL TEMPO

28 . Anche in altri ambienti

29 PROGETTO DI INTERVENTO SI INTERVIENE SU: INTERAZIONE E GIOCO COMUNICAZIONE E FUNZIONI ESECUTIVE AUTONOMIA E ABILITA SOCIALI COMPORTAMENTI PROBLEMA

30 COMUNICAZIONE LE ANOMALIE COMUNICATIVE INTERAGISCONO IN MODO COMPLESSO CON IL DEFICIT DI COMPETENZA SOCIALE CREANDO UN IMPATTO MOLTO PROFONDO SULLO SVILUPPO DI TUTTE LE LINEEE EVOLUTIVE DEL BAMBINO (VIVANTI 2010)

31 COMUNICAZIONE La possibilità di comunicare con questi bambini è: LA PIU IMPORTANTE TRA LE NECESSITA ESPRESSE DAI GENITORI LA CONDIZIONE NECESSARIA PER PORTARE AVANTI UN INTERVENTO EDUCATIVO/ABILITATIVO UN ASPETTO IMPORTANTE PER INTERVENIRE SULLA RIDUZIONE DEI COMPORTAMENTI PROBLEMA

32 COMUNICAZIONE ALTERAZIONI QUALITATIVE L ALTERAZIONE RIGUARDA SIA IL LINGUAGGIO CHE ALTRE FORME DI COMUNICAZIONE IL LINGUAGGIO QUANDO E PRESENTE VIENE POCO USATO A SCOPO COMUNICATIVO SONO PRESENTI ECOLALIE,RIPETITIVITA,INVERSIONI PRONOMINALI PRESENTA DEFICIT NELL ASPETTO PRAGMATICO PRESENTA DIFFICOLTA DI GENERALIZZAZIONE

33 COMUNICAZIONE VALUTAZIONE SI MUOVE SU DUE VERSANTI RICETTIVO ESPRESSIVO

34 COMUNICAZIONE INTERVENTO INIZIATIVA COMUNICATIVA ALTERNANZA DEL TURNO ATTENZIONE CONDIVISA IMPORTANTE CREARE SITUAZIONI IN CUI PERMETTERE AL BAMBINO DI SPERIMENTARSI COME COMUNICATORE EFFICACE

35 INIZIATIVA COMUNICATIVA FORNIRE PRIMA POSSIBILE UNO STRUMENTO COMUNICATIVO PER I BISOGNI FONDAMENTALI PARTIRE DA SPINTE MOTIVAZIONALI VALORIZZARE COME INTENZIONALI COMPORTAMENTI CHE POTREBBERO ANCHE NON ESSERLO SOSTENERE OGNI MINIMO ABBOZZO COMUNICATIVO CREARE SITUAZIONI STRUTTURANDO IL CONTESTO LASCIARE CHE SI EVOLVANO ANCHE FORME POCO CONVENZIONALI

36 ATTENZIONE CONDIVISA NECESSITA DI PASSAGGI GRADUALI STARE INSIEME NELLA STANZA STARE VICINI FISICAMENTE USARE LO STESSO MATERIALE USARE INSIEME LO STESSO MATERIALE PREDILIGERE APPENA POSSIBILE SITUAZIONI DI COPPIA O DI PICCOLO GRUPPO

37 ATTENZIONE CONDIVISA LETTURA CONDIVISA FAVORISCE IL PROCESSO DI ATTENZIONE LO SVILUPPO SOCIALE ED EMOZIONALE LA MEMORIA LA CURIOSITA LA CAPACITA DI ASCOLTO

38 COMUNICAZIONE LETTURA CONDIVISA PROGETTO LIBRI MODIFICATI Libri per tutti!!!

39 PROGETTO LIBRI MODIFICATI

40 PROGETTO LIBRI MODIFICATI

41 INTERVENTO In sintesi si tende a creare un contesto di attività condivise stabili e arricchite in base ai progressi del bambino

42 IMPORTANTE! IL LAVORO SULLA SINGOLA FUNZIONE NON BASTA E NECESSARIO CHE QUESTE VENGANO INTEGRATE TRA LORO

43 CONCLUSIONI RISULTA EFFICACE L INTEGRAZIONE DEGLI APPORTI TRATTI DALLE SINGOLE TECNICHE ADATTANDOLI ALLE SPECIFICITA DEL BAMBINO E DEL CONTESTO OBIETTIVI E TECNICHE DEVONO ESSERE MODIFICATI E RIPENSATI ADATTANDOLI AI BISOGNI DEL BAMBINO MAN MANO CHE QUESTI EMERGONO

44 CONCLUSIONI DI IMPORTANZA FONDAMENTALE E LA CONDIVISIONE DEL PERCORSO TRA TUTTE LE FIGURE CHE RUOTANO INTORNO AL BAMBINO CIASCUNA CON LA PROPRIA SPECIFICITA E IL PROPRIO RUOLO CONCORRE AL PROGETTO DI VITA FAMIGLIA SERVIZI SANITARI SOCIETA CIVILE SCUOLA SERVIZI SOCIALI

45 E QUESTO IL CONCETTO DI RETE CHE VOGLIAMO PROMUOVERE QUI OGGI. LA RETE CON LA PRESENZA DI SERVIZI- SISTEMI-POLITICHE ADEGUATI POTRA DIVENTARE UN FACILITATORE PER LO SVILUPPO DI QUESTI BAMBINI FACCIAMO IN MODO CHE LA LORO ASSENZA NON CONTINUI AD ESSERE UNA BARRIERA

46 LA RETE SERVIZI- SISTEMI-POLITICHE ADEGUATI ASSENTI FACILITATORE BARRIERA

47 GRAZIE PER L ATTENZIONE UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A TUTTI I COLLEGHI

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