Formare a riconoscere la complessità Dr.ssa Daniela Villani Psicologa, Ricercatrice
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1 Formare a riconoscere la complessità Dr.ssa Daniela Villani Psicologa, Ricercatrice Il costo della cura 26/09/11 Riconoscere e prevenire il burnout nelle RSA e nei CDI Bergamp - 14 Novembre 2012
2 Burnout: fenomeno complesso SOTTOSISTEMA DI RAPPORTI FACCIA A FACCIA CON L ESTERNO: RSA SOTTOSISTEMA DI COMPITI SOTTOSISTEMA STRUTTURALE HELPING/HIGH- TOUCH PROFESSION SOTTOSISTEMA TECNOLOGICO SOTTOSISTEMA UMANO SOCIALE! Le organizzazioni sono sistemi aperti in continua interazione con l ambiente;! L organizzazione è dotata di una molteplicità di scopi e funzioni che implicano a loro volta molteplici interazioni con l ambiente;! L organizzazione esiste in un ambiente: - dinamico, - composto da altri sistemi - con specifiche esigenze e limitazioni.
3 L approccio bio-psico-sociale! Nel 1977, George Engel descrisse un modello di malattia basato sulla teoria generale dei sistemi che venne definito bio-psicosociale.! In seguito, il termine bio-psicosociale è diventato di comune accezione non solo come modello di malattia, ma anche per rappresentare una cornice per l applicazione del pensiero sistemico alla salute.! In quest ottica, le interferenze sulla salute si collocano nell interazione tra sistemi che possono derivare da incompatibilità tra le richieste del contesto e la capacità del sistema di fare fronte a tali richieste.
4 Il progetto: riconoscere e prevenire il burnout nelle RSA e CDI! Il progetto mirava a riconoscere il burnout, cioè: - aumentare la consapevolezza rispetto alla sua definizione e complessità, - identificare insieme al personale responsabile delle strutture le aree critiche che rappresentano un terreno fertile per lo sviluppo del fenomeno.! Il progetto mirava a ridurre il rischio di burnout: - la prevenzione è l'insieme di azioni finalizzate ad impedire o ridurre il rischio, ossia la probabilità che si verifichino eventi non desiderati.
5 Le fasi del progetto (ricerca-intervento) 1. Focus group 5. Ipotesi di intervento di prevenzione e contenimento 2. Conoscenza del fenomeno 4. Presentazione risultati 3. Questionario
6 1. Focus Group! E un metodo di ricerca qualitativo, che prevede una discussione di gruppo focalizzata su un particolare argomento o area d interesse (il burn-out). Il primo incontro con i responsabili era finalizzato a: - ottenere le percezioni e rappresentazioni dei partecipanti relative al burnout in un ambiente informale e non minaccioso; - aiutare i partecipanti a esplorare e chiarire le proprie opinioni in modo più semplice e creativo di quanto non accada in una intervista individuale; - capire le diversità esistenti nelle opinioni, nei comportamenti e nei valori dei partecipanti; - esplorare le aspettative rispetto all intervento richiesto.
7 2. Conoscenza del fenomeno! Introduzione alla natura multidimensionale della sindrome di burn-out, che può essere visto come l epilogo di complesse vicende personali e lavorative, rispetto sia alla struttura organizzativa sia alla specificità della professione svolta (proposta e discussione di casi);! Sviluppo di competenze metodologiche di progettazione di interventi di valutazione (focus group, intervista e questionario) del burnout.
8 3. Creazione del questionario E una lista organizzata di domande che vengono poste per iscritto, nelle stesse condizioni, a un gruppo abitualmente ampio di soggetti allo scopo di raccogliere informazioni, di conoscere opinioni, atteggiamenti, intenzioni e azioni compiute (Coggi, Ricchiardi, 2005) strumento di analisi finalizzato ad indagare e misurare un fenomeno o costrutto Precisare bene lo scopo (titolo) Definire aree (temi), ambiti e costrutti da indagare ed elencare le variabili da misurare Redigere e formulare le domande in forma scritta Studiare la popolazione a cui è destinato il questionario Definire l ordine di presentazione delle domande Decidere le modalità di somministrazione Somministrare al campione la versione definitiva.
9 3. Creazione del questionario! Processo di definizione aree e descrizione: creazione condivisa di un questionario sulla base delle aree critiche identificate in letteratura (JCQ, Karasek 1985 e MBI, Maslach e Jackson, 1981) e calata nella realtà di riferimento. Motivazione, Soddisfazione organizzativa, Autonomia decisionale, Supporto sociale, Esaurimento emotivo, Difficoltà nella gestione dei pazienti! Somministrazione del questionario nelle strutture
10 Leggere i dati del questionario Il vantaggio di un questionario strutturato è la facilità di lettura dei dati: ogni domanda e ogni alternativa di risposta deve essere indicata da un codice. In generale un questionario standardizzato (cioè applicato ad un ampio campione rappresentativo) rende possibile un confronto con una popolazione di riferimento, definita normale o media (es. censimento popolazione italiana). Nel nostro caso (questionario ad hoc) non abbiamo valori medi di riferimento, quindi possiamo dividere in 4 livelli i punteggi ottenuti, considerando i quartili, e avere delle indicazioni di tendenza o di clima (una sorta di termometro della situazione).
11 Quali informazioni dal questionario?! La natura del rischio di burnout richiede l applicazione di metodi condivisi di approccio al problema attraverso strumenti differenti (integrati con gli indicatori oggettivi) e la gestione degli interventi correttivi con il concorso di tutti gli attori del sistema di prevenzione e protezione interna.! Così come nel caso della valutazione dello stress lavoro correlato (normativa specifica), anche la valutazione sul burnout è di tipo globale e non sul singolo.! Il passaggio alla valutazione del singolo caso implica il coinvolgimento di una figura specialistica (medico del lavoro appositamente formato, psicologo) che abbia strumenti e competenze per una valutazione a 360.
12 4. Presentazione dei risultati Due momenti:! Lettura, presentazione e discussione dei risultati nel contesto d aula consapevolezza del clima della propria struttura e confronto con le diverse realtà del nostro territorio;! Restituzione dei risultati al personale coinvolto nella somministrazione gratificazione e motivazione del personale.
13 5. Ipotesi di interventi di prevenzione Lavoro condiviso di individuazione di azioni mirate nelle aree identificate:! Motivazione! Soddisfazione organizzativa! Autonomia decisionale! Supporto sociale! Esaurimento emotivo! Difficoltà nella gestione dei pazienti
14 Quali azioni di prevenzione possibili? Garantire disponibilità, discrezione e imparzialità Fornire materiale informativo sul burnout Creare momenti ad hoc per incentivare proposte e discussioni Rilevare il clima e controllare periodicamente burnout Lavorare sulle percezioni degli operatori Gratificare attraverso feedback
15 Quali azioni di prevenzione possibili? Selezionare con attenzione il personale Incoraggiare lo sviluppo di gruppo informale e formale Investire su formazione, supervisione e ricerca Gratificare attraverso feedback Strutturare turnazioni, alternando attività gratificanti Aiutare gli operatori a identificare nuovi obiettivi e sviluppare lo staff
16 Grazie per la Vostra attenzione! Il costo della cura 26/09/11 Riconoscere e prevenire il burnout nelle RSA e nei CDI Bergamp - 14 Novembre 2012
Dott. Paolo Cardoso. Psicologo Psicoterapeuta. Viale Cialdini 19, Firenze Via Lungo l Affrico 140, Firenze
Dott. Paolo Cardoso Psicologo Psicoterapeuta Viale Cialdini 19, 50137 Firenze Via Lungo l Affrico 140, 50137 Firenze Tel.: 338.9381870-3289039747 E-mail: paolo.cardoso@gmail.com - claudia.gambetti@gmail.com
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