Riconoscere le competenze alle persone: le riforme in Italia e in Europa. Elisabetta Perulli

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1 Riconoscere le competenze alle persone: le riforme in Italia e in Europa Elisabetta Perulli e.perulli@isfol.it 1

2 STRATEGIA DI LISBONA 2000 A partire dalla comune esigenza di far fronte a problematiche nuove, derivanti da rapidi cambiamenti economici, sociali, tecnologici e dal continuo bisogno di rinnovamento delle competenze dei cittadini-lavoratori, i Paesi europei puntano sullo sviluppo del sistema di istruzione e formazione, per accrescere il livello di competitività dell Europa REALIZZAZIONE DI UNO SPAZIO EUROPEO PER L APPRENDIMENTO PERMANENTE LIFELONG LEARNING Qualsiasi attività di apprendimento avviata in qualsiasi momento della vita volta a migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze in una prospettiva personale, sociale, occupazionale. formal non formal informal learning 2

3 LE COMPETENZE SI PONGONO COME ELEMENTI NUOVO NELLE PRINCIPALI TRANSAZIONI DI SCAMBIO SOCIALE: chiave di lettura di tendenze del mercato del lavoro riferimento obbligato per le politiche educative e formative codice per tracciare e valorizzare il bagaglio di competenze che ogni persona si costruisce e si accumula in vari modi, attraverso processi di apprendimento formali, o esperienziali. Imprese/lavoro Il circuito delle competenze INDIVIDUO 3

4 Da allora le sfide per occupabilità e competitività sono diventate sempre più complesse: Crisi globale Europa 2020: New skills for new jobs Implicazione: l adeguatezza della risorsa/capitale umano a tutti i livelli è la leva per far fronte alle sfide Dunque bisogna: Promuoverne l accrescimento e l aggiornamento Promuovere nuove competenze Valorizzare le competenze possedute Ma il principio comune è la loro riconoscibilità: per garantirla è utile che le istituzioni pubbliche svolgano un ruolo nel promuovere, validare (valutare e riconoscere), certificare le competenze, comunque acquisite. 4 4

5 Un ruolo pubblico nel promuovere le competenze in una logica di riconoscibilità implica: 1 sfida- Adeguare i sistemi formativi introducendo un approccio centrato sulla comparabilità dei risultati dell apprendimento piuttosto che dei percorsi di apprendimento (durata, struttura dei curriculum, ecc). 2 sfida - Creare e gestire (o regolare) sistemi di certificazione e riconoscimento delle competenze comunque acquisite 5 5

6 LO SCENARIO EUROPEO DOPO COPENHAGEN 2002 Il 30 novembre 2002 i Ministri dell'istruzione di 31 paesi europei e la Commissione europea hanno adottato la Dichiarazione di Copenaghen sulla promozione di una maggiore cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale, al fine di sviluppare una "valuta comune" di qualifiche e competenze. Da allora gli Stati membri, i paesi dello SEE, le parti sociali e la Commissione hanno avviato una cooperazione sul piano pratico finalizzata ad una serie di risultati concreti, quali: modalità e strumenti comuni per la trasparenza di competenze e qualifiche (Europass) un codice di riferimento comune per i sistemi di istruzione e formazione basato sui risultati dell apprendimento (EQF) un sistema di trasferimento di crediti per l'istruzione e la formazione professionale (ECVET); principi qualitativi comuni in materia di istruzione e formazione professionale (EQARF); principi comuni per la validazione dell apprendimento non formale e informale servizi di consulenza e di orientamento professionale permanenti 6

7 Gli obiettivi di Copenhagen si traducono progressivamente in iniziative concrete Trasparenza EUROPASS decisione n. 2241/2004 EQF Raccomand. 23 aprile 2008 EQARF Raccomandazio ne per la garanzia della qualità Giugno 2009 ECVET trasfer. crediti Raccomandazi one 18 Giugno 2009 Validazione Apprend. formale non formale, informale Raccomandazione Dicembre

8 EUROPASS La strategia combinata Bologna-Copenhagen Istruzione e formazione professionale VET Processo di Copenhagen 2002 Istruzione Superiore HE Processo di Bologna 1999 ECVET ECTS Certificate Supplement Diploma Supplement EQF

9 L Europa quindi ci indica che è necessario prevedere un ruolo pubblico (primario o secondario) nei processi di apprendimento in senso ampio, validazione e certificazione delle competenze Ci dice inoltre che ciò implica indubbi vantaggi per: Il cittadino (studente o lavoratore) L impresa Il territorio Il sistema educativo-formativo I servizi per il lavoro DAL DIRITTO ALLA FORMAZIONE AL DIRITTO ALL APPRENDIMENTO Sono molte di più le cose che si imparano senza insegnamento piuttosto che quelle che si insegnano senza apprendimento. Per questo conviene occuparsene. 9 9

10 APPRENDIMENTO NON FORMALE Apprendimento semi-strutturato che si realizza a partire da attività pianificate in relazione ad un contesto organizzato, che si svolge al di fuori delle istituzioni scolastiche e formative, che è intenzionale dal punto di vista del discente e che solitamente non porta a certificazione. 10

11 APPRENDIMENTO INFORMALE Si realizza nelle attività quotidiane connesse al lavoro, alla famiglia e al tempo libero, che non è intenzionale né strutturato o organizzato per obiettivi formativi, tempi e risorse e che normalmente non rilascia certificazioni. 11

12 Validation of non formal and informal learning: strategia dell Unione Europea Conclusioni sui principi comuni europei per l identificazione e la convalida degli apprendimenti non formali e informali CEDFOP Inventory on Validation of non-formal and informal learning CEDEFOP European guidelines for validating non-formal and informal learning 20 Dicembre 2012 Raccomandazione della Commissione al Parlamento Europeo sulla validazione Che chiede a tutti i Paesi: - di mettere a sistema opportunità stabili di validazione per tutti entro il di avviare da subito programmi per l impact assessment 12

13 IL MODELLO EUROPEO DI VALIDAZIONE dell apprendimento non formale e informale Nel 2009 CEDEFOP pubblica le Linee Guida Europee per la validazione dell apprendimento non formale e informale (European Guidelines for validating non-formal and informal learning): 3 CATEGORIE DI REQUISITI PER IL MODELLO: STRUTTURA DEL PROCESSO/SERVIZIO PRESENZA E TRASPARENZA REFERENZIALI VENTAGLIO DI METODOLOGIE

14 Cedefop Linee Guida Europee per la validazione dell apprendimento non formale e informale 2009 Requisiti minimi per la validazione: COME (il processo) Il processo è composto di almeno tra fasi: l identificazione che ricostruisce e individua le competenze dell individuo sulla base delle sue esperienze ed elenca quelle per le quali è possibile una validazione; la valutazione che accerta in varie forme il possesso delle competenze individuate e la conformità allo standard di riferimento; 1 4 la validazione che sancisce e attesta gli esiti del processo anche ai fini di certificazione o riconoscimento dei crediti. 14

15 Linee Guida Europee per la validazione dell apprendimento non formale e informale 2009 Requisiti minimi per la validazione: COSA SI VALIDA (learning outcomes in standard) La validazione prevede come requisito fondamentale la presenza di standard di riferimento con i livelli minimi di padronanza (standard di convalida). Secondo CEDEFOP, poiché la validazione dell apprendimento non formale può essere riferita a due diversi ambiti ambito lavorativo e ambito educativo gli standard di riferimento necessari corrispondono rispettivamente standard professionali e standard educativi/formativi

16 Cedefop Linee Guida Europee per la validazione dell apprendimento non formale e informale 2009 Requisiti minimi per la validazione LE METODOLOGIE Dal punto di vista metodologico la fase di identificazione prevede essenzialmente uno o più colloqui individuali per la ricostruzione dell esperienza e con il supporto degli standard professionali. La fase di valutazione dei risultati dell apprendimento può invece essere condotta con vari metodi, quali ad esempio: metodi autodichiarativi raccolta di un dossier di documenti o portfolio interviste tecniche osservazione in situazione simulazioni presentazioni di prodotti della propria attività prove scritte (test, esercitazioni). 1 6 La fase di validazione prevede invece un atto decisionale assunto sulla base di un esame della documentazione elaborata nelle due fasi precedenti e solitamente è a cura 16 di una commissione con l eventuale supporto di esperti di settore o osservatori indipendenti.

17 In Europa: Ovunque abbiamo iniziative ed esperienze 16 Paesi hanno in piedi una strategia nazionale formalizzata in un sistema e implementata (Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Islanda, Lussemburgo, Malta, Olanda, Norvegia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito) 13 Paesi sono in fase di elaborazione o sperimentazione della strategia in forma di progetti/iniziative (Austria, Bulgaria, Cipro, Rep. Ceca, Estonia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Italia) 17

18 In Italia, i sistemi: A livello nazionale molta sensibilità e condivisione sui principi ma poche norme specifiche (Libretto Formativo) e soprattutto fino al nessun sistema A livello regionale ovunque ci sono iniziative o esperienze: 1. In 9 Regioni iniziative ed esperienze in progetti, programmi, sperimentazioni quasi ovunque su apprendistato e formazione continua (Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Molise, P.A. Bolzano, P.A. Trento, Puglia, Sicilia) 2. In 6 Regioni strategia formalizzata in un sistema regionale di certificazione ad oggi in via di implementazione (Lazio, Liguria, Marche, Veneto, Basilicata, Sardegna) 3. In 6 Regioni strategia formalizzata in un sistema regionale di certificazione, e concretamente avviata (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d Aosta) E UN QUADRO IN CONTINUA EVOLUZIONE E VI SONO ANCHE RILEVANTI INIZIATIVE INTERREGIONALI 18

19 DUE PROPOSTE Isfol nel 2012: Comunità di pratiche: il sito web VaLiCo Cominciare a segnare un sentiero: Linee Guida per la Validazione delle Competenze da Esperienza 19

20 Lo scenario Italiano I risultati dell indagine Target di utenza prevalenti Lavoratori disoccupati o a rischio occupazionale o con fabbisogni di aggiornamento e riqualificazione Lavoratori che operano in settori scarsamente regolamentati e con un fabbisogno di accreditamento professionale Lavoratori immigrati privi di titoli formali che occupano stabilmente i mestieri di base in segmenti interi di Mercato del lavoro (ad es.logistica, edilizia, settore socio-assistenzale) GIOVANI Volontari, stagisti, apprendisti Giovani italiani altamente qualificati che si spostano all estero per studio o lavoro 20

21 Legge 92/2012 Riforma Mercato del Lavoro Prevede: Rilancio delle politiche per l apprendimento permanente attraverso reti territoriali Servizi al cittadino per la ricostruzione e valorizzazione degli apprendimenti formali non formali e informali con una dorsale informativa unica Norme nazionali e LEP per la validazione degli apprendimenti non formali e informali e certificazione delle competenze Repertorio nazionale delle qualificazioni 21

22 DECRETO LEGISLATIVO 16 gennaio 2013, n. 13 Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze. o principi, compiti e responsabilità istituzionali del sistema; o glossario chiaro ed istituzionale di concetti: competenze, apprendimento formale, non formale ed informale, soggetti titolari e titolati del sistema pubblico di certificazione, validazione dell' apprendimento; o tre tipologie di standard di servizi di validazione e certificazione: 1. Standard di processo: come si erogano i servizi di certificazione e validazione 2. Standard di attestazione: cosa si rilascia nei certificati, quali informazioni «viaggiano» e come rimangono tracciabili; 3. Standard di sistema: che fa cosa e con quali garanzie di adeguatezza, qualità e tutela dei beneficiari. o «Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione delle qualificazioni professionali» che costituisce il quadro di riferimento unitario per la certificazione delle competenze 22

23 DOMANDE PER IL DIBATTITO: 1) Quali sono state le attività più significative nella Vostra Regione/Provincia sui temi che trattiamo oggi (mobilità, certificazione, validazione, crediti) negli ultimi tempi e quali sono oggi i punti di forza dei vostri sistemi? 2) Come la strategia nazionale disegnata dal Decreto 13/13 potrà impattare sulla nostra realtà di sistema e sui servizi alle persone? 3) Quali sono le principali sfide che i nostri sistemi formativi hanno di fronte e come strumenti come l ECVET possono aiutarci a sostenere queste sfide (ad es. occupazione giovanile, mobilità, ampliamento UE, riequilibrio tra generazioni, ecc.)? 23

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