Il Faro nei Servizi Sociali (Mariagnese Cheli)
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- Niccoletta Patti
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1 Il Faro nei Servizi Sociali (Mariagnese Cheli) Il Faro è composto da: Uno psicologo della famiglia Uno psicologo età evolutiva Un neuropsichiatra inf. Due assistenti sociali Due pediatre Un consulente legale Come ci pensiamo e vorremmo essere pensati Come una risorsa diagnostica per i servizi Come risorsa terapeutica per il bambino e la sua fam. Come una risorsa formativa per i professionisti Come servizio di consulenza agli operatori Come una risorsa conoscitiva del fenomeno sul territorio prov.le attraverso lo studio e la ricerca epidemiologica Come uno spazio per integrare le azioni di tutela, per garantire la necessaria cornice multidisciplinare nelle fasi del percorso di intervento (rilevazione, diagnosi, segnalazione, terapia) MODELLO TEORICO-OPERATIVO Chi siamo, cosa facciamo, cosa pensiamo EVIDENZA delle azioni e dei pensieri Come NON vorremmo pensarci ed essere pensati Come un centro di secondo livello Come un servizio autoreferenziale Come una risorsa assertiva Documento cismai requisiti minimi dei servizi contro il maltrat. e l abuso : puntare su una differenziazione ed una specializzazione delle diverse funzioni Aziende Sanitarie Locali(pediatria,m.m.g. psichiatria,psicologia,neuropsichiatria,consultorio Servizi Sociali e Sociosanitari Scuola di ogni ordine e grado (d infanzia-superiori) Ospedale (pronto soccorso, pediatrie, ginecologia, servizio sociale,
2 Risorse per l accoglienza,volontariato sociale Autorità Giudiziaria Ufficio Minori della Questura Servizio Sociale Ministero Grazia e Giust. Forze dell ordine Progetti in cantiere 1. Linee-guida sulla semeiotica dell abuso fisico (rilevazione precoce del danno) Figure coinvolte: - 2 pediatri de Il Faro 1 pediatra CeVeAS (Centro per la Valutazione dell Assistenza Sanitaria) 2 pediatri Ospedale Maggiore Bologna 2 pediatri Policlinico S. Orsola- Malpighi Bologna 3 pediatri Ospedale di Imola 1 pediatra Ospedale di Bentivoglio 2 pediatri di base Obiettivi: Formulare raccomandazioni, basate sulle prove di efficacia, relative alla semeiotica ( riconoscimento) dell abuso fisico di ausilio ai professionisti- pediatri,radiologi,neonatologiimpegnati nel percorso diagnostico- assistenziale. Affrontare i passi principali per l implementazione di queste raccomandazioni 2. Allestimento di due ambulatori per la visita dei minori sospetti di abuso sessuale Obiettivi Formare professionisti specializzati e organizzare due punti visita dedicati a: Valutazione clinica per bambine con sospetto abuso sessuale Esecuzione test per la ricerca di spermatozoi nel fornice vaginale o nel muco cervicale Colposcopia Esame microscopico del secreto vaginale e coltura per malattie sessualmente trasmesse Controllo ematico per malattie sessualmente trasmesse Eventuali prestazioni terapeutiche
3 Figure coinvolte: - 7 ginecologhe: ospedali provinciali e consultori - 2 pediatre de Il Faro, - 2 pediatri di comunità: il territorio Destinatari: Professionisti dell area sanitaria,sociale e giudiziaria 3. SCUOLA - Consulenze rivolte agli insegnanti per l attivazione della rete degli interventi (rilevazione precoce del disagio) - Evento formativo Il Faro nella scuola per l individuazione di azioni condivise con i servizi nelle fasi dell intervento - Rilevazione precoce del disagio ( prevenzione ) 4. AUTORITA GIUDIZIARIA ( consulente giuridico) Ricomposizione delle diverse istanze ed esigenze di tutela del minore d età in tutte le fasi del percorso di intervento attraverso un dialogo costante sulla casistica Il Faro come spazio per le audizioni protette Preparazione e sostegno del bambino nel percorso della testimonianza: individuazione lineeguida (in fase di progettazione) 5. COMUNITA DI ACCOGLIENZA Progetto Accoglienza qualificata in comunità dei bambini/ adolescenti vittima di abuso, nato dalla necessità evidenziata da servizi sociali e comunità Obiettivi: Mappatura comunità presenti sul territorio provinciale con riferimento alla realtà operativa interna Diffondere e valorizzare le risorse di accoglienza Aumentare le competenze relative all accoglienza del bambino/a vittima di abuso Individuare le linee operative tra comunità e servizi invianti al fine di ottimizzare l abbinamento Pubblicazione dei risultati
4 Formazione educatori/ professionisti delle comunità IL PROBLEMA PRINCIPALE NELL AMBITO DEGLI ABUSI ALL INFANZIA E LA PREVENZIONE DEI FALLIMENTI COSA SI INTENDE PER ABUSO? e PER PRESA IN CARICO? DIAGNOSI TERAPIA - TUTELA QUALI SONO GLI OBIETTIVI? ( DIAGNOSI - TERAPIA) QUALI SONO LE COMPETENZE E I COMPITI DEI DIVERSI PROFESSIONISTI E SERVIZI COINVOLTI? QUALI LE ATTITUDINI PER IL LAVORO DI RETE? QUALE OBIETTIVO CI PROPONIAMO NELLA VALUTAZIONE DIAGNOSTICA? Il disagio del bambino Della sua famiglia Per la conferma di abuso +(valutazione del danno) Progetto terapeutico ripar. LAVORO GIUDIZIARIO Per chi? Bambino Famiglia Attivazione risorse individuali T.M. T.O. Attivazione risorse familiari, educative, sociali TUTELA REATO BAMBINO RICERCA DEL COLPEVOLE E indispensabile non fermarsi al diritto di tutela e di protezione del bambino vittima di abusi per proteggerlo dalle minacce del mondo esterno Sostenere il diritto del bambino alla sua terapia per proteggerlo dalle minacce del suo mondo interno e per prevenire futuri adulti abusati, abusanti, psicopat. ( Montecchi, 2004) Sostenere il diritto del bambino alla sua famiglia quando possibile L intervento del Tribunale Ordinario : tempi lunghissimi non è mai protettivo nei confronti dei bisogni emotivi del bambino malgrado le precauzioni previste; il bambino è principalmente visto in quanto testimone L intervento del Tribunale per i Minorenni raramente è tempestivo deve coniugare il diritto del bambino con il diritto degli adulti (cultura familiaristica)
5 Riesce a prendere decisioni definitive in tempi lunghissimi sia nell emissione di decreti che nel loro ritiro ma intanto, il bambino cresce! MONTECCHI 2004 Valorizzare il lavoro clinico sul disagio del bambino (e della famiglia) accompagnandolo nella crescita malgrado le sue vicissitudini (l abuso, la loro persistenza, gli iter giudiziari ecc.ecc.) LA CONSULENZA Come spazio per pensare agli interventi come, con chi, quando, perché Uno spazio per verificare all interno della necessaria cornice multi-professionale l andamento delle azioni attuate Uno spazio contenitivo ed elaborativo delle emozioni, delle incertezze, delle preoccupazioni per superare l isolamento professionale Una cornice in cui inserire, attivandola la rete protettiva degli interventi Il lavoro con gli abusi obbliga a..confrontarsi con angosce profonde e a sostenerne il confronto..compiere lo sforzo di non ricercare solo soluzioni concrete che eludano l esperienza e l elaborazione della sofferenza. DIAGNOSI DELLA FAMIGLIA Ottica sistemica:le relazioni Storie verticali :storie individuali e intreccio con le storie familiari in rapporto alle attuali difficoltà Storie orizzontali : rapporti attuali tra i membri della famiglia, tra la fam. e i servizi Integrazione Contrapposizione Cornice istituzionale Rete dei servizi convergenza comuni obiettivi ottimizzazione delle risorse Il percorso diagnostico Cosa ci è successo? La storia presente Siamo/siamo stati marito e moglie:lo stile di funzionamento familiare Anche noi siamo stati bambini e figli:le caratteristiche dei legami di attaccamento Sono padre, sono madre:il significato del figlio per il genitore Possiamo risolvere i nostri problemi?:verifica attivazione risorse ( fattori protettivi) e trattabilità terapeutica Noi e i servizi:capacità di accedere agli aiuti proposti Come ci vedete?:restituzione alla famiglia e al servizio inviante dell esito della valutazione
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