Lombardia. TESTATA Il Sole24Ore.com DATA 25 luglio 2012

Transcript

1 TESTATA Il Sole24Ore.com DATA 25 luglio 2012

2 TESTATA MilanoFinanza.it DATA 24 luglio 2012 Economia:, in produzione 2* trim cala del 5,4% a/a MILANO Il secondo trimestre 2012 registra, per la produzione industriale lombarda, una variazione negativa sia del dato congiunturale (-1,7%) che del dato tendenziale (-5,4%). E' quanto emerge da un'indagine di, riguardante un campione di aziende manifatturiere, suddivise in imprese industriali e artigiane, che ha rilevato che per le aziende artigiane manifatturiere il dato congiunturale (-3,7%) e quello tendenziale (-8,9%) sono piu' negativi. Presentano un quadro meno negativo la chimica (-0,9%) e gli alimentari (-1,4%). Carta-editoria, meccanica e siderurgia registrano un andamento piu' negativo ma ancora contenuto (tra il -3% e il -5% la produzione). I settori con le maggiori riduzioni risultano i mezzi di trasporto (-15,5%), i minerali non metalliferi (-15,2%) e le industrie varie (-10,5%). Risultato negativo anche per l'artigianato, con contrazioni oltre il 10% per i minerali non metalliferi, carta-stampa, tessile, manifatturiere varie, pelli-calzature, gomma-plastica e abbigliamento. Piu' moderato il calo registrato dalla meccanica (-7,8%). Nell'artigianato si riscontra lo stesso andamento con intensita' maggiori: i beni di consumo registrano un calo del 10,5%, i beni di investimento scendono del 9,5% e i beni intermedi del 6,7%. I dati sulla produzione sono inversamente proporzionali alla classe dimensionale d'impresa con una maggior contrazione per le piu' piccole (-7,3%), seguite dalle medie (-4,7%) e dalle grandi (-3,7%). Nell'artigianato a fronte della piu' intensa caduta delle micro imprese (-11,7%), le classi dimensionali maggiori registrano risultati molti vicini (-7,9% le imprese da 6 a 9 addetti e -7,3% le imprese oltre 10 addetti). Si riduce la quota di aziende che registra forti incrementi dei livelli produttivi (21,3% contro il 27,8% dello scorso trimestre). Nell'artigianato si riduce la quota di aziende che registrano incrementi consistenti (dal 21,9% dello scorso trimestre al 14,8% attuale) e aumenta la quota di quelle che registrano forti contrazioni (dal 51% al 54% e di quelle stazionarie (dal 19,7% al 22%). Il fatturato a prezzi correnti registra un calo del 4% su base annua, e del 2,3% rispetto al trimestre precedente, quello delle aziende artigiane e' in calo rispetto all'industria (-8,7% la variazione tendenziale e -3,3%

3 rispetto al trimestre precedente). Gli ordinativi acquisiti nel trimestre dalle imprese industriali sono stazionari nella componente estera, con un segno solo leggermente negativo sia congiunturale che tendenziale (-0,2%), che consente di rimanere vicino ai valori massimi pre-crisi. Considerando la variazione congiunturale gli ordini interni aumentano dell'1,8%, ma il dato tendenziale cala dell'8,3%. Il periodo di produzione assicurata dal portafoglio ordini e' in contrazione (51 giornate), mentre si avvicina al 38% la quota del fatturato estero sul totale. Le imprese artigiane presentano una contrazione generalizzata degli ordini, particolarmente intensa per il mercato interno (-10,2% a/a e -3,4% t/t) e piu' contenuta per l'estero (-0,3% tendenziale e -2,8% congiunturale). Si riduce il portafoglio ordini che garantisce solo 31,4 giornate di produzione. L'occupazione per l'industria presenta un saldo in calo dello 0,2%, grazie alla stabilita' del tasso d'uscita e al contestuale rallentamento del tasso d'ingresso. Contemporaneamente aumenta la quota di aziende che fa ricorso alla Cig (25,3%) mentre la quota sul monte ore trimestrale si ferma al 3,3%. Anche per l'artigianato il saldo occupazionale e' negativo (-0,4%), con un rallentamento sia degli ingressi che delle uscite. Cresce la quota di aziende che ha utilizzato ore di Cig nel trimestre (17,8%), mentre rimane costante la quota sul monte ore trimestrale (2,5%). Il tasso d'utilizzo degli impianti conferma il rallentamento dei livelli produttivi sia per l'industria (-71,2%), che per l'artigianato, (-66,6%). Fra i settori dell'industria, il tasso non raggiunge il 60% per i minerali non metalliferi ed e' inferiore al 70% per il tessile, le pelli-calzature, l'abbigliamento e la gomma-plastica. Fra i settori dell'artigianato si registrano tassi di utilizzo inferiori al 60% per la carta-stampa e minori del 70% per i restanti settori ad esclusione delle pelli-calzature (76,4%). Il livello delle scorte dei prodotti finiti e' ritenuto adeguato dall'81% delle imprese industriali, fra le restanti prevalgono le valutazioni di esuberanza (+5,9% il saldo). E' del 39% la quota di aziende che non tiene scorte tra le imprese di piccole dimensioni, contro il 26% delle medie e il 13% delle grandi. Le aziende artigiane manifestano segnali di scarsita' marcati (-19% il saldo), con il 54% che giudica le scorte adeguate. La quota di aziende artigiane che dichiara di non tenere scorte e' molto piu' elevata rispetto all'industria (60%) e omogenea tra le diverse classi dimensionali. Le scorte di materie prime sono adeguate per il 76% delle imprese industriali, con un saldo positivo molto contenuto tra i giudizi di scarsita' ed esuberanza (+0,3%). Gli artigiani segnalano scorte adeguate nel 50% dei casi, con una prevalenza, fra le restanti, dei giudizi di scarsita' (-10% il saldo). La quota di imprese che dichiara di non tenere scorte di materie prime e' dell'11% per l'industria e del 27% per l'artigianato. Si riducono le spinte inflazionistiche sui prezzi medi delle materie prime che registrano incrementi congiunturali dello 0,8% per le imprese industriali e dell'1,7% per le artigiane. I prezzi dei prodotti finiti risultano pressoche' stazionari con un piccolo incremento sia per l'industria (+0,1%) che per l'artigianato (+0,2%). Le aspettative degli imprenditori industriali per il terzo trimestre 2012 presentano un generale deterioramento per domanda interna, produzione e occupazione, mentre sono ancora in terreno positivo per la domanda estera. Il secondo trimestre del 2012 ha visto la produzione manifatturiera lombarda diminuire dell'1,7% rispetto al trimestre precedente, mentre la

4 caduta rispetto al corrispondente trimestre dello scorso anno, e' stata pari al 5,4%. Una lenta ripresa potrebbe essere in vista all'inizio del Per il breve periodo, le nostre previsioni per la produzione lombarda si aggirano attorno a una variazione nulla ed un'ulteriore contrazione congiunturale del 2% che porterebbe l'indice destagionalizzato a quota 93. com/bca

5 TESTATA BresciaOggi.it DATA 24 luglio 2012

6 TESTATA La Provincia di Lecco.it DATA 25 luglio 2012

7 TESTATA La Provincia di Sondrio.it DATA 25 luglio 2012

8 TESTATA VareseReport.it DATA 25 luglio 2012

9 TESTATA Insubriatv.tv DATA 24 luglio 2012 Ci si aspettava un dato negativo e le cifre confermano che il sistema economico varesino non resiste ai morsi della crisi. Tra tutte le province lombarde, però, Varese è fra quelle che nel secondo trimestre 2012 ha sofferto di meno. I dati sono stati resi noti dalla Camera di Commercio questa mattina e segnalano infatti per Varese un calo produttivo del 2,7% tra aprile e giugno, quando la discesa lombarda ha registrato un ancor più pesante -5,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In questo contesto s inserisce peraltro il forte peggioramento dell Artigianato che sul nostro territorio ha visto una brusca discesa di addirittura il -12,5%. L analisi emerge dalla consueta indagine congiunturale condotta da UnionCamere su un campione di imprese operative in provincia di Varese. Se l andamento della domanda interna sempre di più sconta il calo di fiducia dei consumatori, il solo elemento di positività resta il commercio estero, ambito dove Varese ormai tradizionalmente risulta forte: la propensione all export nella prima parte del 2012 si conferma elevata con il 34% di fatturato ricavato da vendite fuori confine. A trainare l economia della nostra provincia è sempre il settore dei mezzi di trasporto con un aumento del 7,4 e quindi l ambito aerospaziale, seguito dagli alimentari e dal comparto del legno-mobilio. Sul versante opposto, in forte discesa il tessile-abbigliamento ma anche la siderurgia.

10 TESTATA Advfn.com DATA 24 luglio 2012 Economia:, in produzione 2* trim cala del 5,4% a/a Il secondo trimestre 2012 registra, per la produzione industriale lombarda, una variazione negativa sia del dato congiunturale (-1,7%) che del dato tendenziale (-5,4%). E' quanto emerge da un'indagine di, riguardante un campione di aziende manifatturiere, suddivise in imprese industriali e artigiane, che ha rilevato che per le aziende artigiane manifatturiere il dato congiunturale (-3,7%) e quello tendenziale (-8,9%) sono piu' negativi. Presentano un quadro meno negativo la chimica (-0,9%) e gli alimentari (-1,4%). Carta-editoria, meccanica e siderurgia registrano un andamento piu' negativo ma ancora contenuto (tra il -3% e il - 5% la produzione). I settori con le maggiori riduzioni risultano i mezzi di trasporto (-15,5%), i minerali non metalliferi (-15,2%) e le industrie varie (-10,5%). Risultato negativo anche per l'artigianato, con contrazioni oltre il 10% per i minerali non metalliferi, carta-stampa, tessile, manifatturiere varie, pelli-calzature, gomma-plastica e abbigliamento. Piu' moderato il calo registrato dalla meccanica (-7,8%). Nell'artigianato si riscontra lo stesso andamento con intensita' maggiori: i beni di consumo registrano un calo del 10,5%, i beni di investimento scendono del 9,5% e i beni intermedi del 6,7%. I dati sulla produzione sono inversamente proporzionali alla classe dimensionale d'impresa con una maggior contrazione per le piu' piccole (-7,3%), seguite dalle medie (-4,7%) e dalle grandi (-3,7%). Nell'artigianato a fronte della piu' intensa caduta delle micro imprese (-11,7%), le classi dimensionali maggiori registrano risultati molti vicini (-7,9% le imprese da 6 a 9 addetti e -7,3% le imprese oltre 10 addetti). Si riduce la quota di aziende che registra forti incrementi dei livelli produttivi (21,3% contro il 27,8% dello scorso trimestre). Nell'artigianato si riduce la quota di aziende che registrano incrementi consistenti (dal 21,9% dello scorso trimestre al 14,8% attuale) e aumenta la quota di quelle che registrano forti contrazioni (dal 51% al 54% e di quelle stazionarie (dal 19,7% al 22%). Il fatturato a prezzi correnti registra un calo del 4% su base annua, e del 2,3% rispetto al trimestre precedente, quello delle aziende artigiane e' in calo rispetto all'industria (-8,7% la variazione tendenziale e -3,3% rispetto al trimestre precedente). Gli ordinativi acquisiti nel trimestre dalle imprese industriali sono stazionari nella componente estera, con un segno solo leggermente negativo sia congiunturale che tendenziale (-0,2%), che consente di rimanere vicino ai valori massimi pre-crisi. Considerando la variazione congiunturale gli ordini interni aumentano dell'1,8%, ma il dato tendenziale cala dell'8,3%. Il periodo di produzione assicurata dal portafoglio ordini e' in contrazione (51 giornate), mentre si avvicina al

11 38% la quota del fatturato estero sul totale. Le imprese artigiane presentano una contrazione generalizzata degli ordini, particolarmente intensa per il mercato interno (-10,2% a/a e -3,4% t/t) e piu' contenuta per l'estero (-0,3% tendenziale e -2,8% congiunturale). Si riduce il portafoglio ordini che garantisce solo 31,4 giornate di produzione. L'occupazione per l'industria presenta un saldo in calo dello 0,2%, grazie alla stabilita' del tasso d'uscita e al contestuale rallentamento del tasso d'ingresso. Contemporaneamente aumenta la quota di aziende che fa ricorso alla Cig (25,3%) mentre la quota sul monte ore trimestrale si ferma al 3,3%. Anche per l'artigianato il saldo occupazionale e' negativo (-0,4%), con un rallentamento sia degli ingressi che delle uscite. Cresce la quota di aziende che ha utilizzato ore di Cig nel trimestre (17,8%), mentre rimane costante la quota sul monte ore trimestrale (2,5%). Il tasso d'utilizzo degli impianti conferma il rallentamento dei livelli produttivi sia per l'industria (- 71,2%), che per l'artigianato, (-66,6%). Fra i settori dell'industria, il tasso non raggiunge il 60% per i minerali non metalliferi ed e' inferiore al 70% per il tessile, le pelli-calzature, l'abbigliamento e la gomma-plastica. Fra i settori dell'artigianato si registrano tassi di utilizzo inferiori al 60% per la carta-stampa e minori del 70% per i restanti settori ad esclusione delle pelli-calzature (76,4%). Il livello delle scorte dei prodotti finiti e' ritenuto adeguato dall'81% delle imprese industriali, fra le restanti prevalgono le valutazioni di esuberanza (+5,9% il saldo). E' del 39% la quota di aziende che non tiene scorte tra le imprese di piccole dimensioni, contro il 26% delle medie e il 13% delle grandi. Le aziende artigiane manifestano segnali di scarsita' marcati (-19% il saldo), con il 54% che giudica le scorte adeguate. La quota di aziende artigiane che dichiara di non tenere scorte e' molto piu' elevata rispetto all'industria (60%) e omogenea tra le diverse classi dimensionali. Le scorte di materie prime sono adeguate per il 76% delle imprese industriali, con un saldo positivo molto contenuto tra i giudizi di scarsita' ed esuberanza (+0,3%). Gli artigiani segnalano scorte adeguate nel 50% dei casi, con una prevalenza, fra le restanti, dei giudizi di scarsita' (-10% il saldo). La quota di imprese che dichiara di non tenere scorte di materie prime e' dell'11% per l'industria e del 27% per l'artigianato. Si riducono le spinte inflazionistiche sui prezzi medi delle materie prime che registrano incrementi congiunturali dello 0,8% per le imprese industriali e dell'1,7% per le artigiane. I prezzi dei prodotti finiti risultano pressoche' stazionari con un piccolo incremento sia per l'industria (+0,1%) che per l'artigianato (+0,2%). Le aspettative degli imprenditori industriali per il terzo trimestre 2012 presentano un generale deterioramento per domanda interna, produzione e occupazione, mentre sono ancora in terreno positivo per la domanda estera. Il secondo trimestre del 2012 ha visto la produzione manifatturiera lombarda diminuire dell'1,7% rispetto al trimestre precedente, mentre la caduta rispetto al corrispondente trimestre dello scorso anno, e' stata pari al 5,4%. Una lenta ripresa potrebbe essere in vista all'inizio del Per il breve periodo, le nostre previsioni per la produzione lombarda si aggirano attorno a una variazione nulla ed un'ulteriore contrazione congiunturale del 2% che porterebbe l'indice destagionalizzato a quota 93. com/bca

12 TESTATA L Arena.it DATA 24 luglio 2012

13 TESTATA LeadershipMagazine.it DATA 24 luglio 2012 Ancora in calo la produzione manifatturiera lombarda 24 luglio Archiviato in Economia, Ricerca&Formazione Per le imprese stare sul mercato è sempre più difficile. E quanto emerge dall ormai tradizionale indagine congiunturale sulla produzione lombarda, realizzata da su di un campione di oltre aziende manifatturiere. Anche nel secondo trimestre del 2012 la produzione manifatturiera lombarda ha tirato il freno (diminuendo dell 1,7%), mentre il dato tendenziale, quello confrontato con il corrispondente trimestre dello scorso anno, fa registrare una vera e propria caduta del 5,4%. Una negatività confermata anche dall andamento di altre variabili chiave della nostra economia, come gli ordini, il fatturato, il tasso di utilizzo degli impianti e le scorte. La contrazione dei livelli produttivi ha riguardato tutti i settori, presentando però un quadro meno negativo in comparti storicamente anticiclici come la chimica (-0,9%) e gli alimenti (-1,4%). Editoria, meccanica e siderurgia registrano un andamento più negativo, ma ancora contenuto, mentre i settori con le maggiori riduzioni sono quelli dei mezzi di trasporto (-15,5%) e dei minerali (-15,2%), i quali risentono soprattutto della crisi del comparto edile. I dati sulla produzione sono inversamente proporzionali alla classe dimensionale dell azienda, con maggiori contrazioni per le più piccole (-7,3%), seguite dalle medie (-4,7%) e dalle grandi (-3,7%). Si riduce ulteriormente anche la quota delle aziende che registra forti incrementi dei livelli produttivi (21,3% contro 27,8%), mentre cresce il numero delle aziende con variazioni molto negative (50,7%). Male anche il fatturato (-4% a livello tendenziale, -2,3% sul trimestre precedente), mentre segnali contrastanti provengono dagli ordini: pressoché stabili e vicini ai valori pre crisi nella componente estera, sul fronte interno appaiono in forte contrazione su base annua (-8,3%), ma in crescita dell 1,8% rispetto al trimestre precedente. L occupazione presenta un saldo leggermente negativo (-0,2%) grazie alla stabilità del tasso d uscita e al contestuale rallentamento del tasso d ingresso. Contemporaneamente aumenta la quota di aziende (+ 25,3) che fa ricorso alla cassa integrazione. Un indagine Prometeia ha inoltre permesso di dare uno sguardo alle aspettative degli imprenditori industriali lombardi per i prossimi mesi, in cui ci si attende un ulteriore deterioramento delle domanda interna, della produzione e dell occupazione, mentre resterà in terreno positivo la domanda estera. E complesso commentare la congiuntura economica lombarda dopo quanto

14 successo in borsa begli ultimi giorni ha spiegato il presidente di, Francesco Bettoni -. L economia reale non gode certo di buona salute, ma è ben lontana dai livelli d allarme che ci giungono dai mercati finanziari. Sono segnali pesanti che cadono sulle nostre imprese e che diffondono pessimismo e impotenza perché fuori dal nostro controllo. Le industrie lombarde non se la passano certo bene in questo periodo, ma c è anche chi sta peggio: l artigianato. Secondo l analisi congiunturale elaborata da, le aziende artigiane manifatturiere hanno visto una contrazione dei livelli produttivi pari al 3,7% rispetto al primo trimestre 2012 e dell 8,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I settori con le maggiori riduzioni risultano essere quelli dei minerali non metalliferi, della carta, del tessile, della pelle, della gomma e dell abbigliamento, tutti con contrazioni oltre il 10%. Più moderato il calo della meccanica (- 7,8%). A livello dimensionale, a fronte di una più intensa caduta delle micro imprese (-11,7%), le aziende da 6 a 9 addetti cedono il 7,9%, mentre quelle oltre i 10 dipendenti perdono il 7,9%. Anche nell artigianato si riduce la quota di aziende che registrano incrementi consistenti (dal 21,9% dello scorso trimestre al 14,8% attuale) e aumenta quella delle aziende che registrano contrazioni (dal 51% al 54%). Come per gli altri indicatori, anche il fatturato delle aziende artigiane registra un rallentamento più accentuato rispetto all industria: -8,7% la variazione tendenziale, -3,3% quella congiunturale. Male anche gli ordini, calati del 10,2% su base annua e del 3,4% sul trimestre precedente per il mercato interno e del 0,3% tendenziale per quello estero. Per le aziende artigiane però, la quota del fatturato estero sul totale rimane ancora troppo contenuta (6,2%). A livello occupazionale, infine, anche nell artigianato il saldo è negativo dello 0,4%.

15 TESTATA Tiscali.it DATA 24 luglio 2012