1 IL CONCETTO DI ERMENEUTICA

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1 I ERMENEUTICA E ANALISI : INTRODUZIONE 1 1 IL CONCETTO DI ERMENEUTICA 2

2 DEFINIZIONEDI ERMENEUTICA: Interpretazione = «rendere prossimo ciò che è lontano dal punto di vista temporale, geografico, culturale, spirituale» (Ricoeur 1986a/1989,48); ridurre a familiare l estraneo Spostare, tradurre limiti, riduttività segni, simboli, parole, discorsi, l intera società se intesa come sistema di segni codificati 3 L ermeneutica diventa gradualmente da tecnica esegetica a teoria generale dell interpretazione Decifrare dèi e oracoli (Grecia antica); Interpretare testi fondanti : p. es. Omero, Bibbia, fonti giuridiche; Testi antichi (Ellenismo); Qualunque testo significativo (Spinoza); Qualunque testo, scritto o orale, anche nella vita quotidiana (Schleiermacher); Qualunque espressione dell uomo nel corso della storia (Dilthey); La storicità dell uomo (Dilthey); L Esserci = la condizione dell uomo è interpretare l Essere (Heidegger). ESEGESI GNOSEOLOGIA FILOSOFIA N.B. Nella storia dell Erm i confini fra i 3 approcci non sono netti 4

3 Ermeneutica contemporanea: 3 luoghi (e un sentiero lungo ) E. FILOSOFICA Heidegger Gadamer Vattimo E. CRITICA Habermas Thompson E. ESEGETICA Betti Övermann Hirsch Ricoeur 5 2ERMENEUTICA E ANALISI 6

4 NB Anche la ricerca sociale ha a che fare con TESTI: Come obiettivo cognitivo (es. analisi di articoli, di siti, etc.); Come «base empirica»: es. trascritti di interviste «discorsive», non strutturate; Come prodotto della ricerca: es. relazione finale. PREMESSA: la comunicazione En archēēn ho Logos (Gv. 1,1) = «la comunicazione è il principio di tutto»; «ciascun uomo non può vivere la sua vita senza compiere al tempo stesso sforzi continui per esprimerla. Le forme di espressione sono molteplici e mutevoli, ma testimoniano un unica identica istanza fondamentale» (Cassirer 1944/1948, 266) 8

5 La comunanza «Ogni parola, ogni proposizione, ogni gesto e ogni formula di cortesia, ogni opera d arte e ogni impresa storica sono comprensibili solamente in quanto un rapporto di comunanza unisce chi in essi si esprime con chi li intende; l individuo vive, pensa e agisce di continuo in una sfera di comunanza, e solo in questa può intendere» (Dilthey 1927/1954, 146). Importanza del linguaggio: non solo per comunicare ma anche per comprendere. 9 Interpretazione e linguaggio (Aristotele, Perì Hermeneias) Il linguaggio è già un interpretazione: seleziona, media, dà forma, mette ordine, fissa significati. Il Linguaggio è convenzionale = a) rapporto arbitrario fra concetti e termini; b) invita a convenire, a incontrarsi, a intendersi = il linguaggio è costitutivamente aperto. all altro. 10

6 Il linguaggio è per sua natura aperto al dialogo con l altro (H.-G. Gadamer 1960 e 1963) richiamarsi reciproco fra lógos (linguaggio, ragionamento), diá-logos (dialogo) e léghein (appartenenza reciproca, comunanza, condivisione); Perfino la singola parola, nel momento in cui è pronunciata, chiede sempre un interlocutore per essere interpretata e interrogata. 11 Un esempio di apertura del linguaggio all esterno e all altro: IL DISCORSO (P. Ricoeur) Nel discorso «qualcuno dice qualcosa a qualcuno su qualcosa secondo determinate regole» (Ricoeur 1975/1994, 120; idem 1986/1994, 202). 12

7 Qualcuno: è la componente intenzionale del discorso voluto dal soggetto, la volontà di esprimersi; Qualcosa: è ciò che viene detto, il tema, la dimensione semantica insita nel discorso (e non sovrapposta arbitrariamente dall interprete: v. slide 26). A qualcuno: l interlocutore, l altro esterno; dimensione pragmatica (v. il dialogo in Gadamer). 13 Su qualcosa: ciò che collega il discorso al mondo, è il mondo davanti al discorso, la referenza, ciò che il discorso raffigura; Secondo determinate regole: il discorso obbedisce a determinate regole. Ma queste norme non sono così costrittive da annullare ogni autonomia del locutore. [Vedi gioco: le regole servono per giocare, ma per quanto generali e tendenzialmente stabili, esse non giungono ad esiti sempre uguali]. 14

8 CHE COSA E UN TESTO testualismo forte : Ogni espressione umana è un testo. Anche i referenti del testo sono testi (= interpretazioni) legittimità di ogni interpretazione; Il testo in sé non esiste; il testo è l insieme delle sue illimitate interpretazioni (J. Derrida); 15 testualismo debole, p. es. H.-G. Gadamer: i testi sono fondamentali (p. es. nella tradizione ), ma esiste una realtà extra-testuale. P. Ricoeur: il testo è un modello utile per analizzare, in via analogica, l azione sociale (autore-attore / testo-azione / lettore-destinatario) 16

9 Componenti di un testo: Coesione = regole collegamenti formali; Ne fa parte la continuità = successione di frasi senso di una direzione: es. successione narrativa, tematica, etc.; Coerenza = legami fra significati collegamenti semantici; Testo = insieme di segni dotati di senso unitario. NB: segni = forme espressive che rinviano a cose o ad operazioni concrete (il linguaggio ordinario, verbale e non; la segnaletica stradale, etc.). 17 La provenienza da un orizzonte comune al testo e all interprete La percezione di un senso unitario INTERPRE- TAZIONE DEL TESTO 18

10 grzsq ^ # Un non-testo (segni senza rinvio) Un testo in sanscrito (la definizione di testo dipende ANCHE dal lettore-interprete) Un testo per noi comprensione 19 v. DISCORSO in Ricoeur Volontà di comunicare; soggetto; qualcuno Comunicazione = inizialmente il testo è un enigma che chiede (= comunicazione) di essere interpretato a qualcuno 20

11 Paratesti = elementi che contornano un testo. Alcune volte è facile individuarli (v. articolo); Altre volte no: è un testo una trasmissione o una sua sequenza? Un film o una sua inquadratura? «è il destinatario che decide di trattare come testo un certo fenomeno, estraendolo dalla complessità del mondo» (Volli 2001, 73) 21 IL TESTO SCRITTO P. Ricoeur: Quando un discorso viene fissato in scrittura: Diviene autonomo dal suo autore (= accessibile oltre il qui-ora); Rispetto all orale è più facile da analizzare e più stabile. 22

12 TIPI DIVERSI DI SCRITTURA 2 esempi: Qui su l'arida schiena Del formidabil monte Sterminator Vesevo, La qual null'altro allegra arbor nè fiore, Tuoi cespi solitari intorno spargi, Odorata ginestra, Contenta dei deserti. Anco ti vidi. 23 Il pensiero ermeneutico privilegia il linguaggio verbale Pensiamo attraverso parole: «il pensiero è il dialogo dell animo con se stesso» (Platone); È l unico in grado di parlare SU altri linguaggi (H.-G. Gadamer); La parola facilita l oggettivazione distanza critica; E più flessibile, adattabile alle sfumature delle nostre percezioni / esperienze / conoscenze 24

13 TESTO E INTERPRETAZIONE Alcuni testi non chiedono all interpretazione molti passaggi semantici: es. «Vietato fumare»: Altri sono più complessi, p. es. lasciano impliciti molti significati: a)«regressio ad infinitum» il testo perde la propria comunicabilità (v. slide 19); b)è innanzi tutto il buon senso a dettare i limiti dell interpretazione; testo = tessuto delle interpretazioni possibili. 25 L INTERPRETE Contribuisce alla definizione del testo (v. slide precedente); ridà voce al testo, lo riattualizza; «Il testo è un meccanismo pigro, che vive del plusvalore di senso introdotto dal destinatario» (U. Eco 1979, 52); «Bisogna comprendere il testo innanzi tutto altrettanto bene e poi meglio di quanto non lo capisce l autore stesso» (F. Schleiermacher , 199). Distinzione fra 3 intenzioni: autore / testo / interprete 26

14 USO e INTERPRETAZIONE (U. Eco 1990) USO strumentale del testo da parte del lettore/ricercatore lettura aberrante confermare le proprie tesi; INTERPRETAZIONE = porsi in ascolto del testo necessità di METODO rigore esegetico. 27 INTERPRETAZIONE E METODO P. Ricoeur ricompone ciò che Dilthey aveva separato: COMPRENSIONE e SPIEGAZIONE: Comprensione = approssimarsi, vicinanza coappartenenza allo stesso orizzonte (v. comunanza, slide 8); Spiegazione = distanza esplicativa fra soggetto e «oggetto» 28

15 Comprensione = afferra il testo come un insieme (léghein: v. slide 10) + considera sia l intenzione dell autore, sia le immagini evocate dal testo (referenza); Spiegazione = scompone il testo, ne analizza la struttura interna cogliere le intenzioni del testo 29 Comprensione: si affida alla sensibilità dell interprete Spiegazione: si affida a strumenti tecnici per un analisi rigorosa e sistematica 30

16 Comprensione: impedisce che la spiegazione si schiacci sui modelli delle «scienze della natura»; Spiegazione: impedisce che la comprensione cada nello psicologismo (empatia) e nell irrazionalismo. 31 ESITI OTTIMALI DELL INTERPRETAZIONE E. FILOSOFICA Heidegger Gadamer E. CRITICA Habermas Thompson Vattimo E. ESEGETICA Betti Övermann Hirsch Ricoeur 32

17 Ermeneutica filosofica (H.-G. Gadamer): la conoscenza è un evento, un esperienza; L esperienza è come un viaggio, trasforma alcuni pre-giudizi di partenza «Una esperienza vera è una vera esperienza» (H.- G. Gadamer) il ricercatore riflette su se stesso (auto-riflessività); Non cè riferimento assoluto non si comprende meglio, si può solo comprendere diversamente. SENSO DEI LIMITI 33 Ermeneutica critica (J. Habermas): Un interpretazione può essere vera purché: 1)Smascheri meccanismi ideologici latenti nel testo; 2)Non sia distorta dall ideologia; 3)sia accolta dalla comunità scientifica, attraverso la «ragione comunicativa» (= NON OGGETTIVISMO MA dialogo libero e razionale). SPIRITO CRITICO 34

18 Ermeneutica esegetica (Schleiermacher, Betti): Conoscenza «oggettiva» ma non «oggettivistica» = è un ideale regolativo verso cui tendere sempre, senza sapere se/quanto qs. conoscenza è stata raggiunta; Avvicinamento «asintotico» alla «verità» RIGORE METODOLOGICO. 35

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