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1 New Ordine dei Giornalisti della Lombardia TabloidAnno XXXVIII N.4 Luglio-Agosto 2008 Direzione e redazione Via A. da Recanate Milano tel fax odgmi@odg.mi.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. DIn: 353/2003 (conv.in L27/2/2004 n.46) art.1 (comma 2). Filiale di Milano Associazione Walter Tobagi - Istituto per la formazione al Giornalismo Carlo De Martino Intercettazioni disegno di legge in parlamento La categoria si mobilita Emergenza informazione Convegno il futuro del giornalismo esperti a confronto Uffici stampa come lavorano e cosa fanno i giornalisti degli enti pubblici Ordine il nuovo portale della lombardia in internet senza segreti

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3 Sommario New Tabloid n. 4 luglio-agosto editoriale Tutti obiettori di coscienza di Letizia Gonzales 6 inchiesta Intercettazioni: Censura per legge? di Alessandro Galimberti 10 Testimonianze di Luigi Ferrarella e Gianni Barbacetto 12 I punti chiave del Ddl del Governo 14 Bavaglio all informazione: democrazia in pericolo di Giorgio Altieri 15 I risultati del sondaggio Ipsos di Nando Pagnoncellii 16 Le opinioni degli avvocati di Guido Camera e Caterina Malavenda 18 Le voci dei colleghi a cura di Paola Manzoni 21 Le vignette di Lombezzi, Marini e Aglieno 22 Le iniziative dell ordine È in rete il nuovo portale I vincitori del Premio Gavinelli 24 Conferenza, i media nella società del rischio 25 I praticanti alla prova del nove di Alberto Comuzzi 26 Convegno: Il futuro del giornalismo in una ricerca di Enrico Finzi 28 Gli enti della categoria Premio Vergani: Cronaca in gara 29 la voce dei pubblicisti Elenco speciale: diritti e doveri di Stefano Gallizzi 30 la posta dei lettori Tutti al mare, stagisti in redazione 32 PRIMO PIANO Gli Uffici Stampa della P.A. Milano: Comune, Provincia e Regione di Ilaria Myr 40 Osservatorio sull estero Giornali nel mondo: Un futuro roseo? a cura di Pino Rea 42 colleghi in libreria La nostra crudele missione a cura di Antonio Andreini 44 colleghi alla ribalta I miti che non tramontano di Antonio Andreini 46 I NUMERI New Tabloid - Periodico ufficiale del Consiglio dell Ordine dei giornalisti della Lombardia Poste Italiane Spa. Sped. Abb. Post. Dl n. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 (comma 2). Filiale di Milano - Anno XXXVII N. 4/ luglio-agosto 2008 Direttore responsabile: Letizia Gonzales Redazione: Paolo Pozzi (coordinamento) Antonio Andreini Progetto grafico e realizzazione: Maria Luisa Celotti Studio Grafica & Immagine Crediti fotografici: Photos, NewPress Foto di copertina: Elaborazione R. Minoia Direzione, redazione e amministrazione: Via Antonio da Recanate Milano Tel: 02/ Fax 02/ Consiglio dell Ordine dei giornalisti della Lombardia: Letizia Gonzales: presidente Stefano Gallizzi: vicepresidente Mario Molinari: consigliere segretario Alberto Comuzzi: consigliere tesoriere Consiglieri: Amelia Beltramini, Mario Consani, Laura Hoesch, Laura Mulassano, Paolo Pirovano Collegio dei revisori dei conti: Ezio Chiodini (presidente) Marco Ventimiglia, Angela Battaglia Direttore OgL: Elisabetta Graziani Registrazione n. 213 del presso il Tribunale di Milano. Testata iscritta al n del Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) La tiratura di questo numero è di copie Chiuso in redazione l 11 luglio 2008 Stampa: Seregni Grafiche Via Puecher 1 Paderno Dugnano (Mi) Concessionaria di pubblicità: IMAGINA di Gabriella Cantù Corso di Porta Romana Milano E.mail: imagiuno@tin.it Tel: 02/ Fax: 02/ Tabloid 4 /

4 Editoriale Intercettazioni: tutti obiettori di coscienza? Spero che facciate in massa obiezione di coscienza cominciando a pubblicare finalmente tutto a partire dalle intercettazioni. Così si è rivolto ai giornalisti nei giorni scorsi un lettore di Repubblica, nella posta curata da Corrado Augias. E così propone Gianni Barbacetto nella sua testimonianza sul nostro giornale a pagina 11. Al tema tanto drammatico e dirompente del quale si discute da tempo, dedichiamo numerose pagine di questo numero (e non è la prima volta, vedi New Tabloid n ), con una serie di interventi di colleghi cronisti, avvocati, rappresentanti delle nostre Istituzioni per spiegare il significato del disegno di legge che verrà discusso in Parlamento presumibilmente nel mese di settembre e che ha per la stampa e gli editori, se non verrà emendato, conseguenze gravissime. Ma ancora di più per i cittadini - lettori dei nostri giornali che attraverso una legge bavaglio saranno privati della conoscenza e dei commenti sui fatti poichè viene a mancare il diritto-dovere di cronaca, principio basilare di un paese democratico. In questi giorni l Unione cronisti sta organizzando in tutta Italia una serie di manifestazioni nelle piazze e nei quartieri per spiegare ai cittadini il significato dei provvedimenti che il Governo vorrebbe adottare nei confronti della stampa. Mi auguro che la stessa indignazione del lettore di Repubblica la esprima la società civile, dove prevale comunque il buon senso come spiega un sondaggio sul tema, realizzato da Nando Pagnoncelli e messo a disposizione del nostro giornale. Tuttavia torneremo ancora sull argomento non appena sarà precisato il disegno di legge - al momento si tratta di una bozza- per commentare e definirne ulteriori aspetti, incluso quello costituzionale. 4 Tabloid 4 / 2008

5 Editoriale Altre pagine di questo numero, l ultimo prima delle vacanze sono dedicate alla radiografia degli uffici stampa del Comune di Milano, Regione Lombardia e Provincia di Milano. Raccontiamo la frenetica attività e la poderosa macchina redazionale che sta dietro all attivissima sindaca Letizia Moratti. Il gruppo tutto al femminile, ma guidato da un uomo, che comunica l attività della Provincia, del Presidente Penati e dei suoi assessori e la via inaugurata dal Governatore Formigoni in Regione, che si avvale di due strutture ben distinte, ma integrate fra di loro, per comunicare i lavori della Giunta e le iniziative del Presidente. Inoltre l Expo 2015 vinto dalla città di Milano, assorbirà ulteriori energie dagli uffici stampa, tanto che il Comune si sta già organizzando per sviluppare forme di comunicazioni internazionali. Un notiziario in inglese e il sito web multilingue a favore dei giornalisti stranieri sono infatti già operativi. Abbiamo voluto indagare questo settore del giornalismo perché oggi nell era di Internet è essenziale per un Ente pubblico sapersi far ascoltare per essere in grado di rappresentare l interesse collettivo e garantire trasparenza ai suoi atti. Riprenderemo il tema della comunicazione in uno dei prossimi numeri, per raccontare come si lavora negli uffici stampa di altre città lombarde altrettanto ricche di iniziative culturali e sociali della grande Milano e per raccogliere testimonianze in diretta di esperienze particolarmente significative. Ed eccoci alle nostre iniziative, al convegno che stiamo organizzando per mercoledì 1 ottobre ( ) il primo del nostro Ordine (se volete prenotarvi telefonate alla nostra segreteria \03) IL FUTURO DEL GIORNALISMO, le notizie, le idee, gli italiani, la pubblicità che si svolgerà nell Aula Magna dell Università Statale di Milano e avrà fra i suoi relatori Ferruccio De Bortoli, Maurizio Belpietro, Emilio Carelli, Rosanna Massarenti, Carlo Verdelli, il Presidente dell Ordine nazionale Lorenzo Del Boca e della Fnsi, Roberto Natale. Il convegno prende le mosse da un indagine concordata con il sociologo Enrico Finzi, Presidente di Astra ricerche e vuole essere un momento di riflessione su giornalisti, giornalismi e pubblicità. Per dare valore alla nostra professione ed un ruolo più evoluto all Ordine. Il presidente Letizia Gonzales Tabloid 4 /

6 L inchiesta Il Ddl del Governo stravolge la costituzione e le regole della democrazia Intercettazioni Censura per legge? I giornalisti non hanno rubato nulla, non hanno violato la legge, non hanno tramato nel losco. La stampa ha semplicemente esercitato la libertà di cronaca sancita dalla Costituzione e dalla legge penale. Quando un magistrato finisce il lavoro di investigazione, l inchiesta deve rimanere il più possibile trasparente. A tutela di tutti di Alessandro Galimberti* Ma quali fughe di notizie, quali violazioni di segreti! Il 95% di ciò che abbiamo letto dal 2005 ad oggi (cioè da Bancopoli in poi) sulle grandi inchieste penali relative al malaffare dei colletti bianchi (o della classe politica tout court) è stato scritto e riportato con modalità pienamente legittime. Nessuno ha rubato nulla, nessuno ha violato la legge, nessuno ha tramato nel losco. Semplicemente, la stampa ha esercitato la libertà di cronaca sancita dalla Costituzione e dalla legge penale. Nonostante ciò, un cumulo di falsità, approssimazioni e menzogne, ripetute e amplificate all infinito dai media, ha accuratamente preparato il terreno per gli ultimi Guardasigilli della Repubblica, Clemente Mastella e Angelino Alfano, gli artefici (fino ad oggi per fortuna solo candidati) della distruzione a colpi di piccone di una regola democratica e civile, anzi, della regola basilare di uno Stato di diritto: la trasparenza dell inchiesta penale. Telefonate e verbali tutti pubblicabili Cosa abbiamo letto, in realtà, in questi anni, quando ci venivano spacciati verbali, indiscrezioni, telefonate tutti segretissimi? Si trattava invece, sempre (a parte un paio di eccezioni clamorose, che co- 6 Tabloid 4 / 2008

7 L inchiesta La mobilitazione della categoria Il tour dei cronisti nelle piazze italiane Era prevedibile. E anche auspicabile. Che cosa? Che la nostra categoria reagisse con passione, partecipazione e convinzione di fronte al Ddl sulle intercettazioni del Governo Berlusconi (vedi anche da pag. 18). Così, l Unione Cronisti Italiani ha deciso di far sentire la sua voce, allarmata e preoccupata, a chi, inevitabilmente, sarà penalizzato se il disegno si trasformasse davvero in legge: ovvero, i lettori. Ecco il perché di un vero e proprio tour tra le piazze italiane. Prima manifestazione a Venezia, lo scorso 28 giugno, ultima tappa Firenze, il prox 15 settembre. In mezzo, almeno per ora, Roma (10 luglio), Viareggio (15 luglio), Bolzano e Trento (16 luglio), Milano (19 luglio), Latina (30 agosto). La libertà di informare i cittadini in maniera corretta, trasparente e tempestiva è la libertà dei cittadini stessi di sapere, di conoscere: questo il punto centrale dell appello che cronisti e giornalisti vogliono rivolgere agli italiani. Con tanto di volantinaggio per spiegare che questa «è la legge bavaglio più grave, nella limitazione dei diritti dell informazione, dai tempi del regime fascista». Per info: mail: unci@unionecronisti.it munque coinvolgevano alte cariche della politica e dell amministrazione), di atti depositati, a disposizione delle parti (nonostante alcuni indagati abbiano ripetutamente spergiurato il falso in proposito), atti che la legge considera non più coperti da segreto, cioè pubblici e pubblicabili, quantomeno nel loro contenuto. Atti il più delle volte inseriti in ordinanze di custodia cautelare, provvedimenti con i quali la Procura privava gli indagati della libertà personale. Tabloid 4 / 2008 Il Cpp parla chiaro: se l atto è depositato, il segreto cessa Ecco il punto. Perché il codice di procedura penale (art.114) stabilisce la cessazione del segreto quando l atto è depositato, e cioè a conoscenza delle parti processuali? E perché. con l attuale codice, se il pubblico ministero vuole far proseguire il segreto dopo il deposito degli atti deve addirittura chiederlo agli indagati, in sostanza facendosi autorizzare da loro stessi per l allungamento del segreto d indagine? Come nel Sudamerica anni 70 La risposta è terribilmente semplice: il segreto, nel processo penale, è considerato un pericolo per i cittadini (servono citazioni storiche, dall Inquisizione a Stalin passando per il Sudamerica degli anni 70, cioè le più lampanti dimostrazioni di una fase istruttoria oscurata del tutto?). Il segreto nell indagine preliminare è a difesa dell indagine stessa. Finita l inchiesta, i cittadini devono sapere La giustizia è amministrata nel nome del popolo italiano... Di più: il segreto nell indagine preliminare è stato ammesso solo come difesa dell indagine stessa, vale a dire, per evitare un danno al lavoro di investigazione. Fuori da questa ipotesi, e cioè quando il lavoro di investigazione è finito, l inchiesta deve rimanere il più trasparente possibile. Il più controllabile possibile da parte del popolo nel cui nome la giustizia è amministrata (Costituzione, articolo 101)....e non per dare immunità a chi delinque È davvero necessario chiedersi perché atti così incisivi emessi da un organo di accusa dai decreti di perquisizione alla richiesta di ordinanze di custodia cautelare, che violano dal patrimonio personale fino alla libertà dei cittadini non debbano essere risucchiati in un cono d ombra? Chi oggi sostiene a spada tratta la necessità di blindare l inchiesta, in omaggio a un distorto sentimento della privacy, non si rende probabilmente conto di che cosa significa erigere una barricata d immunità e di insindacabilità sociale al lavoro di polizia giudiziaria e magistratura. 7

8 L inchiesta Angelino Alfano, Guardasigilli del Governo Berlusconi, promotore del disegno di legge sulle intercettazioni approvato il 13 giugno dal Consiglio dei Ministri, Il paradosso: le malefatte si scrivono a processo finito Ciò che di incredibile ha fatto la propaganda degli ultimi anni, al contrario, è far credere a un opinione pubblica sempre più catatonica che il segreto dell inchiesta è un valore intoccabile (e non invece un tragico pericolo) e che la privacy dell indagato sia un valore ancor più assoluto. Cosa non vera neppure questa, peraltro: quando una persona delinque commette un crimine contro l intera collettività (nel diritto anglosassone non a caso i processi si definiscono, per esempio: Stato-contro-Mr.Smith. È cioè la collettività, attraverso la mediazione dei giudici, a punire chi viola le regole del consorzio civile), e la sua privacy, dalle conversazioni alle proprietà, ai conti bancari, viene piegata alle necessità di difesa di chi ha subìto il reato (cioè: il resto del Paese). Nel bilanciamento dei beni giuridici e costituzionali in gioco, nessuno fuori dall Italia si sognerebbe di proporre un finto garantismo così pericoloso e paradossale: primo, perché il sospetto delinquente, senza dubbio innocente fino a prova contraria raggiunta, non ha più le stesse tutele della privacy di un altro cittadino (infatti viene arrestato o inibito in via cautelare, cioè anche prima della sentenza di condanna); inoltre, e ancor più importante, un cittadino privato temporaneamente dei suoi diritti (di libertà, di esercitare una professione, di potestà genitoriale e quant altro) non può finire in ostaggio del buio, considerato che la nuova legge neppure permetterebbe alla stampa di occuparsi di casi di malagiustizia (p.es. persone dimenticate in carcere per inerzia del sistema, o ancora casi di omonimia alla Enzo Tortora) fino a dopo la celebrazione del processo. Cosa dice il disegno di legge del Governo Berlusconi Articoli e commi del testo provvisorio sulle intercettazioni Riportiamo uno stralcio di alcuni articoli del Ddl Alfano nei passaggi che riguardano la professione giornalistica. Art. 2 (Modifiche agli articoli 114 e 115 del codice di procedura penale) 1. L articolo 114, comma 2, del codice di procedura penale, è sostituito dal seguente: È vietata la pubblicazione, anche parziale o per riassunto o nel contenuto, di atti di indagine preliminare, nonché di quanto acquisito al fascicolo del pubblico ministero o del difensore, anche se non sussiste più il segreto, fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell udienza preliminare. 2. L articolo 114, comma 7, del codice di procedura penale, è sostituito dal seguente: È in ogni caso vietata la pubblicazione anche parziale o per riassunto della documentazione, degli atti e dei contenuti relativi a conversazioni o a flussi di comunicazioni informatiche o telematiche di cui sia stata ordinata la distruzione ai sensi degli articoli 269 e L articolo 115, comma 2, del codice di procedura penale, è sostituito dal seguente: Di ogni iscrizione nel registro degli indagati per fatti costituenti reato di violazione del divieto di pubblicazione commessi dalle persone indicate al comma 1, il procuratore della Repubblica procedente informa immediatamente l organo titolare del potere disciplinare, che, nei successivi trenta giorni, ove sia stata verificata la gravità del fatto e la sussistenza di elementi di responsabilità e sentito il presunto autore del fatto, può disporre la sospensione cautelare dal servizio o dall esercizio della professione fino a tre mesi. Art. 13. (Modifiche al codice penale) a) l articolo 379-bis è sostituito dal seguente: Art. 379-bis. - (Rivelazione illecita di segreti inerenti a un procedimento penale). Chiunque rivela indebitamente notizie inerenti ad atti 8 Tabloid 4 / 2008

9 L inchiesta Clemente Mastella, ex Ministro della Giustizia, estensore di un Ddl sulle intercettazioni, durante il Governo Prodi, il cui testo aveva molti punti in comune con quello attuale. ne pubblica molto superiore a quella che potrebbe toccare a un privato cittadino che delinque. Regole semplici, basilari, che nessun giurista al mondo si sognerebbe di ribaltare. Invece, in Italia ciò sta accadendo, con accanimento, da più di due anni. Prima Mastella, oggi Alfano (o meglio, i loro ghost writer del legislativo) stanno provando a partorire una riforma che farebbe la felicità di un qualsiasi libero dittatore della repubblica delle banane. Segreto totale sull inchiesta, anche dopo la chiusura (e gli arresti!), pene da carcere vero per i giornalisti e multe fino a mezzo milione per gli editori. Paradossalmente, chi potrebbe gioire di più per questo oscuramento democratico? Forse i cittadini, finalmente rassicurati sul fatto che non vedranno più i loro politici e le loro starlette alla berlina? Nemmeno per sogno. Piuttosto, un magistrato poco equilibrato insieme a un manipolo di servitori dello Stato poco fedeli, domani, potrebbe commettere scempi a danno di chiunque. Garantito e reso intoccabile dal silenzio che oggi, con troppa ottusa superficialità, viene invocato da destra a sinistra. *Consigliere nazionale dell Unione cronisti italiani e membro di Giunta del Gruppo cronisti lombardi Se poi a infrangere le regole fondanti del vivere civile-democratico è una persona che esercita poteri pubblici più o meno rilevanti - o massimamente rilevanti, come nelle grandi inchieste che hanno smosso il legislatore - la questione privacy non può che cedere il passo con modalità ancor più decise al controllo sociale. Sul punto la giurisprudenza della Corte europea è non solo uniforme e univoca, ma addirittura tranciante: il politico deve accettare un esposiziodel procedimento penale coperti dal segreto dei quali è venuto a conoscenza in ragione del proprio ufficio o servizio svolti in un procedimento penale, o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Se il fatto è commesso per colpa, la pena è della reclusione fino a un anno. Chiunque, dopo avere rilasciato dichiarazioni nel corso delle indagini preliminari, non osserva il divieto imposto dal pubblico ministero ai sensi dell articolo 391-quinquies del codice di procedura penale è punito con la reclusione fino ad un anno ; b) all articolo 614, primo comma, le parole: di privata dimora sono sostituite dalla seguente: privato. c) dopo l articolo 617-sexies sono inseriti i seguenti: Art. 617-septies. - (Accesso abusivo ad arti del procedimento penale). Chiunque mediante modalità o attività illecita prende diretta cognizione di atti del procedimento penale coperti dal segreto è punito con la pena della reclusione da uno a tre anni ; Tabloid 4 / 2008 d) all articolo 684, primo comma, le parole; fino a trenta giorni o con l ammenda da euro 51 a euro 258 sono sostituite dalle seguenti: fino a sei mesi e con l ammenda da euro 250 a euro 750 ; e) all articolo 684, dopo il primo comma è aggiunto il seguente: Se il fatto di cui al comma precedente riguarda le intercettazioni di conversazioni o comunicazioni telefoniche, le altre forme di telecomunicazione, le immagini mediante riprese visive, e la acquisizione della documentazione del traffico delle conversazioni o comunicazioni stesse, la pena è dell arresto da uno a tre anni e dell ammenda da 500 a euro. Art. 14. (Modifiche al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231) Dopo l articolo 25-octies del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, è inserito il seguente: Art. 25-nonies. - (Responsabilità per il reato di cui all articolo 684 del codice penale). In relazione alla commissione del reato previsto dall articolo 684 (continua a pag. 10) 9

10 L inchiesta la testimonianza 1 / l inviato del corriere della sera Una legge irrealizzabile Per noi non cambia nulla Con la scusa di reprimere la pubblicazione di conversazioni private s interviene a gamba tesa sulla cronaca giudiziaria. Vuol dire arrestare una persona e spiegarne i motivi solo anni dopo. È come fermare un ospedale senza spiegare il perché ai malati. Impraticabile di Luigi Ferrarella* Cosa faranno i giornalisti? Ciò che fanno oggi. E la risposta è, per paradosso, dettata proprio dal legislatore. Nella formulazione letterale del testo che, con la scusa di reprimere la pubblicazione selvaggia di conversazioni irrilevanti (perché private) o rilevanti ma non pubblicabili (perché ancora coperte da segreto), in realtà interviene a gamba tesa sull intera cronaca di vicende giudiziarie. Infatti, prima ancora di essere giusta o sbagliata, incostituzionale o meno, proponibile o incredibile, una legge che imponga di non dare più notizia fino alla fine dell udienza preliminare (e dunque a volte anche per anni) non soltanto delle intercettazioni ma anche di qualunque atto d indagine, persino se non più coperto da segreto, non solo nella forma integrale (l intero virgolettato), non solo in quella parziale (stralci di virgolettato), non solo nel riassunto (una sintesi del giornalista con citazioni del virgolettato), ma neppure nel contenuto (la sola sintesi della notizia quale emerge dall atto non più utilizzabile), sta scrivendo una norma semplicemente irrealistica. E quindi irrealizzabile, persino qualora per sfizio di esperimento si volesse tentare di attenervisi. A meno che il legislatore pensi davvero che una persona possa essere arrestata senza che per anni si sappia perché, un azienda possa fallire tra lavoratori e consumatori ignari, un ospedale possa essere fermato senza spiegarne i motivi ai malati. Autore del libro Fine pena mai (la recensione è a pag. 43) (segue da pag. 9) Cosa dice il disegno di legge del Governo Berlusconi del codice penale, si applica all ente la sanzione pecuniaria da cento a trecento quote. Art. 15 (Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47) All articolo 8 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: a) dopo il terzo comma è inserito il seguente: Per le trasmissioni radiofoniche o televisive, le dichiarazioni o le rettifiche sono effettuare ai sensi dell articolo 32 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n Per i siti informatici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono ; b) al quarto comma dopo le parole: devono essere pubblicate sono inserite le seguenti: senza commento ; c) dopo il quarto comma è inserito il seguente: Per la stampa non periodica l autore dello scritto, ovvero i soggetti di cui all articolo 57-bis del codice penale, provvedono, su richiesta della persona offesa, alla pubblicazione, a propria cura e spese su non più di due quotidiani a tiratura nazionale indicati dalla stessa, delle dichiarazioni o delle rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini o ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro reputazione o contrari a verità, purché le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano contenuto di rilievo penale. La pubblicazione in rettifica deve essere effettuata entro sette giorni dalla richiesta con idonea collocazione e caratteristica grafica e deve inoltre fare chiaro riferimento allo scritto che l ha determinata ; d)... e) dopo il quinto comma è inserito il seguente: Della stessa procedura può avvalersi l autore dell offesa, qualora il direttore responsabile del giornale o del periodico, il responsabile della trasmissione radiofonica, televisiva o delle trasmissioni informatiche o telematiche non pubblichino la smentita o la rettifica richiesta. Art. 17. (Modifiche in materia di protezione dei dati personali. di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003 n. 196). Al Codice in materia di protezione dei dati personali, 10 Tabloid 4 / 2008

11 L inchiesta la testimonianza 2 / il freelance Farò l obiettore di coscienza Si vuole impedire la formazione di una opinione pubblica, senza la quale una democrazia diventa regime. La legge è annunciata da anni: un invito a nozze alla disobbedienza di Gianni Barbacetto Prepariamoci alla disobbedienza civile. L annunciano da anni, una legge-bavaglio. Contro le intercettazioni, dicono. Ma in realtà vogliono proibire la pubblicazione non solo delle intercettazioni, ma di tutte le notizie sulle inchieste, fino al processo: così potremmo restare senza informazioni anche per due o tre anni. Niente più notizie in diretta sui furbetti del quartierino, sulle cliniche degli orrori, su calciopoli, sulla Rai controllata dal padrone della tv commerciale... Si im- pedirebbe la formazione della pubblica opinione, senza la quale una democrazia diventa regime. E allora non resta che la disobbedienza civile. Se ci teniamo una notizia nella penna (o nel computer) tradiamo il nostro mestiere: come un medico che non curi un malato. Dunque pubblicheremo ancora, pubblicheremo tutto: purché le notizie siano vere, e interessanti per i lettori. Anche a costo della galera. Troveremo editori coraggiosi che non si lascino spaventare dalle sanzioni. Altrimenti pubblicheremo sui nostri blog e sui siti liberi. Se necessario, li domicilieremo all estero, in Paesi che abbiano a cuore la libertà di stampa. I giornalisti liberi diventeranno obiettori di coscienza contro la legge-bavaglio e faranno rete affinché le notizie proibite abbiano comunque una circolazione ampia. E poi ci appelleremo alla Corte costituzionale e alla Corte europea di giustizia. E ai referendum: per abolire le leggi-vergogna che stanno arrivando a grappolo. di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, sono apportate le seguenti modificazioni: a) il comma 5 dell articolo 139 è sostituito dal seguente: 5. In caso di violazione delle prescrizioni contenute nel Codice di deontologia o, comunque, delle disposizioni di cui agli articoli 11 e 137, il Garante può vietare il trattamento o disporne il blocco ai sensi dell articolo 143, comma 1, lettera c). Nell esercizio dei compiti di cui agli articoli 143, comma 1, lettera b) e lettera c), 154, comma 1, lettera c) il Garante può anche prescrivere quale misura necessaria a tutela dell interessato, la pubblicazione o diffusione in una o più testate della decisione che accerta la violazione, per intero o per estratto ovvero di una dichiarazione riassuntiva della medesima violazione ; b) dopo il comma 5 sono inserite i seguenti: 5-bis. Nei casi di cui al comma 5, il Consiglio nazionale e il competente Consiglio dell Ordine dei giornalisti anche in relazione alla responsabilità disciplinare, nonché, ove lo ritengano, le associazioni rappresentative di editori, possono far pervenire documenti e la richiesta di essere sentiti. 5-ter. La pubblicazione o diffusione di cui al comma 5 è effettuata gratuitamente nel termine e secondo le modalità prescritte con la decisione, anche per quanto riguarda la collocazione, le relative caratteristiche anche tipografiche e l eventuale menzione di parti interessate. Per le modalità e le spese riguardanti la pubblicazione o diffusione disposta su testate diverse da quelle attraverso la quale è stata commessa la violazione, si osservano le disposizioni di cui all articola 15 del decreto del presidente della Repubblica 11 luglio 2003 n. 284 ; e) nell articolo l70, comma 1, le parole: 26, comma 2, 90, sono sostituite dalle seguenti: 26, comma 2, 90,139, comma 5. Art 18. (Disciplina transitoria) Le disposizioni della presente legge non si applicano ai procedimenti pendenti alla data della sua entrata in vigore. Tabloid 4 /

12 I punti chiave del Ddl del Governo Berlusconi Carcere per cronisti e talpe Il Ddl del Governo punta a riformare due articoli del codice penale: il n. 617 e il n 684. Con il primo (art. 617) si vuole colpire che prende diretta cognizione degli atti del procedimento penale coperti da segreto. La pena, in questo caso, è la stessa del Ddl Mastella, cioè da 1 a 3 anni di carcere. Con il secondo (art. 684) invece si vuole punire chi pubblica gli atti. Con la sanzione che, in questo caso, passa da 30 giorni di carcere a 3 anni, mentre l ammenda arriva a 1032 euro. Intercettazioni per reati con pene oltre i 10 anni Si potranno fare intercettazioni per tutte quelle indagini che riguardano reati con pene superiori ai 10 anni, quelli contro la Pubblica amministrazione, tra cui la corruzione, e quelli gravissimi come la pedofilia. Archivio riservato Si dovrà prevedere l istituzione di un archivio riservato nel quale custodire i testi delle intercettazioni. La stessa norma era prevista anche dal Ddl Mastella ed era stata proposta dal presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno. Giudice collegiale Il pm potrà chiedere l autorizzazione agli ascolti non più a un gip, ma a un organismo collegiale. La durata delle intercettazioni non potrà superare i 3 mesi, prorogabili. Nessun effetto sui procedimenti in corso Una norma transitoria indica che la legge non viene applicata ai processi in corso. Il Ddl Mastella invece diceva così... È vietata la pubblicazione, anche parziale, degli atti di indagine contenuti nel fascicolo del pubblico ministero o delle investigazioni difensive, anche se non coperti dal segreto, fino alla conclusione delle indagini preliminari. È vietata la pubblicazione di conversazioni telefoniche o flussi di informazioni informatiche o telematiche e dati riguardanti il traffico telefonico, anche se non coperti da segreto, fino alla conclusione delle indagini preliminari o fino al termine dell udienza preliminare. I documenti d indagine devono essere chiusi in cassaforte e le carte e/o tracce di conversazioni telefoniche o telematiche acquisiti in modo illecito non possono essere utilizzati in nesun modo, tranne che come corpo del reato. Il giudice dispone che i nominativi o i riferimenti indicativi dei soggetti estranei alle indagini siano espunti dalle trascrizioni delle registrazioni. Chiunque rivela notizie sugli atti del procedimento coperti da segreto o ne agevola la conoscenza è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Se il fatto è commesso per colpa o per agevolazione colposa, la pena è della reclusione fino a un anno. Reclusione da 1 a 3 anni, invece, per chi in modo illecito viene a conoscenza del procedimento penale coperti da segreto. Per i giornalisti che pubblicano atti del procedimento o intercettazioni telefoniche coperte da segreto scatta l ammenda da 10mila a 100mila euro, in alternativa alla reclusione fino a 30 giorni. 12 Tabloid 64 /

13 L inchiesta Intercettazioni vietate per Rapina semplice Estorsione semplice Scippo Furto Incendio Omicidio Bancarotta Calunnia Sequestro di persona False informazioni ai pm Rivelazione segreto d ufficio Falsa testimonianza Ricettazione Associazione a delinquere Intercettazioni permesse per Terrorismo Strage Sequestro aggravato Corruzione aggravata Concussione Associazione mafiosa Associazione sovversiva Usura Incendio boschivo Riduzione in schiavitù Tratta di persone Pedopornografia Aggiotaggio bancario Rapina aggravata Il Ddl in numeri 18 il numero di articoli del disegno di legge 3 anni È la pena prevista per i giornalisti che pubblicano intercettazioni 3 mesi Le intercettazioni potranno svolgersi nell arco massimo di tre mesi (salvo proroghe in casi eccezionali) 5 anni È la pena prevista per i pubblici ufficiali che violano il segreto istruttorio 10 anni Si possono effettuare intercettazioni solo quando il reato ipotizzato prevede una pena superiore ai 10 anni 3 giudici Sarà un collegio di tre magistrati, e non più solo il gip, ad autorizzare le intercettazioni Tabloid 4 /

14 L inchiesta Un magistrato spiega gli articoli del disegno di legge e le sue conseguenze Bavaglio all informazione democrazia in pericolo Il diritto di cronaca ha rango costituzionale e non può avere alcuna limitazione dalle leggi penali. Senza libertà di parola è sospesa la legalità. E per anni l opinione pubblica non saprebbe nulla di reati di pubblico interesse né di come lo Stato contrasta la criminalità di Giorgio Altieri* C è grande preoccupazione tra la magistratura e le forze di polizia per il disegno di legge sulla riforma delle intercettazioni telefoniche approvato dal Consiglio dei ministri. Perché indebolirà fortemente il contrasto alla criminalità, riducendo i tempi delle intercettazioni, appesantendo il procedimento di autorizzazione e circoscrivendo a casi limite le intercettazioni ambientali anche per delitti di terrorismo e criminalità organizzata. L aspetto che impensierisce maggiormente è però la fortissima limitazione alla libertà di informazione sul contenuto dei procedimenti giudiziari. I divieti L articolo 2 del disegno di legge propone infatti una modifica degli articoli 114 e 115 del codice di procedura penale che comporterebbe un divieto assoluto di fornire notizie su indagini giudiziarie, anche nel caso di applicazione di misure detentive. Con le nuove norme infatti sarebbe proibita la pubblicazione «anche parziale o per riassunto o nel contenuto di atti di indagine preliminare, nonché di quanto acquisito al fascicolo del pubblico ministero o del difensore, anche se non sussiste più il segreto», fino alla conclusione dell udienza preliminare. A questa previsione si accompagna quella dell articolo 13, che inasprisce le pene per la pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, prevedendo nell ipotesi più grave della pubblicazione di intercettazioni la pena dell arresto da uno a tre anni e dell ammenda da 500 a 1032 euro. Vengono, inoltre, estese a tale reato le disposizioni sulla responsabilità penale delle società. Un applicazione rigida di tali norme, qualora fossero approvate definitivamente dal Parlamento, porterebbe a ritenere che qualsiasi pubblicazione anche per riassunto di atti delle indagini preliminari, in qualsiasi caso, esporrebbe il giornalista e l editore a sanzioni penali. Si rischia dunque di creare uno spazio temporalmente molto ampio nel quale la pubblica opinione non potrebbe sapere nulla dell attività di contrasto alla criminalità, della gestione delle indagini, dell attività degli organi dello Stato e tanto meno delle condotte delle persone cui il reato è attribuito, neppure nel caso in cui fossero state adottate misure cautelari. Le contraddizioni Per evitare un simile paradosso e una situazione di sospensione della legalità democratica che l inevitabile intervento della Corte Costituzionale potrebbe ripristinare soltanto dopo anni è necessario che gli interpreti compiano un attento bilanciamento tra le norme che si propone di introdurre e la disciplina costituzionale del diritto di cronaca. Se infatti tale diritto trovasse sempre un limite invalicabile nelle disposizioni penali si creerebbe una contraddizione interna all ordinamento giuridico, che da un lato riconoscerebbe un diritto (in questo caso di rango costituzionale) e dall altro ne sanzionerebbe l esercizio. Da tempo la giurisprudenza della Corte di Cassazione, superando posizioni fortemente conservatrici dell immediato dopoguerra, ha ritenuto che il diritto di cronaca e il diritto di critica abbiano una posizione centrale nell ordinamento democratico a base pluralistica, che richiede come condizione necessaria per la sua esistenza che nel bilanciamento tra beni costituzionalmente protetti - il diritto di cronaca (articolo 21) e quello alla dignità personale (articoli 2 e 3) - debba essere accordata prevalenza al primo. Senza libertà di parola e un opinione pubblica informata non c è dialettica democratica. La giurisprudenza Per tale ragione la giurisprudenza ritiene che il diritto di cronaca non possa trovare alcuna limitazione, neppure nella legge penale. Quello che conta è che siano rispettati i limiti del diritto, cioè la verità della notizia, la sua rilevanza pubblica e la sua espressione in una forma che non sia offensiva. La pubblicazione di notizie relative ad atti di indagini preliminari, ed in particolare di intercettazioni, rientrerebbe infatti nel reato previsto dall articolo 684 codice penale. È prevedibile che la Corte di Cassazione ribadirà ciò che ha affermato in tante occasioni: il diritto di cronaca è un diritto di rango costituzionale e non potrà essere limitato che da una legge costituzionale. Esso non può trovare altri limiti che quelli che ne costituiscono l essenza, perché subordinare il diritto di cronaca alla legge penale comporterebbe una violazione dei princìpi che definiscono i contorni del sistema democratico. *Magistrato 14 Tabloid 4 / 2008

15 L inchiesta i risultati del sondaggio ipsos Intercettazioni? Il 52% dice sì La maggioranza degli intervistati è favorevole alle indagini telefoniche decise dai magistrati, indipendentemente dal reato e dal soggetto. Purché nel rispetto della privacy di Nando Pagnoncelli* Negli ultimi anni le intercettazioni telefoniche sono risultate di grande importanza nella realizzazione di indagini giudiziarie, portando alla luce fatti e circostanze che hanno suscitato interesse, sorpresa e indignazione coinvolgendo spesso personaggi famosi e potenti, politici, esponenti delle istituzioni, banchieri, manager sportivi, dirigenti d azienda, ex reali, vallette, sportivi, giornalisti. In un clima sociale caratterizzato da insicurezza e da sentimenti di antipolitica e di forte ambivalenza nei confronti dei potenti (ammirati ma anche detestati, a seconda delle situazioni) non sorprende che la maggioranza assoluta degli italiani (52%) si dichiari a favore delle inter- Sondaggio realizzato da Ipsos PA per Vanity Fair (Edizioni Condè Nast) presso un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica e dimensione del comune di residenza. Sono state realizzate 800 interviste (su contatti), mediante sistema CATI, eseguite l 11 giugno Il documento informativo completo relativo al sondaggio è stato inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazione, al sito: cettazioni, indipendentemente dal personaggio coinvolto e dalla gravità del reato oggetto di indagine giudiziaria. A costoro si aggiunge il 29% degli intervistati che limiterebbe le intercettazioni ai reati più gravi, mentre solo 5% si dichiara contrario in ogni circostanza. Insomma, le intercettazioni sono vissute come uno strumento per reprimere i reati e per spodestare i potenti e i personaggi più in vista. Diverse e più articolate sono le opinioni riguardo alla pubblicazione delle intercettazioni: solo una piccolissima minoranza (8%) ritiene si debbano pubblicare tutte le conversazioni intercettate, mentre prevalgono (38%) quanti ritengono che si debbano evitare i riferimenti ad aspetti personali o riferiti a persone non coinvolte nei reati. Un terzo degli intervistati, inoltre, si dichiara contrario a qualsiasi pubblicazione: gli effetti perversi o indesiderati che possono derivare dalle intercettazioni sembrano preoccupare anche quanti si dichiarano favorevoli al loro utilizzo. Un esigenza questa ancora più sentita dal 10% del campione, che per scoraggiare la cosiddetta fuga di notizie punirebbe quanti forniscono questo tipo di informazioni, piuttosto che i soggetti che le divulgano. Tra gli italiani sembra prevalere il buon senso: sì alle intercettazioni, ma discrezione nella pubblicazione delle conversazioni intercettate. *Amministratore Delegato Ipsos Srl e Ipsos Public Affairs Domanda 1/ Secondo lei, in quali casi i magistrati dovrebbero essere autorizzati ad effettuare intercettazioni telefoniche? 52% Sempre, indipendentemente dal reato e dal soggetto da intercettare 7% Sempre, ma solo per i personaggi pubblici 29% Solo nel caso di gravi reati 5% Mai, in nessun caso 7% (non sa) Domanda 2/ Le intercettazioni telefoniche spesso finiscono per essere pubblicate sui quotidiani, rendendo pubblico tutto quello che gli interlocutori si sono detti durante la loro conversazione. In queste situazioni, secondo lei 38% Bisognerebbe pubblicare solo alcune parti, tralasciando i particolari della vita privata che non hanno rilevanza penale o che riguardano persone non coinvolte nelle indagini 34% Bisognerebbe vietare per legge di pubblicare sui quotidiani i contenuti delle intercettazioni telefoniche 10% Non va punito il quotidiano che pubblica ma la fonte che fornisce i contenuti delle intercettazioni 8% È corretto rendere pubblico tutto ciò che viene detto nella conversazione 10% (non sa, non indica) Tabloid 4 /

16 L inchiesta l opinione dell esperto in procedura penale A editori e Ordine sanzioni devastanti Le case editrici, che spesso sono società quotate in Borsa, dovranno prevedere rigide contromisure per evitare ricadute finanziarie sui titoli. E anche gli organi professionali sarebbero ridotti a uffici disciplinari nei confronti dei propri iscritti di Guido Camera* Gli editori e lo stesso Ordine dei giornalisti sono pesantemente coinvolti nel disegno di legge governativo sulle intercettazioni telefoniche licenziato dal Consiglio dei Ministri nella seduta dello scorso 13 giugno, perché va ad intaccare in modo radicale le norme fondamentali del nostro ordinamento che, in attuazione del dettato costituzionale e dei principi internazionali, disciplinano il diritto dell informazione. Sotto il profilo penale il ddl governativo modifica il reato di rivelazione illecita di segreti inerenti a un procedimento penale e introduce il reato di accesso abusivo ad atti del procedimento penale. Particolarmente importante è l introduzione, prevista dall art. 14 del ddl governativo, della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche introdotta nel nostro ordinamento dal d.lgs. 231/01 anche in relazione alla commissione del reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale. Vale la pena soffermarsi brevemente su tale aspetto contenuto nel disegno di legge governativo per chi È Guido Camera, avvocato penalista, specialista in Diritto processuale penale comparato. Ex stagista presso il Temple s Inn di Londra. Ha lavorato con l avv. Vittorio Chiusano ed è stato consigliere del direttivo della Camera penale di Milano. comprenderne le potenziali ricadute sull intero mondo dell informazione. Il d.lgs. 231/01 prevede una responsabilità parapenale (per mutuare un efficace espressione della dottrina penalistica) per le persone giuridiche nel caso in cui un reato tra quelli previsti nel decreto (nell intenzione del Governo perciò anche la pubblicazione arbitraria di atti di indagine) venga commesso a vantaggio e interesse della società e/o ente da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso e da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza dei precedenti soggetti. A rischio la libertà imprenditoriale Le sanzioni sono molto afflittive (sia di natura pecuniaria che interdittiva) e vengono accertate secondo le regole del processo penale. La società e/o l ente non risponde però parapenalmente se dimostra di avere in precedenza adottato dei modelli organizzativi idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi affidando il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza dei medesimi ad un organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo. Le conseguenze dell applicazione della responsabilità parapenale delle società e/o enti al mondo dell editoria e dell informazione sono potenzialmente devastanti. Basta pensare alle rigide contromisure preventive che gli editori, che spesso sono società quotate sui mercati regolamentati, dovranno adottare per evitare severe sanzioni (con rischio di ulteriori ricadute di natura finanziaria per la perdita di valore del titolo quotato) in conseguenza della pubblicazione sui propri giornali di atti di un procedimento penale in violazione del divieto di pubblicazione sancito dal novellando art. 114 del codice di procedura penale. A rischio la libertà d informazione L art 2 del Ddl, inoltre, stabilisce che gli Ordini professionali possono disporre la sospensione cautelare del giornalista prima del giudizio disciplinare. A ciò si deve aggiungere che il ddl governativo prevede anche un obbligo di pubblicazione senza commento della smentita o rettifica ex art. 8 della L. 47/48 entro quarantotto ore dalla richiesta e modifica il codice sulla privacy (d.lgs. 196/2003) prevedendo che il garante possa anche prescrivere la pubblicazione o diffusione in una o più testate della decisione che accerta la violazione. Concludo riportando una frase che Honorè De Balzac attribuisce a Napoleone, che ben denota il mio pensiero ed anche il mio timore nel caso in cui il ddl governativo venga approvato dal Parlamento: Le leggi chiare sono spesso caotiche quando si applicano. *Avvocato 16 Tabloid 4 / 2008

17 L inchiesta l opinione dell esperto di diritto dell informazione La cronaca giudiziaria non si potrà più fare Se questo testo di legge venisse approvato, il giornalista potrà, per esempio, scrivere dell arresto di un indagato, ma non dei motivi che l hanno portato in cella. E, in caso di violazioni gravi e ripetute, rischia, oltre a pene pecuniarie, la libertà e il posto di lavoro di Caterina Malavenda* Con il disegno di legge proposto da Alfano, la cronaca giudiziaria non si potrà più fare. E i giornalisti non potranno più raccontare nulla fino a conclusione dell udienza preliminare. Il disegno di legge ha modificato le norme del codice di procedura penale che disciplinano gli atti che non si possono pubblicare. Fermo restando che si tratta di atti che lo stesso indagato conosce. Ma il giornalista non ne potrà scrivere, né riportare integralmente i documenti, né per riassunto o sintesi. Se passa così il testo il giornalista potrà scrivere che un indagato è stato arrestato, ma non si potrà dire il perché è finito in cella. Non solo. Chi scrive qualcosa facendo riferimento agli atti giudiziari sarà punito con l arresto da uno a tre anni e con l ammenda fino a euro per ogni articolo pubblicato. Cronisti in galera Le due pene, detentiva e pecuniaria non sono alternative, ma congiunte. Il che significa che il carcere è sempre previsto e, anche in un Paese dove è difficilissimo finire dentro (condizionale fino a due anni, pene alternative fino a tre), il giornalista ha ottime probabilità di finirci: alla seconda o alla terza condanna per violazione del divieto di pubblicazione, non meno di nove mesi per volta, si superano i due anni e si perde la condizionale; alla quarta o alla quinta si perde anche l accesso ai servizi sociali e non resta che la cella. Ogni volta che il giornalista vorrà informare sui fatti giudiziari incorrerà non solo a problemi penali, ma anche disciplinari, perché la Procura che indagherà il cronista per queste violazioni dovrà avvertire l Ordine dei giornalisti affinché lo sospenda per tre mesi dalla professione. Come non bastasse, chi insiste a informare rischia anche di essere licenziato. D ora in poi le aziende editoriali dovranno premunirsi contro eventuali pubblicazioni di materiale vietato, con appositi modelli organizzativi, perché la violazione del segreto con questo disegno di legge è stato fatto rientrare nella legge 231 sulla responsabilità giuridica delle società editoriali. Significa che l editore, per non vede- re condannata anche la sua impresa, deve dimostrare di aver adottato tutte le precauzioni contro le violazioni della nuova legge. Lettori disinformati A chi fa riferimento alla tutela della privacy ricordo che esiste già una legge sulla privacy che prevede sanzioni penali, anche pesanti che vanno in questi casi da sei a 24 mesi di carcere. E la legge è chiara: se il giornalista riporta intercettazioni di persone che non sono coinvolte nell inchiesta, o non sono indagate, vanno punite. Le norme previste dal nuovo disegno di legge si aggiungono a questa legge Insomma, sarà difficile fare cronaca giudiziaria e informare i cittadini su fatti che possono essere di rilevanza sociale come per l inchiesta sulla clinica milanese S. Rita o sul crac di Parmalat. E ai giornalisti che non vogliono correre problemi non resta che dire: non diano più notizie e saranno tranquilli. *Avvocato chi È Caterina Malavenda, avvocato cassazionista, penalista e pubblicista, esperta in Diritto dell informazione. Ha collaborato con l avv. Corso Bovio per la stesura di testi per il Consiglio Naz. dell Ordine. Nota per le sue battaglie sul diritto di cronaca. Tabloid 4 /

18 L inchiesta dagli organi istituzionali alle firme della stampa italiana Le voci di chi rischia Di fronte alla norma che punisce i giornalisti che pubblicano le intercettazioni Ordine, Fnsi e Unci dichiarano battaglia. Così come tanti colleghi autorevoli che, dalle pagine dei loro giornali, lanciano un grido d allarme. In difesa dell opinione pubblica a cura di Paola Manzoni Per gestire l emergenza e rispondere con tempestività alla portata delle iniziative che si delineano contro il diritto all informazione, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l Ordine dei Giornalisti, con l Unione Nazionale Cronisti Italiani, hanno costituito un Comitato al fine di contrastare con i migliori strumenti comuni disponibili l intercettazione della libertà di cronaca. Nella riunione straordinaria della Giunta Federale allargata a Ordine e Cronisti è stato deciso perciò anche di dichiarare lo sciopero, se necessario per più giorni, e altre iniziative d intesa con la Fieg. Ai direttori di tutte le testate parte un appello a informare costantemente l opinione pubblica sui pericoli che si stanno correndo. Nei giorni precedenti la presentazione del disegno di legge sulle intercettazioni e, ancor più, in quelli subito successivi, i giornali italiani hanno dato, ovviamente, ampio spazio alla delicatissima questione. Abbiamo raccolto, qui di seguito, i pareri apparsi sulla stampa nazionale di alcuni direttori di testate cartacee o televisive e di autorevoli colleghi. Ezio Mauro, direttore la Repubblica: Se il diritto di cronaca è mutilato, il diritto del cittadino a sapere e a conoscere è fortemente limitato C è il tentativo scientifico di impedire la formazione di quel soggetto cruciale di ogni moderna democrazia che è la pubblica opinione, un opinione consapevole in quanto informata Vittorio Feltri, direttore di Libero: ha ragione Eugenio Scalari quando parla di una vera e propria confisca dei poteri del direttore. Non si de- vono punire i giornalisti, ma le fonti. Se non vogliono che si pubblichino le registrazioni delle intercettazioni devono rivolgersi a chi detiene il materiale. Non è che la categoria brilli, ma c è un limite nel considerarci degli imbecilli. Giorgio Mulé, direttore di Studio Aperto: È bene mettere un freno, ma ognuno di noi deciderà dove mettere il paletto a costo di rischiare un incriminazione. Clemente Mimun, direttore del Tg5: il provedimento è migliorabile ma prima del giornalista va condannato chi passa le notizie. Ordine dei Giornalisti della Lombardia Il pericolo di colpevoli silenzi Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole 24 Ore: Noi ci siamo sempre attenuti al rispetto delle regole dell informazione che esistono nel rispetto delle persone, non solo della privacy. Ma questo maldestro disegno di legge non dimentichi che va rispettato anche il lettore... L opinione pubblica ha diritto di conoscere, in forme corrette e responsabili, l esistenza di inchieste o di vicende di rilevanza generale. Altrimenti non c è opinione pubblica, il lettore è meno lettore e il cittadino è meno cittadino. Eugenio Scalfari, la Repubblica: Il divieto non è soltanto contro i giornali Pochi giorni prima della presentazione del disegno di legge sulle intercettazioni, l Ordine dei giornalisti della Lombardia aveva raccolto il monito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a trovare soluzioni, auspicando che il Governo, prima di mettere mano a un qualsiasi testo che regolamentasse le intercettazioni, si facesse almeno promotore di un urgente, serrato ed esaustivo confronto anche con rappresentanze qualificate di giornalisti e magistrati. Ecco quanto dichiarava la presidente Letizia Gonzales: «Quello delle intercettazioni è un problema reale e non è compito dei giornalisti frugare nella vita privata delle persone. Tuttavia, senza le intercettazioni telefoniche ordinate dai magistrati, i cittadini sarebbero stati privati del diritto di essere informati sul caso della clinica Santa Rita di Milano, dove 14 arresti hanno portato alla luce un nuovo agghiacciante scandalo della sanità proprio sulla pelle di ignari pazienti. È solo l ultimo esempio di una serie infinita di casi che senza il lavoro dei magistrati e dei cronisti sarebbero passati sotto un colpevole silenzio. Il diritto dei cittadini a essere informati e il diritto di cronaca esercitato dai giornalisti non possono essere spazzati via con un solo colpo di spugna». 18 Tabloid 4 / 2008

19 L inchiesta Ordine Nazionale No alle sospensioni dei giornalisti 1 - Vittorio Feltri, Libero. 2 - Ezio Mauro, la Repubblica. 3 - Eugenio Scalfari, la Repubblica. 4 - Ferruccio De Bortoli, Sole 24 Ore. e i giornalisti, ma contro il formarsi dell opinione pubblica, elemento basilare della democrazia. Salvatore Carruba, Sole 24 Ore: anche l esigenza di arrestare un fenomeno che ho definito spesso incivile, ossia la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche... si sta riducendo al tentativo di imporre la mordacchia ai cronisti. Che è come prendersela col testimone per aver assistito al reato. Giovanni Valentini, la Repubblica: Mentre il governo affronta la questione delle intercettazioni legali, restringendone il campo e minacciando fino a tre anni di carcere per chi le diffonde, non si può accantonare quello ancora più grave delle intercettazioni illegali Prima di perseguire chi per dovere professionale fa informazione, occorre perseguire e sanzionare adeguatamente chi invece per mestiere fa disinformazione. Giuseppe D Avanzo, la Repubblica: Non è la privacy del cittadino che interessa a Berlusconi Vuole giornalisti silenziosi, intimiditi dalla minaccia del carcere. Vuole editori spaventati dalle possibili, gravi penitenze economiche. Il soldato come questurino, il giudice come chierico, il giornalista come laudatore sono i fantasmi di un tempo sospeso dove il governo avrà più potere e il cittadino 4 meno diritti, meno sicurezza, meno garanzie. Pierluigi Battista, Corriere della Sera: Certamente la magistratura deve fare il suo lavoro senza ostacoli e assurde limitazioni e certamente è giusto che sui giornali non venga nascosto nulla delle indagini in corso. Ma in che senso un turpe crimine sarebbe stato bloccato se si intercetta Massimo D Alema che dice facci sognare a un banchiere nel corso di una conversazione privata?. Gianluigi Nuzzi (Panorama): Dalle conversazioni brutalizzate nei brogliacci, siamo arrivati alle saffiche intercettazioni fantasma. Tutti ne parlano, nessuno le ha viste. Ma esistono? E giusto, allora, amplificare notizie senza né un nastro né un testo? I moralizzatori di oggi condannavano il Giornale di Maurizio Belpietro quando tirammo fuori la storia delle foto del portavoce del governo Prodi Silvio Sircana a spasso con i transessuali o il dialogo non trascritto tra Fassino e Gianni Consorte: Allora Gianni siamo padroni di una banca?. Lì foto e nastri c erano ma forse era un altra storia. Massimo Gramellini, La Stampa: La sensazione rimanda a un tempo lontano, quello delle leggi ad personam, che i primi passi del nuovo L Ordine dei giornalisti non rispetterà la norma del disegno di legge del governo ove fosse approvata dal Parlamento che dispone la sospensione dal servizio o dall esercizio della professione fino a tre mesi del giornalista che pubblicherà atti di indagine preliminare, ove sia evidente il pubblico e legittimo interesse dei cittadini a conoscere la verità. «Non saremo strumento per applicare la pena accessoria della sospensione a una norma già sconcertante che prevede, con meccanismi non ben valutati dal governo, una compressione inaccettabile del nostro dovere di mettere i cittadini in condizione di conoscere la verità», spiega il segretario del Consiglio nazionale dell Ordine, Enzo Iacopino. Gli fa eco il presidente dell Ordine Lorenzo Del Boca (nella foto in alto): «Il Governo ritiene che la lotta al malaffare che alberga nel Paese debba rimanere un fatto riservato quasi privato fra delinquenti e forze dell ordine, magistratura compresa. Quello che non è consentito altrimenti sono manette è che la gente sappia quello che accade a casa sua e dintorni. È paradossale. I cittadini vengono privati di una loro esigenza fondamentale che è quella di conoscere come vengono amministrati, in che tempi e con quali risultati. Il diritto di cronaca non c entra. I giornalisti diritti non ne hanno e non ne vogliono. Accettano il dovere che è proprio della loro professione di informare correttamente, con equilibrio e onestà intellettuale». Tabloid 4 /

20 L inchiesta 1 3 Unci I cronisti si ribellano 2 governo sembravano aver archiviato nell album dei ricordi. Invece, con questo fantasma sulle spalle, la norma delle intercettazioni smarrisce il profumo iniziale di giustizia e torna a emanarne un altro ben noto. Profumo di Casta. Lucia Annunziata, La Stampa: La pubblicazione e l uso delle intercettazioni sono certamente sfuggiti di mano; certamente i giudici hanno spesso influenzato il corso della politica. Ma la strada che si sta prendendo ora è inutile, oltre che pericolosa. Invece, ci sono molti buoni modi per difendere la reputazione di chiunque. Io ne conosco uno e penso sia il migliore: avere una classe dirigente che non abbia mai giocato con nessun fuoco. Luca Ricolfi, La Stampa: Berlusconi confonde sicurezza e legalità. Sia le norme sulle intercettazioni sia quelle sui processi minori tendono a limitare l azione di contrasto della criminalità ai soli reati di forte allarme Federazione europea dei giornalisti 1- Lucia Annunziata, La Stampa. 2 - Pierluigi Battista, Corriere della Sera. 3 - Massimo Gramellini, La Stampa. 4 - Giorgio Mulé, Studio Aperto. sociale, e allentano la presa su quelli che suscitano minori ansie. Piero Ostellino, Corriere della Sera: Questo nostro Paese, incolto, farisaico, senza principi, sta trasformando un principio di libertà la tutela di chi finisce nella rete delle intercettazioni non avendo nulla a che fare con le indagini sulla criminalità in un problema di efficienza: quanto costano le intercettazioni rispetto al loro numero. Mario Cervi, Gente: La mole delle intercettazioni deve essere ridotta e regolata. Ma che questo non diventi un alibi per impedire al popolo di sbirciare ogni tanto dal buco della serratura e sorvegliare i vip. Che possono far schifo anche quando non delinquono in senso stretto. Anche la stampa estera non ci sta L iniziativa del governo italiano mette il bavaglio ai giornalisti e impedisce ai cittadini di essere informati su temi d interesse pubblico compresi nelle inchieste giudiziarie. Così riferisce un documento della Federazione europea dei giornalisti (Fej) riunita a Berlino. Questo modo di procedere è contrario ai principi universali dei diritti dei media e della loro funzione nelle democrazie moderne. I giornalisti non devono nascondere le informazioni d interesse generale, sia originate da fonti libere sia da fonti confidenziali, che essi hanno il dovere di proteggere. Il progetto di legge del governo italiano è contrario alle convenzioni internazionali e alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell uomo. 4 Sullo spinoso tema delle intercettazioni proibite per legge anche l Unione Nazionale Cronisti Italiani ha preso una dura e netta posizione. Ecco quanto ha dichiarato a riguardo il presidente, Guido Columba (nella foto): «Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha detto un altra cosa non vera, dopo aver ripetuto per giorni che le intercettazioni costano un terzo del bilancio della giustizia, e cioè che il disegno di legge ha una piena copertura europea. La Corte di Strasburgo nel giugno 2007 ha, infatti, riconosciuto la prevalenza del diritto del pubblico di essere informato. Stabilire per il cronista la condanna a tre anni di carcere, ma dire state tranquilli, in galera certo non vi mandiamo equivale esattamente a minacciare: o fate i bravi o in carcere ci andate davvero. L Unione Nazionale Cronisti Italiani torna a sostenere che il diritto-dovere di cronaca è un principio basilare di un Paese democratico». Per salvaguardare il dirittodovere di cronaca, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l Ordine Nazionale dei Giornalisti e l Unione Nazionale Cronisti Italiani si sono detti pronti ad azioni diversificate, e di immediato impatto pubblico, per evidenziare la protesta e l impegno a un informazione aperta e corretta, consapevoli che queste iniziative non saranno di breve durata. 20 Tabloid 4 / 2008

21 L inchiesta I nostri vignettisti commentano il Ddl sulle intercettazioni....in attesa di una legge che regolamenti anche la satira? Lombezzi Tabloid 4 /

22 Le iniziative Primo dell Ordine piano dopo il restyling del nostro giornale Ora va in rete il nuovo portale Grafica e scansione di contenuti e servizi secondo le concezioni del moderno web design. Accessibilità anche da Mac e cellulari. Per piacere ancora di più agli oltre visitatori registrati lo scorso maggio È online dal 16 giugno il nuovo portale dell Ordine dei giornalisti della Lombardia, L indirizzo è sempre lo stesso, ma non si è trattato di un semplice restyling. Il portale è stato organizzato con una nuova veste grafica secondo i criteri più moderni del web design e una nuova scansione di contenuti. È cambiato il logo, che riprende quello di New Tabloid (il giornale che state leggendo che, come sapete, è stato completamente rinnovato e rilanciato nel novembre 2007). La home page è divisa in tre sezioni: news, documenti e servizi. Un ampia sezione è dedicata all attualità e agli aggiornamenti sull attività dell Ordine e sulla professione giornalistica, un altra è invece di servizio per gli iscritti. Il portale è accessibile da sistemi Pc compatibili e browser Microsoft Internet Explorer 6.0 (e successivi) completi di plug-in Flash8, Mozilla Firefox 2.0, Safari 2.0 per Mac (e successivi), nonché da palmari e cellulari, compresi i browser utilizzati da uten- ti disabili (così come disposto dalla legge Stanca). Il lavoro per mettere in rete il portale è stato complesso e speriamo ben riuscito, ma in caso di problemi di navigazione qualsiasi segnalazione è ben accetta. Nello scorso mese di maggio il vecchio portale dell Ordine della Lombardia ha registrato visite con visitatori, pagine visualizzate e 3,37 pagine/visita con una frequenza di rimbalzo del 50,34% e con un tempo di visita di 1 minuto e 58. Il 19,63% degli utenti lo consulta con traffico diretto, il 69,31% tramite i motori di ricerca e l 11,05% con traffico di provenienza. Dopo il rodaggio d obbligo del nuovo portale, il Consiglio regionale dell Ordine della Lombadia ha intenzione di rinnovare, entro il prossimo anno, l intero sistema informatico degli uffici, ormai obsoleto e poco funzionale. L obiettivo è offrire servizi più efficaci agli iscritti e disporre di un database aggiornato per realizzare un osservatorio completo sulla professione. Corso d aggiornamento I segreti della multimedialità Si svolgerà il 12 e 13 settembre nella sede dell Istituto per la formazione al giornalismo (via Fabio Filzi 17, Milano) il primo corso di aggiornamento sulla multimedialità organizzato dall Ordine dei giornalisti della Lombardia. L iniziativa è riservata ai freelance ed è, però, aperta solo a 16 colleghi, a un costo di 30 euro (il corso è gratuito per i disoccupati iscritti nelle liste di disoccupazione). Il corso di aggiornamento sulla multimedialità è strutturato in due giornate a tempo pieno (orario dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18) durante le quali Daniele Cerra (nella foto), giornalista, blogger e consulente aziendale esperto di web 2.0 e new media, insegnerà le basi teoriche e pratiche per utilizzare correttamente gli strumenti tecnologici e i servizi web che costituiscono il kit di sopravvivenza del freelance 2.0. Il corso è diviso in quattro sessioni tematiche di circa quattro ore ciascuna. Il corso è riservato ai primi sedici iscritti. È preferibile che i partecipanti siano dotati di propri strumenti di lavoro (computer, macchina fotografica digitale, videocamera, cellulari, palmari, webcam, e altre eventuali da concordare). Le iscrizioni sono aperte fino a fine agosto: i candidati devono inviare domanda agli indirizzi mail direzione@odg.mi.it oppure a segreteria@odg.mi.it o, ancora, all indirizzo postale dell Ordine in via Antonio da Recanate , Milano. 22 Tabloid 64 /

23 Le iniziative dell Ordine IN MEMORIA DEL VICE-CAPOREDATTORE DE LA PREALPINA Premio Gavinelli ecco i vincitori Un articolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport e firmato da Andrea Schiavon ha conquistato la giuria del Gruppo Altomilanese Giornalisti. Il Reportage di viaggio è andato, invece, a Maria Sorbi, collega de Il Giornale A Legnano, nelle sale di Palazzo Leone da Perego, domenica 15 giugno sono stati consegnati i premi del concorso giornalistico Mauro Gavinelli riservato ai giovani giornalisti. Il premio in denaro (2.500 euro) è stato consegnato ad Andrea Schiavon 34 anni, giornalista della redazione di Tuttosport. L autore ha partecipato con un articolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport, sua ex redazione. Il pezzo intitolato A Bollate detenuti e agenti fanno squadra racconta come è nata la singolare squadra di calcio della Casa circondariale. La giuria è rimasta colpita dalla capacità del redattore di raccontare con un tono lieve e da una prospettiva insolita la dura condizione carceraria. Il premio Reportage di viaggio (che consiste in un viaggio in una capitale europea e in un successivo servizio da pubblicare su quotidiani nazionali) è andato, invece, a Maria Sorbi per l articolo Piccoli Bernacca crescono. È boom del meteo fai da te, pubblicato su Il Giornale. La giuria ha apprezzato l originalità del tema e la piacevolezza della scrittura. Sono stati, inoltre, segnalati Cristina Piotti e Marco Grasso, autori di un ampio servizio pubblicato sul mensile della scuola dal titolo Anni di piombo. Il ricordo dimezzato, Luca Bonora, per Affari di Famiglia pubblicato su Qui Touring, Francesco Laurenzi per Gli ultimi lupi di lago pubblicato su Aqua. A questa edizione del concorso Gavinelli hanno partecipato 67 concorrenti (38 maschi e 29 femmine), di cui il più giovane ha 23 anni, il più anziano 35. Sessantadue gli articoli in concorso, pubblicati su 39 testate. Gli argomenti più gettonati sono stati la cronaca (21 pezzi), il costume e la società (14 pezzi), il non profit e l informazione sociale (11 pezzi). Un certo spazio hanno avuto lo sport (6 articoli), l ambiente (5 articoli), l economia (3 articoli). Un articolo si è occupato di politica e uno di chiesa. Il premio Mauro Gavinelli è organizzato dal Gruppo Altomilanese Giornalisti (Gag), un associazione che riunisce i professionisti che operano o risiedono nell Altomilanese. Obiettivo del sodalizio è difendere la libertà e il pluralismo dell informazione, tutelare i diritti e le prerogative dei suoi operatori nell ambito delle comunità locali, promuovere l aggiornamento professionale dei giornalisti. Intento del premio è valorizzare l attività professionale dei giovani colleghi e ricordare Mauro Gavinelli (nella foto), vice-caporedattore de La Prealpina, scomparso il 7 agosto L iniziativa è patrocinata dal Comune di Legnano e dall Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Il premio Gavinelli e Reportage di Viaggio sono offerti dai familiari del giornalista. Alla cerimonia erano presenti il consigliere tesoriere dell Ordine della Lombardia, Alberto Comuzzi, il presidente del Gruppo Altomilanese Giornalisti, Francesco Chiavarini e, per la famiglia, Giuliano Gavinelli. La borsa di studio Etnie africane e Ilaria Alpi Sono quattro i vincitori della Borsa di studio (800 euro ciascuna) istituita dal Consiglio dell Ordine dei giornalisti della Lombadia in occasione della Conferenza internazionale Le Comunità dentro le Comunità - Democrazie ed etnie in Africa e della cerimonia di consegna del Premio intitolato a Ilaria Alpi (in foto), la giornalista del Tg3 uccisa in Somalia nel I vincitori sono stati: Laura Bernardi Locatelli, Ilaria Roberta Sesana, Benedetta Della Rovere e Fabrizio Montanari. La Conferenza internazionale è stata organizzata da Africa Peace Point, Koinia Community e dall Associazione Ilaria Alpi il 4 e 5 giugno scorsi, quasi in concomitanza con il Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi che si è svolto nei giorni successivi, il 6 e 7 giugno a Riccione. La Borsa di studio era riservata a giornalisti freelance iscritti a uno degli Albi dell Ordine della Lombadia di età compresa tra i 25 e i 35 anni con buona conoscenza della lingua inglese e un attività professionale di particolare rilevanza sociale e competenza internazionale. In particolare, questa Borsa di studio è la naturale conseguenza di un altra iniziativa che l Ordine della Lombadia aveva messo in cantiere nel dicembre 2007, quando altri quattro giovani giornalisti (vincitori della prima Borsa di studio istituita dall Ordine) erano andati in Kenya a seguire i lavori della Conferenza internazionale di Nairobi sui conflitti africani. Tabloid 4 /

24 Le iniziative dell Ordine all universita di milano e all insubria di como Società globale: i rischi nei media Studiosi da tutto il mondo si sono riuniti alla Conferenza internazionale di sociologia del diritto con il patrocinio dell Ordine della Lombardia. Settanta le sessioni speciali. E, tra i temi più scottanti, Media, governance e internet Legge e giustizia nella società del rischio : questo è il titolo di un convegno internazionale che si è svolto dal 9 al 12 luglio, a Milano (Università Statale e Bicocca) e a Como (Università dell Insubria), con il patrocinio dell Ordine dei giornalisti della Lombardia. Vastissimo il programma del convegno (trilingue: inglese, francese e spagnolo) che comprendeva ben 70 sessioni speciali, tra cui i media. Gli altri hanno riguardato la sicurezza, la guerra, il sacrificio dei diritti umani, la devastazione ecologica, la crisi nei sistemi giuridici e giudiziari, lo scontro fra culture e identità religiose, la crisi dei modelli di welfare, le nuove tecnologie mediche, la trasformazione della compagine familiare, le migrazioni di massa. L argomento dei media nella società globale è stato trattato soprattutto sotto il profilo dell impatto sociale e della regolamentazione giuridica delle tecnologie informatiche, in due panel specifici. Nel primo, dedicato a Media, governance e Internet, hanno preso la parola Lieve Gies (Università di Keele, Gran Bretagna), Cristiane de Souza Reis (Rio de Janeiro), Maria Magoska (Università di Cracovia), specializzata nella comunicazione politica, e Wolf Heydebrand, noto studioso della New York University, che ha trattato della faccia amichevole del potere analizzando i nuovi media interattivi come forme di governance e di gestione del rischio. Nel secon- do panel, l attenzione è stata concentrata soprattutto sulla cyber-criminality, con la partecipazione di due giovani studiosi italiani (Cecilia Blengino, Università di Torino, e Salvatore Poier, Università di Milano), di Jan Winczorek, polacco, e di due giuristi svedesi, Håkan Hydén e Stefan Larsson (Università di Lund), che hanno analizzato il problema del file sharing illegale. Allarme sociale e strategie di comunicazione Accanto a questi due panel specifici, si può dire però che tutto il congresso abbia toccato indirettamente la comunicazione e l informazione. Molte comunicazioni, infatti, hanno messo in rilievo come le percezioni sociali siano essenzialmente dipendenti dalla costruzione sociale dei fenomeni nella cultura di massa. Ciò è particolarmente evidente nel campo della sicurezza e dell allarme sociale, in larga misura effetto delle strategie comunicative. E non meno evidente in molti altri campi, come quello dell ecologia (una relazione di Barbara Pozzo, Un. dell Insubria, ha trattato della percezione del rischio 30 anni dopo la catastrofe di Seveso) e soprattutto quelli al centro delle sessioni generali. All Università di Milano-Bicocca, si è parlato di democrazia a rischio, con la presenza, fra gli altri, di Boaventura de Sousa Santos (Università di Coimbra), intellettuale noto Il professor Vincenzo Ferrari (in alto) e il giurista Lawrence Friedman dell Università di Stanford. internazionalmente anche per la sua militanza nel movimento no-global. All Università dell Insubria, Como, ci si è occupati del tema del rischio nel campo dell impresa e del lavoro: fra i relatori, David Trubek (Università del Wisconsin), studioso dello sfruttamento del lavoro nei Paesi in via di sviluppo. Tra i partecipanti illustri, spicca la figura di Lawrence Friedman, famoso giurista dell Università di Stanford, che ha presieduto la tavola rotonda sulla cultura giuridica. L intervento di Eligio Resta (Università di Roma Tre) ha concluso il convegno. La manifestazione, indetta dal Comitato di sociologia del diritto dell Associazione internazionale di sociologia, attualmente presieduto dalla sociologa francese Anne Boigeol, è stata organizzata da un Comitato presieduto dal professor Vincenzo Ferrari, ordinario di sociologia del diritto e responsabile dei rapporti internazionali dell Università di Milano, e dal Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale, l istituzione milanese fondata da Adolfo Beria di Argentine che opera come organo consultivo delle Nazioni Unite e celebra quest anno il suo 60º anniversario. 24 Tabloid 4 / 2008

25 Le iniziative dell Ordine A fine settembre riprende l attivita di formazione con il 73 corso Aspiranti professionisti alla prova del nove All Università Cattolica il corso (obbligatorio) per i praticanti che sosterranno l esame di Stato previsto per il prossimo ottobre. Lezioni concentrate in due weekend al costo di 150 euro. Prove simulate al computer abilitato all utilizzo di una chiavetta Usb di Alberto Comuzzi* Si terrà a fine settembre il corso per praticanti in preparazione dell esame di Stato che è previsto per ottobre. La frequenza ai corsi è obbligatoria per sostenere l esame di Stato e riflette l indirizzo elaborato dal Consiglio nazionale dell Ordine dei giornalisti nella riunione del 5 luglio 2002 e ribadito nella seduta del giugno Seguendo una consolidata tradizione e in ossequio alle disposizioni di legge, il Consiglio dell Ordine dei Giornalisti della Lombardia promuove un corso di 49 ore che si terrà nei giorni 25, 26, 27 Settembre e 2, 3, 4 Ottobre a Milano presso l Università Cattolica nell aula SA 224 (con ingresso in Via sant Agnese 2). Il costo del corso è di 150 euro da versare, entro il 5 Settembre, sul c/c bancario N.ro ABI 5584 CAB 1626 CIN C aperto presso la Banca popolare di Milano - Agenzia 26 di Piazza Duca d Aosta 8/2 in Milano - specificando nella causale, oltre al nome e cognome ben leggibile in stampatello, 73 Corso praticanti giornalisti Lombardia. Programma dettagliato e nomi dei docenti saranno pubblicati sul sito dell Ordine. La settimana intensiva di preparazione all esame è stata suddivisa in due parti: per lo scritto, i partecipanti sosterranno tre prove simulate (25, 27 settembre e 3 ottobre); per l orale, tutti i pomeriggi e in alcune ore della tarda mattinata degli altri giorni in calendario. Oltre che sulle singole materie della professione (Storia del giornalismo, nuove tecnologie, etc.), attenzione particolare sarà riservata ai temi giuridici per i quali sono previsti 10 ore di lezione. L introduzione dell uso del computer rende necessaria qualche innovazione pratica nello svolgimento della prova d esame. Il Consiglio nazionale dell Ordine dei giornalisti ha assicurato che, entro il 15 Settembre, provvederà a dare ampie informazioni sulle nuove procedure, sia ai Consigli regionali, sia ai singoli candidati. Per quanto attiene le prove simulate previste dal 73 Corso si ricorda ai candidati che dovranno munirsi di computer abilitato all ingresso (attacco) di una chiave Usb. Il 74 corso si terrà, invece, nella primavera Ciò significa che, aldilà del presente corso, i praticanti intenzionati a iscriversi alle sessioni del semestre Ottobre Aprile 2009 avranno comunque sempre a disposizione il corso telematico oppure il corso di Fiuggi promosso dal Consiglio nazionale. Arrivederci a settembre e a tutti buona fortuna. *Consigliere tesoriere Ordine Giornalisti Lombardia Sessione straordinaria A Roma con il corso telematico Il 26 settembre ci sarà un altra sessione d esame (straordinaria) a Roma. I praticanti che dovranno sostenere questa sessione d esame devono frequentare il corso telematico contattando l Ordine nazionale oppure devono aver già frequentato il corso regionale prima dell estate. Il Consiglio nazionale dell Ordine dei giornalisti, infatti, ha deliberato (artt. 29 e 32 della legge n. 69 e dell art. 45 del D.P.R n. 115 e succ. mod.) d indire la sessione di esami per la prova di idoneità professionale per l iscrizione nell elenco dei giornalisti professionisti con prova scritta a Roma il 26 settembre 2008 alle ore 10,30 presso l Ergife Palace Hotel Via Aurelia 617. Le domande di ammissione devono essere consegnate direttamente o inoltrate esclusivamente a mezzo posta, con i documenti di rito (allegati alla presente o reperibili attraverso il sito www. odg.it sezione esame, documenti per l ammissione), alla Segreteria del Consiglio nazionale dell Ordine dei giornalisti (00186 Roma Lungotevere de Cenci 8) entro e non oltre il 26 agosto Nel caso di consegna diretta, gli orari della segreteria degli esami sono i seguenti: lunedì-venerdì dalle ore 10,30 alle ore 12,30. Tabloid 4 /

26 Le iniziative Primo dell Ordine piano convegno il 1 ottobre nell aula magna dell universita statale di milano Il futuro del giornalismo le idee per un rilancio L Ordine della Lombardia ha commissionato a Enrico Finzi la prima grande ricerca sulla nostra professione. A commentare i risultati (dalle 9,30 alle 14) abbiamo chiamato Ferruccio De Bortoli, Maurizio Belpietro, Carlo Verdelli, Anna Massarenti, Emilio Carelli oltre al presidente di Upa e ad altri esperti del mondo della comunicazione Il Consiglio dell Ordine dei giornalisti della Lombardia ha commissionato una triplice indagine ad Astra Ricerche, uno degli istituti che da più anni si occupa dell evoluzione sia del sistema dei media sia del mercato della comunicazione commerciale (anzitutto per conto dell Upa, che è l associazione che raggruppa quasi tutti gli investitori pubblicitari). Astra Ricerche è diretta da Enrico Finzi, che ha gentilmente acconsentito a fornirci in esclusiva e in anteprima i dati riferiti a tre studi: uno demoscopico su un campione rappresentativo della popolazione italiana dai 15 anni in su; uno, di tipo predittivo, sul futuro a medio termine dei mezzi di comunicazione di massa; e uno, infine, sul calo di efficacia della pubblicità, che è stato determinato anche dall indebolimento dell autonomia e del ruolo dei giornalisti. Enrico Finzi ha già presentato al Consiglio i primi risultati del suo lavoro. Essi mostrano ombre e luci, comunque di grande interesse. Le ombre riguardano sostanzialmente il giudizio negativo che gli italiani danno oggi dei giornalisti, oggetto di una severa critica collettiva. Nel contempo, dal sondaggio emerge una fortissima domanda di rilancio del ruolo di un giornalismo professionale, attivo, autonomo e critico. Avremo modo di approfondire questa contraddizione in un grande convegno che l Ordine dei giornalisti della Lombardia sta organizzando, a Milano, il prossimo 1 ottobre (un mercoledì) nell Aula Magna dell Università Statale (in foto nella pagina a fianco), in via Festa del Perdono 3 (dalle 9,30 alle 14). Il convegno avrà per titolo Il futuro del giornalismo. Le notizie, le idee, gli italiani, la pubblicità. In quell occasione rifletteremo insieme sui risultati della ricerca e sul futuro del giornalismo. Il valore della professione Non meno stimolanti ci sono sembrati i primi esiti dei due studi predittivi. In primo luogo, anche smentendo opinioni diffuse, Astra Ricerche sostiene che proprio Internet è destinato a rilanciare il valore della nostra pro- Uno studio demoscopico sull immagine dei giornalisti tra i lettori, il ruolo di Internet e l efficacia della pubblicità chi e enrico finzi Consulente e ricercatore di marketing. Nato a Milano il 4 ottobre Nel 1971 si laurea in filosofia all università Statale di Milano, dove si specializza in psicosociologia. È stato assistente di Storia contemporanea all Università Statale di Milano, si è dedicato poi all attività giornalistica collaborando con il quotidiano Il Sole 24Ore e il settimanale L Espresso. Nel 1980 è fondatore di InterMatrix Italia, che si occupa di ricerche di mercato e consulenza aziendale; nel 1983 fonda Astra Srl (scenari, marketing e ricerche sociali), attualmente presidente e amministratore unico di Astra Srl. Dal febbraio 2006 è presidente della TP, l associazione italiana dei pubblicitari professionisti. Ha pubblicato molti articoli e saggi oltre a libri. È membro dell Esomar e dell Aism (l Associazione Italiana per gli Studi di Marketing). 26 Tabloid 64/ /

27 Le iniziative dell Ordine Cos è Astra ricerche Astra è una società di consulenza strategica fondata nel Nel 1992 si è ingrandita, aggiungendo alle sue attività iniziali strategie di marketing, studi di posizionamento di mercato, valutazione di marche e aziende, ricerche sociali, marketing e previsioni a medio termine nei settori più dinamici. L attività è svolta per il 50% autonomamente e per il 50% in collaborazione con altre società. Si avvale di una rete esclusiva di istituti che si occupano di ricerca e di consulenza strategica. I clienti sono in gran parte imprenditori privati e associazioni. Astra si posiziona tra i primi istituti del suo settore grazie alle specializzazioni, all esperienza dei collaboratori, alla forte capacità di previsione e alla peculiare attenzione ai trend di lungo periodo, ma anche grazie alla metodologia e al pieno rispetto delle norme. L Ordine dei giornalisti della Lombardia e gli esperti della comunicazione per rifondare la professione. All Università fessione: la stessa moltiplicazione, pressoché infinita, delle informazioni determina e determinerà confusione e disagio, rafforzando una quadruplice richiesta di verifica delle notizie, della loro selezione e gerarchia d importanza, dell interpretazione. Tutti compiti che spettano al buon giornalismo, sempre più sollecitato ad aiutare a capire e non solo a sapere. Tra l altro, almeno secondo questo scenario, le stesse prospettive occupazionali potrebbero migliorare a medio termine. L efficacia dei mezzi L analisi che uno specialista come Finzi fa del terzo filone della ricerca, a pubblicità, è addirittura impressionante: essa mostra come il passato trentennio, tutto basato sul prepotere della comunicazione commerciale e sulla riduzione dell importanza degli spazi di libertà dei giornalisti, abbia non solo indebolito noi ma abbia finito paradossalmente col diminuire l efficacia della stessa pubblicità. Il risultato è che in futuro saranno proprio gli investitori pubblicitari a richiedere mezzi di nuovo ricchi di un autonomo valore editoriale e giornalistico, apprezzati dai lettori o dagli ascoltatori, contesto di nuovo credibile dei loro annunci. I relatori e i contributi Astra Ricerche ci consegnerà il report finale a settembre, con l ultimo aggiornamento previsto per tale data. Ma sin d ora crediamo di poter dire che, con un investimento davvero minimo, disporremo di dati, analisi e ipotesi tali da rimettere in moto un serio dibattito sul nostro futuro e anche sul ruolo evolutivo dell Ordine. Al convegno hanno assicurato la loro presenza, come relatori, Ferruccio De Bortoli, direttore del quotidiasno Il Sole 24 Ore, Maurizio Belpietro, direttore di Panorama, Carlo Verdelli, direttore della Gazzetta dello Sport, Anna Massarenti, direttore di Altroconsumo ed Emilio Carelli, direttore di SkyTv Italia. Moderatore del dibattito sarà Enrico Regazzoni, direttore della nostra Scuola di giornalismo, l Ifg. Ai convegnisti porteranno il loro saluto il rettore dell Università Statale di Milano, Enrico Decleva, il presidente dell Ordine nazionale dei giornalisti Lorenzo Del Boca e il presidente della Federazione nazionale della Stampa, Roberto Natale. Contributi particolari arriveranno, in collegamento video, dal presidente di Upa e da altri esponenti del mondo della comunicazione. Tabloid 4 /

28 Gli altri enti della Primo categoria piano premio vergani: iscrizioni entro fine luglio Così la cronaca si mette in gara Inchieste e servizi svolti nell ambito del territorio lombardo: questa la condizione per partecipare al prestigioso concorso istituito dal Gruppo Cronisti Lombardi e la cui cerimonia è prevista per la seconda metà di ottobre Ancora pochi giorni a disposizione per partecipare al Premio Guido Vergani. Il Gruppo Cronisti Lombardi, infatti, ha bandito l omonimo concorso cronista dell anno 2008 rivolto a giornalisti professionisti, praticanti e pubblicisti. Uno dei premi più ambìti della Lombardia. Gli articoli devono riguardare inchieste e servizi svolti nell ambito del territorio lombardo nel periodo 1 luglio giugno La scadenza per la consegna degli elaborati è fissata per il 31 luglio Il Premio è suddiviso in due sezioni (una per la carta stampata, una per emittenza radiotelevisiva e web) ed è riservato a giornalisti professionisti, praticanti e pubblicisti assunti a tempo pieno e che lavorano nelle redazioni di cronaca della Lombardia. Il vincitore di ciascuna delle due sezioni riceverà in premio la somma di euro e una targa ricordo. I secondi classificati di ciascuna sezione verranno premiati con la somma di euro e targa, i terzi classificati con la somma di 500 euro e targa. I cronisti possono concorrere al Premio sia singolarmente sia riuniti in gruppi di lavoro, per ricerca e divulgazione di notizie, servizi, inchieste. Ciascun candidato potrà presentare un solo elaborato che dovrà riguar- dare l ambito del territorio regionale (sono ammessi più articoli o servizi solo nei casi di inchiesta o di eventi che si siano protratti per più giorni). Le candidature possono essere presentate da: direttori, capicronisti, comitati di redazione, organismi sindacali e professionali dei giornalisti, singoli giornalisti, lettori. Le segnalazioni, complete di generalità del candidato e del presentatore, testata e motivazione della candidatura, devono essere inviate alla Segreteria del Premio, all indirizzo: Gruppo Cronisti Lombardi, viale Montesanto, 7 cap Milano (tel , fax ) oppure tramite all indirizzo info@cronistilombardi.it Le segnalazioni relative all informazione stampata e web devono contenere 3 copie della pubblicazione, mentre per quelle relative all informazione radiotelevisiva è necessaria la registrazione della trasmissione in cassetta VHS o in DVD accompagnate obbligatoriamente (pena l esclusione) da una scheda riassuntiva. La Giuria, che esaminerà e giudicherà gli elaborati in gara, sarà presieduta da Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole 24 Ore. La cerimonia di consegna dei due premi, infine, è in programma per la seconda metà di ottobre al Circolo della Stampa di Milano. Cambio al vertice Mieli presidente del nostro Circolo Il direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli (nella foto), è il nuovo presidente del Circolo della Stampa di Milano. Dallo scorso giugno sostituisce, dopo 11 anni, Giuseppe Gallizzi, già caporedattore dello stesso quotidiano. La nomina è stata decisa, all unanimità, dal Consiglio direttivo dell Associazione lombarda dei giornalisti (Alg). Vicepresidente è Francesco Faranda, segretario generale, invece, è Giovanni Negri (attuale presidente dell Associazione lombarda dei giornalisti). I consiglieri sono: Elena Golino, Andrea Nicastro, Gabriele Porro, Fabio Gibellino e Pierfrancesco Gallizzi. Probiviri: Giuseppe Nardi, Domenico Tedeschi e Gianluca Beltrame. Revisori dei conti: Alberto Arrigoni, Alessandro Galimberti e Giovanni Pons. Nato nel 1949, per volontà dell Associazione Lombarda dei Giornalisti, il Circolo della Stampa venne inaugurato il 27 gennaio 1951 alla presenza del Capo dello Stato, Luigi Einaudi. Per lo Statuto, scopi del Circolo sono: a) la creazione di un centro di fermento intellettuale attorno al giornalismo militante, per iniziative di carattere professionale, artistico e culturale; nonché per riunioni dei soci e trattenimenti vari; b) il rinsaldamento dei vincoli fra gli associati, mediante l ordinamento dei fini culturali con quelli assistenziali; c) l affiatamento tra giornalisti e pubblicisti da una parte, e altre categorie di cittadini dall altra. 28 Tabloid 4 / 2008

29 La voce dei pubblicisti Le regole per l scrizione all ordine Elenco speciale diritti e doveri Un albo particolare solo per i direttori dei giornali tecnici, specializzati e professionali. Nel rispetto della deontologia di Stefano Gallizzi* Forse non tutti sanno che gli elenchi all interno dell Ordine dei Giornalisti non si riducono agli Albi dei professionisti e dei pubblicisti, ma ci sono altri elenchi che sono stati appositamente costituiti per far fronte a situazioni particolari. Mi riferisco, ad esempio, alla particolare situazione dei praticanti, nel cui Albo sono iscritti temporaneamente tutti coloro che stanno svolgendo il praticantato in attesa di sostenere l esame di Stato a Roma, ma anche coloro che sono iscritti all elenco speciale e all elenco temporaneo (vedi box a fianco). L elenco speciale dei giornalisti è stato creato con la legge istitutiva del 1963 e serve per iscrivere in un apposito Albo, chi, pur non esercitando l attività di giornalista, assume la qualifica di direttore responsabile di periodici o riviste a carattere tecnico, professionale o scientifico, escluse quelle sportive e cinematografiche. In sostanza con l elenco speciale si consente a tutti di poter essere direttore responsabile di una testata a patto che essa sia di un settore specifico. I documenti da inoltra- re all Ordine per questa iscrizione sono facilmente scaricabili nella sezione modulistica del sito www. odg.mi.it. Va ricordato che una volta presentata la domanda essa viene vagliata dal Consiglio dell Ordine Regionale che deve stabilire se la testata in oggetto rientra tra quelle che si possono ritenere tecniche. Una volta accettata la domanda il giornalista iscritto all Elenco Speciale si deve ritenere a tutti gli effetti iscritto all Ordine. Deve quindi rispettare le norme deontologiche della categoria. Lo stesso iscritto però non ha facoltà di voto nel rinnovo delle cariche dell Ordine. Dopo due anni di iscrizione all elenco Speciale il direttore responsabile, se dimostra la continuità di pubblicazione, i pagamenti ma soprattutto la trasformazione del giornale da tecnico a generico può presentare domanda per diventare pubblicista. Ma attenzione: questo passaggio non avviene automaticamente, come spesso si crede. I requisiti devono essere valutati dal Consiglio Regionale. * Vice presidente Ordine Giornalisti Lombardia L elenco temporaneo Riviste politiche direttori a tempo Del tutto particolare è la situazione degli iscitti al cosiddetto elenco temporaneo. A questo elenco sono iscritti tutti quei giornalisti che, non necessariamente giornalisti, diventano direttore responsabile di periodici o riviste a carattere politico. L iscrizione a questo Albo dura fino a quando si mantiene la direzione della testata. Anche questi iscritti sono tenuti a rispettare le norme deontologiche stabilite dalla legge istitutiva dell Ordine per l intera categoria. Elenco speciale iscritti al 31 giugno 2008 Maschi (di cui 827 laureati) Femmine 594 (di cui 219 laureate) Tabloid 4/ 2008 Dopo due anni e con la trasformazione della testata da tecnica a generica, l iscritto può anche diventare pubblicista 29

30 La posta dei lettori Tutti al mare, stagisti in redazione Il Cdr del Giorno ripropone interventi per risolvere una questione annosa: troppi stage al posto di contratti a termine per sostituire giornalisti in ferie estive Le Scuole di giornalismo non devono creare danno ai precari Stagisti (e neanche tutti iscritti alle scuole di giornalismo riconosciute dall Ordine) al posto di contratti a termine, per sostituire i giornalisti assenti per ferie durante l estate, che, come ogni anno, hanno chiesto le indispensabili sostituzioni estive previste dal Contratto nazionale di lavoro. Nonostante le proteste dei Comitati, l azienda ha cominciato immediatamente a insediare gli stagisti nelle redazioni e, per di più, proprio durante una difficile trattativa su un un ipotesi di riorganizzazione del lavoro che prevederebbe un drastico taglio dei giornalisti all interno del Gruppo. Di fronte a questa provocazione, che tende chiaramente a forzare la mano e a far trovare i sindacati di base, l Ordine e la Fnsi davanti al fatto compiuto, i Comitati di Redazione chiedono dunque agli organismi nazionali di categoria e ai loro rappresentanti territoriali un immediato e deciso intervento, come la sospensione dei suddetti stage, a tutela dei colleghi in attività, dei bilanci dell Inpgi e della stessa dignità professionale. Nessuno mette in dubbio le leggi e i diritti dei giovani delle scuole di giornalismo riconosciute dall Ordine. Ma è altrettanto ovvio che l esercizio di tali diritti non deve mai costituire, in alcun modo, un danno per chi già lavora nelle redazioni o per chi - magari estromesso o in perenne precariato - ci vorrebbe lavorare (vedi i disoccupati) accontentandosi di un semplice contratto a termine. Il Comitato di redazione de Il Giorno Gli stagisti non possono essere utilizzati in produzione La materia è annosa e delicata perché coinvolge tanti colleghi che si trovano in situazioni delicate, deboli e molto differenti fra loro: precari, disoccupati e praticanti in particolare. Ma sia l Ordine sia la Federazione nazionale della stampa (il sindacato) hanno posizioni precise e conosciute: gli stagisti non possono essere utilizzati in produzione poiché in questo caso scatterebbe l applicazione del contratto per i subordinati e chi utilizza impropriamente gli stagisti può essere sottoposto a provvedimento disciplinare. Vale la pena, comunque, riportare. di seguito, in sintesi, le prese di posizione sia dell Ordine nazionale sia del sindacato nazionale. (L.G.) Procedimenti disciplinari per chi usa stagisti impropriamente Il Comitato esecutivo del Consiglio nazionale dell Ordine dei giornalisti ribadisce che gli stagisti delle scuole di giornalismo non possono essere utilizzati in alcun modo in produzione, né tanto meno impiegati al posto di personale mancante. Anzi, il nuovo Quadro di indirizzi dispone l apertura di procedimenti disciplinari nei confronti di quei responabili giornalisti, dai direttori ai capi settore, che utilizzano gli stagisti in maniera impropria. Per questa ragione si invitano i Cdr a vigilare sulle situazioni in atto e a segnalare all Ordine, con precise indicazioni, tutte le eventuali violazioni. Il Consiglio nazionale dell Ordine dei giornalisti C è un Protocollo firmato Fieg e i Cdr devono essere informati Le aziende editoriali si sono impegnate, tramite la Fieg, con la sottoscrizione del Protocollo d intesa del 7 gugno 1993, tuttora in vigore, a preferire, nella effettuazione di stage redazionali, gli allievi delle scuole riconoscute dal Consiglio nazionale dell Ordine dei giornalisti. I Cdr devono chiedere alle rispettive aziende di essere messi tempestivamente a conoscenza, ai sensi dell art. 34, sul numero, i nomi, i tempi e le scuole di provenienza degli stagisti. Lo stagista, non essendo a nessun effetto un lavoratore, né subordinato né autonomo, non può svolgere alcuna attività lavorativa utilizzabile nella produzione del giornale. Lo stagista, ancorché iscritto nel registro dei praticanti, è presente in azienda esclusivamente per lo svolgimento di una fase di apprendimento pratico: non può quindi, se non in termini di mera simulazione, essere inviato a seguire avvenimenti, né titolare, né impaginare, né scrivere articoli destinati alla pubblicazione, né può operare al desk, né può essere accreditato quale rappresentante della redazione a conferenze stampa o manifestazioni pubbliche. La violazione di questi limiti determina una violazione di norme imperative di legge e l automatica trasformazione del rapporto di stage in rapporto di lavoro subordinato. Lo stesso vale per i tirocini formativi e di orientamento previsti dalla legge 196/1997 e relativo decreto ministeriale attuativo n. 142/1998. Gli stagisti e i tirocinanti non possono quindi sostituire personale giornalistico in ferie (art. 3 Cnlg). Federazione nazionale della stampa italiana 30 Tabloid 4 / 2008

31 La posta dei lettori Pubblicista ex art. 36 ora professionista. Grazie Gentile presidente, l anno scorso, precisamente il 3 agosto, sono venuta all Ordine per parlare con lei e con l avvocato. Il mio dilemma era fare sì o no l esame da professionista, essendo dal 1997 pubblicista e avendo già il contratto giornalistico secondo l articolo 36. In quella occasione lei è stata particolarmente gentile e premurosa con me e ha saputo ascoltarmi. Non so se si ricorda quell incontro, in ogni caso mi faceva piacere informarla che anche grazie alla chiacchierata con lei, ho preso la decisione di cimentarmi con l esame: martedì ho fatto l orale e l ho passato, addirittura con 60. Un po di merito è anche suo. La ringrazio di cuore e la saluto con tanta simpatia. Elena Magni Compro il giornale con i sandali o i sandali senza il giornale? Carissimi, oggi ho cercato una rivista in edicola e l edicolante mi ha chiesto che numero volessi. Io, guardandolo strano, ho risposto: il numero in edicola. Lui mi ha detto che si riferiva al numero di piede. Perché la rivista aveva come gadget un paio di scarpe. Poi ho visto un paio di sandali dorati celofanati insieme a un giornale di cui non si leggeva la testata. Li ho visti mentre stavo acquistando, a 12,90 euro, Vie del Gusto celofanata insieme a due set di sushi, completi di bacchette e stuoini di legno. Mi sono chiesto se acquistare due Vie del Gusto per avere il servizio da quattro, casomai arrivassero a casa degli amici. Ma invece del secondo set sushi ho comprato i sandali d oro. E l edicolante, di nuovo: Che numero vuole? In quello stesso istante ho deciso di iniziare una collezione di gadget. Potremmo farne una mostra (uso il plurale perché spero che diventiate miei complici), vendere i gadget all asta e devolvere il ricavato a qualche associazione che si batte per un mondo migliore. Mi servono gadget originali, con la celofanatura intonsa. Accetto, in deroga, copie spaiate rivista-gadget per il pregresso. Astenersi da abbinamenti banali come panini di varia natura (salvo eccezioni tipo Espresso-Playboy), giornale libro, giornale film. Vanno bene, invece, borse, top, tanga, orologi, bandane e chi più ne ha più ne metta. Darei non so cosa per una bilancia pesapersone allegata a Gente che mi sono persa lo scorso anno. Vi farò sapere. Un caro saluto Saverio Paffumi Ps. Il giornale con i sandali è Stop Radio Voghera, ai confini dell impero Ho letto l inchiesta sulle radio e ho aprezzato l analisi in generale del settore radiofonico in Lombardia. Debbo solo aggiungere che i piccoli sono dimenticati, anche per la difficoltà di conoscere la loro realtà. Sono uno dei fondatori (anno 1975, anche se l iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Voghera risale al 1974, probabilmente tra i primi casi in Italia) di Radio Voghera, una delle 26 emittenti lombarde monitorate da Audiradio e riportate a pagina 8 del citato articolo (New Tabloid n ). Siamo l ultima in base agli ascolti del giorno medio, ma pur sempre presente nella lista di chi ha superato lo sbarramento per la pubblicazione dei dati. Abbiamo sede a Voghera e ci sentiamo ai confini dell impero. Infatti nonostante la vicinanza a Milano ci sentiamo dimenticati quando si parla di Lombardia a meno che si voglia citare luoghi comuni (la casalinga di Voghera, il sarto Valentino). Per di più, anche se abbiamo una forte presenza radicata sul posto, non facciamo opinione come il valore dei numeri stabilisce. Dal 1977 trasmettiamo in diretta il Consiglio comunale di Voghera e chi effettua il servizio (ahimé sono io) deve preoccuparsi anche delle apparecchiature perché i costi non permettono la presenza di un tecnico o di una seconda persona di appoggio. Non solo, spesso i radiogiornali (il nostro palinsesto è visionabile su com) vengono realizzati da un unica persona che deve occuparsi della parte tecnica, lasciando al mondo dei sogni l aiuto del regista e del fonico. Si è scritto poi delle sovvenzioni pubbliche: è stata pubblicata dal Ministero la graduatoria per l anno 2006: Radio Voghera è al 44 posto, ma quanti problemi a fare informazione con un bilancio esiguo. Per di più, come avete evidenziato, le sovvenzioni sono in ritardo: non solo, i rimborsi Enel e Telecom tardano (i quotidiani hanno immediatamente l abbattimento in bolletta), ma i pagamenti ai due gestori devono essere effettuati alle scadenze indicate, altrimenti sospendono l erogazione dell energia elettrica o il collegamento telefonico. L ultima Finanziaria ha previsto una scorciatoia per i rimborsi, ma prima che questa diventi effettiva molti piccoli avranno chiuso. Mi scuso per lo sfogo, ma sarebbe una bella cosa far sapere che ci sono anche le emittenti a carattere veramente locale, molte delle quali hanno i requisiti per entrare nelle graduatorie vicino (si fa per dire) ai mostri sacri, troppo spesso citati ad esempio in settori di non loro competenza. Cordiali saluti. Luigi Orsi Tabloid 4 /

32 Primo piano gli uffici stampa degli enti pubblici / cosa fanno e come lavorano Le voci della Lombardia Dialogare con i media e con i cittadini per farsi conoscere sempre di più e per fornire informazioni preziose: questa in sintesi la missione dei giornalisti che lavorano nella pubblica amministrazione di Milano. Viaggio nelle stanze di Comune, Provincia e Regione di Ilaria Myr Parlare con i media e, ancor più, con i cittadini. Informare e autopromuoversi. Costruire una fitta rete fatta di parole e immagini per essere punto di riferimento di ogni singolo individuo e, allo stesso tempo, dialogare con stampa, televisione, radio a livello nazionale. Per un amministrazione pubblica questi sono (o dovrebbero essere) dei must have. Soprattutto quando in vista c è un appuntamento così prestigioso e di richiamo come è per Milano l Expo Da qui parte l inchiesta di New Tabloid: capire come le pubbliche amministrazioni (Regione, Province e Comuni della Lombardia) riescono a comunicare le numerose attività e novità che interessano il territorio e sanno parlare con i media e direttamente con i cittadini. Questa prima puntata è, dunque, dedicata ai tre Enti più importanti per dimensione e rappresentatività: la Regione Lombardia, la Provincia di Milano e il Comune di Milano. Nei prossimi numeri ci occuperemo delle altre 11 Province e di quei Comuni che più di altri hanno uffici stampa strutturati e fanno grande e dinamica la nostra Regione. Il Comune dei milanesi Della comunicazione del Comune di Milano si occupano essenzialmente due strutture: l ufficio comunicazione specialistica e l ufficio stampa. Il primo, guidato da un anno da Pier Donato Vercellone e con un organico di circa trenta persone, è attualmente suddiviso in tre direzioni (comunicazione interna, comunicazione esterna e grandi eventi), ma allo studio c è una riorganizzazione dell ufficio in due grandi aree: la prima rivolta ai cittadini e all interno dell ente e una seconda che si occuperà della comunicazione integrata della città

33 Primo piano di Milano. In costante e quotidiana sinergia con l ufficio comunicazione di Vercellone, lavora l ufficio stampa del sindaco e della Giunta, struttura autonoma di comunicazione recentemente riorganizzata (con contratti giornalistici) da Filippo De Bortoli che ne è i lresponsabile. Giornalista professionista, per sei anni all ufficio stampa del governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni, Filippo De Bortoli entra nello staff di Letizia Moratti, eletta poi sindaco il 29 maggio Nell attuale ruolo di coordinatore della comunicazione del sindaco e della Giunta, Filippo De Bortoli cura la comunicazione legata all attività del primo cittadino e dell ente, senza però ricoprire il ruolo di portavoce stabilito dalla legge 150/2000 (vedi riquadro a pag. 33). «Al nostro arrivo a Palazzo Marino, il sindaco si era posto un obiettivo: dare coerenza e omogeneità a tutta Da sinistra Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano, il Comune a Palazzo Marino e il Pirellone simbolo della Regione Lombardia. Che cosa dice la legge 150/2000 Ecco chi può fare comunicazione La legge n.150 del 7 giugno 2000, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 136 del 13 giugno 2000, è la norma che regola la comunicazione nella pubblica amministrazione. Le novità sostanziali introdotte da questa legge riguardano le figure professionali che vengono inserite nella comunicazione della pubblica amministrazione e le loro funzioni: il portavoce, l ufficio stampa e l Urp (ufficio relazioni con il pubblico). I primi due, come precisa l art. 6, realizzano attività di informazione, mentre attività di comunicazione vengono svolte dall ufficio di relazioni con il pubblico, nonché attraverso analoghe strutture quali gli sportelli per il cittadino, gli sportelli unici della pubblica amministrazione, gli sportelli polifunzionali e gli sportelli per le imprese. Il portavoce, (art. 7), affianca l organo di vertice dell amministrazione pubblica. Questa figura, che può anche essere esterna all amministrazione, svolge compiti di diretta collaborazione ai fini dei rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di informazione. Il portavoce non ha l obbligo di essere iscritto all albo nazionale dei giornalisti e la legge specifica, comunque, che non può, per tutta la durata del relativo incarico, esercitare attività nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche. Per quanto riguarda il suo trattamento economico-contrattuale, è specificato soltanto che l indennità che gli viene attribuita è determinata dall organo di vertice nei limiti delle risorse disponibili appositamente iscritte in bilancio da ciascuna amministrazione per le medesime finalità. L Urp, Ufficio relazioni con il pubblico (art.8), svolge un ruolo di ponte tra l Ente e i cittadini. Suo compito primario, infatti, è comunicare con il cittadino, informandolo sul funzionamento dell Ente e sui servizi che esso offre, anche attraverso l illustrazione delle disposizioni normative e amministrative, e ascoltandone i giudizi sul funzionamento dell ente e sui suoi servizi. Negli uffici per le relazioni con il pubblico, l individuazione e la regolamentazione dei profili professionali sono affidate alla contrattazione collettiva. L ufficio stampa, (art. 9), infine, è costituito da personale che deve essere iscritto all albo nazionale dei giornalisti. Lo dirige un coordinatore con la qualifica di capo ufficio stampa, che ha il compito di curare i collegamenti con gli organi di informazione, assicurando il massimo grado di trasparenza, chiarezza e tempestività delle comunicazioni da fornire nelle materie di interesse dell amministrazione. Alla pari del portavoce, il coordinatore e i componenti dell ufficio stampa non possono esercitare, per tutta la durata dei relativi incarichi, attività professionali nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche. 33

34 Primo piano la comunicazione», spiega De Bortoli, «sia sul fronte dei contatti con i media sia su quello della comunicazione diretta ai cittadini. La situazione che abbiamo trovato era infatti molto frammentata: non esisteva cioè un coordinamento generale, e la comunicazione sugli operati di sindaco e di assessori procedeva su binari separati. Le relazioni esterne, poi, venivano gestite soltanto in relazione a progetti specifici». Oggi, invece, l ufficio stampa cura congiuntamente la comunicazione dell attività del sindaco e quella dei 16 assessorati, per veicolare ai media e direttamente ai cittadini un immagine omogenea dell attività dell ente. Dell ufficio stampa fanno parte in tutto 34 persone con mansioni specifiche e inquandramenti professionali distinti (vedi box qui sotto). Di queste, 14 si occupano della comunicazione degli assessorati, 4 del sito web del Comune ( it), 6 affiancano De Bortoli per curare la comunicazione del sindaco e dell attività della Giunta. Vi è poi un professionista che segue i lavori del Consiglio comunale, uno che si occupa della rassegna stampa e delle agenzie, e un fotografo. Completa lo staff una segreteria di sette persone, Una riunione di Consiglio comunale a Palazzo Marino. due delle quali a disposizione del responsabile dell ufficio. La struttura di De Bortoli è organizzata proprio come la redazione di un giornale e, come tale, i suoi dipendenti sono tutti giornalisti. Fanno eccezione i sette addetti della segreteria, che sono assunti con un contratto di dipendenti comunali. Proprio l inquadramento dei giornalisti dell ufficio stampa è stato nel novembre scorso al centro di un caso sollevato dalla Corte dei Conti, all interno dell indagine sui 91 incarichi conferiti dal 2006 a oggi e sui contratti stipulati con collaboratori e consulenti assunti dal Sindaco di Milano. In particolare, la Corte dei Conti sosteneva che 8 dei 21 addetti stampa coinvolti nell indagine non erano iscritti agli Albi professionali. Fatto immediatamente smentito da una verifica dell Ordine dei giornalisti della Lombardia, dalla quale è Gli organici Tutti i nomi dei colleghi che comunicano la politica COMUNE DI MILANO: Coordinatore della comunicazione del sindaco e della giunta: Filippo De Bortoli. Vice: Simona Coralli. Desk: Antonio Ciprandi. Attività del sindaco: Franca Protti, Cinzia Messori, Andrea Bernardi, Gabriella Polifroni. Consiglio comunale: Laura Opalio Redazione web: coordinatore Enrico De Marchi; redattori: Laura Paxhia, e Maurizio Ferrari. Assessori: Laura Costanzo, Donato Secchi, Carola Moro, Cristina Mignoli, Ilaria Morani, Alessia Fattori Franchini, Elisa Pasino, Martina Liut, Roberta Blasi, Mauro Rocco, Sara Bosco, Francesca Cassani, Marika Orlandi, Daniele Colombo e Anna Gallo. Fotografo: Gianni Congiu. Rassegna stampa e agenzie: Maurizio Battello. Segreteria De Bortoli: Anna Montanarella, Valeria Bottazzi. Segreteria di redazione: Vito Ventafridda (responsabile), Paola Profili, Vincenza Cappelli, Stefania Tozzini, Loredana Gungui PROVINCIA DI MILANO Responsabile settore comunicazione: Franco Maggi Addetti ufficio stampa: Ilaria Imbasciati, Benedetta Caruso, Ilaria Modanesi, Silvia Mascheroni, Laura Rischitelli e Maria Rosa Donadelli REGIONE LOMBARDIA: Portavoce del presidente: Lorenzo Colombo Agenzia di informazione Lombardia Notizie: Maurizio Vitali (direttore), Pierfrancesco Gallizzi (vicedirettore), Simone Carriero (Caporedattore), Maria Luisa Abbà, Fabio Benati (Caposervizio), Davide Bertani, Alessandro Cornali, Giancarlo Ferrari (Caposervizio), Leo Guerriero, Roberto Pich, Monica Ramaroli, Emanuele Vertemati, Carlo Vezzoni 34 Tabloid 4w /

35 Primo piano Filippo De Bortoli Le buone Opere a Palazzo Marino Il gruppo di giornalisti dell Ufficio stampa del Comune di Milano. emersa la corretta iscrizione di tutti i 21 colleghi (20 agli Albi professionisti, praticanti e pubblicisti della Lombardia, e uno a quello di Catanzaro). Milano sposa Internet Il futuro dell informazione viaggia on line? E il Comune di Milano si adegua con un sito internet all altezza. Della realizzazione di testata regolarmente registrata, edita dal sindaco di Milano e diretta da Filippo De Bortoli, si occupano quattro giornalisti dell ufficio stampa. Ecco come lo descrive il direttore, De Bortoli: «Abbiamo sottoposto il sito a un profondo rinnovamento con l obiettivo di trasformarlo da vetrina delle attività dell ente a strumento davvero utile ai cittadini e ai colleghi giornalisti: oggi il sito si presenta strutturato in sezioni corrispondenti ai bisogni del cittadino. Grazie a un motore di ricerca e a una disposizione più chiara degli argomenti, il reperimento delle informazioni è molto più semplice e funzionale alle esigenze dei navigatori. Inoltre, abbiamo semplificato il linguaggio utilizzato, preferendo al burocratese un registro più accessibile a tutti». Il sito, dunque, offre tutte le informazioni sui servizi al cittadino (reperibili anche telefonicamente attraverso il numero ) e la possibilità di effettuare alcune operazioni direttamente online (ad esempio, servizi anagrafici, iscrizioni e pagamento ai nidi d infanzia, pratiche edilizie, iscrizione a gare). Inoltre, presenta una ricca sezione dedicata alle attività del Comune, con un notiziario aggiornato sulla vita della metropoli. Oltre ai quattro redattori dedicati, in realtà tutti i giornalisti dell ufficio stampa collaborano alla buona riuscita del sito: ai 14 incaricati di seguire gli assessori, per esempio, tocca il compito di realizzare comunicati che, oltre a venire inviati ai mezzi di comunicazione, servono da traccia per le notizie online. Tra i progetti di De Bortoli, oltre a quello di arricchire i contenuti redazionali del sito con supporti audio e video, c è il rilancio del trimestrale cartaceo Le porte della città. Uscito con un primo e per ora unico - numero nel settembre del 2007, si tratta di un periodico di informazione rivolto ai cittadini e distribuito a circa nuclei familiari È in sperimentazione il rilancio del trimestrale cartaceo Le porte della città Responsabile dell Ufficio stampa del sindaco e della giunta del Comune di Milano, Filippo De Bortoli, varesino di Buguggiate, è stato addetto stampa di Roberto Formigoni, all interno della struttura di coordinamento delle relazioni con i media della Regione Lombardia dal 1 settembre 2004 a novembre 2005 e assistente del portavoce di Formigoni dal dicembre 2000 all agosto Giornalista professionista dall 11 ottobre 2001, laureato in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano, ha lavorato per il quotidiano La Prealpina di Varese, è stato segretario generale della sede varesina dell Associazione Compagnia delle Opere con responsabiità di gestione delle risorse umane, relazioni esterne e rapporti con gli associati. «So che c è una grande richiesta d informazioni sulle attività del Comune. Ma questa è una struttura in cui lavorano 18mila persone. In molte situazioni quella che ai colleghi giornalisti può sembrare mancanza di trasparenza o reticenza nel comunicare le notizie è invece una relativa complessità a capire chi internamente può fornirci le notizie che servono ai colleghi giornalisti che scrivono e parlano di noi su quotidiani o periodici o radio e tv», spiega De Bortoli. «A ciò si aggiunge il fatto che il sindaco Moratti è di per sé molto riservata, e tende a parlare solo se si tratta di contenuti o risultati. Quindi, quello che spesso può sembrare una mia reticenza a non fare uscire il sindaco, è in realtà una sua linea di condotta». Tabloid 4 /

36 Primo piano Franco Maggi Dall Unità alla Provincia Franco Maggi (nella foto), 55 anni, è portavoce del presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, e direttore del Settore comunicazione. Ha potenziato l Urp (Ufficio relazioni con il pubblico), innovato il trimestrale La Provincia in casa e il settimanale tv omonimo e, nel 2007, ha creato un nuovo periodico, Q5. «La difficoltà maggiore del comunicare la Provincia è legata al suo status di ente intermedio», spiega Maggi. «Rispetto a Comune e a Regione, la Provincia ha competenze non operative, ma ha poteri di supervisione. L attuale amministrazione vorrebbe trasformarla in città metropolitana, acquisendo alcune macro competenze, limitate nel numero, ma su cui avrebbe potere decisionale. Si sveltirebbero così questioni operative, come lo smaltimento dei rifiuti e il piano regolatore, che in attesa di consensi e approvazioni rimangono spesso senza soluzioni». Maggi inizia la sua carriera nel giornalismo dopo il diploma. Per anni si occupa di cronaca all Unità e a Radio Capital Milano. Dall 86 al 2002 lavora presso il Comune di Sesto San Giovanni come consulente e capo ufficio stampa di Fiorenza Bassoli (oggi senatrice Pd) e poi di Filippo Penati. Dal 94 è stato responsabile del periodico del Comune di Sesto San Giovanni Informa Sesto. Dal 2002 a 2004 è stato responsabile comunicazione e relazione esterne di Cap Holding. Franco Maggi con le giornaliste dell Ufficio stampa della Provincia di Milano. milanesi, i cui costi di realizzazione sono a carico di uno sponsor. Per De Bortoli l obiettivo più urgente in vista del grande appuntamento che vede Milano protagonista con l Expo 2015, è sviluppare la comunicazione internazionale dell ente. Non solo la comunicazione dell Expo sarà affidata a un ufficio stampa ad hoc (vedi box), ma il Comune stesso cercherà di organizzarsi per offrire, ai media e ai turisti, informazioni adeguate sulla metropoli. Così, a favore dei giornalisti stranieri, già dallo scorso gennaio è stato lanciato il notiziario in inglese Milano Today, curato da Apcom e inviato nelle redazioni di tutto il mondo. Sarà, invece, il sito web, arricchito di contenuti in diverse lingue, il veicolo principale per informare il grande pubblico. «Il potenziamento del fronte internazionale è ovviamente funzionale all Expo, che accentrerà inevitabilmente nei prossimi sette anni l interesse nei confronti della nostra città», precisa De Bortoli, «ma l idea è quella di poter sempre fornire tutte le informazioni utili a chi vuole visitare o anche trasferirsi qui. Inoltre, è necessario strutturarsi per poter seguire tutti i progetti nati con i Paesi con cui siamo venuti in contatto in questi mesi nella fase di candidatura all Expo, oltre che per dialogare con i giornali stranieri». Media che guardano con sempre maggiore attenzione ai cambiamenti che coinvolgono (e sconvolgono) Milano, come l Ecopass. Non è, dunque, da escludere una prossima riorganizzazione dell ufficio stampa, per aumentarne il respiro internazionale. Una Provincia, tanti servizi Si chiama Settore Comunicazione il dipartimento che dà voce alla Provincia di Milano. È guidato dal 2004 da Franco Maggi, già portavoce del presidente della Provincia Filippo Penati all epoca in cui era sindaco di Sesto San Giovanni (dal 94 al 2001), e, prima ancora, del precedente sindaco Fiorenza Bassoli. Sotto la guida di Maggi, a cui fanno capo anche gli addetti stampa dei 15 assessori della Provincia, lavorano 40 persone, suddivise nei sette servizi: l Ufficio stampa centrale; il Servizio Comunicazione istituzionale; l Ufficio Relazioni internazionali e comunitarie; il Servizio Scopro, che cura il Portale Internet ( e le Banche dati; l Ufficio Relazioni con il Pubblico (Urp); il Servizio Valorizzazione e ottimizzazione dei servizi di comunicazione istituzionale; il Servizio Gestione amministrativa e supporto del Settore comunicazione. A mantenere vivi i contatti con media o direttamente con i cittadini sono, 36 Tabloid 4 / 2008

37 Primo piano Maurizio Vitali Un ex del Giorno al Pirellone L aula consiliare della Regione Lombardia al Pirellone. però, sostanzialmente l ufficio stampa centrale, il servizio comunicazione istituzionale, il Servizio Scopro e, in parte, l Ufficio Relazioni internazionali e comunitarie, che ha il compito di promuovere i processi di internazionalizzazione del territorio milanese (vedi Expo 2015). Gli altri tre, invece, hanno funzioni diverse: l Urp, come previsto dalla legge 150/2000, è la struttura dedicata all ascolto dei cittadini, centro di orientamento sui servizi della Provincia e strumento di partecipazione diretta grazie allo sportello telematico e ai 13 forum a disposizione online; il Servizio Valorizzazione e ottimizzazione dei servizi di comunicazione istituzionale ha il compito di assicurare l utilizzo ottimale delle risorse per la realizzazione di politiche di comunicazione efficaci; il Servizio Gestione amministrativa e supporto del Settore comunicazione, infine, cura le attività di programmazione e controllo economico-finanziarie e le attività di verifica giuridicoamministrativa degli atti. Dell ufficio stampa centrale fanno parte 6 giornaliste, di cui 2 professioniste con contratto giornalistico, e 4 (di cui 3 pubbliciste) con contratto di dipendenti pubblici. Il team, sotto la guida di Maggi, cura i contatti con tutti i mezzi di informazione, ai quali comunica notizie sull attività della Provincia attraverso comunicati stampa, conferenze stampa, videonews disponibili online. A questa quotidiana (weekend compresi) attività di relazioni con i media, l ufficio stampa affianca alcune iniziative rivolte direttamente ai cittadini: è il caso del Tg La Provincia in Casa, che viene trasmesso settimanalmente dalle 5 emittenti locali della Provincia (Odeon Tv, Telelombardia, Antenna 3, Telenova e Telecity) in diverse fasce di ascolto. I contenuti di questo telegiornale sono curati direttamente dall ufficio stampa, mentre la realizzazione delle riprese è gestita da una società scelta tramite gara d appalto. Dedicato ai cittadini è anche il periodico Q5, che ogni 45 giorni (come suggerisce la testata) viene distribuito in 1 milione di copie. Simile nel formato a un quotidiano, il periodico ospita 4 pagine di informazioni relative alla Provincia, e altre 4 dedicate a ciascuna delle 4 zone La Provincia in casa, ogni settimana, in onda su cinque emittenti televisive «La Regione Lombardia è un ente che governa 10 milioni di abitanti e le attività spaziano sui settori più diversi. Gli argomenti che trattiamo e che ci troviamo a comunicare ai cittadini sono quindi molto spesso complessi. Il nostro sforzo quotidiano è quindi spiegare nel modo più semplice possibile l azione di governo della Regione ai media e, di conseguenza alla pubblica opinione». Nato nel 1951, laurea in Filosofia all Università degli studi di Milano con una tesi di Storia contemporanea, Maurizio Vitali (in foto), giornalista professionista è direttore di Lombardia Notizie. Inizia nel 78 come redattore e poi direttore di mensili a diffusione nazionale. Collabora a diversi quotidiani e settimanali. Nel 1989 è nella redazione politica del Giorno; capo-servizio dal 92, vice-responsabile delle Cronache della Lombardia, infine responsabile della Politica nazionale e titolare di una rubrica quotidiana di analisi politica ( Lunario ), fino al 97. Dal 98 è Direttore di Lombardia Notizie, agenzia di stampa della Giunta regionale lombarda. Dal 73 al 76 è stato segretario generale dell istituto di Studi e Ricerche post-universitarie Istra di Milano. Nel 1987 è tra i soci fondatori della Scuola Italiana di Dottrina Sociale (presieduta da Augusto Del Noce), membro dei CdA della Scuola e docente della stessa. Dal e dal 99 al 2008, membro dei Consiglio di presidenza dell Ifg di Milano. Tabloid 4 /

38 Primo piano che compongono la Provincia. Per la realizzazione di Q5 l ufficio stampa è affiancato da una società scelta tramite gara d appalto, che cura grafica, impaginazione e collabora, attraverso due suoi giornalisti, alla redazione dei contenuti. «Il nostro è un vero lavoro in team, senza una netta divisione di mansioni o aree di specializzazioni», spiega Maggi. «Tutti devono essere in grado di coprire eventi o conferenze, scrivere comunicati e realizzare mini video degli appuntamenti importanti da montare sul sito». Tocca, poi, all ufficio stampa supervisionare la comunicazione dei diversi assessorati e lavorare in sinergia con gli altri servizi del Settore comunicazione. Non solo. Fanno capo all ufficio stampa della Provincia iniziative prestigiose quali il Premio giornalistico Enzo Baldoni, il progetto itinerante ProxPro, dedicato ogni anno a un tema diverso, e quello per i giovani con difficoltà Piazza Giovani. All attività dell ufficio stampa si affianca, poi, quella del Servizio Comunicazione Istituzionale, che si occupa di promuovere le attività, l identità e l immagine dell ente. Uno degli strumenti utilizzati è il periodico istituzionale La Provincia I siti web della Regione Lombardia (a sinistra, e del Comune di Milano ( L agenzia di stampa regionale fornisce dati a una mailing list di mille giornalisti in casa, trimestrale dedicato all attività dell Ente, rinnovato in grafica e contenuti dall attuale amministrazione, che l ha dotato nel 2005 di una redazione interna. La tiratura è di copie, distribuite gratuitamente a domicilio per chi ne fa richiesta, allegate a quotidiani e periodici scelti a rotazione (fra i quotidiani, Corriere della Sera, Il Giorno, Il Sole 24 Ore, e settimanali come Diario di Sesto, La Gazzetta della Martesana, per citarne alcuni), nelle sedi Urp e in tutte le sedi istituzionali della Provincia, oltre che durante eventi e manifestazioni che vedono la partecipazione dell Ente. Esiste poi una versione per l estero della Provincia in casa, redatta in inglese, che viene distribuita in copie presso Ambasciate italiane e Camere di commercio. L ufficio, inoltre, si occupa della realizzazione di campagne pubblicitarie, dell organizzazione di eventi e manifestazioni e della partecipazione a fiere (come il Forum Pa, il ComPa, Risorse Comuni), oltre che del Premio Isimbardi per la comunicazione pubblica e istituzionale promosso dalla Provincia. Ne fanno parte anche l ufficio grafico, l ufficio cerimoniale e l ufficio di apertura al pubblico. Scommettere sul web Infine, uno strumento fondamentale nella comunicazione diretta fra la provincia di Milano e i cittadini è il sito internet, ( it), coordinato e realizzato dal Servizio Scopro. Sul sito vengono pubblicate tutte le informazioni generali relative all Ente, le notizie di attualità dalla Provincia, oltre a tutte le notizie di interesse per il cittadino divise per temi (ambiente, cultura, lavoro ). Sono, inoltre, presenti online tutti i comunicati stampa, le videonews e le pubblicazioni cartacee della Provincia (Q5, la Provincia in casa). L Expo è, indiscutibilmente, l appuntamento al quale Milano e Provincia devono prestare energie e risorse. Dice Maggi: «Dopo questa importante vittoria, ottenuta insieme alle altre amministrazioni, senza dubbio concentreremo i nostri sforzi sulla comunicazione internazionale della Provincia potenziando il servizio relazioni internazionali». Così funziona in Regione Niente ufficio stampa in senso stretto per la Regione Lombardia. Così, della comunicazione della Giunta dell Ente si occupano due strutture con comptenze ben distinte: l ufficio del portavoce del Presidente, diretto da Lorenzo Colombo, e l agenzia di stampa Lombardia Notizie, sotto la guida di Maurizio Vitali. Oltre a mantenere quotidianamente i rapporti con i media spetta al portavoce «curare comunicazioni, interviste e dichiarazioni di carattere istituzionale e politico che riguardano l attività del Presidente, mentre quelle più legate all ente Regione Lombardia vengono seguite dall agenzia», spie- 38 Tabloid 4 / 2008

39 Primo piano Il Consiglio a Palazzo Isimbardi e il trimestrale La Provincia in casa. ga Lorenzo Colombo, portavoce di Roberto Formigoni dal 2005, dopo avere ricoperto, dal 2001, lo stesso incarico per il ministro della Giustizia Roberto Castelli. Colombo, giornalista professionista dal 2000 con contratto giornalistico, è coadiuvato da uno staff di 5 persone, tra collaboratori e segreteria. L altra struttura che si occupa della comunicazione della Regione è, appunto, Lombardia Notizie, l agenzia di stampa della Giunta istituita da una legge del È, a tutti gli effetti, una testata giornalistica, che fornisce ai mezzi di informazione notizie quotidiane sull attività istituzionale della Giunta, della Presidenza, degli Assessorati e delle Direzioni Generali. Il servizio è attivo 7 giorni su 7, dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 20 (domenica e festivi ). Sono 12 e tutti professionisti con competenze su aree tematiche specifiche i giornalisti che compongono la redazione, diretta dal 1998 da Maurizio Vitali. Fondamentale per l agenzia avere un buon rapporto con i numerosi assessori e dirigenti. È importante che vi sia una relazione fluida e informale», spiega Vitali. «Le procedure tipiche della pubblica amministrazione rischierebbero di essere un freno a una comunicazione fresca e veloce» comunicati all anno L attività di Lombardia Notizie comprende una vasta gamma di prodotti che interessano tutti i canali di comunicazione. Il principale è rappresentato dai comunicati stampa, quotidianamente veicolati - mediamente una decina al giorno, circa 3500 all anno - tramite la rete telematica delle agenzie di stampa, e attraverso l invio a 30 mailing list, per un totale di circa 1000 giornalisti. Le news di Lombardia Notizie sono, inoltre, consultabili sul televideo regionale Rai alla pagina 511 e sul portale della Regione Lombardia. Con le stesse modalità dei comunicati vengono diffuse anche fotonotizie inerenti alle attività della Regione, mentre tabelle, cartine, cronologie sono scaricabili dal sito A fine giornata, poi, viene inviato tramite un notiziario serale a periodici e stampa minore, uffici stampa di enti locali, associazioni datoriali, sindacali e no profit. Dell attività di Lombardia Notizie fanno parte anche due prodotti cartacei: il settimanale Lombardia Notizie 7, stampato in 10mila copie e inviato alle amministrazioni pubbliche della Regione (Comuni, Province, biblioteche, associazioni, sindacati, Asl, università, ecc.), e La Giunta ha fatto, raccolta trimestrale dei principali comunicati stampa, corredata di cd. Ideato ed elaborato da Lombardia Notizie, ma realizzato da una struttura esterna scelta attraverso gara d appalto ogni due anni circa: è il rotocalco settimanale ApriRegione, della durata di 13 minuti, in onda su Telelombardia e altre 20 emittenti locali. Inoltre, l agenzia realizza videonews e brevi filmati corredati da comunicati stampa, che riproducono immagini e/o interviste delle conferenze o degli eventi della Regione, e che vengono inviati alle tv lombarde. A 40 emittenti radiofoniche lombarde, poi, Lombardia Notizie invia un notiziario che vieve trasmesso in due edizioni giornaliere (12.30 e 18.30) e i cui file audio sono disponibili sul sito web della Regione. Non solo. L Agenzia si occupa ache dell organizzazione di conferenze stanpa, della rassegna stampa quotidiana distribuita a tutti gli uffici della Regione, e consultabile sull intranet regionale (ad acceso riservato) e della rassegna tematica mensile, che raccoglie articoli che riguardano ogni singolo assessore e ogni direzione generale. Ma per il futuro l obiettivo della Regione è potenziare la comunicazione diretta con il cittadino attraverso l utilizzo delle nuove tecnologie. «Siamo convinti che le nuove tecnologie saranno il presente di domani», dichiara Colombo. «Dal web, su cui a breve saremo presenti con un sito totalmente rinnovato, ai cellulari, agli i-pod touch, le possibilità sono innumerevoli, ed è importante per noi seguirne l evoluzione». Tabloid 4 /

40 L osservatorio sull estero la radiografia della world association newspapers Giornali nel mondo un futuro roseo? I quotidiani a pagamento crescono notevolmente in Asia e in Cina, calano in Usa (-3,03%) e in Europa (-2,37%): la free press copre il 23% del mercato. Pubblicità globale +0,86% a cura di Pino Rea per Lsdi* Al 61 Congresso internazionale della World Association of Newspapers (WAN, Goteborg 1-4 giugno 2008), il futuro dei giornali si è tinto, imprevedibilmente, di rosa. Almeno a sentire le parole di Gavin O Reilly. Sulla scorta dei dati diffusi in apertura del congresso, il presidente dell Associazione si è detto convinto che i quotidiani abbiano tutte le possibilità per continuare ad avere successo nel moderno panorama dei media e che quelli che ne prevedono il declino stanno compiendo un profondo errore e prevede quindi un brillante futuro per l industria dei giornali. Gli replica Philip Stone su FollowThe- Media: è vero che la diffusione globale dei quotidiani è cresciuta l anno scorso di 18 milioni di copie, ma se si considera che solo in Cina ed in India c è stato nel 2007 un aumento di 18,4 milioni di copie diffuse ogni giorno, è chiaro che il quadro delle vendite dei giornali a pagamento, specialmente mercato quotidiani negli Usa e nell UE, non è così incoraggiante come sembra. Ogni ricerca commissionata dalle banche di investimento suona virtualmente come una conferma al giudizio, ormai convenzionale, secondo cui i giornali sarebbero un relitto del passato e le aziende editrici di quotidiani non sarebbero più in grado di sostenere le sfide che sono invece delle grandi opportunità che il mondo digitale offre. Che grande errore compiono questi commentatori!, ha dichiarato O Reilly nel suo intervento a Goteborg. Il fatto è che che i giornali stanno vincendo in un mondo di crescente frammentazione digitale ha rilevato O Reilly -. Esaminando in maniera ponderata le tendenze dell audience dell editoria dei quotidiani, possiamo rilevare la quantità della nostra readership e la qualità demografica del pubblico a cui ci rivolgiamo e, insieme, la crescente audience che Tipologia Numero quotidiani pay (+2,98%) +11,02% N. testate free press 312 N. testate Pay&free press (+3,65%) +14,30% Diffusione pay press 532 milioni copie (+2,57%) +9,40% Diffusione free press 41 milioni copie (+20%) +173,20% Diffusione free&pay press 573 milioni copie (+3,68%) Siti giornali on line +13,77% +50,77% Totale (variazione sull anno precedente) otteniamo dall online. La conclusione è che la nostra industria è in una posizione molto positiva per affrontare la tempesta della frammentazione digitale, garantendoci delle audience affidabili e relativamente stabili. I giornali, globalmente, hanno un giro d affari di 190 miliardi di dollari e raggiungono ogni giorno 1,7 miliardi di lettori sulla faccia della terra. Non solo. Il settore dovrebbe registrare globalmente un aumento della pubblicità del 17% nei prossimi 5 anni. E per questo che, secondo O Reilly che è stato riconfermato alla guida della WAN - i giornali sono una realtà vitale, rilevante e interessante dal punto di vista commerciale per i lettori e gli inserzionisti. Per gli investitori, puntare sulle nuove tecnologie e raggiungere nuove audience sono un cocktail di successo: una valutazione demograficamente molto precisa accoppiata a consistenti margini di ricavi. Stone, però, nel suo lungo articolo su Financial Times Magazine, insiste sul fatto che, se in Asia i quotidiani continuano a crescere in maniera notevole, negli Usa è costante il declino del tasso di diffusione e dei ricavi pubblicitari, mentre i quotidiani gratuiti coprono ora il 23% della 40 Tabloid 64 /

41 L osservatorio sull estero diffusione dei giornali in Europa. Nonostante sul piano della pubblicità, poi, i ricavi globali siano cresciuti dello 0,86%, negli Stati Uniti sono diminuiti del 3% e considerato che gli Usa sono il mercato mondiale più vasto è evidente che questo calo ha un effetto maggiore sui dati globali. In più, sfortunatamente, la WAN non ha i dati sui margini di profitto. Non può essere trascurato, per Stone, che i cinque maggiori mercati per i quotidiani a pagamento sono Cina (107 milioni di copie vendute ogni giorno contro 98.7 nel 2006), India (99 milioni contro 88.1), Giappone (68 milioni contro 66.9), Usa quasi 51 milioni contro 52.3) e Germania (20.6 milioni contro 20.1). A conferma della forza dell Asia, 74 dei principali quotidiani più venduti al mondo vengono pubblicati in quel continente, 62 dei quali in Cina, Giappone e India. Ma mentre la crescita dei ricavi pubblicitari è rimasta pressoché stabile in Cina con un +16,13% rispetto al +16% dell anno precedente -, in Giappone il tasso di crescita è peggiorato, scendendo da un +4,08% nel 2006 a un +3,2% del 2007, e in India c è stato un calo dell 1,42% rispetto all aumento del 23% registrato nel Così, inevitabilmente, con Giappone e India in calo, gran parte della crescita globale della pubblicità ricade sulle spalle della Cina. Stone, quindi, punta il dito anche sui crolli nei livelli di lettura dei giornali. I lettori più avidi nel mondo restano i giapponesi, con 624 copie vendute per adulti, ma c è stato un calo rispetto ai 630,9 registrati nel 2006; la Norvegia rimane seconda con 580 (601,2 l anno scorso) e la Colombia balza al terzo posto con 601,2 (nel 2006 dati non disponibili), la Finlandia scende al quarto posto con 503 (514,7 nel 2007) e la Svezia e Singapore sono entrambi quinti con 449 (ma in Svezia l anno scorso erano 46,2). Sta di fatto che, complessivamente, la percentuale della popolazione adulta di Europa e Giappone che legge giornali è in calo. Viene quindi da pensare che l entusiasmo di O Reill non sia così giustificato. 1,7 miliardi di lettori al giorno nel mondo Mercato delle vendite dei quotidiani nel 2007: +6,72% in Sud America -1,87% in Europa +4,7% in Asia -2,14% in Nord America -0,49% in Africa -4,28% in Australia-Oceania I 5 maggiori mercati: Cina, 107 milioni di copie; India, 99 milioni; Giappone, 68 milioni; Usa, 51 milioni; Germania, 20.6 milioni PUBBLICITà Mezzi Globale 0,86% 12,84% Internet 32,45% 200,00% Momento di gloria per le agenzie Se i giornali e il loro stato di salute non mettono tutti d accordo, c è un mezzo d informazione che sembra essere in ottima forma. E un periodo terribile per i giornali. Ma fino a quando il malato non muore, è fantastico per le agenzie di stampa, perché i giornali riducono gli organici e i loro uffici all estero e diventano sempre più dipendenti dalle agenzie. E quanto un po brutalmente ha dichiarato il PDG del Gruppo Thomson-Reuters, Thomas Glocer, intervenendo alla Conferenza All Things Digital organizzata dal Wall Street Journal a Carlsbad (California), dal 27 al 29 maggio scorso. In questa terribile crisi economica ha aggiunto -, i giornali in più devono mantenere i loro siti web 24 ore su 24 e hanno bisogno di video e di foto, tutto materiale che noi forniamo. Ormai da qualche anno Il nostro lavoro di agenzia di stampa cresce fra il 5 e il 10% l anno. Quindi, Glocer ha tratteggiato il ritratto aggiornato del suo gruppo, nato dalla fusione fra la canadese Thomson Financial e la britannica Reuters, evidenziando con orgoglio che nel primo trimestre di quest anno ha registrato una crescita del 9% dei suoi servizi finanziari, mentre la crescita su base annuale di questo settore è attesa fra il 6 e l 8%. L informazione generalista ha rilevato Glocer ha ancora un ruolo marginale rispetto all informazione finanziaria: rappresenta infatti solo il 3% circa del fatturato del gruppo, e cioè circa 200 milioni di dollari, con un margine di profitto del 20%. In più, a confermare la tendenza verso la specializzazione dei servizi, Glocer ha annunciato il prossimo lancio di notiziari di approfondimento specializzati, ad esempio per gli avvocati o gli scienziati. Anche Glocer poi sposta l attenzione sulla nuova frontiera del mercato dell informazione. L Asia rappresenta ormai il 15% del giro d affari ed è cresciuta del 14% nel primo trimestre 2008, ha aggiunto, sottolineando la sete di informazioni finanziarie sulla crescita economica in Cina e negli altri paesi emergenti. Nonostante i tanti dati positivi, però, il gruppo Thomson-Reuters ha comunicato di recente la soppressione di 835 posti di lavoro, 140 dei quali nella divisione media. Complessivamente, Thomson-Reuters conta addetti in 93 paesi, di cui giornalisti. E il secondo fornitore mondiale di informazioni finanziarie, con il 32,3% del mercato nel 2007, secondo la società londinese Inside Market Data. *Libertà di stampa diritto all informazione Tabloid 4 /

42 Colleghi in libreria EUGENIO SCALFARI: a proposito di GIORNALISMO, e non solo La nostra crudele missione Dopo più di sessant anni di professione, il fondatore de L espresso e di la Repubblica scrive un autobiografia fondata sulla ricerca dei nessi tra vita vissuta e pensiero. E traccia il profilo del buon giornalista, spietato verso gli altri ma anche verso se stesso a cura di Antonio Andreini Nell autobiografia intitolata L uomo che non credeva in Dio, i racconti di vita vissuta -ricordi, esperienze, incontri- si intrecciano con i pensieri, le riflessioni e le meditazioni filosofiche. E così Eugenio Scalfari, uno dei padri nobili del giornalismo italiano, ci offre un analisi appassionata e disincantata della nostra professione. In particolare, il titolo di un capitolo, Un mestiere crudele, è anche una lucida e suggestiva definizione del buon giornalismo. Perché mai, mestiere crudele? Scalfari lo ha ben spiegato delineando il profilo del bravo giornalista nella Lectio Magistralis con cui ha aperto ai primi dello scorso aprile l edizione 2008 del Festival Internazionale di Giornalismo di Perugia, dove ogni anno giornalisti di tutto il mondo si confrontano sui grandi temi dell informazione, offrendo ai giovani della Scuola di giornalismo umbra l occasione per conoscere da vicino le lucide riflessioni degli addetti ai lavori su una professione di grande L AUTORE Eugenio Scalfari, già collaboratore de Il Mondo di Pannunzio, è stato tra gli ideatori de L espresso e fondatore di la Repubblica, che ha diretto fino al 96. Ha scritto, sempre a sfondo autobiografico, La sera andavamo in via Veneto (1986), Incontro con io (1994), Alla ricerca della morale perduta (1995) e, con Giuseppe Turani, Razza padrona (1974). fascino e di altrettanta responsabilità [si leggano, in proposito, i reportage degli allievi del nostro IFG pubblicati su New Tabloid n. 3/2008, alle pagg ]. «Giornalisti si diventa, è vero ha detto Scalfari,- ma se non avete una curiosità innata e assillante, allora il giornalismo non è il vostro mestiere. Bisogna superare le proprie timidezze e i propri handicap, non accontentarsi dell apparenza, ma guardare alla sostanza, denudando le persone e i luoghi, a partire da se stessi. Il buon giornalista è spietato, con gli altri così come con se stesso: è la sua missione». Fondatore e direttore prima de L espresso e poi di la Repubblica, Scalfari ha esercitato ai massimi livelli per 65 anni questo mestiere crudele prima di pubblicare L uomo che non credeva in Dio: autobiografia originale, ricca di riflessioni che evidenziano la ricerca dei nessi esistenti tra la vita vissuta e il pensiero, e viceversa. Claudio Magris, in apertura di una intervista a tutto tondo a Scalfari recentemente pubblicata sul Corriere della Sera, scrive: Con questa singolare autobiografia classicamente composta e possente nella sua classica scrittura, ( ) un protagonista di primo piano, da decenni, del giornalismo e della vita politica italiana imprime un sigillo di saggezza alle sue battaglie e avventure giornalistiche, editoriali, politiche, culturali, che hanno fatto di lui una figura centrale, ammirata celebrata invidiata temuta amata odiata, della vita nazionale. Quanto profondamente Scalfari si sia interrogato sul proprio vissuto e verso dove si orienti nel futuro, ce lo spiega lui stesso, parlando della scelta del titolo: «L uomo che non credeva in Dio accenna, con quel verbo all imperfetto, al passato, ad un racconto, ad una biografia e in effetti è uno degli elementi costitutivi del libro. E lascia un dubbio sulla conclusione». Il resto dell autobiografia di Scalfari vita familiare, di società e professionale- è perfettamente in sintonia con la persona lucida e battagliera che egli è. Protagonista per decenni del giornalismo e della politica italiani e figura centrale del giornalismo contemporaneo, egli ha sempre chiaramente manifestato le proprie opinioni e gli è riconosciuta da tutti grande autorevolezza, al di là della condivisione o meno del suo pensiero. Eugenio Scalfari: L uomo che non credeva in Dio, Einaudi Editore, Torino, 2008, pagg. 150, 16,50 42 Tabloid 4 / 2008

43 Colleghi in libreria Tabloid 4 / 2008 C. M. Lomartire: Il qualunquista - Guglielmo Giannini e la politica, Mondadori Editore, Milano, 2008, pagg. 185, 18 Alle origini del qualunquismo La paternità del termine qualunquista, senza la connotazione attuale fortemente negativa, spetta al giornalista e commediografo napoletano Guglielmo Giannini, fondatore, nel lontano 1944, del settimanale L Uomo qualunque e poi dell omonimo Fronte (il partito). La chiave di lettura della vita di Giannini è nel suo libro, sempre del 44, La folla. Seimila anni di lotta contro la tirannide, un saggio di analisi storico-politica, frutto di dolenti e pessimistiche riflessioni sulla guerra, il potere, l individuo e, in generale, sulla storia dell umanità. Questa precisa, illuminante definizione è tratta da Il qualunquista: Guglielmo Giannini e l antipolitica, documentata e stimolante biografia con cui Carlo Maria Lomartire, giornalista, vicedirettore di Videonews e presidente dell IFG, ricostruisce la singolare vita politica e privata di Giannini, giornalista figlio di giornalisti, personaggio istrionico, penna brillante, straordinario oratore, grande comunicatore, ma politico effimero. In un Paese distrutto, affamato, disorientato e depresso dalla guerra, Giannini mandò in edicola lo smilzo ma combattivo e spregiudicato settimanale L Uomo qualunque, che seppe dare voce alle opinioni dell uomo della strada. Diede sfogo così, oltre sessant anni fa, all antipolitica, frutto dell insofferenza di molti italiani verso i tanti politici compromessi col regime fascista che cercavano di riciclarsi. Il vasto, inatteso consenso ottenuto dal settimanale spinse Giannini, democratico di sentimenti repubblicani e liberali, a scendere in campo fondando il Fronte dell Uomo qualunque, che, dopo un iniziale successo, ebbe vita breve, a dimostrazione che l antipolitica può vivere fiammate di entusiasmo, ma volendo, o sapendo solo distruggere, non può durare. Una lezione per il qualunquismo dei nostri giorni. E un buon motivo, oltre all interesse suscitato dalle vicende umane e professionali del personaggio Giannini, per una istruttiva lettura. Giustizia: diritti all ergastolo 1 miliardo e 350 milioni di euro dal 2001 al E il costo delle inercettazioni telefoniche. Un prezzo salato, indubbiamente, ma nel calcolo dei costi-benefici dobbiamo tenere conto delle sentenze di condanna e dei reati sventati grazie alle intercettazioni. Comunque, anche senza mettere piede in un tribunale, tutti paghiamo lo stesso, e salato, il prezzo della lentezza dei processi e dell inaffidabilità di un sistema giudiziario che consuma sette miliardi di euro l anno. Luigi Ferrarella, che scrive di cronaca giudiziaria per il Corriere, in Fine pena mai-l ergastolo dei tuoi diritti nella giustizia italiana, sfata i luoghi comuni sulla giustizia infilando il dito nelle vere piaghe della sua amministrazione quotidiana. Luigi Ferrarella: Fine pena mai, Il Saggiatore, Milano, 2008, pagg. 220, 15 Arrivati in redazione Giovanni Porzio: Cronache dalle terre di nessuno, Tropea, Milano, 2007, pagg. 446, 19,50 Guerra e informazione. Dalla Somalia all Iraq, i principali conflitti dell era della comunicazione globale visti, e raccontati, da un grande inviato. Marco Massarotto: Internet P.R., Apogeo, Milano, 2008, pagg. 167, 13 Uno specialista che lavora con blog, YouTube e social media spiega come far dialogare le aziende con le persone in Internet. Piero Bianucci: Te lo dico con parole tue, Zanichelli, Bologna, 2008, pagg. 196, 9,80 Che cos è una notizia, come trattarla e raccontarla. La scienza di scrivere per farsi capire coaì come l ha concepita uno dei più noti giornalisti scientifici italiani. Daniela Ferro: Le grandi donne di Milano, Newton Compton, Roma, 2008, pagg. 501, 24 Dall imperatrice Eusebia a Camilla Cederna. Una storia della città scritta attraverso le note biografiche di duchesse, eroine, patriote e artiste. Aspenia 41/2008: I giochi di Pechino, Aspen Institute Italia, pagg. 297, 12 Nell anno della consacrazione olimpica, un numero monografico del trimestrale multidisciplinare diretto da Lucia Annunziata dedicato alla Cina. 43

44 Colleghi alla ribalta Direttori, inviati, corrispondenti, cronisti: chi erano, come scrivevano Da Albertini a Vergani: i miti che non tramontano Li accomunavano un appassionato impegno professionale e straordinarie qualità personali. A 58 grandi maestri di giornalismo del secolo scorso, un professionista dei giorni nostri dedica una raccolta ricca di profili biografici e degli articoli più famosi di Antonio Andreini Finita l età del mito, l epoca dei grandi maestri, inviati o direttori, le grandi firme nel giornalismo esisteranno ancora? In passato la firma in calce a un articolo era un punto di arrivo. E la firma in terza pagina è sempre stata la più ambita, la consacrazione di un giornalista e la sua ascesa nell Olimpo della professione. Oggi, scomparsa la terza pagina come unico momento di riflessione e luogo di analisi, gli approfondimenti si trovano in tutti i settori dei quotidiani e le grandi firme si distribuiscono dalla prima all ultima pagina del giornale. È, forse, questo un segno di inaridimento, di decadimento della professione, magari con il venir meno della vocazione al giornalismo? In pratica, esistono ancora giornalisti per vocazione, destinati a diventare grandi firme? Eugenio Marcucci, già vicedirettore del Gr2 e di Televideo, nonché collaboratore della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia e della Luiss di Roma, con Giornalisti grandi firme, sottotitolo L età del mito, presenta la seconda edizione aggiornata di una raccolta di profili biografici e di scritti dei più importanti giornalisti italiani, da Luigi Albertini a Orio Vergani, che hanno dominato la scena dai primi anni del secolo scorso fino ai giorni nostri. Nel corso di una sessione d esame per l ammissione al Master di giornalismo di Perugia, Marcucci si è Montanelli con la sua inseparabile Olivetti campeggia sulla copertina del saggio dedicato alle grandi firme. trovato di fronte un candidato che ignorava completamente i dati biografici e professionali fondamentali di una grande firma del giornalismo del passato, Giovanni Ansaldo. Per questo ha sentito il bisogno di raccogliere i dati anagrafici più significativi e di raccontare la passione, l impegno, il valore, insieme con episodi, aneddoti, momenti particolari della vita di 58 maestri del giornalismo vissuti nel secolo scorso, completandoli con scritti scelti fra quelli che ne mettono meglio in luce la personalità e il carattere. Sono direttori, inviati speciali, corrispondenti, cronisti, tutti accomunati da un alto impegno professionale e da straordinarie qualità personali. Figure importanti, specie ora che si preparano tempi difficili per tutti i giornalisti, grandi firme o semplici ed onesti testimoni di una professione sempre più problematica. Oggi i padroni dei giornali scendono in redazione (vedi Rupert Murdoch che ha costretto il direttore del Wall Street Journal a dimettersi e ne scrive gli editoriali) e i comici pretendono di fare la riforma dell editoria cancellando l Ordine dei giornalisti (vedi Beppe Grillo e i suoi referendum populisti). All orizzonte del giornalismo non potrebbero profilarsi nubi più buie e tempestose. Ma, come sempre, possiamo trovare nella storia, nella nostra storia, conforto alle vicissitudini del momento. E questo saggio, che offre il panorama dei protagonisti di quell età del mito che ha preceduto l arrivo della rivoluzione tecnologica nel campo della comunicazione, si rivela non solo un fondamentale aiuto per colmare le lacune dei giovani aspiranti alla scuola di giornalismo, ma anche una stimolante lettura per tutti coloro che vogliono conoscere meglio i personaggi più rappresentativi di una professione in continuo e inarrestabile mutamento. Eugenio Marcucci: Giornalisti grandi firme-l età del mito, Rubbettino, 2007, pagg. 502, Tabloid 4 / 2008

45 Colleghi alla ribalta Finzi fotografa gli italiani felici Si può essere felici, oggi, in un Italia in declino, se non in crisi, come rivelano i più recenti dati Istat? Sì. Almeno secondo il 39% degli italiani, che si dichiarano molto felici, ai quali si somma il 20% dei discretamente felici. Come (e quanto) siamo felici ha studiato, o meglio indagato, Enrico Finzi, titolare di Astra Ricerche e uno dei più noti ricercatori sociali, che da buon sociologo-divulgatore (ha preparato una ricerca commissionata dal nostro Consiglio dell Ordine sul futuro del giornalismo, ndr) lo ha scritto nel suo più recente saggio, pubblicato con Sperling & Kupfer. Nel titolo, Come siamo felici, e sottotitolo, L arte di godersi la vita che il mondo ci inividia, si chiarisce subito che non si tratta del solito manualetto di suggerimenti esistenziali, come, per esempio, i cosiddetti airport books americani che promettono di insegnare in poche ore, per esempio, le 30 regole per diventare happy. Questo stimolante e godibilissimo saggio, frutto di anni di approfondite indagini demoscopiche sull umore del nostro Paese e sulla felicità dichiarata degli italiani cioè il proprio stato di felicità/infelicità indicato su una scala di valori da uno a dieci, rivela un conflitto tra un Paese sostanzialmente allo sbando e un Paese che, inaspettatamente, si definisce felice: «Ci lamentiamo sempre, ma ce la passiamo bene», spiega lo stesso Finzi. Infatti, gli italiani non sono affatto contenti di come vanno le cose, ma quattro su dieci si dichiarano molto felici. Il segreto? «Le nostre radici cristiane e l arte di coltivare piccoli e grandi piaceri», spiega ancora Finzi. «Da noi tanta gente, da secoli, ha imparato a vivere con gioia, o almeno con momenti di gioia spesso privati e nascosti, prescindendo dalle istituzioni e dal potere, anche in silenziosa opposizione ad esso». Questo libro rivela, in pratica, quali sono le sei culture italiane della felicità - secondo i 47.2 Con questo saggio il sociologo Enrico Finzi, titolare di Astra ricerche, ci spiega come sono felici tanti italiani: quattro su dieci, infatti, si sentono molto felici e due discretamente felici. milioni di adulti che si pronunciano statisticamente sull argomento: assenza di infelicità, bacio della fortuna, beatitudine, eccitazione, serenità e missione e impegno - e quali sono gli atteggiamenti e i comportamenti (una cinquantina) che aiutano a vivere bene (non investire su una cosa sola, manifestare i propri sentimenti, fare del bene, non solo lentezza o velocità ma alternanza, saper cogliere la felicità anche in gocce, eccetera). Suggerimenti utili soprattutto ai lombardi e, in particolare, ai milanesi: «tra i più infelici al Nord», secondo Finzi. Perché «il vero appagamento non è la ricerca del molto nel lavoro, nei consumi, ma nella cultura dell abbastanza, del meno ma meglio». Non a caso, un arte prettamente femminile. Enrico Finzi: Come siamo felici-l arte di godersi la vita che il mondo ci invidia, Sperling & Kupfer Editori, Milano, 2008, pagg. 211, 17 La vita randagia di Mo Un inviato davvero speciale Per trent anni inviato speciale del Corriere della Sera, Ettore Mo ha raccontato storie di guerra con straordinaria umanità e il talento del grande cronista. E continua a girare il mondo anche da pensionato, per la felicità dei lettori del suo quotidiano. Anche di recente, Mo ci ha regalato un lungo reportage da Kabul, dove, pioniere, è stato una prima volta nel E dove ora è tornato per aggiornarci e orientarci con impareggiabile lucidità nelle complesse vicende afgane. Da quel lontano 1979, Mo ha raggiunto con viaggi avventurosi, al limite della temerarietà, le zone più calde del pianeta, per scrivere le storie di guerra più avvincenti che si possano leggere ai nostri tempi. Davanti ai suoi racconti, tutti ci siamo chiesti da dove sia partito, Ettore Mo, per arrivare a tanta valentìa professionale, indubbiamente frutto di una ricchezza interiore che ha permeato tutte le sue esperienze di vita avventurosa e la sua volontà di testimoniare. Forse è proprio questo il segreto di Mo: fuori un sorriso mite, come quello che campeggia sulla copertina dell ultimo suo scritto autobiografico, Ma nemmeno malinconia, (Rizzoli, Milano, 2007, pagg. 188, 17,50), dentro una forza titanica. Mo è persona schiva, tanto vicina ai fatti quanto distante dai mezzi di comunicazione che creano spesso personaggi fasulli. Per tanta riservatezza, prima di questo libro pochi conoscevano le rocambolesche peripezie che hanno preceduto gli esordi professionali del più noto corrispondente di guerra italiano. Tabloid 4 /

46 I numeri in quest ultima pagina la nostra realtà fotografata in cifre 4 miliardi 9 milioni 170mila euro Sono gli investimenti pubblicitari netti (+1,3%) nel periodo gennaio-maggio 2008 suddivisi tra: televisione 2,2 miliardi (+1,5%), omogeneo sull anno precedente); stampa 1,2 miliardi (-1,9%), di cui 745 milioni (-2,7%) sui quotidiani (senza free/pay press) e 545 milioni (-0,7%) sui periodici; radio 218 milioni (+8,3%); Internet 131 milioni (+24,6%); affissioni 101 milioni (+2,6%); cinema 21 milioni (-13,2%); card 3,1 milioni (+36,9%). Fonte: Nielsen Media Research 186 professionisti 431 pubblicisti 120 elenco speciale 119 praticanti Sono le nuove iscrizioni all Ordine dei giornalisti della Lombardia dal 1/1/2008 al 31/6/ praticanti d ufficio (dal 11 luglio 2007 al 4 giugno 2008) Presidenza Gonzales 97 praticanti d ufficio (dal 2 maggio 2006 al 20 marzo 2007) Presidenza Abruzzo quotidiani di provincia della lombardia Testate Ricavi di pubblicità 2006 %06/ %05/ BresciaOggi , , Gazzetta di Mantova , , Giornale di Brescia , , L Eco di Bergamo , , La Prealpina di Varese , , La Provincia di Cremona , , La Provincia di Como , , La Provincia Pavese , , Fonte: Fieg 46 Tabloid 4 / 2008

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48 ENEL CONTEMPORANEA. L ENERGIA CHE FA NASCERE L ARTE. DA LUGLIO A OTTOBRE, A ROMA E VENEZIA, TORNA L ENERGIA CREATIVA DI ENEL. Da sempre, arte ed energia hanno in comune la capacità di guardare avanti e di cercare nuove fonti di ispirazione. E questo l obiettivo della seconda edizione di Enel Contemporanea, il progetto di arte pubblica sulle forme dell energia. In 3 luoghi simbolici di Roma e Venezia, 3 artisti internazionali renderanno l energia protagonista delle loro opere per parlare alla città con nuovi linguaggi. Enel Contemporanea produce energia creativa. A ROMA, LARGO ARGENTINA, DAL 3 LUGLIO AL 3 OTTOBRE L OPERA DI ASSUME VIVID ASTRO FOCUS.

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