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1 LaVita Anno 116 dal 1897 DOMENICA 16 GIUGNO 2013 G I O R N A L E C A T T O L I C O T O S C A N O e 1,10 Poste italiane s.p.a. Sped. in a.p. 24 D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 1, DCB Filiale di Pistoia Direzione, Redazione e Amministrazione: PISTOIA Via Puccini, 38 Tel. 0573/ Fax 0573/28616 e_mail: settimanalelavita@tin.it Abb. annuo e 45,00 (Sostenitore e 65,00) c/cp n Pistoia La Vita è on line clicca su La devozione al Sacro Cuore Il venerdì dopo il Corpus Domini, la chiesa, con una delle sue più belle liturgie, celebra la solennità del Sacro Cuore di Gesù. Un occasione per riflettere alcuni istanti sulla consistenza teologica e la serietà di una devozione che ai nostri giorni non gode sempre di ottima stima. Una devozione che ha avuto momenti di fulgore nei decenni passati, ma che subisce ora gli effetti di una crescente crisi, soprattutto perché si ha l impressione che non sia teologicamente fondata e che appartenga più al devozionalismo degenere che alla pietà seria di un cristiano adulto. Proprio per questo la proposta di una riflessione sulla base della teologia attuale potrebbe risultare utile e gradita a tutti coloro che intendono raccordare i loro pensieri e i loro sentimenti ai principi fondamentali della pietà cristiana, in conformità agli insegnamenti ufficiali della chiesa. Difficile dire quando questa devozione è nata. Le rivelazioni private di cui fu protagonista nel secolo XVII santa Maria Margherita Alacoque hanno contribuito molto alla sua diffusione popolare, ma non sono all origine di essa. Certamente ha avuto una storia travagliata, circondata sempre da diffidenze, ironie, difficoltà di ordine teologico. Si sa che grandi nemici di essa, anche per la loro concezione piuttosto severa e rigorosa della fede cristiana, furono i giansenisti, fra i quali gli storici ricordano soprattutto per la sua invincibile acrimonia il vescovo di Pistoia Scipione de Ricci. Per tutti egli è rimasto il più grande oppositore di questa devozione. In qualche modo, la città di Cino ne conserva ancora le tracce. Per un giudizio serio è forse opportuno scomodare i teologi più affermati e più importanti del nostro tempo. I gesuiti, ai quali fu affidata in particolare la cura di questa devozione, appartengono ai più convinti assertori. Karl Rahner, per esempio, forse il più grande teologo del nostro tempo, è tornato più volte sull argomento, sempre con parole sostanzialmente positive, soprattutto perché nel culto al Sacro Cuore egli vedeva il riconoscimento della grandezza e della divinità del corpo di Cristo, solennemente affermata fin dai primi grandi concili della chiesa. I biblisti hanno messo in luce il fatto ricordato dall evangelista Giovanni dell apertura del cuore di Gesù, da cui uscì sangue e acqua, simbolo dei due grandi sacramenti della chiesa, il battesimo e l eucaristia. In tutti i linguaggi umani, il cuore rimane il simbolo dell amore. Ora il cristiano non può dimenticare l ultima definizione con cui Dio si identifica con l amore. Così nel cuore trafitto di Gesù c è un po la sintesi non solo della storia della salvezza, ma addirittura della stessa natura di Dio. Un altro aspetto positivo si può ritrovare nel nuovo concetto di Dio (e quindi di Cristo) fatto proprio da teologi di oggi, i quali, sulla base della Bibbia, ormai parlano distesamente e senza nessuna esitazione della passibilità di Dio: Dio soffre anche per i nostri peccati. Un concetto che fa parte dei presupposti della devozione al Sacro Cuore: una manifestazione del cosiddetto sensus fidei, di cui è in possesso il popolo cristiano? Ci sarebbe da aggiungere, per render più umano questo pensiero, quanto afferma san Tommaso, secondo il quale Dio soffre non perché il peccato gli tolga qualcosa, ma perché l uomo rovina se stesso. Innegabili aspetti positivi, non cancellabili sulla base di pratiche discutibili, che rasentano a volte la superstizione. La teologia non giudica, perché non spetta a lei, le rivelazioni private, ma tiene fissa la sua attenzione all unica rivelazione divina che si è definitivamente compiuta in Cristo. Le rivelazioni private non sono oggetto di fede e quindi i dubbi su di esse non sono affatto segno di miscredenza o di rifiuto del pensiero della chiesa. Qualche riserva si fa a proposito della riparazione. Questa non potrebbe essere pensata se non in linea con quella di Cristo. Ora Gesù ha riparato il peccato dell umanità non con la sua sofferenza, ma con la sua obbedienza al Padre. Altrettanto deve fare colui che si pone sulla stessa scia del suo maestro. In questo senso la vera riparazione è la sequela, l imitazione di Cristo. Oppure, ricordando che, secondo Pascal, Cristo è in agonia fino alla fine dei secoli in coloro che soffrono e sono in difficoltà e in miseria, una vera riparazione attuale ed efficace è quella di soccorrere il Cristo affamato, torturato, flagellato, nei poveri e nei sofferenti di tutto il mondo. In ultimo, non possiamo dimenticare un avvertimento del teologo J. Ratzinger che, trattando del concetto di rappresentanza/sostituzione (un concetto che attraversa l intera Bibbia: si pensi a Mosè e allo stesso Gesù), conclude affermando: Nei tempi moderni l idea di sostituzione appare dapprima nel culto del s. Cuore di Gesù, poi anche nella pietà mariana di Lourdes e di Fatima; ma essendo staccata dalla grande corrente del pensiero teologico, che si era imbrigliato nel reticolato dei suoi concetti giuridici, l idea di sostituzione fu condannata ad assumere il rango di piccola e talora strana devozione. Un monito sempre valido del papa teologo. Giordano Frosini Un quadro storico nel coro delle monache visitandine di Pistoia, detto Il quadro della fondazione (1737), di autore ignoto, donato al Monastero da Amalia D Este. Il cuore di Gesù, ben visibile in alto, era stato sostituito dal vescovo Scipione de Ricci con un calice. Ultimo epigono dei giansenisti, il vescovo pistoiese fu uno dei più accaniti avversari del culto del Sacro cuore. Alla sua partenza il cuore fu ridipinto e collocato al suo posto. I DUE COLLI DI ROMA, IL VATICANO E IL QUIRINALE, SI GUARDANO CON OCCHIO DI SIMPATIA IN SPIRITO DI COLLABORAZIONE I due discorsi del Presidente e del Papa NON SIAMO VITE DI SCARTO Il forte discorso di Papa Francesco contro lo strapotere dell economia della finanza che strozza i più indifesi della società PAGINA 4 PAGINA 2 ELEZIONI AMMINISTRATIVE Sindaci eletti da pochi, ma per amministrare tutti. La vittoria del Centrosinistra. Il calo clamoroso del Pdl, della Lega e del Movimento cinque stelle PAGINA 13 siria: una crisi senza fine e con molte vittime PAGINA 15

2 2 primo piano n. 24 La 16 Giugno 2013 V ita IL PRESIDENTE NAPOLITANO IN VISITA DAL PAPA I due discorsi ribadiscono rapporti di amicizia e collaborazione Signor Presidente della Repubblica, desidero ringraziala vivamente per questa Sua gradita visita, che mi offre l opportunità di rivolgere il mio più cordiale saluto a Lei e all intero Popolo italiano, i cui rappresentanti L hanno recentemente eletta per un nuovo mandato alla più alta carica dello Stato. Estendo poi il mio saluto e il mio ringraziamento a tutti i Membri della distinta Delegazione che L accompagna. La Sua visita, Signor Presidente, si inserisce in una storia di rapporti ormai lunga, e ancora una volta conferma, dopo vicende anche travagliate e dolorose, la normalità e l eccellenza delle relazioni tra Italia e Santa Sede. Queste relazioni si sono sviluppate specialmente dopo la Conciliazione e l inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione italiana, e quindi, in un ottica nuova, dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II e l Accordo di revisione del Concordato. Più volte, da entrambe le parti, è stato ribadito, con piena ragione, che il dialogo tra Italia e Santa Sede ha come fine principale il bene del popolo italiano e come sfondo ideale il suo ruolo storicamente unico in Europa e nel mondo. In questo senso, davvero l Italia può essere un esempio nella comunità dei popoli, come è stato riconosciuto a più riprese da personalità anche molto diverse e, negli ultimi tempi, è apparso evidente dall intensità del rapporto di stima e di amicizia tra Lei, Signor Presidente, e Sua Santità Benedetto XVI. In Italia la collaborazione tra Stato e Chiesa, sempre rivolta all interesse del popolo e della società, si realizza nel rapporto quotidiano tra le istanze civili e quelle della comunità cattolica, rappresentata dai Vescovi e dai loro organismi, e in modo del tutto particolare dal Vescovo di Roma. Così, anche questa prima visita del Presidente al Papa dopo la Sua partecipazione alla Messa per l inizio del Ministero petrino può essere espressa efficacemente con l immagine dei due colli, il Quirinale e il Vaticano, che si guardano con stima e simpatia. In questo anno 2013 si ricorda il XVII centenario dell editto di Milano, da più parti visto come simbolo della prima affermazione del principio della libertà religiosa. Un secolo fa le celebrazioni di questa ricorrenza rappresentarono una tappa nel processo storico che favorì la presa di coscienza e il contributo dei cattolici nella costruzione della società italiana, contributo che continua ad essere importante per il cammino della Nazione. Nel mondo di oggi la libertà religiosa è più spesso affermata che realizzata. Essa, infatti, è costretta a subire minacce di vario tipo e non di rado viene violata. I gravi oltraggi inflitti a tale diritto primario sono fonte di seria preoccupazione e devono vedere la concorde reazione dei Paesi del mondo nel riaffermare, contro ogni attentato, l intangibile dignità della persona umana. E un dovere di tutti difendere la libertà religiosa e promuoverla per tutti. Nella tutela condivisa di tale bene morale si trova, inoltre, anche una garanzia di crescita e di sviluppo dell intera comunità. Il momento storico che stiamo vivendo è segnato anche in Italia, come in molti altri Paesi, da una crisi globale profonda e persistente, che accentua i problemi economici e sociali, gravando soprattutto sulla parte più debole della società. Preoccupanti appaiono soprattutto i fenomeni quali l indebolimento della famiglia e dei legami sociali, la decrescita demografica, la prevalenza di logiche che privilegiano il profitto rispetto al lavoro, l insufficiente attenzione alle generazioni più giovani e alla loro formazione, in vista anche di un futuro sereno e sicuro. In questo contesto, certo non facile, è fondamentale garantire e sviluppare l impianto complessivo delle istituzioni democratiche, alle quali nei decenni trascorsi hanno contribuito in modo determinante, leale e creativo i cattolici italiani. In un momento di crisi come l attuale è dunque urgente che possa crescere, L a ringrazio di cuore per le generose parole con cui ci ha accolto e anche per quelle che mi ha personalmente rivolto all indomani della mia rielezione. Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha iniziato il suo indirizzo di saluto al Sommo Pontefice in occasione della visita ufficiale in Vaticano cominciata con un colloquio privato tra Papa Francesco e il Capo dello Stato nella Sala della Biblioteca. Il Presidente era accompagnato dalla consorte, Signora Clio, e da una delegazione guidata dal Ministro degli Esteri, Emma Bonino. Ho avuto il privilegio di presenziare - il 19 marzo in Piazza San Pietro - alla celebrazione eucaristica per l inizio del Ministero Petrino del Vescovo di Roma, e di presentarmi quindi brevemente a Lei in Basilica per renderle un primo saluto ed augurio. Assolvo oggi al tradizionale ma non formale compito di porgere il deferente solenne omaggio dello Stato e del popolo italiano al nuovo Pontefice. La sentiamo, Santità, profondamente vicino, - ha proseguito il Capo dello Stato - permettendoci di cogliere nella stessa scelta che ha compiuto del nome di Francesco l eco delle Sue radici famigliari e l amore per questo nostro paese che ha per patrono il Santo di Assisi. A breve distanza da quell inizio, così essenziale, del Suo nuovo e più alto cammino pastorale Ella è già divenuto figura familiare e cara agli italiani, e innanzitutto ai fedeli e ai cittadini romani ai quali ha voluto significativamente presentarsi innanzitutto quale loro Vescovo. Ne è visibile segno la straordinaria soprattutto tra i giovani, una nuova considerazione dell impegno politico, e che credenti e non credenti insieme collaborino nella promozione di una società dove le ingiustizie possano essere superate e ogni persona venga accolta e possa contribuire al bene comune secondo la propria dignità e mettendo a frutto le proprie capacità. La distanza tra la lettera e lo spirito degli ordinamenti e delle istituzioni democratiche è sempre da riconoscere ed occorre l impegno di tutti i soggetti coinvolti per colmarla ogni volta di nuovo. Anche noi, cattolici, La risposta di Giorgio Napolitano partecipazione di popolo - ricca, s intende, anche di partecipazioni internazionali - all Angelus domenicale come alle udienze del mercoledì. Continuando il suo indirizzo di saluto, il Presidente Napolitano ha poi sottolineato: Santità, nell intensissima attività pastorale che Ella è già venuto svolgendo, sono emerse problematiche e sensibilità che caratterizzano il Suo messaggio, e che attingono, credo, anche alla Sua lunga esperienza pastorale nelle realtà latinoamericane. Attorno al richiamo fondamentale a Francesco d Assisi come l uomo della povertà, l uomo della pace, si è subito manifestata la Sua attenzione e premura per i sofferenti e per gli emarginati, per le persone e le famiglie vittime dell avidità e dell egoismo dominanti, ed è risuonato il Suo appello alla Chiesa e ai cristiani perché ne prendano le parti e ne abbiano cura. Il Suo sguardo è universale, ma le Sue parole toccano e sollecitano anche e in particolare noi italiani. Il nostro è un paese che, tra quelli pur classificati come ricchi, ha nel suo seno aree e fenomeni di povertà estesisi nei recenti anni di crisi come non mai da decenni. È tempo dunque - ha continuato il Capo dello Stato - di riflessione e di cambiamento, di solidarietà e di giustizia, con l urgenza che il disagio di vasti strati sociali e in special modo la condizione giovanile fortemente richiedono. La necessità di una nuova visione abbiamo il dovere di impegnarci sempre di più in un serio cammino di conversione spirituale affinché ci avviciniamo ogni giorno al Vangelo, che ci spinge ad un servizio concreto ed efficace alle persone e alla società. Anche in ambito civile è vero ciò che la fede ci assicura: non bisogna mai perdere le speranze. Quanti esempi in questo senso ci hanno dato i nostri genitori e i nostri nonni, affrontando ai loro tempi dure prove con grande coraggio e spirito di sacrificio! Più volte Benedetto XVI ha ribadito che la crisi attuale dev essere dello sviluppo dell economia e della società si pone per l Europa nel suo complesso, aree e fenomeni di povertà estesisi nei recenti anni di crisi come non mai da decenni. È tempo dunque - ha continuato il Capo dello Stato - di riflessione e di cambiamento, di solidarietà e di giustizia, con l urgenza che il disagio di vasti strati sociali e in special modo la condizione giovanile fortemente richiedono. La necessità di una nuova visione dello sviluppo dell economia e della società si pone per l Europa nel suo complesso, stimolandone drammaticamente l unione e chiamandola ad una piena comprensione delle nuove realtà emergenti e delle istanze ancora inascoltate dei popoli di diversi continenti rimasti nel passato ai margini dello sviluppo mondiale. Il cambiamento che s impone in Italia non può non toccare anche comportamenti diffusi, allontanatisi gravemente da valori spirituali e morali che soli possono ispirare la ricerca di soluzioni sostenibili per i nostri problemi, di prospettive più serene e sicure. È questo lo sforzo cui attendiamo con tenacia e senza mai cedere allo scoramento, senza mai smarrire la speranza - ha detto il Presidente. E grandemente ci sostiene la Chiesa nello svolgimento del suo magistero educativo e del suo quotidiano esercizio pastorale: la Chiesa attraverso i suoi Vescovi, e tra essi, in primis, il Vescovo di Roma, il Santo Padre. In effetti, sulle solide basi poste dalla occasione per un rinnovamento fraterno dei rapporti umani. Anche il popolo italiano, attingendo con fiducia e creatività dalla sua ricchissima tradizione cristiana e dagli esempi dei suoi santi patroni Francesco d Assisi e Caterina da Siena, come pure di numerose figure religiose e laiche, e dalla testimonianza silenziosa di tante donne e tanti uomini, può e deve superare ogni divisione e crescere nella giustizia e nella pace, continuando così a svolgere il suo ruolo peculiare nel contesto europeo e nella famiglia dei popoli. E lavorare per creare una cultura dell incontro. Signor Presidente, Le rinnovo il mio ringraziamento per questo incontro tanto gradito. E sono lieto di cogliere questa occasione per esprimere la mia riconoscenza a Lei e a tutti gli italiani per l affetto caloroso con cui mi hanno accolto dopo la mia elezione: mi hanno fatto sentire di nuovo a casa! Grazie. Possa l Italia essere sempre una casa accogliente per tutti! Per questo assicuro la mia preghiera, mentre di vero cuore benedico Lei e i Suoi cari, quanti sono al servizio della cosa pubblica e l intero popolo italiano. Grazie. nostra lungimirante Costituzione e dal nuovo Concordato - come Ella ha voluto ricordare - le istituzioni repubblicane e la Santa Sede sono protagonisti e guide di una limpida collaborazione per la promozione dell uomo e per il bene del paese. Cardine della Costituzione italiana, come dell ordinamento di ogni Stato di diritto, è il principio della libertà religiosa : invece ancor oggi in troppi luoghi negata e brutalmente calpestata. E consideriamo nostro dovere prenderne le difese ovunque, specie là dove siano colpite la libertà e la vita dei cristiani. Il Capo dello Stato ha poi evidenziato come il rapporto tra Stato e Chiesa cattolica in Italia non è qualcosa di freddamente istituzionale ma qualcosa di profondamente vissuto, radicato nella storia, e cresciuto, sempre di più, parallelamente al dialogo interreligioso e al dialogo tra credenti e non credenti. Un rapporto ulteriormente consolidatosi e arricchitosi negli anni del mio mandato grazie al comune sentire che si è stabilito col Suo predecessore, Benedetto XVI, cui desidero rivolgere un sentito, grato pensiero ed augurio. Sono certo, Santità, - ha concluso il Presidente Napolitano - che ci incontreremo con eguale slancio sulla stessa strada, con attenzione a quel che si muove ed evolve attorno a noi, e sempre in spirito di reciproco rispetto, di chiara distinzione e di fattiva concordia.

3 LaVita 16 Giugno 2013 n. 24 La sapienza del sorriso Fino al sacrificio totale Il martirio di don Giuseppe Puglisi in una biografia dell arcivescovo Vincenzo Bertolone di Angelo Rescaglio Le pagine del profilo biografico del libro La sapienza del sorriso (Edizioni Paoline) che fa memoria di don Giuseppe Puglisi, prete siciliano barbaramente ucciso da un organizzazione mafiosa, sono introdotte da una forte citazione di Paulo Coelho, che sintetizza il messaggio di fondo: Ogni essere umano, nel corso della propria esistenza, può adottare due atteggiamenti: costruire o piantare. I costruttori possono passare anni impegnati nel loro compito, ma presto o tardi concludono quello che stavano facendo. Allora si fermano, e restano lì, limitati dalle loro stesse pareti. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato. Quelli che piantano soffrono con le tempeste e le stagioni, raramente riposano. Ma, al contrario di un edificio, il giardino non cessa mai di crescere. Possiamo, qui, cogliere il significato di una intera esistenza, breve nel tempo /1993 -, ma decisamente costruita nelle stagioni della bufera, che, per un prete, sono quelle autenticamente aperte a cogliere i segni dello Spirito: don Giuseppe Puglisi, ricordato sotto la dimensione del sorriso, oggi è più che mai vivo e andrés torres queiruga Quale futuro per la fede? Le sfide del nuovo orizzonte culturale La Modernità ha collocato la fede cristiana in un orizzonte culturale radicalmente nuovo rispetto a quello premoderno in cui si era inculturata. Per presentare questa fede in modo comprensibile e credibile all uomo d oggi è necessario individuare accuratamente il nucleo incandescente della fede, svestendolo dei rivestimenti del vecchio paradigma culturale e riesprimendolo in modo compatibile con il nuovo paradigma della Modernità. Un lavoro di grande portata che coinvolge il ripensamento coerente di tutta la teologia e la creazione di un nuovo linguaggio per dire la fede. Il nucleo della fede cristiana è individuato dall autore di questo volume nell assoluto primato di Dio che ci ha creato e sta creandoci per amore, unicamente ed esclusivamente per amore. Il vecchio paradigma premoderno da cui liberarci è quello di un mondo incantato in cui forze soprannaturali intervengono arbitrariamente in contrasto continua ad interpellare le coscienze, di fronte ad una società che non facilmente crede al martirio, con le sue assurde richieste di benessere materiale Il suo biografo scrive, alla fine di tutto: Il martirio di don Puglisi è denso di futuro, perché quella morte ha incarnato, con il dono di una vita, il monito di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI; quella morte così tragica e dolorosa è oggi un seme insuperabile di vitalità e un esempio glorioso di quella Ecclesia militans che prepara sulla terra la Gerusalemme celeste; il sorriso, scorto non soltanto dal killer sulla bocca della vittima immolata, è il segno di una primavera ecclesiale che deve sbocciare ancora del tutto... Questa stagione, che è la sfida del futuro della Chiesa siciliana, è la profezia di don Giuseppe Puglisi: il suo martirio è diventato presenza vigile della nostra azione; il silenzio con cui gli fu chiusa la bocca con le leggi della natura. Esso ha colorato anche il Dio cristiano, legandolo a sempre possibili interventi miracolistici puntuali, con i quali Egli premierebbe o castigherebbe gli uomini, si rivelerebbe ad alcuni e non ad altri, facendosi convincere o blandire dalle nostre preghiere di domanda. Nel nuovo paradigma Dio, in quanto Padre amoroso di tutti, va pensato come sempre attivo per la salvezza dell uomo, di tutti gli uomini, e sempre rivelantesi nella natura, nella storia, nella coscienza di ogni uomo, senza sconvolgere con ciò le leggi del cosmo o della psiche umana, ma trasparendo in esse. Data la sua finitezza, l uomo solo gradualmente e storicamente riesce ad accogliere con piena coscienza l azione creatrice, rivelante e salvatrice di Dio Amore. Per la fede cristiana ciò è avvenuto in modo preminente nella vicenda storica narrata dalla Bibbia ed è culminato in modo sommo e insuperabile in Gesù di Nazaret. Secondo l autore le conseguenze ora si trasforma in un canto di lode al Signore per avercelo donato con la sua semplice, straordinaria, intensa e vitale testimonianza (pagg ). Il cardinale Paolo Romeo di Palermo, presentando il volume del vescovo Vincenzo, riconosce che Don Pino Puglisi potrà adesso essere presentato alla nostra Arcidiocesi, alla Sicilia tutta e alla Chiesa universale come martire assassinato in odio alla fede da un organizzazione mafiosa, che purtroppo maschera anche con atti religiosi la sua vera natura di intrinseco ateismo. Ciò servirà a ribadire come più volte i Vescovi di Sicilia hanno autorevolmente già fatto che non vi può essere compromesso tra la fede cristiana e la criminalità mafiosa. Da oggi in poi, a ribadirlo con assoluta vivezza e stringente coerenza di vita, è il sacerdote martire di Brancaccio. Il libro, opera dell arcivescovo di questo nuovo modo di pensare il nucleo della fede toccano punti teologici importanti, come la natura della rivelazione, il rapporto tra scienza e fede, il modo di intendere le religioni non cristiane, l autorità magisteriale della chiesa, lo stile del linguaggio religioso e della preghiera. Una proposta teologica stimolante ed illuminante per il grande compito che spetta oggi ai cristiani nei confronti della loro fede. Poeti Contemporanei Comunione Un Dio che si è fatto uomo. Un uomo-dio che diventa pane per essere vero cibo del giorno offerto a tutti noi. Mangiando di quel pane io mi unisco a Lui e Lui si unisce a me, in virtù di una sorprendente parità di azione. E così io dimoro in Lui e Lui dimora in me. Mistero grande di una vera, particolare comune unione, comune unione che si chiama amore. 3 della diocesi di Catanzaro-Squillace Vincenzo Bertolone, non ambisce a essere una biografi a, ripercorre per brevi cenni le tappe biografi che, pastorali e giudiziarie della vicenda terrena di don Puglisi e affronta con maggiore profondità le ragioni e le cause del suo martirio, con l idea diffusa un po dovunque, in questi capitoli, che il parroco di Brancaccio non è stato un prete contro, ma per l uomo, è stato sacerdote che ha avvertito il bisogno incoercibile di proporre, in ogni modo e con ogni mezzo, la verità di Cristo (dalla nota introduttiva). Nel capitolo ultimo La memoria del sacrificio per guardare oltre trovo un altra apprezzata linea di interpretazione del pensiero dell Autore: L essenza della storia, di ogni storia, sta nel ricordare. La memoria è la linea di giuntura tra passato e presente; esprime omaggio verso chi ha operato prima di noi, ma contempla anche una coscienza che tiene presente il vissuto e il passato, la cui lezione illumina il presente. (pag. 113). Per chi leggerà il tutto non sarà difficile far seguire una valorizzazione delle riflessioni che accompagnano le vicende, culminanti nella precisazione: La sua fulgida icona, oltre ad aver risvegliato le coscienze addormentate, è stata causa della conversione del suo assassino, che non riesce a dimenticare il sorriso che gli rivolgeva la sua vittima che moriva. Il libro aperto Periodico trimestrale del Club alpino italiano di Pistoia di Leonardo Soldati Èuscito ad aprile il primo numero 2013 del notiziario Il Libro Aperto, nell anniversario del 25 anno di vita del periodico trimestrale di notizie sociali, cultura e tecnica della montagna diretto da Claudio Rosati e promosso dalla sezione Club Alpino Italiano (Cai) di Pistoia presieduta da Franco Bertini, via antonini 7 (Casella postale n. 1), a distribuzione gratuita. La pubblicazione, oltre che rivolta ai propri soci per informarli sulle attività in calendario, è inviato a tutte le altre sezioni Cai, istituzioni cittadine, centri culturali, associazioni provinciali, Direzioni didattiche ed istituzioni scolastiche, con la finalità di diffondere la cultura e la tutela dell ambiente montano e di coloro che ci vivono. Il numero allegato contiene un intervista a don Ferrero Battani, parroco di Valdibure recentemente scomparso e socio per molti anni della sezione pistoiese, nella quale, l amato sacerdote, parla di montagna e non solo. In questo numero anche il resoconto delle attività dei gruppi alpinistico, alpinismo giovanile, escursionismo, sci alpinismo, podistico, speleologico, oltre che del corso di introduzione alla speleologia organizzato ad ottobre scorso da Cai Pistoia, un articolo a firma di Lorenzo Gori sulla passione per il rifugio, la mostra fotografica di Cai Toscana e le manifestazioni celebrative del 150 anniversario della fondazione del Club Alpino Italiano , un racconto di alpinismo sulla Pala della Ghiaccia (Dolomiti occidentali) di Paolo Politi ed una passeggiata lungo il Waal Weg di Marengo, il sentiero delle mele, descritta da Adriana Mazzoni, il calendario del corso di arrampicata libera 2013 promosso dalla Scuola di alpinismo Vero Masoni in partenza a settembre 2013, il programma delle escursioni 2013 fino alla metà del prossimo mese di settembre. INFO e contatti: tel. 0573/365582, pistoia@cai.it; sito rifugio Portafranca tel. 0573/ Giovanni Sguazzoni

4 4 attualità ecclesiale n. 24 La 16 Giugno 2013 V ita Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Oggi vorrei soffermarmi sulla questione dell ambiente, come ho avuto già modo di fare in diverse occasioni. Me lo suggerisce anche l odierna Giornata Mondiale dell Ambiente, promossa dalle Nazioni Unite, che lancia un forte richiamo alla necessità di eliminare gli sprechi e la distruzione di alimenti. Quando parliamo di ambiente, del creato, il mio pensiero va alle prime pagine della Bibbia, al Libro della Genesi, dove si afferma che Dio pose l uomo e la donna sulla terra perché la coltivassero e la custodissero (cfr 2,15). E mi sorgono le domande: Che cosa vuol dire coltivare e custodire la terra? Noi stiamo veramente coltivando e custodendo il creato? Oppure lo stiamo sfruttando e trascurando? Il verbo coltivare mi richiama alla mente la cura che l agricoltore ha per la sua terra perché dia frutto ed esso sia condiviso: quanta attenzione, passione e dedizione! Coltivare e custodire il creato è un indicazione di Dio data non solo all inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti. Benedetto XVI ha ricordato più volte che questo compito affidatoci da Dio Creatore richiede di cogliere il ritmo e la logica della creazione. Noi invece siamo spesso guidati dalla superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare; non la custodiamo, non la rispettiamo, non la consideriamo come un dono gratuito di cui avere cura. Stiamo perdendo l atteggiamento dello stupore, della contemplazione, dell ascolto della creazione; e così non riusciamo più a leggervi quello che Benedetto XVI chiama il ritmo della storia di amore di Dio con l uomo. Perché avviene questo? Perché pensiamo e viviamo in modo orizzontale, ci siamo allontanati da Dio, non leggiamo i suoi segni. Ma il coltivare e custodire non comprende solo il rapporto tra noi e l ambiente, tra l uomo e il creato, riguarda anche i rapporti umani. I Papi hanno parlato di ecologia umana, strettamente legata all ecologia ambientale. Noi stiamo vivendo un momento di crisi; lo vediamo nell ambiente, ma soprattutto lo vediamo nell uomo. La persona umana è in pericolo: questo è certo, la persona umana oggi è in pericolo, ecco l urgenza dell ecologia umana! E il pericolo è grave perché la causa del problema non è superficiale, ma profonda: non è solo una questione di economia, ma di etica e di antropologia. La Chiesa lo ha sottolineato più volte; e molti dicono: sì, è giusto, è vero ma il sistema continua come prima, perché ciò che domina sono le dinamiche di un economia e di una finanza carenti di etica. Quello che comanda oggi non è l uomo, è il denaro, il denaro, i soldi comandano. E Dio nostro Padre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi: agli uomini e alle donne. noi abbiamo questo compito! Invece uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la cultura dello scarto. Se si rompe un computer è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tante persone finiscono per entrare nella GLI INCONTRI CON PAPA FRANCESCO Coltivare e custodire L omelia integrale dell udienza di mercoledì 5 giugno del Pontefice normalità. Se una notte di inverno, qui vicino in via Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è notizia. Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale. Non può essere così! Eppure queste cose entrano nella normalità: che alcune persone senza tetto muoiano di freddo per la strada non fa notizia. Al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle N aim in ebraico significa la deliziosa. Ed è proprio nel villaggio di Naim che accade un fatto straordinario: un ragazzo viene resuscitato dalla morte, da Gesù. Nel racconto di Luca è espresso al massimo il concetto di gratuità: il desiderio di una madre che diventa preghiera silenziosa, accolta e trasformata in gesto di amore. È la forza della misericordia di Dio; della compassione che spinge Gesù a parlare e ad agire. Compassione che significa letteralmente soffrire con, assumere il dolore dell altra persona, identificarsi con lei, sentire con lei il dolore. La misericordia di Dio dà vita all uomo, lo risuscita dalla morte, ricorda Papa Francesco all Angelus, in questa seconda domenica di giugno, un mese tradizionalmente dedicato al cuore di Gesù, massima espressione umana dell amore divino. La pietà popolare valorizza molto i simboli e il cuore di Gesù è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio; ma non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale, che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l umanità intera. Don Tonino Bello amava spesso ricordare che come credenti, ma anche come non credenti, non abbiamo più i segni del potere, borse di alcune città, costituisce una tragedia. Uno che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti. Questa cultura dello scarto tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti. La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se Un simbolo reale Papa Francesco: nel cuore di Gesù la misericordia di Dio però abbiamo ancora il potere dei segni. Ciò che accade a Naim è uno dei segni più alti: Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro, prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, scrive Matteo nel suo Vangelo. Un altro segno lo racconta Giovanni, quando, sul monte Calvario, il soldato ha trafitto con la lancia il costato di Gesù: Da quella ferita - ricorda Papa Francesco - uscirono sangue e acqua. Giovanni riconobbe in quel segno, apparentemente casuale, il compimento delle profezie ; dal cuore di Gesù scaturisce per tutti gli uomini il perdono e la vita. La misericordia di Dio è forza che dà vita, che risuscita l uomo. A Naim s incontrano due processioni: una gioiosa, i discepoli che seguono Gesù che arriva alle porte del villaggio della Galilea; l altra triste, un gruppo di uomini e donne seguono una vedova che sta accompagnando alla sepoltura il non serve ancora come il nascituro, o non serve più come l anziano. Questa cultura dello scarto ci ha resi insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in ogni parte del mondo, purtroppo, molte persone e famiglie soffrono fame e malnutrizione. Una volta i nostri nonni erano molto attenti a non gettare nulla del cibo avanzato. Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo di Fabio Zavattaro suo figlio unico. Vita e morte l una di fronte all altra. Non sappiamo come si siano svolti esattamente i fatti, però sappiamo che c è stato un segno che ha cambiato il percorso della storia: le lacrime che rigavano il volto della donna e che Gesù ha colto: Vedendola - scrive Luca nel suo Vangelo - il Signore fu preso da grande compassione per lei. Commenta Papa Francesco: Questa compassione è l amore di Dio per l uomo, è la misericordia, cioè l atteggiamento di Dio a contatto con la miseria umana, con la nostra indigenza, con la nostra sofferenza, la nostra angoscia. E aggiunge che il termine biblico compassione richiama le viscere materne: La madre, infatti, prova una reazione tutta sua di fronte al dolore dei figli. Così ci ama Dio, dice la Scrittura. Lo sguardo di compassione di Dio si posa sull uomo ed è più forte del peccato, della morte; ha, appunto, la forza dell amore di una madre per il proprio figlio. E il frutto di spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici. Ricordiamo bene, però, che il cibo che si butta via è come se venisse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame! Invito tutti a riflettere sul problema della perdita e dello spreco del cibo per individuare vie e modi che, affrontando seriamente tale problematica, siano veicolo di solidarietà e di condivisione con i più bisognosi. Pochi giorni fa, nella Festa del Corpus Domini, abbiamo letto il racconto del miracolo dei pani: Gesù dà da mangiare alla folla con cinque pani e due pesci. E la conclusione del brano è importante: «Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi avanzati: dodici ceste» (Lc 9,17). Gesù chiede ai discepoli che nulla vada perduto: niente scarti! E c è questo fatto delle dodici ceste: perché dodici? Che cosa significa? Dodici è il numero delle tribù d Israele, rappresenta simbolicamente tutto il popolo. E questo ci dice che quando il cibo viene condiviso in modo equo, con solidarietà, nessuno è privo del necessario, ogni comunità può andare incontro ai bisogni dei più poveri. Ecologia umana ed ecologia ambientale camminano insieme. Vorrei allora che prendessimo tutti il serio impegno di rispettare e custodire il creato, di essere attenti ad ogni persona, di contrastare la cultura dello spreco e dello scarto, per promuovere una cultura della solidarietà e dell incontro. Grazie. questo amore è proprio la vita. Ritorniamo a Naim e alla vedova. Quelle sue lacrime hanno colpito subito Gesù che le dice: Non piangere. Poi si avvicina alla bara e la tocca mentre i portatori si fermano: Poi chiamò il ragazzo morto e lo risvegliò come da un sonno. Scrive l evangelista: Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. La misericordia di Dio dà vita all uomo, lo risuscita dalla morte, commenta Papa Francesco che c invita a non avere timore di avvicinarci a lui perché il Signore ci guarda sempre con misericordia, ci attende con misericordia, e se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, sempre ci perdona. È pura misericordia. Con Maria, anche noi dobbiamo essere miti, umili e misericordiosi con i nostri fratelli. Perché lei, il suo cuore di madre, ricorda Papa Francesco, ha condiviso al massimo la compassione di Dio, specialmente nell ora della passione e morte di Gesù.

5 LaVita Nel documento Pontificio presentato col titolo Accogliere Cristo nei rifugiati e nelle persone forzatamente sradicate, l invito alla cooperazione come nuovo volto della carità globale 16 Giugno 2013 n. 24 attualità ecclesiale CAMBIANO LE MIGRAZIONI Questo è il tempo dei migranti forzati 5 di Giancarlo Perego La migrazione forzata costituisce oggi una realtà variegata e complessa, a causa dei molteplici fattori che la determinano: problemi politici e di debolezza istituzionale, le persecuzioni razziali o religiose, la tratta degli esseri umani per vari scopi (lavoro, sesso, trapianto di organi ), i disastri ambientali, le guerre. L approccio al tema è ormai cambiato e, al tempo stesso, le misure di protezione delle vittime delle migrazioni forzate (rifugiati, profughi, persone trafficate e coinvolte nella tratta ) devono essere sempre più estese e diversificate per affrontare un fenomeno, ormai divenuto di massa. Il documento pubblicato e presentato dal Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti e da Cor Unum, dal titolo Accogliere Cristo nei rifugiati e nelle persone forzatamente sradicate, entra in questa complessità del volto delle migrazioni forzate con diversi obiettivi. Anzitutto ritrovare nel volto di ogni persona migrante per forza (rifugiato, profugo, vittima di tratta, ) o senza una città (apolide) il volto di una persona da tutelare nella sua dignità e nel suo cammino, riconoscendo in essi il volto stesso di Cristo. Nel discorso ai partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, il 24 maggio scorso, Papa Francesco ha invitato a non dimenticare la carne di Cristo che è nella carne dei rifugiati: la loro carne è la carne di Cristo. In secondo luogo, il documento invita a ripensare l accoglienza e l ospitalità alla luce della complessità di questo nuovo fenomeno. Un accoglienza che non è tanto un compito, un semplice dovere personale, quanto un modo di vivere e condividere (n.82), di riorganizzare la propria vita personale e familiare, ma anche la vita di una parrocchia, di un istituto religioso, di un associazione, di una città, di un Paese, di un Continente, del Mondo. Le migrazioni forzate oggi chiedono effettivamente ed efficacemente di pensare globalmente e di agire localmente, di ripensare la nostra cittadinanza dal locale al globale, per riconoscere come propri i problemi e le situazioni drammatiche di almeno 50 milioni di persone al mondo. Le migrazioni forzate chiedono poi di rafforzare la cooperazione internazionale: non si può affrontare una realtà che rende ai trafficanti di esseri umani 32 miliardi di dollari con un investimento di poche centinaia di milioni di dollari. La cooperazione è il nuovo volto di una consapevolezza forte di un interdipendenza tra persone e popoli che chiede una condivisione più ampia di risorse economiche, sociali e sanitarie che possano sostenere il cammino forzato di molte persone e famiglie. Al tempo stesso la cooperazione è il nuovo volto di una carità globale, a cui nell enciclica Deus caritas est richiamava Benedetto XVI. L incontro ormai frequente nelle nostre comunità cristiane con persone in fuga - rifugiati, vittime di tratta, apolidi - chiede una capacità di riconoscere e accompagnare i nuovi migrantes, oltre che di costruire nuovi cammini pastorali, perché la cura dell altro si rinnovi, alla luce anche delle preziose indicazioni che il documento Pontificio ci regala in questo tempo di crisi. È facile, infatti, di fronte alla fatica dell incontro, della novità e complessità del confronto, chiudere le porte e rinunciare a un accompagnamento a cui questo tempo, meraviglioso e perverso al tempo stesso - come amava dire Paolo VI - stimola le nostre coscienze personali ed ecclesiali. Per millenni -è una costante universale- l uomo, dopo essersi accorto delle sue trasgressioni a leggi civili o religiose e, prima ancora, alla legge naturale incisa nella propria coscienza -non importa se avvenute per debolezza o per cattiveria- ha avvertito il bisogno non solo del perdono, ma anche della certezza di averlo ottenuto. Il salmo 32 esprime, con una frase che è un gemito, questo anèlito: «Beato l uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato» (primo versetto del Salmo responsoriale). Ma -e qui nasceva il problema- a chi chiedere perdono e da chi aspettarsi una risposta? Da questa incertezza è nata tutta una lunga storia di tentativi per placare divinità irate e irascibili, con pratiche purificatorie di ogni tipo, non esclusi i sacrifici umani, senza, di norma, giungere a certezze soddisfacenti. Per il popolo di Israele, invece, è diverso. Egli conosce un Dio che lo invita ad ammettere il suo peccato per esserne liberato e può, rivolto a lui, proclamare con fiducia: «Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia colpa. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato» (Sal 32, 5). Il santo re Davide è un caso esemplare: macchiatosi di adulterio, ricorre all omicidio per tentare di coprirlo, ma viene stanato dal profeta Natan che, mandato da Dio, gli fa prendere coscienza della gravità di ciò che ha commesso (prima lettura, 2Sam, ). Davide allora ammette le sue colpe: «Ho peccato contro il Signore!» e questo è sufficiente perché Natan gli possa subito comunicare il perdono di Dio: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai», La Parola e le parole 11ma Domenica del Tempo Ordinario Anno C 2Sam, ; Sal 32; Gal 2, ; Lc 7, 36-8, 3 anche se, per punizione, il figlio nato dalla relazione adulterina fra Davide e Betsabea dovrà morire come loro castigo. Questo episodio farà attribuire a David il celebre salmo 50 (51), composto invece probabilmente nel tempo dell esilio babilonese, ma che, comunque, è una preghiera che lo Spirito Santo mette sulla bocca di ogni peccatore pentito e che, pertanto, ha la garanzia di venir esaudita da Dio, con la concessione di perdono e gioia: «Aspergimi con rami d issòpo e sarò puro; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia: esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. Crea in me, o Dio, un cuore puro» (Sal 51, 9-12). Ma è nel Nuovo Testamento che la volontà di Dio di perdonare appare in maniera dirompente. Il commovente episodio raccontato nella lettura evangelica di questa domenica (Lc 7, 36-8, 3) illustra meravigliosamente la dichiarazione programmatica di Gesù: «Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,13). La donna che cerca Gesù in casa del fariseo Simone non dice una parola, quindi non confessa i suoi peccati, non chiede perdono e neppure ringrazia del perdono ricevuto, ma piange a dirotto, tanto da poter lavare i piedi di Gesù con le sue lacrime, gli asciuga i piedi con i suoi capelli, li bacia e li cosparge di profumo. Con questi gesti, dice tutto. Non c è, dunque, bisogno di parole e Gesù neppure si sogna di chiedergliele. Ma egli ammira tanto questa peccatrice -pur sapendo che è tale, perché parla dei suoi molti peccati - da mettere a confronto i suoi gesti, uno per uno, con le corrispondenti mancanze di riguardo di Simone nei suoi confronti e dicendogli, in pratica: «Questa prostituta ti è passata avanti nel regno dei cieli, in quanto le vengono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato, mentre colui al quale si perdona poco -in questo caso, tu, fariseo Simone!- ama poco». E la conclusione è liberante ed istruttiva per noi: «Poi disse a lei: I tuoi peccati sono perdonati. [ ] La tua fede ti ha salvata; va in pace!». Alla donna vengono, così, restituite innocenza e serenità. È, questo, un caso molto simile a quello dell adultera sorpresa in flagrante adulterio e portata a Gesù. Questa correva il rischio di essere lapidata con pietre vere, mentre la donna che entra in casa del fariseo Simone viene lapidata dalle sue spietate parole. Ma sia gli aspiranti lapidatori dell adultera, sia Simone vengono da Gesù, più che condannati, clamorosamente svergognati per la loro mancanza di misericordia. L insegnamento che deriva da questi episodi ha un duplice aspetto: un invito alla fiducia nella paziente misericordia divina e un invito a non permetterci mai di condannare e neppure umiliare chi ha sbagliato, appunto come Gesù che non solo non ha né condannato né umiliato la prostituta e l adultera, ma le ha trattate con infinita delicatezza e rispetto. Una dimostrazione che davvero, come afferma il noto biblista P. Giovanni Odasso, il mestiere di Dio è quello di perdonare i peccati!. Il passo della lettera ai Galati della seconda lettura (Gal 2, ) spiega come mai troviamo Gesù sempre schierato a favore del peccatore contro chi lo vuol condannato in nome della legge: «L uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo [ ] Se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano». Questo non vuol dire, nel ragionamento dell apostolo Paolo, che noi, nel nostro comportamento, possiamo prescindere dalla legge di Dio. Anzi, dice Paolo, «sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me». Il credente, cioè, cercherà di vivere secondo gli ideali evangelici non per paura di un castigo, ma mosso dal pensiero, ben più coinvolgente, dell amore totale che Cristo gli ha dimostrato con il dono totale di sé. Dono che aveva, come scopo, non solo la distruzione del peccato, ma anche, con la strategia dei sacramenti, l attuazione della promessa «chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto» (Gv 15,5). Don Umberto Pineschi

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7 Pistoia Sette N Giugno 2013 IL 29 GIUGNO IN CATTEDRALE Ordinazione sacerdotale di Elia Matija a cura di Daniela Raspollini Il 29 giugno, in occasione della solennità degli apostoli Pietro e Paolo, Elia Matija della Fraternità apostolica di Gerusalemme sarà ordinato sacerdote per l imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo di Pistoia monsignor Mansueto Bianchi Fratel Elia Matija è nato a Sheldi, un piccolo villaggio vicino a Scutari, il 27 aprile Dopo aver conseguito le scuole elementari e medie nel proprio paese natale, continua le superiori a Scutari nel seminario interdiocesano dell Albania diretto dai Gesuiti, dopodiché lascia tutto e inizia una nuova esperienza lavorativa in Italia. Nel 2003 riaffiora di nuovo in lui la chiamata di Dio e che diviene per lui irresistibile e risponde entrando nella Fraternità apostolica di Gerusalemme nella quale ha fatto gli impegni definitivi il 29 agosto Nel giugno di quest anno ha terminato gli studi teologici nella Facoltà teologica dell Italia Centrale. Gli abbiamo rivolto alcune domande. Che cosa significa il sì di un prete? Ho sempre visto la vocazione al sacerdozio come qualcosa che mi supera, come un grande dono che Dio mi fa. Dicendo sì a questa chiamata, scelgo liberamente e con gioia di essere scelto per essere totalmente al servizio di Dio e degli uomini. Questo essere scelto viene dall incontro con la persona di Cristo che ti dice vieni e seguimi. L incontro con lui è affascinante, ma nello stesso tempo anche tremendo, visto il cammino che lui per primo ha tracciato e che il discepolo è chiamato a seguire. Questo sì del chiamato continuerà a conformarlo sempre più al Sì di Gesù alla volontà del Padre, perché nessuno va a Gesù se non quelli che il Padre gli ha donato. Se questo vale per tutti i cristiani, ancora di più per quelli che sono chiamati ad agire nel suo nome e renderlo presente sacramentalmente sulla terra. Così il ministero sacerdotale lo vedo come un servizio al sacerdozio dei fedeli e non come un punto di arrivo o di una realizzazione sociale. Che cosa ci si attende oggi da questa importante figura? Cosa ci si attende oggi? L uomo di Dio. Gesù scelse i dodici -prima di tutto- perché stessero con lui e per mandarli a predicare. Credo che ci si attende questo oggi dal prete, vedere in lui l amore e la gioia di stare con Cristo e per Cristo, perché solo da questo legame con Gesù nasce l amore e la gioia di Proseguono gli incontri del vescovo nei dieci vicariati della diocesi. In attesa del prossimo incontro, che è previsto, per il Vicariato del Bottegone, venerdì 14 giugno alle 21 nella parrocchia di Badia, ripercorriamo quello tenuto il 31 maggio a Comeana con gli operatori pastorali del Vicariato del Montalbano. La riunione è iniziata con una relazione (svolta da don Damiano, parroco di Comeana) sulle vicende locali. Dalla lettura delle relazioni parrocchiali che sono arrivate in Curia -ha premesso monsignor Bianchi- emerge un vicariato di notevole importanza. Qui la popolazione è in crescita e in età decisamente più giovane rispetto ad altre zone della diocesi. Questo è un vicariato nel quale occorre investire: un vicariato vivo e anche con una forte presenza stare con e per il popolo. Da questa amicizia con Cristo scaturisce l unità e il prete diventa visibilmente l uomo di religiose. Quattro le "raccomandazioni" di monsignor Bianchi: l'assemblea vicariale dei sacerdoti e dei diaconi; il collegamento e la collaborazione fra parrocchie. Il vescovo ha invitato ad assumere un forte impegno formativo sul laicato e a "superare individualismi, frammentazioni e autosufficienze per volgersi a una pastorale di insieme guardando al programma pastorale della diocesi". Mansueto Bianchi si è quindi soffermato su alcuni aspetti più specifici: rafforzare i gruppi di ascolto del Vangelo: puntare al Battesimo come itinerario catecumenale per le famiglie; stabilire tempi certi e condivisi nella preparazione ai sacramenti. Dalle relazioni -ha aggiunto il vescovo- emerge anche un buon livello di descrizione per le celebrazioni eucaristiche domenicali. Buone -ha della comunione e l espressione della misericordia, dell accoglienza e della tenerezza di Dio padre. Tutto questo si vive nella chiesa e con la chiesa. Un altra caratteristica di cui oggi si sente maggiormente il bisogno è anche la disponibilità. Per questo abbiamo bisogno ed è una necessità primordiale quella di pregare per i sacerdoti. Si dice che c è un calo di vocazioni. Perché? Credo che Dio non manchi di chiamare operai per la sua messe, che è ancora oggi abbondante, ma come è successo per me, penso che manchi il coraggio di rispondere. Noi che siamo chiamati al sacerdozio credo che siamo chiamati a rischiare la nostra libertà: o la rischiamo per Dio lasciandoci coinvolgere nel suo progetto di amore e di salvezza per noi e per gli altri, oppure rischiamo la nostra libertà per noi stessi seguendo ciò che ci piace e ci fa più comodo e quindi non rispondiamo alla chiamata. Credo anche, che più di crisi di vocazioni e crisi sacerdotali, assistiamo oggi ad una crisi di comunità cristiane di base. È dalle comunità cristiane che nascono le vocazioni sacerdotali, religiose e familiari. Spesso oggi, nei seminari e nelle comunità religiose entrano persone assetate di vita cristiana (che non è detto abbiano la vocazione) che si dovrebbe vivere nelle parrocchie e che in molti movimenti è ben presente. Dobbiamo collaborare insieme, preti e comunità cristiane, affinché le nostre comunità cristiane diventino comunità dove scorre la vita e l amore. Perché dove è lo spirito del Signore ivi c è la libertà ci dice san Paolo, quindi non le divisioni che stancano tutti. Hai un messaggio da dare? Intanto mi affido alla vostra preghiera, affinché con l aiuto di Dio e la vostra preghiera possa rispondere alla chiamata del Signore. Ai giovani che si sentano chiamati posso dire, di non avere paura dell amicizia con Gesù e di intraprendere con coraggio l avventura con lui, che è un avventura stupenda. A tutti l invito di lasciarsi sedurre dalla parola di Dio, perché possiamo crescere nella comunione con Dio, con gli altri e con se stessi. Solo attraverso l incontro con Cristo si arriva ad amare la chiesa, a rispondere ai suoi bisogni e a mettersi al suo servizio. INCONTRI CON IL VESCOVO Vicariato del Montalbano Prossimo appuntamento a Badia venerdì 14 giugno proseguito- anche le presenze della Caritas". Il vescovo è anche entrato nel merito della presenza delle Misericordie: "ve le affido, anche perché sono in atto dinamismi che stanno portando queste realtà verso una dimensione puramente aziendale e non si deve mai dimenticare di non sganciare l'ambulanza dal Vangelo perché una ambulanza, nella Misericordia, viaggia sulle ruote del Vangelo. Occorre rievangelizzare questi spazi". A proposito di pastorale giovanile monsignor Bianchi ha invitato a "farla crescere, partendo dall'esistente e individuando centri strategici dove investire insieme perché nessuno può fare da solo, per conto suo". In merito ai movimenti ecclesiali, sottolineatane la "preziosità", il vescovo ha invitato tutti a ricordare "l'importanza di vivere bene questi percorsi e di non collocarsi in parallelo o in alternativa con la restante comunità cristiana bensì ad armonizzarli con parrocchie e cammino diocesano". Un invito specifico a "rilanciare l'azione cattolica per la validità di un progetto formativo che non ha uguali in Italia". Ulteriori sottolineature sono arrivate nella parte conclusiva dell'intervento di monsignor Bianchi: le coppie cosiddette "irregolari", un certo "grigiume" in alcune parti della celebrazione eucaristica, una maggiore valorizzazione sulla figura delle donne nella chiesa, la necessità di alleggerire i parroci "dai pesi amministrativi e gestionali che spesso rischiano di schiacciare". Due richieste finali: "insegnate a pregare alle persone, oggi c'è un bisogno feroce proprio di preghiera; e date tempi certi e sufficienti per le confessioni e per le direzioni spirituali".

8 8 comunità ecclesiale n. 24 La 16 Giugno 2013 V ita Dopo il Convegno Iacopeo un approfondimento della storica Lucia Gai Giacomo di Zebedeo praedicator veritatis : un immagine nella società pistoiese Attualità dell Apostolo Giacomo, patrono di Pistoia Il 31 maggio scorso si è tenuto l'annuale Incontro di studio e riflessione indetto dal Comitato di San Iacopo, d'intesa con Il Capitolo della Cattedrale di San Zeno e con il Comune di Pistoia. Il tema prescelto, questa volta era dedicato a L'apostolo Giacomo e la missione alle genti. Sono intervenuti Diego Pancaldo, che ha delineato il significato dell'incontrarsi nella Parola. Le Vie della testimonianza, e Lucia Gai, che ha ricollegato le prospettive del presente all'ampia materia del culto iacopeo, particolarmente importante per Pistoia, città di cui l'apostolo Giacomo di Zebedo è patrono fin dal medioevo, presentando Giacomo apostolo "praedicator veritatis": un immagine nella società pistoiese. Ha introdotto, l'incontro il canonico Romano Lotti, per conto del canonico Mario Leporatti, presidente del Comitato di San Iacopo e impossibilitato a presenziare per ragioni di salute, ed ha rivolto ai presenti un indirizzo di saluto Maria Valbonesi, dello stesso comitato. L'iniziativa di approfondimento culturale e religioso è stata preceduta, come di consueto, dalla celebrazione eucaristica, da parte di don Romano Lotti, nella cappella dell'altare argenteo di San Iacopo, nella significativa ricorrenza liturgica della festa della Visitazione, che è festa anche di un incontro e di una condivisione del mistero dell'incarnazione di Gesù, da parte di Maria e di Elisabetta. Abbiamo chiesto alla studiosa Lucia Gai una sintesi del suo intervento: «Quest'ultimo incontro iacopeo si propone di integrare il complessivo panorama antropologico prospettato nell'ultima edizione dei "Dialoghi sull'uomo", dei giorni maggio scorsi, sul tema: L'oltre e l'altro. Il viaggio e l'incontro. In questo Festival dedicato ai "mille volti del viaggio", secondo un'ottica generalmente laica aperta a sondare in profondità la natura umana e la sua spinta verso l'altro e l'altrove, solo l'intervento di Gabriella Caramore si avvicinava all'ambito religioso con l'intervento Tra deserto e mondo. I luoghi di Gesù di Nazareth, evocando con freschezza di verità umana il paesaggio naturale, antropico e spirituale in cui si svolse la missione di Cristo, come sfondo di quella Parola che fu anche fatica di farsi strada nel rumore del mondo. Ma la prospettiva antropologica va integrata, a mio avviso, anche con un incontrarsi sulle vie della testimonianza evangelica. Di cui furono innanzi tutto protagonisti il Figlio di Dio e i suoi apostoli e seguaci, nel testimoniare l Evangelo prima agli ebrei, poi agli altri popoli. Era la buona novella, l annuncio di un modo nuovo e diverso di rapportarsi con Dio non più come lontana, incommensurabile e inattingibile entità suprema, ma come creatore e padre/madre di ogni cosa e di ogni creatura, nell offerta di un amore misericordioso e accogliente per tutti gli uomini, senza distinzione di stato sociale ed appartenenza etnica. Dei tempi della vita terrena di Gesù e di quelli immediatamente successivi sono testimoni gli evangelisti, gli Atti degli Apostoli e le Lettere apostoliche. Attraverso queste preziose fonti, studiate dagli specialisti e messe a disposizione dei cristiani, possiamo conoscere il primo avvìo della testimonianza e della missione degli apostoli, portatori alle genti della Parola di Cristo, pur nei loro limiti umani. Uno degli apostoli -i primi "chiamati" da Gesù per seguirlo- fu Giacomo figlio di Zebedeo, fratello di Giovanni l'evangelista. Il suo primo ritratto, la sua prima immagine di uomo convertito da Gesù è trasmesso dallo stesso gruppetto di apostoli ed evangelisti, che riferirono i pochi episodi in cui egli si distinse. Essi fecero memoria della sua chiamata e conversione, col fratello Giovanni, durante la sua occupazione di pescatore, sul lago di Tiberiade: talmente folgorante da indurlo a lasciare bruscamente la sua attività e lo stesso padre, mentre stavano pescando. Un episodio che sicuramente fece discutere gli apostoli fu quello dell'interferenza della madre, Maria Salome, che arrivò a chiedere per i due figli Giacomo e Giovanni un posto speciale nel nuovo Regno annunciato da Cristo, senza comprendere l incommensurabile scarto dei piani fra la sua ambizione umana e la prospettiva universale di salvezza annunciata da Gesù. Gli evangelisti annotarono anche che Giacomo di Zebedeo era stato tra i pochi seguaci del Signore che aveva assistito alle sue apparizioni dopo la Resurrezione, fino la commiato sul Monte Tabor. Negli Atti si riferisce della predicazione di Giacomo in Giudea, in Samaria e nelle regioni vicine, e infine del suo martirio per decapitazione. Ma Giacomo aveva anche condiviso con i suoi compagni tutte le vicende della missione di Gesù, a partire dalla sua chiamata : fu testimone di parabole e miracoli che destabilizzavano la sua cultura religiosa e il suo senso comune; si sforzò di a cura di Daniela Raspollini capire, come gli altri, le verità ultime dei discorsi di Gesù, grazie alle quali si configurava un mondo spirituale nuovo, che superava in una dimensione universale l ambito dell ebraismo cui apparteneva. Si sforzò, come gli altri, di elaborare giorno per giorno questo scandalo continuo, che ovunque i suoi correligionari ortodossi denunciavano apertamente. Sicuramente decise di non abbandonare Gesù durante la sua predicazione, come invece fece Giuda, che lo tradì consegnandolo al Sinedrio. Anche lui, come gli altri, si lasciò cogliere dal sonno nell Orto degli olivi, e assisté alla cattura e alla condanna di Cristo, fino alla sua crocifissione. Conobbe, come gli altri, l incredulità di Tommaso nel cenacolo, e ricevette anche lui lo Spirito Santo come preliminare alla sua predicazione evangelica, di cui tutti gli apostoli erano stati incaricati dal Salvatore a conclusione della sua vicenda terrena. Dovette affrontare il mistero della Resurrezione e dell ultima apparizione di Cristo sul Monte Tabor. Il gruppetto dei suoi compagni lo definiva "boanerghes", appellativo greco che significa "figlio del tuono", cioè impetuoso e tempestoso, ma anche "brontolone" chiaro indizio di un carattere privo di compromessi, portato ad esporsi senza timori, a parlare chiaro e ad impegnarsi totalmente nella sua missione: probabilmente inimicandosi i tradizionalisti e gli ebrei ortodossi. E forse per il suo indomabile carattere fu considerato pericoloso per l ordine pubblico e quindi eliminato con la decapitazione, com era successo del resto a Giovanni il battezzatore. La sua figura servì come emblema del vittorioso diffondersi della "vera fede", cioè dell'ortodossia, nei primi secoli della chiesa, caratterizzati da questioni teologiche e da eresie circa la natura di Cristo. Giacomo figura come "praedicator veritatis" (termine che sostanzialmente era sinonimo di apostolo), confutatore di false credenze, del paganesimo e delle arti magiche entro l'ambito territoriale della penisola iberica, e specialmente delle regioni costiere settentrionali di essa, come rivela la "leggenda" iacopea nota attraverso le fonti agiografiche. In Spagna, dunque e precisamente a Compostella in Galizia, l'apostolo Giacomo di Zebedeo divenne "caballero" e "matamoros", come attestano le opere d'arte figurative presenti nella cattedrale di Compostella. Ogni epoca ed ogni luogo, dunque ha modellato l'immagine dell'apostolo secondo i propri bisogni le proprie attese, proiettando su di lui -per così dire- un immagine di sé. È accaduto anche a Pistoia, fin dalla prima istituzione del culto iacopeo per volontà del vescovo Atto vallombrosano ( ), in un difficile momento politico, dove era necessaria, per consolidare l'autorità episcopale, la figura prestigiosa di un apostolo e missionario qual era colui che era divenuto anche "defensor fidei" e "pater peregrinorum", in un epoca in cui il Comune pistoiese, da poco formatasi, si proiettava con le sue forze più attive alla conquista del territorio circostante contro i più diversi potentati e anche delle reti di comunicazioni principali per quei traffici mercantili che si servivano delle stesse vie di pellegrinaggio trans-nazionali in Europa. Il riferimento alla figura dell'apostolo, dotato di queste potenti prerogative, aveva fatto sì che a lui fosse dato dalla città il ruolo di "defensor civitatis" e di patrono, fin dal XIII secolo. Ne è chiara testimonianza lo stesso altare argenteo di San Jacopo, attualmente nella cattedrale di Pistoia, che illustra sia i riferimenti evangelici dell'attività missionaria dell'apostolo, sia il ruolo di "pater peregrinorum e di protettore della città, specialmente necessario per convincere i pistoiesi alla concordia civile e all'ascolto della direzione ecclesiastica delle coscienze. Anche più tardi, in età posttridentina, l'immagine di San Iacopo (come localmente si chiamava Giacomo di Zebedeo) si presentava come sostegno solenne dell'autorità della chiesa e del Pontificato, ritornando al suo primitivo ruolo di apostolo e "predicator Veritatis". Se dunque ogni epoca ed ogni situazione storica e culturale hanno trovato in San Giacomo a Pistoia il loro specchio e la propria immagine, occorre perciò chiedersi quale sia oggi il volto del nostro patrono, l'immagine in cui riconoscerlo. Per più di un trentennio il nostro impegno storico e di riflessione religiosa, condotto con Incontri annuali sul tema iacopeo, ci ha condotto alla conoscenza dei tanti aspetti con cui si è configurato nel tempo l'apostolo Giacomo di Zebedeo, il san Iacopo patrono della comunità pistoiese. La tradizione iconografica ci ha rilevato quel suo volto, che si diceva così simile a Cristo. Ma forse ora quel suo volto si modella sui tanti volti dei testimoni dell'evangelo nel nostro tempo.» RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Pieve di San Marco, un appello Dopo il restauro di molti quadri e delle campane danneggiate, sono partiti anche lavori di rifacimento di parte dell'intonaco della Pieve di San Matteo in San Mommè. I lavori sono stati in gran parte finanziati dalla Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia. La chiesa, che risale al 1400 circa, è stata oggetto nei secoli a lavori di ampliamento e manutenzione; le popolazioni di allora erano sicuramente più devote alla religione, ma anche ben consapevoli della ricchezza artistica, storica, culturale e religiosa che la Pieve rappresentava. Nonostante il basso livello di istruzione generale e le condizioni di vita dura che potevano offrire borghi rurali come questo, c'era in quella gente semplice, profondamente radicata, la consapevolezza dell'importanza di tramandare alle nuove generazioni, quegli elementi che rappresentavano l'identità culturale e religiosa della comunità. Lo stato di abbandono e di degrado in cui vertono molti degli edifici di culto della montagna pistoiese, rendono evidente che oggi i tempi sono cambiati e la sensibilità di allora è rimasta confinata nei cuori di pochi volontari a nella generosità di alcuni istituti privati, ma troppo spesso è sfumata a favore di una mentalità consumistica e individualista che rischia di mandare in rovina un patrimonio millenario nel giro di un paio di generazioni. Sin dal suo insediamento, il parroco don Policarpo, nonostante le difficoltà di reperire fondi dettate dalla crisi economica, ha intrapreso con il consiglio parrocchiale e alcuni cittadini un difficile percorso di realizzazione delle opere di manutenzione dell'edificio e di restauro dei capolavori di arte sacra in esso contenute. Nel ringraziare sentitamente la Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia per l'indispensabile contributo che ha permesso di iniziare lavori, lanciamo un appello a tutti cittadini a riscoprire quello spirito di un tempo ed a camminare con noi su questa strada ancora lunga per arrivare a completare tutti i lavori necessari, come l'intonaco delle facciate della canonica. Il consiglio parrocchiale di Sammommé

9 LaVita 16 Giugno 2013 n. 24 Da Casalguidi a San Pietro La Misericordia a Roma per incontrare Papa Francesco Il presidente della Misericordia di Casalguidi-Cantagrillo, Maurizio Grazzini, a colloquio col Santo Padre SUORE MINIME Festa del sacro cuore Anche quest anno presso le suore minime nella parrocchia di Vicofaro, è stato preparato un bel triduo di preparazione alla Festa del sacro cuore con una buona presenza, recita del rosario, adorazione eucaristica, vespri e Messa celebrata da don Deo Gratis. Il venerdì è stato caratterizzato dalla solenne celebrazione eucaristica celebrata da don Massimo Biancalani. Alla fine c è stato un piccolo rinfresco. La presenza delle suore è importante: esse, come piccole api, si muovono e lavorano in quel piccolo tessuto parrocchiale fatto d incontri, di aiuti (sia spirituali che economici); il campanello del portone suona sempre e qualcuno apre: il cuore di Gesù è sempre presente e pronto ad accogliere gli ultimi. Roberto e Grazia Si sono salutati, si sono stretti la mano, e sono rimasti a parlare per lunghi istanti: Francesco, il Papa dalla fine del mondo, e Maurizio Grazzini, il presidente della Misericordia di Casalguidi e Cantagrillo. A guardarlo così, lo si potrebbe considerare un incontro tra i tanti, nell'agenda di un Pontefice in cui campeggiano appuntamenti col presidente della Repubblica o con importanti leader religiosi di tutto il mondo. Eppure è sufficiente ascoltare le parole del Papa pronunciate nell'udienza generale dello scorso 5 giugno, per comprendere il profondo significato di cui si riveste anche questo piccolo scambio di saluti, di parole e di sorrisi. Come ogni mercoledì, Papa Francesco ha parlato di fronte a una Piazza San Pietro gremita. Tra la folla, persone arrivate da tutta Italia, insieme a molti stranieri. E per l appunto, anche una gruppetto partito dalla sede della Misericordia in Piazza Vittorio Veneto: da Casalguidi a Roma, per far benedire il nuovo stendardo della confraternita realizzato interamente con la tecnica di ricamo nota come Punto Casale, fiore all occhiello della tradizione del paese. Una manciata di persone che passava praticamente inosservata, tra tanta gente, ma che era lì per rappresentare quell impegno che anima la Misericordia e la spinge a darsi da fare per rendere migliore l angolo di mondo in cui si trova ad operare. E di fronte a questo, gli ordini di grandezza contano poco, specialmente quando le parole del Papa sembrano suggerire che proprio nella vita quotidiana e nelle piccole realtà che la compongono si può fare la differenza. Mentre gli occhi di gran parte del mondo sono puntati sulle grandi leve che muovono l economia, la finanza e le macro-strutture sociali, Francesco ha invitato ancora una volta a guardare verso quelle periferie dell esistenza a cui già da cardinale aveva riservato sempre un attenzione particolare. Se in tante parti del mondo -ha detto- ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale. Non può essere così! Eppure queste cose entrano nella normalità: che alcune persone senza tetto muoiano di freddo per comunità ecclesiale 9 la strada non fa notizia. Al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle borse di alcune città, costituisce una tragedia. Uno che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti. Al centro della denuncia del Papa, quella cultura dello scarto che diventa mentalità comune e che toglie centralità alla persona umana, specie nel caso dei poveri, dei disabili e degli anziani. Bisogna invece prendere esempio dai nostri nonni ha spiegato Francesco che erano molto attenti a non gettare nulla neppure del cibo avanzato. E ricordando anche la ricorrenza della Giornata mondiale dell ambiente, il Papa ha evidenziato la necessità di portare avanti un ecologia umana, per promuovere una cultura di solidarietà e incontro. Non è difficile vedere come i valori al centro della catechesi del Pontefice siano alla fine gli stessi da cui prende forma un servizio come quello della misericordia. Forse anche per questo Francesco, di fronte alla Basilica di San Pietro, si è fermato ad ascoltare il presidente Grazzini che dopo la benedizione dello stendardo gli ha raccontato la storia della Misericordia di Casalguidi e Cantagrillo, del proprio impegno e di quello delle persone che operano in essa. Una conversazione che va oltre la stretta di mano e l inevitabile commozione, perché rappresenta l incrociarsi, seppure per un breve attimo, di due percorsi: quello di Bergoglio, che è salito al Soglio di Pietro dopo aver camminato a fianco dei poveri nelle villas miserias argentine, e quello di un gruppo di persone che all interno della Misericordia lavora ogni giorno per stare vicino alla propria comunità, piccola o grande che sia. Leonardo Rafanelli Domenica 9 giugno, presso la parrocchia di Montemurlo, si è tenuto l incontro dei laici Betharramiti dal tema: Dal cuore di Gesù al cuore del mondo. L evento è stato guidato da padre Ennio Bianchi che ha fatto parte dellla Comunità di Montemurlo negli anni 90, oltre ad essere stato direttore dell Ufficio comunicazioni sociali diocesano: per questo è molto conosciuto in diocesi nonostante non ne faccia più parte da diverso tempo. Padre Ennio, ha ricordato che quest incontro fa parte di un programma di iniziative per ricordare i 150 anni dalla morte del fondatore San Michele Garicoits. Nell ambito dell incontro egli si è soffermato su alcuni aspetti che contraddistinguono la spiritualità del laico Betharramita. Dal cuore di Gesù al cuore del mondo: infatti il cuore del vero betharramita vive in permanente comunione col cuore di Gesù, nella preghiera, nella lode, nell azione di grazia, nella responsabilità del dovere da compiere, nell offerta della vita al Padre e nel servizio generoso e costante ai fratelli. Oggi, ha sottolineato padre Ennio, c è bisogno di tanti missionari; non dobbiamo nascondere il nostro essere cristiano. PARROCCHIA DI MONTEMURLO Dal cuore di Gesù al cuore del mondo Domenica 9 giugno si è tenuto l incontro dei laici Betharramiti guidato da padre Ennio Bianchi San Paolo diceva: se non avessi l amore la mia vita non avrebbe nessun senso. Il laico betharramita trascinato dall amore missionario del carisma, si divide tra il cuore di Gesù e quello del mondo, per far sì che gli uomini e le donne che incontra, ravvisino nel cuore di Gesù l amore che Dio ci porta, e sperimentino la stessa gioia provata dal Signore per aver contemplato e vissuto intimamente con il cuore di Gesù. Per incontrare gli uomini dobbiamo collocarci nel cuore del mondo: il cuore del mondo è pieno di ambiguità. San Michele lo chiama la posizione: vi possono trovare valori e tanti valori il frumento e la zizzania. Il cuore del mondo diventa così il luogo teologico della presenza e della volontà di Dio. Nel cuore del mondo vi è iniquità, ingiustizia e peccato, ma vi si trovano anche molti semi del verbo e del regno che ad immagine di Gesù bisogna imparare a scoprire, mettere in luce, valutare e coltivare. Per amare questo mondo così come lo ama Dio, non dobbiamo essere cristiani addormentati, dobbiamo partire dal cuore di Gesù per innestarlo al cuore del mondo. Il laico betharramita avvicina i bisogni, le sofferenze, i successi come le speranze che incontra nel cuore degli uomini per mezzo della preghiera. Nell ambito dell incontro sono stati offerti spunti di riflessione e dialogo partendo dall interrogativo proposto da Papa Francesco: Sono un cristiano inamidato? e altri ancora... vivo il vangelo e sono un comunicatore al mondo della persona e della Parola del verbo incarnato? Purtroppo le tecnologie, il denaro, la sazietà corporale hanno allontanato l uomo dagli insegnamenti e dagli scritti. Oggi il nostro credere è annebbiato dalle disponibilità materiali e ognuno si costruisce il proprio su misura per mettere a posto la coscienza. L incontro dei laici Betharramiti si è concluso con parole di speranza. Padre Ennio ha affermato: Il Vangelo non è una favola d altri tempi, vive il nostro tempo e ha la capacità ancora oggi di cambiare le cose. Partiamo dunque dal cuore di Gesù per arrivare al cuore del mondo. D.R.

10 10 comunità e territorio n. 24 La 16 Giugno 2013 V ita ANSALDOBREDA L azienda pronta a chiedere risarcimento a belgi e olandesi I treni Fyra V250 sarebbero stati lanciati a velocità eccessiva nella neve. L ad Manfellotto parla di danno d immagine «devastante». Della vicenda si sta interessando anche il nostro ministero degli esteri di Patrizio Ceccarelli «P oca professionalità nella gestione e nella manutenzione», «velocità eccessiva dei treni che sono stati lanciati a 250 all ora nella neve». Maurizio Manfellotto, amministratore delegato di Ansaldo Breda, respinge al mittente le accuse e lancia la decisione della società del SICUREZZA In arrivo 10 poliziotti in più per la Questura di Pistoia Intanto il Sap sollecita un intervento politico finalizzato a sbloccare la questione della nuova sede I n arrivo 10 poliziotti in più per la Questura di Pistoia. A darne notizia è l on. Caterina Bini (Pd) e il Sindacato autonomo di polizia (Sap). «Mi sono da tempo interessata alla questione della carenza di organico delle forze di polizia sul nostro territorio - scrive la deputata pistoiese -, anche in seguito alle ripetute sollecitazioni in tal senso da parte del Sap. Qualche settimana fa ho presentato pertanto un interrogazione parlamentare; in attesa di formale risposta da parte del Ministro, mi sono comunque mossa per acquisire informazioni, rispetto alla situazione dell organico pistoiese e a possibili soluzioni migliorative. In attesa che il tutto venga formalizzato in via definitiva, il Ministero ha previsto un incremento presumibile di 10 unità per la Questura di Pistoia». Intanto il Sap ribadisce l assoluta necessità di un gruppo Finmeccanica di chiedere un risarcimento per il danno d immagine contro le ferrovie belghe (NMSB) e le Ferrovie Olandesi (NS) che hanno annunciato nei giorni scorsi lo stop alla fornitura dei treni AnsaldoBreda ad alta velocità Fyra V250 per la tratta Amsterdam-Bruxelles. Una richiesta di risarcimento che Manfellotto non quantifica ma che dovrà coprire un danno d immagine che lo stesso amministratore delegato definisce «devastante» dopo la revoca della commessa aggiudicata da Ansaldo- Breda per la fornitura di 19 convogli per un totale di 270 milioni di euro. Il contrattacco di AnsaldoBreda arriva con una affollata conferenza stampa nella sede di Napoli, dove Manfellotto ha sottolineato come i primi 9 treni forniti all inizio del rapporto commerciale sono stati «apprezzati come affidabili» e che, a seguito di questo, «l 11 gennaio 2013 i clienti hanno deliberato con una lettera la consegna dei restanti treni iniziando da uno per il Belgio e uno per l Olanda». Una volontà che si interrompe però con le grandi nevicate del 15 gennaio: «In quei giorni - spiega Manfellotto - due treni hanno mostrato danneggiamenti al sottocassa, la parte che sta sotto il treno, deformazioni, e pezzi che si sono staccati. La causa era dovuta ad accumuli di neve che con il freddo sono diventati ghiaccio e nel cadere hanno colpito le parti metalliche, deformando la struttura». Problemi che, secondo Ansaldo Breda, sono dovuti prima di tutto all alta velocità: «I treni - spiega Manfellotto - sono testati a Vienna e sottoposti a condizioni estreme. Ma con 15 centimetri di neve la prescrizione e di andare a 20 km l ora, mentre la scatola nera del Fyra4811 mostra che per almeno tre volte si è attivato il freno automatico perché il treno andava al massimo, a 250 km/h». Intanto, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha parlato con il premier Enrico Letta. «Il governo - ha riferito Rossi - se ne sta interessando, se ne sta interessando il ministro degli Esteri». La richiesta di azienda e maestranze - ha proseguito Rossi - «è che continui questa pressione perché si riapra un dialogo, non ci sono ragioni perché il treno della Breda non possa riprendere l attività sulla linea ad alta velocità tra Amsterdam e Bruxelles». intervento politico nazionale finalizzato allo sblocco delle questioni riguardanti i trasferimenti delle sedi della Questura di Pistoia e del Commissariato di Montecatini nei nuovi immobili individuati. «Noi del Sap - afferma il suo segretario provinciale, Andrea Carobbi Corso - ringraziamo pubblicamente l onorevole Bini, che si è fatta portavoce dei problemi legati alla sicurezza del territorio pistoiese, per l intervento parlamentare che ha permesso, grazie alla sua precisa e puntuale interrogazione, di sbloccare una situazione veramente paradossale e cioè quella dell assegnazione di personale, che comunque, sia ben chiaro, non garantirà il ripianamento delle piante organiche». Considerato l impegno profuso dagli organi istituzionali e politici della provincia - conclude Carobbi Corso -, restiamo fiduciosi anche di una immediata soluzione legata all assegnazione degli immobili». Florovivaismo Torna Vestire il paesaggio Esperti da tutto il mondo a Pistoia per la tre giorni dedicata al vivaismo sostenibile C è attesa a Pistoia per l edizione 2013 di Vestire il Paesaggio, che partirà tra pochi giorni, il 26 giugno e proseguirà anche il 27 e il 28. Attesi esperti da tutto il mondo. Alla giornata inaugurale saranno presenti anche il dirigente del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Alberto Manzo, e l assessore all agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori. L appuntamento è al convento di Giaccherino, con il convegno «La produzione del distretto vivaistico ornamentale di Pistoia incontra i paesaggisti, i progettisti e i costruttori del verde per i paesaggi del terzo millennio: il verde sostenibile». Tre giorni dedicati al verde e alla sostenibilità, per promuovere a livello mondiale l esperienza della produzione florovivaistica del distretto pistoiese e toscano e implementare nuove idee, ricerche e indirizzi per la progettazione dei paesaggi urbani e una migliore qualità della vita, con confronti, incontri, visite alle eccellenze del territorio e mostre tematiche. L iniziativa è promossa dalla Provincia e dalla Fondazione Caript. Forte la partecipazione del mondo accademico (Università di Firenze, Pisa, Parma, Milano, Bolzano, Cipro, Copenaghen), delle associazioni di settore, di professionisti ed esperti a livello internazionale e della stampa di settore (da Italia, Spagna, Danimarca, Olanda, Grecia, Francia, Germania, Belgio, Ungheria, Polonia, Finlandia, Svezia e Inghilterra). Infine, saranno presenti ben tredici mostre tematiche, allestite presso il Convento di Giaccherino nei giorni dell evento e poi esposte al Palazzo del Turismo di Montecatini Terme (dal 5 luglio al 20 settembre) e al Comune di Pistoia. Questo il programma della tre giorni pistoiese. Mercoledì 26 a Giaccherino si svolgerà il Convegno suddiviso in quattro sessioni, rispettivamente sui temi: «Le piante per la qualità ambientale e sostenibile», «Scienza e tecnica della città verde», «I nuovi paesaggi urbani», «I paesaggi periurbani e la sostenibilità dei nuovi insediamenti». Giovedì 27 si svolgeranno le visite tecniche ai vivai, con l inaugurazione del «Pistoia Nursery Park» della Vannucci Piante, presso La Vergine (il primo parco vivaistico in Europa destinato a trasformare le modalità di gestione del territorio dedicate all attività produttiva). Venerdì 28, sempre al Convento di Giaccherino, si svolgerà la sessione speciale «Pietro Porcinai ed il vivaismo pistoiese», a seguire la presentazione della pubblicazione «Vestire il Paesaggio Il libro», e la tavola rotonda sul tema «La domanda di piante per paesaggi sostenibili e le risposte del vivaismo ornamentale». P.C. Cittadinanza «È un impegno di tutti» Lo ha detto il ministro Kyenge a Quarrata parlando dei minori nati in Italia da genitori stranieri «S ono circa un milione in questo momento i minori nati in Italia da genitori stranieri che non hanno la cittadinanza italiana. Io credo che questo sia un punto che debba coinvolgere ognuno di noi, la società civile, le istituzioni, le due Camere e anche il mio ministero». Lo ha detto Cecile Kyenge, ministro per l integrazione, nei giorni scorsi a Quarrata per partecipare ad un incontro promosso dall amministrazione comunale e dalla Casa della solidarietà onlus. «Il mio ministero - ha aggiunto - in questo momento non può fare la riforma sulla legge, può però procedere sulla strada della sensibilizzazione, ma anche della semplificazione burocratica, per agevolare anche il percorso del cittadino nell iter della cittadinanza». Il ministro ha anche sottolineato il ruolo che riveste la cultura nel processo di integrazione. «Il mio ministero si chiama d integrazione, ma dovrebbe chiamarsi d interazione», ha rimarcato il ministro Kyenge. «La cultura - ha aggiunto il ministro - può essere uno strumento di integrazione. Le persone che arrivano nel Paese di accoglienza, quindi le diverse culture che si incontrano, devono cominciare a interagire. Interagire vuol dire anche cercare di mettere in comune alcuni valori, per cercare di rafforzare la propria identità, ma vuol dire anche portarsi dietro quello che è il proprio bagaglio culturale e acquisire anche il bagaglio culturale locale in questo processo di interazione, trasmettendo anche qualcosa nel Paese di accoglienza».

11 LaVita Via libera dal consiglio comunale di Agliana al bilancio preventivo voti favorevoli della maggioranza di centro-sinistra, 4 contrari Pdl-Udc-Lega Nord e Decidi anche Tu e una astensione di Rifondazione Comunista. Il bilancio è stato presentato dall assessore Roberta Santini, che ha ricordato il lavoro di mesi legato alla manovra e l intenzione di comunicare tagli a aumenti ai cittadini prima possibile. La Tares (Tariffa rifiuti e servizi) registrerà, rispetto alla Tia dello scorso anno, un aumento medio di circa il 2,2%. L Imu passerà dallo 0,4% allo 0,5% sulla prima casa e dallo 0,76% allo 0,8% per gli immobili produttivi. L addizionale Irpef comunale passerà dallo 16 Giugno 2013 n. 24 NUOVO OSPEDALE Parte l osservazione breve intensiva di Edoardo Baroncelli Con il nuovo ospedale proseguirà l osservazione breve intensiva. Si tratta, in pratica, di una sorta di degenza particolare in quanto in circa 24/48 ore in un apposita struttura verranno effettuati molti accertamenti diagnostici, oltre ad una serie di rivalutazioni cliniche oltre a tutti i trattamenti necessari a completare una diagnosi e dimettere il paziente o indirizzarlo ad un ricovero più appropriato. Nella nuova sede saranno disponibili almeno 20 posti letto in più 5 dei quali saranno dotati del sistema di telemetria; in pratica saranno monitorati tutti i pazienti a rischio attività cardiaca. Con il nascere di questo nuovo servizio avremo sicuramente un sensibile miglioramento per quanto riguarda la qualità dell assistenza e del trattamento dei pazienti che arrivano al Pronto Soccorso con delle problematiche importanti quali il dolore toracico, l aritmia e la sincope, inoltre afferma il responsabile del servizio dottor Marco Monfardini speriamo in tempi rapidi di utilizzare anche il sistema Wireless per introdurre la cartella medico-infermieristica completamente informatizzata. Nel corso dell anno passato i pazienti che hanno usufruito del servizio sono stati circa di cui circa l 85% sono stati dimessi con una degenza media di 26 ore. Ci stiamo preparando al trasferimento nel nuovo ospedale conclude Monfardini forte della nostra esperienza quindicennale che nel tempo ha saputo farsi valere come un efficace modello organizzativo capace di fornire sempre maggiori servizi e vantaggi per tutti quei pazienti che fanno ritorno a casa e completano il percorso assistenziale tramite il loro Medico. ISTITUTO PACINOTTI Scuola e giovani Una chiusura dell anno scolastico con molte sorprese Le sorprese di fine anno, all Istituto professionale per l industria e l artigianato Pacinotti di Pistoia, non sono certo mancate. Infatti, in concomitanza con la grande festa che ha chiuso l anno scolastico, sono state presentate le innovazioni apportate ai quattro laboratori dell Istituto. All inizio del nuovo anno scolastico, gli studenti troveranno i laboratori potenziati da strumenti ed attrezzature, con cui perfezionare i propri studi in ambito motoristico, meccanico, termoidraulico ed elettrico. L investimento effettuato rientra nell ambito del progetto 999, per cui sono stati stanziati circa euro. Fondi spesi in maniera congrua, per poter aiutare i giovani a costruirsi un futuro. Una scuola che per l appunto, guarda al futuro anche in termini di know-how. Tra le materie vi è persino la domotica, ovvero la tecnica attraverso cui si può gestire nel migliore dei modi il risparmio energetico di elettrodomestici e di altri impianti casalinghi. Esaustive sono state le parole della preside dell Istituto, Patrizia Belliti: Il nostro intento, è quello di realizzare un centro operativo, sul modello dei laboratori artigianali, che consenta agli studenti dei corsi di manutenzione e assistenza tecnica di conseguire una formazione tecnica, rispondente ai fabbisogni professionali ed alle specifiche richieste del mercato del lavoro. M.P. COMUNE DI AGLIANA Bilancio preventivo 0,5% allo 0,8%. L assessore Santini ha elencato una serie di tagli che, oltre a quelli già esposti su cultura e sociale, sono andati a colpire vari settori: dai 20mila euro in meno per le pulizie del palazzo comunale, che non potranno essere effettuate tutti i giorni, ai 7mila euro azzerati per l affitto dei locali destinati al laboratorio teatrale. Tagli anche alle spese di rappresentanza, che da euro passano a euro all anno, e per i euro del concerto di capodanno. L assessore ha inoltre ricordato che nessun componente della giunta ad Agliana percepisce rimborsi o diarie e che al 31 dicembre 2012 il Comune ha saldato tutti i fornitori. M. B. comunità e territorio 11 Agricoltura A Quarrata un centro multifunzionale da tre milioni di euro Lo realizzerà Coldiretti vicino a villa La Magia. Il logo è stato realizzato dagli studenti del «Petrocchi» Si chiamerà «I Medici», in onore alla villa medicea La Magia di Quarrata vicino alla quale sorgerà. Si tratta di un centro agricolo multifunzionale che verrà realizzato da Coldiretti Pistoia, nello spirito di Campagna Amica per la filiera corta agricola toscana. L'investimento previsto è di circa 3 milioni di euro, di cui 1,2 milioni di contributo regionale. La struttura sarà dotata di una piattaforma distributiva, un caseificio, un mulino, un forno, una bottega e spazi dove organizzare eventi e tenere corsi per bambini e scolari delle diverse età. Il logo, presentato nei giorni scorsi nel corso di una conferenza stampa, è stato realizzato da un'allieva del liceo artistico «Petrocchi» di Pistoia, Giada Giambi, e raffigura un covone di grano con la forma del tipico giglio fiorentino, simbolo della toscanità. «Ho voluto evidenziare il legame del centro con l attività agricola e col territorio toscano - ha spiegato Giada - Ho quindi pensato di fare in modo che un covone di grano assumesse la forma del tipico giglio fiorentino, preso a simbolo universale della toscanità. Ritenevo importante evidenziare anche la forte radice storica: ho utilizzato per le scritte un carattere grafico che, ispirandosi a forme classiche, le rivisita in stile moderno». Giada Giambi con la sua opera permetterà al Liceo Petrocchi di acquistare un computer indispensabile per gli elaborati grafici. Inoltre riceverà un buono per l'acquisto di prodotti alimentari presso I Medici o le aziende aderenti al progetto. In totale mille euro. «Siamo contenti di prestare la nostra opera al servizio di altri soggetti del territorio - ha commentato Elisabetta Pastacaldi, dirigente scolastica del Liceo Petrocchi - Per gli studenti è una sorta di primo inserimento nel tessuto culturale e produttivo della società». «I Medici sono il fulcro di un'iniziativa che coinvolge oltre 40 soggetti pistoiesi e toscani - ha spiegato Roberta Giuntini, amministratore unico del centro multifunzionale e presidente di Terranostra Pistoia - Un'idea imprenditoriale che abbina salute ed economia, cultura e sperimentazione, educazione e produzione: in poche parole la multifunzionalità aziendale, nello spirito del progetto Campagna Amica per la filiera agricola italiana di Coldiretti. L'associazione che ha fatto tanto perché l'idea de I Medici si concretizzasse, aiutando oltre 30 aziende pistoiesi e altre toscane a lavorare insieme». Patrizio Ceccarelli PRESIDENZA E DIREZIONE GENERALE Largo Treviso, 3 - Pistoia - Tel presidente@bancadipistoia.it - segreteria.generale@bancadipistoia.it SEDE PISTOIA Corso S. Fedi, 25 - Tel p.garibaldi@bancadipistoia.it FILIALI CHIAZZANO Via Pratese, 471 (PT) - Tel chiazzano@bancadipistoia.it PISTOIA Via F. D. Guerrazzi, 9 - Tel pistoia@bancadipistoia.it MONTALE Piazza Giovanni XXIII, 1 - (PT) - Tel montale@bancadipistoia.it MONTEMURLO Via Montales, 511 (PO) - Tel montemurlo@bancadipistoia.it SPAZZAVENTO Via Provinciale Lucchese, 404 (PT) - Tel spazzavento@bancadipistoia.it LA COLONNA Via Amendola, 21 - Pieve a Nievole (PT) - Tel lacolonna@bancadipistoia.it PRATO Via Mozza sul Gorone 1/3 - Tel prato@bancadipistoia.it S. AGOSTINO Via G. Galvani 9/C-D- (PT) - Tel s.agostino@bancadipistoia.it CAMPI BISENZIO Via Petrarca, 48 - Tel campi.bisenzio@bancadipistoia.it BOTTEGONE Via Magellano, 9 (PT) - Tel bottegone@bancadipistoia.it

12 12 n. 24 La 16 Giugno 2013 V ita AL Memorial Bardelli UN INCONTRO SUGGESTIVO Nibali, campione di valori di Gianluca Barni Una delle figure di spicco dell ultima edizione del Memorial Giampaolo Bardelli, riconoscimento pistoiese a chi contrasta il doping e da quest anno alle personalità di prestigio della città di Giano, era Vincenzo Nibali, recente vincitore del Giro d Italia. La decisione di premiare il ciclista d origine messinese (ribattezzato lo squalo dello stretto ), cresciuto sportivamente a Mastromarco, in provincia di Pistoia, è stata presa da Renzo Bardelli, patron del Gruppo Sportivo Giampaolo Bardelli per lo sport etico, il sodalizio organizzatore della manifestazione, prima che il nostro s imponesse nella corsa rosa. Segno che il corridore siciliano aveva già lasciato il segno e non per le vittorie nella Vuelta o nel Giro del Trentino né tantomeno per il terzo posto colto nel 2012 al prestigioso Tour de France: di lui aveva conquistato la pulizia morale, il rigore, il non esser chiacchierato e sospettato di doping. Uno dei rari atleti professionisti leali, che non si è venduto l anima al Diavolo per avere successo, fama e denaro. Troppo spesso, in verità, negli ultimi 20 anni siamo rimasti delusi da presunti campioni che in realtà celavano un inganno, enorme, dal nome doping, il cosiddetto aiutino. Stavolta, pur andandoci piano, ha colpito la voglia d imporsi, senza trucco, del quasi 29enne Nibali (compirà gli anni il prossimo 14 novembre). Come hanno ben rilevato altri due insigniti del Memorial Bardelli, il giornalista Gatti de Il Giornale e Delfino, medico e scrittore ligure, Nibali si è caricato addosso una maglia rosa ricca di gloria, ma pure l onore e l onere di sostenere il ciclismo pulito in un mondo, sportivo e non, pieno di marcio. Lui, fisico apparentemente normale ma spalle solide, non si impaurisce. Ho fatto del mio sport una ragione di vita, sostenendo tantissimi sacrifici e sono arrivato dove sono arrivato anche grazie a persone serie, che mi sono state sempre vicine. La mia famiglia è stata fondamentale nel mio cammino e di questo posso andare fiero. È altrettanto vero che nelle ultime stagioni il ciclismo è cambiato moltissimo: ci sono molti giovani con tanta voglia di fare bene, non barando. Ma come ci si pone nel gruppo, ove c è pure chi utilizza mezzi non leciti? Fa rabbia gareggiare in un ambiente non integralmente leale -sostiene con sincerità-. Ma ho sempre pensato al futuro, al tempo, che è galantuomo, che avrebbe dato spazio a ciascuno di noi, che avrebbe consentito le nostre rivincite. Un po di merito lo dà anche alla natura siciliana. In questi ultimi anni, numerosi siciliani sono entrati a far parte del gruppo. Tutti noi siamo nati e cresciuti, io in primis, con una etica forte, con la volontà di andare INIZIATIVE A Santomato quelli che stravedevano per Beppe Viola Era più di un giornalista, scrittore, sceneggiatore, compositore e umorista. Era più di una brava persona, generosa, disponibile, altruista, sempre pronto per gli amici, ad aiutare il prossimo, ma pure a giocare ai cavalli (il suo vizio). Era per taluni un genio e tale è rimasto, visto che è scomparso troppo giovane, a nemmeno 43 anni compiuti, rapito in cielo da chi, probabilmente, voleva averlo sempre al proprio fianco. Sabato 15 giugno, a Santomato, in Via Montalese, 25/A, al Santomato Live si ricorderà la sua figura, grazie al III raduno (nella foto, un momento del raduno 2011 al Bastione Ambrogi di Pistoia) del gruppo Facebook creato nel 2009 dal sottoscritto, Quelli che sono nati con i servizi della DS di Beppe Viola, un nome che farebbe la felicità della regista Lina Wertmuller. Dalle 17 alle 20, assieme al giornalista Stefano Chini di Toscana Tv e Radio Bruno e al giornalista/scrittore Sergio Taccone, che arriverà direttamente da Siracusa, si parlerà del giornalismo e dello sport anni Sessanta/ Settanta del secolo scorso confrontati a quelli odierni, visionando filmati d epoca e confrontando le testimonianze dei presenti. Hanno garantito la partecipazione, tra gli altri, l allenatore della Pistoiese, Massimo Morgia, splendida figura di spiccata umanità, e il preparatore atletico del Benevento, Marco Falasca, uomo di chiesa, impegnato nello sport e nella vita di parrocchia. Ma ci saranno tanti ragazzi giunti da ogni parte d Italia, dalla Lombardia così come dall Emilia Romagna, dalla Campania e dalla Sicilia, dalla Basilicata e dal Trentino Alto Adige. Alle 20 tutti a tavola a mangiare assieme al modico prezzo di 15 : ricco antipasto toscano, pizze e schiacciatine a volontà, vino, acqua, birra, bibite e dolce inclusi. Dopo cena, infine, spettacolo musicale con giovani talenti canori, condotto dai bravissimi Elisabetta Branchetti e Tony De Angelis. Insomma, una giornata da non mancare per chi, soprattutto, è rimasto legato a una società di valori e non si riconosce in questo mondo di disvalori. Gianluca Barni avanti solo con le nostre forze. Caso più unico che raro, è profeta in patria: è riuscito infatti a unire la Sicilia, da Palermo allo Stretto. Sono contentissimo, il calore dell isola, del suo tifo l ho sentito pure in un Giro freddo, meteorologicamente parlando, come l ultimo. La sua è una carriera d altri tempi, visto il gran numero di gare effettuate (non è come Armstrong, che preparava un appuntamento per poi disertare tutti gli altri): spor t pistoiese Calcio - Basket Tempi Supplementari I l Pistoia Basket è vicino a realizzare il sogno del ritorno in serie A, da cui manca da ben 25 anni, dai tempi della grande Olimpia, che per dieci anni gareggiò con le più grandi e storiche realtà della pallacanestro italiana. Il Pistoia Basket, infatti, ha vinto le prime due partite della finale playoff contro Brescia, entrambe giocate in casa ed entrambe molto combattute e sofferte sino agli ultimi secondi. Quando si tratta di una partita di finale il divario tra la squadra vincente e l altra è sempre esiguo, si gioca punto a punto, l equilibrio regna sovrano e l imprevedibilità del punteggio è sempre dietro l angolo. Il merito della squadra di Paolo Moretti è stato quello di aver saputo mantenere nervi saldi, di aver sfruttato freddezza e controllo anche nei frangenti più critici. Ad esempio, in gara-2, il bravo e temutissimo Brkic, giocatore di grande esperienza e talento, ha fallito a tre soli secondi dal fischio della sirena il canestro che avrebbe potuto dare a Brescia la vittoria. Dopo due gare interne trovarsi sul punteggio di 1-1, il futuro del Pistoia Basket si sarebbe tinto di grigio scuro. Invece, se Brkic ha fallito non così ha fatto Hicks che con grande freddezza ha saputo segnare l ultimo tiro dalla lunetta, mandando in estasi i quattromila spettatori, ora qual è l obiettivo? Il Tour, il Mondiale che in questo 2013 si correrà sulle strade toscane? Un passo alla volta. Cercherò di farmi trovare pronto a tutte le prove. Toscana significa Valdinievole, ovvero l inizio della trafila d atleta. Sono giunto da voi a 17 anni, ho trovato la Mastromarco, team validissimo, che mi ha accolto e seguito con passione sino al professionismo. In me gli appassionati intravedevano le doti e anche l umanità: non Lo Zoo di Pistoia: una gita fuori porta di Alessandro Orlando Con l arrivo della bella stagione c è un luogo vicinissimo alla città dove passare una giornata diversa: il Giardino Zoologico di Pistoia. Fondato nel 1970 per iniziativa di Raffaello Galardini, rappresenta la maggiore struttura del genere nella regione e una delle principali in Italia.Il parco copre una superficie di 7 ettari e ospita circa 400 animali appartenenti alle classi dei mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e insetti. Il complesso offre alle persone che lo scelgono come meta domenicale o per passare una giornata estiva all insegna del divertimento, tante opportunità. Da poco è stato inaugurato un nuovo parco giochi per i bambini e c è la possibilità di effettuare un abbonamento valido per un anno. Alla fine della scuola apriranno i centri estivi e allora per i piccoli visitatori sarà festa grande. Il personale del Laboratorio delle Biodiversità coinvolgerà i partecipanti con entusiasmanti cacce al tesoro, coinvolgenti giochi di squadra e interessanti incontri didattici sugli animali ospitati dalla struttura. I piccoli che, per partecipare, necessariamente dovranno aver frequentato l ultimo anno della Scuola dell Infanzia, avranno a disposizione ben otto settimane per poter fare i viaggi della macchina dello spazio e visitare terre sconosciute piene di fascino e mistero. INFO e prenotazioni: didattica@zoodipistoia.it Tel di Enzo Cabella mi limitavo a fare il corridore, ma stavo in mezzo alla gente, spesso mi si poteva trovare al circolo a giocare a carte. È stato apprezzato il fatto che sono andato oltre all essere corridore. Sposato, è un buon cristiano. Il ciclismo mi porta a stare molto tempo lontano da casa, ma quando ne abbiamo l opportunità io e mia moglie andiamo in chiesa. Verrebbe da chiosare, non svegliateci, lasciateci sognare il ritorno dello sport. che da anni il palazzetto di Sant Agostino non aveva più visto. Coach Moretti ha saputo guidare con perizia i suoi uomini, che fino all ultimo minuto sono stati sempre avanti nel punteggio e che soltanto ad una manciata di secondi al termine del match hanno visto pericolosamente Brescia portarsi al comando, facendo presagire il peggio. Invece, Hicks e compagni hanno trovato il colpo di coda e con grande freddezza e precisione hanno mandato in frantumi il sogno della formazione lombarda, che adesso si trova sotto di due gare. La squadra biancorossa ha così prenotato il biglietto d accesso alla massima serie, avendo a disposizione tre match point per aggiudicarselo. Domenica 16 giocherà a Brescia la terza partita e farà di tutto per vincere anche quella, anche se c è una tradizione non favorevole: nei precedenti confronti con Scafati e Casale Monferrato, infatti, la terza gara è stata vinta dagli avversari e quindi si è dovuto giocare la quarta. Brescia si è dimostrato un ottimo complesso e non sarà facile batterlo, ma gli uomini di Moretti hanno i colpi in canna e non dovrebbero avere grossi problemi ad abbattere la leonessa lombarda.

13 LaVita 16 Giugno 2013 n. 24 ELEZIONI AMMINISTRATIVE Sindaci eletti da pochi ma per amministrare tutti Al di là dei risultati le recenti, il problema più serio rimane quello dell astensionismo, che riguarda oltre metà del popolo italiano. Un vero campanello di allarme Le elezioni amministrative restituiscono, questa volta, alcune certezze: da Nord a Sud, passando per le isole, gli elettori hanno scelto che ad amministrare le loro città siano gli esponenti del centro-sinistra. Quella vittoria negata in sede politica, a causa soprattutto dello sfondamento del Movimento di Grillo e del prodigioso recupero del Pdl, è stata servita su un piatto d argento nella competizione amministrativa. Lasciando le briciole a tutti gli avversari potenziali, Lega compresa, che subisce un durissimo colpo nella città simbolo di Treviso. Il Pdl frena e paga, forse più di ogni altra forza politica nazionale, il sostegno al governo delle larghe intese. Il M5S deve solo riflettere sulla sfilza di errori politici, di ogni genere, della sua estemporanea catena di comando. A questo dato politicamente inconfutabile, se ne aggiunge un secondo di non minore valore, soprattutto in chiave prospettica: dappertutto è cresciuto l astensionismo. Con il caso choc di Roma, dove alle urne si è recato a votare, per i ballottaggi, meno di un cittadino su due. Si tratta di un processo di disaffezione che si ripete nel tempo e che sembra non voler toccare ancora il fondo. Tanto che molte domande si affacciano sul mandato di un sindaco eletto da meno della metà dei propri cittadini elettori. Nulla da eccepire, com è ovvio, sulla legittimità del voto. Molto, invece, resta da esplorare, su come il primo cittadino si debba porre rispetto ai propri concittadini. Una volta, ogni bravo sindaco, poteva affermare, con maggiore o minore convinzione, di dover amministrare in nome e a favore di tutti. Ora, se questi tutti preferiscono restare a casa, scelgono il silenzio, entrano in quell area del disagio elettorale che non vuole manifestare le proprie idee, si rifiutano di scegliere fra questo e quel candidato nella corsa bipolare tipica dei ballottaggi, sarà legittimo chiedersi: cosa fare per cogliere i loro giudizi e le loro attese? Domanda non da poco, perché almeno le opposizioni presenti in consiglio comunale faranno il loro mestiere e faranno sentire la loro voce, sia pure quella delle seconde o terze minoranze numeriche. Ma questa maggioranza silenziosa governata da un sindaco espresso dalla prima minoranza numerica, come si farà sentire? Il rischio è grande, perché in tempi di forte disagio sociale come il nostro, è evidente che dietro quell astensione c è tanto non detto. Che va dal rifiuto qualunquista alla sfiducia programmatica, dalla delusione personale alla disaffezione collettiva, dal così fan tutti all individualismo e radicalismo più spinti. Ora, questi nuovi amministratori non potranno cavarsela con il più classico sarò il sindaco di tutti. di Domenico Delle Foglie Ci permettiamo di avanzare un piccolo suggerimento: dotarsi di uno sguardo nuovo con il quale cercare di discernere i bisogni e le attese delle comunità affidate alle loro cure. Osservare e ascoltare con grande attenzione per decidere con lungimiranza. Anche in una grande metropoli come Roma, non può essere tempo speso invano. A cominciare da uno stile di governo non ridondante, meglio sarebbe dire sobrio. Nei giorni immediatamente successivi al voto sarà bene, poi, che nessuno si lasci andare a inutili trionfalismi o a eccessi di pessimismo. Questo è il tempo della valutazione più lucida e serena del risultato delle urne. Ci sono dei vincitori certi, così come ci sono degli sconfitti. Ma ci sono anche vittorie mutilate, quando a votare è meno della metà degli aventi diritto. Così come sconfitte onorevoli, se si sono difesi sino in fondo i propri valori di riferimento. C è un impegno, però, per tutti gli amministratori locali: servire i propri cittadini sulla base delle competenze (tante) affidate ai Comuni. Ci auguriamo che nessun sindaco si imbarchi in improvvide avventure antropologiche. Non ci si fa eleggere sindaco per inventare nuovi diritti o metter su improvvisati laboratori sociali, ma per amministrare al meglio la propria comunità. Possiamo scommettere che i cittadini (tutti) ne sarebbero ben lieti. Qualche sera fa gli studenti della terza media del quartiere festeggiavano la fine della scuola e l esame imminente. Hanno voluto fare una festa come nelle serie americane, come i ragazzi grandi, quelle con il ballo in palestra e i volantini che avvisano i vicini del possibile disturbo: è inutile che chiamate i vigili urbani o i carabinieri, lo sanno già che siamo noi Arrivavano a piedi, a gruppetti, maschi con maschi e femmine con femmine. Oppure da soli, portati dalla mamma e fatti scendere qualche metro prima, perché gli altri non possano vedere la piccola vergogna di non essere ancora abbastanza indipendenti. Era una di quelle sere che a Roma ti riconciliano con il mondo: un venticello malandrino, la luce del tramonto che riesce ad essere sfolgorante e soffusa, nell aria il profumo dei gelsomini e dei tigli. Nei giardini di fronte alla scuola, aspettando che aprissero i cancelli, le dinamiche di relazione si dipanavano nella consueta apparenza irresoluta che segna l età ingrata, in cui piccoli non si è più e grandi non si è ancora. Le ragazzine volteggiavano con disinvoltura, truccate e acconciate, seduttrici acerbe, con abitini variopinti e già variabilmente a notizia è caduta come un fulmine da un cielo fin troppo cupo: Indesit - il noto marchio di elettrodomestici - è intenzionata a lasciare a casa quasi dipendenti. Se poi la cifra si ridimensionerà, molto meglio; ma è come se un intero paese perdesse il lavoro, e la contabilità negativa di questi ultimi mesi non si ferma certo ad Indesit. Tra fabbriche che chiudono per spostarsi all estero, aziende che falliscono o che dimezzano il personale, nuotiamo in una valle di lacrime. Ebbene: da più parti si propongono ricette nuove per creare occupazione in Italia. Si ricorda la nostra vocazione turistica, si racconta del presunto boom agricolo, si propugna un diverso modo di valorizzare le nostre bellezze storico-artistiche e via dicendo. Un po ci si dimentica che la spina dorsale della nostra economia è (ancora) il manifatturiero; che l Italia è un Paese produttore secondo solo alla Germania, in Europa. Che i fatturati, e gli utili, li facciamo producendo e vendendo caldaie, elettropompe, macchinari a controllo numerico, arredi, scarpe, grandi opere ingegneristiche, trattori Estremizzando: quanti agriturismi dovranno aprire, per assorbire i soli dipendenti Indesit che rimarranno a spasso? Non dimentichiamo, insomma, cosa veramente fa la ricchezza di un Paese privo di risorse naturali, e con 60 milioni di abitanti. Il turismo, i musei, i mercatini a km zero, le piccole start up di fantasiosi giovani, i servizi più disparati (i media parlano più dei tre che campano testando la qualità dall Italia 13 CONGIUNTURA Salvare l industria per aiutare il paese L LA FESTA DI FINE ANNO Quegli adolescenti così diversi da certe statistiche I dati dell osservatorio della Società italiana di pediatria ci restituiscono un ritratto sconvolgente dei ragazzi italiani, fra fumo, droghe e ipersessualizzazione succinti. I maschi ciondolavano tra loro più impacciati, con addosso la goffaggine della prima adolescenza, sbruffoni e sgraziati nei pantaloni troppo nuovi e camicie bianche per un età adulta ancora tutta da conquistare. A guardarli, così diversi eppure così uguali a mille altri adolescenti di tante generazioni, si fa fatica a leggere i dati dell Osservatorio della Società Italiana di Pediatria nello studio su Abitudini e stili di vita degli adolescenti italiani. Dal 1997, la Sip indaga annualmente un campione nazionale di adolescenti che frequentano la terza media (12-14 anni). Dai dati emerge che sono sempre più gli adolescenti che navigano su Internet per più di 3 ore al giorno (21,3% del totale dato 2012) e questo li rende più inclini al rischio: fumano e bevono di più, leggono di meno, hanno un rendimento scolastico Turismo e nuova agricoltura non possono garantire, da soli, né l occupazione né i redditi prodotti dal manufatturiero degli hotel, che dei tre milioni di giovani italiani senza lavoro): tutto ciò aiuta, ma se a Taranto l Ilva cade trascinando con sé la siderurgia italiana e buona parte della metalmeccanica, non c è baretto aperto nelle spiagge salentine che possa coprire il buco occupazionale che si crea. L Italia ha bisogno di una grande politica industriale, perché è un grande Paese industriale. Anche se le fabbriche e i capannoni sono brutti, non sono glamour, non fanno notizia, non solleticano alcun sogno. Ma danno il pane, qui come in Germania, a Detroit o in Cina. Il presidente Obama è stato giudicato un visionario, un sognatore; mentre molto concretamente si sta battendo in tutti i modi per far ritornare le fabbriche negli Usa, e per salvare quelle esistenti. Lo fa con di Emanuela Vinai inferiore, hanno comportamenti sessuali più adultizzati, praticano meno sport. E, in percentuale superiore alla media, trascorrono anche più di tre ore al giorno davanti alla televisione (17,3 vs 29,3%): veri e propri videodipendenti. In altre parole, l uso massiccio di Internet e Tv, in mancanza di un adeguata responsabilità da parte dei distratti genitori, spinge i ragazzi ad assumere comportamenti sempre più liberi e trasgressivi. Questo aiuta a comprendere anche i numeri forniti dall ultimo Rapporto Eurispes, che evidenzia un significativo aumento del consumo di droga e alcool negli adolescenti italiani. Ci troviamo già al di sopra della media europea, con oltre 500mila studenti delle scuole medie superiori che hanno consumato cannabis, poco più di 60mila cocaina e 30mila oppiacei, su una popolazione scolastica pari di Nicola Salvagnin grandi decisioni, e sta portando a casa buoni risultati. Molte aziende stanno spostandosi in quegli Stati Uniti che sono tornati ad essere terreno favorevole per la produzione. E la disoccupazione, lì, sta calando. Insomma qualcuno faccia qualcosa per le vere priorità: anzitutto bloccare l emorragia di posti di lavoro verso altri Paesi. E poi lavorare duramente per creare condizioni amichevoli per chi voglia investire. Il responsabile di un azienda del settore energetico ci raccontava di aver avviato in contemporanea la costruzione di due impianti, uno in Italia e uno nell Est europeo. Per il secondo le ruspe partirono il giorno dopo la firma del contratto; in Italia ci sono voluti sette anni e due mesi di iter burocratico prima dell inizio lavori a 2,5 milioni di ragazzi. Età media del primo contatto: 15 anni. Ma la trasgressione più cercata trova spazio soprattutto nell ipersessualizzazione: un adolescente su 4 sarebbe affetto da dipendenza da pornografia. Disponibile ogni giorno, ogni ora, da pc, smartphone e tablet, il sesso facile disabitua a relazionarsi con persone e contesti reali, diminuendo sempre di più il desiderio verso un autentico oggetto d amore, scatenando comportamenti compulsivi ed emulativi, distorcendo l immagine femminile e dell amore. Aumentiamo l attenzione. La società dei consumi cerca di rendere i ragazzini come più adulti e smaliziati di quanto non siano in realtà: arroganti per insicurezza, scettici per disillusione, bulli per isolamento. Perdersi è un attimo, nei giardini di fronte alla scuola.

14 14 dall italia n. 24 La 16 Giugno 2013 V ita Nel primo incontro del Censis, del ciclo Un mese di sociale, Giuseppe De Rita ha affermato che si fa avanti una moltitudine plebeista accomunata dagli stili di vita, piuttosto che dalle stesse idee politiche e convinzioni religiose, dallo stesso lavoro o reddito, dalle stesse battaglie di Giovanna P. Traversa U na politica sempre più estranea a cittadini delusi, preoccupati e arrabbiati, a rischio populismo ma non lotta di classe. L Ue vista come nemico. Gravi le responsabilità della cultura. Il web non è strumento di partecipazione ma di invettiva. Questo il ritratto della società impersonale, emerso all incontro romano del Censis, primo dei quattro appuntamenti di Un mese di sociale, tradizionale momento di riflessione che l Istituto promuove in giugno, dedicato quest anno a La società impersonale. Preoccupati e arrabbiati La politica - esordisce Francesco Maietta, responsabile settore politiche sociali Censis, presentando uno studio elaborato per l occasione - è sempre più estranea al quotidiano degli italiani, non genera né passione né coinvolgimento: il 77% dei cittadini considera mediocri le persone ai suoi vertici. Pari al 27,8%, oltre 14 milioni di aventi diritto, il numero degli astenuti alle elezioni politiche dello scorso febbraio, con un balzo del 28,2% rispetto al precedente appuntamento elettorale. Astensionismo salito al 37,6% alle ultime elezioni amministrative. Novità sostanziale - osserva il ricercatore - il livello di distacco dalla politica; maggiore di quanto non avvenga in Un droghiere al mercato rionale si lamenta. Da qualche tempo tiene aperto il suo banco anche la domenica. I suoi ricavi non sono aumentati di un centesimo, in compenso è cresciuta la fatica e diminuito il tempo da dedicare alla sua famiglia. Certo potrebbe chiudere, non è obbligato, ma l effetto della liberalizzazione dell apertura degli esercizi commerciali lo costringe a lavorare anche nei giorni di festa. Altrimenti potrebbe perdere alcuni dei suoi clienti abituali, che hanno iniziato a spalmare durante i sette giorni i loro acquisti abituali. Oltre al danno la beffa, perché l apertura costa: deve sostenere la spese costanti come l energia consumata, oppure lo stipendio del suo unico dipendente, Ma quel droghiere è fortunato, quest anno non chiuderà. L effetto delle nuove norme sull apertura dei negozi durante la domenica, è evidente, non ha portato alcun beneficio ai venditori, specialmente i piccoli e medi proprietari: sono i dati prodotti da Confesercenti, a mostrare la ITALIANI E POLITICA Casta, indignados e grillini Germania, Grecia, Svezia e Francia. A questo si aggiunge la mistica del web come capacità di erodere le cittadelle del potere. In realtà, oltre a presentare aspetti di digital divide generazionale, il web rappresenta una sorta di stare alla finestra con la facoltà di impallinare tutto e tutti, limitandosi alla spettacolarizzazione e all invettiva. Per quanto riguarda il Movimento 5 stelle, l elettore grillino è più arrabbiato dell elettore medio, ma è anche fortemente antieuropeista. Il 58% ritiene l euro la vera causa dei nostri problemi. Italiani in generale più preoccupati (52%) e più arrabbiati (50,55). All interno di questa crisi, ciò che accomuna le persone sono gli stili di vita, meccanismi impalpabili e informali, a dimensione individuale. Tra le maggiori fonti di tensione sociale SOCIETÀ Domenica al lavoro. Quanto mi costi? Stessi clienti spalmati su sette giorni. E tutto a scapito della famiglia continua riduzione dei consumi delle famiglie -4,3% lo scorso anno, e soprattutto un crollo verticale della vendita al dettaglio -13, 7% tra il 2008 e il Un altro dato ancora più grave indica che nei primi mesi del 2013 è diminuito del 50% il numero delle aperture di esercizi commerciali. Allora, perché si persevera sulla strada indicata da questa liberalizzazione? Ha raggiunto le 159mila firme una Campagna per cambiare la normativa: Liberaladomenica, sostenuta dal mondo cattolico, ha trovato adesioni oltre i suoi naturali confini, anche raccogliendo il consenso di il conflitto tra immigrati e autoctoni (36,9%) e tra chi paga le tasse e chi no (30,9%). E l Italia moderata e riformatrice? Il vulnus di questi ultimi anni fa saltare in maniera definitiva il patto stretto negli anni Ottanta tra cittadini e politica, afferma Guido Crainz, docente di storia contemporanea all Università di Trieste. Enormi - secondo lo storico - i limiti della cultura ; un versante autocritico su cui riflettere è la mancata costruzione di un tessuto comune, cosa che riguarda anche la nostra appartenenza all Europa. Tornando al nostro Paese, il ceto medio sembra sempre più avere abdicato al proprio ruolo di riflessione sociale. Di qui l interrogativo: di Andrea Casavecchia alcuni Presidenti regionali. Tuttavia non si muove molto all orizzonte. Dietro l occupazione della Domenica c è un ideologia del consumo che ci penetra nelle ossa, secondo la quale essere nelle condizioni di poter comprare in ogni istante della nostra esistenza diventa un diritto e dovere irrinunciabile. Non importa nemmeno il guadagno, quanto il culto dell acquisto. Nella sua forma degenerata un co mportamento che ne deriva è lo shopping compulsivo. Anche la questione del tempo deve aiutare ad entrare nella mentalità e lo strumento migliore è svuotare il senso della festa, a partire dal suo simbolo più grande, per un cristiano: C è davvero un Italia moderata e al tempo stesso riformatrice? Non mancano forme di mobilitazione che mettono in luce pezzi di Paesi che non si arrendono, ma la politica non appare in grado di porsi come loro punto di riferimento. Moltitudine plebeista Torna sul ruolo del web Giuseppe De Rita, presidente del Censis: Il meccanismo della rete non mobilita la massa, bensì dei sottosistemi; non espande l appartenenza e non crea partecipazione ; stimola piuttosto una logica di invettiva spettacolare che richiama una cultura plebeista, una sorta di ritorno all uomo qualunque. Il nostro soggettivismo esasperato - osserva - ci spinge a voler gestire da noi stessi anche la morte, ma non sappiamo gestire la nostra società frammentata tra casta, indignados e grillini. Non ci sarà più il 51% della Dc, avverte. E l autodefinizione dei grillini di semplici portavoce dà idea di una debolezza congenita ma anche di una società che non produce più una domanda di nuova politica, mentre oggi sarebbe il momento di una società capace di prendere la parola e dire la sua. Purtroppo l unico fattore comune è l invettiva contro la casta, anche se non si sa bene che cosa sia. Il presidente del Censis parla di cetimedizzazione e imborghesimento di una società per la quale gli elementi che accomunano non sono più le stesse idee politiche e convinzioni religiose, lo stesso lavoro o reddito, le stesse battaglie, ma piuttosto il medesimo stile di vita, soprattutto rispetto al tempo libero e ai consumi. Una sorta, conclude, di moltitudine plebeista su cui occorre interrogarsi. la domenica. Ma senza la festa siamo più deboli, ce ne accorgiamo nella nostra quotidianità: quando non comprendiamo più il senso del nostro lavorare, perché non gustiamo la bontà dei risultati conseguiti; quando fatichiamo a costruire relazioni significative, perché siamo occupati e non prestiamo attenzione a chi ci vive accanto; quando emarginiamo il senso religioso, perché alimentiamo il tran tran giornaliero che ci impedisce di inquadrare la nostra vita in un disegno più grande. Quali conseguenze siamo disposti a pagare con la perdita della domenica? Ridare benzina ai consumi interni La giacca del presidente del Consiglio, Letta, rischia di sformarsi rapidamente: tirata da tutte le parti, deve far fronte a richieste che hanno tutte un obiettivo comune far ripartire l economia, ridare fiato all occupazione ma punti di vista e interessi assai differenti. E non capire bene da che parte iniziare, fa rischiare al Governo e all Italia un andamento a zigzag o, peggio, un facite ammuina di borbonica memoria: un po di qua, un po di là, ma alla fine ci si ritrova al punto di partenza. Sarebbe un grosso guaio. Perché vediamo l esecutivo un giorno impegnato negli sgravi all edilizia e all arredamento; il giorno dopo intento a togliere gli sgravi fiscali all economia, per impiegare le risorse sul fronte dell incentivazione delle assunzioni. Il giorno dopo deve coprire i mancati gettiti di Imu e Iva Insomma: c è chi chiede soldi per rianimare la produzione; chi per tagliare le tasse (o certe tasse); chi per l occupazione; chi per comprimere il debito e via andare. Con un unica certezza: soldi non ce ne sono proprio. E la situazione è così drastica che si fatica a raccattare due-tre miliardi di euro pronta cassa. A questo siamo ridotti. Cerchiamo quindi di andare con ordine, secondo la logica del buonsenso. La prima cosa da fare è quella di dare un impulso forte all economia, e in particolare ai consumi interni. A nulla servono incentivi alle assunzioni, se non riparte l economia. Nessuno assume se non ha lavoro da fare e da dare. Punto. C è una porzione d Italia che va, quella che esporta, che fa utili e occupazione; ma c è il grosso che stenta, arranca, si trova di fronte a consumi interni in continua contrazione. Le ricette classiche (tagli di spesa o nuovi debiti) per un motivo o per l altro non sono utilizzabili; la leva monetaria nemmeno. L unica speranza di avere in mano una buona carta da giocare è quella europea, e cioè che a Berlino laddove si comanda l Europa si convincano ad allentare la corda di rigore finanziario stretta attorno al nostro collo. Senza un po di benzina, l Italia non ripartirà mai. Sembra semplice, ma dal Brennero in su non sono così convinti che gli italiani siano responsabili del loro destino. Anche i greci, nel 2010, fecero il giro dei partner europei per avere un po d ossigeno finanziario. Lo ebbero, e lo dissiparono in casa in un orgia di spesa pubblica clientelare e inutile. Chissà perché, a nord del Brennero sono convinti che italiani e greci, una faccia, una razza. Forse per come siamo riusciti ad accumulare un debito pubblico di 2mila miliardi di euro, che continua a crescere nonostante tutte le manovre e le tasse e il rigore finanziario. Forse per come gestiamo uno Stato potenzialmente ricco, vicino alla bancarotta. Ma metti che commuoviamo la Merkel: se ci lascerà fare qualche debituccio in più, giochiamoci questa carta al meglio. Anche perché sarà l ultima. E puntiamo tutto su una spinta forte e precisa al motore dell economia, piuttosto che sulla solita pioggia di soldi qua e là, che disseta subito ma non fa fiorire nulla. E noi tutti smettiamo di tirare la giacca a Letta & co. O ci salviamo tutti assieme, o alla fine non si salverà nessuno. Come è successo in Grecia. N.S.

15 LaVita Il Paese non riesce ad uscire dalla trappola dei molteplici interessi internazionali di Angela Carusone Uono passati oltre due anni dall inizio della crisi siriana, e si è già alla seconda conferenza internazionale per trovare una soluzione politica, ma il Paese è ancora percorso da tensioni e violenze di ogni genere. Nonostante i tentativi di provare a giungere a una soluzione negoziata tra le parti, la situazione interna, già molto polarizzata, sembra destinata a incancrenirsi anche a causa dei diversi attori regionali interessati alla partita. Da un lato il cosiddetto arco sciita, composto da Iran e Hezbollah, dall altro le forze sunnite (Arabia Saudita e Qatar in prima linea) -viene sottolineato- si fronteggiano sotto traccia per la tenuta o la caduta del regime di Assad. Interessi incrociati che emergono con forza ed evidenza anche sul fronte internazionale. Intrappolata da questi molteplici interessi, la Siria è anche però fonte di grande preoccupazione tra i principali attori regionali e non: l escalation di violenze, anche terroristiche, potrebbe infatti generare ulteriore instabilità e al tempo stesso accrescere l incertezza sulle sorti del Paese e della regione. Il conflitto ha già fatto 70mila morti e un milione e mezzo di rifugiati e, lungi dall affermarsi come esclusivamente interno tra forze lealiste al regime di Assad e forze ribelli, sta mostrando la vera natura della sua gravità anche oltre i confini nazionali, con effetti che intaccano non La gente di Bozoum lo chiama l uomo che ha piegato i fucili ai ribelli. Non ha paura di affrontare gli uomini della coalizione Seleka, armati fino ai denti, se c è da liberare un parrocchiano arrestato ingiustamente. Perché, dopo il golpe del 24 marzo nella Repubblica Centrafricana, i ribelli continuano a fare il brutto e il brutto tempo. Padre Aurelio Gazzera, 51 anni, di Cuneo, è un missionario dei Carmelitani Scalzi. Dal 1992 vive in Centrafrica. Nella sua missione ci sono scuole, un dispensario, cooperative agricole, una cassa di risparmio e un centro con 200 bambini, orfani di malati di Aids. A distanza di due mesi dal colpo di Stato, con 300 vittime, saccheggi e violazioni dei diritti umani, la situazione nel Paese non migliora. I ribelli usano la forza in maniera arbitraria. 16 Giugno 2013 n. 24 SIRIA Una crisi senza fine, si moltiplicano le vittime solo la sfera della sicurezza, ma anche quella economica, compromettendo i già fragili equilibri sociali dei Paesi limitrofi. In base agli ultimi dati delle agenzie delle Nazioni Unite, un numero stimato in 6,8 milioni di siriani, pari a circa un terzo della popolazione, necessita assistenza umanitaria all interno delle Siria: in più di due anni di violenze e di conflitto, oltre 1,5 milioni di Siriani vive oggi la condizione di rifugiato negli Stati vicini, dopo aver provato quello di sfollato nel proprio Paese e spesso a più riprese, fuggito da un posto all altro. La Giordania ha aperto il suo confine a oltre 540mila Siriani dall inizio del conflitto, che Amman fa fatica a mantenere REPUBBLICA CENTRAFRICANA Alla mercé dei ribelli La testimonianza di padre Aurelio Gazzera, missionario a Bozoum. L impegno per evitare conflitti di natura religiosa La gente è impaurita? Sì c è sempre paura che succeda qualcosa. La gente si muove poco. Continuano i furti, soprattutto di mucche. Qui ci sono stati tanti colpi di Stato: duravano un paio di giorni poi la situazione si normalizzava. Stavolta è diverso. Da due mesi non si vede nessun miglioramento. Psicologicamente è dura perché siamo indifesi. Possono fare quello che vogliono: pretendere soldi, picchiare o arrestare. Per entrare in città dobbiamo pagarli.. Si parla di islamizzazione del Paese Oggettivamente ci sono degli elementi che parlano di economicamente -si calcola sia necessario circa un miliardo di dollari nel solo e la convivenza ha innescato sentimenti xenofobi che destano non poche preoccupazioni. Mentre in Libano si teme che gli oltre 140mila rifugiati, per lo più sunniti, possano avere un impatto sul fragile equilibrio di sicurezza esistente nel Paese tra gruppi cristiani, sciiti e sunniti, rafforzando di molto questi ultimi. Ma sono altri gli attori che muovono le fila. In una crisi così complessa e suscettibile di produrre una drammatica destabilizzazione regionale con riverberi a livello internazionale, la Russia, ad esempio, è determinata a giocare un ruolo decisivo che ne sanciscano di Patrizia Caiffa islamizzazione ma è bene che non si creino ulteriori problemi, in un Paese in cui non ci sono mai state tensioni tra religioni. È oggettivo che nel governo più della metà dei ministri sono musulmani, nonostante tra la popolazione non arrivino al 15%. Non dobbiamo esasperare i toni. Lei invita a non creare tensioni tra religioni. È importante avere molto rispetto per le comunità musulmane in città, per non innescare una reazione contro l islam. L arcidiocesi di Bangui inizierà una serie di incontri formativi rivolti alle autorità di diverse religioni, status di potenza globale. E mentre l Europa continua a muoversi in ordine sparso, le autorità iraniane non lasciano dubbi sull intenzione del regime islamico sciita di usare ogni mezzo per salvare il regime di Assad, loro unico alleato nel mondo arabo. Teheran teme che una caduta di Assad possa non soltanto indebolire la cosiddetta linea dell resistenza, con gli sciiti impegnati in pericolosi bracci di ferro con i sunniti in Iraq e in Libano. E, secondo alcuni analisti, le minacce iraniane contro Israele, simili a quelle lanciate da Damasco e dagli Hezbollah, sarebbero mirate a far riflettere Tel Aviv e l Occidente sui pericoli che comporterebbe un tracollo del regime di Assad, che per quarant anni ha assicurato la pace sul Golan. C è poi la Turchia, che vorrebbe tornare ad avere un vicino affidabile, in una situazione di relativa stabilità, per far sì che anche le relazioni economiche e commerciali possano riprendere. Di più, la crisi siriana ha messo in evidenza un fenomeno preoccupante e, rileva il diplomatico Guido Lenzi, poco avvertito: la lacerazione del tessuto multietnico che per millenni ha caratterizzato il Mediterraneo. Quei fattori d interconnessione instaurati dall epoca dei Fenici -spiegaappaiono irrimediabilmente compromessi e città come per aiutare chi è chiamato a fare opera di mediazione con i ribelli. Andrò anch io. È già una risposta. Pensa ci siano interessi sullo sfruttamento delle risorse del Paese? Senz altro. Il primo ministero creato è quello del petrolio, che prima non esisteva. Ci sono questioni sui diamanti: stanno tentando di bloccarne l esportazione. Sembra che la Francia abbia dato il via libera ai ribelli per avere la tranquillità di agire in Mali. C è poi l ingerenza di Ciad e Sudan. Beirut e Alessandria, Triplo, Tunisi e Algeri non conservano più che il vago ricordo dell antica coabitazione interetnica e interconfessionale. La Guerra fredda, le decolonizzazioni affrettate, il diffondersi dei nazionalismi arabi e poi le cosiddette primavere arabe hanno progressivamente alimentato una pulizia etnica che rinnega la multiculturalità del mare nostrum. Con l aggravante che le vittime non sono i discendenti dei colonizzatori, ma popolazioni presenti in quelle regioni ben prima dell avvento dell Islam. Secondo lo studioso, la Siria è oggi l estremo ridotto di un mondo cosmopolita irrimediabilmente devastato: non si tratta di guerra civile, né di rivoluzione democratica o, come in Egitto, di rivolta sociale ed economica -avverte - ma dell estrema contaminazione del più generale conflitto settario tra sciiti e sunniti, tra fondamentalisti e laici, che percorre ormai l intero mondo arabo. La crisi siriana, insomma, mette a repentaglio la stabilità dell intero grande Medioriente non soltanto in termini di alterazione degli equilibri di potere regionale, ma anche di risistemazione del millenario mosaico di etnie e confessioni plurali, tanto musulmane quanto cristiane, che lo caratterizza, e per le quali ogni ipotesi di autodeterminazione appare improponibile. E il contingente di militari africani che dovrebbe controllare il territorio? Ha un mandato molto limitato. Il 90% di queste missioni di pace in Africa non serve a niente, se non a lavare un po le coscienze di alcuni Paesi. Sono tutti a Bangui, dove la situazione è ancora più dura. Lì continuano a sparare giorno e notte. La gente è molto tesa e ci sono ancora dei morti. Cosa potrebbe aiutare il Centrafrica? Parlarne può già aiutare, anche a livello di scelte internazionali. Siamo in un Paese piccolo, che non interessa nessuno. Da solo non può farcela. Non è possibile che da 50 anni la gente debba vivere in questa miseria, senza scuole né ospedali. Noi abbiamo bisogno solo della tranquillità. Siamo preoccupati per la distruzione del lavoro di formazione delle coscienze, che cerchiamo di costruire con tanta fatica. dall estero 15 Dal mondo In soccorso del Mali Per aiutare il Mali a risollevarsi dopo il conflitto interno con i jihadisti, la comunità internazionale aveva chiesto ad ogni paese un contributo per giungere almeno a 2 miliardi di euro a fronte dei 4,34 miliardi rispondenti al costo totale per la riedificazione delle strutture e per garantire la sicurezza. La conferenza dei donatori, svoltasi in maggio a Bruxelles, ha raccolto 3,25 miliardi, ben oltre i due miliardi invocati. Francia e Ue guidano la raccolta fondi per la rinascita della nazione africana. Anche l Italia ha contribuito finanziariamente e, insieme, è stata attiva nella realizzazione di altre iniziative di sostegno, essendo consapevole che la stabilità del Mali è necessaria per gli equilibri d Africa. Marelli in Cina La Magneti Marelli ha inaugurato in maggio una nuova fabbrica nel sud della Cina, a Foshan. La produzione riguarderà i fanali posteriori e, successivamente, anche i fanali anteriori, l investimento di trenta milioni di euro contribuisce al consolidamento di una presenza che dal 1996 assomma stabilimenti produttivi e centri di ricerca e sviluppo a Shanghai, Wuhu, Guangzhou, Hangzhou, Changsha, Changchun e a Hefe. Con l apertura del polo produttivo di Foshan, l azienda italiana ha fissato l obiettivo precisa l amministratore delegato Eugenio Razelli di raddoppiare il fatturato entro duetre anni, e di tendere alla cifra simbolica di un miliardo di euro di ricavi nel tempo di quattro-cinque anni. Harvard nel Sannio L università statunitense di Harvard, dopo le ricerche condotte nella val di Noto in Sicilia, ha dichiarato la propria disponibilità ad iniziare un piano di studio sull antica Caudium sito corrispondente alla località Montesarchio nella provincia di Benevento. Il sindaco della cittadina sannita Antonio Izzo, ha affermato che un pool di docenti americani è pronto a venire in Italia per effettuare un sopralluogo e per definire i dettagli del progetto, compreso l arrivo anche di un gruppo di studenti, per il rilancio del nostro patrimonio storico e culturale. La scoperta delle origini di una terra e di una popolazione è una risorsa di valore per continuare efficacemente il cammino nel futuro.

16 16 musica e spettacolo n Giugno 2013 La V ita Un volto noto della tv come Daria Bignardi spiega che ha cominciato a seguirlo su Twitter attratta dal linguaggio diretto e imprevedibile con cui scriveva di ogni argomento, dalla religione alla televisione. Don Dino Pirri, sacerdote della diocesi di San Benedetto del Tronto Montalto, dove è stato parroco e della quale dirige l Ufficio catechistico, è assistente nazionale dell Azione cattolica ragazzi. Sarà forse per la sua presenza educativa tra i più piccoli dell associazione laicale che ha cercato di sviluppare nuove capacità comunicative. Ma è su Twitter che don Pirri si trova a suo agio, e lo conferma con il volume Cinguettatelo sui tetti (edizioni Ave), lettura e commento, 140 caratteri per volta, del vangelo di Marco. Un giornalista navigato come Beppe Severgnini ne ha parlato come del primo Twitterlibro efficace che leggo. San Marco, sono sicuro, approva. Don Pirri, come è possibile leggere e comprendere gli insegnamenti di Gesù con il linguaggio essenziale, diciamo pure minimale, di un tweet? In realtà il Vangelo è essenziale. Siamo noi che tendiamo a diluirlo con le nostre idee e i nostri alibi. Una risposta da social network Eppure lei scrive: Abbiamo ridotto la fede a un take away, mordi e fuggi, invece abbiamo bisogno di tempo, silenzio, quiete interiore. Per costruire una relazione con Dio bisogna quindi, come insegnava Gesù, fermarsi in disparte? Le parrocchie somigliano T itolo indicativo Quando meno te lo aspetti ( Au bout du conte ) per questa commedia romantica con produzione, regia e cast francese, distribuita da Lucky Red. C era una volta una dolce ragazza, di nome Laura, che a 24 anni aspettava ancora il suo principe azzurro. Lo incontra ad una festa, si chiama Sandro, che però ha i suoi problemi: suo padre Pierre, ad un funerale si imbatte in Madame Irma, che alcuni anni prima gli aveva predetto la data della sua morte, adesso imminente. Pierre non riesce più a fare progetti, né con la sua compagna Eleonore né con Sandro. Laura incontra anche Maxime, affascinante lupo solitario affamato di ragazze, che ha anche lui i suoi problemi, così come Eleonore, Marianne (vicina di casa di Maxime, aspirante attrice, impegnata nell allestimento di una recita di bambini, dentro la scenografia cartonata di un bosco PAROLA D AUTORE Mai scambiare Twitter per un pulpito... Intervista cinguettante con don Dino Pirri, grande frequentatore del social network. Lui ha tanti estimatori: da Daria Bignardi a Beppe Severgnini. E non si tira indietro dinanzi ai temi più impegnativi, anche per il mondo laico. A partire dal Vangelo che è essenziale. Siamo noi che tendiamo a diluirlo con le nostre idee e i nostri alibi di Gianni Borsa sempre più ad agenzie di servizi. E le persone, credenti o non, hanno imparato a intenderle così: attività, preghiere, animazione, incontri, sacramenti, solidarietà, catechesi. Il cosa mi dai? spesso sostituisce il come stai?. Forse è necessario fermarci. E guardarci negli occhi, imparando l arte dell ascolto reciproco e del dialogo. Nel suo ultimo libro dice che il Vangelo non è mai fuori luogo e inopportuno. Neppure su Twitter : come dire che ogni ambito dell esistenza umana offre opportunità per la missione evangelizzatrice? Veramente lo dice san Paolo, che ho solo parafrasato. La Parola di Dio, che è Gesù, abbraccia tutti e tutta la creazione. Non esiste più il sacro e il profano da quando il Verbo CINEMA Quando meno te l aspetti... Un film di Jaoui Agnés è venuto ad abitare in mezzo a noi. Provocatoriamente mi verrebbe un tweet: il problema dell evangelizzazione sono gli evangelizzatori. Noi, non gli altri. Un suo tweet: La libertà è condizione essenziale per accogliere il Vangelo. Cioè? Il Vangelo non è una legge o una dottrina, ma è la persona viva di Gesù, che ci rivela il cuore di misericordia del Padre. Non lo si impara e non lo si esegue, come fosse un manuale. Lo si accoglie e lo si segue, come in una relazione di amicizia, nella libertà. Non per paura o per dovere o per abitudine. Dentro questa relazione viva, poi s impara a riconoscere il bene e il male e si fanno delle scelte. La prima cosa che ho capito di Gesù: è coincantato), Jacqueline e tutti gli altri. Ma alla fine, vivranno tutti felici e contenti. Una fiaba tradizionale esplorante in realtà i retroscena tragicomici delle credenze, delle superstizioni e delle paure di Leonardo Soldati contemporanee, molte delle quali fanno riferimento ai modelli antichi duri a morire. Nell associazione tra i reali di ieri e l industriale di oggi, con al fianco una donna che non invecchia mai grazie al botox, lui che guarisce da ogni male. Sazi e sani non hanno bisogno di lui. Lei sta in mezzo a ragazzi, giovani, genitori: la fede interroga le loro coscienze? La fede interroga tutti, attraverso la credibilità dei credenti. Molti non credenti, oppure non frequentatori di sacrestie, cercano l incontro col vangelo, ne rimangono sorpresi, si interrogano profondamente, quando incontrano discepoli di Gesù felici e accoglienti. La fede è oggi una domanda attuale e provocante. Luogo possibile della relazione personale con Gesù oggi è la Chiesa. La comunità dei credenti, con i suoi limiti, è custode della sua presenza. Le persone che incontra amano la Chiesa? Bussano alla sua porta? Le persone che incontro sono disposte a condividere qualche tratto di strada. Spesso desiderano fermarsi, ricominciare a vivere la fede. La domanda che mi pongo in questi giorni, in cui molti laici mi invitano a parlare del vangelo, è la seguente: noi, le nostre comunità cristiane, siamo disposti ad aprirci e capaci di offrire degli itinerari adeguati, attraverso un dialogo tra adulti? Insomma la questione evangelica non è se bussano, ma se noi li la pellicola presenta un mondo adulto circondato dalle stesse incertezze di quello dei ragazzi, aggrappandosi a sogni ideali, incapace di trovare la retta via per uscire dalla crisi di mezz età. Jaoui, anche attrice, e Jean Pierre Bacri, sono i personaggi più veri, più soli ed incorreggibili, brillanti nei dialoghi, con loro il cuore del film batte più forte quando si incrociano ad un elegante party. Una cornice ispirata al mondo fantasioso ma anche sommessamente normativo della fiaba, nel dominio dell assurdo. Nel cast, tra gli altri, anche Agathe Bonitzer, Arthur Dupont, Benjamin Biolay, Dominique Valadié, Valérie Crouzet, Beatrice Rosen. Sostieni LaVita Abbonamento 2013 euro 45,00 Sostenitore 2013 euro 65,00 Amico 2013 euro 110,00 c/c postale andiamo a cercare. Gesù non ha aspettato a Nazareth i suoi discepoli. Ma rco scrive che Gesù, partito di là, andò nella regione di Tiro. E Pirri cinguetta: Nei territori pagani, dei lontani. Papa Francesco, appena salito al soglio pontificio, ha parlato dei lontani. Ma chi sono realmente? I lontani, oggi, anziché a Tiro abitano il web? Non esistono i lontani da Gesù, proprio perché egli li raggiunge in ogni luogo. Esistono, invece, i lontani da noi. Se vogliamo pescare bisogna andare là dove sono i pesci. Se vogliamo comunicare la bella notizia, dobbiamo assumere il linguaggio di questo tempo. Ricordando anche di assumere in noi la forma, di questa bella notizia, che è il Vangelo. Di recente anche l agenzia Sir è approdata su Twitter. Ha qualche consiglio? Non scambiare mai Twitter per un pulpito. In realtà si tratta di una piazza, in cui si dicono cose e si ascoltano persone. Realmente. I vecchi abbonati possono effettuare il bollettino postale preintestato, e chi non l avesse ricevuto può richiederlo al numero (c/c n ) intestato a Settimanale Cattolico Toscano La Vita Via Puccini, 38 Pistoia. Gli abbonamenti si possono rinnovare anche presso Graficamente in via Puccini 46 Pistoia in orario di ufficio. LaVita Settimanale cattolico toscano Direttore responsabile: Giordano Frosini STAMPA: Tipografia GF Press Masotti IMPIANTI: Palmieri e Bruschi Pistoia FOTOCOMPOSIZIONE: Graficamente Pistoia tel graficamentepb@tin.it - viapuccini@tiscali.it Registrazione Tribunale di Pistoia N. 8 del 15 Novembre settimanalelavita@tin.it sito internet: CHIUSO IN TIPOGRAFIA: 12 GIUGNO 2013

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