IL QUADRO MACROECONOMICO
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1 S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO LA CONGIUNTURA ECONOMICA - PUNTI DI VISTA E SUGGERIMENTI DI ASSET ALLOCATION IL QUADRO MACROECONOMICO DOTT. ALBERTO BALESTRERI Milano, 20 giugno 2014
2 S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO 1. Andamenti dell economia mondiale; 2. I mercati delle materie prime; 3. I tassi di cambio; 4. Le prospettive per l inflazione della zona euro; 5. Prospettive per il contesto esterno alla zona euro; 6. L andamento del PIL e delle sue componenti della zona euro; 7. L andamento dei principali settori industriali della zona euro; 8. Il mercato del lavoro della zona euro; 9. Le prospettive per l attività economica della zona euro; 10. L andamento dei conti pubblici; 11. L andamento del credito e dei tassi di interesse; 12. L andamento dei mercati obbligazionari ed azionari.
3 1. Andamenti dell economia mondiale (esclusa zona euro) 1. L economia mondiale continua a evidenziare una ripresa graduale, nonostante una moderata debolezza nel primo trimestre del Stime preliminari relative a tale trimestre segnalano che nei paesi del G20 esclusa l area dell euro la crescita del PIL sul periodo precedente ha subito un lieve calo rispetto alla seconda metà del 2013, portandosi allo 0,7 per cento, anche se tale risultato cela andamenti ancora divergenti nei diversi paesi. 2. Dopo essere cresciuto nella seconda metà del 2013, nel primo trimestre del 2014 il commercio internazionale ha perso slancio sullo sfondo del rallentamento economico globale. 3. I rischi per le prospettive di crescita mondiale restano orientati verso il basso. I rischi geopolitici, assieme agli andamenti nelle economie emergenti e nei mercati finanziari mondiali, potrebbero influire negativamente sulle condizioni economiche. 3
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5 2. I mercati delle materie prime 1. L inflazione globale rimane bassa rispetto alle medie storiche, riflettendo l evoluzione modesta dei prezzi dei beni energetici e l ampio margine di capacità produttiva mondiale inutilizzata. 2. Le quotazioni del greggio di qualità Brent sono rimaste relativamente stabili attorno a dollari per barile negli ultimi due mesi e il 4 giugno si collocavano a 109 dollari per barile, un livello superiore di circa il 7 per cento rispetto a un anno fa. 3. I prezzi delle materie prime non energetiche sono scesi in media a maggio, riflettendo soprattutto i ribassi delle derrate alimentari. 5
6 3. I tassi di cambio 1. Fra gli inizi di marzo e il 4 giugno 2014 l euro si è lievemente deprezzato sulle valute della maggior parte dei principali partner commerciali dell area. 2. In un contesto di bassa volatilità complessiva, i movimenti dei cambi sono stati in larga parte connessi all evoluzione delle aspettative sull orientamento futuro della politica monetaria e alla correzione delle attese di mercato circa le prospettive economiche dell area dell euro rispetto alle altre maggiori economie. 3. In termini bilaterali, negli ultimi tre mesi la moneta unica si è indebolita nei confronti del dollaro statunitense (dell 1,0 per cento) e della sterlina britannica (dell 1,2 per cento), mentre si è lievemente apprezzata sullo yen giapponese (dello 0,2 per cento). 6
7 4. Le prospettive per l inflazione zona euro 1. L inflazione armonizzata nell area dell euro è diminuita sensibilmente dalla fine del 2011 allo scorso ottobre, oscillando da allora su livelli molto bassi, inferiori all 1 per cento. 2. Secondo la stima preliminare dell Eurostat, l inflazione è scesa allo 0,5 per cento in maggio, dopo essersi collocata allo 0,7 in aprile. 3. Questo calo ha rispecchiato il rallentamento dei prezzi di servizi, alimentari e beni industriali non energetici, compensato solo in parte da un accelerazione della componente energetica, a seguito di un effetto base al rialzo 4. In base alle informazioni disponibili, l inflazione armonizzata dovrebbe mantenersi su livelli contenuti nei prossimi mesi, per poi aumentare solo gradualmente nel 2015 e Allo stesso tempo, le aspettative di inflazione per l area dell euro nel medio-lungo termine rimangono saldamente ancorate, in linea con l obiettivo della BCE di mantenere i tassi di inflazione inferiori ma prossimi al 2 per cento. 7
8 5. Le prospettive per il contesto esterno all euro In base alle proiezioni la crescita in termini reali del PIL mondiale (esclusa l area dell euro) mostrerà un graduale recupero nel periodo considerato, passando dal 3,6 per cento nel 2014 al 4,0 nel 2015 e al 4,1 nel
9 6. L andamento del PIL e delle sue componenti nella zona dell euro 1. Nel primo trimestre del 2014 il PIL in termini reali è nuovamente aumentato, dello 0,2 per cento in termini congiunturali, dopo una crescita positiva nei tre periodi precedenti. 2. Tale risultato ha riflesso i contributi positivi forniti dalla domanda interna e dalla variazione delle scorte dopo il contributo negativo di quest ultima nel quarto trimestre dello scorso anno. 9
10 7. L andamento dei principali settori della zona euro: primo trimestre Il valore aggiunto totale è salito ancora nel primo trimestre, dello 0,1 per cento in termini congiunturali. Tutti i principali settori economici, ad eccezione dell industria al netto delle costruzioni, hanno contribuito a quest ultimo incremento. 2. Il valore aggiunto reale dei servizi si è collocato su un livello storicamente elevato nel primo trimestre del 2014, mentre quello delle costruzioni si è attestato su un livello pari a soli tre quarti del suo picco raggiunto agli inizi del Allo stesso tempo, il valore aggiunto dell industria al netto delle costruzioni si è collocato su un livello inferiore del 6 per cento al suo picco pre-crisi. 10
11 8. Il mercato del lavoro nella zona euro 1. I dati sul mercato del lavoro nell area dell euro mostrano alcuni segnali di miglioramento, in linea con la modesta ripresa dell attività economica in atto dalla primavera del Nel quarto trimestre del 2013 il numero di occupati nell area dell euro è cresciuto dello 0,1 per cento in termini congiunturali, dopo essere rimasto stabile nei due trimestri precedenti 3. Nel terzo e quarto trimestre del 2013 le ore lavorate totali sono rimaste stabili in termini congiunturali, dopo essere cresciute dello 0,6 per cento nel secondo trimestre dell anno. 4. In linea con l andamento dell occupazione, il tasso di disoccupazione nell area dell euro ha iniziato a diminuire leggermente. Dopo un calo di 0,1 punti percentuali nel primo trimestre del 2014, il tasso è sceso ancora di 0,1 punti percentuali in aprile, all 11,7 per cento. Un segnale incoraggiante, nonostante le significative differenze tra i livelli, è dato dal fatto che il recente calo è stato relativamente generalizzato tra i diversi gruppi di età. 11
12 9. Le prospettive per l attività economica della zona euro Secondo le proiezioni la ripresa economica dell area dell euro si rafforzerà gradualmente nell arco temporale considerato, sospinta da un aumento della domanda interna e, in misura inferiore, di quella estera. La domanda interna sta beneficiando: - dell orientamento accomodante della politica monetaria; - di un ritorno a un intonazione sostanzialmente neutra delle politiche di bilancio; - delle migliori condizioni di finanziamento; - del clima di fiducia più positivo in un contesto di minore incertezza; - di un reddito disponibile reale sostenuto da un graduale incremento della crescita salariale e da una flessione dei prezzi dell energia. La domanda estera dovrebbe essere favorita da una graduale ripresa a livello mondiale, benché sia probabile che, in una fase iniziale, le sue ricadute positive sulle esportazioni dell area dell euro vengano in parte compensate dagli effetti dell apprezzamento della moneta unica. Le previsioni indicano un espansione del PIL in termini reali pari all 1,0 per cento nel 2014, all 1,7 nel 2015 e all 1,8 nel
13 9. Le prospettive per l attività economica della zona euro L inflazione dell area dell euro misurata sullo IAPC dovrebbe via via aumentare nel periodo in esame, pur mantenendosi su livelli contenuti; quella complessiva salirebbe dallo 0,7 per cento nel primo trimestre del 2014 all 1,5 nell ultimo trimestre del 2016, collocandosi in media allo 0,7 per cento nel 2014, all 1,1 nel 2015 e all 1,4 nel Il recupero previsto per l inflazione armonizzata complessiva riflette il graduale rafforzamento della ripresa economica, che sta portando a una crescita più vigorosa dei salari e dei profitti interni. Un impatto al rialzo sull inflazione deriverebbe anche dall ipotesi di rincari delle materie prime non energetiche e dei manufatti importati. Al tempo stesso, l accelerazione dei prezzi prospettata dovrebbe essere contenuta dal calo assunto per le quotazioni petrolifere, dall effetto ritardato del marcato apprezzamento dell euro da metà 2012 e dal persistente sottoutilizzo della capacità produttiva nell economia. 13
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15 10. L andamento dei conti pubblici Secondo i dati notificati all Eurostat nella primavera 2014 il disavanzo delle amministrazioni pubbliche dell area dell euro nel 2013 è sceso ulteriormente al 3,0 per cento del PIL, dal 3,7 del La contrazione è imputabile per circa la metà a un minor impatto del sostegno pubblico alle istituzioni finanziarie. Per il resto, il miglioramento è derivato principalmente da maggiori entrate in rapporto al PIL. 15
16 11. L andamento del credito e dei tassi di interesse 1. Il tasso di crescita sui dodici mesi di M3 ha segnato un ulteriore moderazione in marzo e aprile del 2014, dopo la lieve ripresa di inizio anno. Esso si collocava in aprile allo 0,8 per cento, in calo dall 1,5 per cento del quarto trimestre del 2013 e dall 1,1 per cento del primo trimestre di quest anno. 2. L evoluzione più recente di M3 continua a riflettere la minore preferenza per la liquidità monetaria da parte del settore detentore di moneta, riconducibile alla ricerca di rendimenti più elevati. 3. Da un lato, tale settore preferisce detenere depositi overnight altamente liquidi, anziché altri depositi e strumenti negoziabili a breve scadenza (alimentando la crescita sui dodici mesi robusta, seppure in calo, di M1); dall altro, tuttavia, considerazioni di rischiorendimento hanno altresì indotto gli investitori a spostare parte delle loro attività verso strumenti meglio remunerati e meno liquidi non compresi in M3, come ad esempio i fondi di investimento. 4. I prestiti alle amministrazioni pubbliche hanno continuato a calare nel quarto trimestre e nell aprile del Anche i prestiti al settore privato non finanziario si sono ulteriormente contratti nel primo trimestre, sebbene la loro flessione abbia leggermente rallentato il passo in aprile. 16
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18 1. I tassi di interesse del mercato monetario sui depositi privi di garanzia hanno registrato un incremento molto marginale tra la fine di febbraio e gli inizi di giugno Il 4 giugno i tassi Euribor a uno, tre, sei e dodici mesi si collocavano rispettivamente allo 0,24, 0,30, 0,39 e 0,56 per cento, con un aumento medio di circa 1 punto base. 3. Il differenziale tra l Euribor a dodici mesi e quello a un mese, indicatore della pendenza della curva dei rendimenti del mercato monetario, è pertanto rimasto pressoché invariato nel periodo in esame e il 4 giugno era pari a 32 punti base. 4. I tassi di interesse del mercato monetario sui depositi privi di garanzia hanno evidenziato una scarsa volatilità nel periodo considerato, con variazioni giornaliere per tutte e quattro le scadenze che non hanno mai superato i 2 punti base 18
19 12. L andamento dei mercati azionari 1. Nel periodo in rassegna i corsi azionari sono aumentati nelle due aree economiche principali. 2. Nell area dell euro l indice ampio Dow Jones Euro Stoxx è salito del 2,0 per cento tra la fine di febbraio e il 4 giugno 3. Negli Stati Uniti l indice Standard & Poor s 500 ha registrato un incremento del 3,7 per cento. 4. In Giappone le quotazioni azionarie, misurate dall indice Nikkei 225, sono anch esse cresciute dell 1,5 per cento nello stesso periodo. 5. Tra la fine di febbraio e gli inizi di giugno l incertezza relativa agli andamenti dei mercati azionari, misurata dalla volatilità implicita, è rimasta sostanzialmente invariata nell area dell euro, mentre è diminuita di circa 0,8 punti percentuali negli Stati Uniti. 19
IL QUADRO MACROECONOMICO
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