Premessa. L approccio preventivo proposto si basa su alcuni presupposti fondamentali, quali:
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- Silvana Franchini
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1 Piano locale per la prevenzione delle dipendenze 2011/2012
2 Premessa La DGR 9/937 del 1 dicembre 2010 Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l esercizio 2011, definisce le Dipendenze un fenomeno che presenta oggi elementi di complessità e di novità per cui si prevedono azioni di sostegno e potenziamento del sistema di interventi per: promuovere cambiamenti significativi rispetto ai fattori di rischio e di disagio, promuovere stili di vita sani e contrastare il diffondersi di atteggiamenti di tolleranza e di una maggiore responsabilità delle persone e delle comunità Per il 2011, fra gli altri, vengono indicati come obiettivi prioritari per le ASL: Predisporre, tramite il Dipartimento delle Dipendenze, il Piano locale per la prevenzione delle dipendenze, comprendente le priorità per il biennio, le tipologie di intervento, le azioni da attuare ecc., coinvolgendo i diversi soggetti gestori di unità d offerta del sistema dipendenze del proprio territorio Attuare, nel territorio di ciascuna ASL, i Programmi Preventivi Regionali con particolare riferimento all ambito scolastico Con il documento Prevenire le diverse forme di dipendenza nella popolazione generale elaborato fra luglio 2008 e aprile 2009 dal Tavolo Tecnico Regionale Prevenzione (TTRP), costituito dalla DG Famiglia e Solidarietà Sociale, in logica complementarietà con Le linee guida regionali di prevenzione delle diverse forme di dipendenza nella popolazione preadolescenziale e adolescenziale, approvate dalla Giunta Regionale nel dicembre 2007, Regione Lombardia ha inteso mettere a disposizione le indicazioni teoriche e metodologiche che permettono di contrastare i fenomeni di uso, abuso e dipendenza da sostanze legali e illegali e di perseguire l obiettivo della riduzione dell uso di droghe nella popolazione generale. L approccio preventivo proposto si basa su alcuni presupposti fondamentali, quali: il riconoscimento e la valorizzazione della dimensione culturale della prevenzione per orientare e contrastare le reali caratteristiche del fenomeno, riconoscendone la complessità in relazione ai modelli culturali e sociali dominanti rispetto al consumo stesso; la partecipazione e la mobilitazione delle risorse e delle capacità presenti all interno della popolazione di riferimento per permettere che giovani e adulti siano maggiormente responsabilizzati verso i comportamenti di consumo e abuso di sostanze nei propri contesti di vita e per la tutela della propria salute. il coinvolgimento e il raccordo di tutte le energie istituzionali, culturali e sociali della Lombardia per garantire un sistema di intervento complessivo che consideri e permetta il raccordo e la sinergia di tutte le risorse umane, professionali, tecniche, organizzative e sociali (oltre che finanziarie ) necessarie per una prevenzione efficace non relegando il compito di prevenire la diffusione dei fenomeni di consumo esclusivamente al sistema socio sanitario delle dipendenze. Tali presupposti trovano riscontro nelle risorse normative, organizzative e strutturali che possono ben contribuire alla realizzazione di una Strategia Preventiva Regionale, attraverso:
3 a) I Piani di Zona come strumenti di integrazione a livello territoriale delle diverse politiche Per valorizzare questo strumento programmatorio nell ambito dello sviluppo di una Strategia preventiva, la DG Famiglia e Solidarietà Sociale : ha emanato la circolare G del che promuove il potenziamento dell attenzione preventiva in tema di droghe nell ambito della programmazione triennale ; ha pubblicato nell autunno 2008 le Linee di indirizzo per la programmazione dei Piani di Zona 3 triennio ( ), in cui è stato precisato che le future programmazioni di Zona dovranno prevedere interventi di prevenzione da svilupparsi in coerenza con le linee guida regionali di cui alla DGR 6219 del e che tali azioni dovranno raccordarsi con i Dipartimenti Dipendenze oltre ad essere programmate secondo una logica mirata a potenziare lo sviluppo di sinergie tra progetti ; ha avviato un azione di monitoraggio delle fasi di programmazione locale condotte da parte delle AASSLL. b) I Piani Integrati per la Promozione della Salute come strumento per il miglioramento e il rafforzamento delle azioni del sistema sociosanitario il Piano Integrato Locale per la promozione della salute può contribuire all affermazione di un approccio preventivo intersettoriale almeno all interno del sistema socio sanitario. La definizione dei contenuti di questo Piano se ben condotta può essere una potente leva per migliorare gli interventi sia nel senso dell efficacia (favorendo approcci integrati di azione; abbassando l età del target di riferimento degli interventi erogati, ecc.) sia verso l efficienza (in termini di utilizzo delle risorse umane e finanziarie già presenti). Attraverso la circolare 21 del 3/12/08 DG Sanità e DG Famiglia hanno richiesto alle Direzioni generali delle AASSLL un evidente impegno nello sviluppo di un azione integrata tra i diversi ambiti e strutture dell ASL e con tutti i soggetti del sistema sanitario e socio sanitario regionale e intersettoriale con i diversi soggetti della comunità (Comuni, Istituzioni, Enti, Volontariato, ecc). c) L attuazione delle azioni di cui alla DGR VIII/8243 per il potenziamento degli interventi preventivi territoriali La DGR VIII/8243 dell ottobre 2008 ha fissato per i prossimi anni alcuni obiettivi prioritari di azione, che dovranno vedere impegnati in modo sinergico i Servizi dell area consultoriale e quelli afferenti al Dipartimento Dipendenze, al fine di migliorare la capacità preventiva dell intero sistema di intervento territoriale. In particolare, sono individuate tre Azioni, rispettivamente finalizzate: 1. alla formazione congiunta del personale operante nell ambito della rete dei Servizi consultoriali e delle dipendenze (pubblici e privati ) della Lombardia, con particolare riguardo a coloro che operano in area preventiva; 2. al potenziamento delle attività di promozione del benessere, mediante il rafforzamento della collaborazione fra Consultori Familiari e Dipartimenti Dipendenze;
4 3. alla realizzazione di attività congiunte Consultori Familiari Dipartimento Dipendenze di aggancio precoce di giovani under 26 anni segnalati alle Prefetture per possesso di droghe (in analogia con quanto già sperimentato a partire dal 2002 nell ambito della Prefettura di Milano). Le DGR 7223 dell 8 maggio 2008 e la successiva DGR 1171 del 29/12/2010 Rete Regionale sulla prevenzione delle Dipendenze, individuando una strategia preventiva di settore (collocata in una più ampia visione di politica attiva di salute) indicano come cruciale il ruolo dei Dipartimenti Dipendenze definendolo: nodo della rete, per garantire la programmazione delle politiche di intervento preventivo; snodo fra la rete degli specialisti della droga e tutti gli altri Soggetti e Agenzie presenti a livello territoriale. Ogni Dipartimento ha quindi il compito di perseguire gli obiettivi finalizzati allo sviluppo della Rete Regionale Prevenzione (rif DGR 7223 dell 8 maggio 2008 e DGR 1171 del 29 dicembre 2010 Rete Regionale sulla prevenzione delle Dipendenze) per: favorire la diffusione e garantire per quanto di competenza l applicazione delle Linee Guida regionali di prevenzione delle diverse forme di dipendenza nella popolazione preadolescenziale e adolescenziale ; sviluppare il ruolo e la funzione del Dipartimento Dipendenze inteso come anello di congiunzione fra i diversi attori del sistema di intervento preventivo, nella direzione di potenziare le funzioni di raccordo degli ambiti di lavoro già esistenti favorendo il confronto tra enti di diversa natura impegnati nel campo della prevenzione alle dipendenze; costituire nell ambito della struttura organizzativa del Dipartimento Dipendenze un gruppo di lavoro tecnico a presidio della funzione prevenzione dipendenze, individuandone un referente; garantire la partecipazione del referente prevenzione dipendenze ai lavori del TTRP, Tavolo Tecnico Regionale Prevenzione, promossi dalla DG Famiglia e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia; svolgere una funzione attiva in campo preventivo favorendo e stimolando la circolazione delle informazioni raccolte e analizzate in modo che possano orientare la progettazione a livello locale, al fine di rendere la loro azione preventiva territoriale meglio rispondente alle caratteristiche presenti e future del fenomeno; favorire l interazione e il raccordo con gli altri territori lombardi nell ottica di migliorare la qualità dell offerta preventiva erogata dai diversi attori del sistema integrato pubblico privato. Lo sviluppo di una azione di sistema garantita dal Dipartimento Dipendenze permette al contempo di: migliorare la qualità degli interventi; armonizzare opportunamente le diverse aree di intervento a livello di prevenzione universale, selettiva e indicata.
5 Una strategia di prevenzione efficace implica, a livello locale e regionale, l esistenza, il riconoscimento e il funzionamento di una complessa rete che metta in comunicazione tutti i Soggetti che a diverso titolo possono giocare un ruolo utile nel contrasto della diffusione dei fenomeni di consumo. La DGR VIII/ maggio 2008 Rete Regionale sulla prevenzione delle Dipendenze (i cui impegni sono stati rinnovati nel 2009 e nel 2010) ha previsto la costituzione e lo sviluppo della Rete Regionale per la prevenzione, affidando a ciascuna ASL il compito di rafforzare le collaborazioni con tutti i soggetti presenti a livello locale per: sviluppare un approccio capace di intervenire sui fattori di rischio presenti e potenziare il ruolo degli attori stessi del sistema preventivo per promuovere i fattori di protezione; richiedere di mettere in comune conoscenze e strumenti di analisi e lettura delle situazioni presenti; concepire e immaginare possibili azioni, anche attraverso l attivazione di livelli di programmazione condivisa, confrontabili e verificabili nel contesto effettivo dell azione preventiva; mantenere le strategie di prevenzione nel corso del tempo, nel medio e lungo periodo e poter così misurare i cambiamenti attuati; dare vita a nuovi processi e azioni sulla base delle conoscenze prodotte. La DGR IX/1999 del 13/07/2011 descrive le indicazioni operative per l attuazione delle azioni di prevenzione del consumo di sostanze, promuovendo una strategia che si articola su 4 assi principali: 1. il coordinamento multilivello degli interventi e della programmazione intersettoriale 2. l estensione dell impatto delle azioni preventive messe in atto 3. il coinvolgimento attivo dei cittadini nelle azioni della Rete Regionale Prevenzione 4. lo sviluppo delle competenze di professionisti e amministratori locali Per ciascuno di questi punti espone le direttrici su cui convogliare le azioni utili al raggiungimento dell obiettivo generale di contenimento e di riduzione del consumo di sostanze legali e illegali in tutto il territorio regionale. Di seguito, in forma schematica si riportano divisi per asse gli obiettivi regionali e le azioni previste e da implementare per un lavoro preventivo in linea con le logiche regionali.
6 ASSE 1. coordinamento multilivello degli interventi e della programmazione intersettoriale Obiettivo Costituire il Comitato Rete territoriale della prevenzione, con riunioni a cadenza almeno trimestrale curando in particolare il coinvolgimento della Prefettura e dei rappresentati delle FFOO oltre che la partecipazione di rappresentanze dell associazionismo e del volontariato. Il Comitato Rete Territoriale della prevenzione è stato formalizzato in data 30/07/2010 con delibera del Direttore Generale nr Gli incontri si svolgono a cadenza mensile secondo un calendari fissato ad inizio anno. Il coordinatore del Comitato partecipa al Tavolo prevenzione in Prefettura. Il suggerimento del Comitato di Dipartimento è stato quello di coinvolgere le Le FFOO e la Prefettura in occasioni appositamente create. Nominare un Responsabile della funzione di prevenzione all interno del Dipartimento Dipendenze, Garantire la partecipazione di un referente prevenzione al TTRP Garantire la partecipazione di propri rappresentanti ai Tavoli/Gruppi di lavoro aziendali in tema di promozione della salute e prevenzione in ambito scolastico, curando in particolare l inserimento delle tematiche e degli interventi preventivi alcol/droga correlati fra quelle proposte nel Piano Integrato Promozione della Salute Favorire il Coordinamento fra la programmazione e la gestione delle attività di prevenzione di propria competenza e la programmazione sociale di Zona Educatore Professionale Celeste Zagheno Educatore Professionale Celeste Zagheno Il referente e coordinatore del Comitato Rete territoriale della prevenzione partecipa al Tavolo Dipartimento Prevenzione Area Sanitaria, al Tavolo prevenzione costituitosi in Prefettura, ed è in costante collegamento con l Ufficio Scolastico Territoriale. Le attività di prevenzione promosse e programmate dal Comitato Rete territoriale della prevenzione sono parte integrante del PIL Al Comitato Rete territoriale della prevenzione partecipa l Ufficio di Piano con suoi referenti ed è operativo un lavoro di condivisione nella programmazione delle attività di prevenzione delle dipendenze.
7 ASSE 2. estensione dell impatto delle azioni preventive messe in atto garantire un adeguato livello di offerta nel settore della prevenzione, curandone la conoscenza e l accessibilità da parte dei cittadini, con particolare riferimento: Obiettivo alla disponibilità di programmi di prevenzione universale, selettiva, indicata rispondenti alle caratteristiche del contesto, dei target e dei bisogni rilevati a livello territoriale Continuità ai progetti di prevenzione universale in collaborazione con la rete dei Consultori Continuità della formazione e supervisione gruppo Operatori di Strada in collaborazione con UdP Progetto di prossimità SAR all attuazione del Programma Regionale LifeSkills Training program Lombardia (LST) e del Programma Regionale Unplugged Lombardia alla conformità dei programmi/interventi offerti in relazione agli standard qualiquantitativi regionali (in primis con riferimento alle Linee guida per la prevenzione di tutte le forme di dipendenza fra i preadolescenti, gli adolescenti e la popolazione generale) Life Skills Training Program e Unplugged attivati nelle Scuole del territorio provinciale Il Dipartimento Dipendenze offre una consulenza in merito. Chi promuove programmi/interventi di prevenzione delle dipendenze e ne fa richiesta, può usufruire di una consulenza per verificare e rendere conforme l attività alle indicazioni regionali. Si promuovono tre eventi di conoscenza e diffusione delle Linee Guida Regionali Campagna di comunicazione con la diffusione dei materiali messi a disposizione dalla Regione alla costituzione in ogni Dipartimento Dipendenze di equipe/s prevenzione con budget orario dedicato, in grado di garantire l erogazione di adeguati volumi di intervento nel campo della prevenzione selettiva e indicata Equipè composta dai formatori LST e Unplugged, referente Osservatorio e Formazione
8 ASSE 3. coinvolgimento attivo dei cittadini nelle azioni della Rete Regionale Prevenzione Obiettivo Favorire il coinvolgimento dell associazionismo e del volontariato nella realizzazione della programmazione preventiva locale, sostenendo le iniziative educative, culturali e preventive messe in campo dai diversi Attori sociali, culturali ed educativi (oratori, associazionismo, scout ecc.) Programmare e/o realizzare percorsi formativi e di sensibilizzazione rivolti ai cittadini e alle comunità locali (con particolare riferimento a genitori, adulti impegnati in campo sociale ecc.) realizzare percorsi di formazione e supporto ai cittadini con ruoli e/o responsabilità educative, nell ottica di promuovere una rete di Moltiplicatori dell azione preventiva. Nel 2012 si prevede di verificare la possibilità di proposta di collaborazione con gli animatori degli oratori attraverso il contributo dell UPG e delle Associazioni Sportive del territorio. Un collegamento con il Centro Servizi per il Volontariato (LAUSVOL) permetterà di individuare le strategie per raggiungere e coinvolgere le associazioni e il volontariato nella realizzazione degli interventi preventivi. Studio di fattibilità e delle condizioni di mantenimento di una piattaforma FAD. Predisposizione e realizzazione di percorsi misti, che utilizzino gli strumenti informatici ma che prevedano anche momenti d aula classici, rivolti alle figure descritte in obiettivo. ASSE 4. sviluppo di competenze di professionisti e amministratori locali Prevedere l inserimento di percorsi formativi sulle tematiche relative alla prevenzione dei fenomeni di abuso nei Piani aziendali di formazione Realizzare percorsi formativi e di aggiornamento rivolti agli amministratori locali su: stato ed evoluzione dei fenomeni di abuso; livelli di prevenzione, costruzione e promozione delle reti sociali per la prevenzione; Coinvolgere tutti gli attori territoriali nella presentazione e nella divulgazione dei risultati delle sperimentazioni dei programmi regionali, 1 corso di formazione per gli operatori del Dipartimento Dipendenze, SerT e Comunità, che stimoli l attenzione su tematiche di prevenzione dei fenomeni di abuso e sulle indicazioni regionali serate con l intervento di operatori tecnici dell ASL, formati al riguardo, sui temi dello stato ed evoluzione dei fenomeni di abuso, livelli di prevenzione, costruzione e promozione delle reti sociali per la prevenzion Maggio 2012: evento di comunicazione e diffusione dei risultati dei programmi Life Skills Training Program e Unplugged Individuare meccanismi di incentivazione per forme di tirocinio, stage e volontariato specializzato presso unità di offerta in ambito preventivo.
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