LA SPESA DI FAMIGLIE E IMPRESE PER IL SERVIZIO DI RACCOLTA E SMALTIMENTO RIFIUTI IN LIGURIA

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1 LA SPESA DI FAMIGLIE E IMPRESE PER IL SERVIZIO DI RACCOLTA E SMALTIMENTO RIFIUTI IN LIGURIA ANNO 2012 a cura di:

2 Il peso crescente dell economia dei servizi, conseguenza della graduale apertura al mercato di molti servizi di pubblica utilità storicamente gestiti in condizioni di monopolio e organizzati in economia da parte degli enti locali, suggerisce la necessità di rafforzare gli strumenti di analisi lungo questi versanti e l importanza di costruire momenti di dialogo e confronto. In questo senso va interpretato il percorso intrapreso dalle Camere di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato e dalle loro Unioni Regionali, soggetti vicini al territorio, al confine tra pubblica amministrazione e impresa, nel favorire la libera e leale concorrenza, nel tutelare gli interessi degli utenti, con iniziative che mirano a realizzare un mercato interno sempre più equilibrato e trasparente. Il presente lavoro, realizzato da REF Ricerche per conto di Unioncamere Liguria, analizza i dati contenuti nel Repertorio amministrativo delle Tariffe e degli Atti ufficiali dei Servizi Pubblici locali (Repertorio TASP), strumento di trasparenza e pubblicità delle tariffe praticate alle utenze finali (consultabile liberamente all indirizzo Attraverso il Repertorio TASP è possibile conoscere la spesa delle imprese per il servizio idrico e per la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani nei Comuni con più di 5000 abitanti e accedere a delibere e regolamenti del servizio. Consultando il Repertorio TASP è possibile ottenere informazioni sulle tariffe praticate, sulle agevolazioni e le scontistiche riservate a particolari categorie di utenza, sulle condizioni generali del servizio, quali: la definizione e classificazione dei reflui, le condizioni generali per il rilascio delle autorizzazioni allo scarico in pubblica fognatura, le condizioni generali per la somministrazione di acqua potabile (attivazione, durata del contratto, controlli, misure per il risparmio idrico, limitazioni all'uso, sanzioni, ecc). Il Repertorio TASP contiene informazioni, aggiornate a Settembre 2012, desunte da una pluralità di fonti, quali deliberazioni dell'organo competente (Autorità d'ambito, Giunta Comunale, Consiglio Comunale), siti internet delle istituzioni e dei gestori del servizio. Gli autori desiderano ringraziare per la preziosa collaborazione la Dott.ssa Claudia Sirito della Camera di Commercio di Genova, coordinatrice del progetto per conto di Unioncamere Liguria. Il presente lavoro è stato realizzato da un gruppo di ricercatori REF Ricerche con la supervisione scientifica di Donato Berardi. Redazione: Fulvio Bersanetti, Francesca Signori, Samir Traini 2

3 Indice: I RISULTATI DEL MONITORAGGIO MODALITÀ DI FINANZIAMENTO DEL SERVIZIO: TARSU E TIA A CONFRONTO...8 Dalla TARSU alla tariffa d igiene ambientale (TIA1), alla tariffa integrata ambientale (TIA2), alla TARES...8 L assetto in Liguria LA SPESA PER IL SERVIZIO...11 Benchmarking esterno Spesa annua e unitaria: l analisi regionale Utenze domestiche e non domestiche: le differenze Variazioni della spesa Bibliografia

4 I RISULTATI DEL MONITORAGGIO L attività di monitoraggio sul servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani (RSU) e nello specifico dei corrispettivi applicati alle utenze, avviata nel 2010 dalle Camere di Commercio di Genova e La Spezia, viene nel 2012 estesa all intera Regione Liguria. I Comuni oggetto di indagine sono quelli con una popolazione residente pari o superiore a 5 mila abitanti: si tratta di 52 Comuni nei quali risiedono quasi 1.4 milioni di abitanti, ovvero circa l 85% della popolazione residente in Liguria. L attività di monitoraggio si compone di diverse fasi, tra cui: ricognizione delle informazioni e della documentazione, ovvero il recupero dei prospetti tariffari, dei regolamenti di applicazione della tassa/tariffa e delle delibere comunali di approvazione dei corrispettivi attraverso i siti internet dei Comuni e delle Regioni (albo pretorio e BUR) o dei gestori e attraverso la richiesta ai Comuni delle delibere e/o dei prospetti tariffari mancanti; popolamento dell Archivio delle tariffe, che sistematizza i corrispettivi del servizio, e di un Repertorio amministrativo degli Atti ufficiali dei Servizi Pubblici locali (TASP), cioè una raccolta delle delibere dei regolamenti del servizio; identificazione dei profili tipo di utenza domestica e non e ricostruzione del relativo onere, al lordo della fiscalità. In particolare, per quanto riguarda la fase di ricognizione l attività ha consentito di raccogliere buona parte dei documenti e, in particolare, i prospetti tariffari di 47 Comuni, raggiungendo un grado di copertura del 96% della popolazione obiettivo. La Tavola mostra il dettaglio delle informazioni censite. Piano dell'indagine: obiettivi e realizzazione Anno 2011 Obiettivo Regolamento Tariffe Delibera Comuni >5 000 ab Popolazione Num. Comuni % Pop. Num. Comuni % Pop. Num. Comuni % Pop. IM % 6 92% 1 8% SV % 16 89% 5 24% GE % 15 99% 11 91% SP % 10 96% 10 96% Totale % 47 96% 27 71% 4

5 Il popolamento dell Archivio tariffe e la predisposizione del Repertorio amministrativo (TASP) consente attraverso la diffusione telematica (il repertorio è liberamente consultabile al sito di accrescere la trasparenza circa i corrispettivi praticati a 80 categorie di utenza non domestica e di accedere al Repertorio degli atti ufficiali, cioè alla raccolta delle delibere e dei regolamenti del servizio. La Figura allegata 1 illustra il risultato dell attività di ricognizione, mentre nella Tavola vengono indicati per ciascun Comune le informazioni attualmente consultabili attraverso il Repertorio TASP. La distribuzione geografica dei Comuni analizzati Disponibili Non comunicato Fuori campo di osservazione Fonte: Unioncamere Liguria 1 La mappa interattiva è consultabile all indirizzo 5

6 Documenti ufficiali raccolti Anno 2011 Comune Provincia Popolazione Regolamento Tariffe Delibera Bordighera IM x x Camporosso IM Diano Marina IM x x Imperia IM x x Sanremo IM x x Taggia IM x x x Vallecrosia IM Ventimiglia IM x x Alassio SV x x Albenga SV x Albissola Marina SV x x Albisola Superiore SV x x x Andora SV x x Borghetto Santo Spirito SV x x Cairo Montenotte SV x x x Carcare SV x x x Celle Ligure SV x x Ceriale SV x x Finale Ligure SV x x x Loano SV x x x Pietra Ligure SV x x Quiliano SV x x Savona SV x x Vado Ligure SV x x Varazze SV x x Arenzano GE x x x Busalla GE x x Camogli GE x x x Campomorone GE x x x Casarza Ligure GE x Chiavari GE x x Cogoleto GE x x x Cogorno GE x x x Genova GE x x x Lavagna GE x x x Rapallo GE x x x Recco GE x x Santa Margherita Ligure GE x x x Sant'Olcese GE x x x Serra Riccò GE x x x Sestri Levante GE x x Arcola SP x x x Bolano SP x x x Castelnuovo Magra SP x x x Follo SP x x x La Spezia SP x x x Lerici SP x x x Levanto SP x x x Ortonovo SP x Santo Stefano di Magra SP x x x Sarzana SP x x x Vezzano Ligure SP x x x Totale

7 Per quanto riguarda la ricostruzione della spesa sostenuta dalle utenze, i risultati, esposti in modo dettagliato nel presente Rapporto, sottolineano l esistenza di una forte dispersione territoriale, frutto di situazioni diverse dal punto di vista dell efficienza gestionale e delle modalità operative del servizio che si riflettono in una ampia dispersione dei costi, del grado di copertura degli stessi, nonché dalla loro distribuzione tra le categorie di utenza analizzate. I risultati del monitoraggio riferito al 2011 evidenziano il persistere di tensioni al rialzo sui corrispettivi praticati a famiglie e imprese che, in parte, riflette l accresciuto grado di copertura dei costi. Si tratta di un percorso che dovrebbe giungere ad un completamento già dal prossimo anno 2013 con l introduzione del nuovo tributo comunale a copertura dei costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e dei servizi indivisibili (la cosiddetta TARES). Il nuovo tributo dovrà infatti garantire la copertura dei costi del servizio e garantire l applicazione del principio comunitario secondo cui chi inquina paga, ossia corrispettivi maggiormente rispondenti alla potenziale produzione di rifiuto delle diverse categorie di utenza. 7

8 1 MODALITÀ DI FINANZIAMENTO DEL SERVIZIO: TARSU E TIA A CONFRONTO Il primo aspetto da considerare in una valutazione di congruità dei corrispettivi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani (RSU) è la modalità di finanziamento del servizio. A quindici anni di distanza dall introduzione della Tariffa di Igiene Ambientale (TIA1), che avrebbe dovuto sostituire la Tassa comunale sui Rifiuti Solidi Urbani (TARSU), l assetto del settore risulta piuttosto variegato. L introduzione di successive norme, emanate con lo scopo di fare chiarezza e omogeneizzare l assetto a livello territoriale, hanno in realtà complicato ulteriormente lo stato dell arte. Dalla TARSU alla tariffa d igiene ambientale (TIA1), alla tariffa integrata ambientale (TIA2), alla TARES L introduzione della TIA1 in sostituzione della TARSU, ad opera D.Lgs. 22/97, era giustificata in primo luogo dal desiderio di garantire un percorso di avvicinamento alla copertura integrale dei costi del servizio tramite i ricavi tariffari, superando un sistema di finanziamento che demandava alla fiscalità generale la copertura dei costi. La TIA1 ha avuto un percorso di applicazione tutt altro che immediato, anche per effetto di reiterate proroghe dei termini massimi previsti per la sua adozione che ne hanno di fatto ostacolato l entrata in vigore: il passaggio a TIA1 da parte degli Enti Locali è infatti avvenuto esclusivamente su base volontaria. In tale contesto, più di recente, il Codice dell Ambiente (D.Lgs. 152/06) ha introdotto una nuova modalità di finanziamento del servizio, definita Tariffa Integrata Ambientale (TIA2) che avrebbe dovuto sostituire i regimi esistenti, quindi sia la TARSU sia la TIA1. Ma anche in questo caso il percorso di applicazione è stato tutt altro che immediato, anche a causa della mancata emanazione del regolamento attuativo che ha determinato il persistere di diversi modelli di finanziamento del servizio RSU. Ad oggi troviamo infatti Comuni che mantengono il proprio regime di finanziamento, sia esso TARSU o TIA1, e altri che invece adottano la TIA2. Se tra le due tariffe (TIA1 e TIA2) si rintracciano poche differenze di sostanza, in virtù del fatto che, in mancanza del regolamento attuativo, la TIA2 è disciplinata dal regolamento dettato per la TIA1 2, il vero cambiamento nel settore è rappresentato dal passaggio dalla tassa alla tariffa, aspetto che ha suscitato un ampio dibattito circa la reale natura del corrispettivo applicato. Per certi aspetti la tariffa (sia essa la TIA1 o la TIA2) sembra infatti 2 D.P.R. 158/99 8

9 somigliare alla tassa: ne condivide il presupposto applicativo, ovvero l occupazione di una superficie cioè l impossibilità di negoziare i termini del servizio, la mancata necessità di stipulare un contratto, la mancata applicazione delle regole di diritto privato e il pagamento disgiunto dalla concreta fruizione del servizio. Ciò nonostante, la volontà del legislatore di dare una vesta di tariffa al corrispettivo applicato sembra essere giustificato dalla volontà di creare un legame tra misura del corrispettivo e servizio, volontà che riflette il principio comunitario secondo cui chi inquina paga. Tra le tante questioni aperte, la determinazione della reale natura dell onere posto a carico delle utenze rileva per stabilire l assoggettamento o meno delle stesse somme all applicazione all Imposta sul Valore Aggiunto (IVA). Su tale tematica si è sviluppato un crescente dibattito, alimentato da numerose sentenze e disposizioni spesso contraddittorie. Da un lato la Corte di Cassazione e la Corte Costituzionale che si sono espresse a favore della natura tributaria, dall altro l Agenzia delle Entrate che si è schierata a sostegno della natura tariffaria. In tempi recenti è stata proprio la Corte di Cassazione 3 a sancire la natura tributaria della TIA1, proprio per le similitudini con la TARSU, tesi ribadita anche dalla Corte dei Conti, contrariamente a quanto sostenuto nel D.L. 78/2010 e in una circolare ministeriale 4, ovvero che le disposizioni di istituzione della TIA2 si interpretano nel senso che la natura della tariffa ivi prevista non è tributaria ( ) e per una presunta proprietà transitiva anche alla TIA1. Il chiarimento circa la natura della tariffa, sebbene risulti di grande importanza per i contenziosi aperti, sembra essere ormai superato, in quanto un nuovo e più recente intervento normativo ha modificato nuovamente il quadro di riferimento. Il decreto Salva Italia 5 ha infatti istituito un nuovo tributo comunale, denominato TARES, a copertura del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti nonché dei servizi indivisibili dei Comuni, che entrerà in vigore a partire dal 1 Gennaio 2013 sostituendo tutte le tipologie di prelievo attualmente esistenti, ovvero la tassa sui rifiuti solidi urbani (TARSU), la tariffa di igiene ambientale (TIA1) e la tariffa integrata ambientale (TIA2). 3 sentenze 3294/2012 e 3756/ Secondo la Circolare 3/DF del Ministero dell Economia e delle Finanze le disposizioni di istituzione della TIA2 si interpretano nel senso che la natura della tariffa ivi prevista non è tributaria ( ). 5 D.L. 201/

10 Le principali caratteristiche del nuovo tributo sono l obbligo di copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio e l utilizzo del piano finanziario come strumento essenziale, seppur ancora incompleto, per far emergere i costi effettivi del servizio. Le aliquote unitarie saranno commisurate alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte. L assetto in Liguria Nella fotografia scattata e riferita all anno 2011 il passaggio a TIA1 ha riguardato un numero molto ridotto di realtà locali in Liguria: si tratta di 6 Comuni distribuiti tra le Province di Genova (il capoluogo, Cogoleto e Arenzano), La Spezia (oltre al capoluogo il Comune di Follo) e Savona (Finale Ligure) che hanno adottato la tariffa in sostituzione della tassa, peraltro non sempre in modo perfettamente coerente con le disposizioni normative di riferimento. Poiché il passaggio ha interessato i Comuni di maggiori dimensioni e, tra questi i due capoluoghi di provincia, la quota di popolazione in regime di TIA1 è quella prevalente, con una incidenza pari al 55% dei residenti in Comuni con 5 mila abitanti e oltre. Organizzazione del servizio: modalità di finanziamento Anno 2011 Obiettivo TARSU TIA Comuni >5 000 ab Popolazione Num. Comuni % Pop. Num. Comuni % Pop. IM Liguria % 0 0% SV Liguria % 1 5% GE Liguria % 3 80% SP Liguria % 2 53% Totale % 6 55% 10

11 2 LA SPESA PER IL SERVIZIO Per poter effettuare un analisi della spesa sostenuta per il servizio RSU dalle utenze, siano esse famiglie o imprese, funzionale ad isolare le principali differenze comunali in termini di tassazione/tariffazione, si è proceduto ad isolare alcuni profili di utenza tipo, espresse da una combinazione tra numero di componenti il nucleo familiare, per le utenze domestiche, e natura dell attività di impresa, per quelle non domestiche, con la metratura delle superfici occupate ad uso produttivo, commerciale, artigianale o abitativo. Le tipologie familiari analizzate sono 6 : famiglia monocomponente, con abitazione di 50 mq; famiglia composta da 3 persone, con abitazione di 108 mq; famiglia composta da 5 persone, con abitazione di 120 mq. Le tipologie di attività produttiva selezionate sono: albergo con una superficie di mq; parrucchiere con una superficie di 70 mq; ristorante con una superficie di 180 mq; caseificio con una superficie di mq. La scelta dei profili, soprattutto nel caso delle utenze non domestiche, è funzionale a illustrare le potenzialità dello strumento di monitoraggio delle tariffe ed è pertanto svolto a titolo esemplificativo solo su una minima parte delle combinazioni attività/superficie possibili (si ricorda che lo strumento telematico annovera ben 80 tipologie di attività di impresa). Benchmarking esterno Nel caso delle utenze domestiche i capoluoghi di provincia liguri si posizionano su livelli non molto distanti dalla media nazionale (ponderata, con pesi pari alla popolazione residente). In tutte le figure allegate si può osservare come la media Italia si collochi su livelli più elevati rispetto al punto mediano della distribuzione provinciale della spesa, a suggerire che i capoluoghi di maggiori dimensioni (le città metropolitane) sono 6 L associazione tra tipologia di nucleo familiare e superficie abitativa è stata effettuata analizzando i dati del censimento ISTAT

12 caratterizzati da valori di spesa decisamente più elevati. Un dato, quest ultimo, che con ogni probabilità è il riflesso di una struttura di costo più onerosa e che potrebbe indicare la presenza di diseconomie di scala oltre un certo livello di popolazione residente. In questo contento scorrendo le figure allegate si nota uno scivolamento dei capoluoghi liguri verso la fascia bassa delle graduatoria (quella caratterizzata da una spesa inferiore alla media nazionale) al crescere del numero dei componenti del nucleo familiare. Questo fenomeno è il risultato della bassissima progressività dei corrispettivi praticati alle utenze domestiche, argomento che sarà trattato più nel dettaglio nel seguito del rapporto. Spesa annua nei Comuni capoluogo di Italia, Anno componente, 50 mq 250 Comuni media Italia 200 euro/anno SV SP GE IM 50 0 e Unioncamere - INDIS 12

13 Spesa annua nei Comuni capoluogo di Italia, Anno componenti, 108 mq Comuni media Italia euro/anno 300 SV SP GE IM e Unioncamere - INDIS Spesa annua nei Comuni capoluogo di Italia, Anno componenti, 120 mq 700 Comuni media Italia euro/anno SV SP GE IM e Unioncamere - INDIS Per quanto riguarda le utenze non domestiche i capoluoghi liguri si posizionano, viceversa, tendenzialmente nella parte alta della distribuzione, con la sola eccezione del profilo ristorante. Inoltre è interessante notare che la graduatoria si modifica al variare dei profili: se la spesa per l albergo risulta più elevata nel Comune della Spezia e più contenuta in 13

14 quello di Imperia, nel caso del parrucchiere è proprio ad Imperia che si registrano i livelli più alti di spesa. Spesa annua nei Comuni capoluogo di Italia, Anno 2011 Albergo, mq Comuni media Italia euro/anno IM SV SP GE e Unioncamere - INDIS Spesa annua nei Comuni capoluogo di Italia, Anno 2011 Parrucchiere, 70 mq Comuni media Italia euro/anno IM GE SP 400 SV e Unioncamere - INDIS 14

15 Spesa annua nei Comuni capoluogo di Italia, Anno 2011 Ristorante, 180 mq Comuni media Italia euro/anno SP GE IM SV e Unioncamere - INDIS Spesa annua nei Comuni capoluogo di Italia, Anno 2011 Caseificio, mq Comuni media Italia euro/anno IM GE SP SV 0 e Unioncamere - INDIS Poiché, come vedremo più avanti, il livello della spesa è influenzato da alcune caratteristiche del servizio, è opportuno operare un confronto il più possibile omogeneo: a questo scopo i dati regionali vengono distinti a seconda del regime di finanziamento e 15

16 della dimensione del bacino di utenza (approssimato dalla popolazione residente) e messi a confronto con i rispettivi dati calcolati a livello nazionale 7. Spesa annua all inclusive: Liguria e Italia Valori indici, media Italia = 100, Anno comp. 50 mq 3 comp. 108 mq 5 comp. 120 mq TARSU >100 TIA > e Unioncamere - INDIS Come misurato da un livello dell indice superiore a 100 per tutte le classi considerate (l indice esprime il rapporto tra la spesa in Liguria e la media Italia per la classe di riferimento) la Liguria registra una spesa superiore alla media nazionale di circa il 15%, con alcune interessanti differenze sui singoli raggruppamenti. Nel caso dei Comuni a TARSU, lo scarto con il valore nazionale è, indipendentemente dal profilo considerato, decrescente al crescere delle dimensioni: passa da un massimo del 40% nei Comuni di piccole dimensioni, a poco più del 20% nei Comuni con popolazione tra 10 e 50 mila abitanti e scende fino al 15% nei Comuni più grandi. Nel caso dei Comuni a TIA, per tutti, ad eccezione della classe mila abitanti, lo scarto si riduce all aumentare dei componenti del nucleo familiare, in quanto la progressività delle tariffe liguri è inferiore a quella registrata a livello nazionale. 7 Il confronto viene effettuato indicizzando la spesa media regionale sulla media Italia. A causa del ridotto numero di Comuni a TIA in Liguria, il confronto in questi casi ha valore puramente indicativo. I cluster individuati sono quelli che verranno utilizzati, nel proseguo del rapporto, per illustrare le differenze nella spesa unitaria. 16

17 Spesa annua dei profili tipo: Liguria e Italia Valori indici, media Italia = 100, Anno 2011 Albergo 1000 mq Parrucchiere 70 mq Ristorante 180 mq Caseificio 3000 mq TARSU >100 TIA > e Unioncamere - INDIS Passando alle utenze non domestiche i divari tra la Liguria e la media nazionale divengono più consistenti: lo scarto medio è di oltre il 30% (l indice per la Liguria assume valore 130, posta pari a 100 la media Italia), per lo più decrescente al crescere delle dimensioni comunali. La media è la sintesi di situazioni diverse a seconda del regime, del profilo e della dimensioni, con differenze molto marcate in alcuni raggruppamenti e valori di spesa sostanzialmente allineati in altri. Per i Comuni a TARSU lo scarto maggiore tra la media regionale e quella italiana si riscontra nel profilo Caseificio, al contrario nei Comuni a TIA, dove in realtà il dato medio regionale risente della ridotta numerosità delle osservazioni, il divario più consistente è registrato sul profilo Albergo. Spesa annua e unitaria: l analisi regionale Nella sezione seguente viene analizzata la spesa sostenuta da alcune utenze tipo come prima individuate, per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti: la Tavola allegata riporta per ciascun Comune il valore della spesa annua, ricostruita sulla base delle informazioni contenute nei prospetti tariffari, e quindi al netto di eventuali sconti e agevolazioni, quali ad esempio le riduzioni per unico occupante, per famiglie in disagio economico, per caratteristiche del servizio (quali la distanza dai punti di raccolta), o per specifiche attività produttive (queste ultime concesse in presenza di rifiuti speciali, allorquando il recupero e lo smaltimento sono integralmente a carico del soggetto 17

18 produttore). I livelli riportati nelle Tavole sono comprensivi delle imposte, ossia l imposta erariale, l addizionale provinciale e l imposta sul valore aggiunto (laddove applicabile) 8. Utenze domestiche 8 La spesa è calcolata al lordo delle imposte: l addizionale provinciale per tutti i Comuni, l imposta erariale (10%) per i Comuni a TARSU, l IVA (10%) per i Comuni a TIA che hanno continuato ad applicarla dopo la sentenza della Corte Costituzionale del luglio 2009 che ha sancito la natura tributaria della tariffa. La spesa è invece al netto dell IVA nei Comuni a TIA per i quali è stata verificata la disapplicazione di tale imposta. 18

19 Spesa annua dei profili tipo, Anno 2011 Spesa al lordo delle imposte e al netto della riduzione per unico occupante Comune Regime Classe abitanti (migliaia) 1 comp. 50 mq 3 comp. 108 mq 5 comp. 120 mq Bordighera TARSU Diano Marina TARSU Imperia TARSU Sanremo TARSU Taggia TARSU Ventimiglia TARSU Alassio TARSU Albissola Marina TARSU Albisola Superiore TARSU Andora TARSU Borghetto Santo Spirito TARSU Cairo Montenotte TARSU Carcare TARSU Celle Ligure TARSU Ceriale TARSU Finale Ligure TIA Loano TARSU Pietra Ligure TARSU Quiliano TARSU Savona TARSU Vado Ligure TARSU Varazze TARSU Arenzano TIA Busalla TARSU Camogli TARSU Campomorone TARSU Chiavari TARSU Cogoleto TIA Cogorno TARSU Genova TIA > Lavagna TARSU Rapallo TARSU Recco TARSU Santa Margherita Ligure TARSU Sant'Olcese TARSU Serra Riccò TARSU Sestri Levante TARSU Arcola TARSU Bolano TARSU Castelnuovo Magra TARSU Follo TIA La Spezia TIA Lerici TARSU Levanto TARSU Santo Stefano di Magra TARSU Sarzana TARSU Vezzano Ligure TARSU Media semplice Media ponderata Max/Min Coeff. Variazione

20 Al di là della spesa registrata in ciascun Comune, ciò che interessa è cogliere, come ben rappresentato dalle Figure allegate, la forte variabilità riscontrata a livello territoriale a prescindere dal regime di finanziamento, nonché una correlazione positiva nei Comuni a TIA tra livello della spesa e dimensione comunale, correlazione che si annulla nel caso dei Comuni a TARSU, dove si registra una forte variabilità anche a parità di dimensioni del bacino di utenza servito. Spesa annua all inclusive 1 componente, 50 mq, Anno TARSU TIA 200 euro/anno abitanti (scala logaritmica) 20

21 Spesa annua all inclusive 3 componenti, 108 mq, Anno 2011 TARSU TIA euro/anno abitanti (scala logaritmica) Spesa annua all inclusive 5 componenti, 120 mq, Anno 2011 TARSU TIA euro/anno abitanti (scala logaritmica) Ad ulteriore conferma della forte variabilità territoriale la Figura allegata illustra per ciascun profilo l intervallo tra minimo e massimo della spesa unitaria (espressa in euro per metro quadro) al fine di rendere confrontabili i diversi profili. 21

22 Spesa unitaria all inclusive:variabilità regionale Anno componenti, 120 mq componenti, 108 mq componente, 50 mq euro/mq Nel caso delle utenze domestiche non si rintracciano differenze a livello di profilo e ciò perché i valori minimo e massimo sono rappresentati da Comuni TARSU che non hanno quindi una struttura progressiva, ma al contrario applicano un corrispettivo indifferenziato, cioè indipendente dal numero dei componenti. Ciò che interessa sottolineare in questa sede è l intervallo dei valori: il corrispettivo applicato ad una famiglia passa infatti da un minimo di 1.34 euro/mq fino ad un massimo di 4.00 euro/mq, ovvero un valore 3 volte superiore. Per isolare gli elementi della variabilità, vengono di seguito illustrati i valori della spesa unitaria (sempre espressa in euro al metro quadro) al variare di alcune condizioni. In particolare ciò che si vuole verificare è la differenza di spesa tra i diversi regimi, generalmente a favore dei Comuni TARSU, e l andamento crescente della spesa all aumentare della dimensione abitativa della realtà considerata. Per quanto riguarda il primo aspetto, i maggiori livelli di spesa sostenuti dalle famiglie in regime TIA sono giustificati dall obbligo di copertura integrale dei costi, obiettivo non necessariamente garantito nei regimi TARSU. 22

23 Spesa media unitaria all inclusive per profilo e regime di finanziamento Anno TARSU TIA 2.80 euro/mq componente, 50 mq 3 componenti, 108 mq 5 componenti, 120 mq Come si evince dalla Figura allegata nel caso della Liguria la relazione tra regime di finanziamento e livello tariffario pende a favore dei Comuni a regime TIA: tale risultato è probabilmente frutto dell allocazione dei costi tra utenze domestiche e non domestiche che determina una spesa in quasi tutti i Comuni a TIA inferiore alla media regionale. Inoltre, ciò che colpisce è la spesa unitaria sostanzialmente allineata per i tre profili, anche nel caso della TIA: tale risultato è effetto di strutture tariffarie scarsamente progressive o addirittura assolutamente piatte. Si consideri a titolo esemplificativo il caso di Genova, dove nonostante sia stata adottata la TIA, la struttura tariffaria per le utenze domestiche è rimasta quella previgente, ossia quella tipica del regime TARSU, con un unico corrispettivo indifferenziato che non tiene conto del numero dei componenti il nucleo familiare (la disciplina TIA indica un corrispettivo fisso, legato alla superficie occupata (euro/mq), e uno variabile, in funzione del numero dei componenti(euro/anno). Per quanto riguarda il secondo aspetto, ovvero la relazione positiva tra livello della spesa e dimensione comunale è interessante ricordare che alcuni studi testimoniano come all aumentare della popolazione i rifiuti prodotti aumentino più che proporzionalmente. Ciò può dipendere da una diversa struttura dei canali distributivi: nelle città prevale la grande distribuzione, i cui prodotti si caratterizzano per un maggior presenza di imballaggi, e si registra, mediamente, un livello più elevato di sprechi alimentari. Al 23

24 contrario, nei piccoli centri resiste la spesa giorno per giorno nei negozi di quartiere, abitudine che consente acquisti più mirati e razionali. A ciò si aggiunge il fatto che per caratteristiche strutturali il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti non presenta interessanti economie di scala: all aumentare dei chilogrammi di rifiuti raccolti e smaltiti, cioè, i costi salgono in modo proporzionale e addirittura alcuni costi del servizio, tipicamente quelli fissi quali lo spazzamento stradale, crescono in modo più che proporzionale al crescere delle dimensioni comunali. L effetto congiunto è un aumento dei costi, e quindi dei corrispettivi unitari, al crescere della popolazione. La Figura allegata mostra la spesa unitaria per profilo tipo e per dimensione dei Comuni, distinti in 4 classi di popolazione, ovvero: 1. Comuni con popolazione tra 5 mila e 10 mila abitanti; 2. Comuni con popolazione tra 10 mila e 50 mila abitanti; 3. Comuni con popolazione tra 50 mila e 100 mila abitanti; 4. Comuni con popolazione superiore a 100 mila abitanti. Spesa media unitaria all inclusive per profilo e classe di abitanti Anno > euro/mq componente, 50 mq 3 componenti, 108 mq 5 componenti, 120 mq 24

25 I risultati nel caso della Liguria confermano la relazione positiva tra dimensione, ovvero classe di abitanti, e livello della spesa, fatta eccezione per l ultima classe, dove in realtà è presente il solo Comune di Genova, responsabile dell anomalia riscontrata. L incrocio delle due variabili, ovvero regime e classi di abitanti, rafforza le relazioni registrate sui livelli aggregati: ad eccezione della prima classe, dove i Comuni a TIA mostrano una spesa unitaria leggermente superiore rispetto a quelli a TARSU, la regolarità non è riscontrata negli altri raggruppamenti. Inoltre, la progressività tipica della TIA è verificata solo nella classe mila abitanti, ovvero nei Comuni di Arenzano e Finale Ligure. Negli altri casi, la scarsa progressività della spesa unitaria, è a volte dovuta ad una struttura addirittura che ricalca quella della TARSU come nel caso di Genova, o di una allocazione di una quota maggiore dei costi da coprire alla componente fissa della tariffa (euro/mq), al fine di minimizzare la progressività. Spesa media unitaria all inclusive per profilo, regime di finanziamento e classe di abitanti Anno mila abitanti TARSU TIA mila abitanti euro/mq euro/mq componente, 50 mq 3 componenti, 108 mq 5 componenti, 120 mq - 1 componente, 50 mq 3 componenti, 108 mq 5 componenti, 120 mq mila abitanti >100 mila abitanti euro/mq euro/mq componente, 50 mq 3 componenti, componenti, 120 mq mq - 1 componente, 50 mq 3 componenti, 108 mq 5 componenti, 120 mq 25

26 Utenze non domestiche Spesa annua dei profili tipo, Anno 2011 Spesa al lordo delle imposte e al netto di eventuali riduzioni Comune Regime Classe abitanti (migliaia) Albergo 1000 mq Parrucchiere 70 mq Ristorante 180 mq Caseificio 3000 mq Bordighera TARSU Diano Marina TARSU Imperia TARSU Sanremo TARSU Taggia TARSU nd nd Ventimiglia TARSU nd Alassio TARSU Albissola Marina TARSU Albisola Superiore TARSU nd Andora TARSU Borghetto Santo Spirito TARSU Cairo Montenotte TARSU nd nd 992 nd Carcare TARSU nd Celle Ligure TARSU nd Ceriale TARSU Finale Ligure TIA Loano TARSU Pietra Ligure TARSU nd Quiliano TARSU 5-10 nd Savona TARSU Vado Ligure TARSU nd Varazze TARSU nd Arenzano TIA Busalla TARSU Camogli TARSU Campomorone TARSU Chiavari TARSU Cogoleto TIA Cogorno TARSU nd Genova TIA > Lavagna TARSU Rapallo TARSU Recco TARSU Santa Margherita Ligure TARSU Sant'Olcese TARSU Serra Riccò TARSU Sestri Levante TARSU Arcola TARSU nd Bolano TARSU Castelnuovo Magra TARSU nd Follo TIA La Spezia TIA Lerici TARSU Levanto TARSU Santo Stefano di Magra TARSU Sarzana TARSU Vezzano Ligure TARSU #N/D nd Media semplice Media ponderata Max/Min Coeff. Variazione

27 Come per le utenze domestiche, le Figure allegate analizzano il legame che intercorre tra l ammontare della spesa annua e la dimensione del bacino di utenza. Spesa annua all inclusive Albergo, 1000 mq, Anno TARSU TIA euro/anno abitanti (scala logaritmica) Spesa annua all inclusive Parrucchiere, 70 mq, Anno TARSU TIA euro/anno abitanti (scala logaritmica) 27

28 Spesa annua all inclusive Ristorante, 180 mq, Anno TARSU TIA euro/anno abitanti (scala logaritmica) Spesa annua all inclusive Ristorante, 180 mq, Anno TARSU TIA euro/anno abitanti (scala logaritmica) Dalle Figure ciò che più colpisce è l elevata variabilità della spesa, che ad esempio nel caso del profilo Parrucchiere va da 50 a 950 euro/anno, più che la correlazione con la 28

29 dimensione del Comune. In realtà, guardando la spesa media unitaria calcolata per le singole classi di abitanti si nota un andamento crescente all aumentare della dimensione comunale, relazione particolarmente evidente nel caso del profilo Ristorante. Per tale categoria è infatti molto spesso applicato un corrispettivo ad hoc che riflette un livello più elevato di produzione di rifiuti che caratterizza l attività di ristorazione. Spesa media unitaria all inclusive per profilo e classe di abitanti Anno > euro/mq Albergo Parrucchiere Ristorante Caseificio Sicuramente molto più significativa è la relazione tra spesa sostenuta e regime di finanziamento: la Figura mette in risalto come i Comuni a TIA registrino una spesa superiore a quella dei Comuni a TARSU per tutti i profili esaminati, con una differenza media di circa il 35% e addirittura del 45% nel caso del ristorante, a conferma che si tratta di una categoria ad elevata producibilità di rifiuto a cui viene conseguentemente addebitata una quota più consistente dei costi del servizio. 29

30 Spesa media unitaria all inclusive per profilo e regime di finanziamento Anno TARSU TIA 20 euro/mq Albergo Parrucchiere Ristorante Caseificio La relazione positiva tra regime di finanziamento e spesa unitaria è confermata anche prendendo in considerazione la dimensione abitativa: in tutte le classi di consumo i Comuni a TIA registrano una spesa superiore ai Comuni a TARSU, evidenza che si pone in contro tendenza rispetto a quanto osservato sul versante delle utenze domestiche. 30

31 Spesa media unitaria all inclusive per profilo, regime di finanziamento e classe di abitanti Anno mila abitanti 30 TARSU mila abitanti 30 TIA euro/mq euro/mq Albergo Parrucchiere Ristorante Caseificio - Albergo Parrucchiere Ristorante Caseificio mila abitanti 30 >100 mila abitanti euro/mq euro/mq Albergo Parrucchiere Ristorante Caseificio - Albergo Parrucchiere Ristorante Caseificio Utenze domestiche e non domestiche: le differenze Le logiche che governano il dimensionamento della tassa/tariffa implicano che ciascun Ente locale operi delle scelte in tema di distribuzione del costo del servizio tra utenze domestiche e non domestiche, e all interno di queste, rispettivamente tra le diverse tipologie di nucleo familiare e le diverse tipologie di attività produttiva. Mettere in relazione utenze domestiche e non domestiche consente quindi di ottenere qualche indicazione sulle politiche per il territorio adottate dagli Enti Locali. Per far ciò nella Tavola che segue la spesa per profilo viene normalizzata, ossia rapportata alla spesa media regionale. Come prassi, un indice superiore a 100 indica che per un dato profilo la spesa in quel Comune è superiore alla media regionale; viceversa un valore dell indice inferiore a 100 indica che per quel dato profilo il Comune considerato è più economico rispetto alla media 31

32 regionale. La Tavola esprime per ciascun profilo e ciascun Comune il posizionamento rispetto al dato regionale. Spesa annua indicizzata, Anno 2011 Numeri indici, media regionale =100 Comune 1 c 3 c 5 c media UD Alb. Par. Ris. Cas. media UND Bordighera Diano Marina Imperia Sanremo Taggia nd 137 nd 102 Ventimiglia nd Alassio Albissola Marina Albisola Superiore nd Andora Borghetto Santo Spirito Cairo Montenotte nd nd 44 nd 44 Carcare nd Celle Ligure nd 101 Ceriale Finale Ligure Loano Pietra Ligure nd Quiliano nd Savona Vado Ligure nd Varazze nd Arenzano Busalla Camogli Campomorone Chiavari Cogoleto Cogorno nd 61 Genova Lavagna Rapallo Recco Santa Margherita Ligure Sant'Olcese Serra Riccò Sestri Levante Arcola nd Bolano Castelnuovo Magra nd Follo La Spezia Lerici Levanto Santo Stefano di Magra Sarzana Vezzano Ligure nd

33 Accanto a queste misure puntuali, la Figura illustra un dato di sintesi, ottenuto come media semplice degli indici per ciascuno dei profili, sia domestico che non domestico, che esprime il posizionamento del Comune per il complesso delle utenze analizzate. Nel dettaglio, in ascissa sono indicati i valori indici relativi alle utenze domestiche, mentre in ordinata i valori indici calcolati per le utenze non domestiche. Spesa annua indicizzata, Anno 2011 Numeri indici, media regionale = II quadrante I quadrante UD < UND La Spezia Genova Imperia UND 100 Savona UD > UND III quadrante IV quadrante UD I quattro quadranti suggeriscono il posizionamento di ciascun Comune rispetto alla media: nel primo e nel terzo quadrante si trovano i Comuni che registrano rispettivamente una spesa superiore e inferiore alla media sia per le utenze domestiche che per le non domestiche, mentre nel secondo e nel quarto quadrante i Comuni che hanno un posizionamento diverso a seconda della tipologia considerata. A questa lettura se ne aggiunge una seconda, ovvero la correlazione tra la spesa delle utenze domestiche e quella delle non domestiche, e cioè in Figura il posizionamento 33

34 rispetto alla bisettrice che rappresenta la perfetta simmetria tra i due livelli di spesa. I Comuni alla destra sono quelli nei quali le utenze domestiche sostengono una spesa relativamente maggiore rispetto alle utenze non domestiche, in modo speculare quelli a sinistra invece mostrano una spesa per le utenze domestiche relativamente più contenuta. In altre parole, la Figura mostra la ripartizione dei costi del servizio tra le diverse utenze, cioè la quota del servizio allocata all una o all altra categoria di utenza. La lettura fatta sui 4 capoluoghi di Provincia suggerisce che a Imperia le utenze sia domestiche che non domestiche sostengono una spesa superiore alla media regionale, a Genova e La Spezia le utenze domestiche sono allineate alla media, mentre le non domestiche sono più alte, mentre Savona ha per entrambe le categorie di utenza una spesa leggermente inferiore alla media. Rispetto alla bisettrice, il Comune di Savona mostra una distribuzione del carico tariffario equamente ripartito tra utenze domestiche e non domestiche, mentre negli altri Comuni capoluogo la spesa sostenuta dalle utenze non domestiche è relativamente superiore rispetto a quella delle domestiche. Variazioni della spesa Il settore dei rifiuti ha messo a segno nel 2011 un aumento significativo per le famiglie, superiore al 6.5% in media regionale, valore che scende al 4.1% se si considera la popolazione: ciò suggerisce che gli aumenti più consistenti hanno riguardato i Comuni di più piccole dimensioni. A conferma di ciò, il fatto che i 4 capoluoghi di Provincia hanno registrato incrementi inferiori alla media. Il dato regionale è frutto di dinamiche contrastanti: da un lato ci sono Comuni che mettono a segno incrementi in doppia cifra, fino addirittura al 30% nel caso di Arcola e Bolano, dall altro un discreto numero di Comuni ha confermato nel 2011 i corrispettivi in vigore. Infine non mancano i Comuni che hanno rivisto al ribasso le aliquote: colpisce per entità della revisione il Comune di Arenzano dove si registra una riduzione di pari entità dei costi del servizio, sia fissi che variabili. 34

35 Variazione della spesa annua all inclusive 2011/2010 Comune Regime Classe abitanti 1 comp. 50 mq 3 comp. 108 mq 5 comp. 120 mq Imperia TARSU % 4% 4% Taggia TARSU % 25% 25% Ventimiglia TARSU % 16% 16% Albissola Marina TARSU % 0% 0% Albisola Superiore TARSU % 0% 0% Borghetto Santo Spirito TARSU % 0% 0% Carcare TARSU % 0% 0% Ceriale TARSU % 0% 0% Loano TARSU % 16% 16% Pietra Ligure TARSU % 0% 0% Quiliano TARSU % 0% 0% Savona TARSU % 0% 0% Varazze TARSU % 0% 0% Arenzano TIA % -7% -7% Busalla TARSU % 0% 0% Camogli TARSU % 10% 10% Campomorone TARSU % 2% 2% Casarza Ligure TARSU % 0% 0% Chiavari TARSU % 0% 0% Cogoleto TIA % 6% 6% Cogorno TARSU % 10% 10% Genova TIA >100 3% 3% 3% Lavagna TARSU % 0% 0% Rapallo TARSU % 0% 0% Recco TARSU % 0% 0% Santa Margherita Ligure TARSU % 8% 8% Sant'Olcese TARSU % 10% 10% Serra Riccò TARSU % 5% 5% Sestri Levante TARSU % 0% 0% Arcola TARSU % 30% 30% Bolano TARSU % 30% 30% Castelnuovo Magra TARSU % 22% 22% Follo TIA % -2% -2% La Spezia TIA % 3% 3% Lerici TARSU % 0% 0% Levanto TARSU % 20% 20% Ortonovo TARSU % 0% 0% Santo Stefano di Magra TARSU % 20% 20% Sarzana TARSU % 15% 15% Vezzano Ligure TARSU % 20% 20% Media semplice 6.6% 6.6% 6.7% Media ponderata 4.1% 4.1% 4.1% Nel caso delle utenze non domestiche il primo aspetto che colpisce è il fatto che gli incrementi non sono costanti al variare dei profili: aumenti più contenuti e pari al 3.4% hanno interessato il profilo del parrucchiere (2.8% se ponderato sulla popolazione), mentre per gli altri profili l aumento è in linea con quello registrato dalle famiglie. In realtà 35

36 le differenze sono dovute, più che ad una modifica delle strutture tariffarie, ad un effetto di composizione, ovvero al fatto che i Comuni con le variazioni più elevate sono anche, in buona parte, quelli per i quali non è stato possibile allocare il corrispettivo applicato al profilo del parrucchiere. L unico Comune ad aver applicato incrementi diversificati a seconda della categoria è Loano, dove gli aumenti passano dal 15% del ristorante al 17% del caseificio. 36

37 Variazione della spesa annua all inclusive 2011/2010 Comune Regime Classe abitanti Albergo 1000 mq Parrucchiere 70 mq Ristorante 180 mq Caseificio 3000 mq Imperia TARSU % nd 4% 4% Taggia TARSU % nd 25% nd Ventimiglia TARSU % nd 17% 21% Albissola Marina TARSU % 0% 0% 0% Albisola Superiore TARSU % nd 0% 0% Borghetto Santo Spirito TARSU % 0% 0% 0% Carcare TARSU % nd 0% 0% Ceriale TARSU % 0% 0% 0% Loano TARSU % 16% 15% 17% Pietra Ligure TARSU % 0% nd 0% Quiliano TARSU 5-10 nd 0% 0% 0% Savona TARSU % 0% 0% 0% Varazze TARSU % nd 0% 0% Arenzano TIA % -7% -7% -7% Busalla TARSU % 0% 0% 0% Camogli TARSU % 10% 10% 10% Campomorone TARSU % nd 3% 3% Casarza Ligure TARSU % 0% 0% 0% Chiavari TARSU % 0% 0% 0% Cogoleto TIA % 2% 3% 2% Cogorno TARSU % 10% 10% nd Genova TIA >100 3% 3% 3% 3% Lavagna TARSU % 0% 0% 0% Rapallo TARSU % nd 0% 0% Recco TARSU % 0% 0% 0% Santa Margherita Ligure TARSU % 8% 8% 8% Sant'Olcese TARSU % 10% 10% 10% Serra Riccò TARSU % nd 5% 5% Sestri Levante TARSU % 0% 0% 0% Arcola TARSU % nd 30% 30% Bolano TARSU % nd 30% 30% Castelnuovo Magra TARSU % nd 22% 22% Follo TIA % 5% 5% 5% La Spezia TIA % 3% 3% 3% Lerici TARSU % nd 0% nd Levanto TARSU % nd 20% 20% Ortonovo TARSU % nd 0% 0% Santo Stefano di Magra TARSU % 20% 20% 20% Sarzana TARSU % nd 15% 15% Vezzano Ligure TARSU % nd 20% 22% Media semplice 6.4% 3.4% 6.9% 6.5% Media ponderata 4.0% 2.8% 4.2% 4.1% 37

38 Bibliografia D. Berardi, E.M. Tripodi, L incidenza delle tariffe dei servizi pubblici locali. I risultati di un sistema di trasparenza, Disciplina del Commercio, Maggioli Editori, 02/2011 INDIS, Le tariffe del settore idrico. Rapporto 2003, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2004 INDIS, Il servizio idrico in Italia. Rapporto 2004, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2005 INDIS, Il servizio idrico in Italia. Rapporto 2005, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2006 INDIS-Unioncamere REF Ricerche, Rapporto sulle tariffe dei servizi pubblici locali, 2011, coedizione Camere di Commercio d Italia e Maggioli Editore, Maggio 2012 INDIS-Unioncamere REF Ricerche, Rapporto sulle tariffe dei servizi pubblici locali, 2010, coedizione Camere di Commercio d Italia e Maggioli Editore, Settembre 2011 INDIS-Unioncamere REF Ricerche, Rapporto sulle tariffe dei servizi pubblici locali, , coedizione Camere di Commercio d Italia e Maggioli Editore, Dicembre 2010 REF Ricerche e CCIAA, Il costo della fornitura di energia elettrica pagato dalle imprese, Collana di Rapporti di ricerca realizzati per conto delle Camere di Commercio di Avellino, Cuneo, Genova, La Spezia, Reggio Calabria, Salerno, Taranto, Viterbo, Anni 2010 e 2011 REF Ricerche e Unioni Regionali delle Camere di Commercio, Il costo della fornitura di energia elettrica pagato dalle imprese, Collana di Rapporti di ricerca realizzati per conto delle Unioni di Camere di Commercio delle Regioni Basilicata, Lombardia, Toscana, Umbria, Anno 2010 REF Ricerche e CCIAA, La spesa per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani per le piccole e medie imprese, Collana di Rapporti di ricerca realizzati per conto delle Camere di Commercio di Cuneo, Salerno, Avellino, Genova, La Spezia e delle Unioni di Camere di Commercio delle Regioni Lombardia, Toscana, Umbria, Basilicata, Anni 2010 e 2011 REF Ricerche e CCIAA, La spesa per il servizio idrico integrato per le piccole e medie imprese, Collana di Rapporti di ricerca realizzati per conto delle Camere di Commercio di Cuneo, Genova, La Spezia, Salerno, Avellino e delle Unioni di Camere di Commercio delle Regioni Lombardia, Toscana, Umbria, Anni 2010 e 2011 REF Ricerche e CCIAA, Il costo della fornitura di gas naturale pagato dalle imprese, Collana di Rapporti di ricerca realizzati per conto delle Camere di Commercio di Reggio Calabria e La Spezia e delle Unioni di Camere di Commercio delle Regioni Toscana, Umbria e Basilicata, Anno

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