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1 pon SPAO SISTEMI DI POLITICHE ATTIVE PER L OCCUPAZIONE Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro monitor Accordo di Partenariato Obiettivo tematico 8 (asse occupazione) e obiettivo tematico 10 (asse istruzione e formazione) Indicatori Istat: medie nazionali e regionali e variazioni nel periodo Nota Dicembre 2018 A cura della Direzione Monitoraggio e Valutazione Servizi

2 SOMMARIO Premessa Il quadro nazionale Gli indicatori dell Obiettivo tematico 8 (Asse Occupazione), Gli indicatori dell Obiettivo tematico 10 (Asse istruzione e formazione), Il confronto tra le regioni più sviluppate, le regioni in transizione e le regioni meno sviluppate La performance occupazionale Giovani Donne Over 54 anni Popolazione straniera Disoccupati di lunga durata I progressi nel campo dell istruzione e della la formazione Livelli di istruzione La partecipazione alla formazione permanente Gli indicatori a livello regionale Tasso di occupazione giovanile Tasso giovani Neet Imprenditorialità giovanile Tasso di occupazione femminile Imprenditorialità femminile Tasso di occupazione over 54 anni Tasso di occupazione della popolazione straniera Incidenza della disoccupazione di lunga durata Giovani che abbandonano prematuramente i percorsi di istruzione e formazione professionale Adulti che partecipano all apprendimento permanente Tasso di istruzione terziaria nella fascia di età anni Occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione Non occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione Livello di istruzione della popolazione anni (totale) Tasso di scolarizzazione superiore Livello di istruzione della popolazione adulta

3 Anpal Servizi Spa Direzione Monitoraggio e Valutazione Monitor La presente nota è pubblicata annualmente dalla Direzione Monitoraggio e Valutazione di Anpal Servizi Spa, sulla base del periodico aggiornamento dei dati diffusi dall Istat. L impiego della base dati Istat sulla RCFL trimestrali rendono possibili rilasci semestrali. 3

4 PREMESSA Nelle pagine che seguono è offerto un quadro descrittivo aggiornato al dei principali indicatori dell Accordo di Partenariato relativi agli obiettivi tematici 8 (Asse Occupazione) e 10 (Asse Formazione e Istruzione), pubblicati periodicamente dall Istat attraverso la Banca dati indicatori territoriali per le politiche di sviluppo. I valori degli indicatori sono analizzati, dapprima, a livello di medie nazionali e nel confronto con la media UE (Capitolo I), per poi essere approfonditi nel confronto tra le regioni classificate in base alla programmazione FSE (Capitolo II) e, infine, nell analisi del loro andamento a livello regionale (Capitolo III). Per ciascun indicatore, oltra alle media, viene presa in considerazione la variazione in punti percentuali nel periodo IL QUADRO NAZIONALE 1.1 GLI INDICATORI DELL OBIETTIVO TEMATICO 8 (ASSE OCCUPAZIONE), Nella Strategia Europa 2020, disegnata intorno all importanza di una crescita economica intelligente, sostenibile ed inclusiva, il sostegno all occupazione ricopre un ruolo centrale. Le politiche adottate dai Paesi membri dell EU nel corso di questi ultimi anni hanno fatto registrare positive performance, fornendo un sostanziale contributo al progressivo avvicinamento ai risultati attesi per il Infatti, come certificato da Eurostat, nel a livello UE il tasso complessivo di occupazione della popolazione anni è salito al 72,2%, con una distanza al valore target per il del 75% - di soli 2.8 punti percentuali (Figura 1.1). Figura 1.1 Nell ambito dell Accordo di Partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei), l Italia si è impegnata con l Obiettivo tematico 8 nella promozione dell occupazione sostenibile e sul sostegno alla mobilità dei lavoratori. Il quadro che emerge dall analisi degli indicatori relativi all Obiettivo tematico 8 è, anche nel nostro Paese, quello di un progressivo miglioramento raggiunto tra il 2014 e il (Tavola 1.1). 1 L Accordo di Partenariato con l'italia è il documento approvato dalla Commissione Europea e predisposto dal nostro Paese in collaborazione con le istituzioni di livello centrale e locale e i partner economici e sociali che definisce strategie, metodi e priorità di spesa delle risorse cofinanziate dai Fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fondi SIE) per il ciclo di programmazione L Accordo declina l orientamento strategico su 11 obiettivi tematici articolati in risultati attesi e azioni, con un forte orientamento a risultati misurabili anche attraverso indicatori volti a cogliere i principali cambiamenti attesi sul contesto territoriale di riferimento. 4

5 In relazione all obiettivo tematico 8, uno dei risultati attesi è la crescita del livello occupazionale dei giovani (RA 8.1) e tre sono gli indicatori prescelti: il tasso di occupazione giovanile, il tasso di imprenditorialità giovanile e il tasso dei giovani Neet. Tra il 2014 e il il tasso di occupazione giovanile è aumentato a livello nazionale di quasi due punti percentuali, passando dal 28,3% al 30,3% (rispetto al 2016 si rileva un +0,5 punti percentuali); in particolar modo, l occupazione è migliorata soprattutto per i giovani maschi (+2,4 punti percentuali, a fronte di una variazione nello stesso periodo di +1,4 punti osservata nel caso delle femmine). Rispetto al 2016, invece, la maggiore variazione positiva la si osserva per le femmine (+0,6 punti rispetto al +0,4 osservato per i maschi). Di segno positivo è anche la variazione che si registra per il tasso giovani Neet, diminuito sia rispetto al 2014 che al 2016, per il totale della popolazione di riferimento e per le due componenti maschi e femmine. Nel periodo 2014-, infatti, si osserva una variazione del tasso di giovani Neet di 2,1 punti percentuali, determinata soprattutto dalla variazione del tasso maschile (-2,4 punti percentuali, a fronte di una variazione del tasso femminile di -1,7 punti percentuali). Nel periodo -2016, invece, la variazione positiva dell indicatore (di -0,2 punti percentuali) è dovuta, soprattutto, alla variazione di - 0,3 punti percentuali del tasso dei giovani Neet femmine. Tuttavia, è diminuito tra il 2014 e il il tasso di imprenditorialità giovanile (-0,5 punti percentuali rispetto al 2014 e -0,2 punti rispetto al 2016). Tavola 1.1: indicatori dell obiettivo tematico 8 (Asse Occupazione) dell Accordo di partenariato Cod. Risultato atteso Cod. Istat Indicatori Accordo di partenariato Obiettivo tematico 8 Asse Occupazione (medie nazionali) % % % % Δ 2014/ Δ 2016/ 407 Tasso di occupazione giovanile (totale) 28,3 28,1 29,7 30,3 475 Tasso di occupazione giovanile (maschi) 32,0 32,6 34,0 34,4 476 Tasso di occupazione giovanile (femmine) 24,6 24,4 25,3 25,9 RA Tasso giovani NEET (totale) 26,2 25,7 24,3 24,1 477 Tasso giovani NEET (maschi) 24,8 24,2 22,4 22,4 478 Tasso giovani NEET (femmine) 27,7 27,1 26,3 26,0 401 Imprenditorialità giovanile (totale) 6,6 6,4 6,3 6,1 RA Tasso di occupazione femminile 46,8 47,2 48,1 48,9 402 Imprenditorialità femminile 26,0 26,1 26,2 26,3 014 Tasso di occupazione over 54 (totale) 46,2 48,2 50,3 52,2 RA Tasso di occupazione over 54 (femmine) 36,6 37,9 39,7 42,3 181 Tasso di occupazione over 54 (maschi) 56,5 59,3 61,7 62,8 455 Tasso di occupazione della popolazione straniera (totale) 58,5 58,9 59,5 60,6 481 Tasso di occupazione della popolazione straniera (maschi) 68,1 69,4 70,9 72,4 RA 8.4 Tasso di occupazione della popolazione straniera ,2 49,7 49,6 50,2 (femmine) RA Incidenza della disoccupazione di lunga durata (totale) 61,5 58,9 58,4 58,8 180 Incidenza della disoccupazione di lunga durata (femmine) 62,8 58,8 58,6 57,8 179 Incidenza della disoccupazione di lunga durata (maschi) 60,3 59,1 58,1 59,7 Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo). = variazione (incremento/decremento del valore dell indicatore) di segno positivo = variazione (incremento/decremento del valore dell indicatore) di segno negativo = nessuna variazione 5

6 Un altro importante risultato atteso concerne l aumento dell occupazione femminile (RA 8) e in questo caso gli indicatori prescelti sono il tasso di occupazione femminile e l imprenditorialità femminile. Nel si osserva una variazione positiva del tasso di occupazione femminile di 2,1 punti percentuali rispetto al 2014 (dal 46,8% al 48,9%) e di 0,8 punti rispetto al Anche il tasso di imprenditorialità femminile è aumentato, passando dal 26% al 26,3% tra il 2014 e il. Il risultato atteso RA 8.3 è relativo a un aumento dell occupazione dei lavoratori anziani e al favorire l invecchiamento attivo e la solidarietà tra generazioni. In questo caso l indicatore prescelto è il tasso di occupazione degli over 54 anni che è aumentato di ben 6 punti percentuali tra il 2014 e il (passando dal 46,2% al 52,2%); è cresciuta soprattutto l occupazione dei maschi over 54 anni (+6,3 punti percentuali, dal 56,5% al 62,8%), a fronte di un incremento di 5,7 punti osservato per le femmine. Il tasso di occupazione della popolazione straniera è l indicatore prescelto per misurare il risultato atteso RA 8.4, cioè l aumento dell occupazione degli immigrati; nel si registra un incremento nei valori del tasso di occupazione della popolazione straniera di 2,1 punti percentuali rispetto al 2014 (dal 58,5% al 60,6%); in particolar modo, è aumentata l occupazione degli stranieri maschi (+ 4,3 punti percentuali). Tra il 2016 e il si osserva sempre una variazione positiva sebbene di entità minore rispetto al 2014 (+1,1 punti percentuali). L incidenza della disoccupazione di lunga durata sulla disoccupazione è, infine, la misura prescelta per rilevare nel tempo il risultato atteso di aver favorito l inserimento lavorativo e l occupazione dei disoccupati di lunga durata e dei soggetti con maggiore difficoltà di inserimento lavorativo, nonché il sostegno delle persone a rischio di disoccupazione di lunga durata. In ordine a questo indicatore si osserva nel un incremento di 2,6 punti percentuali rispetto al 2014, soprattutto per effetto di una riduzione di 4,9 punti a favore della componente femminile della popolazione di riferimento. Rispetto al 2016 si osserva, però, una leggera ripresa sia dell incidenza totale (maschi e femmine) sia dell incidenza nel caso dei maschi (rispettivamente + 0,4 punti percentuali e + 1,5 punti); mentre è continuata a diminuire nel caso delle donne (-0,8 punti percentuali). 6

7 1.2 GLI INDICATORI DELL OBIETTIVO TEMATICO 10 (ASSE ISTRUZIONE E FORMAZIONE), Un ruolo chiave nella strategia Europa 2020 viene attribuito anche al tema dell istruzione e della formazione professionale, tenuto conto dell importanza che essa riveste per la crescita occupazionale e per la conseguente riduzione della povertà. In questo senso viene considerato prioritario a livello comunitario anzitutto ridurre il tasso di abbandono scolastico tra la popolazione giovanile e favorire, allo stesso tempo, percorsi di istruzione e di formazione professionale lungo intero arco di vita della popolazione. E anche in questo caso, si registra a livello europeo un progressivo avvicinamento al target per il 2020 (Fug.1.2). Figura 1.2 Con l obiettivo tematico 10 dell Accordo di Partenariato , l Italia si è impegnata a svolgere una serie di azioni prioritarie finalizzate nel complesso a un maggiore investimento nell'istruzione, formazione e formazione professionale, per le competenze e l'apprendimento permanente. Anche in riferimento all obiettivo tematico 10 si registra nel nostro Paese un progressivo miglioramento nel corso degli ultimi anni, con il superamento già nel degli obiettivi sull educazione fissati per il 2020, relativi a una riduzione del tasso di abbandoni prematuri da parte dei giovani dei percorsi di istruzione e di formazione (risultato atteso RA 10.1) e ad una crescita dei livelli di istruzione terziaria per la popolazione anni (RA 10.5) [Tavola 1.2] Nello specifico, nel la media nazionale di giovani che abbandonano prematuramente i percorsi di istruzione e di formazione (valore totale) è del 14%, vale a dire 2 punti percentuali di riduzione oltre l obiettivo nazionale fissato al 16%. Rispetto al 2014 la riduzione è stata di 1,1 punti; rispetto al 2016 si registra una controtendenza del fenomeno, con una leggera ripresa degli abbandoni (+0,2 punti percentuali), dovuta principalmente a una ripresa a carico dei giovani maschi (+0,5 punti percentuali). Per ciò che concerne l istruzione terziaria pur a fronte del dato Eurostat che certifica come il nostro Paese sia ancora in fondo alla classifica dei paesi membri EU con un tasso di laureati 30-34enni tra i più bassi nel è stato superato l obiettivo per il 2020 del 26% di laureati, con una media nazionale che si è attestata al 26,9% (e un incremento di 3 punti percentuali rispetto al 2014). Per quanto riguarda gli altri indicatori sull istruzione e la formazione, emerge dall analisi condotta sui dati Istat una contrapposizione tra il dato, sostanzialmente positivo, di un diffuso innalzamento dei livelli di istruzione nel nostro Paese e quello, meno incoraggiante, di un contemporaneo calo nella partecipazione ad attività formative e dell apprendimento permanente. L innalzamento dei livelli di istruzione è certificato oltre che dall andamento positivo dei due indicatori sopra menzionati - anche da una variazione positiva tra il 2014 e il dei valori riferiti al livello di istruzione della popolazione anni e al tasso di scolarizzazione superiore. Come mostra la Tavola 1.2, nel, il livello di istruzione della popolazione anni è, infatti, cresciuto a livello nazionale sia rispetto al

8 che rispetto al Contemporaneamente, è aumentato il tasso di scolarizzazione superiore (+2,1 punti percentuali nel rispetto al 2014). Tavola 1.2: indicatori dell obiettivo tematico 10 (Asse Istruzione e Formazione) dell Accordo di partenariato Cod. Risultato atteso RA 10.1 RA 10.3 RA 10.5 Non rientrano nell'accordo ma sono inseriti dall Istat tra gli indicatori per l'obiettivo tematico 10 Cod. Istat Indicatori Accordo di partenariato Obiettivo tematico 10 (media nazionale) Giovani che abbandonano prematuramente i percorsi di istruzione e formazione professionale (totale) Giovani che abbandonano prematuramente i percorsi di istruzione e formazione professionale (femmine) Giovani che abbandonano prematuramente i percorsi di istruzione e formazione professionale (maschi) Adulti che partecipano all'apprendimento permanente (totale) Adulti che partecipano all'apprendimento permanente (femmine) Adulti che partecipano all'apprendimento permanente (maschi) Tasso di istruzione terziaria nella fascia d'età anni (totale) Tasso di istruzione terziaria nella fascia d'età anni (femmine) Tasso di istruzione terziaria nella fascia d'età anni (maschi) Occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione (totale) Occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione (femmine) Occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione (maschi) Non occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione (totale) Non occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione (femmine) Non occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione (maschi) Δ 2014/ % % % % Δ 2016/ 15,0 14,7 13,8 14,0 12,2 11,8 11,3 11,2 17,7 17,5 16,1 16,6 8,1 7,3 8,3 7,9 8,3 7,7 8,7 8,4 7,8 6,9 7,8 7,5 23,9 25,3 26,2 26,9 29,1 30,8 32,5 34,1 18,8 2 19,9 19,8 8,8 7,6 9,1 8,5 10,2 9,0 10,6 10,1 7,7 6,6 7,9 7,3 6,9 6,8 6,8 6,9 6,3 6,3 6,4 6,4 8,0 7,8 7,5 7,8 077 Livello di istruzione della popolazione anni (totale) 98,4 98,2 98,6 98,7 190 Livello di istruzione della popolazione anni (femmine) 98,8 98,6 98,9 98,9 189 Livello di istruzione della popolazione anni (maschi) 98,1 97,9 98,3 98,6 101 Tasso di scolarizzazione superiore 79,4 79,7 80,5 81,5 104 Livello di istruzione della popolazione adulta 41,1 40,5 40,3 39,5 Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo). = variazione (incremento/decremento del valore dell indicatore) di segno positivo = variazione (incremento/decremento del valore dell indicatore) di segno negativo = nessuna variazione A queste tendenze positive fanno però da contro altare le variazioni negative (in alcuni casi nulle) di alcuni indicatori relativi alla formazione permanente, la quale costituisce, come è noto, uno dei cardini principali dell Obiettivo tematico 10. Infatti, nel tra gli adulti diminuisce rispetto al 2014 la percentuale complessiva di coloro che partecipano all apprendimento permanente (- 0,2 punti percentuali), anche se per la componente femminile si registra un aumento di 0,1 punti percentuali. Da osservarsi, tuttavia, che nel periodo la percentuale era passata dal 7,3 all 8,3% (cioè + 1 punto percentuale). 8

9 La percentuale di occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione è lievemente diminuita, sia rispetto al 2014 (- 0,3 punti percentuali), sia rispetto al 2016 (-0,6 punti percentuali). Per quanto riguarda i non occupati, a livello nazionale non si osservano grandi variazioni tra il 2014 e il e il dato totale è rimasto sostanzialmente immutato al 6,9%; mentre si osserva un calo di 0,2 punti percentuali per i maschi. Infine, un leggere calo si osserva anche nel livello di istruzione della popolazione adulta (cioè, nella percentuale della popolazione in età anni che ha conseguito al più un livello di istruzione secondario inferiore): in questo caso, si registra una variazione negativa di 1,6 punti percentuali. 9

10 2 IL CONFRONTO TRA LE REGIONI PIÙ SVILUPPATE, LE REGIONI IN TRANSIZIONE E LE REGIONI MENO SVILUPPATE Tav.2.1: regioni italiane classificate in base ai Fondi Struttirali Regioni più sviluppate Il cui PIL procapite è > al 90% della media del PIL della UE 27 Regioni in transizione Il cui PIL procapite è compreso tra il 75% e il 90% della media del PIL della UE 27 Regioni meno sviluppate Il cui PIL procapite è < al 75% della media del PIL della UE 27 Valle d Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, P.A. Trento, P.A. Bolzano, Friuli V.G., Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio Abruzzo, Molise, Sardegna Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia Figura 2.1.1: indicatori dell obiettivo tematico 8 riferiti alla condizione occupazionale dei giovani. Medie (v. %) Condizione occupazionale dei giovani Tasso di occupazione giovanile (totale) Tasso di occupazione giovanile (femmine) Tasso di occupazione giovanile (maschi) Imprenditorialità giovanile (totale) Tasso giovani NEET (femmine) Tasso giovani NEET (maschi) Tasso giovani NEET (totale) 5,0 1 15,0 2 25,0 3 35,0 4 45,0 Italia Regioni meno sviluppate Regioni in transizione Regioni più sviluppate Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo). 2.1 LA PERFORMANCE OCCUPAZIONALE Dal confronto operato a livello di raggruppamenti regionali individuati in base ai criteri di utilizzo dei Fondi strutturali (Tav.2.1), in relazione all all obiettivo tematico 8 emerge un quadro specifico per ciascuna popolazione di riferimento (giovani, Neet, donne, over 54 anni, lavoratori immigrati e disoccupati di lunga durata) GIOVANI Come mostra la Figura 2.1.1, nel il tasso di occupazione giovanile - rispetto alla media nazionale del 30,3% - è più alto nelle regioni più sviluppate (36,4%) e più basso sia in quelle in transizione (26,2%) che in quelle meno sviluppate (19,8%). Rispetto al 2014 (Tavola 2.2), la variazione positiva più alta che si è prodotta in punti percentuali la si osserva nelle regioni in transizione (+2,4 punti percentuali). L imprenditorialità giovanile è più alta della media nazionale (del 6,1%) nelle regioni meno sviluppate (7,3%), mentre valori inferiori si osservano nelle regioni più sviluppate (5,6%) e in quelle in transizione (5,5%). Tuttavia, le regioni meno sviluppate sono anche quelle in cui si rileva la variazione più negativa rispetto al 2014 (-0,6 punti percentuali). Il tasso dei giovani Neet assume valori più alti alla media nazionale (pari al 24,1%) nelle Regioni meno sviluppate (35,7%) e in quelle in transizione (25,9%), più basso nelle regioni più sviluppate (17,6%). Rispetto al 2014, il tasso dei giovani Neet si è ridotto più della media nazionale nelle regioni più sviluppate e in quelle in transizione (rispettivamente di -2,4 e di -3.6 punti percentuali); mentre nelle regioni meno sviluppate la riduzione è stata minore (- 1,1 punti). 10

11 2.1.2 DONNE Rispetto al tasso di occupazione femminile (Figura 2.1.2a), nel un dato superiore di circa 10 punti percentuali alla media nazionale (del 48,9%) lo si osserva nelle regioni più sviluppate (58%), mentre un dato al di sotto della media nazionale lo si osserva sia per le regioni in transizione (43,4%) che per quelle meno sviluppate (30,2%). Una dinamica simile è quella che concerne la variazione positiva dell indicatore nel periodo (Figura b). Riguardo all imprenditorialità femminile a fronte di un tasso nazionale del 26,3%, si registra nel un tasso inferiore nelle regioni più sviluppate (25,5%) e un tasso superiore sia in quelle in transizione (28,8%) che in quelle meno sviluppate (27,5%). Rispetto al 2014, si rileva una variazione positiva del tasso in tutti e tre i raggruppamenti regionali che raggiunge il + 0,4 punti percentuali nelle regioni più sviluppate Figura a: Tasso di occupazione e imprenditorialità femminile. Medie (v. %) Italia Regioni meno sviluppate Regioni in transizione Regioni più sviluppate Regioni meno sviluppate Regioni in transizione Regioni più sviluppate Tasso di occupazione femminile (media ) Imprenditorialità femminile (media ) Figura b : Tasso di occupazione e imprenditorialità femminile. Variazione (v. %) Italia 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 Tasso di occupazione femminile (variazione 2014-) Figura 2.1.3: Tasso di occupazione degli over 54 anni. Medie (v. %) Imprenditorialità femminile (variazione 2014-) Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo). Italia Regioni meno sviluppate Regioni in transizione Regioni più sviluppate Tasso di occupazione over 54 (maschi) Tasso di occupazione over 54 (totale) Tasso di occupazione over 54 (femmine) Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo) OVER 54 ANNI Il tasso di occupazione degli over 54 anni (Figura 2.1.3) nel assume il valore più alto nelle regioni più sviluppate (55,8%), dove si registra peraltro un dato superiore alla media nazionale (pari al 52,2%). Gli over 54 anni maschi risultano in media più occupati delle femmine in tutti e tre i gruppi di regioni qui considerati (tavola 2.2). Rispetto al 2014, nel si è registrata una variazione positiva dell indicatore, soprattutto a favore dei maschi e in maggiore misura nelle regioni in transizione (+6,7 punti percentuali, contro un incremento di 6 punti osservato a livello nazionale). 11

12 2.1.4 POPOLAZIONE STRANIERA Nel il tasso di occupazione della popolazione straniera (Figura 2.1.4) è superiore alla media nazionale solo nelle regioni più sviluppate (62%); nelle regioni in transizione il tasso di occupazione (del 53,2%) si distanzia dalla media nazionale di ben 7,4 punti percentuali. Anche in questo caso, i maschi sono in media più occupati delle femmine in tutti e tre i raggruppamenti regionali. Nel periodo 2014-, un incremento superiore all incremento osservato a livello nazionale (+2,1 punti%), lo si registra solo nel caso delle regioni più sviluppate (+4 punti%); mentre nelle regioni in transizione è diminuita l occupazione degli stranieri (-3,2 punti%) e in quelle meno sviluppate è cresciuta di 1,5 punti%. Figura 2.1.4: Tasso di occupazione della popolazione straniera. Medie (v. %) Regioni più sviluppate Regioni in transizione Regioni meno sviluppate Italia totale 62 53,2 59,6 60,6 maschi 74,3 66,3 79,5 72,4 femmine 51,5 42,6 44,4 50,2 Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo). Figura 2.1.5: Incidenza della disoccupazione di lunga durata Medie (v. %) Italia Regioni meno sviluppate Regioni in transizione Regioni più sviluppate Incidenza della disoccupazione di lunga durata (maschi) Incidenza della disoccupazione di lunga durata (femmine) Incidenza della disoccupazione di lunga durata (totale) Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo) DISOCCUPATI DI LUNGA DURATA Nel, i disoccupati di lunga durata (cioè le persone in cerca di occupazione da oltre 12 mesi) incidono, a livello nazionale, nella misura del 58,8% sul totale delle persone in cerca di occupazione (del 57,8% nel caso delle femmine e del 59,7% nel caso dei maschi). Nelle regioni meno sviluppate raggiunge il valore del 67,3% (del 67,6 nel caso delle femmine e del 67,1 nel caso dei maschi); mentre valori al di sotto della media nazionale si osservano per le regioni più sviluppate (51,6%) e in quelle in transizione (54,8%). Rispetto al 2014, si osserva un andamento dell indicatore simile a quello della media nazionale, cioè un suo decremento, che si è prodotto in misura maggiore nelle regioni più sviluppate e, in particolar modo, a favore della componente femminile (per la quale si registra nel un -6,2 punti percentuali rispetto al 2014, a 12

13 Tavola 2.2: Indicatori dell obiettivo tematico 8 (Asse Occupazione). Medie (v. %) e variazioni (punti percentuali) Obiettivo Tematico 8 - Promuovere l'occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori Cod.Indicatore Istat Indicatori Tasso di occupazione giovanile (totale) Tasso di occupazione giovanile (maschi) Tasso di occupazione giovanile (femmine) Tasso giovani NEET (totale) Tasso giovani NEET (maschi) Tasso giovani NEET (femmine) Imprenditorialità giovanile (totale) Tasso di occupazione (femmine) Imprenditorialità femminile Tasso di occupazione over 54 (totale) Tasso di occupazione over 54 (femmine) Tasso di occupazione over 54 (maschi) Tasso di occupazione della popolazione straniera (totale) Tasso di occupazione della popolazione straniera (maschi) Tasso di occupazione della popolazione straniera (femmine) Incidenza della disoccupazione di lunga durata (totale) Incidenza della disoccupazione di lunga durata (femmine) Incidenza della disoccupazione di lunga durata (maschi) Medie valori percentuali Regioni più sviluppate 36,4 40,3 32,3 17,6 15,4 19,9 5,6 58,0 25,5 55,8 47,7 64,4 62,0 74,3 51,5 51,6 51,2 52,1 Regioni in transizione 26,2 30,6 21,4 25,9 25,8 26,0 5,5 43,4 28,8 51,8 41,5 62,8 53,2 66,3 42,6 56,2 54,8 57,4 Regioni meno sviluppate 19,8 24,3 15,1 35,7 34,5 37,0 7,3 30,2 27,5 43,9 3 59,0 53,7 63,4 44,4 67,3 67,6 67,1 Italia 30,3 34,4 25,9 24,1 22,4 26,0 6,1 48,9 26,3 52,2 42,3 62,8 60,6 72,4 50,2 58,8 57,8 59, punti percentuali Regioni più sviluppate 1,8 2,2 1,4-2,4-2,4-2,3-0,4 2,1 0,4 6,4 3,3 6,4 4,0 8,5 0,4-4,3-6,2-2,3 Regioni in transizione 2,4 3,4 1,3-3,6-4,7-2,5-0,3 2,0 0,2 6,7 1,3 6,6-3,2-3,6-2,9-3,1-5,0-1,6 Regioni meno sviluppate 1,7 2,4 0,9-1,1-1,8-0,3-0,6 1,9 0,1 4,9 1,2 6,0 1,5 3,1-0,9-1,7-3,9-0,1 Italia 1,9 2,4 1,4-2,1-2,5-1,7-0,5 2,1 0,3 6,0 2,6 6,3 2,1 4,3 0,1-2,6-4,9-0,7 Fonte: elaborazione della Direzione Monitoraggio e Valutazione delle PAL di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo)

14 Figura tasso di giovani che abbandonano prematuramente i percorsi di istruzione e formazione professionale (totale). Medie (v. %) 2 18,0 16,0 14,0 12,0 1 8,0 6,0 4,0 2,0 Figura tasso di giovani che abbandonano prematuramente i percorsi di istruzione e formazione professionale (per genere). Medie (v. %) 25,0 2 15,0 1 5,0 Regioni più sviluppate obiettivo Italia 2020 Regioni in transizione Regioni meno sviluppate media Italia Figura Tasso di istruzione terziaria nella fascia d'età anni (totale e per genere). Medie (v. %) Regioni più sviluppate femmine maschi media Italia maschi media Italia femmine Regioni in transizione Regioni meno sviluppate totale femmine maschi Regioni più sviluppate Regioni meno sviluppate Regioni in transizione Italia Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo). 2.2 I PROGRESSI NEL CAMPO DELL ISTRUZIONE E DELLA LA FORMAZIONE Si è già osservato (Capitolo I) come, nel campo della istruzione e formazione, a livello UE si registra un progressivo raggiungimento dell obiettivo target per il 2020 di un tasso di giovani che abbandonano prematuramente i percorsi di istruzione e formazione professionale al 10%; è altresì emerso che l Italia nel - con una media nazionale del 14% - ha già superato il suo target, fissato per il 2020 al 16%. Se analizziamo la questione dal punto di vista dei raggruppamenti regionali FSE, emerge che il target 2020 è stato superato anche a dalle regioni più sviluppate (11,1%) e da quelle in transizione (14,6%), mentre nelle regioni meno sviluppate il tasso in questione è ancora più alto del valore atteso per il 2020, essendo del 19%. Analizzando poi il dato per genere (Figura 2.2.2) emerge, da un lato, che il tasso di abbandoni tra le femminile è più basso di quello tra i maschi in tutti i tre i raggruppamenti regionali e, dall altro, che solo il gruppo delle regioni più sviluppate fa registrare dei tassi di genere più bassi delle rispettive medie nazionali (per un dettaglio sui singoli valori vedere la Tavola 2.2.). Rispetto al tasso di istruzione terziaria nella fascia di età anni (Figura 2.2.3), nel si rilevano valori più alti alle corrispondenti medie nazionali solo nelle regioni più sviluppate; mentre negli altri due raggruppamenti regionali si registrano valori (totale, maschi, femmine) al di sotto della media Italia. Infatti, nel caso delle femmine, il tasso di istruzione terziaria anni raggiunge il 37,9% nelle regioni più sviluppate, il 32,4% in quelle in transizione e il 26,4% in quelle meno sviluppate (la media nazionale è del 34,1%); nel caso dei maschi, a fronte di una media del 19,1%, si osservano valori del 22% nelle regioni più sviluppate, del 17,3% in quelle in transizione e del 15,7% in quelle meno sviluppate. In relazione al resto degli indicatori relativi all obiettivo tematico 10 (di cui si dà conto complessivamente nella tavola 2.2), si prefigurano due ambiti di analisi distinti tra loro: quello dei livelli di istruzione e quello della partecipazione alla

15 Figura a: Livello di istruzione della popolazione anni (totale). Medie periodo (v. %). 99,2 99,0 98,8 98,6 98,4 98,2 98,0 97,8 97,6 97,4 97,2 97,0 Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo). Figura b: tasso di istruzione terziaria nella fascia di età anni per genere. Medie 2014 e (v. %) 4 35,0 3 25,0 2 15,0 1 5, Italia Regioni più sviluppate Regioni in transizione Regioni meno sviluppate Italia Regioni più sviluppate Regioni in transizione Regioni meno sviluppate femmine 2014 femmine maschi 2014 maschi Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo) LIVELLI DI ISTRUZIONE Rispetto ai livelli di istruzione e di scolarizzazione si delinea come già sottolineato analizzando le medie nazionali il quadro di un generale miglioramento rispetto al Nel il livello d istruzione della popolazione anni (Figura a) si attesta su valori oltre il 98% in tutte e tre i gruppi regionali. Dopo un iniziale calo tra il 2014 e l anno successivo, a partire dal 2016 si osserva una crescita del livello di istruzione, confermata anche nel ; un calo nei valori di questo indicatore si rileva solo nelle regioni in transizione a carico delle femmine, che sempre in questo gruppo di regioni, e solo in questo, risultano essere mediamente meno istruite dei maschi (come emerge dalla lettura della Tavola 2.3). Sempre nello stesso periodo è aumentato il tasso di istruzione terziaria nella fascia di età anni. In particolar modo, è aumentato il tasso di istruzione terziaria delle donne residenti nelle regioni più sviluppate (+5,6 punti percentuali); l unica variazione negativa che si osserva per questo indicatore rispetto al 2014 è a carico della popolazione maschile anni residente nelle regioni meno sviluppate (-0.3 punti percentuali). Solo in merito ai livelli di istruzione della popolazione adulta si osserva nel un valore inferiore a quello del 2014 e, dunque, un decremento dei valori in tutte e tre i raggruppamenti di regioni, soprattutto a carico delle regioni in transizione, dove i livelli di istruzione sono calati di 2,1 punti percentuali (tavola 2.2) 15

16 Per quanto concerne il tasso di scolarizzazione superiore, è confermata nei tre raggruppamenti regionali la tendenza, già osservata a livello nazionale, di una crescita tra il 2014 e il. Nelle regioni più sviluppate il tasso di scolarizzazione superiore raggiunge nel l 84,3%, attestandosi sopra di 2,8 punti percentuali alla media Italia e aumenta di 2,5 punti rispetto al 2014 (una variazione positiva la si osserva anche negli altri due gruppi di regioni, sia pure, in questo caso, più contenuta rispetto alla media nazionale). Figura c: tasso di scolarizzazione superiore (totale). Medie annuali periodo (v. %). 86,0 84,0 82,0 8 78,0 76,0 74,0 72,0 7 Italia Regioni più sviluppate Regioni in transizione Regioni meno sviluppate Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo) LA PARTECIPAZIONE ALLA FORMAZIONE PERMANENTE Il grado di partecipazione ad attività di istruzione e di formazione degli occupati e dei non occupati (Figura a) nel è diminuito, sia rispetto al 2014 che al Per gli occupati si osservano nel valori superiori alla media Italia (pari all 8,5%) solo nel caso delle regioni più sviluppate (9,4%), mentre nelle regioni in transizione e in quelle meno sviluppate si registrano valori più bassi (rispettivamente del 7,4% e del 5,6%). La maggiore variazione negativa rispetto al 2014 la si osserva per entrambi i due gruppi di soggetti nelle regioni in transizione. Leggermente migliore la performance nel caso dei non occupati; in questo caso, infatti, a fronte di nessuna variazione tra il 2014 e il dei valori dell indicatore a livello nazionale, le regioni più sviluppate mostrano la tendenza a un aumento della partecipazione ad attività di istruzione e di formazione (+0,4 punti percentuali), che però non è confermata negli altri due gruppi di regioni, dove al contrario la partecipazione è diminuita. In ordine alla partecipazione degli adulti all apprendimento permanente (Figura b) è possibile osservare che, a livello nazionale, appena l 8% degli adulti ha partecipato nel a un corso di studio o di formazione professionale e che solo nelle regioni più sviluppate si osserva il 9% di partecipanti. Approfondendo il dato per genere, emerge: i) che in tutti e tre i gruppi regionali le femmine partecipano mediamente in misura maggiore rispetto ai maschi e ii) che mentre nel caso dei maschi si osserva una diminuzione nel tasso di partecipazione in tutti e tre i gruppi di regioni, nel caso delle femmine si registra una variazione positiva nelle regioni più sviluppate (+0,2) e una nulla in quelle meno sviluppate. Figura a: partecipazione ad attività di istruzione e di formazione degli occupati e dei non occupati Medie (valori percentuali) e variazioni periodo (in punti percentuali) Regioni meno sviluppate Regioni in transizione Regioni più sviluppate Italia -4,0-2,0 2,0 4,0 6,0 8,0 1 Occupati Non occupati Occupati Non occupati Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo). 16

17 Figura b: partecipazione degli adulti all apprendimento permanente Medie (valori percentuali) e variazioni periodo (in punti percentuali) Regioni meno sviluppate Regioni in transizione Regioni più sviluppate Italia -4,0-2,0 2,0 4,0 6,0 8,0 1 12,0 femmine maschi femmine maschi Fonte: elaborazione a cura della Direzione M&V di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo). 17

18 Tavola 2.3: Indicatori dell obiettivo tematico 10 (Asse Istruzione e Formazione). Medie (v. %) e variazioni (punti percentuali) Obiettivo Tematico 10 - Investire nell'istruzione, formazione e formazione professionale, per le competenze e l'apprendimento permanente Cod.Indicatore Istat Indicatori Occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione (totale) Occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione (femmine) Occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione (maschi) Non occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione (totale) Non occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione (femmine) Non occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione (maschi) Livello di istruzione della popolazione anni (totale) Livello di istruzione della popolazione anni (femmine) Livello di istruzione della popolazione anni (maschi) Adulti che partecipano all'apprendimento permanente (totale) Adulti che partecipano all'apprendimento permanente (femmine) Adulti che partecipano all'apprendimento permanente (maschi) Tasso di scolarizzazione superiore (totale) Giovani che abbandonano prematuramente i percorsi di istruzione e formazione professionale (totale) Giovani che abbandonano prematuramente i percorsi di istruzione e formazione professionale (femmine) Giovani che abbandonano prematuramente i percorsi di istruzione e formazione professionale (maschi) Medie valori percentuali Regioni più sviluppate 9,4 10,9 8,3 7,7 7,2 8,8 98,9 99,2 98,7 9,0 9,6 8,4 84,3 11,1 8,6 13,4 35,0 29,9 37,9 22,0 Regioni in transizione 7,4 8,6 6,5 7,4 7,4 7,5 98,5 98,3 98,7 7,4 8,0 6,8 78,6 14,6 11,7 17,2 43,6 24,7 32,4 17,3 Regioni meno sviluppate 5,6 7,0 4,8 5,8 5,3 6,8 98,5 98,5 98,4 5,7 5,9 5,5 77,1 19,0 15,7 22,2 48,7 21,1 26,6 15,7 Italia 8,5 10,1 7,3 6,9 6,4 7,8 98,7 98,9 98,6 7,9 8,4 7,5 81,5 14,0 11,2 16,6 39,5 26,9 34,1 19, punti percentuali Regioni più sviluppate -0,2-0,1-0,3 0,4 0,4 0,4 0,2 0,2 0,2 0,2-0,2 2,5-1,0-1,2-0,8-1,8 3,6 5,6 1,6 Regioni in transizione -1,9-2,2-1,7-1,0-0,1-2,5 0,1-0,3 0,4-1,5-1,0-2,0 1,5-2,1 0,8-4,9-2,6 3,3 4,6 2,1 Regioni meno sviluppate -0,1 0,1-0,1-0,2-0,1-0,4 0,6 0,2 1,1-0,2-0,3 1,4-0,7-0,7-0,8-1,1 1,7 3,9-0,3 Italia -0,2-0,1-0,3 0,2-0,2 0,3 0,2 0,5-0,1 0,1-0,3 2,1-1,1-1,0-1,1-1,7 3,0 5,0 1,0 Livello di istruzione della popolazione adulta Tasso di istruzione terziaria nella fascia d'età anni (totale) Tasso di istruzione terziaria nella fascia d'età anni (femmine) Tasso di istruzione terziaria nella fascia d'età anni (maschi) Fonte: elaborazione della Direzione Monitoraggio e Valutazione delle PAL di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo)

19 3 GLI INDICATORI A LIVELLO REGIONALE Tavola 3.1: Tasso di occupazione giovanile (totale) Persone occupate (15-29 anni) in percentuale sulla popolazione nella corrispondente classe di età. Media (totale) Regioni Anni Piemonte 34,0 34,8 34,2 35,4 1,4 1,3 Valle d'aosta/vallée d'aoste 37,3 38,4 37,4 37,5 0,2 0,1 Lombardia 37,9 37,0 38,3 39,5 1,6 1,2 Trentino-Alto Adige/Südtirol 42,4 42,0 42,5 44,4 2,0 1,8 - Bolzano/Bozen 47,4 46,3 48,5 48,9 1,5 0,5 - Trento 37,1 37,6 36,3 39,5 2,5 3,3 Veneto 38,0 36,0 38,8 4 1,9 1,2 Friuli-Venezia Giulia 34,2 33,3 35,2 35,8 1,7 0,6 Liguria 29,1 3 31,9 31,3 2,2-0,6 Emilia-Romagna 34,5 35,6 38,8 38,3 3,8-0,5 Toscana 34,8 33,8 34,0 35,3 0,5 1,3 Umbria 30,8 33,1 32,2 33,0 2,2 0,7 Marche 33,5 34,3 33,6 34,5 1,0 0,9 Lazio 27,2 27,7 28,7 29,0 1,8 0,3 Abruzzo 26,1 26,1 27,5 29,7 3,6 2,2 Molise 19,7 21,7 24,0 21,5 1,8-2,5 Campania 17,5 18,6 19,6 19,4 1,9-0,2 Puglia 21,1 20,9 22,8 22,3 1,2-0,5 Basilicata 21,4 23,6 25,5 22,3 0,9-3,1 Calabria 17,0 15,5 16,4 16,7-0,3 0,2 Sicilia 16,8 18,9 19,6 19,3 2,5-0,3 Sardegna 22,7 23,6 22,0 24,2 1,5 2,2 Italia 28,3 28,6 29,7 30,3 1,9 0,5 Nord 36,4 36,0 37,6 38,4 2,0 0,8 - Nord-ovest 36,0 35,8 36,6 37,7 1,6 1,0 - Nord-est 36,8 36,2 38,9 39,4 2,6 0,6 Centro 30,5 30,8 31,1 31,8 1,3 0,7 - Centro-Nord 34,5 34,4 35,6 36,4 1,8 0,8 Mezzogiorno 18,9 19,8 20,7 20,7 1,7 Sud 19,3 19,7 21,0 20,8 1,5-0,2 Isole 18,0 19,9 20,1 20,3 2,3 0,3 Fonte: Istat 3.1 Tasso di occupazione giovanile Il tasso di occupazione giovanile nel più basso rispetto alla media nazionale (pari al 30,3%) nelle regioni del Mezzogiorno (20,7%) e più alto nelle Regioni del Centro (31,8%) e del Nord (38,4%), in particolare nel Nord-est (38,9%). Nello specifico, la Regione con il più basso tasso di occupazione giovanile è la Calabria (Figura 3.1.1), dove lavora appena un ragazzo su sei; mentre quella con il più alto tasso di occupazione giovanile risulta essere la Provincia Autonoma di Bolzano, dove risulta occupato quasi un giovane su 2. La Calabria è anche l unica regione dove nel periodo tra il 2014 e il il tasso di occupazione è calato (- 0,3 punti percentuali, passando dal 17% al 16,7%); nello stesso periodo, in tutte le altre regioni e nelle Province autonome di Trento e Bolzano, si registra, invece, una variazione positiva che raggiunge i 3,8 punti percentuali in Emilia Romagna e i 3,6 punti in Abruzzo. La Sicilia è tra le regioni del Sud l unica regione che ha registrato tra il 2014 e il una variazione positiva più alta della media nazionale. Infine, il tasso di occupazione delle giovani femmine è più basso di quello dei giovani maschi in tutte le regioni italiane.

20 Figura Tasso di occupazione giovanile (totale), per ripartizione geografica. Medie (v. %). 45,0 4 35,0 3 25,0 2 15,0 1 5,0 39,4 38,4 37,7 - Nord-est - Nord - Nordovest 36,4 31,8 20,8 20,7 20,3 - Centro-Nord - Centro - Sud - Mezzogiorno - Isole media italia =30,3% Figura Tasso di occupazione giovanile (per genere)). Medie regionali (v. %) CAM SIC MOL BAS PUG SAR ABR LAZ LIG UMB MAR PIE FVG TOS ER VdA LOM VEN TN TAA BZ maschi 24,6 23,6 26,6 27,5 25,8 28,2 34,5 31,5 34,7 38,0 39,6 4 39,6 38,0 43,3 4 43,7 44,0 41,5 48,6 55,4 femmine 14,0 14,7 15,9 16,8 18,5 19,9 24,6 26,3 27,6 27,7 29,1 30,6 31,9 32,4 33,1 34,8 35,1 35,8 37,5 4 42,3 media Italia maschi = 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 34,4 media Italia femmine = 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 25,9 media Italia maschi = 34,4 media Italia femmine = 25,9 Figura Tasso di occupazione giovanile (totale). Variazione 2014/ (in punti percentuali) 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5-0,5-1,0 CAL VdA TOS BAS MAR PUG PIE BLZ SAR LOM FVG LAZ MOL CAM VEN TNT UMB LIG Trento SIC ABR ER Δ 2014/ in punti% (regioni) Δ media 2014/ in punti % (Italia) = 1,9 Fonte: elaborazione della Direzione Monitoraggio e Valutazione delle PAL di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo) 20

21 Tavola 3.2: Tasso giovani NEET (totale) Giovani tra i 15 e i 29 anni non occupati né inseriti in un percorso di istruzione/formazione in percentuale sulla popolazione nella corrispondente classe di età (media annua) (totale) Regioni Anni Piemonte 21, ,3 Valle d'aosta/vallée d'aoste 19,1 19,5 17,7 15,7-3,4-1,9 Lombardia 18,2 18,6 16,9 15,9-2,3-1,1 Trentino-Alto Adige/Südtirol 14,3 13,0 12,6 14,3 1,6 - Bolzano/Bozen 12,0 10,2 9,5 12,4 0,4 2,9 - Trento 16,7 15,9 15,9 16,3-0,4 0,4 Veneto 16,8 17,0 15,6 15,2-1,6-0,4 Friuli-Venezia Giulia 18,3 18,5 17,8 16,9-1,4-0,9 Liguria 21,6 20,5 17,6 20,9-0,7 3,3 Emilia-Romagna 20,6 19,1 15,7 16,1-4,5 0,4 Toscana 20,1 18,6 18,0 16,7-3,5-1,3 Umbria 23,0 20,5 17,7 19,5-3,5 1,8 Marche 20,3 19,8 19,2 19,0-1,4-0,2 Lazio 24,3 23,8 22,5 21,7-2,6-0,8 Abruzzo 24,2 26,9 24,7 22,0-2,2-2,7 Molise 28,1 25,0 26,3 26,1-2,0-0,2 Campania 36,3 35,3 35,3 36,0-0,4 0,7 Puglia 33,4 33,1 31,2 33,3 2,1 Basilicata 29,8 28,7 26,4 29,2-0,5 2,9 Calabria 38,0 39,9 38,2 36,7-1,3-1,5 Sicilia 40,3 39,3 38,1 37,6-2,7-0,5 Sardegna 34,2 31,8 30,5 29,1-5,1-1,4 Italia 26,2 25,7 24,3 24,1-2,1-0,2 Nord 18,8 18,4 16,9 16,7-2,1-0,2 - Nord-ovest 19,3 19,2 17,8 17,4-1,9-0,4 - Nord-est 18,1 17,5 15,5 15,6-2,5 0,1 Centro 22,5 21,5 20,4 19,7-2,8-0,7 - Centro-Nord 19,9 19,4 17,9 17,6-2,4-0,4 Mezzogiorno 35,8 35,3 34,2 34,4-1,4 0,2 Sud 34,3 34,2 33,2 33,7-0,6 0,6 Isole 39,0 37,7 36,5 35,8-3,2-0,7 3.2 Tasso giovani Neet Il tasso dei giovani Neet nel risulta particolarmente alto nel Mezzogiorno (34,4%, cioè oltre 10 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale del 24,1%) e decisamente più basso nelle regioni del Nord (16.7%). La regione Italiana con il più alto tasso di Neet è la Sicilia (37,6%), mentre la provincia autonoma di Bolzano registra il valore più basso dell indicatore (12,4%). Tranne che nelle regioni Sardegna, Molise, Basilicata e Calabria, i Neet sono più presenti tra le giovani femmine che tra i maschi. Analizzando i dati sulla variazione nel periodo 2014/, si osserva che solo nel caso della Provincia Autonoma di Bolzano il tasso dei Neet è cresciuto, sia pure di meno di mezzo punto percentuale; inoltre esso è rimasto invariato nel tempo nel caso della Puglia ed è diminuito in tutte le altre regioni (in un intervallo di valori esteso tra il -5,1 punti percentuali della Sardegna al -0,4 punti della Provincia Autonoma di Trento). Tuttavia, rispetto al 2016 si registra una tendenza alla crescita del tasso di Neet (la media italiana nel è, infatti, del +0,42 punti percentuali nel rispetto all anno precedente). Fonte: Istat 21

22 Figura Tasso giovani Neet (totale). Medie ripartizione geografica. Medie (v. %). 4 35,0 3 25,0 2 15,0 1 5,0 16,7 15,6 - Nord - Nord-est - Nordovest 17,4 17,6 - Centro- Nord 19,7 31,2 33,3 34,4 - Centro - Sud - Isole - Mezzogiorno media Italia= 24,1% Figura Tasso giovani Neet (per genere). Medie regionali (v. %). 45,0 4 35,0 3 25,0 2 15,0 1 5,0 Pie VdA Lom Trent Ven FVG Lig ER Tosc Umb Mar Laz Abr Mol Cam Pugl Bas Cal Sic Sar maschi 17,2 14,4 13,7 11,4 12,8 13,0 16,5 12,6 15,0 18,1 16,4 21,6 19,7 26,6 34,0 32,3 3 36,8 36,5 30,6 femmine 22,9 17,1 18,2 17,3 17,7 20,9 25,7 19,7 18,5 21,0 21,7 21,7 24,4 25,4 38,1 34,4 28,5 36,7 38,7 27,5 media Italia maschi = 22,4% 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 22,4 media Italia femmine = 26% 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 26,0 media Italia maschi = 22,4% media Italia femmine = 26% Figura Tasso giovani Neet (totale). Variazione (valori in punti percentuali) 1,0-1,0-2,0-3,0-4,0-5,0-6,0 SAR ER UMB TOS VdA SIC LAZ LOM ABR MOL VEN FVG MAR PIE CAL LIG BAS TN CAM PUG BZ 2014/ -5,1-4,5-3,5-3,5-3,4-2,7-2,6-2,3-2,2-2,0-1,6-1,4-1,4-1,3-1,3-0,7-0,5-0,4-0,4 0,4 Media Italia = - 2,1 punti% -2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1-2,1 Media Italia = - 2,1 punti% Fonte: elaborazione della Direzione Monitoraggio e Valutazione delle PAL di Anpal Servizi su dati Istat (indicatori territoriali per le politiche di sviluppo)

23 Tavola 3.3: Imprenditorialità giovanile (totale) Titolari di imprese individuali con meno di trent'anni in percentuale sul totale dei titolari di imprese individuali iscritti nei registri delle Camere di Commercio italiane (totale). Media annua (v. %) Regioni Anni Piemonte 6,5 6,3 6,3 6,2-0,3-0,1 Valle d'aosta/vallée d'aoste 6,1 6,6 6,3 6,2 0,1-0,1 Lombardia 6,7 6,5 6,4 6,2-0,5-0,2 Trentino-Alto Adige/Südtirol 4,9 5,0 5,2 5,3 0,4 0,1 - Bolzano/Bozen 4,0 4,0 4,1 4,3 0,3 0,2 - Trento 5,9 6,1 6,4 6,4 0,5 Veneto 5,2 5,1 5,0 4,8-0,4-0,2 Friuli-Venezia Giulia 5,0 5,0 4,8 4,8-0,3-0,1 Liguria 6,0 6,0 5,7 5,6-0,4-0,1 Emilia-Romagna 5,1 5,0 4,9 4,7-0,4-0,2 Toscana 6,1 6,1 5,8 5,4-0,7-0,4 Umbria 5,6 5,4 5,3 5,2-0,4-0,1 Marche 5,1 4,9 4,8 4,8-0,3 Lazio 6,8 6,6 6,5 6,2-0,6-0,3 Abruzzo 5,9 5,5 5,2 5,1-0,8-0,1 Molise 5,8 5,3 5,6 5,5-0,2-0,1 Campania 8,8 8,7 8,5 8,4-0,4-0,1 Puglia 6,7 6,5 6,3 6,1-0,6-0,2 Basilicata 5,6 5,3 5,9 5,8 0,3-0,1 Calabria 8,5 8,3 8,0 7,7-0,8-0,3 Sicilia 8,2 7,9 7,6 7,3-0,9-0,3 Sardegna 5,6 5,5 5,6 5,8 0,2 0,2 Italia 6,6 6,4 6,3 6,1-0,5-0,2 Nord 5,9 5,8 5,7 5,5-0,4-0,2 Nord-ovest 6,5 6,4 6,3 6,1-0,4-0,2 Nord-est 5,1 5,0 5,0 4,8-0,3-0,1 Centro 6,2 6,1 5,9 5,6-0,6-0,3 Centro-Nord 6,0 5,9 5,8 5,6-0,4-0,2 Mezzogiorno 7,6 7,3 7,2 7,0-0,5-0,1 Sud 7,6 7,4 7,2 7,1-0,5-0,1 Isole 7,5 7,3 7,1 6,9-0,6-0,1 3.3 Imprenditorialità giovanile Il tasso di Imprenditorialità giovanile è più alto della media nazionale (del 6,1%) nel Mezzogiorno e nel Sud. Nello specifico, in Campania, in Calabria e in Sicilia si osserva un valore del tasso di Imprenditorialità giovanile (rispettivamente del 8,4%, del 7,7% e del 7,3%) superiore alla media Italia di oltre un punto percentuale (Figura 3.3.1). Valle d Aosta, Trentino, Basilicata e Sardegna sono le uniche regioni dove tra il 2014 e il il tasso di imprenditorialità giovanile è aumentato; in tutte le altre regioni è diminuito e, nello specifico, in Puglia, nel Lazio, in Toscana, in Calabria, in Abruzzo e in Sicilia si osserva una riduzione maggiore di quella osservata a livello nazionale (Figura 3.3.2). Fonte: Istat 23

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