INDAGINE TRIMESTRALE SETTORE SERVIZI. Rapporto annuale Informazione economica a cura di Luca Pellegrini

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1 INDAGINE TRIMESTRALE SETTORE SERVIZI Rapporto annuale 213 Informazione economica a cura di Luca Pellegrini Marzo 214

2 1. Il contesto di riferimento Dopo due anni consecutivi di flessione del Pil, il quarto trimestre del 213 si chiude con una lieve crescita (+,1%) e, dunque, con la prospettiva di una lenta uscita da un lungo periodo di crisi che dura ormai, con due fasi recessive, da sei anni. E quindi anche l occasione per commentare i dati relativi al quarto trimestre 213, riconsiderando l andamento del settore dei servizi da quando, nel quarto trimestre del 28, con un ritardo di due trimestri rispetto al complesso dell economia, l indicatore del fatturato di Unioncamere segna una rilevante caduta dell attività. In merito è bene ricordare da subito che il dato complessivo rilevato da Unioncamere media l andamento di quattro comparti: due, servizi alle imprese e ingrosso, che fanno riferimento agli scambi fra imprese e due, servizi alle persone e alloggio e ristorazione, che si rivolgono direttamente ai consumatori finali. Per valutare i risultati dell indagine congiunturale di Unioncamere Lombardia relativi agli uni e agli altri è utile richiamare brevemente l andamento di Pil e consumi nel periodo considerato sia per poter disporre di un punto di riferimento per l analisi dei quattro comparti monitorati sia per evidenziare gli elementi di specificità del comportamento che essi hanno avuto in Lombardia. Grafico 1.1 Variazioni tendenziali del PIL e dei consumi delle famiglie in Italia Valori concatenati con anno di riferimento 25 Dati trimestrali, anni Pil Consumi II III IV 28 II III IV 29 II III IV 21 II III IV 211 II III IV 212 II III IV 213 II III Fonte: Istat

3 Come mostra il Grafico 1.1, la prima fase della crisi inizia nel secondo trimestre del 28, quando le variazioni di Pil e consumi entrano in territorio negativo. Questa prima fase si chiude nel primo trimestre del 21, quando il Pil torna a crescere per sette trimestri, mentre i consumi anticipano il ciclo con una riduzione già nel terzo trimestre del 211. Da allora, la riduzione dell attività e della spesa delle famiglie si accentua, ma segue andamenti diversi da quelli che hanno caratterizzato la prima fase recessiva. Nel 28 e nel 29, infatti, la produzione si riduce in modo molto marcato, mentre i consumi segnano variazioni negative complessivamente contenute, almeno se confrontate a quelle del Pil. Nel ciclo successivo avviene l opposto e la caduta dei consumi è assai più marcata di quella della produzione. Se dunque nella prima fase le famiglie italiane hanno tentato di mantenere il loro livello di spesa nella prospettiva di una ripresa, nella seconda l hanno invece ridotta, a fronte di previsioni di una stabile riduzione del reddito disponibile. Un comportamento che è particolarmente evidente con riferimento al 212, quando si determina una diffusa presa di coscienza che la crisi ha implicazioni strutturali di lungo periodo. Grafico 1.2 Variazioni tendenziali dei consumi totali delle famiglie e della spesa per alberghi e pubblici esercizi in Italia Valori concatenati con anno di riferimento 25 Dati trimestrali, anni Spesa per alberghi e ristoranti Consumi Totali II III IV 28 II III IV 29 II III IV 21 II III IV 211 II III IV 212 II III IV Fonte: Istat Come accennato, due dei comparti monitorati da Unioncamere Lombardia, i pubblici esercizi e i servizi alle persone, sono direttamente attivati dai consumi e per uno di questi, il primo, Istat fornisce l andamento trimestrale della spesa delle famiglie e permette così una valutazione specifica della domanda del comparto. I dati, disponibili solo fino al quarto trimestre del 212, sono riportati nel Grafico 1.2 che mostra un andamento della domanda di servizi di ristorazione e alberghieri nel complesso difforme e meno negativo di quello relativo al totale dei consumi. 3

4 In particolare, la riduzione della spesa è stata contenuta e più breve nella prima fase della recessione, mentre nella seconda segue più da vicino l andamento dei consumi, ma, di nuovo, con riduzioni di spesa inferiori. Un comportamento che mette in evidenza come questo tipo di spesa sia oggi meno comprimibile rispetto al passato, per effetto, in particolare, di un più generalizzato ricorso al fuori casa di un numero rilevante di occupati nella pausa pranzo e delle caratteristiche di consumo della crescente quota di membri di nuclei famigliari di una o due persone. Comportamenti che hanno portato a un calo dei consumi reali dei servizi dei pubblici esercizi nel periodo di,7 punti, contro una caduta dei totale dei consumi delle famiglie del 5,4%. Per l altro comparto che si rivolge alle famiglie, i servizi alle persone, non sono disponibili dati specifici e non è quindi possibile analizzarne i risultati relativi in rapporto all andamento complessivo dei consumi. Analogamente, non esistono dati che consentano una valutazione relativa all andamento dei due comparti dell interindustriale monitorati da Unioncamere Lombardia. 2. Gli indicatori congiunturali Per il complesso dei servizi l indicatore del fatturato dell indagine congiunturale di Unioncamere Lombardia evidenzia per tutto il 213 un progressivo miglioramento che, nel terzo trimestre, vede il settore molto vicino ad una svolta verso la crescita (-,4%). Per l intero periodo considerato, la dinamica tendenziale del fatturato si mostra allineata a quella del Pil. Se si considerano i numeri indice del fatturato, si rileva come durante i sei anni di crisi la perdita di fatturato del settore in Lombardia sia valutabile in circa 15 punti percentuali. La performance delle imprese dei servizi media andamenti in parte diversi per i quattro comparti inclusi nell indagine di Unioncamere (Grafico 2.2). Il commercio all ingrosso è l unico che già da due trimestri ha variazioni tendenziali del fatturato positive, con un rafforzamento della tendenza tra il terzo (+,6%) e il quarto (+,9%). Si tratta di un segnale importante, che può far pensare ad un prossimo miglioramento anche dell indicatore relativo al dettaglio, che rimane invece in territorio negativo anche nel quarto trimestre del 213. Considerando l andamento dell indicatore tendenziale del fatturato dei due comparti (Grafico 2.3), è infatti evidente come l ingrosso tenda ad amplificare e ad anticipare le variazioni di fatturato del dettaglio, un comportamento giustificabile per la posizione che il primo ha nella filiera rispetto al secondo e per la componente di clientela costituita da imprese di produzione, che già sembrano avviate verso una svolta nel ciclo economico. Si può dunque sperare che il più rapido passaggio verso incrementi di fatturato da parte dell ingrosso sia un segnale anticipato di quanto accadrà nei prossimi mesi anche nel dettaglio. 4

5 Grafico 2.1 Andamento del fatturato Lombardia, imprese dei servizi - anni Variazioni tendenziali e numeri indice (25=1), dati trimestrali Variazione tendenziale (sx) Numero indice (dx) ,6 2,9 1,5 1, 1,,5, -4, -9,4-1,6-9,1-7,1-3,1,7,8 1,2,5,1 -,4-2, -4, -4,4-4,4-4,9-6, -,9 -,4-2, 27 II III IV 28 II III IV 29 II III IV 21 II III IV 211 II III IV 212 II III IV 213 II III IV Grafico 2.2 Variazioni tendenziali del fatturato Lombardia, imprese dei servizi anni Dati trimestrali per settore di attività 5 Commercio all'ingrosso 5 Alloggio e ristorazione Servizi alle persone 5 Servizi alle imprese

6 Per i servizi alle imprese si rileva ormai da tre trimestri un andamento ancora negativo del fatturato, ma su valori tendenziali ormai di entità ridotta, con una chiusura per il quarto trimestre di -,4%. La correlazione fra la dinamica del fatturato di questo comparto e quella del Pil è, come ci si poteva attendere, forte, con un allineamento più stretto rispetto agli altri tre considerati dall indagine Unioncamere Lombardia. Grafico 2.3 Variazioni tendenziali del fatturato Lombardia, imprese del commercio all'ingrosso e al dettaglio Dati trimestrali, anni Dettaglio Ingrosso III 28 III 29 III 21 III 211 III 212 III 213 III Fonte: Istat I profili della reazione al ciclo economico dei due restati comparti, i servizi alle persone e alloggio e ristorazione, sono invece decisamente diversi. Per entrambi il periodo si caratterizza infatti per variazioni costantemente negative del fatturato, con una crisi che mostra di essersi solo in parte attenuata nel 21 e nella prima parte del 211, senza mai permettere alle imprese di ritornare a crescere. Il diretto legame con la spesa delle famiglie di questi comparti, che come si è notato, in particolare nella seconda fase della crisi, ha avuto dinamiche al di sotto di quelle della produzione, può almeno in parte spiegare l andamento degli ultimi due anni. Ciò vale, in particolare, per i servizi alle persone, unico comparto che nel quarto trimestre 213 segna un peggioramento rispetto ai due precedenti (-3,4%). Si nota inoltre, come i servizi alle persone abbiano risentito della diminuzione dei consumi in modo particolarmente forte nella seconda fase della crisi, un risultato coerente con la riduzione della spesa delle famiglie che si può supporre più netta su servizi che in parte possono essere autoprodotti. Più difficile riconciliare le dinamiche del fatturato del comparto alloggi e ristorazione, che mostra un profilo assai più negativo di quello della domanda commentato nel 6

7 paragrafo precedente. Si può pensare che la percezione della crisi delle imprese rispondenti, nella gran parte piccole, sia stata influenzata non solo dagli effettivi risultati di vendita, spesso più difficili da valutare in modo puntuale per aziende famigliari, ma anche dalle più generali difficoltà che esse stanno vivendo. Le considerazioni appena fatte sono confermate se si analizzano i numeri indice del fatturato per i quattro comparti dei servizi (Grafico 2.4). L effetto cumulato della crisi risulta particolarmente forte per alloggio e ristorazione, che nel periodo considerato avrebbe perso più di 25 punti di fatturato. L altro comparto dei servizi che serve direttamente il consumatore finale, i servizi alle persone, evidenzia una perdita un po inferiore, di circa 2 punti, ma con il già rilevato peggioramento nell ultimo trimestre del 213. I due comparti dell interindustriale segnano invece risultati migliori: l ingrosso un regresso di circa 15 punti e i servizi alle imprese intorno ai dieci. Grafico 2.4 Numeri indice del fatturato per comparto Lombardia, imprese dei servizi - anni Medie mobili dei numeri indice trimestrali (26=1) 15 Commercio all'ingrosso Alloggio e ristorazione Servizi alle persone Servizi alle imprese II III IV 28 II III IV 29 II III IV 21 II III IV 211 II III IV 212 II III IV 213 II III IV Le performance di vendita delle imprese di servizi analizzate per dimensione d impresa piuttosto che per comparto (Grafico 2.5), mostrano in modo assai chiaro una forte correlazione positiva fra dimensione e dinamica del fatturato. Gli effetti cumulati della crisi sulle più piccole (3-9 addetti), toccano infatti i 3 punti percentuali, contro i 15 di quelle medio piccole (1-49 addetti), i circa 3 punti di quelle medie (5-199 addetti) e il guadagno di 5 punti di quelle più grandi (oltre 2 addetti). E interessante anche notare la diversa reazione al ciclo economico 7

8 di questi gruppi di imprese: più grandi esse sono più sono riuscite a trarre vantaggi dalla modesta ripresa del e meno hanno risentito della nuova fase di recessione dei due anni successivi. Sembra dunque di poter dire che al crescere della dimensione d impresa è anche cresciuta, in particolare dopo la prima fase di crisi, la capacità di reagire, impostando azioni di mercato in grado di contrastare più efficacemente la ricaduta recessiva del Grafico 2.5 Numeri indice del fatturato per dimensione d'impresa Lombardia, imprese dei servizi - anni Medie mobili dei numeri indice trimestrali (26=1) addetti 1-49 addetti addetti 2 addetti e oltre II III IV 28 II III IV 29 II III IV 21 II III IV 211 II III IV 212 II III IV 213 II III IV Lo sfavorevole andamento del fatturato ha influenzato le politiche di prezzo, che in tutti i comparti esaminati, con l eccezione dell ingrosso, mostrano una dinamica molto contenuta (Grafico 2.6). I servizi alle imprese e alle persone hanno mantenuto per tutto il periodo considerato una sostanziale stabilità dei loro prezzi e quello dell alloggio e ristorazione li ha ridotti, con un calo che nell ultimo trimestre raggiunge i tre punti. A testimoniare delle difficoltà di mercato delle imprese, si noti, in particolare, il dato del quarto trimestre del 213, che registra un nuovo calo rispetto al precedente dello,7%. Solo l ingrosso è riuscito a trasferire a valle un significativo aumento dei prezzi, con il numero indice che supera il livello di 113 nel quarto trimestre del

9 Nel complesso, per un settore, quello dei servizi, che ha sempre avuto dinamiche inflattive elevate e superiori alla media dei beni, la lunga crisi di questi anni sembra non avere permesso alle imprese di aumentare i propri prezzi come in passato e, almeno per i servizi turistici, avere portato a tentativi di reagire al calo della domanda con un contenimento dei ricarichi che si accentua nella seconda metà del 212 e nel 213. Grafico 2.6 Numeri indice dei prezzi per comparto Lombardia, imprese dei servizi - anni Medie mobili dei numeri indice trimestrali (26=1) 115 Commercio all'ingrosso Alloggio e ristorazione Servizi alle persone Servizi alle imprese II III IV 28 II III IV 29 II III IV 21 II III IV 211 II III IV 212 II III IV 213 II III IV Per quanto riguarda l occupazione, i Grafici 2.7 e 2.8 riportano le medie mobili su base annua delle variazioni degli addetti separatamente per i due comparti dell interindustriale e dei servizi rivolti al consumatore finale. Come è facile constatare, nel primo caso l andamento è simile e facilmente leggibile in rapporto all andamento del Pil e dei fatturati. Per il commercio all ingrosso la caduta dell occupazione è leggermente ritardata rispetto a quella della produzione nella prima fase recessiva, mentre appare più allineata nella seconda. I servizi alle imprese si comportano nello stesso modo nella prima fase, ma la variazione degli addetti rimane negativa anche durante il 211 e ritorna in territorio positivo solo per due trimestri nel 212, per poi scendere bruscamente nell ultimo trimestre di quell anno e nel 213. Sono dati che appaiono nel complesso più negativi di quelli sul fatturato e fanno pensare che le imprese 9

10 dispongano ancora di una quota di manodopera in eccesso che renderà la crescita dell occupazione più lenta di quella, eventuale, della produzione. Grafico 2.7 Variazioni del numero di addetti nel trimestre Imprese del commercio all'ingrosso e dei servizi alle imprese Lombardia, medie mobili delle variazioni trimestrali - anni Commercio all'ingrosso Servizi alle imprese III 28 III 29 III 21 III 211 III 212 III 213 III L andamento dell occupazione nei servizi alle persone e negli alloggi e ristorazione segna, con dinamiche diverse, andamenti assai difformi rispetto ai servizi dell interindustriale. I primi segnano una sostanziale stabilità fino a metà del 21, seguita da un leggero calo che dura fino alla fine del 211 e quindi da una più marcata caduta nel 212 che si riduce nell anno successivo. Un andamento che si può leggere in rapporto alle dinamiche del fatturato. Molto diverso il comportamento di alloggi e ristorazione, comparto fortemente influenzato da fattori stagionali e attivato da una domanda che, come si è visto nel paragrafo precedente, nel periodo esaminato ha avuto un profilo molto particolare. Confrontando le variazioni dell occupazione con quelle della domanda (Grafico 1.2) si riscontra una rilevante corrispondenza, mentre essa si riduce se il confronto viene fatto con l andamento del fatturato, in particolare relativamente ai trimestri più recenti che vedono una ripresa dell occupazione in corrispondenza di una caduta delle vendite. Ma se si valuta la marcata riduzione del quarto trimestre del 212 e di quelli successivi, il dato del quarto trimestre del 213 può essere letto 1

11 come necessità ricostituire la capacità di servizio in un settore caratterizzato da una elevata flessibilità nell uso della forza lavoro. Grafico 2.8 Variazioni del numero di addetti nel trimestre Imprese dell'alloggio e ristorazione e dei servizi alle persone Lombardia, medie mobili delle variazioni trimestrali - anni Alloggio e ristorazione Servizi alle persone III 28 III 29 III 21 III 211 III 212 III 213 III Considerando, infine, le variazioni congiunturali di fatturato, prezzi e addetti per l ultimo trimestre del 213 (Tavola 2.1), sembra di poter dire che, se il quadro congiunturale è migliorato, una svolta non è ancora avvenuta e l anno si chiude con riduzioni di fatturato e occupazione di entità simile per il settore dei servizi e andamenti analoghi per i suoi principali comparti. Unico dato in controtendenza è quello dell occupazione negli alloggi e ristorazione, decisamente positivo, ma si tratta di una variazione stagionale che non è interpretabile come inversione di trend. 11

12 Tabella 2.1 Variazioni delle principali variabili Lombardia, imprese dei servizi - IV trimestre 213 Dati per settore di attività Fatturato (1) Prezzi (2) Addetti (2) Servizi -,4 -,1 -,4 - Commercio all ingrosso,9,1-1,1 - Alloggio e ristorazione -,6 -,7 3,4 - Servizi alle persone -3,4,7-2,4 - Servizi alle imprese -,4 -,1-1, - Trasporti e attività postali,6,4-4,9 - Informatica e telecomunicazioni -1,4 -,2 -,6 - Servizi avanzati -2,3 -,2,2 - Altri servizi 1, -,4,2 (1) Variazione tendenziale (2) Variazione nel trimestre Le aspettative delle imprese dei servizi per i primi mesi del 214, aggregate rispetto ai quattro comparti monitorati, non sembrano essere state influenzate dal modesto miglioramento del fatturato negli ultimi trimestri. Le medie mobili computate sui saldi tra aspettative di aumento e diminuzione, che eliminano la componente stagionale (Grafico 2.9), non mostrano infatti sostanziali variazioni rispetto ai trimestri precedenti. Inoltre, se quelle relative al fatturato danno un debole segno di inversione, quelle per l occupazione registrano un ulteriore peggioramento, in linea con un trend che dura ormai da sei trimestri. In definitiva, il comparto dei servizi nel suo complesso mostra solo deboli segnali di inversione del ciclo, con dati di consuntivo del quarto trimestre ancora negativi e aspettative per 214 che restano improntate al pessimismo. In questo quadro, unico, ma ancora debole, segnale in positivo è la ripresa dell ingrosso che potrebbe far presagire un aumento degli ordini da parte delle imprese di produzione servite direttamente e da parte della distribuzione al dettaglio. 12

13 Grafico 2.9 Aspettative degli imprenditori Imprese dei servizi - anni Medie mobili dei saldi trimestrali giudizi aumento-diminuzione Fatturato Occupazione II III IV 28 II III IV 29 II III IV 21 II III IV 211 II III IV 212 II III IV 213 II III IV 3. La demografia d impresa Come in altri comparti, in particolare quello del commercio al dettaglio, la profonda crisi di questi ultimi sei anni non ha portato a una riduzione dello stock di imprese che operano nei servizi (Grafico 3.1). Se mai si può solo rilevare come, a confronto dei due anni di lieve ripresa, il 21 e il 211, nella seconda fase della recessione sia nettamente rallentata la dinamica dei saldi delle imprese attive. Per quanto riguarda il 213, l anno si chiude con un saldo attivo di 792 imprese (+,3%), dunque con un dato di sostanziale stabilità, che si riflette anche nei diversi comparti del settore. Fanno eccezione, in positivo e in negativo, il comparto del trasporto e magazzinaggio, che fa segnare una diminuzione di 87 imprese (-3,1%), e quello del noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese, insieme di attività assai eterogeneo che ha un saldo positivo di unità (+4,5%). Nel primo caso la riduzione delle imprese è diretta conseguenza della caduta dell attività economica, nel secondo la loro crescita è leggibile in rapporto ai processi di terziarizzazione di attività che spesso connotano i periodi di recessione. Sono anche positivi, ma di poco superiori all 1%, i saldi delle imprese attive nei servizi di alloggio e ristorazione e nelle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento. 13

14 Numero attive (Migliaia) Variazione % Allegato Servizi In termini generali, data la struttura di gran parte delle imprese di servizi attive nei comparti considerati, in larga parte piccole, va rilevata la forte e positiva reattività delle nuove entrate rispetto al ciclo economico che si evidenza nelle differenze fra i saldi del 21 e del 211, anni di lieve ripresa economica, e quelli del 212 e del 213, quando l economia italiana ricade in recessione. Grazie anche a basse barriere all entrata, i comparti in parola sono in grado di offrire immediate opportunità quando inizia un ciclo espansivo, mentre in condizioni opposte lo stock di imprese tende a stabilizzarsi, forse anche per le difficoltà, soggettive oltreché oggettive, che i titolari di piccole attività hanno nel ricollocarsi altrove. Grafico 3.1 Imprese attive dei servizi (Ateco G46, H, I, J, M, N, R, S) Lombardia - anni Dati trimestrali, valori assoluti e variazioni % 36 Variazione tendenziale Variazione congiunturale Numero imprese attive 3,% ,% ,% ,% II III IV 21 II III IV 211 II III IV 212 II III IV 213 II III IV -1,% Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Movimprese 14

15 Tabella 3.1 Imprese attive dei servizi (Ateco G46, H, I, J, M, N, R, S) Lombardia, IV trimestre 212 e IV trimestre 213 Consistenze, variazioni assolute e percentuali per gruppi ATECO 27 ATECO 27 Descrizione Attive IV-212 Attive IV-213 Var. assoluta Var. % G 46 Commercio all'ingrosso ,% H Trasporto e magazzinaggio ,1% I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione ,4% J Servizi di informazione e comunicazione ,2% M Attività professionali, scientifiche e tecniche ,9% N R Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento ,5% ,3% S Altre attività di servizi ,1% Totale ,3% Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Movimprese 15

16 Note metodologiche: L indagine sulla congiuntura economica di Unioncamere Lombardia si svolge ogni trimestre su quattro campioni: aziende industriali, aziende artigiane, aziende commerciali e aziende dei servizi. Il campione industria comprende aziende con più di 1 addetti, mentre i campioni artigianato, commercio e servizi comprendono imprese con più di 3 addetti. Per la selezione delle aziende da intervistare è stata utilizzata la tecnica del campionamento stratificato proporzionale secondo l attività economica (in base alla codifica delle attività economiche ATECO 27), la dimensione d impresa e la provincia di appartenenza. Alcuni degli strati sono stati sovracampionati per garantire una maggiore significatività dei dati disaggregati per classe dimensionale, provincia o settore. Le interviste vengono realizzate tramite tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interview) o CAWI (Computer Assisted Web Interview). Nel quarto trimestre 213 per l indagine congiunturale dei servizi sono state realizzate 1.53 interviste, così distribuite per settore e classe dimensionale: 3-9 addetti 1-49 addetti addetti 2 addetti e più Totale Commercio all'ingrosso Alberghi e ristoranti Servizi alle persone Servizi alle imprese Totale Al fine di ottenere la stima della variazione media delle variabili quantitative, si procede alla ponderazione dei dati in base alla struttura dell occupazione, aggiornata periodicamente in modo da recepire significative modifiche nella struttura dell universo. Le informazioni ottenute dall indagine sul settore dei servizi sono disaggregabili per 4 classi dimensionali (3-9 addetti, 1-49 addetti, addetti, oltre 2 addetti), 4 settori di attività economica (commercio all ingrosso, alberghi e ristoranti, servizi alle persone e servizi alle imprese) e 12 province lombarde. I dati sulla consistenza dello stock di imprese provengono da Movimprese, l'analisi statistica trimestrale della nati-mortalità delle imprese condotta da InfoCamere, per conto dell'unioncamere, sugli archivi di tutte le Camere di Commercio italiane. L'archivio sul Web, attivo dal 1997, consente l'accesso ai dati in formato elettronico a partire dal primo trimestre