Le schede di Sapere anche poco è già cambiare
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- Teodoro Farina
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1 Le schede di Sapere anche poco è già cambiare LE LISTE CIVETTA Premessa lo spirito della riforma elettorale del 1993 Con le leggi 276/1993 e 277/1993 si sono modificate in modo significativo le normative relative rispettivamente all elezione del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati. I nuovi sistemi elettorali per il Parlamento italiano sono diversi fra loro, ma hanno in comune alcuni elementi fondamentali: 1. l attribuzione del 75% dei seggi in collegi uninominali in ciascuno dei quali è eletto il candidato che ottiene il maggior numero di voti (plurality system): la votazione ha luogo in un solo turno; 2. la ripartizione del restante 25% dei seggi in ragione proporzionale fra i partiti, con modalità diverse fra Senato e Camera, ma con il ricorso al cosiddetto scorporo totale per l elezione dei senatori e dello scorporo parziale per quella dei deputati. Lo scorporo, parziale o totale che sia, serve a penalizzare nel riparto proporzionale quelle liste o quei gruppi di candidati che hanno avuto eletti nei collegi uninominali col maggioritario. Lo scorporo permette una sorta di premio o riparazione per le coalizioni e i partiti di minoranza. La normativa sullo scorporo per l elezione della Camera è stata sottoposta a referendum nel 1999 e nel 2000: i promotori, in quelle due occasioni, chiesero l abolizione dell intera ripartizione proporzionale, ma l affluenza alle urne fu inferiore al 50% e il risultato delle due consultazioni fu dichiarato nullo. Le differenze fra i meccanismi in uso per le Camere sono però significative: a) per la Camera l elettore ha a disposizione due schede: una per la scelta del candidato nel collegio uninominale (ripartizione maggioritaria), l altra per la ripartizione proporzionale (in questa scheda la competizione è fra liste di partito, composte da candidati in ordine non modificabile o bloccato ); b) per il Senato la scheda di votazione è unica e i candidati eletti con la proporzionale sono ripescati fra i migliori perdenti in ragione dei voti ottenuti dal partito al quale sono collegati, dunque non v è doppia competizione: se si è in lizza per il maggioritario, lo si è anche per il proporzionale; c) la ripartizione dei seggi proporzionali per il Senato avviene su base regionale ed è aperta a tutti, quella per la Camera è inizialmente nazionale ed è limitata ai partiti le cui liste hanno ottenuto almeno il 4% dei voti nelle schede per il riparto proporzionale; d) lo scorporo, alla Camera, si effettua sottraendo al totale dei voti riportati dalle liste che hanno avuto almeno il 4% i voti sufficienti all elezione dei candidati eletti col maggioritario nei collegi: per ogni eletto, il partito perde tanti voti quanti quelli riportati dal secondo classificato nel collegio aumentati di una unità. La ripartizione dei 155 seggi proporzionali è poi eseguita in ragione proporzionale rispetto ai voti netti delle liste, una volta detratti i voti dello scorporo ; e) lo scorporo, al Senato, è totale: il gruppo di candidati dello stesso gruppo politico perde, al momento della ripartizione proporzionale, tutti i voti ottenuti dagli eletti nei collegi. La ripartizione dei seggi è effettuata in ciascuna regione col metodo d Hondt o delle divisioni successive; f) al Senato il candidato nel collegio uninominale è collegato ad un solo simbolo, perché non c è la competizione fra liste della stessa coalizione: accanto al rappresentante dell Ulivo o del Polo, perciò, troveremo solo il simbolo della coalizione, non quelli dei partiti che la compongono; g) alla Camera il candidato in un collegio uninominale può essere collegato anche ad uno solo dei partiti della sua coalizione: se questi sono C, D, E, il signor Bianchi potrà apparentarsi soltanto ad E, ma anche a più liste.
2 L apparentamento fra candidato nel collegio uninominale della Camera e una o più fra le liste della coalizione d appartenenza è alla base della contesa sulle cosiddette liste civetta. Come aggirare lo scorporo La possibilità che il candidato si leghi ad una sola lista permette alla coalizione di far apparentare i probabili vincitori nel collegio uninominale alle liste del partito o dei partiti che si suppone non supereranno il 4% dei voti nella competizione proporzionale, cioè nelle seconde schede per l elezione dei 155 deputati con il metodo già descritto. Supponiamo che in un collegio, il n.1 della nostra simulazione (tabella 1) la coalizione B pensi che il suo candidato Sempronio possa vincere la competizione uninominale maggioritaria, cosa che in effetti avviene. Sempronio ottiene voti contro i di Caio (coalizione A) e i 6015 di Mevio (partito X). La coalizione B, alla quale appartiene Sempronio, dovrebbe scorporare voti da quelli conquistati nelle schede proporzionali, dove si sono confrontate le liste dei partiti. Se tutti i gruppi politici della coalizione ovvero F, G, H, I, L fossero apparentati a Sempronio, perderebbero ciascuno una quota di quei suffragi in ragione dei voti ottenuti dalle rispettive liste. Ma qualora Sempronio fosse collegato soltanto alla lista più debole, quella del partito L, che in ambito nazionale ha avuto meno del 4% dei voti (il 2,62%, per l esattezza: v. tabella 2; perciò non parteciperebbe comunque alla ripartizione proporzionale) i voti verrebbero detratti da quelli di L, mentre gli altri partiti nella coalizione non pagherebbero alcun prezzo per aver conquistato il collegio 1. La lista L è dunque una lista civetta, presentata apposta per non essere votata oppure appartenente ad un partito minore della coalizione al quale, in cambio della corsa solitaria sono state assicurate candidature in collegi uninominali sicuri, in modo da garantire ad L una rappresentanza parlamentare. Le altre liste della coalizione si collegheranno invece ad altri candidati, quelli con minori speranze di successo nei rispettivi collegi. Nell esempio che segue immaginiamo un impiego scientifico delle liste civetta. La competizione perfetta (per le coalizioni più forti) Nella simulazione che segue abbiamo immaginato che la Camera dei deputati sia composta da 43 rappresentanti del popolo, eletti per il 75% (32) in collegi uninominali e per il restante 25% (11) in un collegio nazionale secondo le norme vigenti per Montecitorio. Ci sono due coalizioni di partiti, la A composta dalle liste C, D, E e la B composta dalle liste F, G, H, I, L oltre a tre gruppi non coalizzati: il partito X e il partito Y presentano anche (talvolta) candidati nel maggioritario, mentre il partito Z si limita a presentare la sola lista proporzionale, nella speranza di conseguire almeno il 4% dei voti. Nella scheda maggioritaria del collegio 3, avremo, perciò, due candidati: il rappresentante della coalizione A collegato ad una delle sue liste e il rappresentante della coalizione B collegato alla lista del partito L; nello stesso collegio, gli elettori riceveranno anche una scheda per la ripartizione proporzionale, nella quale figureranno in competizione fra loro ben undici liste: tre della coalizione A, cinque della B, più quelle dei partiti X, Y e Z: ne sceglieranno una votando il simbolo. Al momento di presentare le candidature, le coalizioni che pensano di potersi aggiudicare i seggi maggioritari hanno individuato esattamente, nel nostro caso, tutti i collegi vincenti; così, la coalizione A ha abbinato i suoi probabili eletti nel maggioritario alla lista E, ed altrettanto ha fatto la coalizione B con la lista L; i probabili perdenti si sono invece collegati con le altre liste delle proprie coalizioni, in modo che non sia sprecato neppure un voto, e lo scorporo, di fatto, non abbia luogo. Il giorno del voto, i risultati nei singoli collegi sono i seguenti:
3 TABELLA 1 Collegi elettorali ripartizione maggioritaria voti riportati da ciascun candidato Lista collegata al vincitore n.collegio uninominale Coalizione A Coalizione B Partito X Partito Y Totale voti Scorporo (partiti C,D,E) (partiti F,G,H,I,L) partito L partito E partito L partito L partito E partito L partito L partito L partito L partito L partito L partito L partito L partito L partito L partito E partito E partito L partito L partito L partito E partito E partito L partito E partito E partito L partito E partito L partito E partito L partito L partito E Voti maggioritari % voti maggior. 47,13 48,37 4,13 0,37 100,00 45,23 seggi assegnati Nota: i voti dei candidati eletti nei collegi sono evidenziati in neretto Nello scrutinio delle schede per la competizione proporzionale per l assegnazione dei restanti undici seggi, la situazione è invece la seguente, sempre che i collegamenti fra candidati eletti nei collegi e le liste resti quello indicato nella tabella 1:
4 TABELLA 2 Collegio unico nazionale - ripartizione proporzionale versione 1 - scorporo su liste civetta - assegnazione di 11 seggi totale voti % voti scorporo totale voti quozienti seggi seggi proporzionali proporzionali "netti" attribuiti in % Coalizione A 46,94 45,45 partito C , , ,27 partito D , , ,18 partito E , ,00 Coalizione B 48,14 54,55 partito F , , ,27 partito G , ,27 1 9,09 partito H , ,59 1 9,09 partito I , ,52 1 9,09 partito L , ,00 Non coalizzati partito X , ,49 0 0,00 partito Y ,13 0 0,00 partito Z ,69 0 0,00 Totali , , ,00 Nota: nella colonna relativa ai voti netti i voti dei partiti E, L, Y, Z sono pari a zero perché tali liste non hanno superato lo sbarramento del 4%. Come si evince dalla tabella 2, la lista del partito X ha raggiunto e superato la soglia del 4% dei voti, e può dunque partecipare alla ripartizione degli undici seggi proporzionali; intanto, l abile storno dello scorporo sulle due liste E ed L permette alle coalizioni A e B di risparmiare complessivamente circa un milione e duecentomila voti, ovvero circa il 45% di quelli espressi. Sono escluse dal riparto proporzionale, oltre alle liste dei partiti E ed L, anche quella di Y (appena lo 0,13% dei voti) e di Z (0,69%). I partiti maggiori delle due coalizioni, quelli che superano il 4% dei voti ovvero C e D da una parte e F, G, H, I dall altra conservano intatti i suffragi di lista ottenuti, così annullano quel premio di minoranza che è alla base della scelta dello scorporo. La presenza delle liste civetta permette alle coalizioni maggiori di ottenere il più alto numero possibile di seggi proporzionali; la lista X non ottiene un quoziente pieno cioè un seggio e non si rifà neppure con i resti, poiché il suo 0,49 è inferiore allo 0,52 del partito I. La lista X, dunque, pur ammessa alla ripartizione e forte del suo 4% dei voti, non avrà deputati. Non solo: la coalizione che ha avuto più eletti col maggioritario (la B, con 21 su 32) avrà anche sei seggi proporzionali su undici, ovvero il 54,55% dei posti col 48,14% dei voti. La coalizione giunta al secondo posto (A) si accontenterà di cinque posti il 45,45% - e di undici seggi maggioritari su 32, pur avendo avuto appena l 1,2% in meno di voti rispetto al raggruppamento B. Senza le liste-civetta, ovvero collegando i candidati delle coalizioni a tutti i partiti che le compongono, il risultato sarebbe stato diverso, come vediamo.
5 TABELLA 3 Collegio unico nazionale - ripartizione proporzionale versione 2 - scorporo diviso fra i partiti della coalizione - assegnazione di 11 seggi totale voti % voti scorporo totale voti quozienti seggi seggi proporzionali proporzionali "netti" attribuiti in % Coalizione A 46,94 54,55 partito C , , ,36 partito D , , ,18 partito E , ,00 Coalizione B 48,14 36,36 partito F , , ,18 partito G , ,90 1 9,09 partito H , ,42 1 9,09 partito I , ,37 0 0,00 partito L , ,00 Non coalizzati 4,92 partito X , ,94 1 9,09 partito Y ,13 0 0,00 partito Z ,69 0 0,00 Totali , , ,00 In questo caso, lo scorporo è avvenuto in proporzione ai voti riportati dalle singole liste, perciò i vincitori nei collegi uninominali hanno effettivamente perduto più di un milione di voti rispetto alla versione precedentemente illustrata. Qui la coalizione uscita sconfitta dalla competizione nei collegi uninominali ottiene sei seggi (uno in più), mentre il partito X conquista il resto sufficiente per assicurarsi un deputato. La coalizione vincitrice nel maggioritario perde invece due dei sei posti ottenuti grazie alle civette. La ripartizione complessiva dei seggi, nelle due varianti considerate, è perciò la seguente. TABELLA 4 Ripartizione generale dei seggi nei collegi col proporzionale Totale col proporzionale Totale uninominali versione 1 versione 1 versione 2 versione 2 Coalizione A partito C 3 4 partito D 2 2 partito E Coalizione B partito F 3 2 partito G 1 1 partito H 1 1 partito I 1 0 partito L Non coalizzati partito X partito Y partito Z Totali
6 Utilizzando le liste E ed L come civette, le coalizioni maggiori impediscono, nella versione 1, la presenza di altri gruppi alla Camera, mentre, non facendo ricorso a tale espediente peraltro legale la vittoria della coalizione B sarebbe netta, ma meno schiacciante; inoltre, la coalizione A sarebbe un po più forte e si permetterebbe al partito X non coalizzato di avere un proprio eletto. Se i seggi da assegnare con la proporzionale fossero 155, come è ora per la nostra Camera dei deputati, la lista X avrebbe comunque una propria rappresentanza, ma in presenza di liste civetta essa sarebbe quasi dimezzata rispetto alla versione 2: sette seggi anziché tredici, ovvero il 4,5% dei posti proporzionali anziché l 8,39%, e l 1,11% dei deputati anziché il 2,06%. TABELLA 5 Riepilogo situazione lista X % dei voti proporzionali 4,1 seggi maggioritari nei collegi 0 seggi proporzionali con liste civetta 0 in % 0,00 seggi totali con liste civetta 0 seggi proporzionali senza liste civetta 1 in % 9,09 seggi totali senza liste civetta 1 se i seggi proporzionali fossero 155 (come nella realtà) la situazione sarebbe: con liste civetta 7 in % 4,52 senza liste civetta 13 in % 8,39 Totale seggi Camera (su 630) con liste civetta 7 in % 1,11 Totale seggi Camera (su 630) senza liste civetta 13 in % 2,06 Anche la coalizione A, sconfitta nei collegi uninominali, potrebbe recuperare qualcosa. Ipotizzando che la proporzione dei seggi maggioritari sia costante, cioè che A conquisti sempre gli 11/32 dei collegi in palio, nella situazione attuale (475 collegi) il risultato sarebbe il seguente: 163 seggi maggioritari più un integrazione proporzionale oscillante a seconda della presenza o meno delle liste civetta fra i 72 e gli 88 seggi. TABELLA 6 Riepilogo situazione coalizione sconfitta (A) % dei voti proporzionali 46,94 seggi proporzionali con liste civetta 5 in % 45,45 seggi proporzionali senza liste civetta 6 in % 54,55 se i seggi proporzionali fossero 155 (come nella realtà) la situazione sarebbe: con liste civetta 72 in % 46,45 senza liste civetta 88 in % 56,77 se i seggi maggioritari fossero 475 (come nella realtà) la situazione sarebbe: seggi maggioritari nei collegi 163 Totale seggi Camera con liste civetta 235 in % 37,30 Totale seggi Camera senza liste civetta 251 in % 39,84 L utilizzo delle liste civetta avvantaggia nettamente la coalizione vincitrice nella maggioranza dei collegi uninominali (A). Le liste di A che superano la soglia del 4%, avendo più voti complessivi di quelle di B nel proporzionale, ottengono anche più seggi in questo secondo riparto, conseguendo una sorta di doppia vittoria. Senza liste civetta, invece, perderebbero circa un terzo dei seggi proporzionali, pur mantenendo la maggioranza degli eletti complessivi: 366 su 630.
7 TABELLA 7 Riepilogo situazione coalizione vincitrice (B) % dei voti proporzionali 48,14 seggi proporzionali con liste civetta 6 in % 54,55 seggi proporzionali senza liste civetta 4 in % 36,36 se i seggi proporzionali fossero 155 (come nella realtà) la situazione sarebbe: con liste civetta 76 in % 49,03 senza liste civetta 54 in % 34,84 se i seggi maggioritari fossero 475 (come nella realtà) la situazione sarebbe: seggi maggioritari nei collegi 312 Totale seggi Camera con liste civetta 388 in % 61,59 Totale seggi Camera senza liste civetta 366 in % 58,10 Conclusioni Le liste civetta costituiscono un espediente per assicurare alle coalizioni in grado di conquistare collegi nella competizione uninominale maggioritaria anche una ragguardevole quota dei posti attribuiti nella ripartizione proporzionale. Ciò svantaggia i partiti le cui liste possono raggiungere e superare il quorum del 4% dei voti sufficiente per accedere al riparto dei 155 seggi proporzionali, ma che non hanno possibilità di vittoria nei collegi. Il diritto di tribuna dei partiti minori viene così ridotto, anche se non scompare del tutto. Al Senato, dove non si può far ricorso alle liste civetta, i partiti che vincono nei collegi perdono i voti ottenuti dagli eletti, e per i minori conquistare un seggio è almeno teoricamente più facile, perché non ci sono soglie di sbarramento esplicite. Il fatto però che i seggi proporzionali del Senato siano appena 83, e che siano attribuiti su base regionale rende ugualmente selettivo anche il meccanismo per l elezione dei rappresentanti del popolo a Palazzo Madama: in undici regioni (fra le quali Valle d Aosta e Molise, dove c è solo la competizione uninominale maggioritaria perché sono rispettivamente solo uno e due i senatori da eleggere) i seggi proporzionali in palio sono meno di cinque; in altre otto regioni i posti sono fra cinque e otto; in Lombardia, infine, i senatori eletti col recupero proporzionale sono dodici. Le liste civetta restano una curiosa particolarità nel panorama europeo, così come lo scorporo parziale. Lo sono anche in Italia, perché, come si accennava, al Senato non esistono simboli non collegati ai candidati presentati nei collegi uninominali e non si può presentare più d un simbolo accanto al nome del candidato. Luca Tentoni
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