Il Problema della Proprietà Intellettuale
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- Faustina Stefani
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1 Il Problema della Proprietà Intellettuale
2 Lo sviluppo di nuove varietà di prodotti biotech necessita di tre fasi: 1) Collezione di materiale genetico sul quale ricercare geni con potenziale commerciale. 2) Mappatura genetica in modo da isolare geni con potenziale commerciale. 3) Il nuovo materiale genetico viene inserito in prodotti già commercializzati, e successiva fase di prove di laboratorio e, quindi, in campo aperto nel caso si riscontrino dei potenziali di commercializzazione.
3 Protezione della proprietà intellettuale: 1) Copyrights 2) Marchio commerciale 3) Brevetto Il brevetto dove essere rilasciato nel caso di nuovi prodotti o processi di produzione.
4 Problema : La proprietà intellettuale è applicabile al settore agroalimentare? La R&S può essere trattata in economia come un bene pubblico. Proprietà: a) Non rivalità : tutti possono usufruire simultaneamente della nuova tecnologica). b) Non escludibilità : E impossibile escludere un impresa dall utilizzare la nuova tecnologia.
5 Il problema che sorge con i beni pubblici è che nasce il problema del free rider. Ad un impresa conviene copiare il prodotto o il processo produttivo anziché investire in R&S. Ciò riduce l incentivo ad investire in R&S.
6 Il brevetto consente di evitare il problema del free rider consentendo all impresa che investe in R&S lo sfruttamento del prodotto o del processo produttivo in esclusiva. Si crea un monopolio nello sfruttamento del prodotto e del processo produttivo.
7 Il monopolio introduce una nuova distorsione. Se da un lato riduce la distorsione del free rider, ne introduce un altra visto che il monopolista produrrà generalmente una minore quantità di prodotto ad un prezzo maggiore rispetto ad un mercato competitivo.
8 Abbiamo allora un trade-off : maggiore è il periodo di validità del brevetto e maggiore è la distorsione monopolistica, minore è il periodo di validità del brevetto e maggiore sarà la distorsione indotta da comportamenti di free-rider e,quindi, sottoinvestimento in R&S.
9 D = curva di domanda MC=AC= costo marginale e costo medio MR= ricavo marginale
10 Nella figura abbiamo una curva di domanda D da cui ricaviamo il ricavo marginale MR. Ipotizziamo una curva dei costi marginali (e dei costi medi) costante. In un mercato competitivo di produrrà Qc al prezzo Pc. Nessuna impresa intraprenderà investimenti in R&S in quanto non riuscirà ad ammortizzare questi costi!! Avremo però un surplus del consumatore pari alla somma delle aree A+B+C.
11 Immaginiamo ora che ad un impresa sia concesso un brevetto. In questo caso produrrà una quantità inferiore Qm ad un prezzo maggiore Pm. Rispetto alla quantità Qm il produttore ha un aumento di surplus pari all area A mentre il surplus del consumatore si riduce all area C.
12 L impresa intraprenderà ex-ante un investimento in R&S se T t= 1 E( A) 1+ r ( ) t > in cui R&S è l investimento in ricerca e sviluppo, E(A) è il valore atteso della rendita da monopolio, r è il tasso di interesse, T è la durata del brevetto. R & S
13 E importante anche il ciclo di vita del prodotto. Dal punto di vista sociale il brevetto implica ogni anno un surplus di A+C inferiore a quello che si avrebbe in un mercato competitivo (A+B+C). Tuttavia, se il ciclo di vita del prodotto si estende oltre la durata del brevetto alla scadenza avremo un surplus che sia amplia sino a A+B+C e il prezzo ritorna al livello Pc.
14
15 Esaminiamo ora il caso di prodotti OGM della prima generazione. Questi prodotti riducono i costi di produzione. Allora i costi marginali e medi MCo e ACo si riducono a MCn e ACn. L impresa biotecnologica produrrà la quantità Qn inferiore alla quantità Qc che si produrrebbe in condizioni di concorrenza perfetta.
16 In questo caso il surplus è pari ad A (del produttore) e C (del consumatore). Il prezzo del prodotto OGM sarà inferiore a Pc, altrimenti gli agricoltori potrebbero acquistare le sementi nonogm. Il giudizo di convenienza se investire on non investire in R&S è esattamente uguale al caso precedente solo che A ora è definito in modo diverso. In sintesi avremo un surplus del produttore pari all area A, uno del consumatore pari a C e una distorsione nel mercato pari a B.
17 Sino ad ora si è esaminato il caso di un impresa che non ha costi relativi al reperimento del materiale genetico (Gc) e all isolamento dei geni (Ic) (sono le prime due fasi dell investimento in biotech). Se i brevetti si estendono anche a queste due fasi, l impresa avrà dei costi pari a Gc+Ic.
18 Il giudizio di convenienza sarà allora calcolabile come : T t= 1 E( A) 1+ r ( ) t G I > R& S c c In questo caso avremo un minor livello di investimenti in R&S dati i costi che deve sostenere l impresa per appropriarsi delle prime due fasi.
19 E chiaro quindi come il dibattito sull appropriazione tramite brevetti delle prime due fasi in brevetti sia risultato piuttosto acceso, in particolare sulla prima fase relativa alla collezione del materiale genetico. La discussione è risultata accesa soprattutto in termini Nord-Sud dove il Nord tenta di sfruttare materiale genetico del Sud (accusa di biopirateria!)
20 Vi è un accusa che le banche dei geni dei centri internazionali del Nord istituite per preservare la biodiversità altro non siano che metodi per rubare al sud materiale genetico. I paesi del Sud ricevono in questo modo poco dalla R&S. Ecco perché della richiesta di brevettabilità del patrimonio genetico, in questo modo i paesi in via di sviluppo possono appropriarsi in parte del surplus A.
21 Riguardo la seconda fase, isolamento dei geni, l output dovrebbe essere un bene pubblico, si isola ciò che c è già in natura (es. Genoma Umano). In agricoltura tuttavia questa fase è lasciata ad imprese private. Gli USA, la UE e il Giappone hanno legislazioni che proteggono la proprietà intellettuale di questa fase. Ciò equivale ad accettare una distorsione di mercato in modo da indurre l investimento in R&S.
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