Il mercato del lavoro in provincia di Piacenza nel 2010

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1 PROVINCIA DI PIACENZA Assessorato Sistema scolastico e della formazione; Politiche del Lavoro; Sostegno all artigianato e al commercio; Innovazione tecnologica Il mercato del lavoro in provincia di Piacenza nel 2010 Settore Welfare, Lavoro e Formazione professionale Elaborazioni a cura dell Osservatorio del Mercato del Lavoro

2 INDICE 1. La situazione del mercato del lavoro regionale Pag L'utilizzo degli ammortizzatori sociali nel 2010 per il sostegno al reddito dei lavoratori delle aziende in crisi Pag La Cassa Integrazione Guadagni Pag Le imprese e i lavoratori coinvolti negli ammortizzatori in deroga Pag La mobilità Pag Le domande di indennità di disoccupazione presentate all Inps Pag I dati dei Centri per l Impiego Pag I disoccupati disponibili iscritti ai Centri per l Impiego Pag I flussi di avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro nel 2010 Pag L andamento di alcuni indicatori nel periodo gennaio - febbraio 2011 Pag Considerazioni conclusive Pag. 37

3 1. La situazione del mercato del lavoro regionale In attesa della pubblicazione da parte dell Istat dei dati relativi alle forze di lavoro nel 2010 in provincia di Piacenza si riportano i dati regionali, aggiornati al III trimestre 2010, che consentono di rilevare la situazione congiunturale del mercato del lavoro in Emilia-Romagna in un momento temporalmente più ravvicinato. Si prendono in esame, in particolare, l andamento dell occupazione e della disoccupazione regionale nel periodo compreso tra il III trimestre 2008 e il III trimestre Gli effetti della crisi economica si ripercuotono sul mercato del lavoro con un certo ritardo: le aziende provvedono in un primo momento alla riorganizzazione dell attività lavorativa (riduzione e poi eliminazione degli straordinari, riorganizzazione dell orario di lavoro, utilizzo delle ferie del personale) e agli ammortizzatori sociali. Questo è avvenuto anche in Emilia-Romagna: nel primo semestre del 2009 si è osservata una sostanziale tenuta dell occupazione, mentre a partire dalla metà del 2009 si è registrato un forte calo della domanda di lavoro, con un significativo peggioramento della situazione occupazionale. L andamento negativo dell occupazione è proseguito anche nel I trimestre 2010, mentre in quello successivo si è osservata una ripresa dei livelli occupazionali Occupati in Emilia Romagna (valori in migliaia) - Istat III Trim. IV Trim. I Trim. II Trim. III Trim. IV Trim. I Trim. II Trim. III Trim A livello settoriale la riduzione dell occupazione regionale ha interessato quasi esclusivamente il comparto industriale: l occupazione in questo settore, nel periodo compreso tra il III trimestre 2008 e il III trimestre 2010, infatti, è diminuita di 49mila unità, mentre il terziario ha subìto una flessione di 5mila occupati l agricoltura di 2mila. 3

4 Di pari passo con la dinamica negativa dell occupazione è aumentato il numero dei disoccupati, passati dai 55mila del III trimestre 2008 ai 97mila del III trimestre Il significativo incremento dei disoccupati è risultato di due componenti: - coloro che hanno perso il lavoro, per effetto dell andamento negativo dell occupazione; - l aumento dell offerta di lavoro: le persone precedentemente inattive iniziano a cercare un occupazione, di fronte alla necessità di integrazione del reddito familiare. Il livello massimo di disoccupati si è osservato nel I trimestre 2010 (126mila unità), mentre a partire dal trimestre successivo si è osservato un decremento, dovuto in parte alla ripresa della domanda di lavoro e in parte all effetto scoraggiamento (le scarse prospettive di inserimento occupazionale offerte dal mercato del lavoro spingono parte dei disoccupati a rinunciare alla ricerca attiva di lavoro) Disoccupati in Emilia Romagna (dati in migliaia) - Istat III Trim. IV Trim. I Trim. II Trim. III Trim. IV Trim. I Trim. II Trim. III Trim Nei due anni considerati in Emilia-Romagna si è registrato un calo di 56mila occupati e una crescita di 42mila disoccupati. La diminuzione degli addetti è determinata quasi esclusivamente dalla componente maschile: il calo dell occupazione maschile è stato di -51mila unità, contro -5unità per quella femminile. Tra i disoccupati, invece, la crescita maggiore ha investito la componente femminile, cresciuta di 27mila unità, a fronte di un incremento di quella maschile di +16mila unità. Il motivo è da ricercarsi nell entrata nelle forze di lavoro di molte donne precedentemente inattive, come risposta delle famiglie agli effetti negativi della crisi dal punto di vista reddituale. E probabile che a fronte di una riduzione dei redditi (perdita dell occupazione o entrata in CIG o mobilità da parte di un componente del nucleo familiare), le famiglie abbiano reagito aumentando il numero di persone disposte a lavorare. 4

5 2. L'utilizzo degli ammortizzatori sociali nel 2010 per il sostegno al reddito dei lavoratori delle aziende in crisi 2.1 La Cassa Integrazione Guadagni Le ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate dall Inps costituiscono un indicatore molto importante per comprendere lo stato di salute dei sistema imprenditoriale locale, e consente di evidenziare quali settori, nei periodi considerati, hanno mostrato i maggiori segnali di difficoltà congiunturale. Si tratta di prestazioni economiche erogate dall INPS con la funzione di sostituire o integrare la retribuzione dei lavoratori sospesi o impiegati ad orario ridotto. L intervento ordinario opera in presenza di sospensioni o riduzioni temporanee e contingenti dell attività d impresa che conseguono a situazioni aziendali, determinate da eventi transitori non imputabili all imprenditore o ai lavoratori, ovvero da crisi temporanee di mercato. Quello straordinario opera a favore di imprese industriali e commerciali nel caso di ristrutturazione, riorganizzazione o riconversione aziendale, ovvero in situazioni di crisi aziendali e di procedure concorsuali. La gestione speciale edilizia, infine, si riferisce ad ore concesse a favore di operai di aziende industriali ed artigiane operanti nel settore dell edilizia ed affini, nel caso in cui la riduzione dell attività sia dovuta a situazioni metereologiche avverse o a fattori non imputabili all imprenditore o ai lavoratori. L unità statistica è rappresentata dalle ore di integrazione salariale autorizzate nel mese all azienda che ne fa richiesta. Le variabili di classificazione, oltre al mese di autorizzazione, sono il tipo di intervento (gestione ordinaria o straordinaria), il settore di attività economica dell azienda richiedente, la posizione professionale del personale coinvolto (operaio o impiegato) e la provincia nella quale è localizzata l azienda che ricorre a questo strumento. Accanto agli strumenti previsti dalla normativa vigente, verranno illustrati i dati relativi agli ammortizzatori in deroga, introdotti nel 2009 per far fronte alla situazione di crisi e sostenere il reddito di categorie di lavoratori altrimenti escluse. Ore totali di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate dall'inps nelle province dell'emilia-romagna. Anni 2008/2010 var.% PROVINCE /2009 Bologna % Modena % Reggio-Emilia % Ferrara % Forlì-Cesena % Piacenza % Rimini % Ravenna % Parma % EMILIA-ROM % Fonte: Elaborazione Osservatorio Mercato del Lavoro su dati Inps 5

6 Nel corso del 2010 le ore di cassa integrazione ha registrato un andamento crescente in tutta Italia. In Emilia-Romagna sono state autorizzate 119milioni di ore. I dati ripartiti per province permettono di individuare l epicentro della crisi, che si manifesta con maggiore intensità a Bologna, Modena e Reggio Emilia, dove si ha la maggiore concentrazione industriale, in particolare del comparto meccanico, e a Ferrara, dove è stato massiccio il ricorso alla cassa integrazione straordinaria. Guardando invece alla dinamica tra 2009 e 2010 emerge il forte incremento di ore autorizzate a Rimini (+145%) e a Reggio Emilia (+137%). Per valutare l intensità della crisi a prescindere dalla dimensione del settore industriale provinciale, si è messo in rapporto il numero di ore autorizzate in cassa integrazione nel 2010 con il numero di dipendenti dell industria di ogni provincia. Secondo questo specifico indicatore la provincia dove le difficoltà del mercato del lavoro dell industria si stanno manifestando con maggiore intensità è Ferrara, dove si registrano 312 ore di cassa integrazione per occupato. Altre province dove il fabbisogno di lavoro sta subendo una flessione significativa sono Rimini, Modena, Forlì-Cesena e Piacenza. Le altre province sembrano risentire in misura più contenuta degli effetti della crisi, e si attestano al di sotto del valore medio regionale. Parma, come già rilevato lo scorso anno, si conferma la provincia in cui la crisi si manifesta con minore intensità, grazie alla sua composita struttura economica e alle sue specializzazioni in comparti meno colpiti dalla crisi, come l alimentare Ore di cassa integrazione per occupato dipendente dell'industria e provincia - anno Ferrara Rimini Modena Forlì- Cesena Piacenza Bologna EMILIA- R. Reggio- Emilia Ravenna Parma La crisi attuale colpisce i settori economici con intensità molto diversa. L epicentro settoriale della crisi nella regione Emilia-Romagna è il meccanico, dove si registra il numero di gran lunga maggiore di ore di cassa integrazione autorizzate (60 milioni). Per la cassa ordinaria, il 56% delle ore autorizzate riguardano questo comparto. Le province più colpite sono Piacenza e Reggio Emilia, in cui quasi il 70% delle ore autorizzate proviene dal settore meccanico. Per la cassa straordinaria la quota della meccanica sul totale delle ore autorizzate si attesta a livello regionale al 60%. Ferrara e Piacenza sono le province che più hanno 6

7 utilizzato la cassa straordinaria per questo settore (il peso della meccanica risulta rispettivamente del 92% e dell 81%). Anche altri comparti industriali vengono tuttavia investiti dalla crisi in modo pesante: la lavorazione dei materiali non metalliferi (9,3 milioni di ore autorizzate), con epicentro della crisi a Modena e Reggio Emilia (e in misura inferiore a Bologna e Piacenza), l abbigliamento, dove più colpite sono le province di Modena e Bologna, il legno concentrato su Forlì-Cesena e Bologna, la chimica, in particolare nelle province di Bologna, Forlì-Cesena, Ravenna e Reggio Emilia. Rimangono toccati in misura inferiore, ma su livelli significativi, il settore tessile, l industria delle pelli e cuoio e quella della carta-editoria. Nel settore edile, infine, l aumento di ore autorizzate è stato particolarmente forte nelle province di Ravenna, Modena e Forlì-Cesena. Considerando l andamento delle ore di cassa integrazione autorizzate nell ultimo triennio in provincia di Piacenza si osserva un peggioramento nell utilizzo di questo ammortizzatore, iniziato nel 2009 e proseguito nel Nell ultimo anno, in particolare, il numero di ore autorizzate è raddoppiato, passando da 4 a 8 milioni. ORE DI INTEGRAZIONE SALARIALI AUTORIZZATE DALLE SEDI INPS PER SETTORE. Totale generale ordinaria, straordinaria e deroga SETTORI ATTIVITA' AGRICOLE INDUSTRIALI INDUSTRIE ESTRATTIVE LEGNO ALIMENTARI METALLURGICHE MECCANICHE TESSILI ABBIGLIAMENTO CHIMICHE PELLI, CUOIO E CALZATURE LAVORAZ. MINERALI NON METALLIFERI CARTA, STAMPA, EDITORIA INSTALLAZ. IMPIANTI PER L'EDILIZIA ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA TRASPORTI E COMUNICAZIONI SERVIZI E VARIE COMMERCIO ALTRO (EE.PP., AGRICOLT., CREDITO) INDUSTRIA EDILE ARTIGIANATO EDILE INDUSTRIA LAPIDEI TOTALE GENERALE Di cui: industria in senso stretto Di cui: industria metalmeccanica Di cui: edilizia Totale deroga sul totale generale (%) 0,4% 10,8% 27,0% Fonte: Inps 7

8 Ore di Cassa Integrazione autorizzate in provincia di Piacenza per tipologia. Anni 2008/ ordinaria straordinaria edilizia deroga Il grafico successivo consente di osservare come si distribuiscono le ore autorizzate nel 2010 per la cassa integrazione nei differenti comparti. Spicca la netta preponderanza del settore metalmeccanico, che da solo pesa per il 71% sulle ore complessivamente autorizzate. Ore di CIG ordinaria, straordinaria e in deroga approvate nel 2010 per settori Ind. legno Grafica 1% Ind. Aliment. 1% 1% Ind. abbigliam. 1% Ind. chimica 2% Commercio 5% Edilizia 7% Ind. minerali non metall. 8% Trasporti 1% Ind. tessile 1% Altri settori 1% Ind. metalmeccanica 71% I dati relativi alle ore autorizzate di cassa integrazione in provincia di Piacenza evidenziano altissimi livelli di utilizzo, da parte delle imprese piacentine, della CIG ordinaria: nel 2010 le ore autorizzate sono risultate complessivamente 2,9 milioni, 8

9 di poco superiore al livello osservato nel 2009, quando erano state approvate 2,8 milioni di ore. La tabella seguente consente di osservare in dettaglio quali settori economici hanno fatto ricorso a questo strumento negli ultimi tre anni, evidenziando i maggiori segnali di difficoltà congiunturale. L industria meccanica ha avuto autorizzate nel 2010 oltre due milioni di ore, il 75% delle ore complessivamente concesse nella gestione ordinaria. Altri comparti penalizzati sono stati l industria dei minerali non metalliferi (oltre 267mila ore autorizzate) e, in misura inferiore, le industrie chimiche (86mila ore), del legno ( ore), dell abbigliamento (quasi 61mila ore) e i trasporti ( ore). ORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI AUTORIZZATE PER SETTORE. INTERVENTI ORDINARI. 2008/ ATTIVITA' AGRICOLE INDUSTRIALI INDUSTRIE ESTRATTIVE LEGNO ALIMENTARI METALLURGICHE MECCANICHE TESSILI ABBIGLIAMENTO CHIMICHE PELLI, CUOIO E CALZATURE LAVORAZ. MINERALI NON METALLIFERI CARTA, STAMPA, EDITORIA INSTALLAZ. IMPIANTI PER L'EDILIZIA ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA TRASPORTI E COMUNICAZIONI SERVIZI E VARIE T O T A L E di cui: Industria in senso stretto Fonte: Inps Le ore concesse per la CIG straordinaria, prevista in caso di interventi di carattere straordinario, legati a crisi o ristrutturazioni, riconversioni o riorganizzazioni aziendali, hanno registrato un forte incremento nel 2010, tanto da superare i 2,6 milioni di ore, contro le 522mila dell anno precedente. Anche nella gestione straordinaria il settore meccanico è stato quello più colpito: le ore autorizzate sono state complessivamente , l 81% delle ore complessive. Altri settori che dimostrano di attraversare un periodo di forte difficoltà sono l industria del minerali non metalliferi e il commercio, rispettivamente con 288mila e 130mila ore autorizzate. 9

10 ORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI AUTORIZZATE PER SETTORE. INTERVENTI STRAORDINARI / ATTIVITA' AGRICOLE INDUSTRIALI INDUSTRIE ESTRATTIVE LEGNO ALIMENTARI METALLURGICHE MECCANICHE TESSILI ABBIGLIAMENTO CHIMICHE PELLI, CUOIO E CALZATURE LAVORAZ. MINERALI NON METALLIFERI CARTA, STAMPA, EDITORIA INSTALLAZ. IMPIANTI PER L'EDILIZIA ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA TRASPORTI E COMUNICAZIONI SERVIZI E VARIE COMMERCIO ALTRO (EE.PP., AGRICOLT., CREDITO) T O T A L E di cui: Industria in senso stretto Fonte: Inps Di pari passo con la generale crescita del ricorso alla cassa integrazione, anche la gestione speciale edilizia ha mostrato un incremento nelle ore autorizzate, passate da nel 2009 a nell anno successivo (+9%). Sono cresciute le ore concesse per l edilizia industriale (passate da 206mila nel 2009 a 221mila ore nel 2010) e quelle per il settore dei lapidei, mentre sono di poco diminuite le ore concesse per l edilizia artigianale (da 134mila a 131mila ore). ORE DI INTEGRAZIONE SALARIALI AUTORIZZATE DALLE SEDI INPS. GESTIONE SPECIALE EDILIZIA. OPERAI E IMPIEGATI / Artigianato edile Industria edile Lapidei TOTALE Fonte: Inps Significativo nel 2010 è stato l utilizzo da parte delle aziende piacentine degli ammortizzatori in deroga come strumento per affrontare la crisi: le ore autorizzate sono state poco più di 2 milioni. La ripartizione settoriale delle imprese che ricorrono agli ammortizzatori in deroga mette in evidenza la netta prevalenza del manifatturiero: il comparto della meccanica registra quasi 1,3 milioni di ore, seguito a netta distanza dal commercio (quasi 310mila ore) e dal settore dell installazione di impianti per l edilizia (118mila ore). 10

11 ORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI AUTORIZZATE PER SETTORE. INTERVENTI IN DEROGA / ATTIVITA' AGRICOLE INDUSTRIALI INDUSTRIE ESTRATTIVE LEGNO ALIMENTARI METALLURGICHE MECCANICHE TESSILI ABBIGLIAMENTO CHIMICHE PELLI, CUOIO E CALZATURE LAVORAZ. MINERALI NON METALLIFERI CARTA, STAMPA, EDITORIA INSTALLAZ. IMPIANTI PER L'EDILIZIA ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA TRASPORTI E COMUNICAZIONI SERVIZI E VARIE COMMERCIO ALTRO T O T A L E di cui: Industria in senso stretto Fonte: Inps Interessante può risultare l analisi della distribuzione della cassa integrazione richiesta per tipologia nei diversi settori di attività. Alcuni comparti hanno fatto ampio ricorso alla cassa integrazione in deroga: commercio, industria tessile, edilizia extra-gestione, industria della carta, lapidei. Altri, come le industrie meccaniche e alimentari, si contraddistinguono invece per un alta quota di ore autorizzate nella gestione straordinaria. Altri settori, infine, hanno fatto ricorso quasi esclusivo alla cassa integrazione ordinaria: si tratta delle industrie estrattive, dell edilizia artigianale ed industriale, e delle industrie metallurgiche. 11

12 Ore di cassa integrazione autorizzate per settore e tipologia. Composizione % TOTALE GENERALE Commercio Ind. Tessile Installaz. Impianti edil. Ind. Carta, stampa Ind. Meccaniche Ind. Alimentari Lapidei Ind. Min. non metall. Ind. Abbigliam. Ind. Chimiche Ind. Legno Trasp. e comunicaz. Ind. Metallurgiche Ind. Edile Artigianato Edile Ind. Estrattive 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% ORDINARIA STRAORDINARIA DEROGA Il grafico seguente ci consente di osservare l andamento delle ore di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga autorizzate negli ultimi due anni per trimestre. La crisi nel mercato del lavoro a livello provinciale ha iniziato a fare sentire i suoi effetti a partire dai primi mesi del 2009, quando le imprese provinciali hanno accresciuto la richiesta di cassa integrazione ordinaria. Nei primi tre trimestri del 2009 le imprese hanno richiesto quasi esclusivamente cassa integrazione ordinaria, che ha registrato una fortissima crescita nell ultimo trimestre del 2009, quando sono state autorizzate un milione e mezzo di ore; sempre nell ultimo trimestre 2009 è iniziato a crescere il ricorso alla cassa integrazione in deroga. A partire dai primi mesi del 2010 si è attenuata la richiesta di cassa integrazione ordinaria, a fronte di una crescita significativa di quella straordinaria e in deroga. Il ricorso alla cassa integrazione straordinaria da parte delle aziende provinciali è stato piuttosto contenuto nel 2009, ed è cresciuto in misura significativa nell anno successivo, in particolare nel primo e nel terzo trimestre del La cassa integrazione in deroga, infine, ha iniziato a manifestarsi nell ultimo trimestre del 2009 ed è proseguita su livelli significativi per tutto il Il livello massimo di cassa in deroga è stato raggiunto nell ultimo trimestre 2010 (800mila ore autorizzate). Guardando ai dati complessivi è possibile affermare che la crisi ha iniziato a manifestarsi soprattutto nell ultima parte del 2009, ed è proseguita per tutto il 2010, evidenziando però incoraggianti segnali di attenuazione nell ultimo trimestre. 12

13 Ore di CIG autorizzate per tipologia in provincia di Piacenza per trimestre DEROGA CIGS CIGO I 2009 II 2009 III 2009 IV 2009 I 2010 II 2010 III 2010 IV Le imprese e i lavoratori coinvolti negli ammortizzatori in deroga Per far fronte alla crisi economica ed occupazionale in atto è stato introdotto, accanto agli ammortizzatori sociali previsti dalla normativa nazionale, un nuovo strumento, rappresentato dagli ammortizzatori in deroga, che ha consentito di estendere gli strumenti di tutela del reddito a gruppi di lavoratori che di norma non rientrano tra i beneficiari (soprattutto lavoratori di piccole imprese sospesi dal lavoro in seguito a situazioni di crisi), consentendo loro l accesso alla cassa integrazione e all indennità di mobilità in deroga. La Regione Emilia-Romagna, di concerto con UPI e ANCI, organizzazioni sindacali e associazioni imprenditoriali, ha siglato accordi che estendono la possibilità di affrontare l attuale crisi salvaguardando la base produttiva ed evitando licenziamenti prevedendo ammortizzatori in deroga, in particolare ai lavoratori occupati in imprese o presso datori di lavoro che non rientrano nel campo della cassa integrazione secondo la normativa vigente, ai lavoratori impiegati in cooperative senza la possibilità di accesso alla cassa integrazione, nei servizi, nel commercio e nell artigianato. Le aziende localizzate sul territorio della provincia di Piacenza che nel periodo novembre 2009/dicembre 2010 sono state coinvolte in accordi sindacali per accedere a trattamenti di cassa integrazione in deroga sono state 394, mentre i lavoratori potenziali utilizzatori di questo strumento sono stati Tra questi, i lavoratori effettivamente interessati dalla CIG in deroga e che hanno svolto percorsi concordati con i Centri per l Impiego provinciali sono stati 1.094, il 45% di quelli coinvolti negli accordi sindacali. Tali servizi consistono, per la totalità dei lavoratori, nell erogazione di informazioni, nell accesso ai servizi e nei colloqui orientativi di gruppo. Per chi ne fa richiesta, inoltre, i Centri per l Impiego forniscono altri servizi, quali i colloqui di orientamento individuali. L analisi della distribuzione dei lavoratori coinvolti in base alla tipologia di accordi evidenzia una prevalenza di interventi ordinari: sono stati coinvolti in accordi di cassa integrazione in deroga ordinaria 670 lavoratori, il 61% del totale. Per 111 di questi la 13

14 cassa ordinaria si è poi trasformata in straordinaria. I lavoratori coinvolti fin da subito in interventi di cassa integrazione straordinaria in deroga, infine, sono stati 424. Tra i lavoratori interessati si osserva una netta prevalenza della componente maschile (764, il 70% del totale), vista anche la tipologia strettamente manifatturiera delle aziende coinvolte, come si vedrà di seguito. Bassa risulta l età dei lavoratori coinvolti in ammortizzatori in deroga: i giovani di età inferiore ai 30 anni sono infatti 284, il 26% del totale. La fascia compresa tra i 30 e i 39 anni incide per il 29%, la stessa quota della fascia tra i 40 e i 49 anni. Piuttosto marginale è la presenza di lavoratori ultracinquantenni: solo 179 lavoratori, il 16% del totale. Lavoratori in CIG in deroga che hanno svolto percorsi concordati con il Centro per l Impiego per genere e fasce di età. Valori assoluti e % FASCE DI ETA' Maschi Femmine Totale % MENO DI 25 ANNI ,7% ANNI ,2% ANNI ,5% ANNI ,4% ANNI ,6% ANNI ,2% ANNI ,7% ANNI ,9% 60 ANNI E OLTRE ,8% Totale ,0% Fonte: Provincia di Piacenza - Elaborazione Osservatorio Mercato del Lavoro su dati SILER La presenza di lavoratori italiani risulta prevalente: si tratta di 878 lavoratori, l 80% del totale. Tra le nazionalità straniere più numerose si segnalano l albanese, la marocchina, la romena e la macedone. Lavoratori in CIG in deroga che hanno svolto percorsi concordati con il Centro per l Impiego per genere e nazionalità. Valori assoluti e % NAZIONALITA' Maschi Femmine Totale % ITALIANA ,3% ALBANESE ,6% MAROCCHINA ,3% ROMENA ,3% MACEDONE ,0% BURKINA FASO ,8% ECUADOR ,8% TUNISINA ,7% ALTRE ,2% Totale ,0% Fonte: Provincia di Piacenza - Elaborazione Osservatorio Mercato del Lavoro su dati SILER La suddivisone dei lavoratori sospesi e messi in cassa integrazione in deroga per settore di attività evidenzia come il comparto che ha maggiormente utilizzato questo strumento risulta, ancora una volta, l industria metalmeccanica, da cui proviene il 48% circa dei lavoratori coinvolti, seguito dal commercio (20%). Gli altri settori risultano meno colpiti: si segnalano l industria del legno e arredamento (64 lavoratori 14

15 sospesi), quella tessile (44), quella della gomma e materie plastiche (43), l edilizia (46) e i trasporti (44). Lavoratori in CIG in deroga che hanno svolto percorsi concordati con il Centro per l Impiego per genere e settore di provenienza. Valori assoluti e % SETTORI Maschi Femmine Totale % Agricoltura ,1% Ind. metalmeccanica ,6% Ind. alimentare ,5% Ind. gomma e plastica ,9% Ind. legno e arredamento ,9% Ind. vetro ,1% Ind. cemento ,5% Ind. chimica ,4% Ind. tessile ,0% Ind. pelli e cuoio ,3% Ind. carta ,8% Grafica ed editoria ,9% Edilizia ,2% Commercio ,4% Pubblici esercizi ,6% Trasporto e magazzinagg ,0% Pulizie ,2% Studi professionali ,9% Altri servizi ,7% Totale % Fonte: Provincia di Piacenza - Elaborazione Osservatorio Mercato del Lavoro su dati SILER 2.3 La mobilità Un altro indicatore utile per l analisi del mercato del lavoro in chiave congiunturale è rappresentato dal numero lavoratori di licenziati in seguito a crisi e ristrutturazioni aziendali e messi in mobilità. Tale dato consente di completare il quadro relativo alla situazione occupazionale provinciale nel 2010 e di valutare l intensità della crisi. I dati vengono estratti dalle banche dati dei Centri per l Impiego, e consentono di rilevare il ricorso alla mobilità da parte delle imprese localizzate nel territorio, individuando le caratteristiche sia delle imprese coinvolte nelle crisi aziendali che dei lavoratori espulsi. L andamento di questo indicatore conferma la situazione di difficoltà attraversata dal mercato del lavoro provinciale. Situazione che, tuttavia, non risulta peggiorata rispetto all anno precedente: nel corso del 2010, infatti, si è osservata una leggera contrazione del ricorso alla mobilità da parte delle imprese piacentine: il numero di nuovi iscritti nelle liste di mobilità è stato di 1.459, contro i dell anno precedente (-4%). Con riferimento alla tipologia di intervento si conferma prevalente il ricorso alla mobilità in base alla Legge 236/93, che interessa imprese che occupano anche meno di 15 dipendenti: nel 2010 sono stati licenziati in base a questo intervento lavoratori, il 77% dei lavoratori espulsi complessivamente. I lavoratori licenziati ai 15

16 sensi della Legge 223/91 sono stati 341, in leggero calo rispetto al livello riscontrato nel 2009 (-3%). Gli effetti della crisi, pertanto, sembrano ripercuotersi ancora una volta sulle aziende di minori dimensioni Flusso di iscritti nelle liste di mobilità in base al tipo di intervento. Serie storica L.236/93 L.223/91 I dati relativi ai mesi di inserimento nelle liste provinciali di mobilità evidenziano alcuni picchi nei mesi di gennaio e luglio, mentre a partire dal mese di ottobre si assiste ad un progressivo ridimensionamento nel numero di nuovi iscritti Flusso di lavoratori inseriti nelle liste di mobilità per mese di iscrizione, Dicembre Novembre Ottobre Settembr Agosto Luglio Giugno Maggio Aprile Marzo Febbraio Gennaio 16

17 L analisi delle caratteristiche dei lavoratori espulsi consente di disporre di elementi utili per la progettazione di iniziative e politiche in grado di favorirne il reinserimento occupazionale. Quasi i due terzi dei lavoratori licenziati e messi in mobilità sono di genere maschile, senza significative differenze in base al tipo di intervento. Flusso di iscritti nelle liste di mobilità per tipo di intervento e genere del lavoratore. Anno 2010 TIPO DI INTERVENTO Maschi Femmine Totale Legge 223/ Legge 236/ Totale Fonte: Provincia di Piacenza - Elaborazione Osservatorio Mercato del Lavoro su dati SILER Osservando i dati relativi all età dei lavoratori licenziati si rileva una prevalenza delle fasce centrali: complessivamente il 62% ha un età compresa fra i 30 e i 49 anni. Esistono significative differenze in base al tipo di intervento: i lavoratori licenziati in base alla Legge 236/93, e quindi da imprese di minori dimensioni, hanno mediamente un età inferiore (il 49% ha meno di 40 anni, contro il 31% di quanti sono stati licenziati da aziende di maggiori dimensioni). Nei licenziamenti collettivi ex L.223/91, al contrario, sono prevalenti i lavoratori appartenenti alle fasce più avanzate: il 36% degli espulsi ha più di 49 anni, contro il 19% tra i licenziati da piccole aziende. I giovani al di sotto dei 30 anni costituiscono una minoranza (15% del totale), in particolare tra i licenziati delle aziende di maggiori dimensioni, dove incidono solo per il 9%. Flusso di iscritti nelle liste di mobilità per tipo di intervento e fasce d età. Anno 2010 Legge 223/91 Legge 236/93 Totale FASCE D ETA Val.ass. Val.% Val.ass. Val.% Val.ass. Val.% Fino a 29 anni 30 9% % % anni 76 22% % % anni % % % 50 anni e oltre % % % Totale % % % Fonte: Provincia di Piacenza - Elaborazione Osservatorio Mercato del Lavoro su dati SILER I dati relativi al livello di istruzione dei lavoratori licenziati ed iscritti nelle liste di mobilità evidenziano una prevalenza di lavoratori in possesso della licenza media (33%) e del diploma di scuola superiore (30%). Alta risulta la quota di lavoratori privi di titolo di studio (circa 1 su 4): in questa categoria rientrano i lavoratori di nazionalità straniera, per i quali esiste il problema del riconoscimento legale dei titoli di studio conseguiti nei Paesi di origine. E invece marginale la quota di lavoratori inseriti nelle liste di mobilità in possesso della laurea: solo il 5% del totale. Rispetto al tipo di intervento si rilevano significative differenze nei livelli di istruzione dei lavoratori licenziati: tra quanti provengono da aziende che rientrano nel campo di applicazione della L.223/91 sono più numerosi i lavoratori in possesso del diploma e della laurea, mentre tra quanti sono stati espulsi da aziende di dimensioni inferiori (L.236/93) è molto maggiore la quota di lavoratori privi di un titolo di studio riconosciuto. 17

18 Flusso di iscritti nelle liste di mobilità per tipo di intervento e livello di istruzione. Anno 2010 L.223/91 L.236/93 Totale Val.ass. Val.% Val.ass. Val.% Val.ass. Val.% Nessun titolo 34 10% % % Licenza media % % % Qualifica prof.le 25 7% 59 5% 84 6% Diploma SMS % % % Laurea 29 9% 51 5% 80 5% Totale % % % Fonte: Provincia di Piacenza - Elaborazione Osservatorio Mercato del Lavoro su dati SILER La distribuzione dei lavoratori licenziati e iscritti nelle liste di mobilità nel 2010 per settore di provenienza è riportato nel grafico seguente. Il 44% dei lavoratori espulsi e messi in mobilità nel corso del 2010 proviene dal settore manifatturiero (il 30% solo dall industria metalmeccanica), e il 16% dall edilizia. Nel terziario, che incide complessivamente per il 37% sul totale, i comparti maggiormente colpiti sono il commercio (20%), i trasporti-magazzinaggio (7%) e i pubblici esercizi (5%). Rispetto al 2009 tra i lavoratori licenziati si è di poco ridimensionato il peso del metalmeccanico (sceso dal 31% al 30%) e dei trasporti (dal 9% al 7%), mentre è aumentata l incidenza dei lavoratori espulsi dal commercio (dal 17% al 20%) e dall edilizia (dal 14% al 16%). Flusso di lavoratori iscritti nelle liste provinciali di mobilità per settore di provenienza. Anno 2010 Ind. Aliment. 3% Pubblici esercizi 5% Trasp e magazz. 7% Altri settori industria 11% Edilizia 16% Altri settori servizi 6% Non specificato 1% Ind. Metalmeccanica 30% Commercio 20% I dati relativi al settore variano in misura significativa a seconda della dimensione delle aziende: tra quelle di maggiori dimensioni, che hanno effettuato licenziamenti collettivi in base alla Legge 223/91, risultano più numerose le aziende metalmeccani- 18

19 che, commerciali, dell industria del cemento e della carta, mentre tra le piccole aziende sono maggiormente coinvolti, accanto al metalmeccanico e al commercio, l edilizia, le industrie alimentari, del legno, del tessile, della gomma e del vetro nel settore secondario, e nel terziario le aziende dei trasporti, i pubblici esercizi, le imprese di pulizia e il settore socio-assistenziale. Flusso di iscritti nelle liste di mobilità per settore di provenienza. Anno 2010 SETTORE Legge 223/91 Legge 236/93 N lavoratori Agricoltura Industria metalmeccanica Edilizia Industria alimentare Industria cemento Industria legno e arredam Industria tessile Grafica ed editoria Industria carta Industria gomma e plastica Industria chimica Industria vetro Altri settori industria Commercio Trasporti e magazzinaggio Pubblici esercizi Pulizie Socio-assistenziale Studi professionali Parrucchieri, estetiste Altri servizi Non indicato Totale complessivo Fonte: Provincia di Piacenza - Elaborazione Osservatorio Mercato del Lavoro su dati SILER I dati relativi ai lavoratori licenziati nel corso del 2010 evidenziano una prevalenza di figure operaie specializzate (25%), semiqualificate (16%) o generiche (13%). Risulta significativa anche la presenza di professionalità tecniche ed impiegatizie (rispettivamente il 17% e il 13%), accanto alle figure qualificate nel commercio e nei servizi (14%). 19

20 Flusso di iscrizioni nelle liste di mobilità per professione esercitata. Anno 2010 Operai semiqualificati 16% Professioni non qualificate 13% Dirigenti, prof.ni alta specializz.ne 2% Professioni tecniche 17% Impiegati 13% Operai specializzati 25% Prof.ni qualif. comm. e serv. 14% Nella tabella che segue è possibile osservare nel dettaglio le qualifiche ricoperte in azienda dai lavoratori licenziati e messi in mobilità, divise per tipo di intervento, in base ai raggruppamenti Istat delle professioni. Flusso di iscritti nelle liste di mobilità per professione esercitata e tipo di intervento. Anno 2010 GRU PPI DESCRIZIONE PROFESSIONE L.223/ 1991 L.236/ 1993 TOTALE 1 DIRIGENTI ED IMPRENDITORI Imprenditori, amministratori e dirigenti PROFESSIONI INTELLETTUALI E DI ALTA SPECIALIZZAZIONE Specialisti in scienze matematiche, fisiche, naturali ed assimilati Ingegneri, architetti e professioni assimilate Specialisti in scienze umane, sociali e gestionali Specialisti nella formazione, della ricerca ed assimilati PROFESSIONI TECNICHE Prof.ni tecniche nelle scienze fisiche, naturali, nell'ingegn. ed assimil Professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita Professioni tecniche nell'amm.ne e nelle attività finanziarie e commer.li Professioni tecniche nei servizi pubblici e alla persona IMPIEGATI Impiegati di ufficio Impiegati a contatto diretto con il pubblico PROFESSIONI QUALIFICATE NEL COMMERCIO E NEI SERVIZI Professioni qualificate nelle attività commerciali Professioni qualificate nelle attività turistiche ed alberghiere Professioni qualificate nei servizi sanitari Prof.ni qualificate nei servizi sociali, culturali, di sicurezza, di pulizia

21 6 ARTIGIANI, OPERAI SPECIALIZZATI E AGRICOLTORI Artigiani ed operai specializzati dell'industria estrattiva e dell'edilizia Artigiani ed operai metalmeccanici specializzati ed assimilati Artigiani ed operai spec. della meccanica di precisione Agricoltori ed operai spec. dell'agricoltura, della zootecnia, Artigiani e operai spec. ind. alimentari, legno, tessile, abbigliam., CONDUTTORI IMPIANTI E OP. SEMIQUALIF. ADD. AI MACCHIN Conduttori di impianti industriali Op. semiqualif. macchinari fissi x lavoraz. in serie e op. add. montaggio Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nell'industria alimentare Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento PROFESSIONI NON QUALIFICATE Professioni non qualificate nelle attività gestionali Professioni non qualificate nelle attività commerciali e nei servizi Professioni non qualificate nei servizi di istruzione e sanitari Professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati Professioni non qualificate dell'agricoltura, dell'allevamento, Professioni non qualificate delle costruzioni e delle attività industriali Non indicata TOTALE Fonte: Provincia di Piacenza - Elaborazione Osservatorio Mercato del Lavoro su dati SILER Le liste di mobilità subiscono continui cambiamenti, per effetto delle nuove iscrizioni o delle cancellazioni determinate dal termine del periodo di mobilità o dall avviamento al lavoro degli iscritti nelle liste. Interessante risulta osservare, accanto ai flussi di ingresso nelle liste, lo stock di lavoratori presenti nelle liste provinciali di mobilità al 31 dicembre Si tratta di lavoratori, in crescita rispetto al dato rilevato al termine del 2009: +335 iscritti, +15%). Analizzando l andamento degli iscritti in base al tipo di mobilità si rileva una crescita di 269 unità (+17%) degli iscritti a seguito di licenziamenti individuali, a fronte di un incremento di 66 unità dello stock di iscritti derivanti da licenziamenti collettivi (+10%). Risulta pertanto confermato, anche nei dati di stock, che la situazione congiunturale negativa si è ripercossa in prevalenza sulle aziende di piccole dimensioni. Stock di lavoratori iscritti nelle liste di mobilità per tipo di intervento al 31/12 di ogni anno TIPO DI INTERVENTO 31/12/ /12/ /12/ /12/ /12/2010 Legge 223/ Legge 236/ Totale Fonte: Provincia di Piacenza - Elaborazione Osservatorio Mercato del Lavoro su dati SILER 21

22 2.4 Le domande di indennità di disoccupazione presentate all Inps Lo studio del ricorso agli ammortizzatori sociali si conclude con l analisi dei dati relativi all accesso agli strumenti di sostegno al reddito nel caso di disoccupazione involontaria: viene preso in esame l andamento delle richieste di sussidio di disoccupazione a requisiti ordinari o ridotti presentate all Inps. Le richieste di sussidio di disoccupazione per lavoratori licenziati da imprese industriali o terziarie nel 2010 sono state 5.760, con un decremento rispetto all anno precedente del 16%. La diminuzione di richieste di integrazione salariale riguarda soprattutto i percettori di indennità di disoccupazione a requisiti ridotti, con almeno 78 giornate lavorative nell anno precedente (-505 domande, -23%), mentre le richieste di disoccupazione ordinaria, presentate da persone che hanno lavorato almeno 52 settimane nell arco dei due anni precedenti, sono diminuite di 434 unità (-10%). Domande di disoccupazione presentate in 1^ istanza all INPS, 2008/2010 per tipo di integrazione salariale. Valori assoluti e tassi di variazione assoluta e % Tipologia di indennità Variazione 2010/2009 Variazione % ORDINARIA % A REQUISITI RIDOTTI % TOTALE % Fonte: Elaborazione Regione Emilia-Romagna su dati Inps Nel considerare i dati relativi alle richieste di disoccupazione occorre tenere presente che la quota di domande accolte rispetto a quelle presentate è mediamente dell 85%. Il numero di domande presentate, inoltre, non equivale al numero di disoccupati realmente presente nel territorio: l indennità ha una durata variabile tra i 6 e gli 8 mesi, e non tutti i beneficiari ne godono per intero, dal momento in cui non appena trovano un altro lavoro il sussidio si blocca. Lo stesso lavoratore, inoltre, può presentare più domande nel corso dello stesso anno. 3. I dati dei Centri per l Impiego L analisi sull andamento del mercato del lavoro in chiave congiunturale può essere arricchita sfruttando il flusso di dati derivanti dall attività amministrativa dei Centri per l Impiego in capo alle province. I Centri per l Impiego alimentano costantemente una banca dati relativa alle persone in cerca di occupazione, agli avviamenti e alle cessazioni dei rapporti di lavoro. L utilizzo ai fini statistici dei dati estratti dagli archivi dei Centro per l Impiego consente di monitorare in termini congiunturali la domanda di lavoro a livello locale, misurata sulla base delle registrazioni dei flussi di entrata/uscita dall occupazione, osservandone in particolare la durata, la tipologia contrattuale, il tipo di rapporto di lavoro, la qualifica di avviamento, il settore di attività e la localizzazione delle imprese. Le informazioni contenute in questa banca dati permettono di rilevare le variazioni territoriali e settoriali dell occupazione, l andamento della domanda di lavoro per settori, tipologia di rapporto di lavoro, orario, ecc.. E soprattutto sui flussi di 22

23 avviamenti e cessazioni che si concentrerà la nostra attenzione, rivolta soprattutto a studiare in chiave congiunturale l andamento del mercato del lavoro. I dati amministrativi consentono anche di trarre informazioni circa il dimensionamento e le caratteristiche della disoccupazione cosiddetta amministrativa, ossia quella esplicitata presso i Centri per l Impiego. Dei disoccupati iscritti presso i Centri, in particolare, vengono rilevate informazioni molto dettagliate di tipo anagrafico (genere, età, cittadinanza, residenza) e lavorativo (titoli di studio posseduti, qualifiche conseguite, esperienze lavorative maturate, anzianità di disoccupazione, ecc.), che consentono di evidenziare le principali caratteristiche delle persone disoccupate disponibili a lavorare presenti sul territorio. 3.1 I disoccupati disponibili iscritti ai Centri per l Impiego Lo stock di disoccupati che hanno sottoscritto presso i Centri per l Impiego della Provincia di Piacenza la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro ai sensi del Decreto Legislativo 297/2002 risulta pari, al 31 dicembre 2010, a unità, in crescita rispetto all anno precedente di circa unità (+11%). La componente femminile si conferma la più numerosa: le iscritte infatti ammontano a unità, con un incidenza sul totale del 58,8%, in leggero calo rispetto al 59,8% di un anno prima. Rispetto all anno precedente, infatti, è la componente maschile ad aver registrato l incremento maggiore: gli iscritti di genere maschile sono cresciuti di 758 unità (+14%), a fronte di un aumento delle iscritte di 726 unità (+9%). Il 61,2% degli iscritti è domiciliato nei comuni facenti capo al Centro per l Impiego di Piacenza, che comprende anche le sedi di Bettola e Bobbio, mentre la quota restante si distribuisce tra i Centri di Fiorenzuola (20,2%) e Castel San Giovanni (18,6%). Osservando la distribuzione degli iscritti in base alla condizione professionale emerge una forte prevalenza di disoccupati iscritti con precedenti esperienze di lavoro (79,8%, in calo rispetto all 80,4% di un anno prima). Gli inoccupati, ossia le persone prive di precedenti esperienze lavorative e in cerca del primo impiego, ammontano a unità, e riducono il loro peso sul totale rispetto al 2009 (dal 14,3% al 13,9%). Le altre due categorie di iscritti cui viene riconosciuto lo status di disoccupato pesano complessivamente per il 6,2%: si tratta degli occupati in modo precario, che mantengono lo status di disoccupato in quanto, pur svolgendo un'attività lavorativa, sono occupati con contratti a tempo determinato di durata inferiore a 4 mesi nell anno solare e percepiscono un reddito inferiore ad una certa soglia, e dei lavoratori impegnati in esperienze di tirocinio. Al termine del 2010 i primi ammontano a 684 unità, i secondi a 243 unità. Forte è stata la crescita, rispetto al precedente anno, degli occupati precari, passati da 518 a 684 unità. Un importante caratteristica che emerge dai dati è il forte squilibrio verso la componente femminile in tutte le categorie considerate, in particolare tra gli occupati in modo precario (il 77% è costituito da donne) e tra gli inoccupati (68%), segnale di una maggiore difficoltà incontrata dalle donne nel reperimento della prima occupazione. Tra i disoccupati impegnati in esperienze di tirocinio il 58% è di genere femminile, mentre nella categoria dei disoccupati con precedenti esperienze di lavoro lo squilibrio tra i generi risulta meno elevato (il peso della componente femminile è del 56%). 23

24 Stock di iscritti disponibili ai Centri per l'impiego della Provincia di Piacenza al 31 dicembre 2010 CENTRO PER L'IMPIEGO Maschi Femmine Totale incid.% Piacenza ,2% Fiorenzuola ,2% Castel San Giovanni ,6% Totale ,0% CONDIZIONE Disoccupati ,8% In cerca di prima occupazione ,9% Occupati precari (tempo det. < 4 mesi) ,6% Occupati senza contratto lavoro (tirocini) ,6% Totale ,0% CLASSI DI ETA Fino a 18 anni ,4% anni ,5% anni ,0% anni ,2% anni ,8% oltre 50 anni ,0% Totale ,0% ANZIANITA' DI DISOCCUPAZIONE meno di un anno ,3% da 1 a 2 anni ,7% da oltre 2 anni ,0% Totale ,0% NAZIONALITA' Italiana ,8% Comunitaria ,6% Extracomunitaria, di cui: ,6% Marocchina ,4% Albanese ,9% Ecuadoriana ,4% Macedone ,8% Ucraina ,6% Tunisina ,2% Indiana ,1% Moldova ,8% Fonte: Provincia di Piacenza - Elaborazione Osservatorio Mercato del Lavoro su dati SILER 24

25 Iscritti per condizione professionale e genere, 31 dic % 90% 80% 70% 60% Femmine 50% 40% Maschi 30% 20% 10% 0% Disoccupati In cerca di 1^ occupazione Occupati precari Occupati in tirocinio Si conferma, come già rilevato negli scorsi anni, il forte sbilanciamento degli iscritti nelle classi di età più avanzate: gli ultratrentenni sono , ed incidono sul totale degli iscritti per il 76,0% (al 31 dicembre 2009 rappresentavano il 75,4%). La classe di età più importante numericamente è quella dei trentenni, che pesano per un 27,2% sul totale, seguita da quella dei quarantenni (24,8%). I giovani al di sotto dei 25 anni che hanno sottoscritto la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro presso i Centri per l Impiego sono pari, al termine del 2010, a unità, ed incidono sul totale degli iscritti per il 12,9% (stabili rispetto all anno precedente). Iscritti disponibili per classi di età, 31 dicembre ,0% 0,4% 12,5% 11,0% Fino a 18 anni anni anni anni 24,8% 27,2% anni oltre 50 anni 25

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