Quaderno congiunturale territoriale

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1 Quaderno congiunturale territoriale Trimestrale Anno X - Numero 32 - Aprile 2007 A cura del Servizio progetti, studi e statistiche

2 QUADERNO CONGIUNTURALE TERRITORIALE TRIMESTRALE Anno X Numero 32 Aprile 2007 a cura del Servizio Progetti, Studi e Statistiche 1 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

3 Quaderno congiunturale territoriale COORDINAMENTO RESPONSABILE GRUPPO REDAZIONALE PRODUZIONE INDUSTRIALE INDAGINI ISAE IMPRESE INDAGINI ISAE CONSUMATORI INDAGINI MOVIMPRESE ESPORTAZIONI MERCATO DEL LAVORO PREZZI VENDITE AL DETTAGLIO TURISMO CREDITO INFORMAZIONI STRUTTURALI NOTE METODOLOGICHE CARTOGRAFIA Letizia Ravoni Francesco Stella Marco Biagetti Sabina Guidotti Rosanna Romano Sabina Guidotti Rosanna Romano Federico Risi Norina Salamone Norina Salamone Federico Risi Federico Risi Sabina Guidotti, Rosanna Romano, Federico Risi, Marco Biagetti Federico Risi, Rosanna Romano, Norina Salamone Laura Cisterna, Gianpiero Meriano 2 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

4 Note congiunturali INDICE Indice 3 NOTE CONGIUNTURALI 5 Produzione industriale 6 Clima di fiducia delle imprese manifatturiere ed estrattive 10 Clima di fiducia dei consumatori 14 L evoluzione del tessuto imprenditoriale 18 Esportazioni delle regioni italiane 23 Occupazione e Disoccupazione 27 Prezzi al consumo 31 Vendite del commercio fisso al dettaglio 35 Turismo 38 Credito 41 TAVOLE STATISTICHE 45 Tavola 1.1 Clima di fiducia delle imprese manifatturiere e componenti dell indice per ripartizione geografica 46 segue Tavola 1.1 Clima di fiducia delle imprese manifatturiere e componenti dell indice per ripartizione geografica 47 Tavola 2.1 Clima di fiducia dei consumatori e componenti dell indice Nord-Ovest 48 Tavola 2.2 Clima di fiducia dei consumatori e componenti dell indice Nord-Est 49 Tavola 2.3 Clima di fiducia dei consumatori e componenti dell indice Centro 50 Tavola 2.4 Clima di fiducia dei consumatori e componenti dell indice -Mezzogiorno 51 Tavola 3.1 Imprese registrate al lordo dell agricoltura dati trimestrali 52 Tavola 3.2 Imprese registrate al netto dell agricoltura dati trimestrali 53 Tavola 4.1 Esportazioni per ripartizione e regioni IV trimestre Tavola 4.2 Esportazioni per ripartizione e regioni anno Tavola 4.3 Esportazioni per ripartizione geografica dati trimestrali 56 Tavola 4.4 Esportazioni per ripartizione geografica dati trimestrali 57 Tavola 4.5 Esportazioni per ripartizione geografica dati trimestrali 58 3 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

5 Quaderno congiunturale territoriale Tavola 4.6 Esportazioni per ripartizione geografica dati destagionalizzati 59 Tavola 4.7 Esportazioni per ripartizione geografica dati destagionalizzati 60 Tavola 5.1 Offerta e domanda di lavoro per ripartizione - dati trimestrali 61 Tavola 5.2 Offerta e domanda di lavoro per ripartizione - dati trimestrali 62 Tavola 5.3 Offerta e domanda di lavoro per ripartizione dati trimestrali destagionalizzati 63 Tavola 5.4 Offerta e domanda di lavoro per ripartizione- dati trimestrali destagionalizzati 64 Tavola 5.5 Tasso di occupazione per ripartizione dati trimestrali 65 Tavola 5.6 Tasso di disoccupazione per ripartizione dati trimestrali 66 Tavola 5.7 Tasso di disoccupazione per ripartizione dati trimestrali destagionalizzati 67 Tavola 6.1 Vendite del commercio fisso al dettaglio a prezzi correnti 68 Tavola 7.1 Presenze negli esercizi ricettivi per regione Anno Tavola 8.1 Consistenza di impieghi e depositi per localizzazione della clientela totale 70 Tavola 8.2 Tassi di interesse bancari per localizzazione degli sportelli 71 INFORMAZIONI STRUTTURALI 72 La popolazione straniera residente 73 Le regioni italiane nella graduatoria europea del Pil - Anno La povertà relativa nelle regioni italiane - Anno Il reddito e le condizioni economiche in italia - Anno Occupati Residenti nei Sistemi Locali del Lavoro Anni Spesa in conto capitale 86 NOTE METODOLOGICHE 87 Principali fonti statistiche congiunturali utilizzate 88 Principali sigle utilizzate 94 4 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

6 Note congiunturali NOTE CONGIUNTURALI 5 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

7 Quaderno congiunturale territoriale PRODUZIONE INDUSTRIALE (Fonte: Istat, Indice della produzione industriale) 6 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

8 Note congiunturali CONGIUNTURA TERRITORIALE PRODUZIONE INDUSTRIALE Gennaio 2007 L ISTAT ha reso noto gli indici della produzione industriale per il mese di gennaio L indice destagionalizzato 1 è risultato pari a 99,0 con una variazione rispetto al dicembre 2006 pari a 1,4 per cento. Vi sarebbe quindi una correzione dai massimi di dicembre, come mostra la figura 1. FIGURA 1 INDICE DESTAGIONALIZZATO PRODUZIONE INDUSTRIALE Gennaio 2005 Gennaio 2007 (indici base 2000=100) gen-05 feb-05 mar-05 apr-05 Anno 2000=100 mag-05 giu-05 lug-05 ago-05 set-05 ott-05 nov-05 dic-05 gen-06 feb-06 mar-06 apr-06 mag-06 giu-06 lug-06 ago-06 set-06 ott-06 nov-06 dic-06 gen-07 Indice destagionalizzato Media mobile a 3 termini Fonte: Elaborazioni DPS su dati ISTAT L indice grezzo 2 ha invece registrato un aumento tendenziale del 4,2 per cento. L indice corretto 3 per i giorni lavorativi è aumentato dell 1,3 per cento rispetto allo stesso mese dell anno precedente. Nella tavola 1 possono essere osservate le performance dei singoli raggruppamenti di industrie: le variazioni congiunturali dell indice destagionalizzato sono tutte negative, mentre quelle tendenziali risultano positive ad eccezione del raggruppamento energetico che registra una riduzione tendenziale dell indice grezzo pari al 8,2 per cento e del 8,9 per cento per l indice corretto. Nella tavola 2 vengono presentati diversi settori di attività. Quello che ha registrato la performance tendenziale migliore nell indice grezzo e in quello corretto è stato quello della produzione di macchine ed apparecchi meccanici (rispettivamente 13,5 e 9,5 per cento). Il settore che ha invece registrato le peggiori variazioni tendenziali nei due indici è stato quello della produzione energetica per quello tendenziale (rispettivamente -12,2 e 12,9 per cento). Per quanto riguarda l indice della produzione destagionalizzata, le performance migliori si sono registrate nell estrazione di minerali, rispetto al dicembre 2006 (3,6 per cento). I settori che 1 Questo indicatore è depurato da effetti che si ripetono periodicamente nel corso dell anno (ad esempio la riduzione dell attività industriale nel mese di agosto). 2 L indice della produzione industriale grezza è quella che incide sull aggregato del PIL e della produzione lorda. 3 Chiamato indice wda (Working days adjusted). Esso misura l andamento della produzione depurandolo dal diverso numero di giorni lavorati. Può essere considerato un indicatore dell efficienza del lavoro in campo industriale. 7 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

9 Quaderno congiunturale territoriale hanno invece registrato le riduzioni congiunturali più consistenti sono quelli residuali (-6,4 per cento). TAVOLA 1 PRODUZIONE INDUSTRIALE PER PRINCIPALI RAGGRUPPAMENTI DI INDUSTRIE (indici base 2000=100) Beni di consumo Beni di consumo durevoli Beni di consumo non durevoli Beni strumentali indice grezzo gen-06 gen-07 indice corretto Variazioni percentuali gen-06 gen-07 Fonte: Elaborazioni DPS su dati ISTAT Indice destagionalizzato dic-06 gen-07 5,9 2,4-2,7 4,5 0,4-3,9 6,3 2,9-2,0 11,7 7,3-2,3 Beni intermedi 4,9 1,9-1,6 Energia -8,2-8,9-3,4 Totale industria 4,2 1,3-1,4 8 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

10 Note congiunturali TAVOLA 2 PRODUZIONE INDUSTRIALE PER SETTORE DI ATTIVITÀ (indici base 2000=100) Indice grezzo Indice corretto Indice destagionalizzato Variazioni percentuali gen-06 gen-07 gen-06 gen-07 dic-06 gen-07 Estrazione di minerali 3,8 3,8 3,6 Attività manifatturiere 7,0 3,5-1,4 Industrie alimentari bevande e tabacco 2,8-0,1-2,4 Industrie tessili e dell'abbigliamento 12,8 8,0-3,0 Industrie delle pelli e delle calzature -1,2-6,1-5,0 Industria legno e prodotti in legno (esclusi mobili) -0,5-3,7-3,1 Industria carta stampa, editoria -0,5-2,7-1,4 Raffinerie di petrolio 4,9 4,9 0,7 Fabbr. Prodotti chimici e fibre sintetiche 6,8 4,9 1,9 Produz. Articoli in gomma e materie plastiche 8,7 5,1-1,3 Lavorazione minerali non metalliferi 4,8 2,1-4,0 Produz. Metallo e prodotti in metallo 10,1 6,6-2,7 Produz. Macchine e apparecchi meccanici 13,5 9,5 0,8 Produz. Apparecchi elettrici e di precisione 5,4 0,5-6,3 Produz. Mezzi di trasporto 3,5-1,1-6,3 Altre industrie manifatturiere (compresi i mobili) 4,1 0,0-6,4 di cui produzione di mobili Produz. Energia elettrica, gas e acqua 1,4-2,3-3,1-12,2-12,9-4,8 Fonte: elaborazioni DPS su dati ISTAT 9 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

11 Quaderno congiunturale territoriale CLIMA DI FIDUCIA DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE ED ESTRATTIVE (Fonte: Isae, Inchiesta congiunturale presso le industrie manifatturiere) 10 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

12 I Note congiunturali CONGIUNTURA TERRITORIALE CLIMA DI FIDUCIA DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE ED ESTRATTIVE Marzo e I trimestre 2007 Nel mese di marzo il clima di fiducia delle imprese evidenzia un lieve peggioramento dell indice destagionalizzato a livello nazionale, rispetto al mese precedente. A fronte di una situazione stazionaria nel Nord-Ovest e nel Nord-Est, e di incremento di 1,1 punti nel Centro, l andamento nel Mezzogiorno è diminuito di 2,4 punti rispetto a febbraio Su base trimestrale tuttavia, la situazione appare ribaltata in quanto l andamento dei primi tre mesi del 2007 è risultato positivo per il Mezzogiorno con una crescita pari a 0,5 punti rispetto all ultimo trimestre 2006, mentre per il Centro-Nord si registra un calo di un punto; pertanto il livello del clima di fiducia degli imprenditori meridionali risulta complessivamente superiore (96,4) rispetto a quello dei imprenditori del resto del Paese (95,2). FIGURA 1 - CLIMA DI FIDUCIA DELLE IMPRESE INDUSTRIALI PER MACROAREA (dati destagionalizzati, numero indice 2000=100) 105,0 (indice mensile, 2000=100) 105,0 (indice trimestrale, 200=100) 100,0 100,0 95,0 95,0 90,0 90,0 85,0 80,0 75, ,0 80,0 II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I Mezzogiorno Centro Nord Mezzogiorno Centro Nord Fonte: Isae, Indagine sulle imprese manifatturiere ed estrattive La diminuzione dell indicatore mensile è imputabile in parte alle scorte che a livello nazionale sono andate accumulandosi, in parte a un calo delle previsioni a breve sulla produzione, mentre le altri componenti dell indice, ed in particolare quelle relative agli ordinativi, risultano in aumento. 11 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

13 Quaderno congiunturale territoriale FIGURA 2 SCORTE, GIUDIZI SUGLI ORDINI E ASPETTATIVE DI PRODUZIONE: GEN 00 MAR 07 (saldi mensili destagionalizzati) 40 Nord-Ovest 40 Nord-Est gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen Centro Mezzogiorno gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 scorte aspettative di produzione giudizi sugli ordini scorte aspettative di produzione giudizi sugli ordini Fonte: Isae, Indagine sulle imprese manifatturiere ed estrattive Analizzando le componenti macroregionali, si osserva che nel Nord Ovest i giudizi positivi sui livelli degli ordini e sulla produzione si bilanciano con le previsioni relative alle stesse variabili, mentre le scorte risultano stazionarie. Nel Nord Est, a fronte di un accumulo di scorte, si osserva una tendenza ottimista su tutte le altre componenti dell indicatore, in riferimento sia ai giudizi, sia alle previsioni, pertanto il valore finale risulta in aumento, anche se lieve (+ 0,3). La situazione positiva dell indice nel Centro Italia (+ 1,1) è dovuta principalmente ai giudizi e alle previsioni sugli ordini, oltre al decumulo di scorte, che compensano abbondantemente il calo relativo alla produzione in termini di livelli e di previsioni. Nel Mezzogiorno infine, l unica voce positiva è rappresentata dalle previsioni sugli ordini, mentre l accumularsi di scorte, la diminuzione nei giudizi e nelle previsioni di produzione, oltre ai giudizi sugli ordini, e in particolare quelli esteri, generano una riduzione dell indicatore di oltre due punti percentuali. 12 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

14 Note congiunturali FIGURA 3 GIUDIZI SUI LIVELLI DELLA PRODUZIONE E DEGLI ORDINI: GEN 00 MAR 07 (saldi mensili destagionalizzati) 20 Nord-Ovest 20 Nord-Est gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen Centro 20 Mezzogiorno gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 livello produzione livello ordini livelli produzione livello ordini FIGURA 4 TENDENZE DELLA PRODUZIONE E DELLA DOMANDA, PREVISIONI A 3-4 MESI: GEN 00 MAR 07 (saldi mensili destagionalizzati) Nord-Ovest Nord-Est gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 Centro Mezzogiorno gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 tendenze produzione tendenze ordini tendenze produzione tendenze ordini Fonte: Isae, Indagine sulle imprese manifatturiere ed estrattive 13 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

15 Quaderno congiunturale territoriale CLIMA DI FIDUCIA DEI CONSUMATORI (Fonte: Isae, Inchiesta congiunturale Isae presso i consumatori) 14 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

16 I I I I Note congiunturali CONGIUNTURA TERRITORIALE CLIMA DI FIDUCIA DEI CONSUMATORI Marzo e I trimestre 2007 Nel primo trimestre 4 del 2007 la fiducia dei consumatori italiani, al netto della componente stagionale, segna rispetto al mese precedente una lieve ripresa (da 98 a 98,9), diffusa a livello territoriale. L incremento più significativo si registra nel Nord Ovest (da 100 a 101,6), le altre ripartizioni del Centro-nord segnano un aumento più modesto, mentre il Mezzogiorno si mantiene stabile rispetto al trimestre precedente. Nel mese di marzo l indice passa da 98,9 a 99,8, ma l andamento territoriale si mostra molto differenziato tra le aree del nord e il resto del Paese. Rispetto al mese precedente nel Nord si registra un peggioramento, mentre le altre due aree segnano un incremento sostenuto: nel dettaglio, il Nord Ovest passa da 102,8 a 100,8, il Nord est da 103,4 scende a 102,5, in controtendenza il Centro (da 99 a 102,7) e il Mezzogiorno (da 93,4 a 96). FIGURA 1. CLIMA DI FIDUCIA DEI CONSUMATORI PER RIPARTIZIONE (dati destagionalizzati) (indice mensile, Italia 1995=100) II III I IV II III I IV (indice trimestrale, Italia 1995=100) II III I IV II III I IV II III IV II III IV II III IV Mezzogiorno Centro-Nord Mezzogiorno Centro-Nord Fonte: elaborazioni su dati Isae I consumatori del Nord Ovest manifestano pessimismo per quanto riguarda sia i giudizi che le aspettative a breve termine per la situazione del Paese e per quella della famiglia, con il peggioramento più marcato per le attese future. In merito alla disoccupazione e al livello dei prezzi, invece, le famiglie denotano più ottimismo come per la convenienza e la possibilità di effettuare risparmio. Per l acquisto di beni durevoli peggiorano i giudizi ma le previsioni sono in aumento. Nel Nord-Est le famiglie esprimono giudizi pessimisti sia per la situazione del Paese che per quella della famiglia, così come per le aspettative nel prossimo futuro. Il livello dei prezzi è in discesa non c è quindi preoccupazione per possibili spinte inflazionistiche, mentre, anche se in misura modesta, aumentano nuovamente i timori per la disoccupazione. Si registra un aumento per la convenienza al risparmio, ma non per la possibilità di conseguirlo. I giudizi sull acquisto dei beni 4 Il trimestre è ottenuto dalla media aritmetica dell indice del clima di fiducia dei consumatori registrato nel mese di gennaio, febbraio e marzo. 15 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

17 Quaderno congiunturale territoriale durevoli aumentano a fronte di una sostanziale stabilità delle aspettative di effettuarne nei prossimi dodici mesi. Nell Italia centrale i consumatori esprimono giudizi negativi sulla condizione del Paese e della famiglia ma mentre per la prima mostrano molto ottimismo nelle aspettative, la preoccupazione per la condizione familiare rimane anche nel breve termine. Più ottimismo viene dal mercato del lavoro e dal livello dei prezzi, aumenta anche la possibilità e la convenienza a risparmiare, mentre per l acquisto dei beni durevoli entrambe le risposte segnano una diminuzione. I consumatori del Mezzogiorno esprimono giudizi e attese future positive sulla situazione economica del Paese. La condizione attuale della famiglia preoccupa, ma c è più ottimismo per il futuro. Le previsioni sul mercato del lavoro persistono, anche se si mantengono stabili rispetto al periodo precedente, mentre per i prezzi si percepisce un ulteriore ribasso. Peggiorano le attese sulla possibilità a effettuare risparmio, ma migliorano quelle sulla convenienza. Per i beni durevoli sono migliori i giudizi sulla convenienza al loro acquisto piuttosto che la possibilità di acquistarli nei prossimi mesi. FIGURA 2 - SALDI DELLE SERIE COMPONENTI L INDICE DEL CLIMA DI FIDUCIA PER IL MEZZOGIORNO E IL CENTRO NORD: GENNAIO 2000 MARZO 2007 Giudizi sulla situazione economica dell'italia Previsioni sulla situazione economica dell'italia Livello dei prezzi Previsioni di effettuare risparmi Previsioni sulla disoccupazione Previsioni di acquisto di beni durevoli nei prossimi 12 mesi Mezzogiorno Centro Nord Mezzogiorno Centro Nord 16 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

18 Note congiunturali SEGUE FIGURA 3 - SALDI DELLE SERIE COMPONENTI L INDICE DEL CLIMA DI FIDUCIA PER IL MEZZOGIORNO E IL CENTRO NORD: GENNAIO 2000 MARZO Giudizi sulla situazione economica della famiglia Previsioni sulla situazione economica della famiglia Bilancio finanziario attuale della famiglia Previsioni sulla convenienza del 160 risparmio Giudizi sulla convenienza ad acquistare beni durevoli Mezzogiorno Centro Nord Fonte: elaborazioni su dati Isae 17 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

19 Quaderno congiunturale territoriale L EVOLUZIONE DEL TESSUTO IMPRENDITORIALE (Fonte: Unioncamere, Indagine Movimprese) 18 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

20 Note congiunturali CONGIUNTURA TERRITORIALE L EVOLUZIONE DEL TESSUTO IMPRENDITORIALE IV TRIMESTRE 2006 Indagine Movimprese L indagine Movimprese fornisce i dati relativi all ultimo trimestre 2006, dai quali si osserva una tendenza ancora una volta positiva rispetto ai trimestri precedenti. Infatti il numero di imprese registrate (al netto dei settori di agricoltura e pesca), è cresciuto con un tasso dell 1,4 per cento su base nazionale, rispetto al medesimo trimestre dell anno precedente. TAVOLA IMPRESE REGISTRATE AL NETTO DI AGRICOLTURA E PESCA PER REGIONE Regioni IV Trimestre Anno 2005 IV Trimestre Anno 2006 Variazioni Tendenziali Piemonte ,3 Valle d'aosta ,0 Lombardia ,4 Liguria ,9 Nord-Ovest ,3 Trentino-Alto Adige ,3 Veneto ,3 Friuli-Venezia Giulia ,7 Emilia Romagna ,4 Nord-Est ,3 Toscana ,0 Umbria ,0 Marche ,5 Lazio ,8 Centro ,9 Centro-Nord ,5 Abruzzo ,4 Molise ,0 Campania ,9 Puglia ,5 Basilicata ,8 Calabria ,7 Sicilia ,9 Sardegna ,4 Mezzogiorno ,1 Italia ,4 Fonte: Unioncamere 19 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

21 Quaderno congiunturale territoriale A livello di grandi ripartizioni territoriali, per il Sud si registra un incremento (1,1 per cento) al di sotto della media nazionale (1,4 per cento), con punte di eccellenza ancora in Sicilia (1,9 per cento), Sardegna e Abruzzo (1,4 per cento), mentre il dato meno positivo è riferito alla Puglia (0,5 per cento). Al contrario, il Centro mostra una dinamica molto positiva, con una crescita del numero di imprese pari all 1,9 per cento grazie, in particolare, ai contributi favorevoli ancora una volta del Lazio (2,8 per cento) e delle Marche (1,5 per cento). Infine il Nord-Est e il Nord Ovest evidenziano una performance soddisfacente, attestandosi sui tassi di crescita nazionali. In termini congiunturali, rispetto al terzo trimestre 2006, l aumento delle imprese registrate, a livello aggregato, è stato di unità, concentrate soprattutto nel Centro. FIGURA 1 - IMPRESE REGISTRATE TOTALI PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA (valori assoluti e variazioni tendenziali) Nord-Ovest Nord-Est , , , , , , ,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1, ,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1, III 04 IV 04 I 05 II 05 III 05 IV 05 I 06 II 06 III 06 IV 06-2, III 04 IV 04 I 05 II 05 III 05 IV 05 I 06 II 06 III 06 IV 06-2,0 Centro Mezzogiorno , , ,0 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1, ,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1, III 04 IV 04 I 05 II 05 III 05 IV 05 I 06 II 06 III 06 IV 06-2, III 04 IV 04 I 05 II 05 III 05 IV 05 I 06 II 06 III 06 IV 06-2,0 Numero di imprese registrate (asse di sinistra) variazione tendenziale (asse di destra) Fonte: Unioncamere Il saldo positivo derivante dalle imprese iscritte e cessate, al netto dei settori di agricoltura e pesca, deriva dalla maggior crescita delle iscrizioni ( in più nel quarto trimestre di quest anno) rispetto alle cessazioni (80.215). Il numero così elevato sia di aperture che di chiusure, osservato anche nei trimestri precedenti, può essere interpretato come il segnale di un costante rinnovamento del tessuto imprenditoriale nazionale, nonché di un maggior orientamento verso il settore dei servizi. 20 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

22 Note congiunturali Su base nazionale, i settori che hanno maggiormente contribuito al saldo positivo in termini di imprese registrate nel quarto trimestre 2006, escludendo agricoltura e pesca, sono ancora una volta quelli del commercio al dettaglio e all ingrosso e quello delle costruzioni. Seguono, tra i settori più dinamici, seppure in rallentamento, i servizi alle imprese e il turismo. Per questi ultimi due comparti, la distribuzione territoriale delle imprese indica una percentuale piuttosto alta per il Mezzogiorno, anche se in rallentamento. FIGURA 2 - IMPRESE REGISTRATE PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA NEI SETTORI SERVIZI ALLE IMPRESE E TURISMO (variazioni tendenziali) 9,00 La crescita dei servizi alle imprese: tassi di variazione tendenziale delle imprese registrate (III III.2006) 6,00 La crescita del turismo tassi di variazione tendenziale delle imprese registrate (III III.2006) 8,00 5,00 7,00 6,00 4,00 5,00 3,00 4,00 3,00 2,00 2,00 1,00 1,00 0,00 Nord-Ovest Nord-est Centro Mezzogiorno Italia 0,00 Nord-Ovest Nord-est Centro Mezzogiorno Italia 4 trim trim trim trim trim trim trim trim trim trim 2006 Fonte: Unioncamere In base ai risultati evidenziati nei suddetti settori di attività, la tendenza appare ormai stabilizzata ad una crescente incidenza delle imprese meridionali rispetto al totale nazionale. FIGURA 3 INCIDENZA DELLE IMPRESE REGISTRATE NEL MEZZOGIORNO (percentuali) I II III IV I 01 II III IV Servizi alle imprese Mezzogiorno incidenza sul totale nazionale I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 01 II III IV Turismo Mezzogiorno incidenza sul totale nazionale I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV Fonte: Unioncamere 21 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

23 Quaderno congiunturale territoriale TAVOLA IMPRESE REGISTRATE, ATTIVE, ISCRITTE, CESSATE E SALDI IV TRIMESTRE 2006 Imprese registrate Agricoltura Industria Altre attività Ripartizioni Pesca Totale Industria in s.s. Costruzioni Totale * Commercio Totale Totale ** Nord-Ovest Nord-Est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia Imprese attive Agricoltura Industria Altre attività Ripartizioni Pesca Totale Industria in s.s. Costruzioni Totale * Commercio Totale Totale ** Nord-Ovest Nord-Est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia Imprese iscritte Agricoltura Industria Altre attività Ripartizioni Pesca Totale Industria in s.s. Costruzioni Totale * Commercio Totale Totale ** Nord-Ovest Nord-Est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia Imprese cessate Agricoltura Industria Altre attività Ripartizioni Pesca Totale Industria in s.s. Costruzioni Totale * Commercio Totale Totale ** Nord-Ovest Nord-Est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia Natimortalità delle imprese per settore economico ed area (saldi tra imprese iscritte e cessate) Agricoltura Industria Altre attività Ripartizioni Pesca Totale Industria in s.s. Costruzioni Totale * Commercio Totale Totale ** Nord-Ovest Nord-Est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia (*) Comprese le imprese non classificate (**) Valori al netto di Agricoltura e Pesca 22 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

24 Note congiunturali ESPORTAZIONI DELLE REGIONI ITALIANE (Fonte: Istat, Indagine sul commercio estero) 23 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

25 Quaderno congiunturale territoriale CONGIUNTURA TERRITORIALE ESPORTAZIONI DELLE REGIONI ITALIANE IV Trimestre e anno 2006 I dati Istat sulle esportazioni delle regioni italiane nel 2006 registrano un aumento, in valore corrente, pari al 9 per cento rispetto al A livello territoriale, tutte le aree del Paese mostrano una dinamica vivace: in particolare, risultati superiori alla media italiana si segnalano nel Centro (13,4 per cento) e nel Nord-Est (9,6 per cento), invece dati positivi, ma inferiori alla media nazionale, si registrano nel Nord-Ovest (8,5 per cento) e nel Mezzogiorno (6,8 per cento). In particolare sono aumentati i flussi di merci verso i Paesi extra Ue (11,9 per cento), valori superiori alla media si registrano per le merci destinate alla Russia (25,7 per cento), provenienti prevalentemente dalle aree dell Italia settentrionale, e per quelle verso la Cina (23,9 per cento), provenienti in gran parte dal Mezzogiorno. L export verso i Paesi dell area UE è aumentato del 7,1 per cento, 8,8 per cento verso la Germania. I comparti che hanno trainato le esportazioni nel 2006 sono stati i metalli e i prodotti in metallo (23,8 per cento), i prodotti petroliferi (10,5 per cento) e i mezzi di trasporto (8,4 per cento). FIGURA 1 ESPORTAZIONI PER MACROAREA DATI TRIMESTRALI (dati destagionalizzati, numero indice 1995=100)) Mezzogiorno Centro-Nord Fonte: Istat Le informazioni relative al quarto trimestre 2006 confermano la crescita - in termini congiunturali sulla base dei dati destagionalizzati - delle esportazioni soprattutto per il Nord-Est (9 per cento) a seguire il Centro (8,9 per cento), il Mezzogiorno (5,5 per cento) e il Nord-Ovest (5 per cento). In termini tendenziali (rispetto al quarto trimestre 2005) si evidenzia un forte incremento delle esportazioni nazionali (13,5 per cento). La dinamica delle vendite all estero è stata positiva in tutte le ripartizioni, con una crescita superiore a quella italiana nel Centro (20,9 per cento) e nel Nord-Est (17,4 per cento), mentre nel Nord-Ovest si registra un aumento più contenuto (11,2 per cento). L incremento minore si è avuto nel Mezzogiorno (4,7 per cento), a seguito della contrazione delle esportazioni provenienti dalle isole (-5 per cento), in precedenza particolarmente sostenute dalla vendita dei prodotti petroliferi, che beneficiavano del prezzo del greggio in costante ascesa. 24 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

26 Note congiunturali FIGURA 2 ESPORTAZIONI PER RIPARTIZIONE NEL 2006 DATI TRIMESTRALI (variazioni percentuali tendenziali e congiunturali) 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0 I trim II trim III Trim (variazioni percentuali tendenziali) IV Trim I trim II trim III Trim IV Trim I trim II trim III Trim IVTrim I trim II trim III trim IVTrim 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0 I trim (dati destagionalizzati, variazioni congiunturali) II trim III Trim IV Trim I trim II trim III Trim IV Trim I trim II trim III Trim IVTrim I trim II trim III trim IVTrim Nord Ovest Nord Est Centro Mezzogiorno Nord Ovest Nord Est Centro Mezzogiorno Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine sul commercio estero A livello regionale, nei dati tendenziali del quarto trimestre, si registra l ottima performance della Valle d Aosta (46,7 per cento), che tuttavia ha un peso marginale sul totale delle esportazioni nazionali, grazie al buon andamento del settore metalmeccanico. Le vendite all estero della Lombardia, che rappresentano il 28 per cento di quelle del Paese, hanno registrato un incremento pari all 11,7 per cento, soprattutto nei settori metalmeccanico, tessile e abbigliamento, articoli in gomma e mobili. Dinamica positiva anche per il Piemonte (11,1 per cento), favorita anche in questo caso dal settore metalmeccanico, nonché dai prodotti alimentari e dai prodotti chimici. La Liguria risulta in controtendenza rispetto alle altre regioni dell area, in quanto presenta una flessione delle vendite all estero pari all 1,2 per cento, influenzata dal calo registrato nel settore dei mezzi di trasporto, degli apparecchi elettrici di precisione e dei prodotti petroliferi. Il Nord Est ha ripreso a crescere, il risultato è stato nettamente positivo in tutte le regioni, in particolare in Veneto (19,5 per cento), che rappresenta il maggior esportatore dell area (13,7 per cento rispetto all export nazionale), per il buon andamento del settore metalmeccanico e degli altri prodotti dell industria manifatturiera. Il Friuli Venezia Giulia (22,4 per cento) ha registrato l incremento più alto, grazie all aumento delle vendite dei prodotti dell industria manifatturiera, del tessile e abbigliamento e dei prodotti chimici e della gomma. L Emilia Romagna segna un aumento del 14,9 per cento, grazie alle maggiori vendite del settore metalmeccanico, del tessile e abbigliamento e dei prodotti agroalimentari. A seguire il Trentino Alto Adige (9,9 per cento), dove le esportazioni sono state sostenute soprattutto dal settore metalmeccanico, esclusi i mezzi di trasporto. Nell Italia Centrale si registra la migliore performance territoriale. L Umbria segna un aumento del 37,3 per cento e le Marche del 29,9 per cento grazie al comparto metalmeccanico e ad una ripresa del settore del tessile e dell abbigliamento e dei prodotti in cuoio. Anche il risultato della Toscana è positivo (18,9 per cento), il contributo maggiore è stato dato dalla vendita dei prodotti in metallo, dei mezzi di trasporto, delle macchine e apparecchi meccanici e dei prodotti agroalimentari e dei prodotti del cuoio. La crescita del Lazio è stata anch essa buona (13,0 per cento), grazie all andamento delle vendite dei prodotti chimici e fibre sintetiche artificiali, del settore metalmeccanico e del tessile e abbigliamento. Il risultato del Mezzogiorno (4,7 per cento) risulta piuttosto modesto rispetto alle altre aree del Paese, e, a differenza di quanto accaduto negli ultimi tempi, è stata in particolare la flessione registrata dalle vendite delle due isole a influenzare negativamente il risultato complessivo. Tuttavia 25 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

27 Quaderno congiunturale territoriale anche nel meridione alcune regioni hanno registrato una crescita negativa: il Molise segna rispetto allo stesso periodo dell anno precedente una diminuzione del 7,8 per cento, mentre la Puglia (-0,2 per cento) ha riscontrato perdite nel settore dei mezzi di trasporto, dell agroalimentare e anche nel tessile e abbigliamento. La dinamica, invece, è stata particolarmente vivace per la Basilicata grazie al settore metalmeccanico e in particolare ai mezzi di trasporto; la migliore performance si registra in Calabria (37,8 per cento), soprattutto nel settore dell agroalimentare, tuttavia il peso delle vendite all estero di questa regione è veramente esiguo rispetto all export nazionale (0,1 per cento). Un risultato significativo è quello della Campania (15,7 per cento), che rappresenta il 2,6 per cento delle esportazioni totali, ma circa il 25 per cento di quelle dell area: l incremento ha riguardato il settore dei prodotti metalmeccanici, gli articoli in gomma, i prodotti chimici, del tessile e dell abbigliamento e agroalimentari. A seguire l Abruzzo (9,4 per cento) dove sono aumentate le vendite del settore metalmeccanico, degli articoli in gomma e materie plastiche, i prodotti della lavorazione dei metalli e i prodotti agroalimentari. Il risultato negativo delle due isole è dovuto essenzialmente al decremento delle vendite dei prodotti petroliferi, significativamente influenzate dalle variazioni a ribasso del prezzo del greggio, infatti nella serie depurata da questi prodotti le due regioni evidenziano un incremento delle vendite all estero grazie ai settori dei prodotti chimici e dei prodotti in metallo nonché dei prodotti agroalimentari. Nell ultimo trimestre del 2006 la crescita delle esportazioni del Mezzogiorno al netto dei prodotti petroliferi è stata pari al 9,4 per cento contro il 4,7 per cento delle esportazioni complessive. Tale differenza si attenua significativamente nei dati annuali. (cfr. Tavola1 e 2) FIGURA 3 ESPORTAZIONI TOTALI E AL NETTO DEI PRODOTTI PETROLIFERI PER MACROAREA- IV TRIMESTRE E ANNO 2006 (variazioni percentuali rispetto all anno precedente) (dati trimestrali, variazioni percentuali tendenziali) (datii annuali, variazioni percentuali tendenziali) 20,0 16,0 12,0 8,0 4,0 0,0-4,0-8,0 Centro-Nord Mezzogiorno Centro-Nord Mezzogiorno Centro-Nord Mezzogiorno 20,0 16,0 12,0 8,0 4,0 0,0-4,0-8,0 Centro-Nord Mezzogiorno Centro-Nord Mezzogiorno Centro-Nord Mezzogiorno Esportazioni Esportazioni al netto dei prodotti petroliferi Esportazioni Esportazioni al netto dei prodotti petroliferi Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine sul commercio estero 26 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

28 Note congiunturali OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE (Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro) 27 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

29 Quaderno congiunturale territoriale CONGIUNTURA TERRITORIALE OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE Rilevazione sulle forze di lavoro IV trimestre e media annua 2006 I dati Istat derivanti dalla Rilevazione sulle forze di lavoro confermano un progressivo miglioramento tendenziale della situazione occupazionale in entrambe le ripartizioni territoriali, continua inoltre la riduzione delle persone in cerca di occupazione. Nel IV trimestre 2006, a livello congiunturale, rispetto quindi al III trimestre 2006, l occupazione in termini destagionalizzati è risultata in aumento in Italia dello 0,2 per cento. A livello territoriale, nel Mezzogiorno il numero degli occupati è cresciuto dello 0,1 per cento, nel Centro-Nord l incremento è stato in linea con la media nazionale. FIGURA 1 - OCCUPATI E FORZE DI LAVORO PER RIPARTIZIONE IV TRIMESTRE 2006 (dati destagionalizzati, numero indice, media 1995=100) Occupati Forze di lavoro I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV 100 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV Mezzogiorno Centro-Nord Mezzogiorno Centro-Nord Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro In termini tendenziali, rispetto al IV trimestre 2005, la crescita dell occupazione in Italia è stata dell 1,5 per cento. A livello ripartizionale, il risultato ha riflesso una dinamica più accelerata nel Centro-Nord (1,7 per cento) rispetto al Sud (0,9 per cento). TAVOLA 1 - FORZE DI LAVORO PER RIPARTIZIONE E CONDIZIONE IV TRIMESTRE 2006 (migliaia di unità, variazioni assolute e percentuali rispetto allo stesso periodo dell anno precedente) Mezzogiorno Centro-Nord Italia Valore Variazioni Valore Variazioni Valore Variazioni assoluto assolute % assoluto assolute % assoluto assolute % Occupati , , ,5 In cerca di occupazione , , ,7 Forze di lavoro , , ,2 Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro 28 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

30 Note congiunturali Nella media dell anno 2006, il numero degli occupati ( unità) è cresciuto in Italia dell 1,9 per cento (425 mila unità), al Sud l aumento è stato dell 1,6 per cento (105 mila unità), nella ripartizione centro-settentrionale la crescita è stata del 2 per cento (320 mila unità). In forte calo il numero di persone in cerca di occupazione sia nel Mezzogiorno (-14,8 per cento, pari a 158 mila unità), sia nel Centro-Nord (-6,9 per cento, pari a 57 mila unità), con una riduzione complessiva nazionale pari a 11,4 per cento (215 mila unità). Andamenti opposti a livello territoriale per le forze di lavoro, in ascesa nel Centro-Nord (263 mila unità, pari all 1,6 per cento), in ulteriore calo nel Mezzogiorno (-53 mila unità, pari a 0,7 per cento), 0,9 per cento la crescita invece per l intero paese (210 mila unità). FIGURA 2 OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE PER RIPARTIZIONE ANNI ,0 115,0 110,0 105,0 100,0 95, Occupati (numero indice 1995=100) Persone in cerca di occupazione (migliaia di unità) Centro-Nord Mezzogiorno Centro-Nord Mezzogiorno Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Dal punto di vista settoriale, l aumento della domanda di lavoro in Italia nel 2006 è attribuibile in particolare al comparto dell agricoltura (3,6 per cento) e a seguire i servizi (2,8 per cento), stabile l industria in senso stretto, in calo le costruzioni (-0,6 per cento). Nel Mezzogiorno la crescita occupazionale è da imputare all agricoltura (4,5 per cento in più), ai servizi (2,1 per cento) e all industria in senso stretto (0,5 per cento), in riduzione le costruzioni (-2,4 per cento). TAVOLA 2 - OCCUPATI PER RIPARTIZIONE E SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA - ANNO 2006 (migliaia di unità, variazioni tendenziali) Mezzogiorno Centro-Nord Italia Valore Variazioni Valore Variazioni Valore Variazioni assoluto assolute % assoluto assolute % assoluto assolute % Occupati totali , , ,9 Agricoltura , , ,6 Industria , , ,2 In senso stretto , , ,0 Costruzioni , , ,6 Servizi , , ,8 Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro 29 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

31 Quaderno congiunturale territoriale A sintesi di queste dinamiche, il tasso di occupazione a livello nazionale è aumentato di nove decimi di punto percentuale, rispetto a un anno fa, raggiungendo quota 58,4 per cento, di 0,8 punti la crescita nel Mezzogiorno, dove il valore si attesta attualmente al 46,6 per cento, di un punto percentuale quella nel Centro-Nord, dove il tasso raggiunge quota 65 per cento. Il tasso di disoccupazione nazionale è sceso di nove decimi di punto percentuale rispetto all anno precedente, collocandosi al 6,8 per cento (il più basso dal 1993). Un calo più accentuato, pari a 2 punti, si è avuto nel Mezzogiorno, dove il tasso di disoccupazione raggiunge il 12,2 per cento. Nel Centro-Nord il tasso si è ridotto al 4,4 per cento (4 decimi di punto in meno rispetto al 2005). Il tasso di attività, che a livello nazionale è cresciuto di 4 decimi di punto a 62,7 per cento, nel Mezzogiorno è calato di 0,4 punti, scendendo al livello di 53,2. FIGURA 3 TASSI DI OCCUPAZIONE E DI DISOCCUPAZIONE PER RIPARTIZIONE ANNI ,0 62,0 58,0 54,0 50,0 46,0 42,0 38,0 34,0 Tasso di occupazione anni 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 Tasso di disoccupazione Centro-Nord Mezzogiorno Centro-Nord Mezzogiorno Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro 30 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

32 Note congiunturali PREZZI AL CONSUMO (Fonte: Istat, Indagine sui prezzi al consumo) 31 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

33 Quaderno congiunturale territoriale CONGIUNTURA TERRITORIALE PREZZI AL CONSUMO PER RIPARTIZIONI E CITTÀ CAPOLUOGO Febbraio 2007 La dinamica dei prezzi al consumo, misurata con l indice per l intera collettività, comprensivo dei tabacchi, ha registrato in Italia nel mese di febbraio 2007 una variazione dell 1,8 per cento nei confronti dello stesso mese dell anno precedente e dello 0,3 per cento rispetto a gennaio Sempre nel mese di febbraio 2007, l evoluzione dell indice famiglie operai e impiegati, comprensivo dei tabacchi, mostra un andamento simile all indice per l intera collettività in termini tendenziali (1,7 per cento) e la stessa variazione congiunturale. L indice armonizzato con i prezzi al consumo dell Unione europea mostra, invece, rispetto all indice per l intera collettività un incremento tendenziale superiore (2,1 per cento) e una variazione congiunturale inferiore (0,1 per cento). Tavola 1 - PREZZI AL CONSUMO (indice dei prezzi al consumo per l intera collettività compresi i tabacchi; variazioni percentuali) Variaz. percent. Variaz. percent. febbraio 2007 su febbraio 2007 su febbraio 2006 gennaio 2007 Torino 2,0 0,6 2,8 2,5 2,6 Aosta 1,1 0,0 1,8 2,9 1,8 Milano 1,6 0,3 1,9 1,7 2,0 Genova 2,1 0,3 2,0 1,7 2,2 Trento 1,4 0,2 2,1 1,9 2,0 Venezia 1,8 0,2 1,8 2,0 1,9 Trieste 1,2 0,2 2,2 2,2 1,5 Bologna 1,6 0,3 1,6 1,6 2,1 Firenze 1,0 0,1 1,7 1,3 2,0 Perugia 1,6 0,2 1,9 2,0 2,2 Ancona 1,5 0,3 1,5 1,8 2,3 Roma 1,6 0,3 2,1 1,7 2,1 L'Aquila 1,5-0,1 2,5 1,9 2,3 Campobasso 1,2 0,3 2,1 2,0 1,7 Napoli 1,8 0,2 2,7 2,3 2,2 Bari 2,2 0,2 2,0 2,0 1,8 Potenza 1,5 0,3 2,7 2,3 1,8 Reggio Calabria 1,4 0,3 2,7 2,0 2,1 Palermo 2,3 0,9 2,1 1,7 2,1 Cagliari 1,4 0,2 2,1 1,8 2,4 Nord-Ovest 1,8 0,4 2,2 1,9 2,2 Nord-Est 1,6 0,2 1,8 1,8 1,9 Centro 1,4 0,2 1,9 1,6 2,1 Mezzogiorno 1,9 0,4 2,3 2,0 2,1 Italia 1,8 0,3 2,2 1,9 1,9 Italia (ind. fam. op. e imp. con tabacchi) 1,7 0,3 2,2 1,9 1,9 Italia (ind. armonizzato UE) 2,1 0,1 2,3 2,2 2,2 Fonte: elaborazioni su dati Istat 32 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

34 Note congiunturali La variazione media degli ultimi dodici mesi, per l indice intera collettività comprensivo dei tabacchi è pari al 2 per cento, così come per l indice famiglie operai e impiegati comprensivo dei tabacchi, mentre l indice armonizzato con i prezzi al consumo dell Unione europea ha registrato una variazione di poco superiore (2,2 per cento). Su base territoriale, nel mese di febbraio 2007, il Mezzogiorno è la ripartizione che ha evidenziato, per l indice intera collettività, l aumento più elevato rispetto allo stesso mese del 2006 (1,9 per cento), a seguire il Nord-Ovest (1,8 per cento), mentre la variazione minore del costo della vita si è registrata nel Centro (1,4 per cento) e nel Nord-Est (1,6 per cento). La città capoluogo di regione con l incremento tendenziale meno elevato è Firenze (1 per cento), a seguire Aosta (1,1 per cento), Trieste e Campobasso (1,2 per cento); i capoluoghi con la variazione più alta sono Palermo (2,3 per cento), Bari (2,2 per cento), Genova e Torino (rispettivamente 2,1 e 2 per cento). Considerando le singole ripartizioni, il Nord-Ovest presenta all interno città con elevati scostamenti dalla media nazionale, così come accade nel Mezzogiorno. Invece i capoluoghi di provincia del Nord-Est e del Centro presentato tutti variazioni inferiori o uguale alla media italiana. In un arco temporale più lungo (indice dicembre 1998=100) si osserva come nelle regioni meridionali, a eccezione di Napoli e Bari, il costo della vita sia risultato inferiore al valore medio italiano. Campobasso è il capoluogo nell area meridionale con il minore aumento dei prezzi (17,8 per cento dalla fine del 1998). Al contrario il Nord-Est è la ripartizione territoriale con le variazioni dei prezzi più alte. Trieste è il capoluogo di regione dell area con l incremento più elevato nel periodo (22,3 per cento la variazione cumulata), ma la città con la variazione più alta a livello nazionale è Torino (24,5 per cento). Sempre nel Nord-Ovest si trova la città con la minore variazione dei prezzi in assoluto, Aosta (16,5 per cento). Nel Centro, tutte le città, esclusa Roma, hanno una variazione cumulata inferiore alla media nazionale (20 per cento). FIGURA 1 - PREZZI AL CONSUMO FEBBRAIO 2007 (indice dei prezzi al consumo per l intera collettività compresi i tabacchi; numeri indici, dic. 1998=100) ,5 122,3 121,6 120,6 120,3 118,8 119,1 118,2 116,5 116,6 122,2 Italia=120,0 120,5 120,7 119,6 119,5 119,2 119,3 119,3 118,1 117, Torino Aosta Milano Genova Trento Venezia Trieste Bologna Firenze Perugia Ancona Roma L'Aquila Campobasso Napoli Bari Potenza Reggio Calabria Palermo Cagliari Fonte: elaborazioni su dati Istat 33 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

35 Quaderno congiunturale territoriale Dal confronto tra l andamento delle variazioni dei prezzi al consumo dei beni e dei servizi si nota che a partire dal 2001 la dinamica dell aggregato dei servizi registra tassi di crescita ampiamente superiori rispetto a quelli dei beni, ma a partire da gennaio 2006, si assiste a una sua riduzione significativa, tale da annullare il divario per alcuni mesi. Da ottobre 2006, comunque, il differenziale tra le due categorie è di nuovo aumentato fino a raggiungere 1,1 punti percentuali nel mese di febbraio 2007, dovuto a un aumento dei prezzi dei servizi del 2,3 per cento rispetto allo stesso mese dell anno precedente, contro un aumento dei prezzi dei beni dell 1,2 per cento. FIGURA 3 - PREZZI AL CONSUMO DEI BENI, DEI SERVIZI E INDICE GENERALE FEBBRAIO 2007 (variazione percentuale dei prezzi al consumo per l intera collettività compresi i tabacchi rispetto allo stesso mese dell anno precedente; numeri indici, 1995=100) 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 gen-01 mag-01 set-01 gen-02 mag-02 set-02 gen-03 mag-03 set-03 gen-04 mag-04 set-04 gen-05 mag-05 set-05 gen-06 mag-06 set-06 gen-07 indice generale (con tabacchi) beni (con tabacchi) servizi Fonte: elaborazioni su dati Istat Per quanto riguarda i capitoli di spesa, nel mese di febbraio 2007, le Comunicazioni hanno registrato una forte diminuzione tendenziale dei prezzi (-5 per cento), anche i Servizi sanitari e spese per la salute hanno subito una diminuzione dei prezzi (-1,2 per cento); tutti gli altri capitoli di spesa hanno segnato, invece, un aumento tendenziale. L incremento più elevato interessa il capitolo Bevande alcoliche e tabacchi (4,6 per cento), a seguire il capitolo Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (4,1 per cento), i capitoli rimanenti hanno invece registrato un aumento che varia tra l 1 per cento per il capitolo dei trasporti e il 2,5 per cento per quello Alimentari e bevande analcoliche. 34 MISE DPS Servizio Progetti, Studi e Statistiche

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