1) Le determinanti: (c) gli squilibri dei paesi emergenti

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1 Parte I - Origini della crisi 1) Le determinanti: (c) gli squilibri dei paesi emergenti La crisi finanziaria: origini, effetti e risposte Carlo Milani Corso in CORPORATE & INVESTMENT BANKING

2 Le crisi dopo Bretton Woods Con la fine di Bretton Woods nel 1971 si apre inizialmente un periodo di alta inflazione Le Banche Centrali riescono a contrastare il fenomeno solo a agli inizi degli anni 80, attraverso un radicale aumento dei tassi d interesse 2

3 Le crisi dopo Bretton Woods 3

4 Le crisi dopo Bretton Woods Questa forte reazione determina il crollo del prezzo delle comodities e la crisi di diversi sistemi bancari, tra cui anche quello USA con la crisi delle Saving&Loans, ma anche dei paesi dell America Latina e dell Africa Le crisi si ripetono negli anni 90 Coinvolgono prima i paesi dell America Latina (Messico 94, Argentina 95), poi le cosiddette Tigri Asiatiche (Thailandia 97, Indonesia 97, Corea del Sud 97), quindi la Russia ( 98), Brasile ( 99), Argentina (2001) e Uruguay (2002) 4

5 Le crisi dei paesi emergenti dall 80 agli inizi del 2000 Lo schema è quasi sempre lo stesso Le alte prospettive di crescita attirano capitali esteri Vengono finanziati progetti domestici attraverso debito in valuta estera (spesso a brevissimo termine) Lo squilibrio tra investimenti e risparmio genera alti deficit delle partite correnti Per evitare il raggiustamento i paesi emergenti legano il tasso di cambio al dollaro (tasso fisso) 5

6 Le crisi dei paesi emergenti dall 80 agli inizi del 2000 (2) Il forte afflusso di capitali genera però delle bolle speculative, spesso sul mercato immobiliare Quando le bolle esplodono c è la fuga dei capitali. Per contrastare le spinte alla svalutazione del cambio le autorità nazionali vendono valuta estera acquistando valuta domestica Quando gli investitori sono consapevoli che le riserve in valuta estera a disposizione non sono sufficienti a contrastare la svalutazione c è un attacco speculativo che inevitabilmente termina con una forte svalutazione 6

7 Le crisi dei paesi emergenti dall 80 agli inizi del 2000 (3) Avendo contratto i debiti in valuta estera i paesi colpiti dall attacco speculativo si trovano oltre che in crisi valutaria anche in crisi bancaria e sui titoli sovrani Si richiede l intervento del Fondo Monetario Internazionale per il salvataggio, imponendo forti sacrifici (austerity) che spesso peggiorano il quadro macroeconomico Con i capitali prestati si salvano gli investitori privati che hanno finanziato le economie emergenti, in primo luogo le banche d affari statunitensi 7

8 La reazione negli anni 2000 Memori di quanto accaduto negli anni passati i paesi emergenti cambiano strategia Se il problema principale era la mancanza di riserve valutarie l obiettivo primario ora è accumularle quanto più possibile 8

9 Gli effetti sulla crescita sono evidenti 9

10 La reazione negli anni 2000 (2) Per raggiungere tale obiettivo è necessario tenere il tasso di cambio fisso con il dollaro, ma invece che ad un valore troppo alto si fissa un valore basso (svalutazione). In altri termini, si vende la valuta nazionale per acquistare dollari Così facendo si alimentano però gli squilibri globali Inoltre si crea un paradosso economico Le prospettive di crescita sono più alte nei paesi emergenti, per il fenomeno di imitazione delle tecnologie adottate dai paesi sviluppati e per la più alta crescita della popolazione I capitali invece che fluire verso i paesi emergenti finanziando progetti di investimento ad alte prospettive di reddito, finiscono invece nei paesi avanzati (Usa e paesi europei periferici) 10

11 La reazione negli anni 2000 (3) Essendo però il rendimento offerto nei paesi avanzati molto basso si cercano attività più redditizie o Inizialmente si punta alla New Economy, ma la bolla esplode agli inizi degli anni 2000 o Successivamente si guarda al mercato dei mutui subprime e ai mercati immobiliari della vecchia Europa (UK, Irlanda e Spagna in primis) 11

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