1 Premessa Inquadramento territoriale Sistema di drenaggio delle acque meteoriche...8

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3 Sommario 1 Premessa Inquadramento territoriale Sistema di drenaggio delle acque meteoriche Calcolo della rete di drenaggio a servizio di strade e parcheggi Determinazione delle curve di possibilità pluviometrica Determinazione del coefficiente di deflusso medio Determinazione del tempo di corrivazione Trasformazione afflussi-deflussi Dimensionamento del condotto Dimensionamento della vasca di prima pioggia Calcolo della rete di drenaggio a servizio delle superfici impermeabili (esclusi strade e parcheggi) Determinazione del tempo di corrivazione Trasformazione afflussi-deflussi Dimensionamento del condotto Dimensionamento della vasca di laminazione Vasche per lo stoccaggio delle acque delle coperture Sistema di drenaggio delle acque reflue Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 1

4 Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 2

5 1 Premessa La presente relazione ha per oggetto le valutazioni di natura idraulica funzionali alla definizione della soluzione progettuale del sistema di drenaggio delle acque meteoriche e di raccolta e smaltimento delle acque reflue a servizio della nuova urbanizzazione prevista in Comune di S.Lazzaro di Savena, nei pressi di Via Russo, Comparto AR.B3, tenendo conto delle problematiche legate all idraulica del territorio e della relativa sostenibilità. Le soluzioni tecniche previste per le reti di drenaggio urbano del comparto in oggetto implicano la diversificazione dei deflussi delle acque reflue di origine antropica dalle acque di origine meteorica, così che queste ultime possano essere temporaneamente invasate in uno o più bacini di laminazione atti a garantire l invarianza idraulica della nuova edificazione. A questa esigenza si aggiunga quella di contenere i consumi idrici da acquedotto, che trova risposta nello stoccaggio delle acque delle coperture per il loro impiego nell irrigazione delle aree a verde e nel lavaggio delle superfici esterne. Le valutazioni progettuali effettuate tengono conto delle prescrizioni presenti nel PSC-RUE e del POC del Comune di San Lazzaro di Savena e nel PAI dell Autorità di Bacino del Reno e saranno ulteriormente dettagliate nelle successive fasi progettuali in funzione delle indicazioni fornite dagli Enti gestori delle reti fognarie e idrografiche superficiali in oggetto. I recapiti per le reti di drenaggio a servizio dell area individuati dal progetto risultano essere: acque nere: collettore fognario esistente lungo Via Russo, sul lato nord-ovest dell urbanizzazione in progetto, a partire da circa 50 m dall incrocio con Via Poggi; acque meteoriche: fossato presente sul lato ovest di Via Russo, recapitante nello scolo Zinella (Figura 1), che attualmente non è in grado di smaltire le portate recapitate dal nuovo comparto e che quindi dovrà essere opportunamente risezionato. Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 3

6 Figura 1 - Stralcio della Tavola Sl-C6.2a del QC-PSC di San Lazzaro di Savena Reti fognarie e sottobacini. Il cerchio rosso individua l area dell AR.B.3. Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 4

7 2 Inquadramento territoriale L area oggetto del presente studio si trova collocato in un area rivolta alla riqualificazione urbanistica nel comune di San Lazzaro di Savena, nei pressi di Via Russo (Figura 2 e Figura 3). Figura 2 Inquadramento territoriale dell area di intervento Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 5

8 Figura 3 Area di intervento Nello specifico trattasi di un ambito da riqualificare per dismissione, secondo la definizione contenuta all art. 4.18, comma 3. del PSC che definisce gli ambiti AR.B come gli ambiti nei quali prevalgono le esigenze di riqualificazione ambientale, sia attraverso la sostituzione delle attività insediate e la mitigazione degli effetti, sia attraverso la promozione della delocalizzazione e il successivo ripristino di condizioni di qualità paragonabili a quelle dell intorno (ambiti da riqualificare per dismissione). L intervento urbanistico in progetto prevede l utilizzo dell area edificabile compresa nell ambito AR.B3 (Figura 4), per la realizzazione di edifici ad uso prevalentemente residenziale. Sinteticamente di seguito si espongono le quantità territoriali suddivise per categorie che costituiscono la progettazione del PUA: Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 6

9 Superfici mq Sup. impermeabilizzate 6.242,79 Parcheggi verdi 509,34 Pavimentazioni in macadam 2.153,38 Pavimentazioni in betonella 1.425,88 Verde privato 4.528,66 Verde pubblico 1.549,02 Orti urbani 2.517,93 St complessiva ,00 Superficie Utile palazzine 2.174,18 Superficie Utile villette 281,17 Superficie utile uffici 523,46 Superficie Utile Totale 2.978,81 Figura 4 Schema progettuale Il presente Piano prevede la realizzazione di edifici residenziali costituiti da 2 villette unifamiliari di piccole dimensioni e di 2 palazzine; oltre a questi edifici è prevista la riqualificazione di una piccola porzione di un edificio esistente ad uso uffici (Figura 4 Schema progettuale). Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 7

10 3 Sistema di drenaggio delle acque meteoriche Si descrivono di seguito i passaggi metodologici che hanno permesso il dimensionamento delle reti di drenaggio delle acque meteoriche, suddivise nel caso specifico in due reti distinte a servizio l una di strade e parcheggi e l altra delle restanti superfici impermeabili. Bacino 1 Bacino 2 Figura 5 Suddivisione in bacini del comparto: il Bacino 1 comprende tutti gli edifici ad uso residenziale (due palazzine e due villette: area verde) e la porzione destinata a parcheggi e verde pubblico di cessione (area rossa); il Bacino 2 è costituito dalla sola area occupata dall edificio esistente (area azzurra) che sarà riqualificato ed adibito ad uso uffici. Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 8

11 3.1 Calcolo della rete di drenaggio a servizio di strade e parcheggi L area oggetto di studio è stata suddivisa in fase progettuale in due porzioni differenti, denominate bacino 1 e bacino 2, in funzione della destinazione d uso degli edifici, del rilievo plano-altimetrico e della collocazione all interno del lotto; in particolare il bacino 1 comprende tutti gli edifici ad uso residenziale (due palazzine e due villette) mentre il bacino 2 è costituito dalla sola area occupata dall edificio esistente che sarà riqualificato ed adibito ad uso uffici (indicato in azzurro in Figura 5)) Determinazione delle curve di possibilità pluviometrica La determinazione delle curve segnalatrici di possibilità pluviometrica è un passaggio di fondamentale importanza per caratterizzare la quantità ed intensità della precipitazione che può gravare sulla zona di progetto; a tal fine i metodi di analisi idrologica dei bacini permettono di individuare i parametri a ed n che individuano le curve di possibilità pluviometrica specifiche della zona considerata, in funzione di differenti tempi di ritorno, curve che solitamente sono esprimibili nella forma monomia: h d n ( T ) a( T ) d = (mm) dove: h d = altezza di pioggia d = durata della pioggia T = tempo di ritorno I valori dei coefficienti a ed n della curva di possibilità pluviometrica media rappresentativa del bacino in esame e utilizzati nel presente lavoro (Tabella 1), sono stati ricavati dall analisi statistica delle precipitazioni di forte intensità e breve durata adottata da Hera s.p.a. per i territori gestiti nelle aree della media pianura modenese, molto simili per caratteristiche altimetriche, climatiche e geomorfologiche. Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 9

12 Tempo di ritorno a1 (mm/h) n1 a2 (mm/h) n2 [anni] [t<1 h] [t<1 h] [t>1 h] [t>1 h] Tabella 1 Parametri della curva di possibilità pluviometrica considerata per il bacino oggetto di verifica Determinazione del coefficiente di deflusso medio Per quanto attiene la formazione dell'onda di piena, il bacino interviene sia attraverso il grado di permeabilità e la capacità di invaso delle depressioni superficiali sia attraverso i tempi di corrivazione. In riferimento al primo di tali due aspetti, non tutto il volume affluito durante una precipitazione giunge alla rete idrica superficiale: vi sono infatti fenomeni idrologici legati all'infiltrazione, all evaporazione ed all'immagazzinamento di acque nelle depressioni superficiali che incidono sul volume d'acqua piovuta. Tali fenomeni possono essere convenientemente espressi attraverso l impiego di un coefficiente detto coefficiente di deflusso, il cui valore può essere compreso tra 0 e 1 ed esprime la quota parte di volume affluito durante una precipitazione che giunge effettivamente alla rete idrica superficiale senza disperdersi. Per la valutazione dei coefficienti di afflusso si è proceduto alla misura dell estensione delle aree permeabili e impermeabili dei bacini 1 e 2 precedentemente identificati e, in funzione della stima della capacità di assorbimento, sono stati assegnati i relativi coefficienti di deflusso, assunti pari a 0.2 per le aree permeabili e a 0.9 per le aree impermeabili (Tabella 2). Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 10

13 BACINO 1 area (mq) coeff. Deflusso (-) area permeabile ,2 area impermeabile ,9 totale ,41 BACINO 2 area (mq) coeff. Deflusso (-) area permeabile ,2 area impermeabile ,9 totale ,58 Tabella 2 Individuazione dell estensione delle aree permeabili e impermeabili presenti nei bacini 1 e 2 e del relativo coefficiente di deflusso Determinazione del tempo di corrivazione Come ricordato più sopra, la formazione dell'onda di piena è influenzata oltre che dalle caratteristiche fisiche del bacino descritte sinteticamente dal coefficiente di deflusso (individuato al paragrafo precedente), anche dal tempo di corrivazione, rappresentabile mediante l espressione: t c = t a + t r ove t a è il tempo di accesso alla rete relativo al sottobacino drenato dal condotto fognario posto all estremità di monte del percorso idraulico più lungo e t r è il tempo di rete. Per la stima del tempo di corrivazione, calcolabile come somma dei tempi di percorrenza della canalizzazione seguendo il percorso più lungo della rete, si utilizza solitamente la formula del metodo cinematico indicata più sotto. Nel caso specifico tale percorso (L) è stato stimato in 190m per il bacino 1 e 80m per il bacino 2, mentre per la velocità di percorrenza richiesta dal metodo cinematico è stato adottato un valore medio in condizioni di piena pari a 0.6 m/s, ottenendo i risultati seguenti: L 190 T c,1 = = 5 minuti (bacino 1) v 0.6 L 80 T c,2 = = 2 minuti (bacino 2) v 0.6 Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 11

14 3.1.4 Trasformazione afflussi-deflussi Per la determinazione dei valori di deflusso immessi nella rete fognaria è stato utilizzato il modello di calcolo URBIS che consente, a partire da una precipitazione nota o da una curva di possibilità pluviometrica di assegnato tempo di ritorno, di ricavare l'intera onda di piena e relativa portata al colmo alla sezione di chiusura attraverso la "convoluzione" con l'idrogramma unitario istantaneo del bacino. Per il calcolo degli idrogrammi in ingresso è stato utilizzato il metodo del serbatoio lineare che schematizza il bacino come un serbatoio caratterizzato da legge lineare tra il volume di invaso e la portata uscente. In tale modello l idrogramma unitario istantaneo IHU assume la forma: h( t) = 1 e k 1 t dove k, denominata costante d invaso lineare, ha le dimensioni di un tempo e rappresenta il suddetto legame di proporzionalità tra il volume W invasato nel bacino e la portata uscente Q. La costante di invaso lineare k non ha alcun significato fisico, ma è solo un valore concettuale e risulta pertanto un parametro di taratura del modello. Nella pratica progettuale tale legame viene assunto essere lineare ed espresso dalla relazione: W ( t) k = Q( t) Noto l afflusso netto I(t) ed il valore della costante k, è possibile ricostruire l idrogramma di piena integrando, rispetto al tempo, l equazione del serbatoio lineare sopra riportata e quella di continuità seguente: I ( t) dt = dw ( t) + Q( t) dt con: I = afflusso netto sul bacino [m 3 /s] W = volume immagazzinato a monte [m 3 ] Q = portata in uscita dalla sezione di chiusura [m 3 /s] Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 12

15 Al fine di calcolare l idrogramma di piena sono necessari i dati calcolati nei paragrafi precedenti, in particolare: i valori delle curve segnalatrici di possibilità pluviometrica a due parametri, ricavati per la zona omogenea di interesse. Nel presente lavoro si sono utilizzate le piogge (e di conseguenza i parametri a ed n) derivanti dalla curva di possibilità pluviometrica media avente tempo di ritorno di 20 anni e t inferiore ad 1 ora (Tabella 1) le caratteristiche del bacino (superficie e coefficiente di afflusso medio) il tempo di corrivazione il tempo di pioggia la costante di invaso k Le figure seguenti riportano l idrogramma di piena ricavato per piogge aventi tempo di ritorno di 20 anni incidenti nell area di intervento, relativo ai bacini 1 e 2. Figura 6 Idrogramma di piena per i volumi di prima pioggia per il bacino 1 Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 13

16 Figura 7 Idrogramma di piena per i volumi di prima pioggia per il bacino 2 Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 14

17 3.1.5 Dimensionamento del condotto Il dimensionamento della rete di drenaggio a servizio di strade e parcheggi è stato effettuato sulla base della portata di picco relativa agli idrogrammi di piena ricavati al paragrafo precedente, che risulta essere pari a circa 100 l/s per il bacino 1 e a 85 l/s per il bacino 2. Sulla base di questi valori è quindi stato determinato il diametro dei condotti che permette di smaltire le portate di picco che caratterizzano i bacini 1 e 2, pari a 500 mm, il quale, utilizzando i parametri riportati nella tabella seguente, può veicolare una portata in uscita pari a 110 l/s, superiore a quella di picco: Figura 8 Risultati del dimensionamento della rete di drenaggio a servizio di strade e parcheggi in relazione ai bacini 1 e 2 In realtà, causa motivazioni gestionali legati alla diversa destinazione riservata alla superficie del Bacino 1 (la porzione nord dedicata a parcheggi e verde pubblico di cessione; la restante porzione a residenza privata), la rete a servizio di strade e parcheggi è stata suddivisa in due sotto-reti Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 15

18 separate. Pertanto, il dimensionamento di cui sopra, adottato per entrambe le sotto-reti, risulta essere largamente conservativo rispetto alla capacità di smaltimento dei deflussi calcolati Dimensionamento della vasca di prima pioggia In relazione a quanto previsto dall art. 29 regolamentazione e tutela delle acque e del suolo, comma 17 del RUE del Comune di San Lazzaro di Savena: In tutte le strade e parcheggi ricadenti nelle zone di protezione delle risorse idriche sotterranee (è il caso dell area oggetto di intervento) la superficie destinata al transito e alla sosta dei veicoli deve essere pavimentata in modo tale da renderla impermeabile e le acque meteoriche di prima pioggia, pari ai primi 5 mm di pioggia caduti sulla superficie impermeabile, devono essere raccolte e convogliate alla fognatura delle acque nere oppure opportunamente trattate. è necessario prevedere la possibilità di intercettare l aliquota di prima pioggia delle acque meteoriche di pertinenza di strade e piazzali soggetti a transito e sosta di autoveicoli mediante una vasca di accumulo, adottando il criterio di posizionare una vasca di capacità pari a 50 mc per ogni ettaro di superficie suscettibile di contaminazione, in modo da non pregiudicare l efficacia della misura di protezione. Al fine di calcolare la dimensione delle vasche di accumulo della prima pioggia, sono state misurate le superfici interessate da strade e parcheggi, pari a circa mq per il bacino 1, a sua volta suddiviso in area di cessione con strade e parcheggi della superficie di mq e area privata con strade e parcheggi della superficie pari a mq,, nonché circa mq per il bacino 2. Sulla base del criterio di calcolo sopra menzionato il volume d invaso risulta essere pari a: Bacino 1 area di cessione vasca di prima pioggia VP 1 = 5 mc Bacino 1 area privata vasca di prima pioggia VP 2 = 4,5 mc Bacino 2 area privata vasca di prima pioggia VP 3 = 2,5 mc Nel presente progetto si prevede che le vasche di prima pioggia, dopo aver invasato i primi 5 mm di pioggia, li scarichino successivamente nella rete di drenaggio delle acque reflue del comparto (è in ogni caso possibile prevedere un eventuale fase di disoleatura prima dell immissione in rete); la quota parte di pioggia eccedente i primi 5 mm viene invece inviata alle vasche di laminazione a servizio dei due bacini (si veda Par ). Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 16

19 La tipologia di vasche di prima pioggia che potranno servire il comparto sono rappresentate a titolo di esempio nella Tavola 10.1 Planimetria e particolari costruttivi della rete di acque reflue e meteoriche relative. Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 17

20 3.2 Calcolo della rete di drenaggio a servizio delle superfici impermeabili (esclusi strade e parcheggi) Determinazione del tempo di corrivazione Per la stima del tempo di corrivazione, calcolabile come già ricordato come la somma dei tempi di percorrenza della canalizzazione seguendo il percorso più lungo della rete, si utilizza la formula del metodo cinematico. Nel caso specifico tale percorso può essere stimato in 300m per il bacino 1 e 100m per il bacino 2; adottando per la velocità di percorrenza un valore medio in condizioni di piena pari a 0.6 m/s, si ottiene dunque: L 300 T c,1 = = 8 minuti (bacino 1) v 0.6 L 100 T c,2 = = 3 minuti (bacino 2) v Trasformazione afflussi-deflussi Riprendendo la metodologia di calcolo descritta al Par e adottando le curve di possibilità pluviometrica indicate al Par.3.1.1, il coefficiente di deflusso medio stabilito al Par e il tempo di corrivazione calcolato al paragrafo precedente, è stato individuato l idrogramma di piena (Figura 9 e Figura 10) per piogge aventi tempo di ritorno di 20 anni e incidenti nei bacini 1 e 2. Figura 9 Idrogramma di piena relativo alla vasca di laminazione a servizio del bacino 1 Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 18

21 Figura 10 Idrogramma di piena relativo alla vasca di laminazione a servizio del bacino Dimensionamento del condotto Il dimensionamento della rete di drenaggio a servizio delle superfici impermeabili, escluse strade e parcheggi le cui acque sono collettate prioritariamente nelle vasche di prima pioggia, è stato effettuato sulla base della portata di picco relativa agli idrogrammi di piena ricavati al paragrafo precedente, che risulta essere pari a circa 175 l/s per il bacino 1 e a circa 65 l/s per il bacino 2. Sulla base di questi valori è quindi stato determinato il diametro dei condotti che permette di smaltire le portate di picco che caratterizzano i bacini 1 e 2, pari a 60cm per il bacino 1 e 50 cm per il bacino 2, i quali, come dimostrato nella figura 8 precedente e nella figura 11 successiva, possono veicolare una portata in uscita pari rispettivamente a 110 l/s per il bacino 2 e a 206 l/s per il bacino 1, superiori a quelle di picco. Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 19

22 Figura 11 Risultati del dimensionamento della rete di drenaggio a servizio delle superfici impermeabili, ad esclusione di strade e parcheggi, in relazione ai bacini 1 e 2 Come già riportato nel paragrafo 3.1.5, anche la rete a servizio delle superfici impermeabili differenti da strade e parcheggi è stata suddivisa in due sotto-reti separate. Pertanto, il dimensionamento di cui sopra, adottato per entrambe le sotto-reti, risulta essere largamente conservativo rispetto alla capacità di smaltimento dei deflussi calcolati Dimensionamento della vasca di laminazione L art. 20 (controllo degli apporti d acqua), comma 5 del Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico del bacino del Reno prevede al comma 1: al fine di non incrementare gli apporti d acqua piovana al sistema di smaltimento e di favorire il riuso di tale acqua, per le aree ricadenti nel territorio di pianura e pedecollina indicate nelle tavole del Titolo II Assetto della Rete Idrografica i Comuni prevedono nelle zone di espansione, per le Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 20

23 aree non già interessate da trasformazioni edilizie, la realizzazione di sistemi di raccolta delle acque piovane per un volume complessivo di almeno 500 m 3 per ettaro di superficie territoriale, ad esclusione delle superfici permeabili destinate a parco o a verde compatto È quindi necessario prevedere di intercettare le acque meteoriche di pertinenza delle coperture degli edifici e di tutte le altre aree impermeabili mediante una o più vasche di accumulo per ogni bacino, adottando il criterio di posizionare una vasca di capacità pari a 500 mc per ogni ettaro di superficie. Anche a tale scopo, Il bacino 1 è stato suddiviso in due sottobacini corrispondenti alla porzione privata e porzione pubblica, così da separare la gestione delle reti e dei dispositivi. Al fine di calcolare la dimensione delle vasche di laminazione, sono state misurate le superfici impermeabili dei due bacini, comprendendo anche quelle relative a strade e parcheggi in quanto, come ricordato al Par.3.1.6, i volumi eccedenti le prime piogge vengono indirizzati verso le vasche di laminazione. Le superfici in gioco risultano essere: VERDE PERMEABILE TOTALE (mq) AIUOLE (mq) PARCHEGGI VERDI (mq) PERCORSI IN MACADAM (mq) VERDE COMPATTO (mq) AREA IMP. (mq) SUPERFICIE TOTALE (mq) LAMINAZIONE (500 mc/ha) (mc) AREA PRIVATA USO RESIDENZIALE (BACINO 1) 3.601,77 225,91 509,34 500, , , ,49 372,34 AREA PRIVATA USO TERZIARIO (BACINO 2) 926,89 35, ,32 703, , ,06 89,49 VERDE COMPATTO (mq) ORTI (mq) PAVIMENT. IN MACADAM (mq) AREA PUBBLICA (BACINO 1) 1.513, , , , , ,45 129,51 TOTALE ,00 591,34 La rappresentazione grafica di dette superfici è riportata in allegato 1. Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 21

24 In sintesi i volumi di invaso delle vasche di laminazione per i tre bacini/sottobacini sono: bacino 1 area pubblica vasca di laminazione VL 1 = 130 mc bacino 1 area privata vasca di laminazione VL 2 = 375 mc bacino 2 area privata vasca di laminazione VL 3 = 90 mc Vasche per lo stoccaggio delle acque delle coperture Così come previsto dalle norme, nel comparto sono state individuate e dimensionate vasche per lo stoccaggio delle acque delle coperture degli edifici, da riutilizzarsi per l irrigazione delle aree a verde o per i lavaggi delle superfici esterne. Queste vasche svolgono anche una funzione di laminazione nei confronti delle acque meteoriche insistenti sul comparto, che però non è stata considerata nei conteggi, ponendo quindi il sistema in condizioni di maggiore sicurezza e sostenibilità. Il dimensionamento di tali vasche è stato eseguito prendendo a riferimento un criterio utilizzato in vari strumenti urbanistici della zona, nei quali è previsto venga realizzato un volume di invaso pari a circa 1 mc per 50 mq di superficie a verde o cortiliva. Nella porzione in cessione al pubblico non è stata prevista nessuna vasca in quanto non vi sono coperture in grado di fornire acque meteoriche da stoccare e, vista la presenza di importanti superfici destinate ad orti, si è ritenuto assolutamente insufficiente qualsiasi contributo derivante dalle coperture e potenzialmente di qualità non adeguata. Le vasche sono invece state individuate sui lotti residenziali privati, una per ogni lotto così da poter essere gestite in modo indipendente, della dimensione di 20 mc ciascuna, individuate con le sigle VL4.1, VL4.2, VL4.3 e VL4.4. Sul lotto privato ad uso direzionale invece il volume di irrigazione è stato previsto all interno della vasca di prima pioggia che assume quindi un volume complessivo di 100 mc (90 mc di laminazione e 10 mc di irrigazione). In base all Art. 4.8, 4(D) del PTCP di Bologna (Variante in adeguamento al PTA regionale), l adozione delle 5 vasche di accumulo delle acque delle coperture portano ad una riduzione del valore della superficie impermeabile in misura di 1 m 2 ogni 50 litri di volume di accumulo e riuso dell acqua meteorica realizzato, per un totale di 1800 m 2. Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 22

25 A valle del sistema di raccolta, stoccaggio e laminazione delle acque bianche del comparto, le stesse verranno indirizzate al fosso presente sul bordo di via Russo e da questo collettate al Rio Zinella come evidenziato nella Tavola Su detto fosso è però necessario eseguire interventi di pulizia e risagomatura come risulta evidente anche osservando le foto seguenti. Figura 12 Foto del fosso nel tratto in cui scorre a lato di via Russo (foto a sinistra) e nel tratto a valle in cui scorre con direzione est-ovest (foto a destra). Mentre in entrambi i casi necessita di pulizia, soprattutto nel tratto a lato della strada necessita anche di un risezionamento. 4 Sistema di drenaggio delle acque reflue Come già ricordato in premessa, l intervento urbanistico in progetto prevede l utilizzo dell area edificabile compresa nell ambito AR.B3 per la realizzazione di edifici ad uso prevalentemente residenziale, in particolare la realizzazione di edifici residenziali costituiti da 2 villette unifamiliari e 2 palazzine, oltre alla riqualificazione di una piccola porzione di un edificio esistente ad uso uffici. La superficie utile degli edifici residenziali di progetto risulta essere pari a circa mq; prendendo a riferimento 70mq come superficie relativa ad una Unità Abitativa e 2,6 Abitanti Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 23

26 Equivalenti (AE) per ogni Unità Abitativa, è possibile ricavare gli Abitanti Equivalenti residenziali del comparto come segue: ,6 AE = = 91, 2AE 70 Approssimando per eccesso, sono stati presi a riferimento 100 AE per il dimensionamento idraulico della rete di drenaggio delle acque reflue. Considerando una dotazione idrica giornaliera in zona residenziale pari a: d r l = 300 AE g e uno scarico residenziale pari a 24 h/g (scarico continuo), le portate residenziali giornaliera e di punta possono essere stimate mediante le seguenti relazioni: Q N 24 = N d r α (portata nera giornaliera espressa in l/s) con: N = numero di A.E. d r = dotazione idrica giornaliera per abitante equivalente α = 0.8 Q = K Npunta Q N 24 (portata nera residenziale di punta espressa in l/s: definisce il valore della portata scaricabile nell ora di massimo consumo del giorno di massimo consumo) dove con K si indica il coefficiente di punta per gli scarichi, calcolato secondo l espressione suggerita da Rich (1980) e riportata in Luigi Masotti Depurazione delle acque ed. Calderini, 2002: K = N nel calcolo del quale si assume per N la somma del numero di AE relativi a tutte le aree afferenti a monte del punto di immissione. Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 24

27 Le portate nere medie giornaliere e di punta a livello di comparto per il bacino 1 risultano quindi: Q N 24 = 0.29 l/s Q = 2.27 l/s Npunta Si assume di utilizzare una condotta in PVC da 160 mm sovrastimata rispetto al valore di portata di punta sopra calcolato, potendo questa smaltire una portata in uscita pari a l/s, calcolata utilizzando i parametri riportati nella tabella seguente: Q Npunta = portata di punta Dout = diametro del condotto y/d = grado di riempimento Ks = coefficiente di scabrezza Qout = portata di uscita I = pendenza della condotta Tubo in uscita BACINO 1 QN punta 2.50 l/s D out 0,16 m y/d 0,75 (-) Q/Q0 out 0,912 ks 100 m^(1,3)/s Q out 11,741 l/s i 0,003 (-) Tabella 3 Risultati del dimensionamento della rete di drenaggio delle acque reflue bacino 1 Per quanto riguarda il bacino 2, occupato da un edificio ad uso uffici, ipotizzando in 15 gli Abitanti Equivalenti le portate nere medie giornaliere e di punta risultano essere pari a: Q N 24 = 0.04 l/s Q = 0.43 l/s Npunta Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 25

28 Anche in questo caso si assume una condotta in PVC da 160 mm sovrastimata rispetto al valore di portata di picco sopra calcolato, potendo questa smaltire una portata in uscita pari a l/s, calcolata utilizzando i parametri riportati nella tabella seguente: Tubo in uscita BACINO 2 Q picco 0,4 l/s D out 0,16 m y/d 0,75 (-) Q/Q0 out 0,912 ks 100 m^(1,3)/s Q out 11,741 l/s i 0,003 (-) Tabella 4 Risultati del dimensionamento della rete di drenaggio delle acque reflue bacino 2 In entrambi i bacini, ancorché i diametri proposti siano sovrastimati, si ritiene di non adottare diametri inferiori per evitare intasamenti delle condotte dovute al deposito solido e/o all intrusione accidentale di piccoli oggetti. Le acque nere in uscita al comparto verranno collettate al collettore fognario presente su via Russo avente DN 250 e quindi in grado di accogliere i reflui qui prodotti che incideranno sulla portata complessiva del collettore per circa il 3%. Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 26

29 ALLEGATO 1 RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLE SUPERFICI UTILIZZATE NEI CALCOLI DELLE LAMINAZIONI DELLE ACQUE METEORICHE Ing. Adelio Pagotto Dott. Geol. Valeriano Franchi 27

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