Schema di decreto in materia di ammortizzatori sociali in deroga

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1 Schema di decreto in materia di ammortizzatori sociali in deroga (Schema di decreto ministeriale n. 74) N gennaio 2014

2 Schema di decreto in materia di ammortizzatori sociali in deroga (Schema di decreto ministeriale n. 74) N. 20 gennaio 2014

3 Camera dei deputati XVII LEGISLATURA Analisi degli effetti finanziari Schema di decreto in materia di ammortizzatori sociali in deroga (Schema di decreto ministeriale n. 74) N gennaio 2014

4 La verifica delle relazioni tecniche che corredano i provvedimenti all'esame della Camera e degli effetti finanziari dei provvedimenti privi di relazione tecnica è curata dal Servizio Bilancio dello Stato. La verifica delle disposizioni di copertura, evidenziata da apposita cornice, è curata dalla Segreteria della V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione). L analisi è svolta a fini istruttori, a supporto delle valutazioni proprie degli organi parlamentari, ed ha lo scopo di segnalare ai deputati, ove ne ricorrano i presupposti, la necessità di acquisire chiarimenti ovvero ulteriori dati e informazioni in merito a specifici aspetti dei testi. SERVIZIO BILANCIO DELLO STATO Servizio Responsabile / bs_segreteria@camera.it SERVIZIO COMMISSIONI Segreteria della V Commissione / com_bilancio@camera.it - 2 -

5 Estremi del provvedimento Atto n.: 74 Natura dell atto: Titolo breve: Schema di decreto ministeriale Ammortizzatori sociali in deroga Riferimento normativo: Articolo 4, comma 2, del decreto-legge 21 maggio 2013, n. 54 Relatore per la Commissione di merito: Gruppo: Bellanova PD Relazione tecnica: Non presente Assegnazione Alla XI Commissione ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento (termine per l esame: 29 gennaio 2014) Alla Commissione Bilancio ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento (termine per l esame: 19 gennaio 2014) - 3 -

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7 INDICE ARTICOLI DISPOSIZIONI IN MATERIA DI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA... 3

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9 PREMESSA Lo schema di decreto in esame reca attuazione dell articolo 4, comma 2, del DL 54/2013. Il provvedimento si compone di 5 articoli e non è corredato di relazione tecnica. Si esaminano di seguito le norme che presentano profili di carattere finanziario. L articolo 4, comma 2, del DL 54/2013 dispone che, con decreto del Ministro del lavoro, di concerto con il Ministro dell'economia siano determinati, nel rispetto degli equilibri di bilancio programmati, criteri di concessione degli ammortizzatori in deroga alla normativa vigente, con particolare riguardo ai termini di presentazione, a pena di decadenza, delle relative domande, alle causali di concessione, ai limiti di durata e reiterazione delle prestazioni anche in relazione alla prosecuzione rispetto ad altre prestazioni di sostegno del reddito, alle tipologie di datori di lavoro e lavoratori beneficiari. La relazione illustrativa ricorda che, al fine di garantire la graduale transizione verso il nuovo regime di ammortizzatori sociali e di assicurare la gestione delle situazioni derivanti dal perdurare dello stato di debolezza dei livelli produttivi del Paese, l'articolo 2, commi 64, 65, 66 e 67, della L. 92/2012 ha previsto anche per gli anni , sia pure in un quadro finanziario di progressiva riduzione delle risorse a ciò destinate, la possibilità di disporre la concessione o la proroga di trattamenti di integrazione salariale e di mobilità in deroga alla normativa vigente. ANALISI DEGLI EFFETTI FINANZIARI Articoli 1-5 Disposizioni in materia di ammortizzatori sociali in deroga Le norme disciplinano i criteri per la concessione di ammortizzatori sociali in deroga alla normativa vigente in una prospettiva di superamento del sistema (articolo 1). Le norme si applicano alle fattispecie di cui all articolo 2, commi 64 e 66, della L. 92/2012. Tali disposizioni prevedono che il Ministro del lavoro possa disporre, sulla base di specifici accordi governativi e per periodi non superiori a dodici mesi, in deroga alla normativa vigente, la concessione di trattamenti di integrazione salariale e di mobilità, anche con riferimento a settori produttivi e ad aree regionali, nei limiti delle risorse finanziarie a tal fine destinate nell'ambito del Fondo sociale per l occupazione e la formazione. I trattamenti possono essere prorogati, sulla base di specifici accordi governativi e per periodi non superiori a dodici mesi. La misura dei trattamenti è ridotta del 10 per cento nel caso di prima proroga, del 30 per cento nel caso di seconda proroga e del 40 per cento nel caso di proroghe successive. I trattamenti di sostegno del reddito, nel caso di proroghe successive alla seconda, possono essere erogati esclusivamente nel caso di partecipazione a specifici programmi di reimpiego, anche miranti alla riqualificazione professionale. In particolare, le disposizioni prevedono che: il trattamento di integrazione salariale in deroga possa essere concesso o prorogato unicamente agli operai, impiegati e quadri, subordinatamente al conseguimento di - 3 -

10 una anzianità lavorativa presso l'impresa di almeno 12 mesi alla data della richiesta del trattamento, che siano sospesi dal lavoro o effettuino prestazioni a orario ridotto per contrazione o sospensione dell'attività produttiva dovuta a: situazioni aziendali connesse a eventi transitori e non imputabili all'imprenditore o ai lavoratori; situazioni aziendali determinate da situazioni temporanee di mercato; crisi aziendali; ristrutturazione o riorganizzazione. In nessun caso il trattamento può essere concesso in caso di cessazione dell'attività dell'impresa o di parte della stessa. Possono richiedere il trattamento solo le imprese che esercitano professionalmente un attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi, di cui all articolo 2082 del Codice civile. La domanda deve essere presentata in via telematica all'inps. Allo scopo di fruire dei trattamenti di integrazione salariale in deroga l'impresa deve aver previamente utilizzato gli strumenti ordinari di flessibilità, ivi inclusa la fruizione delle ferie residue (articolo 2, commi 1-6); per le imprese non soggette alla disciplina in materia di cassa integrazione ordinaria o straordinaria oppure non soggette alla disciplina dei fondi bilaterali, il trattamento di cassa integrazione guadagni in deroga possa essere concesso, per il 2014, per un periodo non superiore a 8 mesi nell'arco di un anno e, per il 2015, per un periodo non superiore a 6 mesi nell'arco di un anno ed a 12 mesi nell'arco di un biennio mobile (articolo 2, comma 7); per le imprese soggette alla disciplina in materia di cassa integrazione ordinaria o straordinaria o soggette alla disciplina dei fondi bilaterali, il superamento dei limiti temporali possa essere disposto unicamente in caso di eccezionalità della situazione, legata alla necessità di salvaguardare i livelli occupazionali, e in presenza di concrete prospettive di ripresa dell'attività produttiva e comunque nel rispetto, per il 2014, di un periodo non superiore a 8 mesi nell'arco di un anno e, per il 2015, di un periodo non superiore a 5 mesi nell'arco di un anno e a 11 mesi nell'arco di un biennio mobile. Nel computo si considerano tutti i periodi di fruizione di integrazione salariale in deroga, anche afferenti a diversi provvedimenti di concessione o proroga (articolo 2, commi 8 e 9); entro tre giorni dalla ricezione dell'istanza, l'inps verifica la regolare presentazione, quantifica le risorse finanziarie necessarie per l'erogazione del trattamento e trasmette la domanda, corredata delle suddette verifiche, alla regione o provincia autonoma competente per territorio, oppure al Ministero del lavoro. Nel caso di crisi che coinvolgano un'unica regione o provincia autonoma, questa, entro 30 giorni dalla messa a disposizione della domanda da parte dell'inps, effettua l'istruttoria, e, in caso di sussistenza dei presupposti, quantifica l'onere - 4 -

11 connesso e, nei limiti delle risorse assegnate, emana il provvedimento di concessione del trattamento. Nel caso di crisi che coinvolgano unità produttive site in diverse regioni o province autonome, il Ministero del lavoro effettua l'istruttoria e, in caso di sussistenza dei presupposti, quantifica l'onere previsto e trasmette il provvedimento concessivo, nel rispetto dei limiti di spesa programmati a legislazione vigente, al Ministero dell'economia per acquisirne, entro i successivi 15 giorni, il concerto (articolo 2, commi 10-12); le regioni e le province autonome in cui risiedono i lavoratori interessati possano concedere, nei limiti delle disponibilità all uopo assegnate, il trattamento di mobilità in deroga alla normativa vigente ai lavoratori disoccupati, che abbiano i requisiti attualmente vigenti in materia di indennità di mobilità 1, che siano privi di altra prestazione legata alla cessazione del rapporto di lavoro e provengano da imprese di cui all articolo 2082 del Codice civile. Ai fini del rispetto delle disponibilità finanziarie assegnate, le regioni e le province autonome, nell' ambito dei decreti di concessione delle prestazioni di mobilità in deroga, ne quantificano i limiti di spesa e trasmettono al Ministero del lavoro e all'inps i relativi provvedimenti (articolo 3, commi 1-2); a decorrere dal primo gennaio 2014 e fino al 31 dicembre del medesimo anno, il trattamento di mobilità in deroga alla vigente normativa può essere concesso: per i lavoratori che abbiano già beneficiato di prestazioni mobilità in deroga per 3 anni o più, anche non continuativi, per un periodo massimo di 5 mesi non ulteriormente prorogabili, più ulteriori 3 mesi nel caso di lavoratori residenti nelle aree del Mezzogiorno; per i lavoratori che alla data di decorrenza del trattamento abbiano beneficiato di meno di 3 anni di mobilità in deroga per ulteriori 7 mesi, non ulteriormente prorogabili, più ulteriori 3 mesi nel caso di lavoratori residenti nelle aree del Mezzogiorno. Per tali lavoratori il periodo di fruizione complessivo non può comunque eccedere il periodo massimo di 3 anni e 5 mesi, più ulteriori 3 mesi nel caso di lavoratori residenti nelle aree del Mezzogiorno (articolo 3, comma 4); a decorrere dal primo gennaio 2015 e fino al 31 dicembre 2016, il trattamento di mobilità in deroga non può essere concesso ai lavoratori che, alla data di decorrenza del trattamento, abbiano già beneficiato di prestazioni di mobilità in deroga per 3 anni o più, anche non continuativi. Per i restanti lavoratori il trattamento può essere concesso per non più di 6 mesi, non ulteriormente prorogabili, più ulteriori 2 mesi nel caso di lavoratori residenti nelle aree del 1 Di cui all articolo 16, comma 1, della L. 116/

12 Mezzogiorno. Per tali lavoratori il periodo di fruizione complessivo non può comunque eccedere il limite massimo dì 3 anni e 4 mesi. A decorrere dal primo gennaio 2017 il trattamento di mobilità in deroga alla vigente normativa non può essere concesso. I limiti sopra descritti si applicano anche alle prestazioni concesse con decreto del Ministro del lavoro, di concerto con il Ministro dell'economia, nel rispetto dei limiti di spesa programmati a legislazione vigente. I decreti sono accompagnati da una relazione che ne quantifica gli oneri (articolo 3, commi 5-7); i trattamenti di cassa integrazione e di mobilità in deroga non possano essere concessi in favore dei lavoratori per i quali ricorrono le condizioni di accesso alle analoghe prestazioni previste dalla normativa vigente (articolo 4); l'inps effettua un monitoraggio mensile delle domande presentate, delle prestazioni corrisposte e dei flussi finanziari correnti e prevedibili, comunicando contestualmente i dati al Ministero del lavoro e al Ministero dell'economia, nonché alla regione o provincia autonoma limitatamente alle prestazioni riconosciute per il tramite della stessa (articolo 5). Il provvedimento non è corredato di relazione tecnica. Al provvedimento è allegato una relazione inerente la valutazione degli oneri finanziari, redatta dal Coordinamento generale statistico attuariale dell INPS. La relazione in oggetto, con riferimento all articolo 2, in materia di cassa integrazione in deroga, riporta gli oneri annui, stimati per indennità, coperture figurative e assegni al nucleo familiare. (milioni di euro) Anno Indennità di Coperture Assegni al TOTALE CID figurative nucleo familiare ,0 379,2 29,0 936, ,5 274,0 20,9 676, ,9 337,0 25,7 832,6 Con riferimento all articolo 3, relativo alla mobilità in deroga, la relazione riporta i seguenti oneri: - 6 -

13 (milioni di euro) Anno Indennità di Coperture Assegni al TOTALE CID figurative nucleo familiare ,0 388,4 19,4 824, ,8 182,5 9,1 419, ,2 93,0 4,6 213,8 Complessivamente: (milioni di euro) Anno Indennità di Coperture Assegni al TOTALE CID figurative nucleo familiare ,0 767,6 48, , ,3 456,5 30, , ,1 430,0 30, ,4 Al riguardo, si rileva che il provvedimento in esame, che ha natura attuativa di quanto disposto dal citato articolo 4, comma 2, del DL 54/2013, introduce misure volte a circoscrivere la platea dei beneficiari e limiti temporali all erogazione della cassa integrazione e delle indennità di mobilità in deroga. La fruizione di detti istituti è configurata nell ambito dei limiti di spesa programmati a legislazione vigente. Pertanto, la neutralità finanziaria complessiva di tale meccanismo è rimessa sostanzialmente all efficacia delle procedure prefigurate a presidio del rispetto di tali limiti di spesa. Ciò premesso, appare comunque utile acquisire maggiori elementi circa i parametri utilizzati nella quantificazione redatta dall INPS, con particolare riferimento alla numerosità della platea ipotizzata e all importo medio delle erogazioni, anche al fine di una comparazione rispetto agli esborsi connessi agli ammortizzatori sociali in deroga (cassa integrazione e mobilità) attualmente previsti

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