«Incontriamo Gesù» Il documento nella sua composizione e finalità ANNA TERESA BORRELLI

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1 «Incontriamo Gesù» Il documento nella sua composizione e finalità ANNA TERESA BORRELLI Premessa In questo tempo bello ed esigente per la vita della nostra Chiesa e del nostro Paese, in cui facciamo memoria viva del concilio Vaticano II, i vescovi italiani fanno dono alle loro comunità di nuovi Orientamenti per l annuncio e la catechesi, dal titolo «Incontriamo Gesù», che se da un lato confermano le intuizioni contenute nel Documento base, dall altro arricchiscono e orientano il cammino che si è chiamati ora a scegliere di vivere. Appare quindi importante inserire all interno di coordinate più ampie il percorso che la Chiesa, soprattutto quella italiana, sta facendo. Risulta così imprescindibile il riferimento all evento conciliare e in particolar modo a due elementi fondamentali che possono costituire due chiavi di lettura interessanti per leggere e riflettere sul testo. Il primo è preso direttamente dalla costituzione conciliare Gaudium et spes sulla «Chiesa nel mondo di questo tempo». 1 In modo inequivocabile il concilio afferma la rilevanza del tempo, dell oggi, in ordine alla missione ecclesiale. «Questo tempo» ma in realtà ogni tempo è tempo della Chiesa, è tempo per la Chiesa! È tempo in cui la redenzione cristiana si attua attraverso il mistero dell incarnazione che si compie e realizza all interno di un tempo-kairos che abbraccia l intera storia umana, resa da Dio storia di salvezza eterna. Mi piace pensare allora che questo tempo sia per le nostre comunità parrocchiali un tempo opportuno, un tempo di grazia per riscoprire che l esperienza che viviamo è bella per la nostra vita perché ci aiuta ogni giorno a vivere, in virtù del battesimo, l appartenenza a Cristo e alla sua Chiesa; ci accompagna nel diventare grandi in umanità e grazia, attraverso un cammino completo e graduale, nella fedeltà a una vocazione che ci conduce alla santità come meta possibile per tutti. Il secondo riferimento è espresso nella dichiarazione conciliare Dignitatis humanæ che riafferma il principio della libertà assoluta della scelta personale di fede. 2 Proprio da tale «coscienza» individuale e libera deriva «per ogni uomo» il dovere di «cercare la verità, specialmente in ciò che riguarda Dio e la sua Chiesa, e una volta conosciuta abbracciarla e custodirla». L incontro con Gesù Cristo è quindi un incontro che ci rende veri e liberi, capaci di novità e di annuncio creativo, pronti ad amare e a progettare una vita che è bella solo se accoglie, rende grazie e testimonia le cose grandi che il Signore opera in essa. A partire da queste due indicazioni conciliari, la consapevolezza dell oggi come tempo di grazia e l accoglienza personale del dono della fede, vogliamo leggere il testo degli Orientamenti che costituiscono la cornice entro la quale disegnare l impegno delle nostre chiese oggi chiamate a leggerli e ad approfondirli, per continuare a disegnare percorsi possibili per tutti, dai piccoli ai grandi. Tale testo vuole essere quindi oggetto di uno studio serio e appassionato, in questo tempo particolarmente ricco, ma anche esigente, del cammino della nostra Chiesa e del nostro Paese, certi di essere chiamati ogni giorno a trovare una risposta ai tanti interrogativi, dubbi e incertezze dei ragazzi, dei giovani, degli adulti e delle famiglie, e a farci profeti di quel principio di «fedeltà a Dio e all uomo» che il Rinnovamento della catechesi ha tradotto in linee educative. In questo tempo favorevole le indicazioni dell esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii gaudium, non possono non sollecitarci a ricercare la novità dell annuncio, consapevoli che l evangelizzazione è nuova nella misura in cui a essere annunciata è una notizia inedita e sorprendente, costituita 1 Cf. CONCILIUM ÆCUMENICUM VATICANUM II, Constitutio pastoralis de Ecclesia in mundo huius temporis: Gaudium et spes, in AAS, LVIII (1966), Cf. CONCILIUM ÆCUMENICUM VATICANUM II, Declaratio de libertate religiosa: Dignitatis humanæ, in AAS, LVIII (1966),

2 dall incontro con il Signore Gesù, che è una notizia piena e carica di significato per la vita dell uomo. In questo tempo favorevole, il desiderio che ha accompagnato questa pubblicazione che ha avuto ampi spazi di condivisione e consultazione, dalla Commissione episcopale per la dottrina, l annuncio e la catechesi ai membri della Consulta nazionale dell Ufficio catechistico Nazione, dalle Conferenze episcopali regionali a un gruppo di esperti, è che le comunità, le associazioni, i catechisti, gli educatori, le famiglie possano essere aiutati a entrare in questo nuovo testo, a scoprirne passo dopo passo i caratteri di continuità con il Rinnovamento della Catechesi, ma anche i segni di novità e soprattutto gli elementi che possono portare ciascuno a vivere l incontro vivo e vero con il Signore Gesù. La struttura del testo: «Incontriamo Gesù». Orientamenti per l annuncio e la catechesi in Italia Il testo si presenta con una struttura assai semplice proprio per permettere uno studio e un approfondimento che sia il più condiviso possibile. È composto da un introduzione, quattro capitoli e una conclusione. Alla fine del testo, inoltre, c è in appendice un glossario a cura dell UCN, che riprende alcuni concetti e termini, presenti negli stessi Orientamenti. È bene partire dal titolo «Incontriamo Gesù» che esprime efficacemente l obiettivo dell annuncio e della catechesi, costituito dall incontro di grazia con Gesù. Sappiamo infatti che solo l incontro vivo e vero con il Signore Gesù, morto e risorto per ciascuno di noi, cambia la nostra storia, sappiamo che solo l incontro con lui nell eucarestia costituisce per noi il motivo del nostro andare, solo l incontro con lui nei fratelli è ciò che muove i nostri passi. Ed è questa pienezza di significato che oggi vogliamo vivere in un mondo che ha bisogno di una parola nuova, capace di cambiare il cuore delle persone e orientarle verso scelte significative e autentiche In questo orizzonte, significativa appare poi anche la forma scelta per il verbo: la prima persona plurale è tesa proprio a sottolineare la dimensione ecclesiale e comunitaria dell incontro con il Maestro. È infatti nella comunità e con la comunità che si sperimenta la bellezza dell essere uniti in Colui che ci ama di un amore infinito, è con la comunità e nella comunità che ci si sente famiglia chiamata a gustare e a rendere grazie per le meraviglie che il Signore compie nella storia di quanti si affidano alla sua volontà di bene. L introduzione poi definisce lo scopo, il contesto e i destinatari di questi Orientamenti con una particolare attenzione all attuale contesto culturale ed ecclesiale, mettendo in evidenza non solo i caratteri e i motivi di novità di questo tempo ma anche i problemi, le difficoltà, le inadempienze, i ritardi di questi decenni. L introduzione si conclude poi con un lungo elenco di «grazie» per il cammino dell evangelizzazione dal Documento Base a oggi, per tutti coloro che hanno reso e rendono possibile oggi l impegno per l annuncio e la catechesi e hanno favorito il passare da una «catechesi della dottrina cristiana» a una «catechesi per la vita cristiana». Il primo capitolo dal titolo «Abitare con speranza il nostro tempo. Un nuovo impegno di evangelizzazione» prova a contestualizzare nell oggi l azione evangelizzatrice, sottolineando e contestualizzando l importanza del dinamismo della fede (nn ) e descrivendo l evangelizzazione come orizzonte e processo nell ottica di meglio identificarne i soggetti, i passaggi, il rapporto tra evangelizzazione, annuncio e catechesi, chiarendo la priorità della catechesi per gli adulti e giovani. Il n. 27 dal titolo «Sapere Gesù» è poi un paragrafo nodale perché riassume tutto il movimento dell azione evangelizzatrice. Il secondo capitolo «Annunciare il vangelo di Gesù. Il coraggio del primo annuncio», è interamente dedicato al primo annuncio. Accanto a una parte descrittiva di esso, nei nn si cerca di tratteggiare quelle «soglie» attraverso le quali si può concretamente operare una pastorale di annuncio. Il capitolo si conclude anche con alcune proposte pastorali, tra le quali significativi appaiono i «laboratori sull annuncio».

3 Il terzo capitolo, che si intitola: «Iniziare, accompagnare e sostenere l esperienza di fede. Il cammino dell iniziazione cristiana», si concentra sull iniziazione cristiana a partire dall iniziazione cristiana degli adulti (catecumenato), per poi passare all iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi. Tra le proposte pastorali, particolare importanza assume l attenzione agli itinerari dei bambini da 0 a 6 anni e dei ragazzi da 6 a 12 anni. Infine, il quarto e ultimo capitolo, «Testimoniare e narrare. Formare servitori del vangelo», approfondisce i temi del ministero e della formazione degli evangelizzatori e dei catechisti. È sicuramente il capitolo più innovativo. La formazione di evangelizzatori e catechisti e la loro capacità di proporre un itinerario di fede che conduca all incontro con il Signore quale scoperta del vero, del bello e del buono nella vita vanno anzitutto sapientemente collocate e, se necessario, globalmente ripensate in un contesto comunitario. Non è insomma solo questione di itinerari e di strumenti: i percorsi formativi proposti dalle nostre comunità devono lasciar intravedere una comunità che si lascia plasmare dal vangelo e ne vive, insieme, l esigenza missionaria. La parte finale di questo capitolo si occupa poi della formazione dei catechisti e del profilo degli Uffici catechistici diocesani, regionali e nazionali. La conclusione è breve e sintetizza l impegno di evangelizzazione e catechesi nell ambito della comunità che si riunisce nel giorno del Signore. Inoltre, alcune tabelle fuori testo presentano una breve analisi della prima lettera di San Paolo ai Tessalonicesi e accompagnano i singoli capitoli: esse mostrano attraverso un testo denso di significato come l avventura dell evangelizzazione sia una dimensione originaria nonché originante della Chiesa. Tra titolo e sottotitolo dei capitoli sono infine state inserite alcune righe di sintesi per facilitarne la lettura. I riferimenti mariani non sono conclusivi ma appaiono nell ambito della trattazione per esemplificare anche la dimensione materna della Chiesa. Dalla lettura degli Orientamenti alcune prospettive Quasi tutti i capitoli degli Orientamenti segnalano attenzioni capaci di rendere sempre più abitabile la comunità cristiana. Tra le proposte pastorali più significative, scegliamo di porre l attenzione su alcune questioni particolarmente importanti e che impegnano le nostre comunità a ripensare il proprio cammino, trovando spazi, tempi e modi per continuare a riflettere, progettare e costruire un percorso che aiuti gli uomini e le donne di questo tempo a incontrare insieme il Signore Gesù e a far in modo che questo incontro cambi la vita e susciti scelte di bene. La centralità della comunità «In questo spirito gli Orientamenti vogliono non solo interpellare i catechisti e gli altri specialisti della catechesi, ma rivolgersi alle comunità cristiane nel loro insieme: per riscoprire che tutto l agire pastorale se visto in chiave comunicativa, relazionale, educativa suscita domande, forma persone, educa a risposte, accompagna a coerenza il cammino di vita» (IG, 100). Il testo degli Orientamenti afferma così la centralità della comunità nel processo di discernimento e progettazione dell educazione nella fede. Tutta la comunità, nella ricchezza dei ministeri che partecipano in modo unico alla responsabilità per costruire hic et nunc il Regno, è chiamata a discernere l agire educativo perché in esso si determina l autenticità del suo tessuto ecclesiale. L iniziazione cristiana, infatti, avviene nella comunità e con la comunità parrocchiale, prima responsabile, insieme alla famiglia, dell annuncio di Gesù ai bambini e ai ragazzi. E la comunità si presenta attraverso il volto sereno e coraggioso di giovani e adulti che scommettono tutta la loro esperienza di fede a fianco dei più piccoli. Una comunità fatta di uomini e donne che vivono da credenti, o si sforzano di vivere da credenti, che ogni giorno si impegnano a incontrare il Signore Gesù e a lasciarsi accompagnare da Lui, che hanno scelto il discernimento come stile per leggere e interpretare i segni della presenza del Signore nella propria storia.

4 Parlare di comunità significa poi porre particolare attenzione alla parrocchia come «il luogo più significativo in cui si forma e si manifesta la comunità cristiana» (IG, 28), guardare la famiglia «in quanto Chiesa domestica» (IG 28); accompagnare il vescovo e i presbiteri, a cui è affidata la responsabilità della cura della catechesi, delle diverse realtà ecclesiali (associazioni cattoliche, movimenti ecclesiali, gruppi di spiritualità, scuole paritarie di ispirazione cristiana), 3 sostenere il cammino dei laici impegnati nella testimonianza ordinaria della propria fede. 4 Gli Orientamenti non si limitano, tuttavia, a evidenziare la centralità del coinvolgimento di tutta la comunità. Non basta infatti affermare l importanza che la Chiesa comunichi il vangelo: occorre invece chiedersi come, che cosa, attraverso chi si vuole comunicare. Leggendo il testo si può cogliere come i vescovi vogliano proporre alcuni tratti di uno stile di comunità evangelizzatrice, offrire delle direzioni di lavoro in ordine ai contenuti su cui concentrare l impegno catechistico, evidenziare alcune caratteristiche fondamentali di coloro che svolgono esplicitamente il compito di educare alla vita cristiana. Il cammino dei piccolissimi e il coinvolgimento della famiglia «La pastorale del battesimo e la cura per le prime età della vita rappresentano ambiti di attenzione pastorale per e con gli adulti, oltre che di annuncio ai bambini piccoli. Infatti, la richiesta del battesimo dei bambini, tuttora significativa nel nostro Paese, costituisce per i vescovi un occasione propizia per avviare contatti che potranno dare frutto con il tempo» (IG, 59). È tempo per le nostre comunità di prendere a cuore la presenza dei piccoli da 0 a 6 anni, riservando così una specifica attenzione educativa, che tiene conto del loro mondo, della loro capacità di stupirsi e di aprirsi alla novità, perché siano introdotti anche loro al mistero di Cristo e siano inseriti nella Chiesa, nella comunità cristiana. Un esperienza particolarmente importante e che oggi può essere rilanciata proprio in termini di primo annuncio. Spesso infatti i genitori, dopo il battesimo del proprio figlio, accantonano l impegno di trasmissione della fede, lasciando che sia la comunità cristiana a occuparsene appena sarà possibile. La presenza di cammini formativi anche per i piccolissimi può essere anche un occasione per non perdere il legame con le giovani coppie, sostenendo e accompagnando i piccoli in un percorso di fede all interno di uno stretto dialogo con i loro genitori, primi responsabili dell educazione alla fede. I genitori, infatti, «ricevono nel sacramento del matrimonio la grazia e la responsabilità dell educazione cristiana dei loro figli». 5 Il coinvolgimento delle famiglie all interno del percorso di iniziazione cristiana non si limita infatti a un atto formale, ma diventa da subito l occasione per offrire ai genitori un percorso che non solo li aiuti a stare accanto al cammino di crescita dei propri figli, ma soprattutto che offra loro l opportunità di riscoprire la propria fede, per verificare e consolidare il fondamento della propria vita cristiana: la resurrezione di Gesù. La proposta mistagogica per preadolescenti Nel testo degli Orientamenti, «si sottolinea la necessità di elaborare proposte pastorali per i ragazzi di anni e per gli adolescenti di 15-18» (IG, 62). Sappiamo bene che i ragazzi di queste età rappresentano per tutta la Chiesa una sfida e nello stesso tempo una grande opportunità. Vogliamo così accompagnarli in questo delicato tempo della loro crescita che rappresenta, senza ombra di dubbio, un momento significativo di passaggio, dalla fanciullezza all età adulta, certi che i preadolescenti oggi esprimono, a loro modo e secondo il loro linguaggio, una forma di religiosità e di ricerca di senso e di significato e anche di sequela di Cristo, che chiede di essere decodificato, ascoltato e accolto. 3 Cf. IG, Cf. IG, Direttorio generale per la catechesi, n. 227.

5 Gli esperti ci dicono che la preadolescenza è un esperienza di transizione attraverso cui il ragazzo giunge alla definizione di una propria identità personale e sociale e all acquisizione di uno status adulto. Il preadolescente, quindi, durante questo processo prolungato è chiamato ad affrontare diversi momenti di crisi che appartengono alla normale fatica del diventare adulti. Ci chiediamo allora come la comunità oggi riesca a cogliere questi conflitti, a farseli raccontare, ponendosi in ascolto del loro vissuto. Sicuramente non è facile, ma crediamo sia possibile innanzitutto facendo loro sentire che ci siamo, che abbiamo fiducia in loro, che li sosteniamo e li amiamo non tanto con le parole quanto con la nostra cura, spesso silenziosa ma operosa, riconoscendoli nel loro valore e nelle loro capacità, nei loro desideri e nei loro limiti, e con la consapevolezza che per ognuno questo percorso è diverso e unico. Con ogni ragazzo siamo quindi chiamati a creare occasioni per un confronto e un dialogo che li aiuti a ricercare e costruire la loro identità, a favorire una coscienza autonoma capace di rispondere con coraggio alle sfide della vita. Oggi vogliamo raccontare ai ragazzi, attraverso la testimonianza dei giovani e degli adulti, la bellezza della vita adulta, accompagnandoli nel fare scelte belle e sostenendoli nell assumersi le loro prime responsabilità. Vogliamo continuare a raccontare loro la bellezza della passione per la vita, non solo per quella propria, ma anche e soprattutto per quella degli altri, che si traduce nel gioire e nel lottare per ogni vita e per tutta la vita, che è sempre e ogni giorno tutta da scoprire. Il cammino mistagogico che le comunità oggi dovrebbero offrire in questa particolare fascia d età diventa così «tempo della memoria del dono ricevuto, tempo di un esperienza bella di Chiesa e quindi, di un appartenenza coinvolgente, in un età in cui la vita esplode in tutta la sua complessità e intensità» (IG, 62). La formazione dei catechisti e degli educatori La formazione è quel cammino graduale e completo che ci aiuta a maturare come persona, come credente e come apostolo. La vera formazione aumenta poi la spiritualità dei catechisti e degli educatori perché siano testimoni credibili e privilegiati, maestri della realtà e della verità della fede e educatori di tutta la persona per guidarla all integrazione della fede con la vita. Il cammino allora che la comunità propone è un percorso che aiuta i catechisti e gli educatori a comprendere che il servizio che svolgono è prezioso. È prezioso per la loro vita, per la vita dei ragazzi che accompagnano a crescere, per il nostro Paese perché porta con sé il valore alto e bello di una scelta. Si tratta infatti di una scelta alta, consapevole e libera che ciascuno ha fatto e rinnovato. Diventa così indispensabile per ogni educatore andare alle radici più profonde della propria vocazione educativa, scoprire davvero cosa lo spinge ogni giorno a dire il suo SÌ, a chiedersi ogni giorno come poter accompagnare i piccoli che il Signore gli affida. Il catechista - educatore è infatti innanzitutto un annunciatore instancabile della Rivelazione. È chiamato ogni giorno a raccontare un Dio che si rivela nel tempo, nella storia degli uomini, nella sua storia, nella costruzione di comunità di uomini e donne. L educatore è poi un discepolo della Parola perché possa annunciare testimoniando e proclamando con parole e gesti al modo di Gesù il suo immenso amore. È solo mettendosi in ascolto e lasciandosi contemplare dal suo volto, che si potrà fare esperienza del suo grande amore. Il catechista è anche servitore della Parola, sull esempio di Maria che si fa serva del Signore: «avvenga per me secondo la tua Parola». All educatore è chiesta l accoglienza della sua Parola, l efficacia verrà dal Padre perché nulla è impossibile a Dio. Ciascuno è infatti un servo inutile ma unico. Riscopriamo allora l unicità di un incontro che si fa storia, si traduce in scelte, orienta al bene. È necessario essere uomini e donne capaci di scaldare il cuore di tutte le persone che incontriamo, a partire dai piccoli; essere segno della simpatia di Dio nelle comunità; essere persone che sanno portare il sorriso del Padre; essere uomini e donne che hanno la sapienza della fede che è molto di più della fede pensata.

6 Il catechista - educatore è poi un innamorato di Gesù e della sua Parola, con un cuore che batte forte per il Signore Gesù e per i fratelli, per chi è povero, per chi ogni giorno cerca ragioni di vita e di speranza per andare. Conclusioni Affido la conclusione di questo contributo ad alcune righe del racconto di A. De Saint-Exupéry, Il Piccolo principe. «Buon giorno, disse il piccolo principe. Buon giorno, disse il mercante. Era un mercante di pillole preconfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere. Perché vendi questa roba? disse il piccolo principe. È una grossa economia di tempo, disse il mercante. Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano 53 minuti alla settimana. E che cosa se ne fa di questi 53 minuti?. Se ne fa quel che si vuole. Io, disse il piccolo principe, se avessi 53 minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana». Con l augurio che le nostre comunità possano ogni giorno trovare 53 minuti per andare alla fontana, dare qualità al loro tempo, e incontrare Gesù. ANNA TERESA BORRELLI, responsabile nazionale ACR e membro della Consulta dell Ufficio catechistico nazionale

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