ARBORICOLTURA DA LEGNO LA CLASSIFICAZIONE DEGLI ASSORTIMENTI LEGNOSI

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1 ARBORICOLTURA DA LEGNO LA CLASSIFICAZIONE DEGLI ASSORTIMENTI LEGNOSI

2 LA CLASSIFICAZIONE DEGLI ASSORTIMENTI LEGNOSI L arboricoltura da legno ha come primo scopo la produzione di assortimenti di pregio utilizzati nell industria del legno, Questo materiale deve quindi possedere le caratteristiche tecnologiche ed estetiche minime per soddisfare le richieste del mercato per precise destinazioni d uso. L internazionalizzazione del mercato del legno ha imposto un sistema comune per la valutazione delle suddette caratteristiche rappresentato dalle normative tecniche di riferimento (UNI, EN e ISO) le quali recepiscono ed integrano gli usi e consuetudini tradizionalmente adottati dagli operatori del settore legno per regolamentare gli scambi. La quasi totalità delle normative vigenti, aventi per oggetto la qualità del legno con finalità commerciali, norma la classificazione degli assortimenti legnosi comunemente oggetto di mercato e quindi principalmente tondame e segati. Per quanto concerne invece la classificazione delle piante in piedi non sono reperibili al momento documenti ufficiali. Si è quindi reso necessario adattare i contenuti della normativa vigente alle finalità di questo lavoro, ovvero alla valutazione delle potenzialità produttive della singola pianta in termini di assortimento legnoso. Le norme di classificazione esaminano infatti gli assortimenti a fine turno, valutando le caratteristiche che essi presentano in quel momento. La metodologia qui presentata, valuta invece la qualità del prodotto in prospettiva e quindi, in assenza di difetti che fin da quel momento ne inficiano la qualità, lo colloca nella classe migliore, non tenendo conto di eventuali futuri fattori di disturbo nello sviluppo della pianta. Il requisito minimo perché un assortimento abbia un valore commerciale è che esso non presenti caratteristiche del legno che ne compromettano la funzionalità meccanica o estetica e che possa essere lavorato (prevalentemente segato) in condizioni standard. Ovvero che possa essere bloccato su un carrello trasportatore e quindi squadrato o ridotto in tavole con l ausilio di una sega a nastro. Questo è possibile soltanto quando l assortimento presenta delle caratteristiche dimensionali e di forma che verranno definite in seguito.

3 Definizione di tronco da lavoro Il principale fattore discriminante nella classificazione di una pianta è l individuazione di almeno una porzione di fusto che possieda caratteristiche dimensionali ed estetico-tecnologiche idonee a ricavarne un tronco da lavoro. Se non è soddisfatto questo criterio minimo, allora la pianta viene valutata in Classe D, ovvero materiale destinabile ad uso energetico (cippato o legna da ardere). Due sono i fattori principali di cui tener conto in questa prima fase del processo di classificazione: 1. la presenza di evidenti alterazioni del legno 2. la presenza di un tronco da lavoro potenziale con caratteristiche morfologiche idonee alla trasformazione 1) si procede lungo il fusto alla ricerca di elementi visibili sulla superficie, che indichino la presenza di alterazioni del legno di origine biotica, in grado potenziamente di comprometterne la funzionalità meccanica o estetica. Foto 1: pianta di diametro sensibilmente inferiore alla media dell impianto Foto 2: galleria da insetti Foto 3: nodo cariato Si dovranno quindi ricercare: gallerie di insetti, necrosi, corpi fruttiferi fungini, cretti da gelo e ferite o monconi di rami con evidenti attacchi di carie (colorazioni anomale dovute a marciumi). Data la gravità delle ripercussioni sul materiale legnoso e la continua evoluzione nel tempo del danno arrecato, la presenza di anche solo uno di questi elementi, indipendentemente dall entità iniziale e dalla loro posizione sul fusto, collocherà la pianta in classe D. Nel novero delle alterazioni non sono compresi i danni di origine meccanica, qualora i tessuti legnosi circostanti non evidenzino attacchi di carie. In questi casi il danno non compromette la qualità dell intera pianta, occorre però escludere la porzione di fusto interessata dal difetto, dalla lunghezza totale dell eventuale assortimento ritraibile; inoltre l assortimento stesso dovra essere prudenzialmente collocato nella classe di qualità inferiore rispetto a quella di appartenenza.. Foto 4: necrosi da attacco batterico sul noce.

4 Foto 5: esempio di danno di origine meccanica non interessato da carie 2) Perché l assortimento rivesta un interesse commerciale occorre che possieda requisiti di forma tali da consentirne la lavorazione in condizioni standard. Il tronco da lavoro potenziale deve avere una lunghezza minima di 2,5 m. Nel tratto in questione il fusto può presentare una deviazione dalla rettilineità relativa ad un solo piano di curvatura. Inoltre la deviazione massima dalla rettilineità non deve superare il 10% della lunghezza relativa alla porzione di fusto interessata dalla curvatura stessa. Nell immagine a fianco (foto 7) sono rappresentate a titolo esemplificativo le due grandezze che quantificano il difetto. Con L è indicata la porzione di fusto interessata dalla curvatura e con s lo scostamento massimo dalla rettilineità. Il valore che deriva dall applicazione della formula s/l*100 non deve mai superare il 10% altrimenti il futuro tronco da lavoro non potrà soddisfare i requisiti minimi di lavorabilità. La lunghezza del tronco da lavoro é generalmente condizionata: nella parte inferiore dalla presenza di difetti (curvatura del fusto o danni di origine meccanica), nella parte superiore dalla presenza di pseudo-verticilli di rami, in corrispondenza dei quali il fusto evidenzia una brusca rastremazione (riduzione del diametro superiore al 30%). In assenza di almeno un toppo potenziale che soddisfi i requisiti elencati la pianta viene collocata in classe D, destinabile quindi unicamente alla triturazione o all impiego come legna da ardere. Si puntualizza che le osservazioni sin qui descritte non sono riportate secondo un ordine cronologico. Infatti, essendo sufficiente la presenza di anche uno solo dei difetti esposti a collocare la pianta in classe D, si consiglia di limitare l osservazione al più evidente tra loro. Foto 6: cretto da gelo L S Foto 7: misurazione della curvatura.

5 Foto 8: forte rastremazione in corrispondenza di un verticillo di rami. Foto 9: fusto con forte curvatura relativa a più piani (forma elicoidale). Classificazione dei tronchi da lavoro potenziali Le discriminanti sin qui analizzate rappresentano uno strumento adatto alla classificazione dei fusti in fase di qualificazione e all individuazione di quelle piante, già in fase di dimensionamento, che presentano un tronco da lavoro potenziale. Ovvero, quelle piante che in assenza di perturbazioni, sono da ritenersi potenzialmente in grado di produrre assortimenti di interesse commerciale. Da ciò deriva l importanza di procedere discriminando ulteriormente gli assortimenti in funzione della loro qualità, al fine di valutare l attitudine produttiva di un impianto. Come scritto in precedenza il sistema normativo in ambito nazionale ed europeo, essendo finalizzato agli scambi commerciali, prende in esame gli assortimenti ritraibili a seguito dell abbattimento. Questo protocollo invece, mira ad applicare lo stesso sistema di classificazione proposto dalle norme relative al legno tondo sul fusto della pianta in piedi. Pertanto, il primo passo consiste nell individuare la porzione di fusto da cui è possibile ritrarre un assortimento di interesse commerciale (come già descritto nella capitolo precedente). Successivamente le osservazioni si concentreranno su questa parte per individuare i difetti che comunemente condizionano l appartenenza di un assortimento alle diverse classi di qualità. Le categorie di assortimentazione corrispondono a quattro classi di qualità:

6 Qualità A: assortimento destinabile alla trancia o sfoglia (il più pregiato e a maggior valore aggiunto) Qualità B: assortimento destinabile alla falegnameria di pregio. Qualità C: assortimento destinabile alla falegnameria andante. Qualità D: assortimento per produzione di cippato e legna da ardere (il meno pregiato e a minor valore aggiunto). I fattori che influenzano la classificazione per le prime tre classi sono principalmente due: la presenza di nodi sani, che coincide con la presenza di rami verdi oppure già secchi ma privi di marciumi. La rettilineità del fusto nei casi in cui la deviazione massima sia compresa tra 0-10% I nodi Appurata la presenza di un tronco da lavoro potenzialmente utile, sulla porzione di fusto ad esso corrispondente occorre misurare il diametro dei rami o dei monconi di ramo. La misura deve essere effettuata mediante un calibro in prossimità dell inserzione sul tronco. In presenza di più rami su un singolo tronco da lavoro, occorre sommare i valori misurati. Se la somma supera i 60 mm per metro lineare, il tronco da lavoro risulterà in classe C. Se la somma è compresa tra i 15 ed i 60 mm per metro lineare il tronco da lavoro appartiene alla classe B Se la somma è minore di 15 mm il tronco da lavoro è in classe A In presenza di più rami qualora la somma parziale superi il valore limite di 60 mm non occorre procedere con la misura dei restanti nodi. Foto 10: ramo e nodo piccoli, di diametro inferiore di 15 mm.

7 Foto 11: ramo e nodo medi, di diametro compreso tra mm. Foto 12: nodo grandi, di diametro maggiore di 60 mm Il nodo viene considerato come difetto quando esplica la sua influenza oltre al cilindro centrale di 10 cm di diametro. Ciò significa che un ramo rilevato su una porzione di fusto, che presenta a quella quota un diametro inferiore ai 10 cm, può ancora essere eliminato con una potatura senza influire sulla qualità dell assortimento e pertanto non deve essere rilevato. Per alcune specie la presenza di cicatrici relative ad interventi di potatura possono dare problemi di interpretazione. Ad esempio: nel caso in cui esse si presentino su porzioni di fusto aventi in quel punto diametri prossimi ai 10 cm.

8 Foto 13: cicatrice a fessura Foto 14: cicatrice di forma ellittica In questi casi, se la cicatrice appare come una sottile fessura la ferita dovrà considerarsi chiusa e l influenza del difetto esaurita entro i limiti di accettabilità; pertanto non dovrà essere rilevata. Se invece la cicatrice appare di forma circolare o ellittica, significa che la pianta necessità di ulteriore tempo per ricoprirla e quindi, che il difetto andrà ad interessare il fusto oltre i limiti dell ipotetico cilindro centrale descritto in precedenza. Pertanto, esso dovrà essere rilevato come difetto, avente come dimensione il diametro medio della cicatrice. Ci sono poi casi in cui, pur non evidenziandosi sul fusto alcuna cicatrice, sono presenti rigonfiamenti pronunciati e localizzati. Nella maggior parte di questi casi ci troviamo in presenza di un moncone di ramo ricoperto che al momento della segagione del tronco da lavoro evidenzierà sulla superficie la presenza di nodi di grandi dimensioni che per alcune specie (ad es. noce) sono associati a colorazioni anomale. Questi rigonfiamenti saranno rilevati alla stregua di rami che superano i 60 mm di diametro. Foto 15: rigonfiamento dovuto alla presenza di un moncone di ramo ricoperto Foto 16: difetto su una tavola di ciliegio dovuto alla presenza di un moncone di ramo ricoperto

9 Lo scostamento dalla rettilineità Come descritto nel capitolo precedente lo scostamento dalla rettilineità può risultare determinante nella valutazione della presenza o meno del tronco da lavoro potenziale, qualora la curvatura si presenti secondo più piani o quando superi il valore soglia del 10%. La curvatura può essere:diffusa o localizzata. È diffusa quando la corda sottesa dalla porzione di fusto incurvata parte dalle due estremità come nell esempio della foto 16. In casi come questo, il valore di curvatura è espresso in percentuale e deriva dal rapporto tra il massimo scostamento dalla rettilineità (s) e la lunghezza dell intero tronco da lavoro. Secondo la formula già riportata al capitolo precedente: s/l*100. Nel caso invece in cui la curvatura sia localizzata la lunghezza L viene misurata agli estremi della corda sottesa dalla curvatura stessa come mostrato dalla foto 17 L T T L S S Foto 16: esempio di curvatura diffusa in cui la lunghezza del toppo T e la corda L coincidono Foto 17: esempio di curvatura localizzata in cui la la corda L è sottesa in una porzione del toppo T.

10 In presenza di un tronco da lavoro potenzialmente utile la misura della curvatura deve essere abbastanza accurata soprattutto se si deve discriminare tra le classi A e B. Se la curvatura misurata è compresa tra il 10% (valore al di sopra del quale il tronco da lavoro non ha interesse commerciale) ed il 2%, l assortimento verrà collocato in classe C. Nel caso invece che sia compresa tra 1% e 2% si posizionerà in classe B Nel caso poi che sia minore di 1% il tronco da lavoro apparterrà alla classe A. Nelle immagini seguenti vengono rappresentati a titolo d esempio quattro fusti che si distribuiscono nelle differenti classi. Classe A Classe B Classe C Classe D

11 Schema di classificazione degli assortimenti potenzialmente ritraibili Il diagramma seguente è stato elaborato per riassumere quanto sin qui esposto e come supporto alle attività di campo. Lunghezza del toppo potenziale inferiore a 2,5 m o Curvatura superiore al 10% o relativa a più piani o Presenza di rilevanti difetti di origine biotica o abiotica, o di alterazione del legno, o di nodo morti SI CLASSE D NO Curvatura compresa tra 3% e 10% e/o Sommatoria dei diametri dei rami e dei nodi superiore a 60 mm SI CLASSE C NO Curvatura compresa tra 1% e 2% e/o Sommatoria dei diametri dei rami e dei nodi compresa tra 15 mm a 60 mm SI CLASSE B NO Curvatura inferiore a 1% e Sommatoria dei diametri dei rami o dei nodi inferiore a 15 mm SI CLASSE A

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