Mercoledì novembre 2017 I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO. L allievo autistico Corso di formazione
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- Flavia Morini
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1 Mercoledì novembre 2017 I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO L allievo autistico Corso di formazione
2 Argomenti del corso 1 parte - Teorica Definizione di autismo Cause Conseguenze 2 parte - Il progetto L importanza di un progetto La complessità del lavoro
3 Progetto individualizzato per un soggetto autistico FONDAMENTALE, in quanto agire seguendo il buon senso, quando si ha a che fare con questa tipologia di persone, spesso non funziona. RACCOGLIERE INFORMAZIONI PRECISE SU PARTECIPANTI: chi sono i partecipanti? Quali le loro caratteristiche e il loro funzionamento? Abbiamo creato una scheda per facilitare questo compito (compilarla con genitori e con operatori che conoscono il cliente). FARE RETE con centri riabilitativi o socio-educativi che conoscono il cliente; STRUTTURARE IL PERCORSO: definire obiettivi, durata e percorso tenendo conto delle informazioni raccolte e delle richieste del cliente e della famiglia; MODALITA LAVORATIVE: Dove? Con chi? E necessaria la presenza di un operatore o di un famigliare? PARTE SECONDA L importanza di un progetto
4 PARTE SECONDA L importanza di un progetto DATI ANAGRAFICI I disturbi dello spettro autistico L allievo autistico Corso di formazione per maestri di sci alpino, fondo e snowboard Scheda raccolta informazioni nome: eta :. INTERAZIONE SOCIALE si distacca tranquillamente dalle figure di riferimento (mamma, papà ecc.) tende a stare in disparte manifesta piacere al contatto fisico reagisce serenamente alla presenza di figure nuove COMUNICAZIONE - sa usare i gesti convenzionali (sorriso, saluto ecc.) - sa indicare - ha il linguaggio verbale SI NO NOTE SI NO NOTE Interazione sociale: utile per capire come relazionarsi con la persona Comunicazione: informazioni necessarie per capire come si può comunicare con la persona, soprattutto riguardo i bisogni primari (fame, sete, stanchezza, dolore, ecc.) Comportamento: utile per comprendere meglio il comportamento della persona Motricità e sensorialità: informazioni utili per programmare un percorso adatto ai partecipanti Altre informazioni: informazioni specifiche che riguardano lo sport - comunica il bisogno di andare in bagno (se sì, specificare come) - comunica sensazioni di dolore (se sì, specificare come) - comunica sensazioni di fame/sete (se sì, specificare come) Spazio per annotare altre informazioni, in particolare riguardo cose e attività che piacciono molto al partecipante - ripete frasi o parole (se sì, specificare quali)
5 Le possibili difficoltà: Gestione dei tempi dell incontro; Aspettative dei genitori; PARTE SECONDA La complessità del lavoro Tempistiche molto lunghe degli apprendimenti; Difficoltà di gestione della persona dal punto di vista relazionale e comportamentale; Imprevisti rispetto al programma che ci si era posti; Cosa fare? Flessibilità del progetto: il progetto deve essere molto flessibile nelle varie dimensioni che si definiscono, in quanto il lavoro con questa utenza porta spesso a far fronte all imprevisto, sia positivo che negativo. Alleanza con famiglia e centri educativi/riabilitativi: davanti alle difficoltà confrontarsi con genitori e degli esperti per trovare soluzioni per permettere lo sviluppo del percorso.
6 PARTE SECONDA La complessità del lavoro Dare la priorità a: Instaurare una relazione con la persona: quando si riesce è già un obiettivo molto importante raggiunto; Mettere in secondo piano l aspetto tecnico dello sport: prioritario è creare momenti di piacere; Cercare di comprendere cosa piace molto al cliente: questa informazione può essere usata come motivazione; Risolvere con creatività difficoltà tecniche legate alla pratica dello sport; Il piacere ci orienta nella comprensione di cosa funziona durante l uscita. Quando sentite di provare piacere o di divertirvi significa che il progetto sul cliente è ben costruito e calibrato. Se ci si accorge che dopo un po si accumula troppa frustrazione, il progetto tendenzialmente è da rivedere
7 Come portare più persone con disturbo dello spettro autistico in palestra di arrampicata FORMAZIONE: gli operatori devono essere formati a questa disabilità; SENSIBILIZZAZIONE: sensibilizzare associazioni, cooperative e famiglie all importanza di fare sport. Sensibilizzare genitori di ragazzi e bambini normotipici che dall inclusione sociale tutti ci guadagnano; COMUNICAZIONE: riuscire a comunicare che ci sono istruttori formati, che le palestre di arrampicata sono luoghi accessibili e che questi ragazzi POSSONO, nel rispetto dei loro limiti, arrampicare e, nel farlo, trovarci anche molto gusto!!!! 7
8 Sci alpino un assaggio
9 Piccoli promemoria Non esiste un soggetto uguale ad un altro Riuscire a comunicare a genitori che Si può fare Non avere fretta frasi brevi, semplici e chiare Attenzione al contatto/vicinanza fisica: non sempre sono ben accette! catturare lo sguardo
10 Piccoli promemoria Anticipare verbalmente ciò che sta per accadere Chiedere informazioni al genitore/educatore Il canale visivo è quello preferenziale: struttura le attività di conseguenza!! Non avere problemi nell'interrompere l'attività Essere creativi nel trovare soluzioni ai problemi legati alla pratica dello sport Porsi piccoli obiettivi
11 CONTATTI Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci! Dott. Federico Comini - Psicologo tel.: federico.comini.83@gmail.com Dott.ssa Giulia Voltolini - Educatrice Professionale tel.: giuliavolto@yahoo.it
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