CORSO ISTRUTTORI PATTINAGGIO

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1 CORSO ISTRUTTORI PATTINAGGIO VICENZA 28 OTTOBRE NOVEMBRE 2017 Prof.ssa cristinasilvestri15@hotmail.com

2 ARGOMENTI IL CARICO MECCANISMI ENERGETICI CAPACITA MOTORIE: RESISTENZA FORZA VELOCITA MOBILITA ARTICOLARE CRISTINA SILVESTRI

3 CRISTINA SILVESTRI

4 IL CARICO SI REALIZZA ATRRAVERSO AZIONI (ESERCIZI). GLI ESERCIZI CHE AVRANNO UN CERTO GRADO DI SOLLECITAZIONE FUNZIONALE RAPPRESENTERANNO UN CARICO PER L ORGANISMO. SE LE AZIONI SUPERANO TROPPO LA SOGLIA DI STIMOLO PRODUCONO UN EFFETTO NEGATIVO SE LE AZIONI RESTANO AL DI SOTTO DELLA SOGLIA DI STIMOLO SONO PRIVE DI EFFETTO. SOLAMENTE SE SUPERANO LA SOGLIA DI STIMOLO NELLA GIUSTA MISURA AVRANNO UN EFFETTO POSITIVO

5 IL CARICO IL CARICO DI ALLENAMENTO SERVIRA A PROVOCARE ADATTAMENTI

6 QUANDO INSORGE L ADATTAMENTO? QUANDO L ORGANISMO NON RIESCE A FAR FRONTE ALLE RICHIESTE DEGLI STIMOLI CON IL POTENZIALE ESISTENTE ES. ABBRONZATURA IPERTROFIA QUALISONO GLI EFFETTI DELL ADATTAMENTO? * MAGGIOR CAPACITA DI SOPPORTARE CARENZE DI OSSIGENO * MAGGIORE CAPACITA DI GLICOGENO MUSCOLARE * MAGGIORE DIFESA ALLE INFEZIONI * MAGGIORE STABILITA PSICHICA

7 IL CARICO EFFETTI IMMEDIATO:BIOCHIMICO PERMANENTE:PLASTICO ORMONALE IL RECUPERO * MODIFICA IL CARICO * PERMETTE L ADATTAMENTO IMMEDIATO E LA SUPERCOMPENSAZIONE

8 LA SUPERCOMPENSAZIONE LA SUCCESSIONE DEGLI STIMOLI INDUCE UNA VARIAZIONE DELL OMEOSTASI ( STATO DI EQUILIBRIO DELLE FUNZIONI ORGANICHE). AD ESSA SEGUE UNA REAZIONE COMPENSATORIA CHE TENDE AD ANNULLARE LO SQUILIBRIO PRODOTTO DAL CARICO FISICO DETERMINANDO UN PROGRESSIVO AUMENTO DELLE RISERVE FUNZIONALI, FINO A SUPERARNE IL LIVELLO DI PARTENZA. SHOCK CONTROSHOCK SUPERCOMPENSAZIONE

9 ESEMPIO DI SUPERCOMPENSAZIONE ( adattamento) ABBRONZATURA IPERTROFIA

10 PARAMETRI DEL CARICO VOLUME, INTENSITA, DURATA E FREQUENZA. VOLUME dello stimolo (quantità totale di lavoro) INTENSITA dello stimolo DENSITA' dello stimolo (è il rapporto fra lo stimolo vero e proprio e il recupero nella stessa seduta di allenamento); FREQUENZA con cui lo stimolo viene reiterato nelle diverse sedute di allenamento; DURATA dello stimolo ( il tempo di durata dell allenamento)

11 IL CARICO IMPORTANTE NELLA DETERMINAZIONE DEL CARICO PRENDERE IN CONSIDERAZIONE LE DIFFICOLTA COORDINATIVE DEGLI ESERCIZI PROPOSTI SPESSO TRASCURATA MA FONDAMENTALE NEGLI SPORT TECNICO-COMBINATORI. PREPARAZIONE GIOVANILE: MULTILATERALITA PER OTTENERE LO SVILUPPO E LA FORMAZIONE DI TUTTI I

12

13 PRINCIPI DEL CARICO 1. UNITA TRA CARICO E RECUPERO * NELLA FORMAZIONE DELLA VELOCITA FORZA RESISTENZA LE PAUSE DI RECUPERO SONO DIVERSE * LA LUNGHEZZA DELLE PAUSE DIPENDE DAL VOLUME E DALL INTENSITA DELL ESERCIZIO ESEGUITO * NELLA FORMAZIONE DELLA COORDINAZIONE E SOPRATTUTTO IN QUELLA DI TECNICHE SPORTIVE E NECESSARIO PREDISPORRE PAUSE BREVI E FREQUENTI

14 PRINCIPI DEL CARICO 2.PROGRESSIVITA IL PROCESSO DI ADATTAMENTO DELL ORGANISMO TENDE A STABILIZZARSI SE GLI INDICI DEL CARICO NON SONO ELEVATI. AUMENTARE PRIMA IL VOLUME ( QUANTITA ) 3.CONTINUITA CARICO PER TUTTO L ANNO, CARICO A LUNGO TERMINE. SENZA PERIODI LUNGHI DI ATTIVITA NON E POSSIBILE RAGGIUNGERE QUELL INCREMENTO NECESSARIO CHE PORTA AD ELEVATE PRESTAZIONI.

15 PRINCIPI DEL CARICO 4. VARIAZIONE DEL CARICO ANCHE ALL INTERNO DELLA STESSA SEDUTA D ALLENAMENTO UTILIZZARE ESERCIZI CON FINALITA DIVERSE. LA SUCCESSIONE: VELOCITA /COORDINAZIONE FORZA VELOCE RESISTENZA ALLA FORZA RESISTENZA AEROBICA

16 PRINCIPI DEL CARICO 5. DIVISIONE IN PERIODI 6.UNITA TRA CARICO GENERALE E SPECIALE E NECESSARIO SVILUPPARE UN AMPIA BASE FUNZIONALE ( ESER. GENERALI) SULLA QUALE, IN SEGUITO INNESTARE L AZIONE DEGLI ESERCIZI SPECIALI. 7.SISTEMATICITA E NECESSARIO SEGUIRE ALCUNE REGOLE METODOLOGICHE: DAL SEMPLICE AL COMPLESSO DAL CONOSCIUTO ALL IGNOTO

17 PRINCIPI DEL CARICO 8. STABILITA I RISULTATI VANNO CONSOLIDATI ATTRAVERSO RIPETIZIONI SISTEMATICHE. IMPORTANTI I TEST DI VERIFICA 9. EVIDENZA NELLA COSTRUZIONE DELLE ABILITA MOTORIE SONO IMPORTANTISSIME LE PERCEZIONI OTTICHE, CINESTETICHE ECC. COLLEGARE LE DIMOSTRAZIONI, L USO DI VIDEO ECC. ALLA SPIEGAZIONE VERBALE

18 PRINCIPI DEL CARICO 10. ADEGUATEZZA DIVERSIFICAZIONE DEL CARICO A SECONDA DELL ATLETA: PARTICOLARITA DELL ETA PARTICOLARITA DEL SESSO TIPOLOGIA NERVOSA STATO DELLA LORO PREPARAZIONE FISICO-MOTORIA

19 PRINCIPI DEL CARICO 11. CONSAPEVOLEZZA COMUNICARE E SPIEGARE GLI OBIETTIVI E I METODI DELLA LEZIONE. SEGNALARE I RISULTATI DEGLI ESERCIZI

20 IL CARICO ESTERNO E IL CARICO INTERNO

21 CARICO ESTERNO OGGETTIVAMENTE VALUTABILE E MISURABILE CARICO INTERNO RIFERITO ALLE CAPACITA MASSIMALI DELL ATLETA, NON SEMPRE VALUTABILE ED IN PROGRESSIVO, COSTANTE ADATTAMENTO

22 IL CARICO ESTERNO E INTERNO E UN CONCETTO FONDAMENTALE PER DETERMINARE IL POTENZIALE ALLENANTE LE POSSIBILITA IN ESSO CONTENUTE DI PROVOCARE UNA REAZIONE FUNZIONALE DI ADATTAMENTO DELL ORGANISMO DELL ATLETA. EFFETTO ALLENANTE FUNZIONALI CHE SI VERIFICANO NELL ORGANISMO DELL ATLETA CAMBIAMENTI

23 UN ESERCITAZIONE CHE ALL INIZIO DELL ALLENAMENTO DETERMINEREBBE UN EFFETTO ALLENANTE INVECE NON SORTIREBBE LO STESSO EFFETTO A FINE ALLENAMENTO O DOPO ALTRE ESERCITAZIONI DI DIVERSO GENERE CARICO INTERNO ECCESSIVO IMPOSSIBILITA DI ADATTAMENTO

24 L ESERCIZIO CHE POSSIEDE UN POTENZIALE ALLENANTE PER UNA ATLETA POTREBBE NON PRESENTARLO PER UN ALTRA ATLETA( DIFFERENTE LIVELLO DI PRESTAZIONE, ETA ECC)

25 COMBINAZIONI POSITIVE DELLE ESERCITAZIONI ESER. A CARATTERE 1 ANAEROBICO ALATTACIDO 2 AEROBICO ESER. A CARATTERE 1 ANAEROBICO LATTACIDO 2 AEROBICO ESER. A CARATTERE 1 ANAEROBICO ALATTACIDO 2 ANAEROBICO LATTACIDO ALTRI TIPI DI COMBINAZIONI PRODUCONO EFFETTI NEGATIVI.

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