Il Piano di indirizzo per il contenimento del carico derivante dalle acque di prima pioggia

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1 Il Piano di indirizzo per il contenimento del carico derivante dalle acque di prima pioggia Strumento di attuazione delle Norme del Piano di Tutela delle Acque regionale 2/12/2010

2 Pianificazione Provinciale Il Piano di Indirizzo rientra nella Pianificazione d Ambito del Servizio Idrico Integrato ed è strumento di attuazione del Piano di Tutela delle Acque (PTA); E redatto dalle Province di concerto con le AATO e la collaborazione del Gestore del Servizio Idrico Integrato, E approvato dalla Provincia in variante al PTCP e fa parte delle misure del PTA per il conseguimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici.

3 Linee di intervento delle misure per il raggiungimento degli obiettivi del PTA

4 Misure attinenti il sistema fognario depurativo da inserire nei Piani d Ambito Collettamento a depuratori con trattamenti secondari (biologici) di tutti gli agglomerati sopra i a.e. entro il 31/12/2005. (già realizzato) Adozione di trattamenti appropriati per gli agglomerati da 200 a a.e. entro il 31/12/2008. (Realizzato quasi interamente) Adozione di trattamenti appropriati per gli agglomerati da 50 a 200 a.e. entro il 31/12/2010. (Realizzato quasi interamente) Rimozione spinta del Fosforo negli impianti di trattamento di capacità superiore a a.e. entro il 31/12/2008. (già realizzato) Rimozione spinta dell Azoto negli impianti di trattamento di capacità superiore a a.e. entro il 31/12/2008. (Santa Giustina, Marecchiese, Cattolica, Riccione, Misano: lavori in corso) Rimozione spinta dell Azoto negli impianti di trattamento di capacità superiore a a.e. entro il 31/12/2016. (Bellaria: non necessario causa la prossima dismissione dell impianto) Disinfezione nel periodo estivo per i depuratori oltre i a.e. ricadenti nella fascia di 10 km dalla costa.(già realizzata)

5 Trattamento depurativo Fonte: Piano di tutela delle acque Provinciale livello 2 livello 1 livello Fitodepurazione Distribuzione residenti Residenti in nuclei isolati in Provincia Residenti in case sparse Residenti in Agglomerati in Provincia

6 Collettamento e depurazione Residenti in Provincia Anno 2006 Residenti in nuclei isolati in Provincia ,91% Residenti in Agglomerati in Provincia ,53% Residenti in case sparse ,56%

7 Predisposizione di vasche di prima pioggia o altri accorgimenti, utili a ridurre i carichi inquinanti sversati nei corpi idrici durante gli eventi di pioggia. Il carico inquinante sversato deve essere ridotto del 45% entro il 31/12/2008 e del 70% entro il 31/12/2016 negli agglomerati costieri oltre i a.e. (Realizzato in piccola parte con la predisposizione di alcune vasche di prima pioggia)

8 Fonti di pressione

9 Distribuzione scolmatori Fonte: Piano di tutela delle acque Provinciale

10 Distribuzione vasche prima pioggia Fonte: Piano di tutela delle acque Provinciale

11 Piano di indirizzo per le acque di prima pioggia La Direttiva regionale rimanda alla Provincia l individuazione degli scolmatori di piena a più forte e significativo impatto rispetto alle esigenze di protezione del corpo ricettore. La valutazione si articola nelle seguenti fasi: Individuazione del bacino scolante. Valutazione delle caratteristiche del bacino (presenza di aree fortemente urbanizzate, reti stradali ad elevata densità di traffico). Caratteristiche ed esigenze di qualità del corpo idrico ricettore. Campionamento ed analisi dello scarico.

12 Decreto legislativo 30/5/08 n.116 Le acque di balneazione devono essere individuate geograficamente dotate di un profilo classificate (qualità scarsa, sufficiente, buona, ottima) monitorate

13 Decreto legislativo 30/5/08 n.116 per disegnare il conoscere: il profilo di un di un acqua bisogna caratteristiche fisiche geografiche e idrologiche proprie e delle acque superficiali del bacino drenante potenziali cause di inquinamento potenziale proliferazione di cianobatteri, macroalghe e/o fitoplancton eventuale rischio di inquinamento di breve durata eventuale rischio di situazione anomala

14 Decreto legislativo 30/5/08 n.116 Gestione Le acque di balneazione sono classificate di «qualità eccellente»: 1) se, nella serie di dati sulla qualità delle acque di balneazione per l'ultimo periodo di valutazione, i valori percentili delle enumerazioni microbiologiche sono uguali a o migliori rispetto ai valori corrispondenti alla «qualità eccellente» indicati nell'allegato I, colonna B; e 2) se le acque di balneazione sono soggette a inquinamento di breve durata, a condizione che: a) siano adottate misure di gestione adeguate, inclusa la sorveglianza, sistemi di allarme rapido e il monitoraggio, per prevenire l'esposizione dei bagnanti mediante un avviso o, se del caso, un divieto di balneazione; b) siano adottate misure di gestione adeguate per prevenire, ridurre o eliminare le cause di inquinamento

15 Indagine conoscitiva scolmatori Relativamente agli scolmatori di piena, il quadro conoscitivo deve contenere i seguenti elementi: Breve descrizione della funzione e della tipologia costruttiva dei manufatti scolmatori. Indicazioni circa lo stato di consistenza delle infrastrutture presenti su tutto il territorio provinciale utilizzando dati conoscitivi aggiornati. Il sistema autorizzatorio in essere, dati e procedure. Semplificazione tramite tabelle e diagrammi del quadro conoscitivo (n manufatti, distribuzione territoriale, consistenza in termini di A.E. o portate nere transitanti ecc..). Inserire scheda scolmatore

16 Individuazione degli interventi Per il raggiungimento dell obiettivo si consiglia di individuare gli interventi sugli scolmatori a più forte impatto evitando la proliferazione di vasche di prima pioggia su tutto il territorio. La fattibilità degli interventi dovrà essere valutata coinvolgendo direttamente i gestori del SII ed i Comuni interessati in modo da creare un percorso condiviso fin dall inizio e non precludere la futura realizzazione di eventuali infrastrutture. Si sottolinea che andranno finanziati solo quegli investimenti individuati nei Piani di Indirizzo che saranno inseriti nei Piani d Ambito.

17 Approvazione del Piano di indirizzo Se il Piano di Indirizzo viene redatto contestualmente alla variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, che recepisce il PTA regionale, esso segue l iter di approvazione di tale variante (L.R. 20/2000) ed è pertanto soggetto a Valutazione Ambientale Strategica, come le altre misure, nell ambito della medesima procedura di variante al PTCP. Nel caso il Piano di Indirizzo sia redatto successivamente all approvazione della Variante al PTCP in attuazione del PTA si ritiene che sia da sottoporre a Verifica di Assoggettabilità (D.Lgs 4/08 correttivo della parte seconda del D.Lgs 152/06) solo in caso contenga scelte che possano comportare effetti ambientali non ancora valutati ovvero l esatta localizzazione ed il dimensionamento degli interventi; Qualora il Piano di indirizzo sia redatto successivamente alla variante al PTCP provinciale/pta regionale e rappresenti unicamente un approfondimento tecnico conoscitivo che, pur individuando gli scolmatori a forte e significativo impatto e definendo delle priorità di realizzazione degli interventi, sulla base delle presenti linee guida, non individua l esatta localizzazione ed il dimensionamento delle vasche di prima pioggia ovvero non modifichi le scelte già effettuate e valutate nella Variante al PTCP in attuazione del PTA, per il principio di non duplicazione delle valutazioni sancito dall art.9 del D.Lgs 4/08, si ritiene che lo stesso non debba essere sottoposto a Verifica di Assoggettabilità o a Valutazione Ambientale Strategica. Gli interventi contenuti nel piano saranno poi valutati in sede di pianificazione urbanistica e successivamente di progettazione trovando la loro definizione all interno degli strumenti di programmazione d Ambito.

18 Gestione operativa che utilizzi in modo spinto la capacità di invaso delle canalizzazioni fognarie mediante tecnologie di controllo in tempo reale. Programmi di manutenzione e di ispezione dei manufatti, oltre all implementazione del sistema di monitoraggio e telecontrollo. Lavaggi frequenti e programmati delle superfici cittadine effettuate con acque di minor pregio.

19 Pianificazione urbanistica Realizzazione di pavimentazioni permeabili in particolari aree pubbliche e private (parcheggi, marciapiedi, aree pedonali) Aree di bioritenzione, specialmente su suolo pubblico (giardini, spartitraffico, rotonde, tangenziali ed assi attrezzati). Laminazione delle portate di punta. Vasche di accumulo per il riutilizzo delle acque piovane.

20 Regolamenti edilizi Sistemi per il riutilizzo delle acque piovane. Disconnessione dei pluviali degli edifici dalle reti fognarie in combinazione con dispositivi di infiltrazione nel suolo. Riutilizzo delle acque grigie depurate. Impiego di coperture verdi (tetti ecologici) soprattutto su grandi edifici commerciali ed industriali.

21 Queste azioni precedono ed integrano la prospettiva di arrivare ad una separazione completa delle reti fognarie, obiettivo di più lungo termine, pur consapevoli che in alcuni casi (centri storici) le difficoltà tecniche ed operative possono risultare proibitive. L adozione del sistema separato diventa quindi un requisito indispensabile per le nuove realizzazioni e ristrutturazioni delle reti. Il sistema separato consente anche di applicare più facilmente le misure di limitazione dei volumi e delle portate di acque piovane affluenti al reticolo di drenaggio. Ovviamente richiede un attento monitoraggio per evitare interferenze fra le 2 reti.

22 Fonte: Iridra

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