Ore Varianti dell antigene D. Ore Esercitazione pratica in gruppi. Ore Test di valutazione Chiusura corso

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Ore Varianti dell antigene D. Ore Esercitazione pratica in gruppi. Ore Test di valutazione Chiusura corso"

Transcript

1 Ore Varianti dell antigene D Ore Comportamento sierologico delle emazie che presentano un espressione debole dell antigene D Ore Esercitazione pratica in gruppi Ore Test di valutazione Chiusura corso Corso di aggiornamento in Immunoematologia AO Sant Andrea Roma, 17 aprile 2013

2 Corso di aggiornamento in Immunoematologia AO Sant Andrea Roma, 17 aprile 2013

3 Il caso favorisce soltanto le menti preparate (Pasteur)

4 1939 Levine & Stetson descrivono il caso di una donna che, dopo aver partorito un bambino affetto da eritroblastosi, ha una reazione emolitica con una trasfusione di sangue del marito. Il suosieroagglutinaiglobulirossidel marito e quellidell 80% dei donatori ABO-compatibili.

5 1940 Landsteiner & Wiener iniettano eritrociti di Rhesus-monkey in conigli. Il siero dei conigli agglutina gli eritrociti del Rhesus-monkey e dell 85% di eritrociti umani. Chiamano questo anticorpo anti-rh L anticorpo umano di Levine & Stetson mostra lo stesso pattern di reattivita dell anticorpo anti-rh del coniglio.

6 1963 Levine et al. dimostrano che l anti-rh umano e del coniglio non reagiscono con lo stesso antigene. Ciononostante, nell uso corrente, il termine Rh viene conservato per indicare l anticorpo umano. L anti-rh del coniglio viene chiamato anti-lw in onore di Landsteiner & Wiener.

7 1942 Levine conferma che l incompatibilita Rh tra madre e feto era la causa della malattia emolitica del neonato(men). Diversi studi dimostrano che, in base al tipo di popolazione, il 3 25% degli individui mancano dell antigene D del sistema Rh, e che gli individui RhD-negativi possono produrre anti-d.

8 Il fattore Rhesus è clinicamente il più importante sistema gruppoematico di natura proteica. La sua significativita clinica è seconda solo a quella del sistema ABO. Con i suoi 52 antigeni rappresenta il più grande dei 30 sistemi gruppo-ematici conosciuti.

9 Gli antigeni Rh sono pienamente espressi alla nascita e sono precocemente rilevabili sin dalla ottava settimana di gestazione. Sono presenti solo sui globuli rossi, mentre non sono rilevabili sulle piastrine, sui linfociti, sui monociti, sui neutrofili o in altri tessuti.

10 Dalla meta degli anni 40, quattro ulteriori antigeni -C, E, c, e vennero riconosciuti come facenti parte di quello che viene attualmente definito come il sistema Rh. I cinque piu importanti antigeni Rhesussono la causa della maggior parte delle alloimmunizzazioni post- trasfusionali. Successive scoperte hanno portato il numero degli antigeni correlati col sistema Rh a 52.

11

12 Il D possiede l immunogenicità più elevata rispetto agli altri antigeni eritrocitari; è stato stimato che dal 30 all 85% delle persone D negative che ricevono una trasfusione D positiva svilupperà l anti-d.

13 Le basi molecolari

14 1946 Fisher & Race Propongonoun sistemabasatosuun modelloditre loci strettamente associati: Cc, Dd Ee che determinano i corrispondenti antigeni antitetici.

15 1943 Wiener Propone un sistema basato sulla sua teoria di più alleli su un singolo locus. Wiener riteneva che il prodotto del gene RH fosse una singola entità da lui definita agglutinogeno. Un agglutinogeno era caratterizzato da numerose specificità individuali, dette fattori, evidenziati da specifici anticorpi. Ad esempio il gene R1 esprime almeno tre differenti fattori: Rh0, rh,h (D, C, E nella terminologia Fisher Race).

16 1986 Patricia Tippet Propone una modifica alla teoria di Fisher Race. Solo due loci strutturali Rh tra loro strettamente concatenati sul cromosoma 1 e che determinano la produzione degli antigeni Rh: D che codifica per l antigene D CE che codifica per gli antigenic, c, E, e.

17 1990 Viene identificato il primo gene Rhesus: RHCE; 2 anni piu tardi viene identificato il gene RHD.

18 Il gene RHD determina la presenza della proteina che attraversa ripetutamente la membrana eritrocitaria e conferisce la specificità antigenica D. Il gene RHCEconi suoi alleli RHCe, RHCE, RHcE ed Rhce, determina gli antigeni C, c, E ed e.

19 I due geni (RHD e RHCE) sono altamente omologhi (93.8%) e sono organizzati in dieci esoni. Il gene RHD deriverebbe dalla duplicazione di un originale gene RH durante l evoluzione.

20 Iprodotti dientrambiigenirhdedrhcesonoproteine di417 aminoacidi che attraversano per 12 volte la membrana eritrocitaria, formando solo brevi anse esterne di aminoacidi. Flegel. Transfusion and Apheresis Science 2011

21 All interno della membrana eritrocitaria, il polipeptide Rh forma un complesso con una glicoproteina Rh-associata(RhAG) (AABB: Technical Manual) Il complesso (proteine Rh/RhAG) e essenziale per l espressione anche di altre proteine di membrana che svolgono un ruolo strutturale nella membrana eritrocitaria, come viene evidenziato dallo studio delle emazie Rh null che sono prive dituttigli antigeni Rh e che presentano alterazioni morfologiche caratteristiche.

22 Le proteine RhD e RhCcEe differiscono per circa 36 aminoacidi. Gli antigeni C e c si differenziano uno dall altro solamente per quattro amminoacidi; di queste differenze, solo quella tra la serina e la prolina nella posizione 103 sembra essere l elemento critico. La presenza della prolina o dell alanina nella posizione 226 differenzia, invece, E da e.

23 L 82%-88% degli Europei e dei caucasici nord Americani sono D-positivi. Circa il 95% dei neri Africani sono D-positivi. Il D e un antigene ad alta frequenza nell est asiatico, raggiunge il 100% in alcune popolazioni.

24 1991 Viene dimostrato che nella popolazione bianca la maggior parte degli individui RhD-negativi manca completamente del gene RHD. (from Flegel. Transfusion and Apheresis Science 2011)

25 Mentre nei soggetti caucasici D-negativi il gene RHD e deleto, in altre popolazioni (soggetti di origine africana, giapponesi e cinesi) il fenotipo D negativo e associato ad un gene RHD inattivo, mutato oparziale.

26 Circa il 67% dei neri africani presenta un gene RHD inattivo o pseudogene(rhdψ) responsabile del fenotipo D-negativo. RHDψ presenta uno stop codon nell esone 6. Sono stati anche descritti geni RHD contenenti mutazioni non senso e delezioni di nucleotidi in alcuni giapponesi D-negativi e in donatori bianchi.

27 La determinazione in laboratorio

28 La tipizzazione degli antigeni Rh in laboratorio si esegue utilizzando reagenti o antisieri commerciali. Nella pratica clinica, sono facilmente reperibili cinque reattivi per la tipizzazione Rh: anti-d, anti-c, anti-e, anti-c, anti-e.

29 Le indagini relative alla routine pre-trasfusionale prevedono solo l esame dell antigene D. Gli altri reattivi vengono utilizzati prevalentemente nella risoluzione dei problemi anticorpali oppure nelle indagini familiari. L insieme degli antigeni rilevati sulle emazie di una persona costituisce il suo fenotipo Rh.

30 La maggioranza delle emazie D positive presentano, con un siero anti- D dopo centrifugazione, una netta agglutinazione macroscopica, che ne consente la rapida classificazione come D positive, in presenza di un risultato negativo del controllo.

31 Fino a poco tempo fa, nella maggioranza degli esami si utilizzavano reagenti anti-d policlonali di origine umana, in soluzioni iperproteiche, idonei per gli esami su vetrino, in provette o in micropiastre. In tempi piu recenti, sono diventati ampiamente disponibili reattivi monoclonali anti-d.

32 Alcuni reattivi anti-d destinati all uso su vetrino, provetta o in micropiastra contengono una elevata concentrazione proteica (20-24%) oltre ad altri additivi macromolecolari. Questi reattivi sono sempre preparati da pool di sieri umani e producono risultati rapidi e affidabili. Gli elevati livelli proteici e gli additivi macromolecolari possono determinare reazioni falsamente positive.

33 Se le emazie presentano una aggregazione nel test di controllo, i risultati del test con l anti-d non possono essere considerati attendibili.

34

35 Determinazione del tipo RhD in laboratorio -Vetrino -Provetta -Micropiastra -Microcolonna

36 Determinazione dei probabili fenotipi Rh risultanti dai test eseguiti con i cinque principali reagenti fra le tipizzazioni del sistema Rh (AABB: Technical Manual)

37 La maggior parte delle persone D negative sono omozigoti per l allele RHce, il gene che codifica per gli antigeni c ed e; ccddee Meno frequentemente possono presentare gli alleli RHCe o RHcE che codificano rispettivamente per C ed e oppure per c ed E. Ccddee ccddee

38 Il genotipo D delle persone D positive non può essere determinato direttamente con i mezzi sierologici; gli studi per stabilire la dose dell antigene D non sono efficaci per stabilire se un soggetto è omozigote o eterozigote per il gene RHD. DD?? Dd

39 Solo le indagini molecolari permettono la determinazione del vero genotipo D. La determinazione del genotipo con la metodologia della reazione della polimerasi a catena può essere eseguita utilizzando il DNA ottenuto dai leucociti o dagli amniociti oppure dal DNA fetale extracellulare presente nel plasma materno.

40 L origine etnica influenza le deduzioni relative al genotipo, perché la frequenza dei geni Rh si diversifica da un gruppo geografico all altro. Per esempio in un bianco che presenta un fenotipo Dce, il genotipo sarà probabilmente Dce/ce, ma in una persona di origine africana esso può essere, con la stessa probabilità, sia Dce/Dce che Dce/ce.

41 La maggioranza delle emazie D positive presentano, con un siero anti- D dopo centrifugazione, una netta agglutinazione macroscopica, che ne consente la rapida classificazione come D positive, in presenza di un risultato negativo del controllo. Le emazie che non vengono immediatamente agglutinate non possono essere classificate con la stessa semplicità.

42 Per alcuni campioni di globuli rossi, la dimostrazione della presenza del D richiede l incubazione con il reattivo diagnostico, e successiva aggiunta del siero antiglobuline umane (test dell antiglobulina indiretto o Test di Coombs indiretto). Queste emazie (un tempo classificate Du) sono considerate D positive anche se si rende necessaria questa fase addizionale dell esame. Il termine Du non viene più considerato appropriato; le emazie che presentano delle forme indebolite dell antigene D vengono classificate come D positive e possono essere descritte come D deboli.

43 Le varianti RhD

44 1946 Viene identificata una variante quantitativa(denominata D u ) che presenta una debole espressione dell antigene D. Questa variante, ora chiamata weak D, e di notevole importanza clinica e diagnostica.

45 1953 Viene evidenziata l esistenza anche di varianti qualitative dell antigene D. I pazienti con questa variante D parziale sono positivi per l antigene D, tuttavia appaiono essere in grado di formare anti-d.

46 Nella razza bianca lo 0,2-1% degli individui presenta una diminuita e/o alterata espressione della proteina RhD tale da determinare le varianti dell antigene RhD.

47 Weak D E una variante della proteina RhD che presenta sostituzioni aminoacidiche localizzate nei segmenti trans-membrana o intracellulari ed esprime una quantità ridotta di antigene D (meno di 5000 antigeni D per eritrocita).

48 Weak D L antigene D è, dal punto di vista qualitativo, largamente immodificato. Di conseguenza l antigene D normale non è solitamente immunogeno per i portatori di weak D. Eccezioni: Weak D di tipo 15 Weak D di tipo 4.2 (DAR) Weak D di tipo 7 Weak D di tipo 11

49 Eccezioni: Weak D Weak D di tipo 15 Weak D di tipo 4.2 (DAR) Weak D di tipo 7 Weak D di tipo 11 I weak D tipo 1, 2, 3, 4.0/4.1 sono i più comuni nella popolazione europea e caucasica e rappresentano il 95% deiweakd totali. Ad oggi, in questi tipi di weak D non è mai stata documentata una alloimmunizzazione anti-d.

50 Eccezioni: Weak D Weak D di tipo 15 Weak D di tipo 4.2 (DAR) Weak D di tipo 7 Weak D di tipo 11 Questa osservazione è di particolare importanza nella prevenzione e management dell alloimmunizzazione anti- D in gravidanza. Donne in gravidanza con weak D (da 1 a 4.1) possono essere trasfuse con eritrociti D-positivo e non vi è indicazione alla immunoprofilassi anti-d.

51 DEL E un antigene D dall espressione molto debole (200 molecole o meno per globulo rosso). Così chiamato perché originariamente identificabile solo mediante assorbimento dell anti-d e sua successiva eluizione dai globuli rossi. Anche noto come Asian type DEL a causa della sua prevalenza negli asiatici D-negativi. La sua importanza è legata soprattutto alla possibilità di determinare un alloimmunizzazione anti-d quando un donatore DEL-positivo è erroneamente etichettato come D-negativo.

52 Partial D La classificazione delle varianti D parziali si basa sulla premessa che alcune sostituzioni aminoacidiche nei loop extracellulari incidono sulla conformazione lineare degli epitopi D o, più spesso, sulla conformazione tri-dimensionale di quel loop. Molti D parziali vengono identificati utilizzando anticorpi monoclonali diretti verso specifici domain o loop sulla superficie dell eritrocita.

53 Partial D DII e DVII sono causati da una singola sostituzione aminoacidica extracellulare. DIII, DIV, DV e DVI sono causati, invece, da alleli ibridi RHD-CE-D. Queste categorie D parziali producono spesso l anticorpo anti-d in seguito ad esposizione ad un antigene D normale.

54 Partial D Per molti D parziali, l alloimmunizzazioneanti-d è un evento apparentemente raro, e per alcuni D parziali non vi è stata a tutt oggi nessuna osservazione di pazienti con alloanticorpi anti-d.

55 (from Flegel Transfusion and Apheresis Science 2011)

56 Fino a poco tempo fa, nella maggioranza degli esami si utilizzavano reagenti anti-d policlonali di origine umana. In tempi piu recenti, sono diventati ampiamente disponibili reattivi monoclonali anti-d.

57 I reattivi monoclonali solitamente producono reazioni piu forti di quelle ottenute con i reattivi policlonali di classe IgG, ma possono occasionalmente fallire l agglutinazione delle emazie dei soggetti appartenenti ad alcune categorie di D parziali. Aggiungendo delle piccole aliquote di anticorpi IgG ai monoclonali di classe IgM si produce una miscela di anticorpi che reagiranno con gli antigeni D deboli o con D parziali nel test all antiglobulina.

58 Negli anni 60 la categoria D VI è stata identificata come quella più a rischio di alloimmunizzazione in pazienti etichettati come D-positivi. Per tale motivo è stato stabilito successivamente di considerareid VI comed-negativineglieuropei.

59 Negli anni 80 sono stati messi a punto reagenti monoclonali anti-dcheconsentonoladistinzionetra D VI ed-positivi. Dal 1995 i reagenti monoclonali anti-d che non identificanoi D VI sono entrati nell uso routinario. Grazie a questa strategia i pazienti D VI e le donne in gravidanza sono tipizzati falsi negativi evitando così trasfusioni D- positivo e prevenendo l alloimmunizzazione anti-d.

60 Attualmente sono disponibili tecniche molecolari che possono determinare direttamente il genotipo Rh. La determinazione del genotipo viene effettuata con la metodologia della polymerase chain reaction(pcr) utilizzando il DNA ottenuto dai leucociti.

61 Standard di Medicina Trasfusionale Determinazione del gruppo ABO e tipo RhD: donatori la determinazione del tipo RhD viene effettuata utilizzando 2 diversi reagenti anti-d di comprovata sensibilità (se entrambi monoclonali, derivanti da cloni diversi); incasodirhdnegativo,vieneeseguita la ricerca deldweak(d u )

62 Standard di Medicina Trasfusionale Guida per l applicazione La determinazione del tipo RhD deve essere effettuata utilizzando 2 diversi reagenti anti-d di comprovata sensibilità (se entrambi monoclonali, derivanti da cloni diversi), di cui almeno uno dovrebbe rilevare il D VI parziale, al fine di evitare l erronea attribuzione del tipo RhDnegativoadonatoriportatoridellavarianteD VI parziale. La ricerca del D weak (D u ) deve essere effettuata con la metodica dell antiglobulinaindiretta, utilizzando un reattivo anti-d in grado di rilevare anche la variante parziale D VI

63 Standard di Medicina Trasfusionale Determinazione del gruppo ABO e tipo RhD: pazienti la determinazione del tipo RhD viene effettuata utilizzando 2 diversi reagenti anti-d di comprovata sensibilità (se entrambi monoclonali, derivanti da cloni diversi);

64 Standard di Medicina Trasfusionale Guida all applicazione La determinazione del tipo RhD deve essere effettuata utilizzando 2 diversi reagenti anti-d di comprovata sensibilità (se entrambi monoclonali, derivanti da cloni diversi), di cui almeno uno non dovrebberilevareil D VI parziale, alfinedievitarel attribuzionedeltipo RhD positivo a pazienti portatori della variante D VI parziale che, se trasfusi con globuli rossi RhD positivi possono sviluppare una immunizzazione anti-d.

65 Per le ricerche dei D parziali e del D weak, può risultare utile l adozione di specifici kit che utilizzano miscele di anticorpi monoclonali di classe IgG e IgM diretti contro i diversi epitopi dell antigene D, e che consentono di identificare la maggior parte dei Dparzialiconosciutiediconfermareil Dweak. L attribuzione di un fenotipo D parziale con metodiche sierologiche dovrebbe essere confermata in biologia molecolare.

66 Diversamente dagli antigeni A e B, le persone che non possiedono il D sui propri eritrociti non presentano, regolarmente, l anti-d. La formazione dell anticorpo anti-d origina dall esposizione, per motivi trasfusionali o gravidanze, ad emazie che presentano l antigene D.

67 Quando nel siero è presente un anticorpo, dal momento che non vi sono emazie che portano l antigene corrispondente, esso circola libero. Questi anticorpi vengono evidenziati esaminando il siero contro emazie test, aggiungendo il siero antiglobulineumane ed osservando l agglutinazione che segue. La ricerca di anticorpi con questo metodo viene detta: Test dell antiglobulina indiretto (Test di Coombs indiretto)

68

69 Gli anticorpi ed il loro significato clinico

70 Nel campo della medicina trasfusionale, D è l antigene più importante dopo gli antigeni A e B. L anti-d può determinare reazioni emolitiche trasfusionali severe e fatali e malattia emolitica del neonato.

71 E possibile ritrovare dopo 2-5 mesi un anticorpo con specificità anti-d nel 85%di soggetti D-negativi trasfusi con almeno 200ml di eritrociti D-positivi. Circa la metà del restante 15% non produrranno l anticorpo nemmeno dopo ulteriori stimolazioni. Questi soggetti sono definiti non responders (Mollison P.L.)

72 Tutti gli anticorpi del sistema Rh possono potenzialmente causare reazioni emolitiche e MEN. L antigene c è clinicamente il più importante antigene Rh dopo il D. L anti-c, -E, -e raramente si rendono responsabili di MEN, in tal caso in forma solitamente moderata.

73 La maggior parte degli anticorpi anti-rh originano dalla esposizione a eritrociti umani per trasfusioni o gravidanze. Occasionalmente, gli anticorpi anti-rh possono essere naturali(per esempio anti-e, anti-cw).

74 Gli anticorpi anti-rh permangono, di solito, per molti anni. La maggior parte degli anticorpi anti-d sono di classe IgG, solitamente IgG1 e IgG3. Se il loro livello sierico scende al di sotto di quello rilevabile, l eventuale successiva esposizione all antigene produce, tipicamente, una risposta immune secondaria.

75 Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi 50 anni, l alloimmunizzazione anti-d si verifica ancora in 1:2000 gravidanze D-negative. Possibili cause sono: Mancanza di appropriata profilassi Inappropriata somministrazione della profilassi Pre-alloimmunizzazione Passaggio transplacentare precoce di cellule fetali Trasfusione di eritrociti DEL-positivi (Flegel 2011)

76 ZZZ

La superficie del globulo rosso è ricca di complesse strutture aventi caratteristiche antigeniche

La superficie del globulo rosso è ricca di complesse strutture aventi caratteristiche antigeniche La superficie del globulo rosso è ricca di complesse strutture aventi caratteristiche antigeniche galattosio Fucosio N-acetil-glucosamina N-acetil-galattosamina Glicolipide di base eritrocita galattosio

Dettagli

I CONTROLLI IMMUNOEMATOLOGICI SUL DONATORE E SUL PRODOTTO. Dr.ssa Loredana Gobbi Medicina Trasfusionale Ancona

I CONTROLLI IMMUNOEMATOLOGICI SUL DONATORE E SUL PRODOTTO. Dr.ssa Loredana Gobbi Medicina Trasfusionale Ancona I CONTROLLI IMMUNOEMATOLOGICI SUL DONATORE E SUL PRODOTTO Dr.ssa Loredana Gobbi Medicina Trasfusionale Ancona 9 maggio 2011 IMMUNOEMATOLOGIA Ricerca e caratterizzazione di: Antigeni eritrocitari che determinano

Dettagli

Policlinico Umberto I-Sapienza Università. UOS Immunoematologia Speciale. Serelina Coluzzi. Roma

Policlinico Umberto I-Sapienza Università. UOS Immunoematologia Speciale. Serelina Coluzzi. Roma Serelina Coluzzi UOS Immunoematologia Speciale Policlinico Umberto I-Sapienza Università Roma Obiettivi principali dell esercizio: 1) Indagare sulla tipizzazione D e sulla comunicazione dei risultati

Dettagli

Relazione Dr.ssa Rocca. Implicazioni immunoematologiche e trasfusionali evidenziate dallo studio della popolazione dell Africa sub-sahariana

Relazione Dr.ssa Rocca. Implicazioni immunoematologiche e trasfusionali evidenziate dallo studio della popolazione dell Africa sub-sahariana Dr.ssa Rocca Implicazioni immunoematologiche e trasfusionali evidenziate dallo studio della popolazione dell Africa sub-sahariana Etnia e Trasfusione I Pazienti di etnia africana sub-sahariana per l estrema

Dettagli

Il sistema degli antigeni grupo-ematici AB0 è stato scoperto da Carlo Landsteiner (vincitore di Premio Nobel) agli inzi del 1900.

Il sistema degli antigeni grupo-ematici AB0 è stato scoperto da Carlo Landsteiner (vincitore di Premio Nobel) agli inzi del 1900. Il sistema degli antigeni grupo-ematici AB0 è stato scoperto da Carlo Landsteiner (vincitore di Premio Nobel) agli inzi del 1900. La scoperta degli antigeni ABO pose le basi immunologiche per la comprensione

Dettagli

Molti anticorpi gruppo-ematici reagiscono con i corrispondenti antigeni sui globuli rossi in vitro senza determinare alcun effetto visibile.

Molti anticorpi gruppo-ematici reagiscono con i corrispondenti antigeni sui globuli rossi in vitro senza determinare alcun effetto visibile. Molti anticorpi gruppo-ematici reagiscono con i corrispondenti antigeni sui globuli rossi in vitro senza determinare alcun effetto visibile. Questi anticorpi sono delle molecole IgG che attaccano un solo

Dettagli

Vedi tabella successiva

Vedi tabella successiva Gruppi sanguigni Karl Landsteiner, nel 1900, scopri le cause dell incompatibilità trasfusionale. Trovò che i globuli rossi umani di soggetti differenti reagiscono diversamente nei confronti di due antisieri

Dettagli

XV CONGRESSO NAZIONALE SIdEM Torino, 9-12 novembre 2011

XV CONGRESSO NAZIONALE SIdEM Torino, 9-12 novembre 2011 XV CONGRESSO NAZIONALE SIdEM Gestione Appropriata ed Integrata dei Test Sierologici e Molecolari nel Laboratorio di Immunoematologia di II Livello Antonella Matteocci U.O.C. SIMT Ospedale San Camillo ROMA

Dettagli

Direttore Dr.ssa Tiziana Riscaldati. SIMT-POS 029 Criteri di Refertazione

Direttore Dr.ssa Tiziana Riscaldati. SIMT-POS 029 Criteri di Refertazione 1 1 2 1 SCOPO.Scopo della Presente Procedura è quello di indicare i criteri utilizzati presso il laboratorio di Immunoematologia del SIMT di Viterbo 2 CAMPO D APPLICAZIONE La presente procedura si applica

Dettagli

6 UK NEQAS USERS MEETING Meeting Scientifico Servizi di Quality Assessment Professionali UK NEQAS nel Laboratorio Integrato di Ematologia

6 UK NEQAS USERS MEETING Meeting Scientifico Servizi di Quality Assessment Professionali UK NEQAS nel Laboratorio Integrato di Ematologia 6 UK NEQAS USERS MEETING Meeting Scientifico Servizi di Quality Assessment Professionali UK NEQAS nel Laboratorio Integrato di Ematologia Immunoematologia & Medicina Trasfusionale Milano, 20 Novembre 2013

Dettagli

DETERMINAZIONE GRUPPO SANGUIGNO E FATTORE Rh

DETERMINAZIONE GRUPPO SANGUIGNO E FATTORE Rh DETERMINAZIONE GRUPPO SANGUIGNO E FATTORE Rh Test diretto (Coomb) Per ricercare in laboratorio gli antigeni eritrocitari ABO su campioni di sangue si utilizzano anticorpi specifici agglutinanti. Questi,

Dettagli

Report supplementare per l esercizio 10R7 Distribuito il 12 luglio Italia

Report supplementare per l esercizio 10R7 Distribuito il 12 luglio Italia Report supplementare per l esercizio 10R7 Distribuito il 12 luglio 2010 - Italia Introduzione I campioni forniti per il gruppo ABO/D di tutti e tre i 'pazienti' sono stati preparati per simulare una doppia

Dettagli

ASSEGNAZIONE E DISTRIBUZIONE EMOCOMPONENTI ALLOGENICI

ASSEGNAZIONE E DISTRIBUZIONE EMOCOMPONENTI ALLOGENICI ASSEGNAZIONE E DISTRIBUZIONE EMOCOMPONENTI ALLOGENICI Gli antigeni gruppo-ematici più importanti da un punto di vista immunologico e trasfusionale sono quelli AB0 ed Rh Test pre-trasfusionali Type: determinazione

Dettagli

I gruppi sanguigni Il sistema AB0

I gruppi sanguigni Il sistema AB0 I gruppi sanguigni sono determinati dalla presenza di proteine specifiche sulla superficie dei globuli rossi. La loro comparsa nella formazione del globulo rosso è determinata geneticamente, quindi non

Dettagli

Kell. Kidd. Duffy. MNSs

Kell. Kidd. Duffy. MNSs Altri sistemi ematici con anticorpi clinicamente significativi Kell Kidd Duffy MNSs Sistema Kell e Kx Il sistema gruppo ematico Kell è costituito da un polimorfismo di cinque serie di alleli codificanti

Dettagli

Immunoematologia/Trasfusionale Principi Base

Immunoematologia/Trasfusionale Principi Base Immunoematologia/Trasfusionale Principi Base Ortho Clinical Diagnostics Introduzione Ortho Clinical Diagnostics - Cenni Storici 3 Nel 1939 viene fondata Ortho Diagnostics Systems Inc. Prima società a produrre

Dettagli

Esercizi BTLP Gruppo ABO RhD e antigeni minori

Esercizi BTLP Gruppo ABO RhD e antigeni minori 8 UK NEQAS USERS MEETING Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Martedì, 8 Marzo 216 Bologna Esercizi BTLP Gruppo ABO RhD e antigeni minori Dr.ssa Liliana Carinci Ospedale Spirito Santo SIMT Pescara

Dettagli

RISPOSTA PRIMARIA. I linfociti T devono anche produrre il segnale che induce l attivazione delle cellule B.

RISPOSTA PRIMARIA. I linfociti T devono anche produrre il segnale che induce l attivazione delle cellule B. RISPOSTA PRIMARIA L antigene, opportunamente preparato dal macrofago, viene presentato dai linfociti T ai linfociti B che devono produrre l anticorpo. I linfociti T devono anche produrre il segnale che

Dettagli

Le raccomandazioni SIMTI sulla MEFN. Giuseppe Curciarello 7 UK NEQAS USERS MEETING Milano, 13 Novembre 2014

Le raccomandazioni SIMTI sulla MEFN. Giuseppe Curciarello 7 UK NEQAS USERS MEETING Milano, 13 Novembre 2014 Le raccomandazioni SIMTI sulla MEFN Giuseppe Curciarello 7 UK NEQAS USERS MEETING Milano, 13 Novembre 2014 Perchè le Raccomandazioni sulla MEFN? (1) G. Curciarello 2 Per la sua storia È avvenuto assai

Dettagli

Patologie da analizzare

Patologie da analizzare Fasi cruciali Scelta della patologia da analizzare Scelta del campione da analizzare Scelta dell approccio da utilizzare Scelta della tecnica da utilizzare Analisi statistica del dati Conferme con approcci

Dettagli

Schede di sicurezza per i prodotti per la banca del sangue

Schede di sicurezza per i prodotti per la banca del sangue Schede di sicurezza per i prodotti per la banca del sangue Egregi Clienti, Ortho Clinical Diagnostics (OCD) fornisce schede di sicurezza (SDS) per tutti i prodotti OCD che contengono materiali pericolosi

Dettagli

IMPORTANZA CLINICA DELLA TIPIZZAZIONE SIEROLOGICA E MOLECOLARE DELLE VARIANTI DELL ANTIGENE RhD. Matr

IMPORTANZA CLINICA DELLA TIPIZZAZIONE SIEROLOGICA E MOLECOLARE DELLE VARIANTI DELL ANTIGENE RhD. Matr IMPORTANZA CLINICA DELLA TIPIZZAZIONE SIEROLOGICA E MOLECOLARE DELLE VARIANTI DELL ANTIGENE RhD Relatore Ch.ma Dott.ssa Caponi Laura Candidato Catapano Piera Matr. 475606 Sommario 1. INTRODUZIONE... 1

Dettagli

Per la conservazione viene aggiunta sodio azide a una concentrazione finale inferiore allo 0,1 %.

Per la conservazione viene aggiunta sodio azide a una concentrazione finale inferiore allo 0,1 %. Scheda Tecnica 0123 Technical File No.: 26 Prodotto: Categoria di prodotto secondo la classificazione CE: Anti-S, Anti-s commbsreactive Sistema MnSs Allegato III Autocertificazione del produttore Struttura

Dettagli

REGIONE VENETO AZIENDA ULSS N.15 ALTA PADOVANA FORNITURA DI SISTEMI DIAGNOSTICI E REAGENTI PER L ESECUZIONE DEGLI ESAMI DI IMMUNOEMATOLOGIA

REGIONE VENETO AZIENDA ULSS N.15 ALTA PADOVANA FORNITURA DI SISTEMI DIAGNOSTICI E REAGENTI PER L ESECUZIONE DEGLI ESAMI DI IMMUNOEMATOLOGIA Allegato B/1 REGIONE VENETO AZIENDA ULSS N.15 ALTA PADOVANA FORNITURA DI SISTEMI DIAGNOSTICI E REAGENTI PER L ESECUZIONE DEGLI ESAMI DI IMMUNOEMATOLOGIA E PER LO STUDIO DEGLI ANTIGENI ERITROCITARI IN BIOLOGIA

Dettagli

Le metodiche di II livello per l identificazione di miscele anticorpali

Le metodiche di II livello per l identificazione di miscele anticorpali 5 Users Meeting Milano, 15 novembre 2012 Le metodiche di II livello per l identificazione di miscele anticorpali Donatella Londero - UDINE Anno 2012 Principale Obiettivo dell esercizio Valutare l identificazione

Dettagli

La valutazione della Emorragia Feto-Materna: tecniche a confronto

La valutazione della Emorragia Feto-Materna: tecniche a confronto La valutazione della Emorragia Feto-Materna: tecniche a confronto Dr. Roberto Distefano Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale RAGUSA 6 UK NEQAS Users Meeting Milano 20 novembre 2013 F M

Dettagli

1. Inserisci il tuo numero di registrazione (come indicato sul foglio istruzioni) Se hai dato il giudizio INSODDISFACENTE, puoi segnalare il motivo

1. Inserisci il tuo numero di registrazione (come indicato sul foglio istruzioni) Se hai dato il giudizio INSODDISFACENTE, puoi segnalare il motivo Informazioni di base Lo scopo di questa indagine è raccogliere dettagli sulle tecniche e sui protocolli utilizzati per l esercizio pilota titolazione ABO. L'impostazione è rispetto ad un donatore vivo

Dettagli

Esercizi UK NEQAS per la diagnostica e il trattamento dell emorragia feto-materna

Esercizi UK NEQAS per la diagnostica e il trattamento dell emorragia feto-materna Esercizi UK NEQAS per la diagnostica e il trattamento dell emorragia feto-materna Dr. Roberto Distefano Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale ASP 7 RAGUSA Roma 26 marzo 2015 F M H La legge

Dettagli

Direttore Dr.ssa Tiziana Riscaldati. SIMT-POS 027 Analisi Immnunoematologiche

Direttore Dr.ssa Tiziana Riscaldati. SIMT-POS 027 Analisi Immnunoematologiche 1 1 2 1 SCOPO Scopo della presente procedura è quello di illustrare le analisi immunoematologiche che vengono effettuate presso il SIMT andando a descrivere le modalità attraverso le quali vengono gestite.

Dettagli

ENZIMI. A + B AB (100 Kcal= E. Attiv.) A + B AB (50 Kcal) SUBSTRATO ENZIMA E N E R G I A

ENZIMI. A + B AB (100 Kcal= E. Attiv.) A + B AB (50 Kcal) SUBSTRATO ENZIMA E N E R G I A ENZIMI 1) sono catalizzatori di natura biologica e sono proteine 2) gli enzimi abbassano l energia di attivazione di un solo tipo di reazione senza intervenire nella reazione stessa cioè senza esserne

Dettagli

Anti-Fya, Anti-Fyb coombs

Anti-Fya, Anti-Fyb coombs Scheda Tecnica 0123 Technical File No.: 2 Prodotto: Anti-Fya, Anti-Fyb coombs Categoria di prodotto secondo la classificazione CE: Allegato II Lista B Struttura della scheda tecnica Descrizione del prodotto:

Dettagli

Anemie emolitiche autoimmuni

Anemie emolitiche autoimmuni Anemie emolitiche autoimmuni La diagnosi di anemia emolitica autoimmune si basa sulla rilevazione di anticorpi e/o proteine del complemento sui globuli rossi del paziente, ovvero sulla positività al

Dettagli

Corso di Laurea in TECNICHE DI LABORATORIO BIOMEDICO

Corso di Laurea in TECNICHE DI LABORATORIO BIOMEDICO Disciplina: ALLERGOLOGIA E IMMUNOLOGIA CLINICA Docente: Prof. Lorenzo MORTARA 1) Reazioni immunopatogene o razioni di ipersensibilità. Classificazione di Gell e Coombs. Reazioni anafilattiche e allergiche

Dettagli

LA VARIABILITA CROMOSOMICA. Tutti i tessuti di un organismo (eccetto i gameti) in genere possiedono il medesimo assetto cromosomico.

LA VARIABILITA CROMOSOMICA. Tutti i tessuti di un organismo (eccetto i gameti) in genere possiedono il medesimo assetto cromosomico. LA VARIABILITA CROMOSOMICA Tutti i tessuti di un organismo (eccetto i gameti) in genere possiedono il medesimo assetto cromosomico. Tipi di mutazioni cromosomiche. Le mutazioni cromosomiche si possono

Dettagli

Codominanza e allelia multipla

Codominanza e allelia multipla Codominanza e allelia multipla Le leggi di Mendel non sono sempre valide 1. Dominanza incompleta: l eterozigote ha un fenotipo intermedio tra quello dei due omozigoti 2. Codominanza e Allelia multipla:

Dettagli

13R1 P1&2 per operatori

13R1 P1&2 per operatori 1. Introduzione Entrambi I Pazienti 1 e 2 richiedono sangue in 10-15 minuti, così i test eseguiti sono gli stessi o simili tra di loro. Tuttavia, stiamo raccogliendo i dati su ognuno dei pazienti: prima

Dettagli

Relazione Dr.ssa Cinzia Paccapelo. Caratteristiche immunoematologiche delle popolazioni locali

Relazione Dr.ssa Cinzia Paccapelo. Caratteristiche immunoematologiche delle popolazioni locali Relazione Dr.ssa Cinzia Paccapelo Caratteristiche immunoematologiche delle popolazioni locali Antigeni dei gruppi sanguigni: classificazione (1) N. Simbolo Localizzazione 001 ABO 9q34.2 002 MNS 4q31.21

Dettagli

1 modulo didattico - Impatto clinico delle malattie genetiche e

1 modulo didattico - Impatto clinico delle malattie genetiche e 1 modulo didattico - Impatto clinico delle malattie genetiche e fondamenti di genetica GENETICA MEDICA OBBIETTIVI FORMATIVI Conoscere le basi cellulari e molecolari dell eredità Conoscere le basi genetiche

Dettagli

Per la conservazione viene aggiunta sodio azide a una concentrazione finale inferiore allo 0,1 %.

Per la conservazione viene aggiunta sodio azide a una concentrazione finale inferiore allo 0,1 %. Scheda Tecnica 0123 Technical File No.: 20 Prodotto: Categoria di prodotto secondo la classificazione CE: Anti-Cw monoclonale umano IgM Allegato III Autocertificazione del produttore Struttura della scheda

Dettagli

15 Anti-D policlonale / incompleto

15 Anti-D policlonale / incompleto Scheda Tecnica 0123 Technical File No.: Prodotto: 15 Anti-D policlonale / incompleto Categoria di prodotto secondo la classificazione CE: Allegato II Lista A Struttura della scheda tecnica Descrizione

Dettagli

Idrope fetale immune

Idrope fetale immune L idrope immune è legata alla presenza di anticorpi anti-eritrociti fetali prodotti dalla madre che è venuta a contatto di emazie fetali in quantità verosimilmente elevata. La presenza di antigeni eritrocitari

Dettagli

Anti-Jka, Anti-Jkb coombs

Anti-Jka, Anti-Jkb coombs Scheda Tecnica 0123 Technical File No.: 3 Prodotto: Anti-Jka, Anti-Jkb coombs Categoria di prodotto secondo la classificazione CE: Allegato II Lista B Struttura della scheda tecnica Descrizione del prodotto:

Dettagli

UK NEQAS FMH: approfondimento, esperienza e valutazione dello schema.

UK NEQAS FMH: approfondimento, esperienza e valutazione dello schema. UK NEQAS FMH: approfondimento, esperienza e valutazione dello schema. Paola Isernia Bina Romano, Valeria Genovese, Andrea Marchesi, Simona De Vitis Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale

Dettagli

La compatibilità nella trasfusione di emocomponenti

La compatibilità nella trasfusione di emocomponenti Milano, 23 Febbraio 2013 La compatibilità nella trasfusione di emocomponenti Gabriella Girelli Sapienza Università degli Studi di Roma La compatibilità nella trasfusione di emocomponenti La compatibilità

Dettagli

ESERCIZI UK-NEQAS PER IL DOSAGGIO DELLE AGGLUTININE AB0. Dott.ssa Maddalena Maresca

ESERCIZI UK-NEQAS PER IL DOSAGGIO DELLE AGGLUTININE AB0. Dott.ssa Maddalena Maresca ESERCIZI UK-NEQAS PER IL DOSAGGIO DELLE AGGLUTININE AB0 Dott.ssa Maddalena Maresca Sistema ABO La presenza degli antigeni del sistema ABO oltre che sugli eritrociti anche sugli endoteli vascolari fa si

Dettagli

www.fisiokinesiterapia.biz Sommario 1 CARATTERE ANTROPOLOGICO VARIABILE... 2 2 CARATTERE ANTROPOLOGICO... 2 3 CLASSIFICAZIONE DEI CARATTERI ANTROPOLOGICI... 2 4 Dia 4... 3 5 POLIMORFISMI GENETICI... 3

Dettagli

Per la conservazione viene aggiunta sodio azide a una concentrazione finale inferiore allo 0,1%.

Per la conservazione viene aggiunta sodio azide a una concentrazione finale inferiore allo 0,1%. Scheda Tecnica 0123 Technical File No.: 21 Prodotto: Categoria di prodotto secondo la classificazione CE: Anti-S monoclonale (Sistema MNSs) Allegato III Autocertificazione del produttore Struttura della

Dettagli

UKNEQAS: ESERCIZIO 14R7 ESERCIZIO 14R9

UKNEQAS: ESERCIZIO 14R7 ESERCIZIO 14R9 UKNEQAS: ESERCIZIO 14R7 ESERCIZIO 14R9 Dr. Irene Cuppari Legnano H nuovo Legnano H storico Cuggiono Magenta Abbiategrasso ESERCIZIO 14R7 Materiale fornito 3 campioni pazienti di sangue intero per la determinazione

Dettagli

Anti-Jka, Anti-Jkb monoclonale

Anti-Jka, Anti-Jkb monoclonale Scheda Tecnica 0123 Technical File No.: 4 Prodotto: Anti-Jka, Anti-Jkb monoclonale Categoria di prodotto secondo la classificazione CE: Allegato II Lista B Struttura della scheda tecnica Descrizione del

Dettagli

ScanGel ABO Complete/RH/K Duo x 24 schede x 144 schede Schede ScanGel ABO Complete/RH1 Duo e ScanGel Monoclonal RH/K Phenotypes Duo

ScanGel ABO Complete/RH/K Duo x 24 schede x 144 schede Schede ScanGel ABO Complete/RH1 Duo e ScanGel Monoclonal RH/K Phenotypes Duo ScanGel ABO Complete/RH/K Duo 86719 2 x 24 schede 86709 2 x 144 schede Schede ScanGel ABO Complete/RH1 Duo e ScanGel Monoclonal RH/K Phenotypes Duo GEL FORMULATI CON REAGENTI MONOCLONALI DI ORIGINE MURINA

Dettagli

Non è possibile che l analisi escluda in assoluto la probabilità di essere un portatore per le

Non è possibile che l analisi escluda in assoluto la probabilità di essere un portatore per le Nei pazienti affetti da FC il gene della CFTR è alterato, in genere a causa di mutazioni puntiformi. Queste alterazioni fanno sì che la proteina non venga più prodotta, o che non sia funzionale. Ciò provoca

Dettagli

Il sangue: il fluido della vita

Il sangue: il fluido della vita Il sangue: il fluido della vita Nutrirsi Respirare Eliminare i rifiuti Apparato circolatorio Le funzioni del sangue Trasporta i gas disciolti; Distribuisce le sostanze nutritive; Raccoglie le sostanze

Dettagli

Immunologia e Immunologia Diagnostica COMPLESSO MAGGIORE DI ISTOCOMPATIBILITÀ E PRESENTAZIONE DELL ANTIGENE

Immunologia e Immunologia Diagnostica COMPLESSO MAGGIORE DI ISTOCOMPATIBILITÀ E PRESENTAZIONE DELL ANTIGENE Immunologia e Immunologia Diagnostica COMPLESSO MAGGIORE DI ISTOCOMPATIBILITÀ E PRESENTAZIONE DELL ANTIGENE Il Complesso Maggiore di Istocompatibilità (MHC) Scoperta dell MHC I geni dell MHC sono stati

Dettagli

Immunologia e Immunopatologia IMMUNOLOGIA DIAGNOSTICA

Immunologia e Immunopatologia IMMUNOLOGIA DIAGNOSTICA Immunologia e Immunopatologia IMMUNOLOGIA DIAGNOSTICA Tecniche Immunologiche La maggior parte delle tecniche di laboratorio biomedico si basano sull utilizzo degli anticorpi. Gli anticorpi sono utilizzati

Dettagli

ScanGel Monoclonal ABO/RH1/RH Schede Schede

ScanGel Monoclonal ABO/RH1/RH Schede Schede ScanGel Monoclonal ABO/RH1/RH1 86494 48 Schede 86444 288 Schede GEL FORMULATI CON REAGENTI MONOCLONALI DI ORIGINE MURINA O UMANA Prova diretta ABO. Determinazione del Ag RH1 IVD Tutti i prodotti fabbricati

Dettagli

CORSO INTEGRATO DI GENETICA. a.a /12/2010 Lezioni n Esercizi. Dott.ssa Elisabetta Trabetti

CORSO INTEGRATO DI GENETICA. a.a /12/2010 Lezioni n Esercizi. Dott.ssa Elisabetta Trabetti CORSO INTEGRATO DI GENETICA a.a. 2010-2011 07/12/2010 Lezioni n 51-52 Esercizi Dott.ssa Elisabetta Trabetti (1) Dato il genotipo AaBb: quali sono i geni e quali gli alleli? Disegnate schematicamente questo

Dettagli

Immunologia e Immunologia Diagnostica MATURAZIONE DEI LINFOCITI

Immunologia e Immunologia Diagnostica MATURAZIONE DEI LINFOCITI Immunologia e Immunologia Diagnostica MATURAZIONE DEI LINFOCITI Il percorso di maturazione dei linfociti Sviluppo della specicifità immunologica I linfociti B e T avviano le risposte immunitarie dopo il

Dettagli

Per la conservazione viene aggiunta sodio azide a una concentrazione finale inferiore allo 0,1 %.

Per la conservazione viene aggiunta sodio azide a una concentrazione finale inferiore allo 0,1 %. Scheda Tecnica 0123 Technical File No.: 23 Prodotto: Categoria di prodotto secondo la classificazione CE: Anti-P1 monoclonale mouse IgM Allegato III Autocertificazione del produttore Struttura della scheda

Dettagli

La GENETICA DELLE POPOLAZIONI. studia con modelli matematici, a livello di gruppi di individui, variabilità genetica

La GENETICA DELLE POPOLAZIONI. studia con modelli matematici, a livello di gruppi di individui, variabilità genetica La GENETICA DELLE POPOLAZIONI studia con modelli matematici, a livello di gruppi di individui, la variabilità genetica che è l unico tipo di variabilità rilevante per l evoluzione La variabilità genetica

Dettagli

Emoglobinopatie: il contributo del Laboratorio. Laura Michetti Laboratorio Analisi Clinico Cliniche AO Papa Giovanni XXIII LA Diagnostica Proteica

Emoglobinopatie: il contributo del Laboratorio. Laura Michetti Laboratorio Analisi Clinico Cliniche AO Papa Giovanni XXIII LA Diagnostica Proteica Emoglobinopatie: il contributo del Laboratorio Laura Michetti Laboratorio Analisi Clinico Cliniche AO Papa Giovanni XXIII LA Diagnostica Proteica Scaletta degli argomenti Molecola emoglobinica: Emoglobinopatie

Dettagli

Allegato III Autocertificazione del produttore

Allegato III Autocertificazione del produttore Scheda Tecnica 0123 Technical File No.: 24 Prodotto: Categoria di prodotto secondo la classificazione CE: Anti-Lua, Anti-Lub coombsreactive Allegato III Autocertificazione del produttore Struttura della

Dettagli

Per la conservazione viene aggiunta sodio azide a una concentrazione finale inferiore allo 0,1 %.

Per la conservazione viene aggiunta sodio azide a una concentrazione finale inferiore allo 0,1 %. Scheda Tecnica 0123 Technical File No.: 22 Prodotto: Categoria di prodotto secondo la classificazione CE: Anti-M / Anti-N monoclonale (MNSs-System) Allegato III Autocertificazione del produttore Struttura

Dettagli

Annexe III Autocertificazione del produttore

Annexe III Autocertificazione del produttore Scheda Tecnica 0123 Technical File No.: 27 Prodotto: Categoria di prodotto secondo la classificazione CE: Anti-k (cellano) coombsreactive policlonale, umano IgG Annexe III Autocertificazione del produttore

Dettagli

U.O.C. MEDICINA TRASFUSIONALE ARNAS CIVICO, DI CRISTINA, BENFRATELLI, PALERMO. ISTRUZIONE OPERATIVA Assegnazione di Globuli Rossi Concentrati

U.O.C. MEDICINA TRASFUSIONALE ARNAS CIVICO, DI CRISTINA, BENFRATELLI, PALERMO. ISTRUZIONE OPERATIVA Assegnazione di Globuli Rossi Concentrati REV 01 20/04/2014 Pag. 1 di 7 IO-MT-URG-015 INDICE 0. SCOPO 2 1. CAMPO DI APPLICAZIONE 2 2. RIFERIMENTI E ABBREVIAZIONI 2 2.1. RIFERIMENTI 7 2.2 ABBREVIAZIONI 3. RESPONSABILITÀ 2 4. MODALITÀ DI GESTIONE

Dettagli

PARTE A BIOLOGIA MOLECOLARE

PARTE A BIOLOGIA MOLECOLARE Percorso formativo disciplinare Disciplina: SCIENZE NATURALI CLASSE 3 Cm LICEO CLASSICO Anno scolastico 2016/2017 PARTE A BIOLOGIA MOLECOLARE UNITA 1 LA BIOLOGIA MOLECOLARE DEL GENE: TEMA n 1: la struttura

Dettagli

Problemi di Genetica. Mendel, due loci. 1) La progenie di un testcross è la seguente:

Problemi di Genetica. Mendel, due loci. 1) La progenie di un testcross è la seguente: Problemi di Genetica Mendel, due loci 1) La progenie di un testcross è la seguente: 54 soggetti AaBb 57 soggetti Aabb 53 soggetti aabb 56 soggetti aabb su un totale di 220 Dimostrare che i loci presi in

Dettagli

La diagnostica della determinazione del grado di Ipermutazione somatica nei disordini linfoproliferativi

La diagnostica della determinazione del grado di Ipermutazione somatica nei disordini linfoproliferativi La diagnostica della determinazione del grado di Ipermutazione somatica nei disordini linfoproliferativi INTERVENTO REALIZZATO AVVALENDOSI DEL FINANZIAMENTO POR - OBIETTIVO COMPETITIVITÀ REGIONALE E OCCUPAZIONE

Dettagli

Immunologia e Immunologia Diagnostica ANTICORPI: STRUTTURA E FUNZIONE

Immunologia e Immunologia Diagnostica ANTICORPI: STRUTTURA E FUNZIONE Immunologia e Immunologia Diagnostica ANTICORPI: STRUTTURA E FUNZIONE Le due vie dell immunità adattativa Microbi extracellulari: immunità umorale! Anticorpi Microbi fagocitati e intracellulari: immunità

Dettagli

Complesso Maggiore di Istocompatibilita (MHC)

Complesso Maggiore di Istocompatibilita (MHC) Complesso Maggiore di Istocompatibilita (MHC) Scoperta dell MHC I geni dell MHC sono stati inizialmente identificati come responsabili del rapido rigetto dei tessuti trapiantati. I geni dell MHC sono polimorfi:

Dettagli

Studio di correlazione genotipo-fenotipo su 240 pazienti affetti da esostosi multiple ereditarie (HME)

Studio di correlazione genotipo-fenotipo su 240 pazienti affetti da esostosi multiple ereditarie (HME) Studio di correlazione genotipo-fenotipo su 240 pazienti affetti da esostosi multiple ereditarie (HME) Luca Sangiorgi 1, Istituti Ortopedici Rizzoli - Bologna HME (MIM 133700) Malattia genetica, trasmissione

Dettagli

Cromosomi sessuali. cromosomi del sesso o eterosomi (cosiddetti perché hanno forma

Cromosomi sessuali. cromosomi del sesso o eterosomi (cosiddetti perché hanno forma Cromosomi sessuali Le cellule maschili e femminili differiscono per i cromosomi sessuali o cromosomi del sesso o eterosomi (cosiddetti perché hanno forma diversa). Nell uomo e in molte altre specie (ma

Dettagli

Genetica della trasmissione dei caratteri. Genetica molecolare. Genetica di popolazione

Genetica della trasmissione dei caratteri. Genetica molecolare. Genetica di popolazione Genetica della trasmissione dei caratteri Genetica molecolare Genetica di popolazione Individuò regole attraverso cui i caratteri dei genitori si ripresentano nella progenie caratteristiche della prole

Dettagli

Lavaggio degli eritrociti

Lavaggio degli eritrociti 1 Lavaggio degli eritrociti Le attività emolitica ed emoagglutinante del virus Sendai richiedono una soluzione di eritrociti umani lavati in tampone PBS e diluiti al 2% (v/v). Reagenti Sangue umano fresco.

Dettagli

Fosfolipidi. molecole anfipatiche. fosfatidilcolina sfingomielina. fosfatidilserina fosfatidiletanolamina. idrofoba

Fosfolipidi. molecole anfipatiche. fosfatidilcolina sfingomielina. fosfatidilserina fosfatidiletanolamina. idrofoba Fosfolipidi molecole anfipatiche fosfatidilcolina sfingomielina idrofoba fosfatidilserina fosfatidiletanolamina Allelomorfi o geni alleli o alleli: geni alternativi ognuno dei quali occupa un determinato

Dettagli

Il sistema HLA. Il sistema HLA comprende un complesso insieme di geni e i loro prodotti proteici

Il sistema HLA. Il sistema HLA comprende un complesso insieme di geni e i loro prodotti proteici Il sistema HLA Il sistema HLA comprende un complesso insieme di geni e i loro prodotti proteici Il sistema HLA I geni corrispondono a porzioni di codice genetico localizzate in precise posizioni all interno

Dettagli

Rassegna stampa. A cura dell Ufficio Stampa FIDAS Nazionale. Mercoledì 20 settembre Rassegna associativa. Rassegna Sangue e emoderivati

Rassegna stampa. A cura dell Ufficio Stampa FIDAS Nazionale. Mercoledì 20 settembre Rassegna associativa. Rassegna Sangue e emoderivati Rassegna stampa A cura dell Ufficio Stampa FIDAS Nazionale Mercoledì 20 settembre 2017 Rassegna associativa 2 Rassegna Sangue e emoderivati 6 Rassegna sanitaria, medico-scientifica e Terzo settore 12 Prima

Dettagli

Immunoematologia_Scheda tecnica. Il sottoscritto... in qualità di Legale Rappresentante della Ditta... con sede in... DICHIARA

Immunoematologia_Scheda tecnica. Il sottoscritto... in qualità di Legale Rappresentante della Ditta... con sede in... DICHIARA Il sottoscritto...... in qualità di Legale Rappresentante della Ditta.... con sede in.... DICHIARA che relativamente alla fornitura sottostante dell offerta n... del / / Immunoematologia SCHEDA TECNICA

Dettagli

PROSPETTO ESPLICATIVO DA ALLEGARE ALL'OFFERTA AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA

PROSPETTO ESPLICATIVO DA ALLEGARE ALL'OFFERTA AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA LOTTO N. 3: SISTEMI DIAGNOSTICI COMPLETI PER LA DETERMINAZIONE DEGLI ESAMI DI IMMUNOEMATOLOGIA SU PAZIENTI CON TECNICA DI AGGLUTINAZIONE SU MICROCOLONNA A BASE D'ASTA: 1.980.000,00, IVA ESCLUSA. (Sono

Dettagli

Francesco Bennardello Referente scientifico italiano UK NEQAS BTLP

Francesco Bennardello Referente scientifico italiano UK NEQAS BTLP Competenza, Professionalità e Sicurezza: PROGRAMMI EDUCAZIONALI IN IMMUNOEMATOLOGIA Servizi EQA/PT UK NEQAS in Immunoematologia: l esperienza italiana Roma, 26 Marzo 2015 Francesco Bennardello Referente

Dettagli

I leucociti o globuli bianchi sono cellule coinvolte nella risposta immunitaria. Grazie al loro intervento il corpo umano si difende dagli attacchi

I leucociti o globuli bianchi sono cellule coinvolte nella risposta immunitaria. Grazie al loro intervento il corpo umano si difende dagli attacchi GLOBULI BIANCHI I leucociti sono cellule del sangue provviste di nucleo e si trovano nel circolo sanguigno, nel sistema linfatico e nei tessuti. La loro caratteristica assenza di pigmentazione gli conferisce

Dettagli

I gameti prodotti saranno:

I gameti prodotti saranno: GENI CONCATENATI Con i principi di Mendel e con lo studio della dinamica della meiosi due geni si trasmettono ciascuno in modo indipendente rispetto all altro se sono localizzati su paia di cromosomi diversi

Dettagli

DESCRIZIONE FORNITURA REAGENTI PER MALATTIE AUTOIMMUNI

DESCRIZIONE FORNITURA REAGENTI PER MALATTIE AUTOIMMUNI DESCRIZIONE FORNITURA REAGENTI PER MALATTIE AUTOIMMUNI LOTTO 1 : kit immunofluorescenza indiretta completi di di vetrini c/adeso tessuto appropriato, controllo positivo e negativo, liquido di montaggio,

Dettagli

Regione del Veneto - POR FESR BANDO PER IL SOSTEGNO A PROGETTI DI RICERCA CHE PREVEDONO L IMPIEGO DI RICERCATORI

Regione del Veneto - POR FESR BANDO PER IL SOSTEGNO A PROGETTI DI RICERCA CHE PREVEDONO L IMPIEGO DI RICERCATORI MESSA A PUNTO DI UNA PROCEDURA DIAGNOSTICO MOLECOLARE PER L INDIVIDUAZIONE DELLA PREDISPOSIZIONE GENETICA ALL ALLERGIA ALLE ARACHIDI ED ALLA FRUTTA SECCA IN GENERALE Regione del Veneto - POR FESR 2014-2020

Dettagli

BIOCHIMICA MOLECOLARE CLINICA

BIOCHIMICA MOLECOLARE CLINICA Corso di Laurea Magistrale in BIOLOGIA CELLULARE e MOLECOLARE E SCIENZE BIOMEDICHE A.A. 2016 2017 BIOCHIMICA MOLECOLARE CLINICA Principi e tecniche molecolari per la diagnosi di patologie umane Prof. Patrizia

Dettagli

Immunologia e Immunologia Diagnostica TECNICHE IMMUNOLOGICHE

Immunologia e Immunologia Diagnostica TECNICHE IMMUNOLOGICHE Immunologia e Immunologia Diagnostica TECNICHE IMMUNOLOGICHE Tecniche di laboratorio La maggior parte delle tecniche di laboratorio biomedico si basano sull utilizzo degli anticorpi. Gli anticorpi sono

Dettagli

ANALISI DI MEDICINA TRASFUSIONALE SUL PAZIENTE

ANALISI DI MEDICINA TRASFUSIONALE SUL PAZIENTE ANALISI DI MEDICINA TRASFUSIONALE SUL PAZIENTE Raccomandazioni dell ASMT e di T-CH CRS relative alle analisi di immuno-ematologia e di biologia molecolare dei campioni di sangue dei pazienti All attenzione

Dettagli

ScanGel Monoclonal ABO/RH1/K Schede Schede

ScanGel Monoclonal ABO/RH1/K Schede Schede ScanGel Monoclonal ABO/RH1/K 86495 48 Schede 86485 288 Schede GEL FORMULATI CON REAGENTI MONOCLONALI DI ORIGINE MURINA O UMANA Determinazione degli Ag ABO1, ABO2, RH1, KEL1 IVD Tutti i prodotti fabbricati

Dettagli

Classificazione dei fenotipi RhD variant

Classificazione dei fenotipi RhD variant Adelina Ornella Perrone, Ilda Ghiglione, Monica Sasso, Clemente Mazzei Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale-ASL 1, Imperiese (Responsabile: Dott.Clemente Mazzei) It is difficult to discriminate

Dettagli

FORMAZIONE DEL LEGAME PEPTIDICO

FORMAZIONE DEL LEGAME PEPTIDICO AMINOACIDI FORMAZIONE DEL LEGAME PEPTIDICO SEQUENZA AMINOACIDICA DELL INSULINA STRUTTURA SECONDARIA DELLE PROTEINE STRUTTURA TERZIARIA DELLE PROTEINE STRUTTURA QUATERNARIA DELLE PROTEINE Definizione Processi

Dettagli

Serelina Coluzzi UOS Immunoematologia Speciale UOC Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Policlinico Umbeerto I-Sapienza Università di Roma

Serelina Coluzzi UOS Immunoematologia Speciale UOC Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Policlinico Umbeerto I-Sapienza Università di Roma Esercizi UK NEQAS in uno scenario d urgenza/emergenza Serelina Coluzzi UOS Immunoematologia Speciale UOC Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Policlinico Umbeerto I-Sapienza Università di Roma FETO-MATERNAL

Dettagli

Introduzione: gli anticorpi monoclonali

Introduzione: gli anticorpi monoclonali Introduzione: gli anticorpi monoclonali I) Struttura e funzioni degli anticorpi Gli anticorpi - o immunoglobuline - sono delle glicoproteine sieriche prodotti da cellule della serie linfoide; appartengono

Dettagli

MALATTIA EMOLITICA DEL NEONATO

MALATTIA EMOLITICA DEL NEONATO UNIVERSITÀ SAPIENZA DI ROMA FACOLTA DI MEDICINA E CHIRURGIA MASTER DI II LIVELLO TERAPIA INTENSIVA NEONATALE E PEDIATICA Direttore: Prof. C. Moretti MALATTIA EMOLITICA DEL NEONATO Candidato Dott.ssa Madarena

Dettagli

Anticorpi (Abs) o Immunoglobuline (Igs)

Anticorpi (Abs) o Immunoglobuline (Igs) Anticorpi (Abs) o Immunoglobuline (Igs) Molecole recettoriali legate alla superficie di cellule B o molecole libere che riconoscono l antigene Linfocita B Le cellule che producono gli anticorpi sono le

Dettagli

Trigliceridi Colesterolo Esteri del Colesterolo Fosfolipidi Trasporti attraverso le membrane Diffusione facilitata: Scambio dei cloruri o Scambio Cl - /HCO - 3 Cl - HCO3

Dettagli

Anemie emolitiche da farmaci

Anemie emolitiche da farmaci Anemie emolitiche da farmaci Malattia emolitica del neonato (MEN) MEN: ASPETTI IMMUNOEMATOLOGICI SCOPO DEI TEST IMMUNOEMATOLOGICI IN GRAVIDANZA Individuare le gravidanze a rischio di

Dettagli

Per la conservazione viene aggiunta sodio azide a una concentrazione finale inferiore allo 0,1 %.

Per la conservazione viene aggiunta sodio azide a una concentrazione finale inferiore allo 0,1 %. Scheda Tecnica 0123 Technical File No.: 25 Prodotto: Categoria di prodotto secondo la classificazione CE: Anti-Kpa, Anti-Kpb commbsreactive Allegato III Autocertificazione del produttore Struttura della

Dettagli

CRITERI DI STUDIO IN FARMACOGENETICA:

CRITERI DI STUDIO IN FARMACOGENETICA: CRITERI DI STUDIO IN FARMACOGENETICA: STUDIO DI GRUPPI FAMILIARI E COPPIE GEMELLARI MONOZIGOTI E DIZIGOTI. GLI STUDI SUI GEMELLI, DI SOLITO MEDIANTE IL PARAMETRO DELL'EMIVITA PLASMATICA, PERMETTONO DI

Dettagli

p rog e tto Studio Multicentrico Tipologia e frequenza delle varianti dell antigene D nella popolazione italiana

p rog e tto Studio Multicentrico Tipologia e frequenza delle varianti dell antigene D nella popolazione italiana Studio Multicentrico Tipologia e frequenza delle varianti dell antigene D nella popolazione italiana p r o g e t t o Indice Cap. 1 Presentazione e Scopo del Progetto Arcobaleno pag. 2 Cap. 2 Le Parti coinvolte

Dettagli

Il sistema immunitario ha sviluppato un sistema altamente specializzato per la cattura degli antigeni e per la loro presentazione ai linfociti.

Il sistema immunitario ha sviluppato un sistema altamente specializzato per la cattura degli antigeni e per la loro presentazione ai linfociti. Come riescono pochi linfociti specifici per un antigene microbico a localizzare il microbo? Come riesce il sistema immunitario a produrre le cellule effettrici e le molecole piùadatte a debellare un determinato

Dettagli