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2 INDICE PARTE PRIMA - RELAZIONE GENERALE...2 PREMESSE E CONCLUSIONI GENERALITÀ, DATI DI PARTENZA Generalità Stato di fatto analisi dei dati disponibili DESCRIZIONE DEL TERRITORIO DELL ATO QUADRO GIURIDICO E NORMATIVO METODOLOGIA DI LAVORO ADOTTATA DEFINIZIONE DELLA POPOLAZIONE EQUIVALENTE DEGLI AGGLOMERATI CLASSIFICAZIONE DEI COMUNI ED INDIVIDUAZIONE DELLE AREE INTERESSATE VERIFICA DELLA SITUAZIONE FOGNARIA E DEPURATIVA DEFINIZIONE DELLE OPERE DA REALIZZARE QUANTIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI MODALITÀ ATTUATIVE, PROGRAMMAZIONE TEMPORALE ED ECONOMICA...46 PARTE SECONDA - IMPIANTI DI DEPURAZIONE...48 II.A. GENERALITÀ...49 II.B. POTENZIAMENTO DELLA CAPACITÀ DEPURATIVA...49 II.C. INTERVENTI DI ADEGUAMENTO ALLA L.152 SUGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE ESISTENTI...51 II.D. IL SERVIZIO DI DEPURAZIONE DEL COMUNE DI ROMA...63 II.E. GENERALITÀ SULL INDIVIDUAZIONE DELLE VOCI DI COSTO

3 PARTE PRIMA - RELAZIONE GENERALE 2

4 Premesse e conclusioni Il piano di interventi di cui alla presente relazione è stato redatto dalla STO dell ATO 2 Lazio Centrale Roma per adempiere al dettato dell art. 141 quarto Comma della Legge 388/2 meglio conosciuta come Legge Finanziaria 21. Detto articolo prevede infatti che gli ATO o le Provincie ove gli ATO non siano operanti redigano entro 9 giorni un piano di interventi urgenti per adempiere a quanto prescritto dagli art. 27, 31, 32 del d.lgs.152/99. A tal proposito si è dato avvio alle operazioni di pianificazione che, come meglio descritto nei successivi paragrafi, sono state suddivise nelle seguenti fasi operative: - definizione della popolazione equivalente dei comuni dell ATO 2 - classificazione dei comuni ed individuazione delle aree interessate al piano - verifica della situazione fognaria e depurativa - definizione delle opere da realizzare - quantificazione degli interventi - definizione delle modalità attuative e della programmazione temporale ed economica. Per maggior chiarezza di lettura il piano è stato suddiviso nei seguenti elaborati: la presente parte generale, che illustra i principi ed i metodi adottati e le conclusioni alle quali si è pervenuti; e nr. 39 Schede monografiche, una per ogni comune interessato più una relativa all agglomerato composto dai Comuni di Carpineto Romano, Gavignano, Gorga, Montelanico e Segni relativa ad un intervento di ricupero ambientale, con la realizzazione di una rete di collettamento e di un depuratore comunale in virtù di un accordo programmatico del 1997, per la salvaguardia del bacino idrogeologico del Sacco e delle sorgenti di Ninfa. In tutte le schede monografiche è stata illustrata in dettaglio la situazione attuale dei sistemi fognario e depurativo e la previsione degli interventi. Nella seconda parte della presente relazione generale è riportato lo studio di dettaglio effettuato sui depuratori con potenzialità superiore a 15. abitanti equivalenti. A conclusione dell analisi si è riscontrata la necessità di procedere ad interventi più o meno incisivi su tutte le aree ed i comuni interessati, secondo le tipologie e le specifiche di dettaglio riportate nei successivi paragrafi e nelle schede di intervento di ciascun comune. 3

5 La notevole dimensione economica della somma degli interventi individuati comporterà certamente la necessità, oltre che di scaglionare detti interventi nel tempo, anche di reperire risorse finanziarie aggiuntive a quelle che potranno essere ricavate dalla tariffe di gestione del SII, vista l imponenza del complesso degli interventi e la necessità di provvedere contemporaneamente anche ad altri interventi nel settore dell alimentazione potabile. 1. Generalità, dati di partenza 1.1 Generalità Il piano di interventi urgenti oggetto della presente relazione deve provvedere, come già precisato in premessa, alla individuazione delle opere necessarie per conseguire gli obiettivi fissati dagli art. 27,31 e 32del d.lgs.152/99 così come modificato dal d.lgs.258/. In sintesi gli articoli di che trattasi comportano la necessità di adempiere alle seguenti prescrizioni: a) Tutti gli agglomerati con popolazione superiore ai 15. abitanti, o superiore a1. per quelli i cui scarichi si immettano in acque recipienti considerate aree sensibili, devono essere provvisti di rete fognaria entro il 31/12/2. (art.27) b) Tutti gli agglomerati con popolazione inferiore a quella di cui sopra devono essere dotati di rete fognaria entro il 31/12/25. (art.27) c) Le acque reflue urbane provenienti da agglomerati di cui alla prec. lett. a) devono essere sottoposte ad un trattamento secondario entro il 31/12/2, quelle degli agglomerati di cui alla prec. lett. b) entro il 31/12/25.(artt.31-32) d) Gli scarichi industriali devono rispettare i limiti di emissione fissati ai sensi dell art. 28 commi 1 e 2 del d.lsg.152/99 e successive modifiche ed integrazioni. (artt ) Ai sensi del disposto del quarto comma dell art. 141 della citata Legge 388 /2 gli adempimenti di cui ai citati art e 32 del d.lgs. 152/99 costituiscono interventi urgenti, a stralcio e con gli 4

6 stessi effetti di quelli previsti nel piano d Ambito. In altri termini detti interventi devono essere attuati con priorità assoluta, all interno degli stessi piani d ambito previsti dall art.112 comma 3 della legge 36/94 meglio conosciuta come Legge Galli. 1.2 Stato di fatto analisi dei dati disponibili L ATO 2 ha avviato questo specifico piano mentre era in fase avanzata la redazione del piano d Ambito e degli elaborati allegati alla concessione del SII alla società ACEA ATO2, società individuata dalla conferenza dei Sindaci nella seduta del 29/11/1999. Pertanto si era già in possesso di alcuni elaborati ed informazioni sul territorio, elaborati ed informazioni riassunti in dettaglio nella ricognizione svolta ai sensi dell art 14 della L.R. 6/96 nonché nel corso della integrazione della stessa, per come effettuata dall ACEA sia a seguito di incarico della Provincia di Roma nel 1998 e sia per tener conto dell allargamento dell ATO 2 ad altri 17 comuni a seguito del disposto della L.R. nr 31/99. Dall esame del lavoro di ricognizione svolto nel corso dei precedenti anni è derivata una conoscenza abbastanza approfondita del territorio dell ATO 2, anche se con alcune zone d ombra relative ad un numero limitato di comuni, seppure importanti. Oltre infatti alla assenza di alcuni dati parziali sui sistemi fognari e depurativi, mancavano completamente i dati dei comuni di Albano, Ariccia, Genzano, Pomezia, Marino, Velletri. I dati acquisiti nel corso di questa ricognizione e relative integrazioni, che di seguito per brevità chiameremo Ricognizione, sono stati aggiornati attraverso visite ed incontri con le amministrazioni interessate e con sopralluoghi presso gli impianti principali, al fine di completare ed aggiornare quanto meglio possibile la conoscenza del territorio, pur nella complessità derivante dalla grande quantità delle informazioni da assumere e successivamente da elaborare. L aggiornamento dati effettuato in questo periodo è stato denominato per brevità Aggiornamento. Al fine di distinguere la provenienza del singolo dato all interno delle tabelle, quelli provenienti dall aggiornamento sono stati contraddistinti con un asterisco. Tutti gli altri sono da intendersi come dati provenienti dalla ricognizione. I dati relativi ai singoli comuni sono riportati nelle specifiche schede monografiche. 5

7 2. Descrizione del territorio dell ATO 2 L ambito territoriale ottimale n 2 - Lazio centrale Roma, definito dalla Legge Regionale 6/96, comprende 111 comuni, di cui 17 della Provincia di Roma, 2 della Provincia di Viterbo (Oriolo Romano e Vejano) e 2 della Provincia di Frosinone (Filettino e Trevi nel Lazio), che sono, in ogni caso, geograficamente relazionati al resto dell ambito in oggetto. La Legge Regionale n.25 del 5 ottobre 1999 prevede la costituzione del nuovo comune di Fonte Nuova per distacco delle frazioni di Tor Lupara di Mentana e Santa Lucia dal comune di Mentana e della frazione di Tor Lupara di Guidonia dal comune di Guidonia Montecelio. Tale distacco dovrebbe avvenire nel primo semestre del 21. Da un punto di vista morfologico-idrogeologico l ATO può essere suddiviso in cinque zone: I Zona Tolfetana Litorale Nord; II Zona Vulcanica Sabatina Valle Tiberina; III Zona Vulcanica dei Colli Albani; IV Zona Orientale; V Zona Valle del Sacco. Zona Tolfetana Litorale Nord. Tale regione comprende la parte più occidentale della Provincia di Roma ed i rilievi dei Monti della Tolfa e dei Monti Ceriti. Confini idrologici fisici del territorio sono rappresentati dal Fiume Mignone a Nord e Nord - Ovest, sino alla località Bagni di Stigliano e da qui dal Fosso Lenta, quindi dal complesso idrologico del Fosso Caldara e Fosso della Mola ad Ovest. In direzione Sud - Est corre la costa tirrenica, compresa tra la foce del Fiume Mignone e del Fosso la Mola. Con tale delimitazione la Regione comprende interamente o parzialmente i comuni di: 1. Allumiere; 2. Cerveteri; 3. Civitavecchia; 4. Ladispoli; 5. Santa Marinella; 6. Tolfa. 6

8 Zona Vulcanica Sabatina Valle Tiberina. Questa regione è compresa tra la Regione Tolfetana e la destra idrologica del Fiume Tevere, coprendo i comuni della parte Nord della Provincia Romana e la striscia compresa tra il Fosso la Mola ed il Tevere. Limiti fisici sono rappresentati (da Ovest ed in senso orario) dal mar Tirreno, dal Fosso la Mola, dal fosso della Caldara, dal Fosso Lenta, fino alla confluenza con il fiume Mignone e da questo fino alle relative sorgenti, quindi dal torrente Treia fino alla confluenza con il Fiume Tevere e da qui fino al mare. I comuni dell ATO 2 completamente o parzialmente afferenti alla Regione Vulcanica Sabatina sono quindi: 1. Anguillara Sabazia 2. Bracciano 3. Canale Monterano 4. Capena 5. Castelnuovo di Porto 6. Cerveteri 7. Civitella San Paolo 8. Fiano Romano 9. Filacciano 1. Fiumicino 11. Formello 12. Manziana 13. Morlupo 14. Nazzano 15. Oriolo Romano 16. Ponzano Romano 17. Riano 18. Rignano Flaminio 19. Roma 2. Sacrofano 21. Sant'Oreste 22. Torrita Tiberina 23. Trevignano Romano 7

9 A questi comuni vanno ovviamente aggiunti altri comuni della Provincia di Viterbo non appartenenti all ATO 2. Zona Vulcanica dei Colli Albani. La Regione Vulcanica dei Colli Albani, di notevole estensione, comprende il territorio compreso tra il fiume Tevere, il fiume Aniene, dal fiume Sacco, dal fiume Savo e dal fiume Astura ed il tratto di costa tirrenica compreso tra le foci del fiume Tevere e del fiume Astura. I comuni dell'ambito che vi afferiscono sono quindi riconducibili al comprensorio dei Castelli Romani e del Litorale Sud e precisamente: Affile Agosta Albano Laziale Anticoli Corrado Arcinazzo Romano Ardea Ariccia Canterano Casape Castel Gandolfo Castel Madama Castel San Pietro Romano Cerreto Laziale Ciampino Ciciliano Colonna Frascati Gallicano nel Lazio Genzano di Roma Gerano Grottaferrata Lanuvio Lariano Marano Equo 8

10 Marino Monte Porzio Catone Montecompatri Nemi Palestrina Pisoniano Poli Pomezia Rocca Canterano Rocca di Papa Rocca Priora Rocca Santo Stefano Sambuci San Cesareo San Gregorio da Sassola Saracinesco Tivoli Velletri Zagarolo La regione comprende anche altri comuni che non rientrano nell'ato 2, appartenenti alle provincie di Roma, Latina e Frosinone. Zona Orientale. La Regione Orientale della provincia di Roma comprende la valle dell'aniene tra il Fiume Tevere ed il torrente Simbrivio, la regione ad Est della regione Vulcanica dei Colli Albani, delimitata dal fiume Sacco e, infine, la parte della provincia a Occidente del Tevere, tra Forano e Roma. I comuni che afferiscono all'ato 2 e sono riconducibili parzialmente o completamente alla Regione Orientale sono: 1. Affile 2. Agosta 3. Anticoli Corrado 4. Arcinazzo Romano 5. Arsoli 9

11 6. Camerata Nuova 7. Canterano 8. Casape 9. Castel Madama 1. Castel San Pietro Romano 11. Cerreto Laziale 12. Cervara di Roma 13. Ciciliano 14. Cineto Romano 15. Colonna 16. Gallicano nel Lazio 17. Gerano 18. Guidonia Montecelio 19. Jenne 2. Lariano 21. Licenza 22. Mandela 23. Marano Equo 24. Marcellina 25. Mentana 26. Monte Porzio Catone 27. Montecompatri 28. Monterotondo 29. Palestrina 3. Percile 31. Pisoniano 32. Poli 33. Riofreddo 34. Rocca Canterano 35. Rocca Priora 36. Rocca Santo Stefano 37. Roccagiovine 38. Roviano 1

12 39. Sant'Angelo Romano 4. San Cesareo 41. San Gregorio da Sassola 42. San Polo dei Cavalieri 43. Sambuci 44. Saracinesco 45. Subiaco 46. Tivoli 47. Vallepietra 48. Vicovaro 49. Zagarolo A questi, ovviamente, si aggiungono altri comuni che fisicamente afferiscono alla regione, ma non all'ato 2. Zona orientale ex ATO5 Tale regione comprende la parte più orientale della Provincia di Roma, i rilievi dei Monti Lepini e, in parte, quelli dei Colli Albani e dei Colli Prenestini. Gli aspetti idrologici fisici del territorio sono rappresentati dalla zona medio-alta del bacino del Fime Sacco. I comuni che afferiscono all ATO 2 e sono riconducibili parzialmente o completamente a questa zona sono: 1. Artena 2. Bellegra 3. Capranica Prenestina 4. Carpineto Romano 5. Cave 6. Colleferro 7. Gavignano 8. Genazzano 9. Gorga 1. Labico 11. Montelanico 12. Olevano Romano 11

13 13. Rocca di Cave 14. Roiate 15. San Vito Romano 16. Segni 17. Valmontone Per quanto riguarda le caratteristiche ambientali relative alla tutela delle acque si deve osservare che nell ATO 2 sono presenti alcune aree sensibili, definite dalla Regione Lazio e precisamente: Lago di Bracciano Bracciano, Anguillara, Trevignano, Roma Lago di Martignano Anguillara, Roma, Campagnano Lago di Albano Albano, Castel Gandolfo Lago di Nemi Nemi, Genzano Lago di Nazzano Nazzano I Comuni dell ATO2 considerati nel presente piano stralcio, sulla base delle indicazioni contenute nel d.lgs. n. 152/99 e successive modificazioni, individuati secondo la metodologia più avanti descritta, sono: Albano Laziale Anguillara Sabazia Ardea Ariccia Artena Bracciano 12

14 Castel Gandolfo Cerveteri Ciampino Civitavecchia Colleferro Fiumicino Frascati Genzano di Roma Grottaferrata Guidonia Montecelio Ladispoli Lanuvio Manziana Marino Mentana Monte Porzio Catone Montecompatri Monterotondo Oriolo Romano Palestrina Pomezia Rocca di Papa Rocca Priora Roma Santa Marinella Subiaco Tivoli Trevi nel Lazio Trevignano Romano Valmontone Velletri Zagarolo 13

15 Nell ambito dell intervento a valenza intercomunale prima menzionato sono anche interessati i Comuni di Carpineto Romano, Gavignano, Gorga, Montelanico e Segni. Come indicato nell allegata fig. n 1, la distribuzione territoriale di questi Comuni è divisa abbastanza equamente tra la zona a Nord e quella a Sud-Est dell ATO 2, con una leggera prevalenza, infine, per la zona Centrale Orientale. Si tratta comunque, in quasi tutti i casi, di Comuni abbastanza consistenti almeno sotto il profilo della popolazione. Soltanto in pochi casi sono stati considerati Comuni di minore dimensione in quanto rientranti in bacini di raccolta più grandi. Complessivamente i 43 Comuni che fanno parte del presente piano coprono quindi una superficie pari a kmq, che rappresenta il 66% dell intera superficie dell ATO2. Sono inoltre abitati da residenti, corrispondenti ad oltre il 95% della popolazione residente complessiva dell ATO2. Considerando anche la popolazione fluttuante e l apporto delle attività produttive, il presente piano interessa complessivamente circa 6 milioni di abitanti equivalenti. 3. Quadro giuridico e normativo La redazione del presente piano stralcio è stata disposta dall art.141 della Legge n. 388/ (legge finanziaria). L esigenza di tale strumento di programmazione nasce però dal dettato del d. lgs. n. 152/99 e dalla successive modificazioni ad esso apportate con il d. lgs. n. 258/. Questi importanti decreti disciplinano la tutela delle acque dall inquinamento recependo le direttive 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. In particolare, l art. 141 in premessa ha interessato essenzialmente gli aspetti del suddetto decreto 152/99 che riguardano le problematiche relative al trattamento delle acque reflue urbane. 14

16 Prima di procedere con l esame dei dispositivi in questione appare però utile un passo indietro nel tempo per accennare le norme che si sono succedute in materia. La gestione delle acque, da un punto di vista legislativo, va di pari passo con la legislazione relativa agli impianti elettrici, ad evidenziare il ruolo idroelettrico considerato prioritario, nella normativa meno recente. In tale ottica si sviluppa il Regio Decreto 11 dicembre 1933 n. 1775, da considerare il testo unico sulle acque e sugli impianti elettrici. Questo testo unico seguiva un precedente Regio Decreto (2578/25) che disciplinava come testo unico, l assunzione diretta di servizi pubblici da parte delle amministrazioni locali (comuni e province), permettendo, tra l altro, la municipalizzazione di servizi di costruzione di acquedotti e fontane e distribuzione di acqua potabile e di costruzione di fognature ed utilizzazione delle materie prime fertilizzanti. Il RD 2578/25 è stato il principale strumento di organizzazione dei servizi acquedottistici urbani. Tale testo unico è stato particolarmente longevo, essendo dapprima integrato nel 1986 (DPR 92/86 relativamente alla gestione delle aziende municipalizzate), e solo in parte abrogato dalla L. 142/9, dopo la quale è rimasto come normativa base in materia di servizi comunali. In questa fase risulta particolarmente evidente la funzione utilitaristica attribuita alle acque, attribuendo la caratteristica di bene pubblico alle sole acque che hanno o possono acquistare l attitudine ad un uso pubblico, indipendentemente dalla origine fisica. Questo concetto è stato superato solo con la Legge 36 del 1994 (Legge Galli), che estende la caratteristica di bene pubblico a tutte le acque (Art. 1, comma 1: Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà. ) Nel tempo, l esigenza di base si viene comunque rappresentando come necessità di razionalizzare al meglio l'uso della risorsa idrica, ma anche la necessità di introdurre una legislazione legata alla tutela del suolo. Si pubblica così la L. 148/52, poi la L. 11/62, quindi la L. 632/67, finalizzate alla pianificazione della regolazione delle acque, che avviano una notevole fase di intervento sul territorio, praticamente non ancora conclusa tramite i successivi interventi legislativi. La vera pianificazione della risorsa idrica ad uso potabile si materializza, però, con la 129/63, che introduce concreti criteri di salvaguardia quantitativa delle risorse idropotabili, sfruttando un nuovo strumento pianificatorio, il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti per tutto il territorio dello Stato. In questa fase di pianificazione l orizzonte temporale previsto è stato il 215, permettendo di realizzare la pianificazione per il successivo cinquantennio. 15

17 La successiva fase legislativa si struttura tra gli anni 7 ed 8, in un quadro socio economico ben diverso. Finalmente si prende coscienza delle acque non solo nella loro tutela quantitativa, ma anche e soprattutto degli aspetti qualitativi. È comunque evidente che anche la semplice tutela quantitativa, con la 129/63, rappresentava un fondamentale passo avanti rispetto al precedente regime di vuoto legislativo. Sulla spinta fornita poi dalla nascita del movimento ecologista, la prima legge di polizia delle acque è pubblicata in Italia nel Si tratta della legge Merli (319/76), che ha mantenuto tutta la sua validità fino alla recente pubblicazione del nuovo testo sulle acque (152/99). La legge Merli tendeva a fronteggiare le situazioni di inquinamento da scarichi, regolamentando le immissioni nei corpi idrici e introducendo sanzioni penali a tutela delle acque. La 319/76 doveva assumere la forza di una legge operativa e in fase propositiva prevedeva anche finanziamenti al risanamento sanitario degli scarichi civili, ma la componente finanziaria fu stralciata in fase di discussione parlamentare, creando essenzialmente uno strumento di polizia, come è stata definita all inizio di questo capoverso. Con la legge n.153/81 viene apportata una modifica che superava l introduzione di complessi canoni fiscali per i servizi di fognatura e depurazione, previsti dalla 319/76, adottando il più semplice metodo tariffario, applicato dai gestori del servizio di distribuzione idrica. Successivamente e sulla spinta della normativa comunitaria, che comincia ad essere particolarmente abbondante e completa dagli anni 7, viene emanata una nuova serie di norme di carattere ambientale, basate su un concetto di inquinamento finalizzato all uso della risorsa. La definizione utilitaristica dell impatto ambientale, propria di questa normativa, ha spesso creato difficoltà ad interfacciare questa materia legislativa con l applicazione di altre norme, quali quelle relative alla tutela della biodiversità o degli ecosistemi. In questa fase si attua la direttiva CEE 75/44, tramite il DPR 515/82, che definisce le caratteristiche delle acque potabili, e successivamente il DPR 236/88, che attua la Direttiva CEE 8/778. Questo atto si sviluppa essenzialmente su due binari, da una parte la definizione delle caratteristiche qualitativi delle acque potabili, dall altra la tutela delle risorse idriche. Altro importante atto europeo, nel quadro degli atti idro - sanitari è la Direttiva CEE 91/271, recepita con la legge 135/91, che regola, in base ai criteri comunitari, la gestione ed il trattamento delle acque reflue urbane. Sul tema in esame altra integrazione alla Merli si è avuta con la Legge 172/95, che recepisce la direttiva CEE 91/271, che tratta la disciplina degli scarichi delle fognature pubbliche e degli insediamenti civili che non recapitano in pubbliche fognature, sotto il profilo tecnico e penale. 16

18 Il quadro si conclude con il recente Decreto Legislativo 152/99, che abroga completamente la Legge Merli, introducendo grosse novità, anche da un punto di vista penale sulla gestione delle scarichi. L atto, da un punto di vista giudiziario, risulta molto più operativo. Si abbandona la caratterizzazione del corpo idrico ricettore e si concentra l attenzione sulle caratteristiche dello scarico, andando ad analizzare solo i casi di scarichi diretti, demandando tutti i casi di scarichi indiretti al decreto Ronchi, in qualità di rifiuti liquidi. In questa evoluzione si inserisce anche un altra legge importante per l attuale sistema di gestione delle acque che è la legge n.36/94 altrimenti detta legge Galli. Tale norma ha introdotto il concetto che tutte le acque, indipendentemente dalla loro origine fisica, sono un bene pubblico dotato anche di una propria valenza economica. Ciò in base alla considerazione che la quantità di questa risorsa per uso umano non è illimitata e che quindi è necessario sviluppare una forma di gestione razionale della stessa, in grado di autosostenersi anche economicamente, al fine di rispettare l assunto fondamentale che qualsiasi uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative ed i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale (art.1, c.2). A tal fine la legge in questione ha previsto l istituzione degli Ambiti Territoriali Ottimali quali porzioni di territorio a scala ottimale in termini di area ed utenti serviti. Al governo della risorsa è stata posta l Autorità d Ambito, attraverso un percorso di trasformazione affidato al coordinamento delle Regioni. In un siffatto contesto si ritrovano le disposizioni dell art. 141 della l. 388/ che assegna alle Autorità d ATO, ove costituite, il compito di predisporre, entro il termine di 9 gg. dall emanazione della stessa, il programma di interventi urgenti di che trattasi. Tale piano viene redatto a stralcio e con gli stessi effetti del Piano d Ambito previsto dall art. 11, c.3 della l.36/94. Appare infine utile specificare che si deve intendere, secondo quanto stabilito dal d. lgs. n.152/99 e dalla normativa vigente in materia: - Abitanti equivalenti: il carico organico biodegradabile avente una richiesta biochimica di ossigeno (BOD5) pari a 6 grammi di ossigeno al giorno. Tale definizione tecnica è stata poi tradotta operativamente secondo quella espressa nel capitolo successivo. - Acque reflue domestiche: acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche. 17

19 - Acque reflue industriali: qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici o installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diverse dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento. - Acque reflue urbane: acque reflue domestiche o il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato. - Agglomerato: area in cui la popolazione ovvero le attività economiche sono sufficientemente concentrate così da rendere possibile, e cioè tecnicamente ed economicamente realizzabile anche in rapporto ai benefici ambientali conseguibili, la raccolta ed il convogliamento delle acque reflue urbane verso un sistema di trattamento o verso un punto di scarico finale. - Scarico: qualsiasi immissione diretta tramite condotta di acque reflue liquide, semiliquide e comunque convogliabili nelle acque superficiali e sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione. - Trattamento appropriato: il trattamento delle acque reflue urbane mediante un processo ovvero un sistema di smaltimento che dopo lo scarico garantisca la conformità dei corpi idrici recettori ai relativi obiettivi di qualità ovvero sia conforme alle disposizioni del d.lgs. n. 152/99. - Trattamento primario: il trattamento delle acque reflue urbane mediante un processo fisico ovvero chimico che comporti la sedimentazione dei solidi sospesi, ovvero mediante altri processi a seguito dei quali il BOD5 delle acque reflue in arrivo sia ridotto almeno del 2% prima dello scarico e i solidi sospesi totali delle acque reflue in arrivo siano ridotti almeno del 5%. - Trattamento secondario: il trattamento delle acque reflue urbane mediante un processo che in genere comporta il trattamento biologico con sedimentazioni secondarie, o un altro processo in cui vengano rispettati i requisiti di cui alla tabella 1 dell allegato 5 del d.lgs. n 152/99. 18

20 4. Metodologia di lavoro adottata Come già sommariamente indicato in premessa si è suddiviso il lavoro nelle seguenti fasi: a) definizione degli abitanti equivalenti. Per ogni comune dell ATO2 si rende necessario calcolare il numero degli abitanti equivalenti. Questi devono essere intesi come somma dei residenti, dei fluttuanti e degli abitanti equivalenti derivanti da attività non residenziali in relazione alla loro incidenza sugli scarichi civili. Il metodo di calcolo della popolazione equivalente complessiva è riportato in dettaglio nel cap. 5 b) Classificazione dei comuni ai fini dell individuazione delle aree interessate al piano. Questa condizione viene verificata sulla base della popolazione equivalente complessiva e dei singoli agglomerati, sulla presenza o meno di effluenti in aree sensibili e sull eventuale interconnessione dei sistemi fognari e depurativi. Il metodo seguito e le relative risultanze sono illustrati nel cap. 6 c) Verifica della situazione fognaria e depurativa. In tutti i comuni interessati si è verificata la situazione fognaria e depurativa, per poter procedere alla definizione delle eventuali carenze, come meglio illustrato nel cap.7 d) Definizione delle opere da realizzare. Una volta eseguita la verifica della situazione fognaria e depurativa è stato possibile procedere, per come meglio illustrato nel succ. cap. 8 alla individuazione delle opere da inserire nel presente piano. e) Quantificazione degli interventi. Si è provveduto ad effettuare una stima di massima del costo degli interventi previsti, sia sulla base dei costi previsti dalle amministrazioni locali, sia sulla base di stime parametriche, il tutto per come meglio specificato al succ. cap. 9 f) Programmazione temporale ed economica. Si è affrontato, per come meglio illustrato nel successivo cap. 1 il problema della programmazione degli interventi e delle relative modalità attuative degli stessi. 19

21 5. Definizione della popolazione equivalente degli agglomerati. Analisi generale Dall'analisi dei dati censuari dell'istat dal 1961 al 1991 si nota che negli ultimi trenta anni vi sia un aumento della popolazione residente di circa il 25% caratterizzato però da una progressiva riduzione del tasso medio annuo di incremento. Inoltre, mentre per la popolazione residente della città di Roma si registra un progressivo calo, (dalle circa unità del 1978 si è passati ai unità del 1995) si è assistito ad un aumento della popolazione nei Comuni dell'hinterland. Tra il 1981 ed il 1996 si osserva il massimo decremento della popolazione (- 24%) nelle circoscrizioni centrali, mentre in quelle intermedie il decremento è meno evidente ( -15%), mentre nelle circoscrizioni periferiche esterne al contrario si registra un incremento insediativo del 9%. Il carico demografico nelle tre grandi aree è così ripartito, il 14% nelle zone centrali, il 3% in quelle intermedie ed il 56% in quelle esterne. Conseguentemente, le densità territoriali nelle varie zone, negli ultimi anni, risultano variate: nella zona centrale dai 127 residenti per ettaro del 1981 si è passati ai 96 abitanti per ettaro del 1996, nelle aree intermedie la densità territoriale è passata da 4 a 34 abitanti, mentre nelle aree esterne, nonostante l'incremento della popolazione, considerata la relativa rarefazione dei processi di urbanizzazione, la densità territoriale ha avuto un minimo incremento dai 14 abitanti del 1981 è passata a 16. Per quanto riguarda l hinterland tra i Comuni che hanno avuto incrementi maggiori di sviluppo demografico nel periodo spiccano Ardea (159%), Cerveteri (11%), Ladispoli (97%) e Anguillara (94%). Sino al 1981 era Roma che registrava un bilancio migratorio positivo con i Comuni dell' hinterland (3 emigranti romani contro 1 immigrati dall' hinterland). Dal 1981 al 1993 la tendenza si capovolge (139 emigranti romani contro 1 immigrati). Tra i Comuni che hanno ricevuto un contributo netto positivo di sviluppo immigratorio da Roma ci sono in ordine: Cerveteri, Ardea, Mentana, Ladispoli, Anguillara e Pomezia. 2

22 Per quanto riguarda il bilancio degli spostamenti dei pendolari il saldo è sicuramente positivo per Roma. Infatti circa 36. romani si dirigono giornalmente verso i Comuni dell' hinterland a fronte dei circa 139. pendolari che dai Comuni si dirigono verso Roma. Gestione dei dati sulla popolazione Sono state rese omogenee le schede monografiche in cui sono state riportate le informazioni fornite dalle amministrazioni dei Comuni dell ATO2 interessati dalle opere di primo stralcio, secondo una medesima logica, in modo da poter effettuare una previsione degli investimenti necessari per completare le esigenze attuali ancora non del tutto soddisfatte e per garantire il fabbisogno futuro che si verrà a generare con lo sviluppo demografico o comunque al mutare delle necessità della popolazione. Poiché spesso, a causa di una limitata conoscenza delle infrastrutture diffuse nel territorio, diversi Comuni non sono stati in grado di fornire i dati richiesti nelle schede consegnate durante la ricognizione, si sono dovute effettuare alcune assunzioni. Ciò è tanto più vero per la stima della popolazione attualmente servita dalle infrastrutture presenti, che rappresenta una premessa fondamentale per una stima dei fabbisogni da soddisfare. Prima di entrare in merito alla metodologia adottata per la stima degli interventi occorre quindi soffermarci su alcune riflessioni relative agli aspetti demografici. Per non incorrere in grossolani errori di proiezione, si è preferito non effettuare previsioni demografiche oltre il 215, anche per studi che possano riguardare periodi superiori. Questo sulla base di una controtendenza registrata negli ultimi anni in cui il tasso di crescita è stato pressoché nullo. Inoltre per il 215 si è fatta l assunzione che tutte le opere previste dagli strumenti urbanistici dei Piani Regolatori possano essere eseguiti o comunque rimangano tali per i vari Comuni anche oltre questa data. La popolazione equivalente complessiva è stata calcolata come somma dei residenti, dei fluttuanti e degli equivalenti derivanti da attività industriali. Per i residenti si è fatto riferimento ai dati ISTAT già analizzati ed elaborati nel corso della ricognizione. 21

23 Ben più complessa risulta l individuazione della popolazione fluttuante, per la cui determinazione sono state prese in considerazione e confrontate le seguenti fonti di dati: - popolazione fluttuante dichiarata dai comuni nel censimento del 96, effettuato ai fini della redazione del PRGA, comprendente la popolazione fluttuante giornaliera e stagionale; - popolazione fluttuante dichiarata dai comuni nella ricognizione. - numero di abitazioni non occupate nei vari comuni desunte dal censimento ISTAT 91; da questo, attribuendo una capacità di 3 abitanti per abitazione, si è stimato il numero massimo di fluttuanti che potenzialmente possono essere accolti da ciascun comune. Ai fini del presente lavoro è stata considerata la popolazione fluttuante totale, cioè la somma di quella stagionale e di quella giornaliera, contrariamente a quanto fatto nella redazione del PRGA dove sono stati considerati i fluttuanti medi, cioè ridotti con un coefficiente funzione del tipo di fluttuanti (stagionali, giornalieri per motivi di lavoro, giornalieri per motivi di studio) e del comune (es. comuni marittimi ). La scelta fatta nella redazione del PRGA è stata dettata dall esigenza di conoscere il fabbisogno medio annuo della risorsa idrica ai fini di un corretto dimensionamento degli acquedotti e delle fonti di approvvigionamento. La diversa esigenza di questo lavoro atto a garantire il servizio idrico-sanitario comunque anche nei periodi di maggiore addensamento della popolazione, ha imposto la scelta di considerare per intero la popolazione fluttuante totale. In questo caso la mancata distinzione in popolazione fluttuante stagionale e lavorativa, dato peraltro non disponibile nella ricognizione effettuata ai fini del presente piano, probabilmente è cautelativa anche se la possibilità di sovrapposizione dei fluttuanti stagionali e lavorativi, se pur per brevi periodi, non può essere esclusa. Poiché i dati sulla popolazione fluttuante forniti dai comuni nel censimento PRGA del 96 e nelle ultime ricognizioni sono spesso risultati discordanti o mancanti in una delle due fonti se non addirittura in entrambe, la popolazione fluttuante è stata così determinata: nel caso in cui erano presenti i dati in entrambe le fonti (censimento 96 e ricognizioni) questi sono stati confrontati, usando i seguenti criteri: 1. Se il rapporto tra i due dati era maggiore di,5 (dati considerati concordi) è stata considerata la popolazione fluttuante dichiarata nella ricognizione, poiché dato più recente (dati 97-99); 2. Se il rapporto tra i due dati era minore di,5 (dati considerati discordanti) essi sono stati confrontati con il dato stimato dalle abitazioni non occupate, ed è stata considerato il dato disponibile il cui rapporto con il numero stimato è risultato minore. 22

24 - nel caso in cui il dato sulla popolazione fluttuante era assente in una delle due fonti è stato considerato l unico dato presente; - nel caso di assenza di entrambi i dati, nel censimento del PRGA e nelle ricognizioni, è stata assunta come popolazione fluttuante il numero stimato attraverso le abitazioni non occupate ISTAT 91. Nella Tab. 1 vengono confrontati i dati sulla popolazione fluttuante del PRGA e del Piano d'ambito. Abitanti in centri e nuclei Per quanto concerne la popolazione allacciata alla rete fognante ed agli impianti di depurazione occorre distinguere i centri e nuclei delle zone più urbanizzate dalle zone denominate case sparse, non essendo tali zone generalmente servite da una rete fognaria, ed essendo la depurazione dei liquami di scarico demandata a fosse settiche o a sistemi quali, nei casi più fortunati, fitodepurazione o subirrigazione. Sono stati assimilati alle case sparse anche quei piccoli centri e nuclei, i quali presentino un numero di abitanti inferiori a quelli delle case sparse e comunque non superiori a 35 abitanti. La suddivisione degli abitanti in centri, nuclei e case sparse è disponibile per il censimento ISTAT 91. I dati da esso desunti sono stati riportati proporzionalmente alla popolazione ISTAT 97. Anche per la popolazione fluttuante si è ipotizzato che parte di essa vada ad occupare le case ed i nuclei sparsi, nello stesso rapporto degli abitanti residenti. 23

25 Tab. 1 - Confornto fra i dati della popolazione fluttuante. Comune Dati forniti Dati del PRGA Dati ISTAT'91 dai Comuni Fluttuanti Fluttua Popolazion Abitazioni Fluttuanti Fluttuanti Fluttuanti considerati nti totali e fluttuante non presunti stagionali giornalieri (PRGA) dichiarata occupate (ISTAT 91) Affile Agosta Albano Laziale Allumiere Anguillara Sabazia Anticoli Corrado Arcinazzo Romano Ardea Ariccia Arsoli Artena Bellegra Bracciano Camerata Nuova Canale Monterano Canterano Capena Capranica Prenestina Carpineto Romano Casape Castel Gandolfo Castel Madama Castel San Pietro Romano Castelnuovo di Porto Cave Cerreto Laziale Cervara di Roma Cerveteri Ciampino

26 Comune Fluttuanti stagionali Dati del PRGA Fluttuanti giornalieri Fluttua nti totali (PRGA) Dati forniti dai Comuni Popolazion e fluttuante dichiarata Dati ISTAT'91 Abitazioni non occupate Fluttuanti presunti (ISTAT 91) Fluttuanti considerati Ciciliano Cineto Romano Civitavecchia Civitella San Paolo Colleferro Colonna Fiano Romano Filacciano Filettino Fiumicino Formello Frascati Gallicano nel Lazio Gavignano Genazzano Genzano di Roma Gerano Gorga Grottaferrata Guidonia Montecelio Jenne Labico Ladispoli Lanuvio Lariano Licenza Mandela Manziana Marano Equo Marcellina Marino Mentana Monte Porzio Catone Montecompatri

27 Comune Fluttuanti stagionali Dati del PRGA Fluttuanti giornalieri Fluttua nti totali (PRGA) Dati forniti dai Comuni Popolazion e fluttuante dichiarata Dati ISTAT'91 Abitazioni non occupate Fluttuanti presunti (ISTAT 91) Fluttuanti considerati Montelanico Monterotondo Morlupo Nazzano Nemi Olevano Romano Oriolo Romano Palestrina Percile Pisoniano Poli Pomezia Ponzano Romano Riano Rignano Flaminio Riofreddo Rocca Canterano Rocca di Cave Rocca di Papa Rocca Priora Rocca Santo Stefano Roccagiovine Roiate Roma Roviano Sacrofano Sambuci San Cesareo San Gregorio da Sassola San Polo dei Cavalieri San Vito Romano Santa Marinella Sant'Angelo Romano

28 Comune Fluttuanti stagionali Dati del PRGA Fluttuanti giornalieri Fluttua nti totali (PRGA) Dati forniti dai Comuni Popolazion e fluttuante dichiarata Dati ISTAT'91 Abitazioni non occupate Fluttuanti presunti (ISTAT 91) Fluttuanti considerati Sant'Oreste Saracinesco Segni Subiaco Tivoli Tolfa Torrita Tiberina Trevi nel Lazio Trevignano Romano Vallepietra Valmontone Vejano Velletri Vicovaro Zagarolo Nota: per il calcolo della popolazione fluttuante presunta in funzione delle abitazioni non occupate si è considerato un valore di 3 abitanti per abitazione non occupata. Per il Comune di Fiumicino la popolazione fluttuante è stata stimata, in assenza di dati, sulla base della popolazione fluttuante rilevata nel Comune di Roma prima della separazione amministrative. La stima degli abitanti equivalenti industriali è stata effettuata sulla base dei dati ISTAT rilevati al 1991 (ultimo dato disponibile) con delle correzioni derivanti dall analisi delle tipologie delle attività per come classificate dall ISTAT e del loro impatto sulla produzione di acque reflue. Inoltre si è tenuto conto del fatto che, poiché i principali agglomerati industriali sono provvisti di autonomo trattamento, gli abitanti equivalenti che hanno incidenza sono solamente quelli provenienti da attività integrate con il tessuto urbano e non concentrate in specifiche aree industriali. I dati per come elaborati complessivamente sono stati riportati nella Tab. 2 seguente. 27

29 Tab. 2 - Riepilogo degli abitanti COMUNE Residenti ISTAT 97 Fluttuanti Adottati Totale (Res. + Flutt. Adottati) Abitanti Equivalenti da altre attività Totale (Res. + Flutt. Adottati + Ab. Eq.) Residenti Centri e Nuceli Residenti Centro Maggiore Affile Agosta Albano Laziale Allumiere Anguillara Sabazia Anticoli Corrado Arcinazzo Romano Ardea Ariccia Arsoli Artena Bellegra Bracciano Camerata Nuova Canale Monterano Canterano Capena Capranica Prenestina Carpineto Romano Casape Castel Gandolfo Castel Madama Castel San Pietro Romano Castelnuovo di Porto Cave Cerreto Laziale Cervara di Roma Cerveteri

30 COMUNE Residenti ISTAT 97 Fluttuanti Adottati Totale (Res. + Flutt. Adottati) Abitanti Equivalenti da altre attività Totale (Res. + Flutt. Adottati + Ab. Eq.) Residenti Centri e Nuceli Residenti Centro Maggiore Ciampino Cineto Romano Ciciliano Civitavecchia Civitella San Paolo Colleferro Colonna Fiano Romano Filacciano Filettino Fiumicino Formello Frascati Gallicano nel Lazio Gavignano Genazzano Genzano di Roma Gerano Gorga Grottaferrata Guidonia Montecelio Jenne Labico Ladispoli Lanuvio Lariano Licenza Mandela Manziana Marano Equo

31 COMUNE Residenti ISTAT 97 Fluttuanti Adottati Totale (Res. + Flutt. Adottati) Abitanti Equivalenti da altre attività Totale (Res. + Flutt. Adottati + Ab. Eq.) Residenti Centri e Nuceli Residenti Centro Maggiore Marcellina Marino Mentana Monte Porzio Catone Montecompatri Montelanico Monterotondo Morlupo Nazzano Nemi Olevano Romano Oriolo Romano Palestrina Percile Pisoniano Poli Pomezia Ponzano Romano Riano Rignano Flaminio Riofreddo Rocca Canterano Rocca di Cave Rocca di Papa Rocca Priora Rocca Santo Stefano Roccagiovine Roiate Roma Roviano

32 COMUNE Residenti ISTAT 97 Fluttuanti Adottati Totale (Res. + Flutt. Adottati) Abitanti Equivalenti da altre attività Totale (Res. + Flutt. Adottati + Ab. Eq.) Residenti Centri e Nuceli Residenti Centro Maggiore Sacrofano Sambuci San Cesareo San Gregorio da Sassola San Polo dei Cavalieri San Vito Romano Santa Marinella Sant'Angelo Romano Sant'Oreste Saracinesco Segni Subiaco Tivoli Tolfa Torrita Tiberina Trevi nel Lazio Trevignano Romano Vallepietra Valmontone Vejano Velletri Vicovaro Zagarolo TOTALI

33 6. Classificazione dei comuni ed individuazione delle aree interessate. Le aree interessate al presente piano sono state classificate ed individuate sulla base dei seguenti criteri: - Popolazione equivalente totale - Presenza di scarichi in aree sensibili - Eventuale concorrenza degli scarichi tra due o più comuni. In tal modo sono stati individuati, come interessate al presente piano, oltre evidentemente ai comuni o agglomerati con popolazione superiore ai 15. ab equivalenti, anche quelli con popolazione superiore ai 1. ma i cui scarichi ricadono in aree sensibili e quelli con popolazione inferiore a 1. ab. equivalenti ma i cui scarichi recapitano in sistemi di collettamento o depurazione che complessivamente servano più di 15. abitanti ( o più di 1. ab. ma con scarico in aree sensibili.) Per la determinazione dei comuni ricadenti in aree sensibili si è fatto riferimento alla individuazione effettuata dalla Regione Lazio e consegnata a questa STO nel corso della riunione del 31/1/1 tenutasi presso l Assessorato Regionale competente già illustrato nel prec. Capitolo 2 Dalla elaborazione dei dati e soprattutto dall incrocio tra quelli relativi alla popolazione da una parte, alla presenza di effluenti in aree sensibili dall altra, nonché alla interconnessione tra sistemi fognari e depurativi di più comuni si è definito l elenco dei comuni interessati al presente piano specificato in dettaglio nella Tab. 3 seguente: Tab. 3 - Elenco dei comuni inclusi nel programma di interventi urgenti Albano Laziale Anguillara Sabazia Ardea Ariccia Artena Bracciano Carpineto 32

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